Non posso in alcun modo dimostrare che, all'epoca, il testo in questione venne effettivamente concepito e/o utilizzato per lo scopo che penso di potergli attribuire io; però, ragionando "per esclusione" (ed anche per altre specifiche ragioni), forse, quello che ipotizzo io, è l'unico uso possibile per un testo del genere.
Il quale, secondo me, non è affatto un "testo cifrato", bensì è un "testo cifrante"; cioè una "porta fissa" a "serratura e chiavi variabili".
L'ho usato personalmente in tal modo, e, come dimostrerò più avanti, la cosa funziona perfettamente.
Ma andiamo per ordine!
***
Il "Manoscritto di Voynich" è costituito da 204 pagine su 102 fogli di pergamena di vitello risalente, in base all'esame con il carbonio 14, al 1404/1438 d.C..
Tuttavia, sebbene il "supporto pergamenaceo" risalga senza dubbio a tale epoca, il testo, secondo alcuni studiosi, "potrebbe" essere stato scritto successivamente.
Ed infatti:
- sembra che non sia stato possibile analizzare l'inchiostro, per determinarne l'antichità;
- nella sezione botanica è raffigurato il "girasole comune", pianta che prima della scoperta dell'America era sconosciuta in Europa, per cui questo sposterebbe la datazione del "testo scritto" a dopo il 1492.
° mi sembra che i numeri di pagina negli angoli alti del manoscritto, come spiegherò (e documenterò) meglio più avanti, siano stati scritti nel 1600 avanzato.
Verso il 1680 il manoscritto venne venduto all'Imperatore Rodolfo II d'Asburgo; e poi, dopo varie vicissitudini selle quali sorvolo, il manoscritto finì nelle mani di Wilfrid Voynich, un mercante di libri rari di origini polacche, che lo acquistò dal collegio gesuita di Villa Mondragone, nei pressi di Frascati, nel 1912.
Ma non è qui mia intenzione fare la "storia cronachistica del manoscritto", nè diffondermi sulle varie ipotesi riguardanti il suo autore (da Bacone a Leonardo da Vinci); la cosa non mi interessa!
***
Quello che è certo, è che, senza dubbio, il "Manoscritto di Voynich" è il libro più misterioso che sia mai stato scritto da mano umana.
Ed infatti, al riguardo, sono state fatte vari tipi di ipotesi; che cercherò di riportare in estrema sintesi.
A)
IPOTESI DELLA "LINGUA NATURALE" SCONOSCIUTA
Se, come alcuni sostengono, il "Manoscritto di Voynich" fosse stato scritto in una "lingua naturale", per quanto antica e poco nota, secondo me sarebbe davvero sorprendente che nessun linguista e/o archeologo sia mai riuscito a capire quale sia tale lingua; ed infatti, sebbene al riguardo si siano fatte numerosissime "supposizioni", in base a varie "coincidenze" linguistiche, nessuna di essa è risultata condivisa dalla comunità degli studiosi del manoscritto.
***
Delle numerose teorie al riguardo, a mero titolo di cronaca, accennerò soltanto, molto sinteticamente, alle quattro teorie più recenti.
a)
Nel 2017, lo storico Nicholas Gibbs pubblicò un articolo sulla rivista "Times Literary Supplement", sostenendo che il manoscritto fosse una sorta di manuale per la salute delle donne, con un elenco di abbreviazioni di "parole latine" che identificavano piante officinali e ricette per preparare medicamenti; ma gli altri studiosi del manoscritto conclusero che Gibbs aveva semplicemente messo insieme le scarse informazioni già note sul manoscritto Voynich, aggiungendo elementi nuovi non sostenuti da prove di sorta.
b)
Nel 2018, è stato invece un ingegnere turco, Ahmet Ardiç, a sostenere di avere capito il sistema di scrittura del manoscritto, che, secondo lui, sarebbe stato una versione fonetica del "turco antico"; la sua teoria, però, sebbene molto ben argomentata, rimane un'ipotesi indimostrata come tutte le altre.
c)
Nel 2019 fu Gerard Cheshire a sostenere di avere capito tutto; secondo lui, infatti, il manoscritto di Voynich venne scritto in una "lingua protoromanza", e messo insieme da una suora domenicana, per conto di Maria di Castiglia, regina consorte di Aragona.
Però Lisa Fagin Davis, direttrice della "Medieval Academy of America", la più grande organizzazione statunitense che si occupa di promuovere gli studi sul Medioevo, che era già stata molto critica un con il lavoro di Gibbs, su quello di Cheshire è stata ancora più severa.
d)
Nel 2020, infine, due scienziati canadesi -di cui purtroppo non rammento il nome- hanno appositamente creato un'I.A. (intelligenza artificiale) in grado di decifrare scritture alfabetiche sconosciute, e l'hanno testata proprio sul "Manoscritto di Voynich": l'I.A., in effetti, ha ottenuto risultati interessanti, ma, di sicuro, non è certo riuscita a "decodificare" il documento.
I due ricercatori dell'Università di Alberta, infatti, hanno usato un campione di vocaboli tratti da 400 lingue diverse per ipotizzare, attraverso gli algoritmi, la lingua usata per il codice; inizialmente si pensava all'arabo, ma per l'I.A. si tratta più probabilmente dell'ebraico antico.
Però la traduzione effettuata dall'l'I.A. non ha alcun senso; ed infatti, sempre che veramente le parole siano state correttamente tradotte, la prima riga del codice suonerebbe più o meno così: "Ella fece raccomandazioni al prete, l'uomo della casa e me e il popolo."
E il resto anche peggio!
***
D'altronde, pur non essendo io affatto un "glottologo":
1) Ho fatto caso che basta aprire a caso su INTERNET alcuni testi scritti nelle lingue "naturali" più disparate, e si nota subito, a occhio, un particolare molto significativo: cioè che nel "Manoscritto di Voynich" i "lessemi" composti di uno o due "grafemi" sono rarissimi, anche a confronto di lingue prive di articoli (come il Latino).
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/9a/62/0c/ME13P06E_t.jpg
Il che, secondo me, è molto"innaturale", perchè i "lessemi" di uno o due "grafemi" abbondano in tutte le lingue; antiche o moderne che esse siano!
2) Ho fatto caso inoltre caso che, in alcuni punti del libro, come ad esempio nel foglio 107V, vengono incomprensibilmente ripetute di seguito le stesse iniziali di parola, e a volte, per più volte di seguito, addirittura la stessa parola; il che, in una "lingua naturale", non accade praticamente mai (salvo nei casi dei "mantra", ma non mi pare certo questo il caso).
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/7e/9c/e1/ME13OYXD_t.jpg
***
Pertanto, sia pure con cauto beneficio d'inventario, io sarei portato ad escludere che quella del "Manoscritto di Voynich" sia una "lingua naturale", appartenente ad una determinata popolazione; sebbene sia indubbio che, qua e là, come nel caso della "glottolalia", possano apparire parole ed espressioni riconducibili alla lingue più disparate (dal turco, all'ebraico al latino ecc).
B)
IPOTESI DELLA "LINGUA ARTIFICIALE" SCONOSCIUTA
Poichè, come sopra da me osservato, le parole contenute nel "Manoscritto di Voynich" presentano frequenti ripetizioni di sillabe (e a volte anche di parole), William Friedman e John Tiltman hanno ipotizzato che il testo sia stato scritto in una "lingua artificiale", in cui ogni parola è composta da un insieme di lettere o sillabe che rimandano ad una divisione dei vari enti in categorie.
Un po' come l'idioma analitico di John Wilkins (vedi il saggio di Jorge Luis Borges "L'idioma analitico di John Wilkins" contenuto nella raccolta "Altre inquisizioni", originariamente pubblicata nel 1952).
***
In questa lingua, cioè, tutti gli enti sono catalogati in 40 categorie, suddivise in "sotto categorie", e ad ognuna delle quali è associata una sillaba o una lettera: in questo modo, ad esempio, se la classe generale dei colori è indicata con 'robo-', allora il rosso si chiamerà 'roboc', il giallo 'robof', il verde 'robog', e così via.
Come, in effetti, alcuni passi del "Manoscritto di Voynich" potrebbero far supporre:
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/7e/9c/e1/ME13OYXD_t.jpg
Tale ipotesi, in effetti, spiegherebbe l'ossessiva ripetizione di sillabe, che, come argomentavo sopra, è assolutamente estranea ad un "linguaggio naturale", di una qualsiasi popolazione mai vissuta sulla terra; peccato, però, che, fino ad oggi nessuno è riuscito a dare un senso razionale ai prefissi ed ai suffissi usati nel Voynich.
***
C'è peraltro da considerare che le prime "lingue artificiali, di tipo filosofico" risalgono a epoche successive alla probabile compilazione del "Manoscritto di Voynich"; per cui, semmai, secondo alcuni, sarebbe stata proprio la visione del manoscritto a suggerire la possibilità di una "lingua artificiale di tipo filosofico".
***
Ad ogni modo, almeno secondo me, l'ipotesi della "lingua artificiale sconosciuta", pur essendo molto più plausibile dell'ipotesi della "lingua naturale sconosciuta", non risulta del tutto soddisfacente; anche perchè si è dimostrata del tutto inidonea a comprendere il contenuto del testo, il suo utilizzo, ed il suo scopo.
C)
IPOTESI DEL TESTO "CIFRATO"
Se, invece, come altri sostengono, il "Manoscritto di Voynich" è un testo scritto in una lingua naturale conosciuta, però "crittografata", secondo me sarebbe davvero sorprendente che nessun esperto "crittografo" sia mai riuscito a "decifrarlo"; ed infatti, sebbene al riguardo si siano fatte numerosissime ipotesi (più o meno forzate), nessuna di essa è mai stata confermata.
Il manoscritto fu studiato persino dal grande Alan Turing, il matematico che decrittò il famosissimo codice Enigma tedesco; e se non è riuscito a decifrarlo lui, dubito davvero che potrà mai riuscirci chiunque altro.
D'altronde, nemmeno i computer più tecnologici, compresi quelli dei servizi segreti americani -che per diversi anni si sono impegnati a renderlo chiaro- sono riusciti a cavare un ragno dal buco; come, ad esempio, il "Report" della NSA del 1978.
https://www.nsa.gov/Portals/70/documents/news-features/declassified-documents/voynich/an-application-of-cluster-analysis.pdf
***
E poichè "tutti" i cifrari antichi sono stati inesorabilmente "decifrati" dai moderni crittografi, se nessuno è mai riuscito a decifrare il "Manoscritto di Voynich", questo può voler dire una cosa sola: e, cioè, che quello è un testo assolutamente "non decifrabile".
Per cui mi sentirei di escludere abbastanza recisamente tale ipotesi; senza stare tanto a "girarci intorno".
D)
IPOTESI DEL TESTO "BURLA"
Tantissimi anni fa, per burla, io scrissi il seguente testo, e sfidai i miei colleghi "crittografi "a decifrarlo:
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/35/c8/b6/ME13ORK5_t.jpg
"Are siletaro vassa oberitamolati cromatsari cioppa alsani".
Alcuni di loro, dopo defatiganti quanto vani tentativi, diedero "forfait", mentre altri, invece, alla fine decrittarono il testo a modo loro; ogni interpretazione, però, risultò differente dall'altra (come nel caso del "Manoscritto di Voynich").
Devo ammettere che due di tali "decrittazioni" (ed in particolar modo una), erano sorprendentemente convincenti; tanto che quasi quasi stavo per convincermene perfino io!
Peccato, però, che la frase che io li avevo sfidati a decrittare, non significava assolutamente "NIENTE"; erano solo parole prive di senso, che avevo buttato giù "a casaccio" sul momento!
***
Ora, ovviamente, con questo non voglio certo dire che io penso l'autore del Manoscritto abbia fatto qualcosa del genere; cioè di inventarsi di sana pianta parole senza senso, e di corredarle di disegni, in parte veri e in parte fasulli, senza alcuna connessione tra di loro (e magari, tanto per complicare un po' le cose, fornendo pure qualche spunto interpretativo a "cul de sac").
***
Tuttavia, effettivamente, all'epoca, scrivere testi misteriosi e incomprensibili, costuiva un vero e proprio ""atout" per suscitare l'interesse delle corti, e per carpire la buona fede di potenti e danarosi allocchi (come, appunto, l'Imperatore Rodolfo II).
***
Nonostante questo, però, sebbene io non la scarterei categoricamente come le tre precedenti ipotesi, anche la "teoria della burla" non mi convince del tutto.
Ed infatti, come chiunque può notare scorrendo il testo, che è scritto in corsivo, in esso non appare neanche "una sola" correzione.
Il che può essere spiegato soltanto in due modi:
a)
Potrebbe trattarsi di un testo diligentemente ricopiato, in bella grafia, da un testo scritto da un'altra persona; magari anche secoli prima.
b)
Potrebbe trattarsi di un testo diligentemente ricopiato, in bella grafia, dallo stesso soggetto che lo ha personalmente concepito; insomma, un po' come la "bella" del compito in classe.
***
Entrambe le cose sono possibili, però, nel caso sub a), di solito, all'epoca, quando si ricopiava in bella grafia un testo scritto da un'altra persona, lo si faceva quasi sempre ornandolo ed abbellendolo con decorazioni grafiche di vario tipo; il che, invece, nel caso del manoscritto di Voynich non si verifica.
Per cui, semmai, io propenderei per il caso sub b); il che, in effetti, in base a quanto dirò più avanti, potrebbe avere anche un maggior senso.
***
SEGUE SOTTO
Il quale, secondo me, non è affatto un "testo cifrato", bensì è un "testo cifrante"; cioè una "porta fissa" a "serratura e chiavi variabili".
L'ho usato personalmente in tal modo, e, come dimostrerò più avanti, la cosa funziona perfettamente.
Ma andiamo per ordine!
***
Il "Manoscritto di Voynich" è costituito da 204 pagine su 102 fogli di pergamena di vitello risalente, in base all'esame con il carbonio 14, al 1404/1438 d.C..
Tuttavia, sebbene il "supporto pergamenaceo" risalga senza dubbio a tale epoca, il testo, secondo alcuni studiosi, "potrebbe" essere stato scritto successivamente.
Ed infatti:
- sembra che non sia stato possibile analizzare l'inchiostro, per determinarne l'antichità;
- nella sezione botanica è raffigurato il "girasole comune", pianta che prima della scoperta dell'America era sconosciuta in Europa, per cui questo sposterebbe la datazione del "testo scritto" a dopo il 1492.
° mi sembra che i numeri di pagina negli angoli alti del manoscritto, come spiegherò (e documenterò) meglio più avanti, siano stati scritti nel 1600 avanzato.
Verso il 1680 il manoscritto venne venduto all'Imperatore Rodolfo II d'Asburgo; e poi, dopo varie vicissitudini selle quali sorvolo, il manoscritto finì nelle mani di Wilfrid Voynich, un mercante di libri rari di origini polacche, che lo acquistò dal collegio gesuita di Villa Mondragone, nei pressi di Frascati, nel 1912.
Ma non è qui mia intenzione fare la "storia cronachistica del manoscritto", nè diffondermi sulle varie ipotesi riguardanti il suo autore (da Bacone a Leonardo da Vinci); la cosa non mi interessa!
***
Quello che è certo, è che, senza dubbio, il "Manoscritto di Voynich" è il libro più misterioso che sia mai stato scritto da mano umana.
Ed infatti, al riguardo, sono state fatte vari tipi di ipotesi; che cercherò di riportare in estrema sintesi.
A)
IPOTESI DELLA "LINGUA NATURALE" SCONOSCIUTA
Se, come alcuni sostengono, il "Manoscritto di Voynich" fosse stato scritto in una "lingua naturale", per quanto antica e poco nota, secondo me sarebbe davvero sorprendente che nessun linguista e/o archeologo sia mai riuscito a capire quale sia tale lingua; ed infatti, sebbene al riguardo si siano fatte numerosissime "supposizioni", in base a varie "coincidenze" linguistiche, nessuna di essa è risultata condivisa dalla comunità degli studiosi del manoscritto.
***
Delle numerose teorie al riguardo, a mero titolo di cronaca, accennerò soltanto, molto sinteticamente, alle quattro teorie più recenti.
a)
Nel 2017, lo storico Nicholas Gibbs pubblicò un articolo sulla rivista "Times Literary Supplement", sostenendo che il manoscritto fosse una sorta di manuale per la salute delle donne, con un elenco di abbreviazioni di "parole latine" che identificavano piante officinali e ricette per preparare medicamenti; ma gli altri studiosi del manoscritto conclusero che Gibbs aveva semplicemente messo insieme le scarse informazioni già note sul manoscritto Voynich, aggiungendo elementi nuovi non sostenuti da prove di sorta.
b)
Nel 2018, è stato invece un ingegnere turco, Ahmet Ardiç, a sostenere di avere capito il sistema di scrittura del manoscritto, che, secondo lui, sarebbe stato una versione fonetica del "turco antico"; la sua teoria, però, sebbene molto ben argomentata, rimane un'ipotesi indimostrata come tutte le altre.
c)
Nel 2019 fu Gerard Cheshire a sostenere di avere capito tutto; secondo lui, infatti, il manoscritto di Voynich venne scritto in una "lingua protoromanza", e messo insieme da una suora domenicana, per conto di Maria di Castiglia, regina consorte di Aragona.
Però Lisa Fagin Davis, direttrice della "Medieval Academy of America", la più grande organizzazione statunitense che si occupa di promuovere gli studi sul Medioevo, che era già stata molto critica un con il lavoro di Gibbs, su quello di Cheshire è stata ancora più severa.
d)
Nel 2020, infine, due scienziati canadesi -di cui purtroppo non rammento il nome- hanno appositamente creato un'I.A. (intelligenza artificiale) in grado di decifrare scritture alfabetiche sconosciute, e l'hanno testata proprio sul "Manoscritto di Voynich": l'I.A., in effetti, ha ottenuto risultati interessanti, ma, di sicuro, non è certo riuscita a "decodificare" il documento.
I due ricercatori dell'Università di Alberta, infatti, hanno usato un campione di vocaboli tratti da 400 lingue diverse per ipotizzare, attraverso gli algoritmi, la lingua usata per il codice; inizialmente si pensava all'arabo, ma per l'I.A. si tratta più probabilmente dell'ebraico antico.
Però la traduzione effettuata dall'l'I.A. non ha alcun senso; ed infatti, sempre che veramente le parole siano state correttamente tradotte, la prima riga del codice suonerebbe più o meno così: "Ella fece raccomandazioni al prete, l'uomo della casa e me e il popolo."
E il resto anche peggio!
***
D'altronde, pur non essendo io affatto un "glottologo":
1) Ho fatto caso che basta aprire a caso su INTERNET alcuni testi scritti nelle lingue "naturali" più disparate, e si nota subito, a occhio, un particolare molto significativo: cioè che nel "Manoscritto di Voynich" i "lessemi" composti di uno o due "grafemi" sono rarissimi, anche a confronto di lingue prive di articoli (come il Latino).
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/9a/62/0c/ME13P06E_t.jpg
Il che, secondo me, è molto"innaturale", perchè i "lessemi" di uno o due "grafemi" abbondano in tutte le lingue; antiche o moderne che esse siano!
2) Ho fatto caso inoltre caso che, in alcuni punti del libro, come ad esempio nel foglio 107V, vengono incomprensibilmente ripetute di seguito le stesse iniziali di parola, e a volte, per più volte di seguito, addirittura la stessa parola; il che, in una "lingua naturale", non accade praticamente mai (salvo nei casi dei "mantra", ma non mi pare certo questo il caso).
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/7e/9c/e1/ME13OYXD_t.jpg
***
Pertanto, sia pure con cauto beneficio d'inventario, io sarei portato ad escludere che quella del "Manoscritto di Voynich" sia una "lingua naturale", appartenente ad una determinata popolazione; sebbene sia indubbio che, qua e là, come nel caso della "glottolalia", possano apparire parole ed espressioni riconducibili alla lingue più disparate (dal turco, all'ebraico al latino ecc).
B)
IPOTESI DELLA "LINGUA ARTIFICIALE" SCONOSCIUTA
Poichè, come sopra da me osservato, le parole contenute nel "Manoscritto di Voynich" presentano frequenti ripetizioni di sillabe (e a volte anche di parole), William Friedman e John Tiltman hanno ipotizzato che il testo sia stato scritto in una "lingua artificiale", in cui ogni parola è composta da un insieme di lettere o sillabe che rimandano ad una divisione dei vari enti in categorie.
Un po' come l'idioma analitico di John Wilkins (vedi il saggio di Jorge Luis Borges "L'idioma analitico di John Wilkins" contenuto nella raccolta "Altre inquisizioni", originariamente pubblicata nel 1952).
***
In questa lingua, cioè, tutti gli enti sono catalogati in 40 categorie, suddivise in "sotto categorie", e ad ognuna delle quali è associata una sillaba o una lettera: in questo modo, ad esempio, se la classe generale dei colori è indicata con 'robo-', allora il rosso si chiamerà 'roboc', il giallo 'robof', il verde 'robog', e così via.
Come, in effetti, alcuni passi del "Manoscritto di Voynich" potrebbero far supporre:
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/7e/9c/e1/ME13OYXD_t.jpg
Tale ipotesi, in effetti, spiegherebbe l'ossessiva ripetizione di sillabe, che, come argomentavo sopra, è assolutamente estranea ad un "linguaggio naturale", di una qualsiasi popolazione mai vissuta sulla terra; peccato, però, che, fino ad oggi nessuno è riuscito a dare un senso razionale ai prefissi ed ai suffissi usati nel Voynich.
***
C'è peraltro da considerare che le prime "lingue artificiali, di tipo filosofico" risalgono a epoche successive alla probabile compilazione del "Manoscritto di Voynich"; per cui, semmai, secondo alcuni, sarebbe stata proprio la visione del manoscritto a suggerire la possibilità di una "lingua artificiale di tipo filosofico".
***
Ad ogni modo, almeno secondo me, l'ipotesi della "lingua artificiale sconosciuta", pur essendo molto più plausibile dell'ipotesi della "lingua naturale sconosciuta", non risulta del tutto soddisfacente; anche perchè si è dimostrata del tutto inidonea a comprendere il contenuto del testo, il suo utilizzo, ed il suo scopo.
C)
IPOTESI DEL TESTO "CIFRATO"
Se, invece, come altri sostengono, il "Manoscritto di Voynich" è un testo scritto in una lingua naturale conosciuta, però "crittografata", secondo me sarebbe davvero sorprendente che nessun esperto "crittografo" sia mai riuscito a "decifrarlo"; ed infatti, sebbene al riguardo si siano fatte numerosissime ipotesi (più o meno forzate), nessuna di essa è mai stata confermata.
Il manoscritto fu studiato persino dal grande Alan Turing, il matematico che decrittò il famosissimo codice Enigma tedesco; e se non è riuscito a decifrarlo lui, dubito davvero che potrà mai riuscirci chiunque altro.
D'altronde, nemmeno i computer più tecnologici, compresi quelli dei servizi segreti americani -che per diversi anni si sono impegnati a renderlo chiaro- sono riusciti a cavare un ragno dal buco; come, ad esempio, il "Report" della NSA del 1978.
https://www.nsa.gov/Portals/70/documents/news-features/declassified-documents/voynich/an-application-of-cluster-analysis.pdf
***
E poichè "tutti" i cifrari antichi sono stati inesorabilmente "decifrati" dai moderni crittografi, se nessuno è mai riuscito a decifrare il "Manoscritto di Voynich", questo può voler dire una cosa sola: e, cioè, che quello è un testo assolutamente "non decifrabile".
Per cui mi sentirei di escludere abbastanza recisamente tale ipotesi; senza stare tanto a "girarci intorno".
D)
IPOTESI DEL TESTO "BURLA"
Tantissimi anni fa, per burla, io scrissi il seguente testo, e sfidai i miei colleghi "crittografi "a decifrarlo:
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/35/c8/b6/ME13ORK5_t.jpg
"Are siletaro vassa oberitamolati cromatsari cioppa alsani".
Alcuni di loro, dopo defatiganti quanto vani tentativi, diedero "forfait", mentre altri, invece, alla fine decrittarono il testo a modo loro; ogni interpretazione, però, risultò differente dall'altra (come nel caso del "Manoscritto di Voynich").
Devo ammettere che due di tali "decrittazioni" (ed in particolar modo una), erano sorprendentemente convincenti; tanto che quasi quasi stavo per convincermene perfino io!
Peccato, però, che la frase che io li avevo sfidati a decrittare, non significava assolutamente "NIENTE"; erano solo parole prive di senso, che avevo buttato giù "a casaccio" sul momento!
***
Ora, ovviamente, con questo non voglio certo dire che io penso l'autore del Manoscritto abbia fatto qualcosa del genere; cioè di inventarsi di sana pianta parole senza senso, e di corredarle di disegni, in parte veri e in parte fasulli, senza alcuna connessione tra di loro (e magari, tanto per complicare un po' le cose, fornendo pure qualche spunto interpretativo a "cul de sac").
***
Tuttavia, effettivamente, all'epoca, scrivere testi misteriosi e incomprensibili, costuiva un vero e proprio ""atout" per suscitare l'interesse delle corti, e per carpire la buona fede di potenti e danarosi allocchi (come, appunto, l'Imperatore Rodolfo II).
***
Nonostante questo, però, sebbene io non la scarterei categoricamente come le tre precedenti ipotesi, anche la "teoria della burla" non mi convince del tutto.
Ed infatti, come chiunque può notare scorrendo il testo, che è scritto in corsivo, in esso non appare neanche "una sola" correzione.
Il che può essere spiegato soltanto in due modi:
a)
Potrebbe trattarsi di un testo diligentemente ricopiato, in bella grafia, da un testo scritto da un'altra persona; magari anche secoli prima.
b)
Potrebbe trattarsi di un testo diligentemente ricopiato, in bella grafia, dallo stesso soggetto che lo ha personalmente concepito; insomma, un po' come la "bella" del compito in classe.
***
Entrambe le cose sono possibili, però, nel caso sub a), di solito, all'epoca, quando si ricopiava in bella grafia un testo scritto da un'altra persona, lo si faceva quasi sempre ornandolo ed abbellendolo con decorazioni grafiche di vario tipo; il che, invece, nel caso del manoscritto di Voynich non si verifica.
Per cui, semmai, io propenderei per il caso sub b); il che, in effetti, in base a quanto dirò più avanti, potrebbe avere anche un maggior senso.
***
SEGUE SOTTO
