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Messaggi - viator

#3631
Salve a tutti. Per Sgiombo: tutto quello che citavi circa la mia (o altrui coscenza) rappresenta i CONTENUTI COSCIENTI DELLA MIA MENTE (poi ci sono i contenuti inconsci, ospitati dalla psiche) e non la FORMA della mia COSCIENZA.

Tornando alla descrizione di un edificio, quelli che citavi sono gli arredi degli ambienti dell'edificio, non la disposizione ed il ruolo dei diversi ambienti dell'edificio.
L'edificio ha anzitutto delle fondamenta: il corpo (senza il quale non esiste NESSUNO PSICHISMO, NESSUN MENTALISMO, NESSUNA SPIRITUALITA'). Sulle fondamenta poggia la struttura portante formata da colonne : l'istinto di sopravvivenza. A questo punto abbiamo uno scheletro che è in grado di reggersi (può quindi "sopravvivere" passivamente) ma è privo di funzioni chiare e ragionevoli.
Occorre completare, raffinare, RENDERE PIU' COMPLESSA la struttura, LA FORMA, per poter utilmente allestire l'edificio. Questo è il lavoro del costruttore, cioè dell'evoluzione darwiniana.
Si provvede allora a suddividere gli spazi interni per creare ambienti diversi. Al piano terreno creeremo un unico ambiente assai ampio e soprattutto pieno di aperture vetrate che permettano di veder fuori e, da fuori, di veder dentro (una specie di autosalone!!). Cinque vetrine che chiameremo SENSI. Servono per comunicare all'esterno o dall'esterno.
Al primo piano invece creeremo un ambiente privo di finestre: la PSICHE.
Al secondo piano, altro ambiente senza finestre : la MENTE, con un tramezzo che divide la COSCIENZA dall'INTELLETTO
Al terzo piano, l'ultimo ambiente. Anch'esso senza finestre ma con il soffitto di vetro perchè dovrà permettere agli occupanti di poter osservare solo ciò che è sopra di loro : si chiamerà CAPACITA' di ASTRAZIONE........................................
La parte più interessante della costruzione, una volta che essa risulti completata, sarà poi l'impianto elettrico, installato nelle colonne portanti, e che permetterà ai diversi piani di comunicare tra loro......................
A questo punto non posso però dilungarmi, ma è proprio oltre la CAPACITA' di ASTRAZIONE che inizia il cammino che genera lo SPIRITUALISMO, cioè la struttura sempre più minuta ed ordinata dell'interiorità - questa volta umana e non più edilizia - talmente complessa da non potersi nemmeno più chiamare STRUTTURA bensì' PURA FORMA. Infatti la COSCIENZA consiste nella capacità di concepire astrattamente sia il significato della propria identità che l'esistenza degli altri.

Perdonate la rozza allegoria con la quale ho cercato di spiegare in cosa consista la STRUTTURA di una costruzione indipendentemente dai materiali impiegati, dalla tinteggiatura delle pareti, dall'arredamento etc.
Mentre la STRUTTURA di una costruzione o di un essere umano può variare per robustezza o leggerezza, l'insieme delle funzioni svolgibili ed il grado della loro complessità vanno a costituire la FORMA INTRINSECA di una costruzione. In questo caso del nostro encefalo. Il quale si è geneticamente evoluto mantenendo (grosso modo) la stessa FORMA basata sulla stessa STRUTTURA e sulla stessa SOSTANZA che poi le nostre vicende individuali hanno riempito di CONTENUTI del tutto specifici.
#3632
Salve. Per Sgiombo: La forma non rappresenta l'insieme dei profili visibili di qualcosa. Tale parola è il condensato filosofico del termine struttura. LA FORMA E' LA STRUTTURA INTRINSECA DI QUALCOSA, CIOE' L'INSIEME DELLE RELAZIONI CHE NE LEGANO I COMPONENTI, GLI INGREDIENTI.

Con centomila mattoni identici collocati all'interno di volumi identici, si possono costruire centinaia di edifici diversi. La stessa qualità e quantità di sostanza, se diversamente disposta all'interno di un medesimo spazio, genera strutture diverse. IO SONO LA FORMA DELLA MIA COSCIENZA LA QUALE E' COSTITUITA DALL'INSIEME DEL TUTTO PERSONALIZZATO, INDIVIDUALE ED IMMATERIALE DEI COLLEGAMENTI TRA I NEURONI OSPITATI DALLA MIA SCATOLA CRANICA.
#3633
Salve. Muhammar Gheddafi è stato un autocrate affermatosi grazie ad un colpo di stato. Ciò significa che il suo insediamento non ha ricevuto avallo da altri. Degli autocrati non ci si può mai fidare perché ragionano con la propria testa, non con quella di chi (cioè nessuno) lo ha mandato al potere. Parlando soprattutto di relazioni internazionali, un autocrate che gestisca importantissime riserve energetiche diventa una specie di mina vagante nei confronti delle strategie e dei rapporti di potere con le altre potenze straniere.

L'unica arma di una potenza od un gruppo di potenze esterne resta quello di assecondarlo nelle questioni non vitali per esse.

A parte il profilo psicologico della persona (gli autocrati, umanamente, tendono tutti alla progressiva maniacalità e megalomania), egli era un tipico buon levantino il quale sapeva benissimo come sfruttare a proprio vantaggio il clima di contrapposizione est-ovest dei suoi tempi.
Fu anzi proprio dopo la fine della guerra fredda che egli cominciò a veder declinare la sua "audience" internazionale.

Comunque la sua visione del mondo esterno era abbastanza semplice ed abbastanza diffusa nel mondo arabo : gli europei erano stati degli schiavisti colonizzatori, i sovietici erano dei Senza Dio, gli israeliani degli usurpatori e persecutori degli arabi palestinesi e gli americani pensavano solo ad impadronirsi del petrolio.

Che abbia portato la Libia a livelli di ordine e prosperità insoliti per l'Africa è vero. Ma non è un merito vertiginoso, visto il rapporto tra le immense risorse petrolifere ed il numero di abitanti. Diciamo che ha tenuto per sé ed il suo clan solo una minoranza delle risorse del Paese.

Quanto al panafricanesimo, si trattava ovviamente di proclami propagandistici della sua propensione ad espandere a livello continentale il mito della propria figura.

Il fatto che, da morto (in parte anche prima .... da vivo non ha mai appunto favorito che lo ha condannato da morto) sia diventato un emblema quasi satanico è anch'esso - al di là delle considerazioni sopra espresse - un fatto perfettamente prevedibile.

Quanti sono, nella storia, gli autocrati dei quali si è parlato bene dopo che venissero sconfitti o morissero ?? Nessuno, perché oggi i costumi vogliono che solo chi sia stato eletto democraticamente o abbia riportato delle vittorie militari sia una brava persona.

Quindi, se volete che la storia (quella però di breve termine) vi ricordi, vedete di vincere le elezioni oppure una guerra.



#3634
Salve. Altro aspetto apparentemente contradditorio circa gli attributi di Dio.
Io non sono credente ma questo genere di osservazioni non tiene conto della incriticabilità degli argomenti di fede.
La fede in qualcosa rappresenta un impulso infinitamente più potente e lontano nel tempo di qualsiasi filosofia, dottrina, ideologia, scientificità e razionalismo. Perché corrisponde al bisogno atavico di sperare in un futuro certamente migliore e possibilmente eterno.

Cercare di ragionare circa ciò che per alcuni (moltissimi dicono di credere, ma la maggior parte di costoro non sentono ciò in cui credono) rappresenta una verità sentita e non una verità ricavata, è esercizio perfettamente vano.

Per chi non crede, invece, ogni religione presenta ovvie contraddizioni. Ma esse sono tali solo se razionalmente esaminate. E la fede, per definizione, non riconosce supremazia alcuna alla ragione. Si tratta del solito problema dello scegliere ciò in cui credere. La certezza di una fede piuttosto che i dubbi della filosofia o le realizzazioni della scienza.

Ovvio quindi che l'infinita bontà di Dio non sia compatibile con l'esistenza dell'Inferno e neppure con la sua infinita giustizia. Egli (Esso) è inoltre onnnipotente ed onnipresente, il che non gli impedirebbe di assistere in diretta a inaudite ed umanamente incomprensibili sofferenze senza muovere un dito.................

E' questione di fede in qualcuno (qualcosa) di superiore, dicevo.....inutile ed inappropriato il cercare di comprendere umanamente i Suoi comportamenti.

Ve lo immaginate un batterio che cercasse di capire, alla luce della propria semplicissima logica, l'insieme dei comportamenti umani ?? Ovviamente in essi troverebbe oceani di apparenti contraddizioni, troverebbe incomprensibilmente inutile il 99,6 dei nostri atti etc. etc.
#3635
Tematiche Spirituali / Re:Paradisiaci dubbi
24 Ottobre 2017, 20:59:59 PM
per Angelo Cannata. Bravo anche a te. Grazie
#3636
Tematiche Spirituali / Re:Paradisiaci dubbi
24 Ottobre 2017, 18:11:35 PM
Grazie Sariputra. Sempre prezioso ed equilibrato. Sei stato un ventilatore per alcune delle mie tante nebbie.
#3637
Tematiche Spirituali / Paradisiaci dubbi
24 Ottobre 2017, 15:46:59 PM
Salve. Circa gli argomenti fideistici credo non esista cocktail più esplosivo di quello tra l'ignoranza ed il dubbio.
Io sarei il cocktail.
Riflettevo l'altro giorno sulla vita dopo la morte. Sia in ottica cristiana che mussulmana (una specie di riflessione comparativa).
Per quanto riguarda la dottrina cristiana notavo che mi risultava difficile trovare desiderabile la condizione postmortale da questa annunciata. La nostra anima serebbe destinata a frequentare l'Inferno od il Paradiso (lasciando perdere, per brevità,, le "dèpandances" del Limbo e del Purgatorio).

Se all'Inferno (luogo dei tormenti corporali)...beh, si tratterà pure di vita dopo la morte, ma a tal punto sarebbe meglio evitare - se possibile - di dover vivere dopo la morte !!

Se in Paradiso (luogo della beatitudine spirituale) il premio alla nostra virtuosità sarebbe costituito dalla eterna ed ineffabile contemplazione di Dio da parte nostra.
Chiedo, a chi trovi valga la pena di rispondermi, ma....una simile condizione consisterebbe dopotutto nella completa e sterile passività contemplativa, per quanto ineffabile. Non credo siano previsti altri passatempi. Possiamo considerarla come espressione di una vera VITA dopo la morte ?? La vita, anche solo spirituale, dovrebbe essere qualcosa di diverso dalla pura contemplazione.

Per quanto riguarda la fede mussulmana (circa la quale sono ancora molto più ignorante), non so neppure se essa preveda un Inferno.
Solamente mi sembra che preveda un Paradiso un pochetto maschilistico in cui il virtuoso avrà di che sollazzarsi e venir sollazzato addirittura da schiere di bellissime vergini.
Non capisco però alcune cose. le donne-femmine che vissero virtuosamente hanno un loro Paradiso separato oppure , dopo la morte, verrà loro rimediato alla eventuale mancanza di verginità ed eventuale mancanza di bellezza e si troveranno a condividere i sollazzi degli uomini ?? Oppure le virtuose dopo la morte svaniranno nel nulla, mentre le schiere femminili paradisiache non sarebbero che separate evocazioni di Allah (visto anche che le loro schiere dovrebbero essere assai più numerose di quella delle donne risultate virtuose in vita) ??

Sarebbe assai interessante poter leggere vostre risposte adeguatamente strutturate (però, per favore, non molto prolisse. La misura nelle parole serve a chiarire, l'eccesso spesso serve solo a confondere.....!!). Pace e bene a tutti
#3638
Salve. Io sono ciò che resterà di me dopo che mi sia separato da tutto ciò che è separabile da me. Non trovo altro modo di definire la mia identità.
Ciò significa che io non sono la mia sostanza, bensì unicamente la forma (**) in cui risulta disposto il pur indispensabile substrato materiale al cui interno, senza nessuna precisa ubicazione (la forma di un insieme non sta in alcun angolo particolare dell'insieme) io sono.

(**) La forma dei filosofi si chiama spirito per i mistici ed anima per i religiosi. La differenza è che per il filosofo nessuna forma può esistere disgiuntamente da una sostanza che la ospiti. E' per via di quest'ultimo aspetto che le discussioni e polemiche che hanno animato ed animano l'argomento materialismo/spiritualismo NON FINIRANNO MAI.
#3639
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è il piacere?
23 Ottobre 2017, 17:21:24 PM
Buongiorno altamarea, ed anche per voi tutti. Se si rilegge il mio ultimo intervento del 21/10 si nota che in esso non mi riferisco al sesso.
Ciò perchè orgasmo e piacere sono manifestazioni di carattere generico e non esclusivamente sessuale. Chi, non sapendo nuotare, stia affogando, non pùò fare a meno di agitarsi freneticamente, scompostamente, irrazionalmente e senza essere in ciò mosso da specifici messaggi sensoriali. E' la paura (psichica) a muoverlo. Essendo questo un esempio di orgasmo extrasessuale dovrebbe essere chiara la sua radice appunto psichica. Nel sesso invece la pulsione psichica che lo genera è quella diametralmente opposta alla paura della morte; è la ricerca del piacere. La morte da una parte e la ricerca del piacere dall'altra sono i due fondamentali riferimenti dell'istinto di sopravvivenza: Mentre la prima rappresenta la costrizione dalla quale voler fuggire, la seconda rappresenta la perfetta facoltà, cioè ciò che, sovra tutto il resto, a noi piacerebbe fare non appena liberi dai bisogni e dalle costrizioni.
SOLO LA PSICHE GENERA E GESTISCE L'ORGASMO.

Il piacere (sessuale o meno) ed il suo opposto - il dolore - sono impulsi, segnali generati dal mondo esterno, raccolti dai sensi ed inviati alla psiche (ricordo la gerarchia strutturale di ciò che noi siamo : un corpo, dei sensi, una psiche, una coscienza, una mente) la quale ne confronta il significato con quelli presenti nella memoria inconsapevole, stabilisce se essi sono in accordo con l'istinto di sopravvivenza (quindi piacevoli) o ad esso nocivi (quindi dolorosi).
A tal punto scatta la reazione : nel caso del piacere la psiche informa - attraverso la coscienza - la mente, invitandola a rendere disponibile tutta la muscolatura volontaria del corpo a quella che si presenta come una situazione appunto piacevole; nel caso del dolore invece "contatta" per primo il corpo, attivando le opportune reazioni fisiche istintuali (la mano che viene ritratta dal fuoco senza che sia la mente a pensarci su!!) e solo successivamente informa la mente del pericolo in atto.
SOLO I SENSI GENERANO PIACERE O DOLORE FISICI.

Il tema delle reciproche relazioni tra corpo, psiche, mente, anche solo a livello sessuale è tuttora senza confini, bastando esaminare la quantità delle variazioni che può subire la sequenza psicofisiologica "normale" che sarebbe : eccitazione-erezione-sollecitazione sensoriale (effetto meccanico della copula "standard", delle mani, di altro....)-orgasmo-acme(climax)-eiaculazione.
Esistono quindi casistiche che alterano o mutilano anche sensibilmente tale sequenza :

  • le polluzioni notturne, che possono consistere nell'eiaculazione priva di eccitazione cosciente, talvolta persino di erezione, e sono sempre prive di sollecitazione, orgasmo ed acme-climax.
  • i farmaci (non faccio nomi) che possono provocare l'erezione senza eccitazione.
  • la mancanza, al termine del percorso "normale", dell' eiaculazione (impotentia generandi o coitus interruptus).
  • l'eiaculazione priva di orgasmo (anorgasmia, esistente anche in versione femminile).
  • l'eiaculazione priva di sollecitazioni (eiaculatio praecox).
  • l'orgasmo unicamente psichico (cioè privo sia di genesi che di effetti fisici che coinvolgano il corpo- ben noto in campo femminile).
  • l'impossibilità di raggiungere o mantenere l'erezione (impotentia coeundi)
  • ....................................................

Naturalmente gli ormoni ed addirittura l'intera fisiologia hanno moltissimo da dire in proposito, ma questo, come pure il ruolo del mentalismo ai fini del conseguimento dell'eccitazione, sono argomenti che qui ed ora non posso/voglio trattare.

Rimando ad una prossima occasione gli argomenti libido/piacere e raffronto tra piacere maschile e femminile.

Spero comunque di aver potuto chiarire almeno le ralazioni tra orgasmo, piacere e dolore. Pace e bene a tutti.
#3640
Salve. A proposito di una eventuale futura supremazia di una macchina sull'uomo (cioè di ciò che è stato creato su chi l'ha creato), basta osservare come sono andate le cose in passato, cioè (per chi vi crede) l'evoluzione che ha prodotto le dotazioni degli esseri viventi, l'ultima delle quali sembrerebbe essere l'intelligenza.
E dico sembrerebbe perchè, in realtà, l'intelligenza umana (la sua forma più recente) è stata evolutivamente generata da un'altra forma di intelligenza, quella biologica (ed originaria).
Infatti quest'ultima consiste nella ottimale capacità di adattamento di un organismo, cioè proprio in ciò che ha generato ogni altra forma di intelligenza, inclusa quella applicativa e speculativa.

Perchè una macchina acquisti la supremazia è sufficiente che questa sia dotata di tutto ciò che ci ha fatto essere umani ed infine di quel qualcosina in più che gli donerebbe appunto la supremazia. In mancanza di ciò :

Una macchina costruita dall'uomo per realizzare uno scopo umano non potrà mai esserci superiore.
Una macchina priva di sensi non potrà mai essere più intelligente di noi.
Una macchina che non sappia nutrirsi da sè non potrà mai esserci superiore.
Una macchina che non sia in grado di ripararsi da sè non potrà mai esserci superiore.
Una macchina che non sia in grado di riprodursi (o di risultare immortale) non potrà mai esserci superiore.

Certo, poichè le macchine sono anche immensamente più ABILI (non INTELLIGENTI) di noi nello svolgere compiti precisi e parziali (le costruiamo appunto per questo!!), la prospettiva non è il loro dominio, ma il dominio di chi ha la capacità ed i mezzi per costruirle.

Mentre un tempo le masse erano schiave della forza, in futuro diventeranno schiave del sapere.
Il capitalismo dopotutto non è altro che la combinazione della forza finanziaria e del sapere tecnologico.
#3641
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è il piacere?
21 Ottobre 2017, 11:55:49 AM
Buongiorno altamarea. L'orgasmo può venir definito come la condizione psichica in cui si prova un travolgente stimolo ad agire per il raggiungimento di uno scopo. All'interno dell'orgasmo non contano i mezzi per raggiungere la meta. Di qui la perdita del controllo consapevole di quel che si fa, essendosi innescata una totale delega di comportamenti all'istinto ed al corpo. Non sono i messaggi sensoriali (possibilmente piacevoli) a determinarlo, quindi esso nasce dalla psiche.

La percezione psichica poi quindi mentale del piacere invece non può avvenire in mancanza di stimolo sensoriale generato sulle- e dalle parti del corpo coinvolte, di qui la sua origine organica.

Il percorso degli stimoli (di qualsiasi genere) è sensi-psiche-memoria inconsapevole (istintiva)-coscienza-memoria consapevole-mente. Altro e troppo esteso argomento.

Salutoni.
#3642
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è il piacere?
21 Ottobre 2017, 01:20:23 AM
Caro altamarea..... tardando una risposta di Pierini, provo ad inserirmi io a rischio di rovinare l'argomento.

Orgasmo e piacere sessuale rappresentano due fenomeni connessi ma distinguibili. Nel senso che, all'interno della consuetudine e della normalità psicofisiologica essi si susseguono pur essendo di radice diversa, come dimostrato dalle non rarissime occasioni in cui, a conclusione dell'atto sessuale, l'uno o l'altro di essi vengono a mancare.
L'orgasmo rappresenta una serie di reazioni all'eccitazione  (cioè dell'ATTESA, della prefigurazione del piacere) consistente nel rapido e provvisorio abbandono della razionalità. Esso è di radice psichica.
Il piacere invece è un riflesso neurovegetativo che viene scatenato in conseguenza dell'accumularsi degli stimoli di origine genitale i quali, intensificandosi per convulsività e frequenza, tendono a caricare la "molla" che dovrà produrre l'acme (vertice) del piacere stesso e i meccanismi dell'eiaculazione. Quindi il piacere ha radice organica e sensoriale.
La libido poi (termine di radice latina che psicoanaliticamente esprime appunto la carica psichica, la pulsione, la tensione e propensione al piacere carnale) possiamo dire che rappresenti la veste sessuale dell'istinto di sopravvivenza.
Poichè del piacere è troppo "facile" parlare (tutti noi lo conosciamo istintivamente) mentre della libido è troppo "difficile" (occorrerebbe una trattazione separata), vediamo di concentrarci sull'orgasmo.
Nella pratica l'orgasmo consiste nella perdita di controllo e quasi perfin di coscienza che progressivamente si instaurano durante il percorso dell'eccitazione.
Per l'amore a sfondo riproduttivo esiste la definizione freudiana, che io trovo soddisfacente anche se inutilmente oscura dal punto di vista letterario.

Essa è la seguente "Palingenetica obliterazione dell'io cosciente che s'infutura in un archetipo prototipo e matura nella sinderesi".

Bene: tale enunciato (ne esistono però versioni anche leggermente diverse), se commentato risulta valido anche per descrivere sesso ed orgasmo. Proviamoci.
"Obliterazione (cancellazione, annullamento) palingenetica (...attraverso un ritorno alle origini) dell'io cosciente (...della nostra vigilanza e consapevolezza) che s'infutura (...il cui effetto tendenziale è) in un archetipo (..la generazione di un certo modello originario) prototipo (...in versione però nuova ed attuale,) e matura nella sinderesi (...e che si perfeziona  attraverso la capacità di riconoscere il bene).

Il significato pratico e "pianeggiante" sarebbe il seguente : Per riprodursi l'uomo deve praticare l'atto sessuale, durante il quale egli incontra la fase dell'orgasmo, che consiste nel concentrarsi sul sesso fino a dimenticare tutto ciò che egli è e che in quei momenti lo circonda (l'OBLITERAZIONE) per poter  tornare alle proprie più lontane origini biologiche (la PALINGENESI) dalle quali "prelevare" il modello biologico originario (il contenuto del seme) che verrà usato per generare (S'INFUTURA) un nuova esistenza che da un lato avrà le caratteristiche originarie della specie (l'ARCHETIPO) e dall'altro sarà anche un individuo completamente nuovo (il PROTOTIPO).
Il frutto di questo processo (la discendenza) deve poi venir aiutato a perfezionarsi attraverso l'educazione basata sulla sviluppo della capacità di riconoscere il bene (la SINDERESI).

Sesso ed orgasmo consistono quindi in un processo regressivo che allegoricamente farà ogni volta ripercorrere al soggetto l'intera sua storia biologica fino alla propria nascita, e persino l'intera storia biologica della specie e della vita intera. Fare sesso e viaggiare nell'orgasmo significa essere costretti a dimenticare (l'OBLITERAZIONE) tutto ciò che si è imparato.
Infatti nel sesso si comincia col trascurare le regole sociali pubbliche, poi quelle del pudore, poi quelle della elementare educazione......alla fine ci si può trovare al confine della condizione animale.....

La morale sarebbe che E' IMPOSSIBILE FARE DEL NUOVO CHE ABBIA UN SENSO SENZA AVER RIPASSATO IL VECCHIO !!!!
#3643
Salve. Noi abbiamo la capacità di immaginare i viaggi nel tempo. Il fatto è che tale nostra capacità è generata dalla nostra limitatezza, cioè dall'impossibilità di conoscere sia l'insieme degli effetti in cui consiste l'attualità del mondo sia l'insieme delle causa che l'hanno generata.
Infatti il tempo, che consiste semplicemente nel flusso degli eventi, ciascuno dei quali è l'effetto di ciò che l'ha preceduto e diventa causa di ciò che lo seguirà, non è in sè una dimensione fisica ma rappresenta la nostra personale percezione psichica di ciò che accade fuori di noi (il fuori di noi (essendo per ciascuno il me-io-coscienza di sè una funzione psichica) include anche il nostro corpo).
Ciò è intuibile valutando la squisita relatività di esso (quindi la sua soggettività - gli orologi sono stati inventati per rendere convenzionalmente oggettiva la misura del tempo) il quale è misurabile attraverso la quantità di eventi che lo "riempiono".

Ciascuno di noi vive circondato da un certo numero di eventi, ovviamente diverso a seconda delle personali situazioni.
E' questa la condizione che genera la percezione del tempo per ciascuno. Bastano i luoghi comuni sulla noia, sulla vita movimentata piuttosto che contemplativa etc. per confermare un simile assunto.
Se concepiamo un mondo in cui nulla accade, ditemi voi quale mai sarebbe il tempo ospitato da tale mondo ?? Nessun evento significa nessun tempo.
Quindi, se il tempo è una dimensione unicamente psichica e soggettiva è ozioso - anche se umanamente comprensibile - il cercare di immaginare le conseguenze fisiche di un nostro spostamento artificioso dentro di esso.
Il tempo assoluto, che pur esiste ma non può riguardarci, consiste unicamente nella velocità (riferita allo spazio**) in cui si verificano le trasformazioni fisiche IN ASSENZA DI NOSTRA OSSERVAZIONE. Tale ultima curiosa condizione è motivata dal fatto che l'osservazione da parte nostra di ciò che sta avvenendo introduce necessariamente la soggettività della percezione temporale.

Ma il viaggio nel tempo assoluto sarebbe possibile solo ripercorrendo a rovescio tutti gli eventi (cause) che hanno prodotto il presente e, poichè tutte le cause agenti nell'universo risultano concatenate od interconnesse, ciò dovrebbe riguardare l'intero mondo e certo non solo gli aspetti "parziali" e "locali" sui quali noi siamo concentrati nelo speculare sugli impossibili viaggi nel futuro o nel passato.
La sintesi è che per viaggiare nel tempo occorrerebbe poter anticipare o ripristinare L'INTERO STATO DEL MONDO e non solo ciò che ci piacerebbe o ci farebbe comodo.

(**) ciò che dico circa il tempo è specularmente affermabile per la dimensione spazio, dal momento che spazio e tempo sono reciprocamente influenzabili all'interno della loro dimensione congiuta, cioè la velocità.
#3644
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
19 Ottobre 2017, 22:52:02 PM
Buonasera. NON ho letto dall'inizio questo argomento. Esiste una gerarchia, un percorso evolutivo che porta dal qui all'aldilà.

E' quello che va dalla fisica (la struttura generale del mondo inanimato) alla chimica (la struttura particolare dello stesso), poi prosegue con la biologia (la chimica organizzata dei viventi), la fisiologia (il funzionamento degli organi dei viventi), la neurologia (la struttura dell'encefalo e connessi), la psicologia-psichiatria (il funzionamento della psiche in relazione a tutto il resto fuori da essa), la filosofia (il funzionamento della mente in relazione a tutto il resto fuori da essa), il fideismo (il destino del corpo, della mente (come coscienza), dell'anima (come psiche).....quindi l'aldilà).

Il credente pensa che tale percorso termini nell'aldilà, dal quale non è possibile tornare indietro o procedere oltre.

Il non credente invece deve credere che, arrivata l'evoluzione al livello filosofico, non può che iniziare un viaggio di ritorno. Alla morte, mente e psiche si disorganizzano e svaporano, l'encefalo e gli organi si decompongono, la poltiglia organica entra nel processo vivente di altre creature o si semplifica sino al livello inorganico, dove diventa nuovamente presa delle semplici regole della fisica.......il tutto rielaborato e pronto ad intraprendere un nuovo viaggio verso la capacità di filosofeggiare.

Ma non è forse abbastanza meraviglioso che la nostra immortalità sia semplicemente quella di ciò di cui siamo fatti ? Milioni di miliardi di atomi chiamati a raccolta da tutti gli angoli dell'universo a comporre i corpi di tutti i nostri antenati e, attraverso il loro seme, creare il nostro corpo mantenuto in vita e rinnovato strada facendo da altri atomi e cellule di cui ci cibiamo .......

No. Non è abbastanza meraviglioso per noi. Ciascuno di noi è UNICO e SACRO (oltreché, naturalmente, imparentato con un Dio immortale) quindi ecco trovato il pretesto per opporci alla nostra dissoluzione in un Mondo che, avendoci fatto, ha anche il diritto, dopo averci portato alle soglie dell'ALDILA', di richiamarci nell'ALDIQUA'
#3645
Tematiche Filosofiche / Re:Relativismo assoluto
19 Ottobre 2017, 21:37:49 PM
Ogni verità è una credenza. Le bugie stanno invece negli armadi. Comunque la prima parte è inoppugnabile, anche se io la preferisco ribaltata come "solo ciò in cui crediamo è per noi vero". Avrete infatti mai visto qualcuno che consideri falso ciò in cui crede ??