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Messaggi - viator

#3661
Salve. Chiedo scusa per la lapidarietà. Infatti il mio pensiero non è stato - per mia colpa - interpretato correttamente. Io non ho mai dato come praticabile, realizzabile, tale principio. Il quale non ha proprio nulla di fisico. Si tratta infatti del dettame etico in accordo al quale funziona (filosoficamente e non fisicamente) il mondo naturale.

La natura può tutto al di là di ogni concetto umano di bene e di male proprio perché solo essa ha il potere di restituire o rigenerare qualsiasi cosa lei sottragga a qualcuno o qualsiasi cosa lei sopprima (inclusa ovviamente la vita).

Tale principio dovrebbe venir rispettato dall'uomo (figlio e sperabilmente allievo della natura). Ovviamente l'interpretazione e la tematica pratica di esso implica una discussione senza fine. Ma il primo passo sarebbe il giungere a condividere tale principio.

Infatti al di fuori di esso resta solo il male.
Il quale, come dovrebbe essere noto, non esiste.
Nel senso che esso male non consiste in qualcosa ma - come avviene per il buio, il nulla, la solitudine etc. etc. - ma consiste nell'ASSENZA, magari solo parziale, del suo opposto.

Perciò male, buio, nulla, solitudine etc. consistono nella MANCANZA di bene, luce, qualcosa, compagnia etc.

#3662
Tematiche Filosofiche / Il principio naturale del bene
12 Ottobre 2017, 21:55:14 PM
Salve. Cinico e distaccato contemplatore dei fatti di questo mondo, ho sempre impiegato una parte del mio tempo nel cercare di ricavare (ho una mentalità assai più sintetica che analitica) il succo, la sintesi appunto di essi.
Concentrandosi sui termini più utilizzati dalla comunicazione pubblica della nostra epoca troveremo - tra gli altri numerosi - quello di etica (un tempo si parlava di morale, ma oggi quasi tutti hanno una laurea ed hanno studiato il greco antico, al cui interno questa parola significa "comportamento").

Sembra esistano un sacco di etiche. Ovvio. Fatto un rapido calcolo, dovrebbero esser intorno ai sette miliardi. Sembra anche che alcune di esse siano comunque condivise (o magari solo sventolate) da gruppi assai numerosi di persone.
Tutti i professionisti (medici, avvocati, notai, fotografi, tassisti, artigiani, prostitute etc. etc etc.) hanno un'etica di categoria.
Tutte le religioni hanno un'etica. Persino (udite, udite !!) i politici sembra abbiano un'etica.

Si può, secondo voi, concepire o ricavare un qualche principio che, umanamente interpretato, possa costituire la base di un'etica universale ??

Secondo me si, e quello che io avrei trovato l'ho chiamato "principio naturale del bene".

Il suo enunciato - forzatamente laconico, essenziale, ma in sé completo. dovrebbe essere il seguente :

"Nessuno distrugga o sottragga ciò che - venendo chiamato a farlo - egli non sia in grado di rigenerare o restituire"

Cosa ne pensate ??
#3663
Tematiche Filosofiche / Re:Relativismo assoluto
12 Ottobre 2017, 21:29:18 PM
Salve. Meravigliosa trattazione. Il succo è che l'assoluto (il Tutto) esiste, essendo semplicemente l'insieme di tutti i relativi (le sue parti).

Noi non possiamo attingervi (l'Assoluto è il contenitore, i relativi il contenuto) e siamo condannati a vagare tra i contenuti appunto relativi.
Quindi se l'assoluto non possiamo percepirlo, esserlo, viverlo, accontentiamoci di poterlo concepire.

Circa poi il fatto che tale visione del mondo (relativismo del quotidiano e sterilità dell'assoluto) non offra speranze ed appigli alla soddisfazione delle nostre egoistiche speranze e convenienze..............ciò genera la nostra scelta esistenziale.

La gente, non essendo interessata alla sterile contemplazione dei concetti, sceglierà di credere a fedi consolatorie, etiche consuetudinarie, promesse più o meno mirabolanti.

Una minoranza, cui appartengo, si limiterà a tirare avanti sperando che il Mondo (cioè l'Assoluto) si senta amato da lui e sia clemente con lui.

Infatti il mio atteggiamento circa ciò che mi circonda è semplicemente il seguente : "Il mondo mi ha fatto ed è quindi giusto che esso faccia di me ciò che più gli piacerà". E non esiste dichiarazione di umiltà più umile di questa.

Dal punto di vista pratico, quotidiano, sbaglierà chi pensi che questa mia sia una dichiarazione rinunciataria e di sterile passività.

Infatti il riconoscere che ogni nostro atto o scelta risulterà - trascorso un tempo adeguato - vano, errato, inutile, non ci esime dal fare secondo coscienza e criterio personali.

Noi siamo i costruttori del mondo (almeno quello umano) ma dobbiamo costruirlo senza la presunzione di esserne i progettisti. Ne siamo solo la manovalanza.
#3664
Caro Giona 2068 ..... purtroppo a voler miscelar l'irrazionale (la fede in qualcosa) ed il razionale (la riflessione su ciò che lega effetti noti a cause note) ci scappano sempre delle contraddizioni. Per forza ! Sono linguaggi diversi ! L'irrazionale è la voce della psiche (o anima), il razionale quella della mente.

Prima dici (e sono d'accordo) che la natura intrinseca di Dio è incomprensibile (il creato non può capacitarsi del Creatore), poi affermi che Dio è razionale, attribuendogli una caratteristica tipicamente umana molto bella ma, appunto perché umana, tipicamente limitata. Potremmo addirittura affermare che la razionalità, basata sul dubbio critico ad oltranza, sia il principale nemico della fede in Dio.

Dici poi che l'uomo, invece di cercare di conoscere l'essenza di Dio (tanto è già descritta nelle Sacre Scritture) dovrebbe cercare sé stesso dedicandosi alla lettura delle Sacre Scritture. Perbacco ! Sembre proprio che tutto quello che è stato scritto dopo le Sacre Scritture sia stato solo una perdita di tempo !! E poi...scusa.....non si capisce perché per sapere dei propri contenuti ci si debba rivolgere agli scritti di qualcun altro.

Infine sembra che tu voglia affermare il primato della religione sulla fede.

La religione è apparsa nel genere umano dopo la filosofia. Senza la riflessione - inziata quando il primo uomo aprì gli occhi - sul perché e sulla natura di ciò che lo circondava, nessuno avrebbe mai concepito o sentito il bisogno di una qualsiasi religione.

Credo sarà superfluo chiarirti la differenza tra il concetto di fede e quello di religione. Pace e bene.
#3665
Caro Angelo, grazie della risposta. Ti ho trovato piuttosto chiaro nonostante la problematicità dell'argomento.
Quindi, da un punto di vista cattolico, Dio vuole in modo sia scrutabile che imperscrutabile. Chi stabilisce il significato di quanto - secondo le fonti documentarie tradizionali ed il canone dottrinale - risulterebbe costituire la sua volontà scrutabile, è la Chiesa.
Essendo Dio una entità sovrumana (cioè essenzialmente altro che umana ma includente l'umano) Egli (Esso) utilizza una facoltà umana (quella del volere) mostrando a noi alcune delle sue volontà e celandone delle altre (essendo onnipotente, Dio può certo disporre in modo discrezionale di ogni aspetto del Mondo). Quindi se a noi capita, ragionando da scettici o da miscredenti, di trovare delle contraddizioni nelle sue volontà come autenticate dalla Chiesa (ad esempio tra la sua infinita bontà e giustizia e le sofferenze ed iniquità patite da molti) sarà perché Egli (Esso) non ci ha chiarito il disegno augurabilmente benefico che sta dietro e sopra la sua volontà di permettere tali realtà umane.

Il fedele non deve quindi riflettere sui silenzi di Dio ma concentrarsi invece solo sulle sue parole-volontà (il cui interprete autorizzato è - ripeto - solo la Chiesa) che rappresentano il messaggio salvifico necessario e sufficiente per il raggiungimento della Vita Eterna.

Circa poi il tuo inciso (....avrebbe potuto farci più intelligenti....), lo prendo come una battuta. Ovviamente l'assolutezza di Dio rende perfettamente insignificante qualsiasi relativo livello di attributi e capacità che noi potremmo trovarci a possedere. Di fronte alla sua imperscrutabilità sia l'ultimo dei beoti che il più immenso dei geni umani si troverebbero in identica condizione di impotenza ..... !!

Le considerazioni in proposito si affacciano numerosissime. Forse poi le affronterò poco a poco. Intanto magari, se lo vorrai, fammi sapere se ho interpretato a sufficienza il tuo pensiero.

Certo, a livello intellettuale mi piacerebbe conoscere anche la posizione o i dogmi - relativamente al presente argomento - di altre religioni. Sarà ben difficile ottenerne all'interno di questo forum. Naturalmente potrei studiare in proposito, ma purtroppo ciascuno di noi privilegia certe scelte, ed io sto facendo tante altre cose !!
#3666
Mi riallacccio a quanto segnalato da InVerno su "perchè ci odiano".

Le ragioni di tanta agitazione arabo-islamica attuale secondo me sono il concorrere ed il sovrapporsi dei seguenti aspetti :


  • La globalizzazione, in particolare quella comunicativa. Aspetto che agisce a livello planetario. Ovviamente essa permette la rapidissima diffusione dei "like" ma anche - in questi casi - dei "dislike" e degli "I hate"


  • La caduta dell'Unione Sovietica, la cui esistenza a contrapposizione all'Occidente era un aspetto talmente "polarizzante" da risultare paradossalmente come un fattore di equilibrio tra i due schieramenti (ai quali ciascun paese e ciascuna cultura doveva comunque riferirsi (persino se appartenente al campo dei "non allineati") e di contrasto all'affermarsi di altre ideologie
  • Il persistere della questione palestinese che alimenta continuamente il risentimento verso il sionismo il quale è sentito come cultura estranea e comunque inserita nell'ambito "primomondista" occidentale
  • Il complesso di inferiorità sviluppato dalla cultura araba - cioè da una civiltà oggi decadente o comunque decisamente immobilistica - nei confronti della civiltà occidentale. Di qui la rivendicazione della propria identità storico-religiosa.
#3667
Buongiorno a tutti. Provo ad aprire l'argomento in oggetto per cercare di chiarire - anzitutto a me stesso - quello che trovo essere un interessante dilemma.

Mi piacerebbe trovare qualcuno di voi che sia competente a livello dottrinale o teologico e che volesse intervenire con, informazioni od opinioni pertinenti. Naturalmente sarà gradito anche l'intervento dei profani come me.

Non appena questa discussione sarà stata minimamente delineata, naturalmente interverrò anch'io con i miei punti di vista (ovvio lasciar parlare per prime le persone che sanno).
#3668
Buongiorno Mario, e grazie per la risposta. Mi ha colpito il fatto che tu abbia praticamente capito tutto di me. A cominciare dal fatto che io viva nelle tenebre (ma come hai fatto?? oltre ad essere un credente sei anche un indovino??). In effetti, se non proprio nelle tenebre io vivo in un appartamente assai buio. Ciò tra l'altro mi comporta bollette elettriche molto salate. Tu, che vivi nella luce, sapresti consigliarmo un gestore meno caro del mio attuale che si chiama Fiat Lux ??

Noto infine (probabilmente è solo una mia impressione) che la tua risposta aveva un tono leggermente....come dire......sferzante.

Ripeto, certo sono io a non aver capito, perchè altrimenti non capirei (come vedi, sono evidentemente uno che non capisce un tubo) un simile tuo atteggiamento a fronte del mio intervento così neutro e pacato.

Buone cose a te ed ai tuoi cari. Amen.
#3669
Buongiorno. Anzitutto una ovvia considerazione, fatta la quale si potrebbero ben chiudere tutte le discussioni di tutti forum del pianeta : per ciascuno di noi la verità consiste in ciò in cui crediamo. Avete mai visto qualcuno trovar vero qualcosa in cui non crede ?? La verità oggettiva non esiste perché coinciderebbe con l'Assoluto il quale è appunto Unico, totalizzante, da noi concepibile ma non interpretabile o descrivibile.
Tutte le religioni contengono secche contraddizioni logiche, ma avere fede significa udire solamente la voce della psiche (che i religiosi chiamano anima) la quale ci parla dell'unico suo contenuto : l'istinto di sopravvivenza, il quale riesce a sopraffare qualsiasi altro contenuto mentale. In realtà l'avere fede rappresenta l'unico antidoto escogitato da una psiche per opporsi alla paura della morte individuale. Quindi solo la fede in una vita eterna permette di placare psichicamente il fedele. Quella per lui è la Verità.

Per quanto riguarda la tematica principale qui trattata (chi scrive, chi ha scritto, Dio esiste oppure no etc.), sempre in nome delle scelte di fede individuali, si veda quale delle due ipotesi sottostanti meglio soddisfa; quella sarà per noi la verità :

Ipotesi A) Dio esiste, ha creato il mondo e l'ha corredato con l'uomo, generato a sua immagine e somiglianza...........

Ipotesi B) Il mondo (il Tutto Assoluto) esiste, ha creato la vita poi l'uomo, quindi l'uomo, che attraverso l'acquisizione della coscienza era diventato consapevole di dover morire, per sperare di poter vivere in eterno ha dovuto crearsi un Dio QUASI a sua immagine e somiglianza (ad esempio, ha la barba bianca, possiede tutte le virtù umane, si occupa quasi esclusivamente di selezionare anime umane......stranamente Dio sembra possedere tutte e solo le caratteristiche che l'Uomo vorrebbe possedere in massimo grado !!).
#3670
Tematiche Filosofiche / Re: Dove c'è l'IO c'è Dio
07 Ottobre 2017, 12:38:47 PM
Buongiorno. Freschissimo iscritto.
Vediamo se ho capito qualcosa.

Se nell'universo ci sono solo io, allora sono Dio. Nel senso che - se il tutto coincide con me - io sono il Tutto (Tutto è uno dei non pochi sinonimi di Dio.....altri sono Mondo, Uno, l'Essere (come verbo), Il Verbo........infine il sinonimo veramente definitivo: l'Assoluto)

Se ho interpretato correttamente, non credo sia così. Il concetto di identità (l'Io) è relativo. Esso incarna l'aspetto formale dell'esistere.
Formale in quanto la definizione dell'Io (me, me stesso) dovrebbe essere :

                               Io = ciò che resta di me dopo che mi sia separato da tutto ciò che è separabile da me.

Si resta sè stessi anche tagliandosi i quattro arti o dopo un qualsiasi trapianto. Ciascun singolo organo del nostro corpo si rinnova poi attraverso il tempo e nessuna delle sue singole cellule è indispensabile alla sopravvivenza dell'Io. L'Io (e quindi  la psiche, la coscienza, la mente che sono i suoi ingredienti) è una entità formale consistente non nel materiale ma nella struttura astratta (la FORMA, appunto) del nostro corpo.
Il problema è che la pura forma solitaria non può esistere.  Essa deve sempre venir attribuita ad una SOSTANZA. L'inestricabilità dei quesiti filosofico-eistenziali fondamentali è appunto dovuta ad un tale inscindibile dualismo.

La mia interpretazione iniziale dovrebbe quindi trasformarsi in "Se l'universo sono io, allora sono Dio".

Per quanto riguarda poi l'intelligenza e la Macchina di Turing, occorrerebbe una discussione separata circa le Tre Intelligenze :

- quella naturale o biologica, consistente saggiamente e semplicemente nella rapidità ed efficacia dlle risposte alla variazione degli stimoli ambientali (capacità di adattamento).

- quella umana o culturale, consistente nel cercare di lasciare la propria impronta nel mondo modificandone i contenuti (necessità di affermare la supremazia umana per soddisfare le problematiche connesse all'acquisizione della coscienza individuale).

- quella artificiale o extrabiologica, in realtà non ancora esistente ma solo ipotizzata.........per costituirsi ha bisogno solo di alcuni piccolissimi e quasi trascurabili accessori di hardware, del tipo dei SENSI.
#3671
Buongiorno anche per oggi.
Ho letto qua e là qualcosa di questa discussione.
Certamente un esterno che incappi casualmente in questo sito, che non abbia una grande apertura mentale e che abbia una vita piena di preoccupazioni non potrebbe che considerar tutti noi dei dementi nullafacenti.

Gli aspetti che rendono intrinsecamente sterile il filosofeggiare sono due :

1) l'uso del linguaggio il quale, essendo uno strumento autoreferenziale, una volta che venga utilizzato eccessivamente per cercare di chiarire ciò che non sia già chiaro ai nostri sensi, produrrà - all'inverso - della confusione. (più un concetto è essenziale maggiore il numero di parole occorrenti per descriverlo). Questa è tra l'altro la ragione per la quale i miei interventi saranno sempre abbastanza lapidari.
2) il fatto che il soggetto-interprete-osservatore ovvero l'uomo non può sfuggire all'irresolvibile dualismo tra il sè e l'oggettività.

Per comprendere il tutto occorrerebbe essere il tutto.

Notare il verbo "comprendere" nel suo doppio ma comunque coincidente ignificato di "capire" e di "includere".
#3672
Buongiono. Freschissimo iscritto.
Non sono un provocatore per vocazione, solo un cinico dissacratore.
Non voglio certo offendere nessuno ma................leggendo il titolo di questa discussione mi è scappato da ridere.
Ho poi rapidamente visionato (NON letto!) l'imponente corpo degli interventi.

Il nulla non può esserci (altrimenti si chiamerebbe quacosa).
Questa è la ragione per cui c'è qualcosa.

Tanta affettuosa cordialità a tutti.
#3673
La longevità delle religioni rispetto alle ideologie "razionali" e materiali (la religione invece è un'ideologia "irrazionale" ed immateriale) è dovuta appunto al fatto che esse promettono ciò che nessuno potrà mai confermare ma - soprattutto - potrà mai smentire.

Esse ti dicono : fai quello che ti dico e vedrai che, dopo morto, ti accorgerai di essere immortale. Poichè ciò che più di ogni altra cosa l'uomo teme ed aborre è la morte........come si fa a resistere ad una simile lusinga ??

 Mentre le ideologie classiche hanno un ciclo relativamente veloce (in genere qualche decina di anni) prima che - inesorabilmente - i meccanismi naturali ai quali esse cercano di sostituirsi si riaffermino, procandone il crollo,  ..............  le religioni impiegano molto più tempo ad affermarsi (perchè non propongono benefici concreti bensì astratti), durano molto più a lungo e decadono molto più lentamente (perchè nessuna  vicenda umana o naturale può smentire ciò che esse vanno promettendo).

Ancora saluti.
#3674
per Baylham : non ho precisato a sufficienza il senso del mio intervento. Tieni presente che si è trattato di una mia personale, ironica, scettica, tagliente interpretazione dei meccanismi psichici collettivi e delle assurdità che questi possono generare. Non mi interessa la storia delle malefatte o dei meriti della Chiesa la quale, al di fuori degli aspetti fideistici, è solamente una delle tante Istituzioni a base ideologica apparse nel pianeta e, ti assicuro, non è migliore nè peggiore di tante altre strutture di potere. Cordialmente.
#3675
Saluti a tutti. Freschissimo iscritto, inauguro i miei contributi occupandomi del tema sopra indicato.

Anzitutto, perché mai collocare l'argomento nelle tematiche culturali e sociali e non in quelle religiose ? Semplice: qui non intendo occuparmi di questioni fideistiche, dottrinarie, teologiche od altri aspetti filosofici, etici od esistenziali relativi alla religione.

Voglio semplicemente descrivere -in modo tra l'altro sintetico e persin semplicistico - natura e funzionamento della Chiesa Cattolica quale istituzione umana magari chiamata a confrontarsi, nel suo funzionamento, con altre istituzioni (magari concorrenti od antagonistiche).
Quindi niente spiritualismi.

Orbene, la mia visione della Chiesa Cattolica (d'ora in avanti denominata CC) mi porta ad esprimere una sua definizione certo originale, sicuramente approfondibile, completamente discutibile.

Che si tratti, cioè della più antica ed efficiente Impresa del pianeta.
Un'Impresa che si dedica all'attività assicurativa esercendo un solo ramo : il ramo Morte (che sarebbe poi quello che le Assicuratrici tradizionali chiamano invece "ramo Vita", mostrando in ciò il più ipocrita dei pudori).

Il fatto che si tratti dell'Impresa più antica è spiegabile con la profonda saggezza con cui essa ha strutturato la sua proposta assicurativa. I suoi concorrenti "terreni" usano proporre polizze basate sul pagamento di un premio periodico in forma ovviamente monetaria. Una parte del premio va a coprire le spese di gestione ed il giusto margine dell'Assicurazione. Il resto - opportunamente gestito dal punto di vista finanziario - va a costituire l'indennizzo che dovrà venir corrisposto nel caso si verifichi l'evento assicurato.
Da notare che tale indennizzo ovviamente non andrà mai a beneficio di chi ha pagato per generarlo, ma ai suoi eredi.

La proposta targata CC è invece stupefacente. Nessun contratto scritto. Nessuna polizza (la Chiesa aborre gli strumenti correnti del Diritto laico, anche perché dispone dei propri Codici e non ha quindi bisogno del Codice Civile).
Si stipula un accordo sulla fiducia (anzi, sulla FEDE) con ciascun contraente.
L'accordo prevede diritti e doveri per entrambi i contraenti. (Notare poi che l'indennizzo di polizza sarà a beneficio diretto di chi l'ha stipulata e non dei suoi eredi !!)

L'accordo standard per il semplice fedele (ci sono poi parecchi accordi particolari per fedeli particolari.....uno per i sacerdoti, un altro per le suore etc.) prevede che costui versi il premio assicurativo con scadenze a sua libera scelta e (udite !!) non necessariamente in forma monetaria.

Da parte del fedele può anche solo bastare la buona volontà !! Esempi tipici di buona volontà sono l'assumere pubblicamente i sacramenti, frequentare pubblicamente la messa, collaborare nella diffusione della cultura cattolica, testimoniare in ogni modo le proprie convinzioni fideistiche..... (si sa che la pubblicità è sempre stata l'anima del commercio), approvare o almeno tacere a proposito di tutte le decisioni e le prese di posizione del Vaticano....., confessarsi di frequente in modo che qualcuno che indossa la tonaca risulti costantemente aggiornato sui fatti suoi. Poi ci sono i comportamenti personali e sociali extrafideistici, aspetti questi sui quali però la CC non sarà molto esigente. Se poi, a tali adempimenti, il fedele vorrà aggiungere un contributo monetario (magari il lascito di tutte le sue sostanze in cambio della luce eterna) ...... beh, nessuno si offenderà.

Sempre l'accordo standard prevede che la CC si impegni - sulla parola - a far ottenere al fedele, una volta morto, un indennizzo anch'esso non monetario. Non monetario anche perché il suo valore trascende quasiasi numero e valore terreno.

Queste semplici regole, che sono evidentemente gradite ed anzi appetibili per centinaia di milioni di persone, sono il fondamento della inossidabile longevità della Chiesa Cattolica.

Perché tanta gente apprezza un simile patto? Per due semplicissime ragioni : la prima è che la gente crede in questo modo di poter conquistare gratis l'immortalità - la seconda è che essa non si cura affatto della verità o delle favole che sta ascoltando. La gente preferisce invariabilmente la speranza alla verità.

Il fatto poi che la CC sia la più efficiente Istituzione del pianeta è di spiegazione stordevolmente ancor più semplice.
E' perchè, pur non richiedendo somme specifiche a copertura del premio assicurativo e pur verificandosi, per tutti gli Assicurati, l'evento (o  sinistro ?) da risarcire ..........l'indennizzo è immateriale e - soprattutto - la Chiesa Cattolica come Istituzione terrena non c'entra più. l'Assicurato sa che dovrà rivolgersi in alto, molto molto più in alto !!!!!!!!

D'altra parte, signori miei, nessun Assicurato si è poi mai rifatto vivo per lamentarsi di inadempienze contrattuali.