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La "Ruota degli Esposti" e i "Filius di Matris ignotae".
Adesso vi faccio vedere la foto di una "ruota degli esposti" (tutelata da una grata), visibile a Borgo Santo Spirito, vicino al Vaticano.
E' nel lato esterno della "Corsia sistina" (da non confondere con la "Cappella Sistina), che faceva parte dell'antico ospedale di "Santo Spirito in Sassia".

Vicino la "ruota" è visibile la cassetta per le offerte. Sul marmo c'è scritto: "Elemosine per li poveri projetti dell'hospidale" "proietti" significava "trovatelli", "fanciulli abbandonati", poi usato come cognome del neonato, idem "Diotallevi". A Napoli da "esposti" è derivato il cognome "Esposito" e similari.
Nei secoli la ruota del Santo Spirito ha salvato tanti neonati dalla morte ( ipotizzano circa mille ogni anno). Fu abolita nel 1923.
Le famiglie povere non potevano permettersi di mantenere un altro figlio, di solito non voluto.
Papa Innocenzo III (pontificò dal 1198 al 1216) per non far uccidere i neonati (anche gettandoli nel Tevere) nell'ospedale di Santo Spirito fece creare la "ruota degli esposti", tramite la quale le madri o loro parenti, in modo anonimo, potevano abbandonare i piccini per affidarli alle cure dell'ospedale e delle balie che lo frequentavano per allattare neonati non loro, in cambio di denaro.
La "ruota degli esposti" era simile ad un ruotante barilotto di legno con sportello. Dall'esterno vi veniva adagiato in forma anonima, l'"esposto", il neonato di genitori ignoti.

Foto di un'altra ruota degli esposti.
Chi lasciava "er pupo" tirava la corda di una campanella per avvertire dell'abbandono. Dall'interno la suora, faceva girare la "ruota" e prelevava il "pargolo" per affidarlo alla cura e tutela all'interno dell'ospedale.
Quando quei bambini raggiungevano l'età adulta (la minoranza, altri morivano di malattie) il loro destino cambiava in base al sesso: i maschi apprendevano un lavoro e venivano avviati all'attività lavorativa, le femmine, invece, venivano addestrate alla cura della famiglia. Per loro ogni anno venivano svolte le cosiddette "processioni" in date prestabilite, a cui erano invitati i giovani che cercavano una moglie. Se avveniva il "fidanzamento la donna era libera di andare, se invece restava nubile era destinata a diventare suora oppure a lavorare come domestica di un vescovo o cardinale oppure in una famiglia nobile.
segue
La "Ruota degli Esposti" e i "Filius di Matris ignotae".
Adesso vi faccio vedere la foto di una "ruota degli esposti" (tutelata da una grata), visibile a Borgo Santo Spirito, vicino al Vaticano.
E' nel lato esterno della "Corsia sistina" (da non confondere con la "Cappella Sistina), che faceva parte dell'antico ospedale di "Santo Spirito in Sassia".

Vicino la "ruota" è visibile la cassetta per le offerte. Sul marmo c'è scritto: "Elemosine per li poveri projetti dell'hospidale" "proietti" significava "trovatelli", "fanciulli abbandonati", poi usato come cognome del neonato, idem "Diotallevi". A Napoli da "esposti" è derivato il cognome "Esposito" e similari.
Nei secoli la ruota del Santo Spirito ha salvato tanti neonati dalla morte ( ipotizzano circa mille ogni anno). Fu abolita nel 1923.
Le famiglie povere non potevano permettersi di mantenere un altro figlio, di solito non voluto.
Papa Innocenzo III (pontificò dal 1198 al 1216) per non far uccidere i neonati (anche gettandoli nel Tevere) nell'ospedale di Santo Spirito fece creare la "ruota degli esposti", tramite la quale le madri o loro parenti, in modo anonimo, potevano abbandonare i piccini per affidarli alle cure dell'ospedale e delle balie che lo frequentavano per allattare neonati non loro, in cambio di denaro.
La "ruota degli esposti" era simile ad un ruotante barilotto di legno con sportello. Dall'esterno vi veniva adagiato in forma anonima, l'"esposto", il neonato di genitori ignoti.

Foto di un'altra ruota degli esposti.
Chi lasciava "er pupo" tirava la corda di una campanella per avvertire dell'abbandono. Dall'interno la suora, faceva girare la "ruota" e prelevava il "pargolo" per affidarlo alla cura e tutela all'interno dell'ospedale.
Quando quei bambini raggiungevano l'età adulta (la minoranza, altri morivano di malattie) il loro destino cambiava in base al sesso: i maschi apprendevano un lavoro e venivano avviati all'attività lavorativa, le femmine, invece, venivano addestrate alla cura della famiglia. Per loro ogni anno venivano svolte le cosiddette "processioni" in date prestabilite, a cui erano invitati i giovani che cercavano una moglie. Se avveniva il "fidanzamento la donna era libera di andare, se invece restava nubile era destinata a diventare suora oppure a lavorare come domestica di un vescovo o cardinale oppure in una famiglia nobile.
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