Citazione di: iano il 25 Maggio 2024, 15:34:11 PMLa matematica si applica alla fisica.La scienza matematica applicata resta solo una scienza matematica. I fisici usano la matematica proprio come tutti, non sono diversi in questo dal salumiere o l'economista.
Questa è una banalità che detta come l'hai detta tu diventa una premessa per parlare male dei fisici, che tradiscono l'unica vera scienza piegandola ad essere una tecnica. Manca l'elogio dei matematici come veri scienziati, che immagino però rimanga sottinteso
Ed ancora tu scrivi:
''ma la fisica della vera metafisica è la fisica filosofica di Talete e compagnia! ''.
Ma dove si ferma questa compagnia?
Arriva fino alle scoperte/invenzioni matematiche dei giorni nostri, o si ferma a Talete o appena giù di li?
Le geometrie non euclidee ad esempio sono ancora per te vera scienza, oppure dobbiamo estendere la critica che fai ai fisici, ai matematici attuali?
La questione che tu poni con l'altro messaggio, matematica invenzione o scoperta?, ha una duplice risposta: possiamo inventare su base scientifica dei procedimenti matematici, e questa è azione tecnica, e ci sono anche le scoperte dello scienziato matematico. Se per esempio diciamo di 'insiemi infiniti' non c'è alcuna invenzione.
La rigorosità intrinseca della matematica fa sì che essa si costituisca quale scienza con pochissimo: in pratica basta avere una appropriata definizione di scienza e pensare assieme ad essa la matematica.
Tutto ciò però non deve indurre in errore. Il fatto che i fisici usino la matematica non significa che i matematici in quanto tali abbiano comprensione della fisica; ma anche viceversa! Le scienze sono separate. Può esistere la interdisciplinarietà. Una nota è tra la matematica della multidimensionalità e la fisica della relatività... Ma non si trovano nuovi raggiungimenti, solo relazioni. Einstein, quale scienziato fisico, usava il concetto matematico di quarta dimensione con la stessa autorità di un qualunque venditore che conta la merce per il cliente; ma i matematici in quanto tali alle prese con il concetto fisico di relatività spaziotemporale non sono in una situazione diversa!
Quanto a geometrie euclidee e non euclidee, io noto che spesso si accusa chi ha le idee chiare di essere arretrato. Per me le geometrie non euclidee sono scientifiche ma non vanno usate per fingere che la matematica non sia un'indicazione reale. Esse sono relazionabili ai fenomeni di curvatura spaziotemporale studiati dai fisici.
La questione: gli enti matematici sono reali o sono solo convenzioni?, è una domanda che ci si pone quando non si ha capito che anche la matematica è una scienza ma soprattutto quando non si ha proprio chiarezza dell'argomento. Uno sta assieme a delle persone e nota che ciascuna di esse ha un fisico e che esso è proprio reale... In un portapenne ci sono cinque penne, sono proprio cinque. Non c'è bisogno di particolari intellettualizzazioni.
L'affermazione pitagorica secondo cui 'esistono proprio i numeri' era diversa, di ordine filosofico: Pitagora diceva in pratica che i numeri esistono anche quando noi non li pensiamo... E ciò pone direttamente in essere l'affermare in qualche modo un Pensiero Altro, il discorso volgendo direttamente verso la teologia. Però non bisogna confondere questa meditazione sull'Assoluto con l'oggetto, limitato, della scienza matematica... Senza scordare appunto che oltre ai semplici contabili come i cassieri dei negozi esistono anche credenti complicati che vengono detti teologi e non esiste solo la matematica quale scienza. A riguardo si deve dire che gli scienziati matematici non possono sapere tutto perché ciascuna scienza è limitata. Alcuni concetti sono validi anche per chi pensa l'Assoluto, ma non bisogna confondersi. Certo Cantor con gli infiniti offriva spunto di meditazione per i teologi, ma anche il bambino che conta 1 lo fa.
Io penso che il tuo ingiusto spirito polemico nei miei confronti (è tutt'altro che uno tua esclusiva in questi casi) dipenda da non chiarezza dell'argomento, anche per non concepire la fisica scienza separata e limitata come tutte, quindi dal mischiare assieme piani di ragionamento diversi e nel rifiutare alcune possibilità ma senza poterle scartare per davvero.
Mauro Pastore