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Messaggi - viator

#3646
Grazie InVerno. Sagge considerazioni. Io non mi permetterò mai di considerare idiozie le sincere anche se magari sbagliatissime opinioni di un mio interlocutore. Spesso lo penso ma taccio.
#3647
Salve. Portato alla sintesi anche troppo lapidaria, vi passo il colloquio che avrei se un giornalista mi fermasse per intervistarmi.

"Buongiorno Signor Viator.....posso farle qualche domanda ?"

Io mi fermo, la squadro brevemente poi chiedo : "Scusi.....lei è un giornalista?"

"Si, sono della.....(nome del quotidiano o della emittente televisiva)"

"Ah, capisco. Purtroppo non posso parlare con i giornalisti"

"Perchè ??"

"Beh, vede.......è per quello che mi disse la mia buona e saggia mamma"

"Come?......ma.....scusi, cosa c'entra sua mamma ?"

"Vede, da bimbo mi capitò di chiedere alla mamma chi erano i giornalisti......."

"Ah......e cosa le rispose sua madre ?)

"Mi disse: "Vedi, Viatorino, i giornalisti sono dei professionisti della comunicazione la cui capacità e volontà di informare è esattamente uguale alla capacità e volontà di deformare ed anche a quelle di omettere e di mentire...""

Detto ciò, saluterei e me ne andrei.
#3648
Tematiche Filosofiche / Re:Relativismo assoluto
19 Ottobre 2017, 15:37:11 PM
Ooooops !! aggiungo una piccola precisazione : l'enunciato "TUTTO E' RELATIVO" (così aborrito dai credenti) e la sua interpretazione "ciascuna cosa (ente, entità, concetto, verità) è relativa, e l'insieme dei relativi consiste nell'Assoluto", dovrebbe soddisfare anche gli stessi credenti, poichè questi dovrebbero certo credere che Dio è il TUTTO e l'ASSOLUTO.
#3649
Tematiche Filosofiche / Re:Relativismo assoluto
19 Ottobre 2017, 15:18:09 PM
Buongiorno a tutti. Vi comunico che, grazie anche ai vostri profondi interventi, dopo parecchie ore di ponzamenti sono riuscito a scoprire  (non prendetemi per pazzo, vi prego !!) che la Verità Assoluta esiste e che il suo enunciato è il seguente:

                                                                               "TUTTO E' RELATIVO"

Naturalmente qualcuno potrebbe obiettare che il concetto di "tutto" deve includere anche quello di verità. Vero, ma riguardante le verità relative.

                  La chiave di lettura è del tutto semplice : ciascuna cosa è relativa e l'insieme dei relativi costituisce l'Assoluto.
#3650
per Green Demetr : sono contento che la mia ricostruzione ti faccia sorridere : cuor contento il ciel l'aiuta.
Quando alla sua idiozia, nessun problema, Da che mondo è mondo certi apprezzamenti sono sempre e solo serviti  a qualificare chi li usa, non chi o cosa dovrebbe esserne il destinatario.

Ti confesso di essere semianalfabeta. Mentre il numero di opere che - con grande fatica - ho letto è ridicolmente limitato, quello delle opere che non ho letto è decisamente sterminato, e di queste ultime fa parte la produzione del tal Foucault. Se poi devo confessare il numero delle opere che ho capito......., beh, dovrebbe essere di qualche unità al di sopra dello zero.

Tutto quanto sopra è ciò che ha generato le mie idee ed il mio modo di esprimermi. Essendo profondamente ignorante non sono in grado di citare autorevoli conferme o semplici reiterazioni del mio punto di vista. Fortunatamente ciò non mi deprime più di tanto, essendo da sempre abituato ad una assai ampia autonomia interiore ed intellettuale.

Venendo comunque al dunque (che tra l'altro è fuori tema), sembra quindi che, secondo te e Foucault, nel caso da questo mondo sparissero :

- la volontà od il timore di avere figli;
- ll rischio genetico della consanguineità;
- le malattie veneree (oggi le chiamano "sessualmente trasmissibili")


..........le morali sessuali umane non se ne accorgerebbero neppure e resterebbero quelle attuali ????

Pace e bene.
#3651
per Il_Dubbio : molto ragionevole. Naturalmente è facile dimostrare che il tempo non esiste. Anzi, non è proprio. (Devo trascurare la distinzione - pur fondamentale) tra i termini essere-esistere-insistere).

Il passato? Non è (più).
Il futuro? Non è (ancora).
Il presente? Non è semplicemente poiché non si tratta di una dimensione temporale, ma di un limite, di un confine privo di dimensione tra il passato ed il futuro.

Ed è giusto e comprensibile perché sia così: il tempo, al di fuori della nostra personale sensibilità, non esiste.
Esso è semplicemente la dimensione e la modalità psichica con la quale percepiamo gli effetti dell'esistenza dell'energia.
Così come lo spazio (anch'esso non esiste !) il quale è la dimensione psichica con cui percepiamo gli effetti dell'esistenza della materia.

Naturalmente i fisici non saranno d'accordo. Essi utilizzano continuamente i parametri spazio-temporali per illustrare il funzionamento del mondo. Senza tali parametri crollerebbe tutto.

Giusto anche questo. La fisica prevede la presenza di un fisico da una parte e del mondo dall'altra. Tali ingredienti sono rigorosamente indispensabili (NO mondo, no fisica - NO fisici, no fisica). Inoltre essa è basata sulle quattro classiche dimensioni sopra accennate: materia, energia, spazio, tempo.

In ciò che viene osservato (il mondo esterno al fisico) troviamo la materia e l'energia.
Nell'osservatore troviamo la percezione spazio-temporale, strumento interpretativo degli incessanti flussi di espansione e reciproca trasformazione di materia ed energia.

Quindi il mondo fisico privo di osservatori avrà solo due dimensioni. La propria sostanza(corpo), cioè la materia.....e la propria forma (anima), cioè l'energia.

Naturalmente materia ed energia (sostanza e forma per il mondo, corpo ed anima per l'uomo spiritualista), inestricabilmente connesse, rappresentano infine l'unicità, il monismo, il Tutto, l'Assoluto, Dio.............ma tale dimensione unica ed originaria del Mondo non è indagabile da noi poiché siamo appunto ingabbiati nella prigione bipolare costituita dal DENTRO DI NOI opposto al FUORI DI NOI.

#3652
Tematiche Filosofiche / Re:La felicità
18 Ottobre 2017, 23:26:30 PM
Salve, e bravo a Maral. Il desiderio che pregusti la sua soddisfazione è sempre una felicità più grande del proprio esito. Persino se quest'ultimo consistesse appunto nella sua cercata soddisfazione.

Il meccanismo è quella della zitella ostinata perchè esigente. Rifiutando ogni occasione concreta di sposarsi, essa ogni volta andrà a rifugiarsi nel perfezionamento del proprio sogno d'amore, elaborandolo in modo talmente compiuto da rendere in effetti sempre più difficile che la sua prossima occasione risulti all'altezza del proprio sogno. Si chiama meccanismo della rincorsa del piacere.

Scusate ancora la laconicità un poco lapidaria che forse anche stavolta non permetterà a qualcuno di comprendere le mie argomentazioni.

E' per colpa della mia visione circa l'uso delle parole, le quali presentano il problema dell'autoreferenzialità. Per spiegarne una, ne servono molte altre. Inoltre le parole servono in identica misura a chiarire oppure a confondere, secondo la misura che se fa o le intenzioni di chi parla o scrive.

Usare molte parole per trattare argomenti essenziali, fondamentali, lo trovo del tutto controproducente perché tende appunto a confondere l'essenziale.

Infine meno parole ti escono meno castronerie verranno prodotte. Buonanotte.

#3653
Buondì. Evidentemente sono incapace di esprimermi in modo comprensibile. Parlo di etica e mi viene fatto notare che non posso violare le leggi della fisica. Parlo di natura e mi viene fatto notare che "a noi ce può fregar de meno della natura, ce frega solo de Hammurabi e de tutte le etiche umane precedenti e successive".

A questo punto vi dico una cosa: lo sapete quali sono gli aspetti che sempre ed ovunque stanno alla base della morale sessuale delle genti ?

Sono solo tre e non hanno nulla di morale essendo basati solamente sulla praticità di effetto : la gestione della volontà fecondativa, il sano tabù dell'incesto ed il rischio venereo.

Direte : "Ma che c'incastra questo ??"

C'incastra quanto Hammurabi e quanto Lavoisier.
#3654
Tematiche Filosofiche / La felicità
18 Ottobre 2017, 12:49:43 PM
Appena nato, tanti anni fa, cominciai a correre (come tutti) inseguendo la felicità. Un bel dì incontrai un tizio che mi spiegò cosa la felicità fosse. "Vedi - mi disse - la felicità non è altro che la condizione in cui si sono soddisfatti tutti i bisogni e tutti i desideri. Da vivo nessuno la raggiunge perchè i bisogni si rinnovano automaticamente mentre i desideri vengono continuamente alimentati dalla nostra ossessione per le novità".

"Oh bella! - esclamai io - ma allora la felicità non esiste !!".

Il tizio si fece beffardo. "Ma che dici?? Certo che la felicità esiste!".

"E dove sarebbe ???", sbottai io.

"C'è un solo modo per soddisfare bisogni e desideri in via permanente, definitiva......eliminarli, in modo che non sia più necessario soddisfarli".

Tacqui abbastanza a lungo e quindi capii che solo la morte realizza una simile prospettiva, quindi è essa la porta della felicità.

Da quel giorno smisi di correre dietro alla felicità, rallentai e presi a godermi la placida serenità del mio camminare.
#3655
Salve a tutti. Ciò che configura la materia vivente come tale ..... è appunto la sua forma.
A parità di materia noi possiamo passare dal sasso al cervello di Einstein. Stesso numero di atomi.
A parità di materia noi possiamo passare dal cervello di Einstein al fegato di un cinghiale: Stesso numero di atomi e di cellule.

Qual è la differenza ? Semplicemente, la forma in cui risulta disposta la stessa quantità di materia. Maggiore è la complessità della forma - intesa come disposizione nello spazio, maggiore o minore contiguità dei componenti, sequenza in cui vengono interconnessi tra di loro - maggiore risulta la componente immateriale (la forma, per l'appunto) attribuibile ad un corpo.

Variando la forma varierà la funzione di ciò che - sotto qualsiasi altro aspetto - potrebbe risultare identico od equivalente come peso, densità, struttura chimica, struttura biologica.

Infatti, ad esempio, tutte le nostre funzioni superiori sono il frutto di una qual certa struttura intrinseca la quale, se diversamente disposta, permetterebbe a cellule identiche di generare solo delle funzioni inferiori.

Esiste una storia della sostanza e della forma che, se percorsa, permette di giustificare l'intera storia del mondo dal "big bang" alle estasi dei mistici ed ai sospiri dei poeti innamorati. Stasera però per me è tardi.
#3656
Salve. Per Sariputra : grazie del tuo cenno sui contenuti del Veda. Io sono un grande ignorante, privo di qualsiasi formazione specifica.
Sono certamente un introverso e mi considero - per sovramercato - un isolato, un marginale, un solitario. Ogni tanto dico di essere una persona con poche idee, probabilmente sbagliate ma certamente molto, molto chiare (a me stesso, ovviamente). E perdonatemi se l'avere idee chiare è sintomo certo di presunzione. Penso comunque che sia molto meglio avere poche idee sbagliate ma chiare che averne molte, giuste, ma troppo confuse.

Mi è sembrato di capire che, nel riferirti al Mondo, tu abbia pensato (correggimi se sto sbagliando) solo al mondo umano.
Nei miei interventi recenti ho espresso il significato che io attribuisco a tale termine.....il TUTTO. Di cui l'uomo ed i suoi mondi sono una porzione praticamente trascurabile.

Il fatto che - secondo il Veda - Abbi-Dio si manifesti attraverso il mondo mi fornisce un interessante spunto per trattare il significato del verbo "creare".
Dio creò il mondo poi quindi l'uomo etc. etc.
Creare non può certo significare "trarre qualcosa dal nulla", poiché vorrebbe dire che il nulla, a tal punto, conteneva qualcosa......
Tale verbo significa infatti (per carità, questa sarà l'ennesima castroneria frutto della mia ignoranza !) "rendere ora riconoscibile ciò che in precedenza non lo era".

L'artista crea. In che modo? Semplicemente, utilizzando ciò che già esiste, egli manipola attribuendo a ciò che va creando una nuova forma. Che verrà riconosciuta appunto come nuova da chi la osserverà. L'artista, il creatore quindi è colui che genera forme precedentemente inesistenti utilizzando però sostanze generalmente arcinote e che - a creazione avvenuta - restano le stesse per quantità e caratteristiche materiali.

Per Abbi-Dio potremmo quindi dire che esso ha creato il Mondo traendone la sostanza dalla propria e dandole una forma "nuova" che l'uomo ha riconosciuto come creazione divina.

Dio secondo me non è altro che la forma complessiva del Mondo, mentre quest'ultimo non è altro che la sostanza di Dio.

Naturalmente il termine "forma", sempre secondo me, non è altro che il sinonimo - in ottica diversa - di "spirito" ed "anima".

Quanto altro discorrere occorrebbe per illustrare la finta contraddizione tra questi termini !! Poiché materialismo e spiritualità non sono affatto concetti tra loro incompatibili!!!!!!! Ma questi sono aspetti che non possono certo venir trattati in modo frazionato all'interno del contradditorio di un forum !!

Quanti mondi ci sono a questo Mondo, e la gente non li conosce, e continua a cercare altri mondi fuori di questo !!!!

Buona serata a tutti.
#3657
Salve e scusate. Voglio aggiungere un inciso a proposito delle contraddizioni.

La contraddizione - secondo il mio contradditorio e contraddicibile parere (io infatti non mi occupo di verità, ma solo di presentare le mie opinioni) - rappresenta semplicemente la base dell'esistenza del mondo fisico. Figuriamoci dei nostri atti, pensieri, discorsi.

Infatti l'andamento entropico di cui accennavo in precedenza consiste nell'incessante cessione dell'energia (pensare al calore) da ciò che ne ha di più (corpo od ambito più caldo) a ciò che ne ha di meno (idem, più freddo).

L'effetto tendenziale di ciò è che - alla fine del processo - l'energia risulterebbe democraticamente distribuita e tutto verrebbe a trovarsi alla stessa temperatura.
Cessando in questo modo lo scambio di energia, cesserebbe ogni fenomeno fisico. Questa sarebbe la MORTE del mondo.

Stranamente (contradditoriamente !) però l'effetto entropico è ovunque e produce tutti i fenomeni fisici (vita biologica inclusa), e questa sarebbe la VITA del mondo.

Quindi l'entropia incarna tale stupefacente contraddizione : tende alla morte del mondo facendolo vivere. AMEN.
#3658
Salve. Per Angelo Cannata : trovi errata "errata e contradditoria" la mia esposizione.

Errata è tranquillamente possibile benchè sia impossile dimostrare che lo sia.

Contradditoria ??......io concludo lasciando aperta la porta al senso oppure alla mancanza di senso della mia trattazione, quindi AFFERMANDO proprio un bel fico secco. Forse confondi la lapidarietà di un enunciato con la sua eventuale (ed in me mancante) apoditticità.

E' chiaro che la filosofia oltre a non risolvere alcun problema  di ordine pratico, non fornirà mai il senso del mondo.
Filosofeggiare è come guardare un panorama. Se conosci già la regione che hai davanti, il panorama ti fornirà sia un diverso punto di vista che la conferma dei suoi contenuti già a te noti. Se non la conosci ti offrirà comunque la visione della struttura della regione  stessa.

In nessun caso ti fornirà il SENSO di ciò che vedi, poichè il senso di una cosa o di tutto non è altro che l'interpretazione psichica (i religiosi dicono "spirituale") delle risposte che il mondo ci suggerisce e che gli altri ci danno, sempre interpretate allla luce dei propri bisogni interiori.

Saluti per tutti.
#3659
Buongiorno cari tutti. Vedo che la discussione va avanti. Svicolando continuamente tra Viale Filosofia e Corso Gesù Cristo.

Il titolo di questo argomento (thread ?? Non ho dimestichezza con l'italiano, figuriamoci con l'inglese !) è una domanda.
I forum non esistono per rispondere alle domande in modo chiuso (SI / NO), altrimenti morirebbero tutti subito da infanti. I forum si utilizzano per sviluppare dei ragionamenti il cui scopo è quello di analizzare le ragioni per le quali risulta impossibile rispondere SI oppure NO. Ciò è quanto - ovviamente e positivamente - sta avvenendo qui.

Voglio confessarvi di aver posto in malafede la domanda in oggetto. Cioè l'ho posta pur considerandola assurda. Dal punto di vista filosofico e mio personale, naturalmente.

Il credente, particolarmente quello manicheo e magari animato da personali ossessioni, è convinto che quello di Dio sia un termine ed un concetto esplicitamente se non esclusivamente teologico, religioso, fideistico. Trova che i filosofi laicisti, gli scettici, i miscredenti, essendo dei Senza Dio, non siano "autorizzati" a trattare di tale concetto. Autorizzazioni a parte, i Senza Dio - come tali - non possono conoscerlo e quindi men che meno trattarne. Secondo costoro solo chi sente in sé Dio ne può parlare. (Ci sono casi in cui alcuni sentono in sé altre cose, ad esempio le cosiddette "voci", ed ovviamente solo essi sarebbero in grado di spiegare tali "voci").

Inoltre c'è il problema della personificazione di Dio. Esso riguarda, consapevolmente o meno, TUTTI i credenti. Nonostante filosofia, teologia, religione si guardino bene dal considerare Dio una persona, i fedeli ne parlano invariabilmente usando il pronome personale "egli" e mai "esso". D'altra parte. sa Dio non fosse una persona, come faremmo a rivolgerci a lui per venir augurabilmente soddisfatti dalle sue attenzioni ??

Dobbiamo a questo punto chiarire che la filosofia (laicistica) non rappresenta altro che la SISTEMATICA DEL DUBITARE mentre invece la religiosità e la fede rappresentano la SISTEMATICA DEL CREDERE. E' ciò a dar fastidio a chi crede (cioè a che SENTE ciò in cui crede). C'è qualcun altro che non crede o che crede in modo dubitativo.

Purtroppo quindi esiste anche il concetto puramente filosofico di Dio.

Per trattare di quest'ultimo evitando (ma questa certo è solo una mia "pia" (!!) speranza) conflitti sanguinosi ed improduttivi con i credenti, occorre definire chi o cosa sia Dio per un filosofo laicista.

Dio: termine dai numerosissimi (infiniti ?) sinonimi......alcuni sono: "UNO", "TUTTO", "ENTE" poi "il MONDO", "l'ASSOLUTO".......
Ci sono poi gli attributi di Dio, facilmente ricavabili dai sinonimi appena citati: onnipotenza, onniscienza, sovrumanità, immortalità....

Sarebbe forse interessante procedere all'analisi di tali sinonimi ed attributi presi singolarmente, ma non voglio e non posso farne qui un trattatello. Per il filosofo laico Dio la sintesi ovvia sarebbe che "Dio consiste nel completo insieme di tutto ciò che è".
(Naturalmente qualsiasi trattazione o diatriba sull'argomento Dio risulta completamente oziosa se si trascura di chiarire il concetto - ancora più importante - di "essere" (come verbo ma anche come sostantivo !), Apriti Cielo !! Per farla corta vi dirò che la mia definizione di ESSERE (perdonate la inevitabile tautologia)....è: "la condizione per la quale le cause producono i loro effetti").

Quindi Dio sarebbe, per brevità, il TUTTO.
Che il tutto possieda una volontà mi sembra - diciamo così - altamente improbabile semplicemente perché "volontà" (intenzione di agire da parte di un essere cosciente) è termine tipicamente umano il cui significato non può travalicare l'ambito che lo ha espresso, appunto quello umano. Fuori dall'ambito umano il TUTTO "vive" e funzione secondo una propria LOGICA (concetto diverso da VOLONTA') che è quella dell'ESSERE come sopra definito (catena cause/effetti) e che è orientata nella direzione dell'ENTROPIA.

L'unica "volontà" (a volerla per forza chiamare così) del TUTTO è la propria persistenza (l'IMMORTALITA' del DIO laico).

Infatti l'ENTROPIA è quell'andamento del MONDO che, provvedendo a perpetuare il disordine fisico (che non è altro appunto che la VITA del MONDO) si oppone continuamente e con successo al tendenziale ordine definitivo ed irreversibile (cioè alla stazionarietà di un mondo in cui ciascun componente e ciascun luogo abbia la stessa quantità di energia)che rappresenterebbe di converso solo la MORTE di esso.

Ecco allora che la domanda iniziale si trasforma nella seguente affermazione che risponde all'- e contemporaneamente vanifica l'assunto :

"Dio non possiede alcuna volontà umanamente definibile o riconoscibile come tale, sebbene noi si abbia appena finito di scrutare nel senso (o nella mancanza di senso !) della sua esistenza".

#3660
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Governo globale
14 Ottobre 2017, 14:56:07 PM
Pregevolissimo intervento quest'ultimo di InVerno. Il problema (o se si preferisce, la soluzione!) sono i meccanismi naturali che non tengono ovviamente conto degli interessi, preferenze, scopi e visioni umane.
Guardiamo alle relazioni genitori-figli: il genitore è il mondo e la natura, il figlio l'uomo.
Il genitore è il vecchio, il potere, il sapere dell'esperienza. Scopo del suo esistere è la produzione del nuovo, cioe del figlio.
Il figlio - come nuovo - è appunto gioventù, ignoranza e quindi noncuranza del vecchio, egoismo naturale, desiderio e volontà di autoaffermazione e di superamento delle proprie origini. Gli manca il potere.
Egli dipende quindi dal genitore sia come origine che come stato del mondo in cui si trova  (creato dal genitore) sia come risorse necessarie alla propria sopravvivenza.

Se il figlio-uomo fosse costantemente consapevole di ciò, il suo agire nel produrre il nuovo assetto del mondo sarebbe assennato e graduale.

Purtroppo il figlio-uomo, come dico sopra, non sa e - almeno in parte - non vuole sapere, preso com'è dal suo "surplus" di energia vitale che deve sfogarsi producendo il nuovo che egli desidera all'interno di una scala temporale che è quello della propria esistenza biologica, cioè anni e decenni.

Tutti i cambiamenti voluti e cercati dal'uomo devono inserirsi all'interno di meccanismi naturali che hanno tempo e solidità ben diversi da quelli che regolano l'esistenza individuale e persino l'intera storia del genere umano.

Ciò tra l'altro fa in modo che anche certe cause e certi effetti che solitamente crediamo generati e modificabili dalla nostra storia o dal nostro arbitrio, in realtà risultino di origine extraumana.

Prendiamo la riproduzione (siamo appunto in tema di rapporto genitori-figli). La riproduzione e - per la nostra specie - il sesso, rappresenta un meraviglioso esempio. La nostra esistenza è governata - a livello essenzialissimo - da due soli impulsi (o categorie di stimoli) : la costrizione e l'esercizio delle facoltà.

La costrizione consiste nel dover soddisfare dei bisogni che ci si presentano spontaneamente e che, se non soddisfatti, provocheranno la nostra morte. Si tratta semplicemente dei bisogni cosiddetti fisiologici.
Una volta adempiuti questi, tutto il resto delle nostre azioni e desideri (cioè le facoltà che potremo esercitare una volta liberi dai bisogni) sarà rivolto al cercare di fare ciò che più ci piace. Cioè alla ricerca del piacere (in termini certo non esclusivamente edonistici).

Bene. Secondo voi la riproduzione ed il sesso fanno parte dei bisogni o delle facoltà ??

Vorrei sentire qualche vostro parere prima di intervenire nuovamente. La risposta che fornirò ad una simile domanda - se da voi condivisa - sarà molto utile per comprendere, ad esempio, significato è perchè dell'esistenza della guerra, del capitalismo etc.

Vi saluto quindi provvisoriamente.