
Diego Velàzquez, Cristo crocifisso, olio su tela, 1632 circa, Museo del Prado, Madrid.
Notare in cima alla croce il "titulus crucis" in tre lingue: ebraico, greco e latino, secondo il Vangelo di Giovanni.
In realtà l'esatta composizione delle parole è dubbia, in quanto la condanna è riportata in modo differente dai quattro Vangeli canonici.
Il titulus sarebbe stato apposto sopra la croce per indicare la motivazione della condanna, prescritta dal diritto romano, ma non in tre lingue.
Inoltre, la colpevolezza di un condannato veniva proclamata mediante una targa appesa al collo o portata davanti a lui per umiliarlo pubblicamente prima della sua morte.
L'apposizione del titulus in cima al crocifisso è menzionata solo nel Nuovo Testamento e solo nel Vangelo di Giovanni.
Il teologo cristiano Raymond Brown evidenzia che storicamente quel titulus non è vero. L'aggiunta giovannea ha finalità teologica, non è un fatto storico, infatti gli altri tre vangeli non lo citano.
Per quanto riguarda il dipinto, da notare l'essenzialità con cui il pittore è riuscito a evidenziare la sofferenza di Cristo in croce, senza aggiungere altri segni della Passione e senza il paesaggio circostante, ma solo lo sfondo scuro. C'è solo Gesù sulla croce, sorretto da quattro chiodi, uno per ogni arto.
Sottili rivoli di sangue scendono dalle ferite nelle mani e nei piedi poggiati sulla mensola, macchiando di rosso il legno della croce. Altro sangue scende dal fianco destro della ferita sul costato inferta da Longino con la lancia.
La testa, cinta dalla corona di spine, è reclinata in avanti , il volto appare in ombra. Quasi impercettibili sono le gocce di sangue sul capo.
La luce che illumina il corpo di Gesù crea un'atmosfera di religioso silenzio e di meditazione.
Chi era Longino ? Secondo la tradizione cristiana è il nome del soldato romano che trafisse con la propria lancia il costato di Gesù crocifisso per accertare che fosse morto: "... ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua" (Gv 19, 34).
Il nome di quel soldato non c'è nei quattro vangeli canonici, invece è presente negli "Atti di Pilato", testo allegato al Vangelo apocrifo di Nicodemo.