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Messaggi - doxa

#361
Riflessioni sull'Arte / Re: Virgo lactans
04 Dicembre 2023, 08:25:38 AM
Nel Nuovo Testamento il latte (in greco "gàla) è citato con varie metafore e simboleggia il nutrimento spirituale.

Dal Vangelo di Luca: "Una donna alzò la voce in mezzo alla folla e disse: Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui sei stato allattato !" (11, 27). E' l'ammirazione di una donna nei confronti di Gesù per le parole da lui dette.

L'evangelista Luca per indicare il latte non usa il termine greco "gàla" ma il verbo femminile "ethélasas", da "thelàzein" (= allattare), che è generato da "thèlys" (= donna, femmina).
Tale verbo è presente altre quattro volte nel Nuovo Testamento: nell'acclamazione della Domenica delle Palme, allorché (sulla base di una citazione del Salmo 8, 3) Gesù accoglie gli "osanna" dei fanciulli, ricordando che "dalla bocca dei bambini e dei lattanti (thelazònton)" Dio riceve la lode più cara (Mt 21, 16).

Le altre tre presenze del vocabolo sono parallele e identiche nei tre evangelisti sinottici: nel giorno del giudizio finale "guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno (thelazoùsais) in quei giorni !" (Mt 24, 19; Mc 13, 17; Lc 21, 23).

Paolo di Tarso nella prima Lettera ai Corinzi (9, 7) si domanda in modo retorico: "Chi fa pascolare un gregge senza cibarsi del latte del gregge ?". Il latte diventa il cibo degli immaturi, di coloro che sono ancora "carnali", incapaci di un alimento migliore, proprio come accade ai Corinzi "neonati" nella fede ed imperfetti nella loro vita spirituale: "Vi ho dato da bere latte", dice l'apostolo tarsita, "non un nutrimento solido perché non ne eravate capaci" (1 Corinzi 3, 1 – 2).

Analoga è l'applicazione nell'omelia o trattato teologico che è la Lettera di Paolo agli Ebrei: l'autore si rivolge ai suoi interlocutori con queste parole esplicite: "Siete diventati bisognosi di latte e non di cibo solido: chi si nutre ancora di latte è ignaro della dottrina della giustizia perché è ancora un bambino. Il nutrimento solido è per gli uomini maturi" (t5, 12 – 14). Siamo in presenza di un'inversione di tendenza, destinata a trasformare questo cibo vitale in un'immagine di limite, di imperfezione, di "infantilismo".

Sulla stessa base simbolica l'apostolo Pietro nella sua prima Lettera ribalta il significato. Introduce il tema della nascita battesimale come evento nell'esistenza cristiana, invita i neo battezzati "come bambini appena nati, a bramare il puro latte spirituale, per crescere con esso verso la salvezza" (2, 2).

segue
#362
Riflessioni sull'Arte / Re: Virgo lactans
04 Dicembre 2023, 08:23:58 AM
Buongiorno Jean,
per la pazienza che hai nel leggere i miei post, e per rimanere in tema, stamane ti offro come colazione un virtuale bicchiere di latte: la lettura di un articolo titolato: "Il latte ed il suo valore simbolico nella Bibbia". Lo scrisse il cardinale Gianfranco Ravasi, biblista, per la rivista "Jesus", pubblicata nel gennaio 2007, che ho conservato tra i miei documenti virtuali.

Il testo è lungo e lo divido in tre parti per non renderlo indigesto.

Antico Testamento.

Nella lingua ebraica il latte si dice "halab" (in arabo "leben" = bianco), ed è presente in numerose pagine dell'Antico Testamento come simbolo di fecondità e di purezza.

Alcuni esempi.

Come segno di ospitalità il patriarca Abramo offre una tazza di latte fresco agli ospiti che entrano nella sua tenda sotto le querce di Mamre (Genesi 18, 8.

Terra promessa: è la "terra dove scorre latte e miele", questa frase è presente nell'Antico Testamento circa 20 volte.

Il capo tribù Giuda, secondo le parole della benedizione del patriarca Giacobbe, ha "i denti bianchi come latte" (Genesi 49, 12).

Nel "Cantico dei Cantici" l'uomo amato ha i "denti bagnati nel latte" (5, 12).

Ancora nel Cantico, il latte evoca la dolcezza: le parole e i baci della donna che ha "miele e latte sotto la sua bocca" (4, 11) e il suo amato baciandola dice di "suggerne il latte" (5, 1).

La carnagione dei giovani di Gerusalemme è "più candida del latte" (libro delle"Lamentazioni" 4, 7), e questa caratteristica è un indizio di bellezza.

Gerusalemme viene immaginata personificata come città-madre che ha il seno turgido e generoso: "Voi succhierete al suo petto, succhierete deliziandovi all'abbondanza del suo seno" (Isaia 66, 11).

Il latte è anche simbolo dell'era messianica quando l'umanità sarà invitata ad accorrere e a dissetarsi con acqua, vino e latte "senza spesa" (Isaia 55, 1).

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#363
Riflessioni sull'Arte / Re: Virgo lactans
03 Dicembre 2023, 14:21:55 PM
Oggi, 3 dicembre 2023, comincia il periodo dell'Avvento, che termina il 24 dicembre.

Il sostantivo "avvento" deriva dal latino adventus,  da advenire = arrivare.

"Adventus" traduce la parola greca "parousia" (= presenza), che nei culti pagani simboleggiava l'arrivo annuale della divinità nei templi a lei/lui dedicati; ma nell'antichità il termine "parusia" (senza la o)  era utilizzato  anche per indicare l'arrivo o la presenza di un sovrano in un luogo.

Nella religione cristiana è il tempo liturgico di preparazione al Natale: commemora  la prima venuta del Figlio di Dio sulla Terra,  ma è anche tempo di attesa  della seconda venuta del Cristo, la parusia alla fine dei tempi.

Nelle Chiese cattolica, luterana e anglicana il periodo dell'avvento dura quattro settimane, e comprende le quattro domeniche precedenti il Natale. Ad ogni domenica corrisponde un diverso inno e specifiche preghiere. I paramenti del sacerdote officiante cambiano: la prima e la seconda domenica sono di colore rosso, la terza domenica è possibile utilizzare paramenti di  colore rosa, mentre l'ultima domenica sono bianchi, in segno di purificazione e preparazione alla venuta di Cristo.

Nel rito ambrosiano l'Avvento contiene 6 domeniche e può durare 6 settimane. Inizia la prima domenica dopo il "giorno di San Martino", l'11 novembre. Quando il 24 dicembre cade di domenica è prevista la celebrazione di una domenica prenatalizia. I paramenti del sacerdote officiante sono color morello, tranne nell'ultima domenica, nella quale si usa il bianco.

All'inizio del post ho scritto che il periodo dell'Avvento termina il 24 dicembre. E cominciano le funzioni religiose per celebrare la nascita di Gesù, che ha nell'arte l'ideale cassa di risonanza.

Ne è esempio Il tema artistico cristiano-cattolico della Madonna del latte (in latino Virgo Lactans, o Maria lactans), presente anche in ambito ortodosso con la definizione di "Panaghia Galaktotrophousa": in lingua greca,  Panaghia (=  Santissima o tutta santa),  Galaktotrophousa (= colei che nutre  con il latte). 

La Vergine è di solito  rappresentata  con un  seno  fuori dal vestito mentre allatta il Figlio o è  in procinto di farlo oppure mentre un singolo getto di latte o delle gocce  di latte scendono dal suo seno direttamente nella bocca di Gesù.


Icona della Panaghia Galaktotrophousa: Madre e Figlio guardano verso l'osservatore.

Questa immagine è custodita  a Betlemme nella cosiddetta "grotta del latte", in arabo "Magharet Sitti Mariam", la" grotta della Signora Maria", nell'eremo di Sant'Alberico.
#364
Riflessioni sull'Arte / Re: Virgo lactans
03 Dicembre 2023, 06:31:41 AM
Buongiorno Ipazia. Stamane per colazione ti offro la "Grande Madre"  ??? ;D

Nell'arte l'immagine della donna che allatta ha radici lontane, nella preistoria, con la rappresentazione scultorea della "Grande Madre", divinità femminile  forse di epoca paleolitica, sicuramente neolitica, detta anche "Grande Dea" o "Dea Madre". La sua figura steatopigia evoca il simbolismo materno della fertilità,  della nascita, perciò spesso rappresentata con il bimbo in braccio o poggiato sul grembo, mentre è dedita alla lattazione del neonato.

E' presente in varie culture e civiltà. Esempi:  era conosciuta dai Fenici come "Ashtoreth", in Mesopotamia come Ishtar, dai Semiti come Astarte, dagli Egizi come Au Set, dai Greci come Cibele.

Nel tempo alle personificazioni della Grande Madre vennero attribuite varie connotazioni e mansioni.


scultura antropomorfa in pietra calcarea rinvenuta senza testa.  Rappresenta la Dea madre Astarte, la Grande Madre fenicia e cananea,  mentre allatta il figlio.

Astarte, venerata come protettrice della fertilità del suolo e delle donne,  è presente  anche nell'ebraico biblico col nome di  'Ašteret, plurale 'Aštērōt nel Libro dei Giudici (10, 6).

Dalla XVIII dinastia egizia  la dea fenicia entrò a far parte  anche del pantheon egizio, col nome di "Au Set". I Greci che conquistarono l'Egitto la chiamarono Iside, la grande dea della  fertilità e della maternità.


Iside: la "Grande Madre" dell'antico Egitto. 



Iside  mentre allatta il figlio  Horus.

Questa immagine evoca quella di Maria con Il Bambino nel cristianesimo.
#365
Riflessioni sull'Arte / Re: Virgo lactans
02 Dicembre 2023, 20:55:44 PM
Nel precedente post c'è un refuso nel sesto capoverso, che è da leggere in questo modo: 

La donna è raffigurata  nel momento in cui la poppata ha avuto termine. E' leggermente assopita. La sua mano sinistra è "abbandonata" vicino al ginocchio  sinistro.
#366
Riflessioni sull'Arte / Virgo lactans
02 Dicembre 2023, 19:46:08 PM
A Genova, nel Palazzo Ducale,  fino al prossimo 1 aprile c'è la mostra dedicata alla nota pittrice Artemisia Gentileschi (1593 – 1652).

Vi consiglio di leggere la biografia  di questa pittrice. Pure lei fu vittima di violenza da parte maschile. Ne stiamo  discutendo in questi giorni nel forum.

Lei subì lo stupro, ma ebbe il coraggio di denunciarlo. Quel traumatico episodio  influenzò  la sue scelte nei temi pittorici, per esempio: "Giuditta e Abra con la testa di Oloferne".

Nell'esposizione pittorica a Genova ci sono anche due suoi quadri che raffigurano la Madonna che allatta il Bambino. E' una delle tipologie nelle varie posture mariane con il neonato.


Artemisia Gentileschi, Madonna col Bambino, olio su tela, 1610 – 1611, Galleria Spada, Roma

La Madonna è assisa sul suo mantello blu sopra la sedia. Sopra le tasta,  leggermente reclinata , c'è  l'aureola della santità. 
La donna è raffigurata  nel momento in cui la poppata ha avuto termine. E' leggermente assopita. La sua mano sinistra è "abbandonata" vicino al ginocchio della mano sinistra.

Il biondo Gesù Bambino guarda il viso della Madre e con la mano sinistra le carezza il collo, quasi a volerla svegliare.

In questo dipinto la Gentileschi illumina con una luce esterna le due figure nell'oscuro ambiente.

Bello il panneggio della veste color rosa che indossa la donna. Notare i suoi piedi scalzi.


Vi presento l'altro dipinto, attribuito ad Artemisia Gentileschi da alcuni storici dell'arte, ma non da altri.


dipinto ad olio su tela senza il nome dell'autore/trice. L'opera del 1618 circa è a Firenze, a Palazzo Pitti.

Come nel precedente dipinto, la Madre è assisa su una sedia ed è a piedi nudi.

E' raffigurata nell'atto di allattare il biondo Bambino. Con la mano destra regge la mammella destra, parzialmente coperta dal velo che le scende dal capo aureolato.

Bello il panneggio color ciclamino dell'abito. Il braccio destro è coperto dalla manica della bianca camicia. Il mantello blu  le copre il braccio sinistro, e dalla spalla le scende dietro la schiena fino al fianco destro.

Il Bambino guarda il seno materno;  nella mano destra regge un rametto con due ciliegie:  una simboleggia l'amore di Cristo, l'altra il suo sangue versato sulla croce.
#367
Riflessioni sull'Arte / Re: Arte e denari
01 Dicembre 2023, 18:33:33 PM
 Buonasera gentile Jean, poeta ed artista. La tua delicata sensibilità  t'induce a percepirmi bene, "a inquadrarmi", come hai fatto nel  tuo "prefazio".  ;D


Si per me è un piacevole passatempo fare ricerche, elaborare le notizie per poi condividerle con voi tramite post.

Sono consapevole che non tutti i topic suscitano dibattiti.

Comunque "è liberatorio" vedere pubblicato un proprio testo  sulla virtuale lavagna.

Debbo dirti che preferisco stare tranquillo  in casa ed usare il computer anziché guidare  l'automobile, questa mi crea ansia per ciò che può accadere nel traffico automobilistico: incidenti, discussioni per motivi di viabilità, ecc..

Un bel saluto  :)
#368
Riflessioni sull'Arte / Re: Arte e denari
30 Novembre 2023, 21:59:51 PM
Jean ha scritto: 
Citazionela nuca dai bei corvin capelli..?

Buonasera Jean, a me sembra una fronte non la nuca.
Necessita il tuo aiuto, ampliando l'immagine.   ;D ;)
#369
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Gerusalemme e Atene
29 Novembre 2023, 18:21:09 PM
Grazie Anthonyi per il tuo contributo.

Per quanto riguarda l'influenza dell'antica filosofia greca sulla filosofia cristiana scrivo quanto so in merito.

Spero nel tuo prossimo intervento e quello degli altri nick  (che ne sanno più di me di filosofia) per ulteriori notizie e suggerimenti per  correzioni su quanto scritto in questo post.

La filosofia cristiana è  "figlia" di quella greca: questa nacque come superamento delle spiegazioni mitologico-religiose dell'universo.

I primi cristiani ebbero l'esigenza di chiarire il significato della verità rivelata,  in che modo intenderla. L'esigenza di dare risposte, scaturì dalla  religione cristiana  la filosofia cristiana, e la filosofia greca finì con l'avvento della filosofia cristiana.

La filosofia cristiana iniziò con la filosofia Patristica e continuò nella medievale  filosofia Scolastica.

La Patristica fu così chiamata perché i primi scrittori cristiani che difesero il cristianesimo furono indicati come "Padri della Chiesa".

I primi anni della Chiesa videro i "Padri della Chiesa" impegnati nella lotta alle eresie e nella definizione di una dottrina cristiana comune. L'insieme del loro pensiero è denominato "patristica.

La filosofia Patristica va dalle origini del cristianesimo fino al IX secolo.

Il cristianesimo dei primi secoli si servì di alcune parti della filosofia greca per presentare Cristo come maestro universale e  per dare le  risposte sul significato della vita umana e sul mondo alla luce della rivelazione cristiana.

Dai filosofi stoici "prese" il "Logos" e il "Verbum"  per il prologo del Vangelo di Giovanni.

Furono notevolmente influenzati  dalla filosofia greca i  primi padri della Chiesa orientali, tra i quali il teologo e filosofo Clemente d'Alessandria (o Alessandrino, 150 circa – 215 circa) e il filosofo e apologeta  Giustino (100 – 163 circa).

All'ellenizzazione del cristianesimo contribuirono i quattro "Padri" della Chiesa d'Oriente: il teologo Basilio, vescovo di Cesarea (329 – 379); il teologo Giovanni Crisostomo, arcivescovo di Costantinopoli (344 circa – 407); il teologo e vescovo Gregorio Nazianzeno  (329 – 390), fu anche maestro di San Girolamo; il teologo e vescovo Atanasio di Alessandria d'Egitto (293 circa – 373).

Questi personaggi, per la teologia cristiana usarono concetti e categorie della filosofia greca.
 
La religione cristiana, pur avendo obiettivi spirituali,  ebbe un impatto notevole sulla cultura e sulla filosofia tardo-ellenista, introducendo nuovi concetti, in parte mutuati dalla tradizione giudaica, come:

1. l'affermazione del monoteismo, sconosciuto al mondo greco;

2. la creazione del mondo dal nulla, tesi ritenuta impossibile dalla filosofia classica;

3. la centralità dell'uomo, depositario di un principio divino ¬ la sua somiglianza con Dio ¬ e non semplicemente razionale, che lo rende superiore a tutti gli esseri.

Dei quattro Vangeli, sicuramente quello di Giovanni è il più ricco di spunti filosofici: egli parla di Cristo in termini di Lógos, concetto centrale nella filosofia greca,  ma al contrario di questa gli conferisce un aspetto umano e storico e non un carattere atemporale e simbolico.

Giovanni sottolinea l'identità fra la persona storica di Gesù, che è Logos capace di provocare risposte e miracoli, e il Logos che è la parola stessa di Dio, creatrice e auto-rivelatrice.

Quella cristiana è una religione rivelata, basata su credenze che il fedele recepisce, è  "verità" comunicata direttamente dalla divinità.

La ricerca dei filosofi cristiani nacque dall'esigenza  di chiarire il significato della "rivelazione", per avvicinarsi tramite la ragione a Dio.

E furono quei "patristi" cristiani ad essere in continuità con la filosofia greca per almeno tre motivi:

- il pensiero cristiano si presentava come il culmine della filosofia greca: era l'approdo di quella ricerca della verità agognata sin dai tempi antichi;

- Dio aveva creato in tutti gli uomini e in tutti i tempi una ragione (Logos) identica che, però, solo col cristianesimo poteva condurre alla comprensione della "Verità";

- la dottrina cristiana veniva interpretata attraverso concetti che provenivano dalla filosofia greca.

La filosofia cristiana fece una sintesi fra la tradizione ebraica e la filosofia greca, in particolare quella stoica, e può essere così riassunta:   

Il monoteismo: con la concezione cristiana si afferma l'esistenza di un solo Dio, considerato come qualcosa di completamente superiore e "altro".

Il comandamento divino: "Non avrai altro Dio fuori di me" riassume la "prepotenza" e l'assolutezza del Creatore. Tale concezione era sconosciuta nel politeismo ellenico.

La filosofia greca, per secoli, aveva offerto  diverse teorie sull'origine dell'umanità, dell'universo.

Il filosofo Platone considerava il mondo come un'opera d'arte, una materia originaria plasmata da un'entità detta "demiurgo". 

Nessun filosofo dell'antichità aveva mai creduto in un Dio buono e creatore, che dal nulla, aveva originato volontariamente il mondo, quale era quello dei cristiani.

A quei filosofi greci era estranea la concezione di un Dio che legifera in merito al comportamento nell'uomo.

Invece la dottrina ebraico-cristiana mette al centro l'uomo. E' il libro della Genesi a specificarlo: "Dio disse: 'Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza, e abbia dominio sui pesci del mare e sui volatili del cielo, sul bestiame, su tutte le fiere della terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra' ".

Nel cristianesimo c'è una nuova concezione del bene (inteso come virtù, nel senso di vicinanza a Dio) e del male (inteso come peccato, nel senso di lontananza da Dio). Allo stesso modo, è la fede in Dio (e non la conoscenza) a costituire l'impegno e la realizzazione più alta dell'uomo.

Il pensiero greco, tramite Platone, creò  la descrizione dell'amore-Eros, inteso come la forza che permette all'individuo di elevarsi spiritualmente. 

Al contrario, il cristianesimo  rifiutò la concezione platonica e preferì l'amore-agape. Secondo  il cristiano è Dio che ama, è un amore  gratuito.  Dio è amore e ama fino al sacrificio della croce e l'uomo può essere portatore di amore solo nella fede e nell'amore disinteressato per il prossimo.

La resurrezione dei morti: nella filosofia greca domina il tema dell'uomo scisso tra corpo e anima, vera essenza immortale.  Al contrario, il cristianesimo parla di risurrezione dei corpi che avverrà alla fine dei tempi (col Giudizio universale) con l'avvento del Regno di Dio.
#370
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Gerusalemme e Atene
28 Novembre 2023, 15:24:12 PM
Grazie Ipazia per il tuo contributo, che sempre gradisco.

Nel precedente post ho fra l'altro scritto:

CitazioneNel libro collettivo titolato: "Gerusalemme e Atene" il filosofo tedesco naturalizzato statunitense Leo Strauss scrisse che per comprendere la cultura occidentale dobbiamo capire Gerusalemme e Atene. Sono in quelle due località le radici della nostra cultura: nella prima, la radice religiosa, nella seconda  radice, la filosofico-letteraria. Dal loro incontro è nata la civiltà europea.

Sul concetto di civiltà  ci sono diverse opinioni sul  suo significato. Questo  sostantivo:  deriva dal latino "civilĭtas",  e questo dall'aggettivo civilis, con riferimento al civis ( = cittadino) e alla civitas (= città).

Ma quali sono i "confini" della parola "civiltà" ?

Generalmente per civiltà s'intende  l'insieme delle qualità e delle caratteristiche materiali, culturali e religiose di una comunità, di una nazione.

Il professor Alessandro Barbero, docente di storia medievale, evidenzia che il concetto di civiltà è sfuggente:  "è una delle tante parole che noi usiamo come se fosse ovvio cosa vuole dire. Se ci fermiamo a interrogarci sui modi in cui questa parola può essere usata ci accorgiamo che bisogna stare attenti. Intanto la parola 'civiltà' è una parola recente. Si comincia a usarla nel momento in cui l'occidente parte alla scoperta e alla conquista del mondo, all'inizio dell'età moderna. (...) È una parola che nasce per descrivere un senso di supremazia dell'occidente e faremo bene quando la usiamo e a interrogarci su cosa vogliamo dire esattamente".

Invece  per Maurizio Ferraris, docente di filosofia teoretica, "L'elemento comune che hanno tutte le definizioni di civiltà è che l'uomo allo stato di natura non basta, non è sufficiente a sé stesso".

Quindi "civiltà" contrapposta al concetto di "barbarie", da "barbaro". in latino barbarus":  lo straniero , l'estraneo alla cultura greco-romana.

Nei testi in lingua latina il termine "barbarus" è spesso accompagnato da aggettivi come "ferus" (=  feroce, violento) e "iracundus" (= iracondo, irascibile). Essi definiscono il significato negativo della parola originaria.

Gli antichi Greci  denomivano "bàrbaros" (= i balbuzienti) gli stranieri che non parlavano la lingua greca e non erano di cultura greca.

Inoltre, il termine "barbaro" veniva usato per  distinguere le cosiddette "buone maniere" in uso nelle città, contrapposte alla "rusticitas" degli abitanti nelle campagne. 

Nel nostro tempo il sostantivo "civiltà" allude  agli aspetti culturali e organizzativi di una popolazione in una determinata epoca: la civiltà greca, la civiltà latina, ecc..

La società contemporanea è individuata da un tratto caratteristico: la civiltà di massa; civiltà dei consumi; civiltà delle immagini".

Con la parola civiltà si allude pure alla buona educazione, la cortesia: comportarsi con civiltà.
#371
Tematiche Culturali e Sociali / Gerusalemme e Atene
28 Novembre 2023, 09:13:30 AM
Il 2 dicembre a Torino, al teatro Carignano, alle ore 10, ci sarà il dialogo su "Che cosa hanno in comune Gerusalemme e Atene ?", con il cardinale Gianfranco Ravasi  e il latinista Ivano Dionigi.




Gerusalemme e Atene: contrapposizione e incontro tra  fede e filosofia, tra legge(Bibbia) e logos.

Il filosofo e apologeta cristiano Tertulliano si domandava: "Cosa hanno in comune Atene e Gerusalemme"?  Le due città, nell'antichità, possono essere  simbolicamente considerate le due radici della cultura occidentale, la greco-romana e l'ebraico-cristiana.

Nel libro collettivo titolato: "Gerusalemme e Atene" il filosofo tedesco naturalizzato statunitense Leo Strauss scrisse che per comprendere la cultura occidentale dobbiamo capire Gerusalemme e Atene. Sono in quelle due località le radici della nostra cultura:  nella prima, la radice religiosa, nella seconda  radice, la filosofico-letteraria. Dal loro incontro è nata la civiltà europea.

L'incontro tra la filosofia greca (logos) e la fede ebraica (nomos) avvenne dopo la conquista della Palestina nel 332 a. C.  da parte delle truppe di  Alessandro Magno. Gli Ebrei nella Giudea vennero a contatto con la cultura ellenistica. Di questo c'è traccia nella Bibbia, ad esempio nel secondo Libro dei Maccabei dove si depreca la diffusione dell'ellenizzazione (2 Mac 4, 13) che si oppone al giudaismo (2 Mac 2, 21).

È significativo che due noti autori ebrei dell'antichità scrissero in greco (Filone di Alessandria  e Giuseppe Flavio).

Tra il III e il II sec. a. C. ad Alessandria d'Egitto  l'Antico Testamento fu tradotto in lingua greca (versione dei LXX) per la comunità ebraica della diaspora residente in quella città ellenizzata. Essi avevano obliterato la loro lingua e non riuscivano più a leggere in ebraico.

Nel I sec. d. C. Antiochia  di Siria aveva circa mezzo milione di abitanti: molti erano Greci, Siriani ed Ebrei. La località (la terza per grandezza nell'impero romano, dopo Roma e Alessandria d'Egitto) era un luogo d'incontro di culture e religioni. I discepoli cristiani di lingua greca avvicinavano pagani e giudei per convertirli.

L'apostolo Paolo, nato a Tarso,  in quella città aveva ricevuto l'educazione tipica di un centro abitato grecizzato. Aveva letto Euripide e Omero ed era stato formato secondo i principi della retorica del tempo, come è evidente  da alcuni suoi scritti. Da essi si desume la sua conoscenza della filosofia stoica. E proprio un trattato filosofico di origine aristotelica molto diffuso a quel tempo, ma oggi perduto, è alla base del discorso  di Paolo  ad un gruppo di filosofi ad Atene riuniti nell'areopago (significa "collina di Ares", il bellicoso dio Ares), situato tra l'agorà e l'acropoli.

Dal discorso di Paolo:

"Allora Paolo, alzatosi in mezzo all'Areòpago, disse:

"Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dei. Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un'ara con l'iscrizione: Al Dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell'uomo né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa" (At 17, 22 – 25).
#372
Tematiche Culturali e Sociali / Come stai ?
27 Novembre 2023, 10:07:56 AM
Voglio argomentare su alcuni modi di dire. Per esempio: "Come stai ?", "Come ti va ?" "Novità ?",  "Tutto bene ?" Ognuno di questi incipit di conversazione evoca il nostro essere (in salute o meno)  in relazione agli altri, fa riferimento al come stai tu fisicamente, mentalmente spiritualmente.

Di solito rispondiamo: "Tutto bene". Se la risposta è negativa siamo più prudenti nell'esternazione.





A chi ci chiede come stiamo non interessa ascoltare la risposta.  E' solo un modo per salutare. Allora le risposte possono essere anche ironiche.

Nel caso del biblico Giobbe, al "Come va ?" risponderebbe: "Bisogna avere pazienza"; Dante Alighieri: "Sono al settimo cielo".

"Voci di corridoio" dicono che nei forum la maggior parte degli utenti  alla fatidica domanda risponde: "non c'è male"; alla banale domanda si risponde con  una banalità.


Tra un uomo e una donna  che non si conoscono il "come va ?" basta per iniziare l'approccio ? E' necessario anche il linguaggio non verbale ? La gestualità ?

Gli sguardi ed i sorrisi sono i segnali-stimolo che favoriscono l'avvicinamento, permettono di entrare nello spazio altrui, nella bolla psicologica di lei/lui. Quei segnali convincono i due che può iniziare il dialogo per conoscersi e capire se continuare gli incontri.

La disponibilità all'approccio viene quasi sempre comunicata dalla donna in modo discreto attraverso il linguaggio del corpo.

L'uomo tende a non farsi avanti se non riceve  un cenno di incoraggiamento. Però ci sono uomini che prendono l'iniziativa anche in assenza di "invito" o quando questo è appena abbozzato. In quel caso l'uomo potrebbe mirare a cercare prima un'intesa con il linguaggio del corpo, tramite la "tecnica" abitualmente usata dalle donne per far trapelare l'interesse: la sincronizzazione simultanea  della postura del corpo, dei gesti. Di solito è lei che dà inizio, per esempio passandosi una mano tra i capelli, lui risponde con un altro gesto come toccarsi l'avanbraccio, ecc.. L'interazione non verbale diventa come un ballo: i movimenti di lei sono seguiti da precisi passi di lui.

Per le persone timide l'approccio è problematico, causa ansia, insicurezza,  specie negli adolescenti, perché temono di essere incapaci.

L'attesa accresce il desiderio ed amplifica l'aspettativa: la soddisfazione, se arriverà, sarà proporzionale al tempo dell'attendere, e la delusione, parallelamente si alimenterà di quell'indugiare sprecato.

Nell'approccio c'è chi preferisce il classico incontro imprevisto che si può avere frequentando feste, inaugurazioni, mostre e altre occasioni sociali. C'è chi si cautela cercando la mediazione di un conoscente comune, chi, più timidamente si avvale di Facebook, forum, sms.

Comunque nessuna strategia di approccio è efficace  o appropriata a tutti e in qualsiasi contesto.
#373
Riflessioni sull'Arte / Re: Arte e denari
22 Novembre 2023, 21:50:44 PM
La "Mezzana" è il titolo di un dipinto realizzato  dal pittore olandese Johannes (= Jan) van der Vermeer (1632 – 1675).



Jean Vermeer, la Mezzana, olio su tela, 1656, Gemäldegalerie di Dresda



dettaglio della mano dell'uomo sul seno della donna.

L'ambiente è un'osteria. Nella composizione ci sono quattro persone.

Le tre figure in piedi indossano abiti che allontanano da loro il pensiero  che siano povere.

In primo piano, seduta vicino ad un tavolo coperto da una pesante tovaglia multicolore, c'è  la  giovane donna, non brutta,  indossa una giacca di colore giallo e il copricapo bianco: le tonalità contribuiscono a dare luce alla scena, dominata dal nero e dal rosso degli abiti degli altre tre personaggi.

La ragazza si guadagna da vivere  prostituendosi. Dietro di lei l'uomo con la giacca rossa e il cappello piumato le tocca il seno con la mano sinistra e con la mano destra le porge il denaro, che lei accoglie  nella sua mano col cenno di un sorriso di compiacimento.  Nell'altra mano la fanciulla tiene un bicchiere con la bevanda, forse contenuta nella brocca strigilata.

L'uomo in piedi  sulla sinistra con la bianca gorgiera è un musicista. Ha poggiato la sua giacca nera sulla tovaglia del tavolo. Nella mano sinistra sorregge un bicchiere con il vino, con la destra tiene il manico  del suo strumento musicale a corda.

Al suo fianco la donna con l'abito nero e il copricapo nero (nel nostro tempo fa pensare ad una musulmana con l'abito tradizionale): è la mezzana, la procuratrice dell'incontro, l'intermediatrice degli incontri sessuali. E' piegata in avanti ed  assiste compiaciuta alla scena.
#374
Riflessioni sull'Arte / Botero
22 Novembre 2023, 18:02:01 PM
 A Milano, da domani, 23 novembre 2023,  al 4 febbraio 2024 nel  Museo della Permanente ("Società per le belle arti ed esposizione permanente"), in via Filippo Turati 34, c'è l'esposizione dedicata al pittore, scultore e disegnatore colombiano Fernando  Botero, morto a Montecarlo lo scorso 15 settembre. Aveva 81 anni.

Disprezzato dai critici (come il britannico Jack Vettriano, invece a me piacciono i suoi dipinti), all'età di 24 anni Botero dipinse una natura morta con mandolino aumentandone le dimensioni.  Successivamente cominciò ad enfatizzare corpi umani  ed oggetti, creando il suo stile, divenuto un "marchio di fabbrica".
Disse che non dipingeva figure umane grasse ma volumi.
La tematica religiosa è spesso presente nel lavoro di Botero.


Passione di Cristo: il bacio di Giuda





Via Crucis, incontro con la Veronica



Crocifissione

 

Deposizione di Gesù dalla croce
 

 
 
Nel 1969, quaranta anni prima del ciclo presentato in mostra, l'artista colombiano aveva realizzato un trittico da titolo "Via Crucis" dove Cristo è rappresentato con gli occhi chiusi, in posizione eretta, sceso dalla croce e con le mani in posizione benedicente.

In mostra ci sono dipinti realizzati da questo artista negli anni 2010 e 2011.

Ne "Il bacio di Giuda" (realizzato nel 2010) si autoritrae, mentre in "Ecce Homo" dipinge la propria mano nell'atto di indicare Gesù.

Raffigurò la "Via Crucis" , in tre dipinti a olio di grandi dimensioni: "Gesù inchiodato alla croce", "Crocifissione con soldato" e "Crocifissione": quest'ultima presenta un inquietante e monumentale Gesù crocifisso al Central Park di New York, dove Boterò visse per più di 12 anni.

Altre opere le dedicò alla "Flagellazione" e alla "Discesa dalla croce"  
L'ironia, la sensualità e l'abbondanza delle forme sono state a lungo la sua unica chiave di lettura per le sue composizioni.
Botero scrisse: "Quello che dipingo è realtà inventata, descrivo una realtà irreale in modo realistico": l'abbondanza tranquilla e suntuosa delle forme.
Per questo artista  "L'arte è una tregua spirituale e immateriale dalle difficoltà della vita".
#375
Riflessioni sull'Arte / Re: Arte e denari
21 Novembre 2023, 16:56:56 PM
Bravo Phil. La tua risposta è esatta  ;D


Quentin Metsys, Il cambiavalute con la moglie, olio su tavola, 1514, Museo del Louvre, Parigi

Il titolo originale del dipinto è in lingua francese: "Prêteur et sa femme". Fa capire che l'uomo più che un cambiavalute è uno che presta denaro, forse ad usura.

I colori degli oggetti e delle figure sono esaltati dalla luce che entra dalla finestra centrale.

Come già detto nel post precedente nella scena ci sono cinque persone anziché due:  
  
il cambiavalute e sua moglie;

altri due individui che dialogano sono visibili  all'esterno della finestra che s'intravede sopra la spalla della donna. Uno dei due ha il cappello in testa;

In primo piano,  sul tavolo c'è il piccolo e rotondo specchio convesso che riflette l'immagine di una terza persona presente nel locale, vicino la finestra. E'  visibile  la parte superiore del corpo: il collo e la testa, con copricapo rosso.



Dalla finestra si vede l'esterno:  un albero e un'altra finestra  sovrastata dal cornicione con coronamento a triangoli.
 
Il cambiavalute è ritratto mentre lavora. La moglie sfoglia un libro di preghiere. Nella pagina è visibile la figura della Madonna con Gesù bambino. La donna  si ferma per osservare  il compagno  nella sua attività.

Notare le dita della mano sinistra dell'uomo: sembrano gli artigli di un rapace.



Sul banco, oltre alle monete ci sono  alcuni anelli inseriti in un fuso, sul piccolo panno blu un gruppo di perle  vicino al vaso di cristallo ornato,  alcuni strumenti per esaminare le monete.
 
Sulla parete di fondo due  mensole  con sopra alcuni oggetti:  un piatto d'argento lavorato a sbalzo,  sfere di vetro appese ad un filo,  un'arancia, un porta candela d'argento,  una piccola bottiglia di vetro a forma di ampolla, un libro (forse per la contabilità), alcune lettere.