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Messaggi - anthonyi

#3601
Ciao viator, la tua tesi non è fondata perché nessuna specie conosciuta ha coscienza di sé come quella umana.
Forse il livello di autocoscienza sarà minore del necessario a produrre un effettivo controllo delle emissioni, ma non è detto. Io ho fiducia nel futuro, e sono convinto che di fronte ai probabili futuri cataclismi Voi umani avrete modo di riflettere e di invertire il processo.
#3602
Citazione di: viator il 06 Novembre 2021, 12:43:53 PM


L'unica salvezza certa. secondo me, potrebbe essere il convertirsi tutti (se non già credenti), sperando che risulti vero il "Deus sive Natura" e che quindi le nostre preghiere ed invocazioni di eterna salute e salvezza - inascoltate, sembra, dalla Natura..........possano invece venir accolte dal Dio di nostra scelta. Saluti ed auguri.
Finalmente una cosa giusta, viator, ogni convertito si darebbe a una vita di riflessione, castità, digiuno e preghiera. I consumi energetici crollerebbero, e con loro l'emissione di CO2. Grazie alla castità, poi, il problema della sovrappopolazione sarebbe risolto nel giro di qualche generazione.
#3603
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
03 Novembre 2021, 13:31:16 PM
Citazione di: niko il 03 Novembre 2021, 11:50:11 AM
Citazione di: anthonyi il 03 Novembre 2021, 06:40:13 AM
Ciao niko, devi sapere che bolsonaro è messo sotto accusa per crimini umanitari nel suo paese, perché ha omesso di porre in essere qualsiasi tipo di restrizione cautelativa nei confronti della pandemia.
Quello che tu definisci 2G (ma poi non eravamo solo noi italiani ad aver fatto un uso dittatoriale del green pass?) in realtà non sarebbe altro che un tipo di restrizione cautelativa, il non vaccinato, infatti, anche se tamponato e negativo, comunque è un soggetto ad alto rischio di effetti gravi dalla malattia, ed essendo più facilmente infettabile, comunque incrementa il rischio che qualcuno sia contagiato.




All'inizio di questa pandemia, pensavo che il neoformato dovere (isterico e da socialismo cinese) alla salute, si sarebbe affiancato al più ragionevole e costituzionalmente esistente dal dopoguerra in poi diritto alla salute, e si sarebbe creato un inquietante parallelismo e convivenza. Per usare una metafora biomedica, pensavo che il dovere alla salute, rispetto al preesistente diritto alla salute su cui si era innestato, fosse un tumore.


Che tra i due modi di intendere la salute, come diritto e come dovere, si sarebbe instaurata una inquietante, ma possibile, convivenza.

Naturalmente ero troppo ottimista, perché con ogni comportamento imposto ai cittadini per diminuire la "probabilità" o la "gravità" del contagio, mascherine lockdown, 2g, obbligo vaccinale, finanche divieto di manifestare, di fatto va sempre in scena lo stesso processo/confessione farsa della Stato che prima sembra processare/confessare se stesso, essere in colpa da un punto di vista di quello che dovrebbe essere un assetto normale della vita sociale e un sincero interesse per il benessere dei cittadini per non avere abbastanza posti letto in ospedale o abbastanza medici di famiglia per malati leggeri in vista di avere e di dover fronteggiare un eventuale aumento dei contagi nella sua popolazione (tutto deve fermarsi perché in una logica economica e non propriamente sanitaria "mancano le risorse", gli ospedali si "intasano": per mea culpa grandissima, sembra cantare lo Stato in questa fase 1 della sceneggiata) e poi, fatto a se stesso il processo o la confessione apparentemente durissima e severissima, con colpo di scena finale si auto-assolve perché tanto, l'eventuale aumento dei contagi, seppure ci sarà (e quasi sempre c'è), sarà colpa dei cittadini che non avranno rispettato le misure imposte dallo Stato stesso (vivere in una gabbia di vetro per paura d una malattia), e quindi se si ammaleranno meriteranno, loro sì, di essere malcurati o lasciati a crepare.


Per loro culpa grandissima.


Capito cosa intendo? Se c'è una pandemia per cui si suppone non basteranno i medici di famiglia e i posti letto in ospedale, si aumentano i medici di famiglia e i posti letto in ospedale con ogni mezzo, reclutando professionisti e indennizzandoli per il lavoro che lasciano, costruendo ospedali con i prefabbricati, creando elenchi di personale sanitario "riservista" da reclutare all'ultimo momento al bisogno, proprio come in guerra. Tutto il personale che può servire per far funzionare un ospedale o un presidio sanitario con un addestramento necessario breve, quindi oss e burocrazia, si recluta tra i disoccupati e i giovani volontari, non c'è bisogno neanche di formarlo in tempi lunghi o di rilevarlo con indennizzo rispetto a dove lavorava in precedenza. Con ogni mezzo, perché la vita non deve "fermarsi", e gli ospedali non devono "intasarsi" nonostante una pandemia, e così si trasmetterebbe un messaggio di speranza e resistenza, e non di terrore e resilienza.


Non si instaura una dittatura con misure draconiane, securitarie, biotecnologiche e ingiuste per contenere la pandemia perché la volontà di aumentare fino al massimo possibile i luoghi di cura sul territorio delle singole metropoli non c'è. Se mancano i posti letto in ospedale, ebbene siano aumentati i posti letto in ospedale, non siano fatti esperimenti biologici e sociologici sulla popolazione, esperimenti da sinopticon, più che da panopticon, per riprendere un forum recente. L'atto del vedere e del guardare ridiventa fondamentale quando il descrittivo ridiventa prescrittivo, e tale atto deve essere condiviso da tutti gli internati, non basta più che lo faccia solo la guardia.


Il dovere alla salute, palesatosi in tutta la sua amortale e amorale forza in questi ultimi due anni di pandemia, si sta mangiando, pezzo per pezzo,
il pre-pandemico e postdopoguerra diritto alla salute.
Se il popolo si tiene in salute, lo Stato non spende per curarlo. Meglio ancora, lo Stato non affronta proprio in senso antropologico la questione della cura, della morte e dell'istinto di morte. Se c'è dovere alla salute, la malattia è colpa, nella sua gestione si torna verso un'epoca teocratica. Se c'è dovere alla salute, la malattia è residuo, si sogna di eliminarla del tutto e diventare automi amortali, o quantomeno che l'elite dei sani lo diventi. Il paradiso tecnologico in terra.

Il dovere nuovo, dovere alla salute, che si è installato sul diritto vecchio, diritto alla salute, è un cancro, e non è un tumore. Lo distrugge ogni secondo di più, e non è in condizione di essere distrutto dall'interno. Riflettiamo seriamente si ci sta bene o no una società in cui come cittadini dobbiamo dimostrare allo stato di essere sani per ottenere dei diritti o addirittura scampare da delle sanzioni. In cui dobbiamo dimostrare non solo di essere sani, ma di avere ancora buona probabilità di esserlo in futuro, rinunciando alla nostra stessa ragione che ci dice che il futuro è indeterminato,  e non in un futuro di decenni, ma tipo nelle prossime ventiquattro o quarantotto ore, come è con il nesso diritti/tamponi, che ora viene considerato anche troppo poco sanitario/securitario e quindi da abolire.
Nel tuo discorso, niko, tu tendi a vedere questa competizione tra i doveri dello stato, e i diritti dei cittadini.
Lo stato, però, è fatto dai cittadini, cioè i doveri dello stato, sono doveri dei cittadini di finanziare il soddisfacimento di questi doveri, di pagare il costo dei medici e degli ospedali che tu dici dovrebbero essere di più.
E dovrebbero essere di più perché una minoranza di cittadini ha deciso di non vaccinarsi.
Ora se tu vedi la cosa dal punto di vista del cittadino vaccinato, è facile capire il suo interesse ad evitare una spesa che potrebbe essere evitata con un minimo di buonsenso da parte di quella minoranza, perché d[size=78%]ifendersi dal covid con il vaccino e la soluzione più efficiente di qualsiasi cura conosciuta a tutt'oggi. [/size]
#3604
Tematiche Filosofiche / Re:Metafisica del coronavirus
03 Novembre 2021, 11:44:49 AM
Citazione di: atomista non pentito il 03 Novembre 2021, 11:12:35 AM
. Era meglio una subitanea redistribuzione delle ricchezze ed un bell'isolamento di due anni con il panettiere unico abilitato a spostarsi per portare i suoi prodotti a domicilio insieme al pizzicagnolo per non morire di fame ?
Ciao atomista, dubito che dopo la subitanea redistribuzione delle ricchezze si trovi qualcuno disposto a fare il panettiere o qualunque altro lavoro, preferendo tutti la funzione di meri consumatori della ricchezza subitaneamente redistribuita.
#3605
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
03 Novembre 2021, 06:40:13 AM
Ciao niko, devi sapere che bolsonaro è messo sotto accusa per crimini umanitari nel suo paese, perché ha omesso di porre in essere qualsiasi tipo di restrizione cautelativa nei confronti della pandemia.
Quello che tu definisci 2G (ma poi non eravamo solo noi italiani ad aver fatto un uso dittatoriale del green pass?) in realtà non sarebbe altro che un tipo di restrizione cautelativa, il non vaccinato, infatti, anche se tamponato e negativo, comunque è un soggetto ad alto rischio di effetti gravi dalla malattia, ed essendo più facilmente infettabile, comunque incrementa il rischio che qualcuno sia contagiato.
#3606
L'uso degli idranti non è certo forza violenta. Tu hai mai fatto dei gavettoni?
#3607
E che c'entra l'uso degli idranti e dei lacrimogeni con la violenza di qualche poliziotto, Alexander?
Si tratta di strumenti legali e relativamente dannosi, che permettono di convincere la folla ad allontanarsi evitando uno scontro diretto.
Se poi qualche imbecile si porta un bambino in piazza, magari per usarlo come scudo umano, allora il criminale è lui.
#3608
Citazione di: Ipazia il 02 Novembre 2021, 07:43:22 AM
Che uno stato di polizia abbia bisogno di travisarsi per impedire l'infiltrazione di provocatori nelle manifestazioni pacifiche, e non riesca a difendere una sede sindacale, la dice lunga sulla comunione d'intenti tra stato di polizia e provocatori. Ridicolo altrettanto che debba "verificare  la forza oscillatoria del blindato" con simili inadeguatissimi mezzi. Ma adeguati a tutt'altro scopo.
Infiltrazione di provocatori? Manifestazioni pacifiche?
A sentire il tono delle dichiarazioni, le aggressioni fatte a giornalisti e a medici, la strumentalizzazione della memoria della shoah, il movimento no green pass non ha nulla di pacifico anche se cerca di costruirsi un'immagine pubblica di questo tipo, e fa pure la vittima quando si usano gli idranti.
#3609
Citazione di: Jacopus il 24 Ottobre 2021, 09:29:58 AM

Ma la miopia di fondo è comunque spaventosa. Si continua a pensare in termini di " capitani coraggiosi d'impresa" pronti a scaricare le incongruenze altrove. Ma il mondo inizia ad essere " finito" al di là dei giochi di prestigio e delle costruzioni ideologiche " fai tanti sacrifici e domani sarai ricco". Una sfida ulteriore è data da un livello del pensiero e della cultura che si sta progressivamente abbassando, mentre la complessità necessita di un suo continuo innalzamento.
Il pensiero liberale ha preso, a mio parere, una via senza ritorno, quella del massimo profitto, dell'individualismo sfrenato, del mors tua/vita mea, dell'idea di doversi vergognare per essere poveri. Non tutte le epoche borghesi sono state però così. L'attuale trend è dovuto sostanzialmente all'egemonia della cultura degli USA sul resto del mondo liberale. Se qualcosa non cambia, le conseguenze potrebbero essere devastanti.
Jacopus, mi sa che tu sai poco dell'evoluzione del pensiero economico e aziendale negli ultimi 40 anni. Non c'è solo la Reaganomics e la Thatcher, ci sono una molteplicità di sviluppi particolari che hanno permesso di prendere sempre più coscienza di certe complessità sociali che caratterizzano l'economia.
Tu ragioni molto per luoghi comuni, in cosa consisterebbe l'egemonia culturale degli USA? Meglio ancora, esiste una univocità culturale degli USA? E il più grande produttore mondiale, cioè la Cina, sarebbe succube di questa cultura?
#3610
Citazione di: paul11 il 23 Ottobre 2021, 22:57:33 PM



Citaz. Anthonyi
Non esistono diritti che non siano economicamente sostenibili
Questa, perdonami, ma è una grande fesseria. E' cme dire che invece Bill Gates  e compagnia varia deve essere sostenibile per il popolo? Il fatto di pensare, perché è tipico dell'ideologia liberista, che l'economia sia una scienza esatta matematica o una scienza naturale e fisica e ritiene che le leggi economiche funzionino indipendentemente dalle strutture socio politiche ( e in questo rovesciamento è caduto fallacemente anche Marx...e Ipazia) è dimostrato dalla storia dello stesso pensiero economico  che non esistono leggi pure in economia ,a sua volta le condizioni che creano un "ambiente" economico è drogato dai processi di accumulazione, per cui non c'è una pura competizione, avvengono oligopoli e monopoli. Non esiste una pura e delle pure leggi di mercato, ad esempio in uno Stato comunista le relazioni economiche sono diverse internamente. La struttura socio politica e la modalità delle relazioni socio economiche non è vero che valgano ovunque secondo logiche liberistiche. Noi conosciamo e ci viene presentata una economia teorica  che è senza Stato, ( quando artificiosamente si divide la microeconomia dalla macroeconomia)che invece può condizionarla pesantemente e quindi il diritto , le leggi contano eccome. Tant'è che l'emancipazione femminile, quindi la donna che lavora economicamente, il "nero" americano che si emancipa nel diritto, non sono costi, sono nuove configurazioni sociali che modificano almeno in parte le relazioni socio economiche. E' tutto intrecciato.
Promettere l'impossible è populismo e demagogia. Dire che sparisce la proprietà privata, non significa espropriare le case, ma darle in usufrutto ,come ha scritto Atomista, o in comodato d'uso, per usare due diritti di possesso e non di proprietà. La proprietà è dello Stato ,così come le spiagge che sono demaniali vengono date in concessione a stazioni balneari che ne traggono profitto. Non vedo francamente chissà quali stravolgimenti. Sparisce e su questo ha ragione Jacopus, la successione ereditaria, che per me è infatti o da abolire logicamente se si abolisce la proprietà privata, o da ridurre in maniera drastica.




Anthonyi, che tu dica che il pensiero liberale non ha per fondamento la proprietà privata e logicamente anche la successione ereditaria ........è come dire che Marx era un liberista.
Quale è il diritto individuale più individualista se non la propria proprietà da difendere dall'ingerenza dallo Stato? E cosa dice l'ideologia liberista economica se non che l'interventismo statale nell'economia non debba mai interferire il mercato economico. O è un caso che nascono insieme il pensiero liberale e il liberismo del prodromo pensiero fisiocratico economico?
La territorialità degli animali non significa necessariamente proprietà privata, perché gli animali non hanno notai e uffici catastali. Semmai ogni uomo deve avere una casa e in quella casa poter fare ciò che gli aggrada, il suo territorio, ma non sta da nessuna parte scritto che debba essere proprietà, semmai possesso, usufrutto, comodato d'uso e negli animali non c'è successione ereditaria, con tanto di testamenti. Non ha senso quindi la relazione istinto biologico = proprietà dall'arbitrio umano.




Anthonyi
Il problema della proprietà privata è l'identificazione di un bene "immobile" con un umano come dire "Questo è mio e guai a chi lo tocca "(ci pensa lo Stato a difendere il suo privilegio essendo tuo malgrado un diritto, se non lo fosse....). E'come un marziano che entrando nella stratosfera non sa più dove atterrare con la sua navicella  , il catasto celeste universale  ha diviso in"questo è mio" tutta la natura terrestre, si troverebbe a negoziare il danno provocato alla proprietà  con l'avvocato del proprietario. Si invochi il tribunale universale.......
Personalmente ritengo tutto ciò che è proprietà sulla crosta del pianeta Terra una fesseria umana, un'aporia filosofica, prima ancora che ideologicamente politica.
Ribadisco, il possesso sì, la proprietà no.
Ciao Paul, NON ESISTONO DIRITTI CHE NON SIANO ECONOMICAMENTE SOSTENIBILI, lo ribadisco.
La cultura sindacale porta avanti la costruzione mitologica dei diritti dei lavoratori conquistati con le lotte sindacali.
Si tratta di un'affermazione incidentalmente vera, ma incompleta nella spiegazione sociale del fenomeno.
Quando si creano le condizioni economiche, grazie allo sviluppo tecnologico e alla crescita della produttività, per acquisizione di nuovi diritti, allora le lotte sindacali possono far acquisire nuovi diritti, in assenza di queste condizioni le lotte sindacali producono solo danni al sistema economico.
Purtroppo tanti, come te, sono convinti che questa sia una fesseria, sono convinti che sia solo una questione politico-giuridica, che basti definire un salario minimo per avere la garanzia che tutti guadagneranno quel salario, ma le cose non stanno così e dirò di più, per ogni diritto c'è un costo, e questo costo deve comunque pagarlo qualcuno, nel caso del salario minimo, ad esempio, il costo lo pagano quelle imprese marginali che escono fuori mercato e sono costrette a operare in nero, quei lavoratori che il lavoro lo perdono o lo vedono trasformato in lavoro nero.
Condivido con te che molta della teoria economica liberale è senza stato, e questo è un suo limite. Ma l'idea che la normativizzazione statale sia la panacea di tutti i Mali e fallimentare dal punto di vista economico, perché è inefficiente, e dal punto di vista politico, perché evolve nelle dittature più dure.
La proprietà privata, al di là delle sue origini biologiche o sociali, non nasce con il pensiero liberale, cioè non è una sua costruzione ideologica, é frutto dell'osservazione della realtà, una realtà che funziona.
Il pensiero liberale rileva solo l'efficacia di questo stato di fatto è di diritto, e sancisce l'inopportunità di un intervento dello stato nell'interesse della società e dello stato stesso che, da un'attività economica privata che funziona può incassare le tasse, mentre se l'attività fosse gestita direttamente dallo stato questo quasi certamente ci perderebbe, come dimostrano la generalità delle esperienze di questo tipo nella storia.
#3611
Non so se hai seguito tutto il discorso, inverno. Comunque la tesi principale portata avanti da altri era quella della non utilità  di qualcuno che guidi, e chiaramente comandi, la barca o impresa che sia.
Non so come tu la pensi al riguardo, io credo che questa utilità ci sia, utilità che è comunque misurata dal buon funzionamento dell'impresa.
Se poi l'imprenditore è incapace o sfortunato allora l'impresa la perderà, non vedo dove sia il problema. Quello che è importante è il risultato medio, che determina lo sviluppo dell'economia.



#3612
Citazione di: InVerno il 23 Ottobre 2021, 16:02:29 PM
Citazione di: anthonyi il 23 Ottobre 2021, 15:03:48 PM
Tu ed Ipazia dite che non serve un comandante per la nave, ma io dubito che avreste il coraggio di salire su una nave priva di comandante, cioè di qualcuno che abbia la competenza e l'autorità per dare le direttive a tutti quelli che lavorano sulla nave.
Visto che piace così tanto questa analogia... Pochi sanno che la maggior parte delle navi pirata erano gestite in maniera "democratica".
Il comandante non solo era a rischio continuo di ammutinamento, ma il suo potere era limitato da quello quasi equipollente del quartiermastro che rappresentava la voce degli ufficiali (che nell'analogia sarebbe il senato), e da quella della concilio che comprendeva tutti, compresi i marinai semplici (che nell'analogia sarebbe il parlamento). Il CEO di una moderna azienda occidentale ha molto più potere di quanto ne aveva un capitano di una nave pirata, e sicuramente molti meno "check and balances" della suddetta micro organizzazione. Ironicamente, perchè la pirateria è un simbolo prodromico del liberismo e della fuga dal potere statuale. Oggi, stranamente, quando si va a cercare nella genealogia dei "CEO", troviamo che sono figli di figli di figli..e di contropoteri nemmeno l'ombra.. Così bravi da dover fare terra bruciata intorno, per tenere la cadrega. Ma non c'è nessuna contraddizione. I pirati erano davvero liberisti, sono i liberisti che prima di poter aspirare ad essere chiamati pirati, devono superare il loro essere semplici predoni.
Ciao inverno, l'esempio della barca è stato usato come metafora per la descrizione di un processo produttivo.
Forse l'esempio dei pirati è poco funzionale, visto che questi sono predatori, e non produttori di ricchezza.
E' vero che gli ideologi spesso sostengono che la funzione imprenditoriale è una funzione predatoria, ma si tratta di affermazioni che assumono un senso solo all'interno di una logica di odio e vilipendio sociale.
Nella realtà conosciuta i predoni sono combattuti dalle autorità statali, mentre gli imprenditori sono assai benvoluti dalle stesse per lo sviluppo economico che solitamente generano.
#3613
Citazione di: JE il 23 Ottobre 2021, 14:11:11 PM
Striscio di sfuggita nella discussione per ricordare che un diritto universale non é una concessione statale soggetta a scrupolo, ma un diritto che nessuno stato avendo dato (ma solo riconosciuto), non può modificare.
Ciao JE, e modificare rispetto a cosa? Uno stato nel suo sistema legislativo può definire dei diritti come universali.
Oppure può prendere dei diritti che sono stati definiti universali da un'assemblea umana ed assumerli nel suo diritto.
In entrambe i casi questi diritti, pur se definiti universali, sono relativi alla situazione storica, geografica e culturale nella quale sono stati affermati.
In
#3614
Citazione di: daniele22 il 23 Ottobre 2021, 11:03:52 AM
Citazione di: anthonyi il 22 Ottobre 2021, 03:11:57 AM
Ciao Paul, il problema della rivoluzione è che spesso risponde ad esigenze emotive interiori. Chi fa la rivoluzione non ragiona, è non ha gli strumenti razionali per ragionare in termini di convenienza e di obiettivi.
Questo non toglie che chi gestisce la rivoluzione possa avere quegli strumenti. Non a caso differenziamo tra rivoluzioni borghesi e rivoluzioni di popolo, e differenziamo anche tra approccio rivoluzionario e approccio riformista, laddove l'approccio riformista da il segno di una maggiore presa di coscienza razionale delle complessità del mondo.
E questa presa di coscienza ci dice che l'approccio riformista è un approccio concreto, perché operato da chi sa cosa vuole, e sa cosa può ottenere.
L'approccio liberale e un approccio tipicamente riformatore, e non mi sembra sia universalmente contrario ai diritti, anzi è un forte assertore della necessità della certezza del diritto.
Sicuramente è contrario ai diritti socialmente dannosi.
Il tuo compagno daniele, con approccio rivoluzionario, è contrario al diritto di proprietà, e poi rimane stupito se la gente lo guarda come fosse un pazzo, io mi stupirei del contrario, il 90 % delle persone hanno qualcosa di proprietà, anche se è poco, e non hanno certo piacere che qualcuno lo metta in discussione.
Ipazia contesta il fatto che l'economia abbia il primato sul diritto, ma la razio economica è l'unica fonte affidabile del diritto che possiamo concepire.
Non esistono diritti che non siano economicamente sostenibili, e qualsiasi diritto va valutato per la sua efficienza economica.
Ammesso e non concesso che il sistema economico nel quale siamo sia ingiusto, il problema è capire se in un sistema economico giusto i lavoratori ai quali tieni starebbero meglio?
Se così non fosse (e così non é ) tu ti troveresti a voler fare una rivoluzione promettendo ai lavoratori un miglioramento che non puoi mantenere, la tua condanna morale della ricchezza conterebbe assai poco a confronto con l'interesse materiale di ogni singolo lavoratore a stare meglio.



Buondì Anthonyi, grazie per l'idiozia del rivoluzionario. Personalmente ritengo di avere gli strumenti per ragionare in termini di convenienza e di obiettivi, solo che detti strumenti li pongo in atto a valle di esigenze che appartengono alla sfera emotiva. Basterebbe questo tuo esordio per farmi pensare che siate voi a usare male tali strumenti raziocinanti.
Tra le altre cose non è che io mi stupisca che le persone rifiutino un'abrogazione del diritto di proprietà, ne prendo solo atto.
Come disse mi sembra Ipazia, il transatlantico abbisogna più che altro di buoni tecnici che di un gestore: il gestore semmai è colui che traccia la via, ma se trova chi gli rema contro la famosa efficienza ne risentirà. In fondo ti capisco Anthonyi, poiché un presunto anarchico come me risulterebbe essere infine un liberale che procede senza l'ausilio del diritto alla proprietà. L'unica differenza che c'è tra me e te sarebbe questo avallo che voi concedete mentre io e altri no. E' vero che il diritto si perde nella notte dei tempi, ma l'origine del diritto non è altrettanto chiara. Il diritto dovrebbe poi manifestarsi a fronte di una concessione ... da dove arriva tale concessione? Arriva a noi dalle tavole della legge date a Mosè? Non desiderare la donna d'altri (pensa un po'!) ?, non desiderare la roba d'altri? E' lì che devo cercare la chiave del diritto? Ma se metto in discussione l'idea di Dio, potrò ben discutere anche sui suoi rigidi e troppo cristallini ordini. Non so di quali armi disponga il capitalismo, ma per me è arrivato alla frutta ... troppa gente rema contro in segreto boicottaggio (svogliatezza, disillusione, menefreghismo), purtroppo lo fa ancora sui disastrosi binari del riformismo poiché l'llusione è dura a cadere. Vediamo dunque fino a quando il pensiero dominante riuscirà a non usare metodologie altamente poliziesche per detenere il primato. Un saluto
Daniele, chi ragiona secondo razionalità, secondo me alla rivoluzione non partecipa, troppo rischio. Al limite la cavalca per andare a piazzarsi al posto di chi detiene il potere.
Se la maggioranza degli uomini fossero razionali troverebbero più conveniente contrattare con chi è al potere un miglioramento delle loro condizioni, otterrebbero sicuramente di più di quello che gli darà quello che porteranno al potere con la rivoluzione.
Comunque la differenza tra me e te è un po' più profonda della questione del diritto di proprietà, che per me è comunque funzionale a parametri di realizzazione di benessere sociale. Parametri che possono essere utilizzati per confrontare razionalmente differenti sistemi organizzativi, che possono essere caratterizzati anche da tipi di gestione privata o comunitaria delle risorse differenti.
In base a questi parametri io so che le gestioni collettive sono poco efficienti.
Tu ed Ipazia dite che non serve un comandante per la nave, ma io dubito che avreste il coraggio di salire su una nave priva di comandante, cioè di qualcuno che abbia la competenza e l'autorità per dare le direttive a tutti quelli che lavorano sulla nave.

#3615
Citazione di: Jacopus il 22 Ottobre 2021, 08:38:59 AM
Per smentire la teoria liberale basti pensare all'incompatibilità fra il principio della migliore allocazione delle risorse attraverso la competizione e la premiazione dei migliori (sulla qual cosa, entro certi limiti, sono d'accordo), con la difesa con il coltello fra i denti dei diritti ereditari, possibilmente con poca o nessuna tassazione. Evidentemente il liberalismo, come l'ancien regime pensa che le qualità individuali passino attraverso la trasmissione del lignaggio.
Il principio dell'eredità è parte del più generale principio di proprietà privata. Entrambe non sono fondamenti del pensiero liberale, ma vengono accettati, per attuazione del principio di certezza del diritto (quest'ultimo certamente efficiente), in una società umana nella quale i primi due principi sono fondamentali dall'origine della storia.
Per me esistono origini biologiche sia nell'istinto di proprietà, finalizzato sia alla sopravvivenza, sia alla gestione del potere, sia nell'istinto paterno che vuole che il figlio sia una sorta di continuazione della vita del padre.
Questa continuazione comporta, normalmente, anche la continuazione di valori di efficiente gestione delle risorse, per cui la contraddizione che tu evidenziavi non mi sembra sia fondata.