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Messaggi - Eutidemo

#3706
Recentemente, si è tornato a parlare della famosa vicenda secondo la quale il nome della via in cui Aldo Moro era tenuto prigioniero dalle Brigate Rosse, sarebbe stato rivelato durante una seduta spiritica a cui partecipò anche Romano Prodi; ma, nonostante questo, Moro non venne comunque salvato.
                                   I FATTI
I fatti possono essere così sintetizzati:
1)
Il 3 aprile 1978, un gruppo di professori universitari della  DC, tra cui l'ex Presidente del Consiglio Romano Prodi, in un casolare di campagna, si dedicarono alla classica "seduta spiritica del bicchierino".
Come funziona tale (presunta) forma di evocazione degli spiriti, ormai, è noto (quasi) a tutti; si mettono le lettere dell'alfabeto in cerchio sul tavolo e, in mezzo, un bicchiere di vetro molto leggero, sul quale i partecipanti posano le dita.
Dopo un certo periodo di concentrazione, si evoca lo spirito di un defunto; il quale, se al momento non ha niente di meglio da fare, acconsente benevolmente a rispondere alle domande dei presenti, spingendo il bicchiere sulle lettere per comporre delle frasi di risposta.
Da ragazzo, è un gioco che ho fatto anch'io dozzine di volte!
2)
Poiché due settimane prima era stato rapito Aldo Moro, gli astanti chiesero allo spirito evocato: "Dov'è Moro? Come si chiama il paese, il luogo in cui è? E' vivo o morto?"
Lo "spirito" (resta ancora da accertare se appartenente a una persona viva o a una morta) spinse allora il bicchierino a formare, confusamente, le seguenti parole: "Bolsena, Viterbo, Gradoli".
3)
Prodi segnalò la vicenda al criminologo Balloni, che ne riferì al vicequestore Umberto Jovine; poi ne parlò anche con Umberto Cavina, segretario di Zaccagnini, e con il ministro Andreatta.
4)
Il 6 aprile, sulla base di tali segnalazioni, il capo della polizia ordinò di perquisire la località di Gradoli, in provincia di Viterbo;  ed infatti, poichè lo "spirito" aveva parlato sia di  "Gradoli" sia di "Viterbo", la polizia pensò che le due indicazioni fossero geograficamente correlate.
Un rastrellamento a tappeto dell'esercito in quella zona, però,  non ebbe alcun esito!
5)
Come si sa, poi, in "Via Gradoli" a Roma sarà ritrovato un rifugio delle BR; usato, "forse", anche come uno dei nascondigli provvisori per Moro.
            LE INTERPRETAZIONI DEI FATTI
I fatti possono essere così interpretati:
- secondo alcuni si tratta di una prova che le comunicazioni con l'aldilà funzionano e che gli spiriti veramente comunicarono un indirizzo che nessuno poteva conoscere;
- secondo altri, tra cui il senatore Giulio Andreotti, la storia della seduta spiritica era una "balla", e fu inventata solamente per coprire gli informatori di Prodi e dei suoi amici;
- secondo altri ancora, infine, Prodi e i suoi amici erano tutti in buona fede, meno uno, il quale, durante la seduta, indirizzò il bicchiere dove voleva lui.
***
Nel caso in questione, dal Doc. XXIII, n. 64, volume primo, tomo VI, estratto dalle comunicazioni dei servizi segreti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia, troviamo che qualche giorno "prima" della "presunta" seduta spiritica,  alcuni informatori  accompagnarono Benito Cazora a fare un giro in macchina, e poi fermatisi in via Gradoli, e gli dissero: "Questo è il posto!".
A dire il vero, in realtà, Aldo Moro  non si trovava affatto recluso lì (o, almeno, non più), però vi alloggiava Mario Moretti; cioè il principale responsabile della pianificazione e dell'esecuzione del rapimento di Aldo Moro, nonchè l'esecutore materiale del suo assassinio.
***
Inoltre, il capitano del SID (i Servizi Informazioni della Difesa di allora) Antonio Labruna rivelò più tardi che, prima della famosa seduta, un tale Mario Puccinelli, da Francoforte, gli telefonò per dirgli che "in via Gradoli, a Roma, c è chi ha rapito Moro".
***
Pertanto, la prima teoria non può reggere, in quanto i presunti spiriti dei "morti" comunicarono a Prodi e compagnia un indirizzo che era già perfettamente a conoscenza di non pochi  "vivi"; i quali (almeno in teoria)  stavano anch'essi cercando la prigione di Moro!
***
Però, sebbene le ricerche di Moro vennero dirette non già nella strada romana di Via Gradoli,  bensì nel paese di Gradoli, poichè esse vennero ampiamente pubblicizzate, Moretti apprese in TV che il suo covo stava per essere scoperto; ed infatti, anche se, per il momento, la polizia aveva preso "fischi per fiaschi", Moretti capì che, prima o poi, sarebbero venuti pure a casa sua.
Quindi "prese l'erba fumaria" e cambiò aria!
***
                          CONCLUSIONE
Ormai Cazora, Puccinelli e Labruna sono  tutti morti; quindi, per sapere chi fu dei "vivi" di allora a tirar fuori gli indizi geografici sulla prigione di Moro durante la seduta di allora, bisognerebbe fare un'altra seduta spiritica per interrogarli, adesso, da "morti"!
::)
#3707
Citazione di: anthonyi il 09 Luglio 2021, 15:02:35 PM
Ciao eutidemo, mi dispiace correggerti ma l'immagine del duce su Marte ci deve essere sicuramente.
I fascisti infatti su Marte ci sono stati, come narra il noto film storico di Corrado Guzzanti. 😅
Sì, è vero!
Infatti ero indeciso se intitolare il paragrafo FASCISTI SU MARTE!
:D
#3708
La "pareidolia", è la propensione a vedere "forme" riconoscibili in strutture "amorfe"; soprattutto se si tratta di volti (ma anche in molti altri casi).
Vediamo qualche esempio.

IL GIGANTE ABRUZZESE
Un'antica leggenda narra che Ermes (da non confondersi con il dio Hermes), un titano nato da Maja la più bella tra le Plejadi e da Zeus il Re degli Dei, fu gravemente ferito nella battaglia di Flegra; la madre, quando lo vide ferito, decise di chiedere un parere all'oracolo, che le consigliò  di condurlo pendici di un "Grande Sasso," dove avrebbe trovato un'erba magica in grado di farlo guarire.
Giunti alla montagna abruzzese, per l'erba non ci fu niente da fare, in quanto la montagna era sommersa dalla neve; per cui Ermes morì.
Maja, disperata, trasformò allora il figlio in una gigantesca montagna dormiente; che tutt'ora giace in quel punto in attesa di ridestarsi, un giorno, dal suo sonno di pietra.
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/20/fe/5a/ME13LOMI_t.jpg
Quando si desterà, in verticale, ricorderà molto una delle sculture del Mount Rushmore (National Memorial).
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/21/58/ea/ME13LOMH_t.jpg

IL GIGANTE MARZIANO
Passando dalle antiche "leggende greche", alle moderne "leggende metropolitane", c'è chi è convinto che su Marte si ergano gigantesche raffigurazioni dei suoi abitanti di una volta; i quali, stranamente, sembrerebbero aver avuto dei connotati molto simili ai nostri
Ad esempio, come quella risultante dalla seguente foto, scattata dalla sonda VIKING:
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/66/2e/ab/ME13LOMJ_t.jpg
Però, se si guardano altre fotografie, scattate da altre sonde, in condizioni di luce differenti, si capisce subito che si tratta di una formazione montuosa perfettamente naturale.
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/66/7f/2e/ME13LOMY_t.jpg

MUSSOLINI SU MARTE
Altri "martiologhi", invece, sostengono che le sculture marziane non raffigurano affatto i marziani (i quali, essendo alquanto bruttini, preferivano evitarlo), bensì alcuni dei più importanti personaggi storici terrestri; che loro erano in grado di vedere a ritrarre per mezzo dei loro avanzatissimi telescopi.
Come, ad esempio, questo gigantesco scultoreo profilo di Mussolini (sebbene con un po' di "pappagorgia").
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/0e/5f/61/ME13LR5N_t.jpg
Ma anche in questo caso, cambiando angolazione, si capisce subito che si tratta di una formazione montuosa perfettamente naturale.
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/74/a2/3d/ME13LR5Q_t.jpg

IL VOLTO DEL FANTASMA
In questa fotografia del 1882, la quale risulta assolutamente autentica e priva di qualsiasi alterazione (volontaria o involontaria), tra i coniugi Theodore Nesbitt e Greta Nesbitt appare distintamente l'immagine del loro stretto congiunto Charles Nesbitt, ormai deceduto da parecchi anni (i nomi sono stati cambiati per la "privacy")).
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/f1/6c/a4/ME13LOO3_t.jpg
In effetti, il defunto Charles Nesbitt è ormai deceduto da parecchi anni (essendo nato nel 1879), ma è il bambino che si trova seduto sulle ginocchia del padre Theodore Nesbitt; così come meglio si può vedere colorizzando la fotografia con PHOTOSHOP.
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/13/72/e0/ME13LOQP_t.jpg

IL DEMONE NEL BOSCO
Oltre alle sculture marziane e alle fotografie di fantasmi, la "pareidolia", talvolta, ci induce anche a vedere dei "demoni"; soprattutto nei boschi, di sera, quando ci imbattiamo in singolarissime conformazioni arboree come quella di cui alla sottostante immagine.
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/c3/8f/59/ME13LONG_t.jpg

IL DEMONE IN OSPEDALE
La "pareidolia", peraltro,  a volte ci induce a vedere dei "demoni" anche sul letto dove da poco è morto qualcuno; come nel caso di questo "frame" preso da una videocamera di sorveglianza di un ospedale.
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/ea/e1/1c/ME13LON0_t.jpg
In realtà, se isoliamo l'immagine dallo sfondo, si vede che nel letto c'è un malato; e la gamba(e) è la sua; la destra sembra sotto il lenzuolo, mentre la sinistra, ripiegata, è fuori!
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/01/9d/24/ME13LON1_t.jpg
La parte superiore della gamba del demone, invece, risulta "simulata" dalla ringhiera di protezione del letto, mentre la sua testa da un cappotto e/o una giacca appesi ad un retrostante attaccapanni (sembra ci sia anche una bombola).
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/75/ef/e0/ME13LON2_t.jpg

FANTASMI E DEMONI DI PRODUZIONE CASALINGA
D'altronde, a parte le "pareidolie" puramente casuali, se ne possono "domiciliarmente" creare a bizzeffe per abbindolare il prossimo, senza dover minimamente truccare o manipolare nesuna fotografia.
Ad esempio, io stesso ho evocato poco fa a casa mia, senza la benchè fatica non un solo fantasma...ma addirittura tre.
Eccoli qua, e vi sfido a dimostrare che la foto è truccata:
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/67/8f/dd/ME13LOOF_t.jpg
Lo potete fare benissimo anche voi, con tre bottigliette di acqua minerale e una torcia elettrica direzionata in modo opportuno!
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/25/6b/1b/ME13LOOS_t.jpg
***
Morale della favola: state attenti ai "paraculi" che vi vogliono prendere per il naso con le "pareidolie" (e non solo con quelle, purtroppo).
***
#3709
Citazione di: Alexander il 09 Luglio 2021, 11:44:52 AM
Buongiorno Eutidemo


La mia esperienza "paranormale", anche l'unica vissuta finora, risale alla mia giovinezza. Mio nonno, che viveva con noi, morì in casa improvvisamente, per un infarto polmonare. Negli attimi d'agonia prima della morte si lamentò in modo "particolare". Emise una specie di lamento misto ad un'invocazione d'aiuto. Seguì l'inutile corsa in ambulanza, ecc. La sera seguente successe una cosa strana. Eravamo seduti a cena e improvvisamente sentii lo stesso lamento provenire dal piano superiore, dove c'era la camera del nonno. Era lo stesso lamento emesso poco prima di morire. Guardai mia madre e mio padre e mi accorsi che anche loro avevano sentito. Però non dicevano niente. Mia madre mi sorrise, forse per rassicurarmi,e poi guardò mio padre, che si alzò dal tavolo e andò a vedere di sopra. Poco dopo ridiscese e si sedette senza dire nulla. Né mia madre gli chiese niente. Lo guardò soltanto. Questa cosa si ripeté per tre sere consecutive e poi l'"allucinazione uditiva collettiva" sparì per sempre.
A me non è mai accaduto, però è un fenomeno abbastanza frequente!
#3710
Qualche volta, ho avuto delle esperienze:
- o con dei fenomeni naturali che potevano benissimo essere scambiati per dei fantasmi;
- o, forse, con dei fantasmi che potevano benissimo essere scambiati per dei fenomeni naturali.
:o
***
1)
Una volta, da ragazzo, in una notte di agosto, con degli amici cercai di assistere allo spettacolo dei "fuochi fatui" in un vecchio cimitero di montagna dalle parti di Campo di Giove; i quali, però, secondo i vecchi montanari della zona, erano veri e propri "fantasmi", perchè (almeno così sostenevano loro) "parlavano con i vivi".
Ci fecero vedere anche delle foto di fiammelle, le quali, se non erano truccate, secondo me, essendo azzurrine, mostravano chiaramente di essere semplicemente un gas prodotto dall'ossidazione del fosfano e del metano, prodotti dalla decomposizione anaerobica del carbonio organico dei corpi sotterrati.
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/7d/85/b3/ME13GC3A_t.jpg
Ad ogni modo, nonostante le nostre ansiose aspettative, non vedemmo alitare dal sottosuolo neanche la più flebile fiammella, di nessun colore; nè sentimmo bisbigliare nessuno da sottoterra.
Per cui, all'alba, tornammo in albergo alquanto delusi.

2)
Qualche anno dopo, un mio amico, che era andato a passare un week-end con la ragazza in un casolare di campagna di suo nonno, dalle parti di San Gregorio da Sassola, mi raccontò una storia singolare, corredata anche da una fotografia che aveva personalmente scattato.
Mentre stavano guardando un film in una TV portatile, di colpo il segnale, già molto scarso, cominciò ad essere disturbato in modo davvero anomalo; nel contempo sentirono come una folata d'aria gelida provenire alla loro spalle, dal lato del camino (spento).
Voltatisi verso il camino, videro una sfera fluorescente ondeggiare in aria, e, naturalmente, si "spaventarono" alquanto; per cui uscirono frettolosamente dal casolare (per non dire che scapparono a gambe levate), e andarono a chiudersi in macchina, indecisi se partire e tornarsene a casa.
***
Ad un certo punto, però, il mio amico decise di dare ancora un'occhiata allo strano fenomeno, e, presa la macchina fotografica che aveva nel bagagliaio, tornò indietro per fotografarlo; non era neanche arrivato al casolare, quando vide che la strana sfera era uscita dalla porta, e si stava dirigendo verso un torrente lì vicino.
Fece appena in tempo a fotografarla, perchè, mentre cercava di superare il ruscello, la bolla luminescente svanì, misteriosamente, nell'aria.
***
Io vidi quella foto, la quale (ammesso che si possa definire un'"esperienza personale") trovò effettivamente riscontro in altre foto che vidi molti anni dopo; come, ad esempio, questa, che ho rintracciato adesso su INTERNET, che gli somiglia molto, e che, almeno "ad occhio", non mi sembra truccata.
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/7d/76/84/ME13GL5I_t.jpg
***
Il mio amico (che era comunque una persona degna di fede), restò convinto fino alla morte di aver fotografato un fantasma.
E, questo, per tre motivi:
a)
Suo padre diceva di aver visto anche lui dei fantasmi in quella casa.
b)
E' notorio che la presenza di fantasmi raffredda la temperatura circostante.
c)
E' parimenti noto che i fantasmi non possono passare sopra l'acqua.
***
Ho verificato che, effettivamente, i punti b) e c) ricorrono in molte storie di fantasmi; il che, però, secondo me, dimostra semplicemente che tali storie scaturiscono dal semplice travisamento delle rare manifestazioni dei cosiddetti "fulmini globulari".
E' vero che anche la natura di questi ultimi non è ancora molto chiara, tuttavia è certo:
- che si tratta di "fenomeni perfettamente naturali" (e non certo "paranormali");
- che si tratta di "fenomeni elettromagnetici" (o, quantomeno, di natura elettrica).
Ed infatti, anche in tal casi, si verifica un raffreddamento della temperatura ambientale; e, comunque, la circostanza che passando sul ruscello la sfera sia sparita, secondo me dimostra chiaramente che si trattava di un "fenomeno elettrico" (evidentemente la bolla era "andata a massa").

***
Queste due, a dire il vero, non furono mie esperienze dirette, ma, le prossime due sicuramente sì!
***

3)
Parecchi anni fa, d'estate, mentre dormivo da solo nella mia villetta di (semi)campagna, fui destato da una voce di bambino che invocava la "Mamma!"
Mi affacciai per guardare dalla finestra, che era aperta, ma ovviamente non potevo vedere molto, perchè era circa mezzanotte.
Inoltre dalla finestra io posso vedere solo il mio giardino, che è "pensile", e non la strada che è  "oltre" e più in basso (out of sight); e la voce, in effetti, sembrava provenire proprio dalla strada.
***
Il bambino gridò di nuovo "Mamma!", per cui mi sentii in dovere di uscire in strada a dare un'occhiata; ed infatti, non soccorrere un minore in difficoltà, soprattutto in piena notte, sarebbe stata una cosa davvero disdicevole (oltre che un reato, ai sensi dell'art. 593 del Codice Penale)
Ma, in strada, non c'era assolutamente nessuno!
Stavo rientrando in casa, quando sentii ripetere, monotonamente, la stessa invocazione; ma, questa volta, essa proveniva dal mio giardino.
Allora, munitomi di una torcia, mi misi a perlustrare il giardino, chiamandolo a mia volta; ma nessuno mi rispondeva, e, in effetti, anche nel giardino non c'era assolutamente nessuno.
***
Ammetto che la faccenda cominciava a rendermi un tantino "inquieto", perchè, pur non credendo minimamente nei fantasmi, non sapevo proprio cosa pensare.
Ed infatti:
a)
A quell'ora di notte, uno scherzo mi sembrava alquanto improbabile; e, per giunta, irrealizzabile, perchè nessuno è "invisibile" (a parte, ovviamente, i fantasmi).
b)
Vista la monotona ripetizione dell'invocazione, avevo anche pensato ad uno scherzo fatto con un registratore; però non riuscivo ad immaginare un registratore che, dalla strada, potesse arrampicarsi da solo nel mio giardino.
Inoltre, all'epoca, si distingueva facilmente la voce metallica di un registratore da una autentica voce umana.
c)
Vista la monotona ripetizione dell'invocazione, ho persino pensato che sarebbe potuto essere un pappagallo.
Però:
- io so riconoscere benissimo la voce è di un pappagallo, perchè ne ho avuti;
- inoltre non ho mai sentito un pappagallo con la voce di bambino, per giunta, con un accento milanese.
d)
Infine, rammentai che qualche anno prima, il bambino di una famiglia milanese, che abitava in una strada non lontana dalla mia, era morto investito da un auto guidata da un ubriaco.
***
A quel punto, rientrai in casa, sprangando bene la porta; ma quando udii distintamente la stessa voce provenire dal salotto alle mie spalle, mi si gelò davvero il sangue nelle vene.
Tuttavia, facendomi coraggio, armato di un bastone da passeggio (animato) che si trovava nel portaombrelli, irruppi eroicamente nella stanza.
Ed ecco che, davvero inaspettamente, vidi un essere che, in precedenza, non avevo mai visto in vita mia; e di cui , anzi, ignoravo completamente l'esistenza!
Un "merlo indiano"!
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/08/a9/81/ME13LIE8_t.jpg
***
Confesso la mia ignoranza, ma io ero convinto che l'unico uccello parlante fosse il pappagallo; la cui "pappagallesca" inflessione vocale mi era ben nota, e che avrei riconosciuto immediatamente.
Però non mi era mai capitato di avere a che fare con un "merlo indiano"; il quale (almeno quello) non aveva il benchè minimo accento "uccellesco", bensì imitava in modo davvero sorprendente la voce umana!
Perfino quella di un bambino di "etnia" milanese!
???
***
Poi, il giorno successivo, scoprii che l'uccello era fuggito da una villetta vicino alla mia, e, di notte, cercando di tornarvi, aveva sbagliato casa (sono tutte molto simili); la cosa strana è che in quella casa sono tutti romani come me, per cui non capisco come mai quel merlo avesse un accento milanese.
Però, a dire "Mamma", mi hanno detto che glielo avevano insegnato loro!

4)
Infine, ieri notte, ero davvero convinto di essere finalmente riuscito a fotografare un fantasma davvero "doc"!!!
***
Mi ero solitariamente appisolato in un angolo del giardino, quando il sole era appena tramontato; poi mi sono svegliato (a causa di un messaggio WHATSAPP), quando era già notte.
Però non era completamente buio, perchè un po' di luce dei lampioni della strada illumina sempre il mio giardino.
Alzatomi dalla sedia sdraio per rientrare in casa, la mia attenzione venne subitaneamente attratta da una tenua luce "palpitante" sotto la magnolia; avvicinatomi un po', a circa dieci metri di distanza, vicino al muro divisorio del giardino accanto, mi accorsi che si trattava di una nuvoletta luminescente e pulsante, che ondeggiava tranquillamente nell'aria come uno di quei fantasmini che si vedono nel film "Ghostbusters".
***
Mi avvicinai ancora, e scattai una foto!
La fotografia, scattata con il cellulare, però non rende assolutamente l'idea; ed infatti vi assicuro che, dal vivo, era una visione davvero impressionante
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/99/79/60/ME13LIFT_t.jpg
***
Avvicinatomi ancora, però, mi accorsi che non si trattava affatto di un fantasma, bensì di un naturalissimo fenomeno naturale; era  un nugolo di moscerini -evidentemente nella fase della formazione di uno sciame- reso luminescente dalla luce di un lampione!
Fino a circa 5/6 metri appariva come una nuvola compatta; solo avvicinandosi  di più ci si accorgeva che, invece, era un agglomerato di puntini luminescenti per luce riflessa.
Se non mi fossi avvicinato per verificare meglio, avrei anche potuto giurare di aver visto e fotografato un fantasma!
***
"There are more things in heaven and earth, Horatio, than are dreamt of in your parapsychology!"
***
:)
#3711

Ciao Alexander. :)
Visto che ne ho fotografato uno proprio ieri notte, mi hai convinto ad aprire un TOPIC autobiografico in cui racconterò tutte le esperienze che ho personalmente vissuto con i fantasmi (o presunti tali).
Un saluto! :)

#3712
Ciao Alexander. :)
Secondo me, tu confondi due aspetti relativi ai fenomeni paranormali:
- la prova che effettivamente si verifichino.
- una volta che si è riuscito a dimostrare che effettivamente si verificano, la spiegazione del "perchè" si verificano.
Sono due dimostrazioni diverse!
Ad esempio, se tu affermi di essere in grado di galleggiare nell'aria:
- per prima cosa mi devi dimostrare che sei effettivamente in grado di farlo (sotto il controllo di due prestigiatori);
- soltanto dopo, mi devi spiegare in che modo ci riesci (ponendo al vaglio di due scienziati la tua spiegazione).
***
Quanto alla solita scusa che il fenomeno paranormale non si ripete sempre in modo uguale o in modo prevedibile, ovvero controllabile in laboratorio, si tratta del classico espediente dei "mistificatori", per evitare di sottoporre i propri trucchi al vaglio di prestigiatori professionisti.
Molto comodo!
;)
Il famoso prestigiatore Randi, infatti, aveva istituito il "One million dollar Paranormal Challenge", cioè un premio di un milione di dollari messo in palio per chiunque fosse in grado di mostrare un fenomeno paranormale di qualunque tipo, però sotto il suo controllo; in trenta anni, non si è presentato nessuno anche solo per cercare di ritirare il premio.
***
Evviva San Tommaso!!!
***
Quanto alla mia ricostruzione della morte di Elisa Lam,  ovviamente, non sono affatto certo che sia davvero quella esatta; mi sembra soltanto la più plausibile.
***
Quanto alle "allucinazioni", neanche io sono uno psichiatra, però posso riferirti una esperienza diretta, che mi è stata personalmente riferita da un amico di mia figlia; il quale, pur soffrendo di "disturbo bipolare", è però un individuo assolutamente razionale.
Tempo fa, mentre di notte si trovava a transitare, solitariamente, su Ponte Sant'Angelo (il magnifico ponte pedonale davanti Castel Sant'angelo), ebbe come l'impressione di essere seguito; si voltò, e vide due sinistri figuri, vestiti di nero e incappucciati, che lo seguivano.
Però si accorse che camminavano a mezzo metro dal selciato del ponte, per cui comprese che si trattava di una semplice allucinazione; ed infatti l'amico di mia figlia è una persona "logica", la quale, pur soffrendo di "disturbo bipolare", in genere, è perfettamente in grado di distinguere una persona reale da un'allucinazione.
Mi ha però spiegato che, quando riduce troppo l'assunzione di "farmaci antipsicotici", la sua capacità di distinguere il reale dall'irreale si affievolisce; per cui apparizioni del genere innescano in lui irresistibili "impulsi di fuga", ovvero di "nascondimento".
Una volta mi raccontò che, in un caso analogo vicino a Piazza Navona, si era nascosto addirittura dentro un cassonetto dell'immondizia vuoto; dal quale uscì dopo quasi mezz'ora, quando la sua crisi psicotica si affievolì.
***
Comunque hai sicuramente ragione nel dire che, "di solito si tende troppo in fretta ad attribuire la colpa se si è in presenza di una qualche patologia, dipendenza o devianza; può essere vero nella maggior parte dei casi, ma non è detto che lo sia sempre."
Nel caso di Elisa Lam, però, la cosa era sicuramente vera, così come:
- documentalmente risultante dalla sua cartella clinica;
- testimonialmente dichiarato dalle sue "ex" compagne di stanza;
- dal suo comportamento bizzarro registrato dalla videocamera;
- dalle risultanze autoptiche, che hanno rivelato un "sottodosaggio"  dei suoi "farmaci antipsicotici".
Per cui ritengo altamente "probabile" che Elisa, nella cisterna, abbia visto un temporaneo rifugio per sottrarsi ai suoi immaginari inseguitori.
Ma, ovviamente, la mia è solo una "supposizione per esclusione"; in quanto le altre congetture mi sembrano tutte o impossibili o molto poco plausibili.
***
Quanto all'ascensore, è senz'altro possibile che si apra e si chiuda su piani diversi, perché la ragazza ha pigiato freneticamente molti tasti, prenotandolo.
***
Quanto agli UFO, a dire il vero,  gli scienziati della NASA non si sono mai sognati di definirli "fenomeni inspiegabili", bensì, soltanto, con riferimento a qualcuno di loro ""fenomeni tutt'ora non spiegati"; il che è una cosa completamente diversa!
In ogni caso, bada bene, che U.F.O- significa semplicemente "Unidentified Flying Object" ovvero "oggetto volante non identificato"; il che non implica minimamente che si tratti di extraterrestri, nè che si tratti di oggetti "non identificabili".
Non confondiamo le desinenze "ato" e "abile"!
***
Nel nostro sistema di monitoraggio aereospaziale, vengono definiti O.V.N.I.; la maggior parte dei quali, prima o poi, vengono sempre "identificati".
Ma ATTENZIONE!
Non è affatto detto che tutti quelli che restano  O.V.N.I. siano oggetti "misteriosi"; significa semplicemente che non sono stati identificati in modo sicuro.
Ad esempio, l'avvistamento AW651 del 14/5/2019, è rimasto classificato tra gli O.V.N.I., in quanto, dalle fotografie, non si è potuto accertare in modo sicuro:
- se si trattava di un pallone sonda;
- ovvero di un riflesso di luce.
Per cui, ripeto, non è affatto detto che tutti quelli che restano  O.V.N.I. siano oggetti "misteriosi"; significa semplicemente che non sono stati identificati in modo sicuro tra le varie ipotesi di identificazione possibili.
***
Ma al riguardo andrebbe aperto un TOPIC a parte, perchè gli UFO con Elisa Lam hanno molto poco a che vedere!
***
Un saluto! :)
***
#3713
Ciao Anthony :)
E' naturale che le spiegazioni di tipo paranormale risultano sempre le più stimolanti; però, se una mattina trovo il mio gatto morto in giardino, propendo a ipotizzare che sia morto di infarto o di indigestione, e non certo ucciso dal fantasma del cane del vicino.
Io mi faccio sempre la barba col "Rasoio di Occam"; è una mia abitudine!
;)
***
In ogni caso, se ci fossero delle prove convincenti circa l'esistenza  di spiriti sofferenti, che possano trasmettere la loro energia negativa, non mi rifiuterei certo di crederci "per principio"; il fatto è che non ho mai trovato uno straccio di prova al riguardo.
8)
***
Quanto al particolare della porta dell'ascensore che si apre e chiude da sola, se dovessi pensare che si tratta di una possessione diabolica, dovrei chiamare subito un prete per far esorcizzare il mio PC; a volte, infatti, ha dei comportamenti molto più strani di quell'ascensore.
???
***
Un caro saluto! :)
***
#3714

CONTINUA DA SOPRA
                                                      PUNTI OSCURI
Ciò premesso, però, fra i tanti "punti oscuri" del tutto immaginari, frutto della fervida fantasia dei "complottisti" (normali o paranormali che essi siano), un punto effettivamente "oscuro" della vicenda, o quantomeno "poco spiegabile", sussiste anche per me.
***
Ed infatti:
a)
Si sono costruite le teorie più fantasiose sulle tracce radioattive rintracciate sugli indumenti di alcuni partecipanti alla spedizione; ma si trattava proprio di quelli che lavoravano in un laboratorio atomico, per cui, di per sè, la cosa non risulta affatto sorprendente.
Soprattutto considerando che i Russi, in materia di precauzioni contro la contaminazione radioattiva, non si può certo dire che siano mai stati dei campioni!
Figuriamoci nel 1959!
b)
Però, dopo il "disseppelimento post-sovietico" dell'indagine, sembra che sia incontrovertibilmente venuto alla luce che la squadra di ricerca dei dispersi era dotata di rilevatori GEIGER; il che, secondo me, risulta alquanto singolare.
Ed infatti, come ho detto, io sono esperto di montagna quanto può esserlo una foca (zoppa); però mi sembra davvero strano che, se qualcuno si perde in montagna, lo si vada a ricercare portandosi dietro addirittura dei rilevatori GEIGER.
***
Per cui:
- se la circostanza sub a) (tracce radioattive rintracciate sugli indumenti), considerata a sè stante, non la trovo particolarmente sospetta;
- comincia però a sembrarmi un tantino sospetta se correlata alla circostanza sub b), e, cioè, che la squadra di ricerca dei dispersi era dotata di rilevatori GEIGER.
***
Puntualizzato questo, però, se mi chiedete che cosa possano significare tali concomitanti circostanze (ammesso che la concomitanza non sia del tutto casuale), sinceramente non saprei proprio cosa rispondervi; o meglio, forse potrei fare al riguardo delle illazioni di carattere, per così dire, "spionistico".
Ma, per i miei gusti, sarebbero un po' troppo "congetturali" e prive di riscontri concreti per proporvele; tanto più che escluderei che scambi di materiali e/o informazioni di carattere segreto, potessero ragionevolmente avvenire ad alta quota, in mezzo agli Urali.
Ovviamente, "tutto è possibile", ma sarei davvero curioso di sapere quale capo di servizio segreto sarebbe stato così matto da organizzare un così bizzarro "rendez-vous" spionistico; per giunta in equilibrio su un filo teso, per non lasciare impronte nella neve (visto che gli elicotteri, specie stranieri, sono da escludere in un caso del genere).
                                                                CONCLUSIONE
Concludendo, come avevo premesso, secondo me non si saprà mai con "certezza" quello che accadde veramente, nel 1959, nei pressi del cosiddetto "Passo Dyatlov"; ritengo, per i motivi da me esposti, che l'ipotesi più plausibile sia quella dei "venti catabatici", però non escludo affatto che alla catastrofe possano aver contribuito, quantomeno "incidentalmente", altri fattori.
O, addirittura, che, in quel tempo ormai remoto, e su quelle lontane montagne, si siano contestualmente verificate vicende parallele, senza alcuna connessione tra di loro; se non di carattere meramente "sincronico".
"Felix qui potuit rerum cognoscere causas!" (fortunato colui che ha potuto conoscere le cause -di queste- cose).

#3715
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                                 L'IPOTESI PIU' PLAUSIBILE
Escluse tali ipotesi (sia pure con cauto beneficio d'inventario), che cosa avrebbe quindi spinto i nove giovani a fuggire in tutta fretta dalla tenda, squarciandone una delle pareti?
Secondo me, l'unica altra ipotesi possibile è che fossero stati terrorizzati dal rischio di restarci sepolti dentro, sommersi dalla neve; la quale, probabilmente a causa di una slavina, aveva già occluso irrimediabilmente l'entrata.
Quindi, sondando tattilmente le varie pareti, hanno squarciato l'unica ancora libera dalla neve.
Tra l'altro, almeno basandomi sulla mia esperienza delle "tende militari" in uso ancora nel 1975, la cui cosiddetta "chiusura di sicurezza" era parecchio difficile aprire, non mi stupisce che per uscire in fretta dalla tenda abbiano preferito squarciarne una parete.
***
Una volta usciti dalla tenda, però, come sostenuto da un'altra teoria (che ritengo una della più plausibili):
- non solo si sono trovati a dover cercare un altro rifugio a circa 30 gradi sotto zero, sommariamente vestiti e senza scarpe;
- ma, per giunta, sono stati costretti a farlo sotto la sferza  di un cosiddetto "vento di discesa" proveniente dal crinale, il quale, molto probabilmente, li ha bombardarti non solo con la neve, ma anche con oggetti volanti contundenti di ogni genere e specie (soprattutto rami e pietre).
Secondo me, una volta usciti dalla tenda, il loro destino era comunque segnato!
***
Al riguardo, pur essendo io un "cittadino", esperto di montagna quanto può esserlo una foca, in un'occasione ho però avuto modo di sperimentare di persona (fortunatamente in "versione per bambini") cosa sia un cosiddetto "vento di discesa"; il cui nome mi fu rivelato, per la prima volta nella mia vita, dalla guida che mi accompagnava.
Potete farvene un'idea se, in pianura, avete mai assistito ad una "tromba d'aria"; ci somiglia molto, con la differenza, però, che oggetti di tutti i generi volano "in orizzontale", come proiettili sparati da un cannone impazzito!
L'unico modo saggio di affrontare un vento del genere, è evitare di affrontarlo!
***
Più recentemente, poi, ho scoperto che il "vento di discesa", viene metereologicamente definito "vento catabatico" (dal termine greco katabatikos, che significa "che va in discesa"); ed infatti, è un vento che soffia scendendo da un inclinazione topografica, come una collina, o una montagna, quale, appunto, il versante orientale del monte Cholatčachl.
Questo tipo di vento, particolarmente quando spira su una vasta area, viene talvolta chiamato anche "vento di caduta."
***
Al riguardo, quando si parla del "mistero irrisolto" del  "Passo di Dyatlov" del 1959, non si accenna mai al "mistero risolto" del "Passo di Anaris Mountain" del 1978, nel quale otto escursionisti svedesi restarono uccisi a causa in un "vento catabatico";  la topografia dei  luoghi era molto simile a quella del "Passo di Dyatlov" , e, così, anche le cause e le modalità di morte delle vittime.
In entrambi i casi, gli escursionisti erano in nove, con l'unica differenza che:
- i russi morirono tutti e nove;
- dei nove svedesi, uno si salvò (semiassiderato) e potè quindi raccontare quello che era accaduto.
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***
Per cui, tenendo conto di tale analogo evento, non è affatto da escludere che anche nel "Passo di Dyatlov", nel 1959,  un improvviso "vento catabatico" abbia reso impossibile rimanere nella tenda; per cui la linea d'azione più razionale era, appunto, che gli escursionisti cercassero riparo dietro il limite del bosco.
Come, appunto, hanno tentato di fare!
In cima alla tenda, c'era anche una torcia lasciata accesa, forse lasciata lì intenzionalmente in modo che gli escursionisti potessero ritrovare la strada per tornare alla tenda una volta che i venti si fossero placati; evitando, nel frattempo, il rischio di restare intrappolati in una tenda sepolta dalla neve o travolta dalla caduta di alberi e rami.
Probabilmente, dai resti ritrovati, sembra che i poveretti cercarono di costruire, alla meglio, due rifugi bivacco; uno dei quali è crollato, lasciando sepolti quattro degli escursionisti con le gravi ferite osservate.
***
Quanto alle "ferite", la stranezza delle quali ha dato luogo alle ipotesi più disparate e fantasiose, se le "autopsie" fossero state eseguite in modo più accurato, ortodosso e moderno, esse si sarebbero dovute distinguere quali:
- lesioni pre-mortem;
- lesioni peri-mortem;
- lesioni post-mortem.
Ma non sempre è stato fatto.
***
In ogni caso, in generale:
a)
Molti dei "traumi" riscontrati sui cadaveri erano stati provocati da impatti compatibili con l'urto di oggetti scagliati con violenza sugli escursionisti dal "vento catabatico" (rami ed altro); come, peraltro, accadde anche ad "Anaris Mountain" nel 1978.
Le gravi lesioni interne con costole spezzate, e le gravi fratture craniche riscontrate sui quattro precipitati nel burrone, invece, possono essere spiegate anche dalla caduta; ovvero da entrambe le cose
b)
Altre atroci lesioni riscontrate sui cadaveri, sono state sicuramente provocate "post mortem" dagli animali della foresta; generalmente, infatti, le condizioni in cui vengono trovati, dopo qualche giorno, i cadaveri insepolti  in un tranquillo boschetto o in un parco vicino l'abitato, non vengono molto "pubblicizzate", però non sono molto dissimili da quelle in cui sono stati ritrovati i cadaveri degli escursionisti russi (soprattutto per quanto riguarda l'asportazione delle parti molli del volto, quali occhi, naso, orecchie e lingua).
Questo, ad esempio, è il caso della Vasil'evič, che fu trovata senza lingua con una parte di mascella ed entrambi gli occhi mancanti; la sua foto, infatti, è molto simile a quella di un bambino morto pochi anni fa in un tranquillo bosco italiano (nel qual caso pare che siano intervenuti gli scoiattoli grigi, cioè la specie Sciurus Carolinensis).
Potrei riportare foto di casi analoghi, molto simili a quelli dei cadaveri russi; ma me ne astengo perchè sono troppo orribili (le une e le altre)!
c)
Le condizioni estreme dei luoghi (dilavamento delle acque, vento ecc.), hanno accentuato la "bizzaria" dei traumi e delle lesioni di cui ai punti a) e b), rendendole ancora più sorprendenti; almeno per un pubblico non molto esperto nel ritrovamento di cadaveri insepolti in zone selvagge.
***
Quanto alla circostanza che alcuni corpi morti per ipotermia come quelli di Jurij Nikolaevič Dorošenko e di Jurij Alekseevič Krivoniščenko), indossassero solamente la biancheria intima, questo si spiega in due modi, a seconda che gli indumenti siano stati ritrovati al loro fianco o meno (circostanza che non ho trovato sempre specificata):
a)
Se sono stati ritrovati al loro fianco, evidentemente, se li sono tolti da soli,   per il noto fenomeno "psicofisiologico" denominato  "paradoxical undressing" (spogliamento paradossale), che si registra in alcuni casi nei quali le persone che stanno morendo per ipotermia tendono a svestirsi; fenomeno che, molto probabilmente, si è verificato anche nel caso di Elisa Lam.
b)
Se, invece, non sono stati ritrovati al loro fianco, i casi sono due:
- o per la fretta li avevano lasciati nella tenda (circostanza alquanto improbabile);
- oppure sono stati tolti loro dai compagni, dopo che erano morti, per proteggersi meglio dal freddo (circostanza molto più probabile, e che, in taluni casi, risultò oggettivamente comprovata).
***
C'è da aggiungere che alcuni particolari sono stati:
- o del tutto inventati;
- ovvero riportati in modo distorto, per "sensazionalizzare" ancora di più la vicenda.
I "bufalari", purtroppo, sono gli animali "necrofagi" più agguerriti!

SEGUE

#3716

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                                          INTERPRETAZIONE DEI FATTI
Al riguardo, secondo me occorre in primo luogo focalizzare l'attenzione sui tre "step" principali della triste vicenda; i quali, secondo me,  non sono sempre stati analizzati con la necessaria ponderazione.
1)
I nove giovani, per raggiungere il luogo dove poi piantarono la tenda, utilizzarono una tecnica abbastanza comune in montagna:  procedettero in fila indiana con un uomo che batteva il terreno (o meglio, la neve), prima dell'avanzata degli altri.
2)
Una volta nella tenda, dopo qualche tempo, accadde qualcosa che li spinse a fuggirne via in tutta fretta, ma non dal sua regolare apertura, bensì aprendo un varco in una parete con il coltello; e lo fecero con tanta urgenza, che alcuni di loro non fecero neanche in tempo a infilarsi gli scarponi, e, così, uscirono nella neve addirittura a piedi nudi (o meglio, soltanto con i calzettoni), o, secondo alcune ricostruzioni, persino in mutande.
3)
Una volta usciti dalla tenda, però non fuggirono affatto via in "ordine sparso", come sarebbe stato naturale nel  caso di un'"aggressione" da parte di qualcuno, bensì si incamminarono in fila indiana, in direzione del bosco; peraltro, dalle impronte che ho visto in fotografia, a me non sembra neanche che corressero (anche perchè correre in fila indiana è un po' difficile).
***
Secondo alcune teorie, invece, i nove giovani sarebbero stati aggrediti e poi uccisi:
- dai membri di una tribù di Mansi che aveva il villaggio nelle vicinanze;
- oppure da alcuni delinquenti evasi da un Gulag distante un centinaio di chilometri;
- oppure da militari sovietici, che avevano una base non troppo distante.
***
Tutte e tre le ipotesi, secondo me, non hanno il benchè minimo fondamento, in quanto non sono suffragate da alcuna prova o indizio circostanziale; salvo, forse, il ritrovamento nella tenda di una sciarpa militare, la quale, però, poteva benissimo appartenere ad una delle vittime (non era raro che ciò accadesse).
***
Secondo me, invece:
a)
Sussistono "prove negative" che escludono una aggressione da parte di "chicchessia"; orsi e Yeti compresi!
Ed infatti, se così fosse stato, nella neve, oltre a quelle delle vittime, si sarebbero dovute trovare anche le impronte degli aggressori; le quali impronte, invece, risultarono del tutto assenti.
Peraltro, se ci fossero state, sarebbe stato impossibile cancellarle, perchè la neve era troppo alta; ogni impronta, infatti, avrebbe costituito un profondo buco da riempire, scavando necessariamente un altro buco al suo fianco.
b)
L'ipotesi di un attacco dall'aria, per mezzo di un elicottero, è altrettanto da escludere, perchè la bufera non lo avrebbe assolutamente consentito; soprattutto considerando l'arcaicità degli elicotteri dell'epoca.
Inoltre un elicottero non avrebbe mai potuto seguire i fuggiaschi rifugiatisi nel bosco, perchè gli alberi erano troppo alti.
c)
Inoltre i nove ragazzi sono usciti in fretta e furia dalla tenda, evidentemente a causa di un grave pericolo incombente "all'interno" della tenda stessa; ma poi se ne sono allontanati in fila indiana, il che è incompatibile con l'ipotesi di un'aggressione "esterna", perchè, in tal caso, sarebbero fuggiti in ordine sparso (e molto più in fretta).
d)
Allontanandosi in fila indiana, sono morti un po' alla volta lungo il percorso, sei membri del gruppo per ipotermia, mentre gli altri tre per una combinazione di ipotermia e traumi fatali, come meglio spiegato sopra; nel caso di un'aggressione, invece, la "statistica delle cause di morte", e le sue modalità, sarebbero state ben differenti.
***
Secondo me, il principale punto da chiarire è quello b); cioè, per quale motivo sono fuggiti con tale fretta e furia dalla tenda, lacerandone col coltello una parete?
***
Al riguardo ci sono tre teorie:
1)
Sarebbe scoppiato improvvisamente un incendio all'interno della tenda, il quale, essendosi sviluppato davanti alla porta di uscita, avrebbe loro impedito di accedervi.
Tale ipotesi, però, incontra due ostacoli:
- la stufetta portatile è stata trovata ancora imballata;
- non risultano tracce di incendio all'interno della tenda.
Tuttavia il cadavere di Doroshenko presentava  ustioni sul piede destro e la tempia destra, mentre quello di  Krivonischenko aveva ustioni alla gamba sinistra e al piede sinistro, per cui l'ipotesi dell'incendio non si può escludere del tutto; sebbene, visto che non risultanto tracce di incendio all'interno della tenda, è più probabile che si siano bruciati cercando di scaldarsi accanto ad un fuoco di fortuna acceso all'esterno della tenda.
2)
A seguito dell'uso di droghe, qualcuno potrebbe essere impazzito all'interno della tenda, ed avrebbe aggredito gli altri, costringendoli a fuggire; il che risulterebbe avvalorato da alcuni presunti indizi di "rissa" (ad esempio, una delle vittime aveva le nocche della mano destra abrase, come se avesse dato un pugno a qualcuno).
Anche tale ipotesi, però, incontra due ostacoli:
- perchè non sono fuggiti dalla porta?
- perchè non sono fuggiti in ordine sparso (morendo invece, un po' alla volta in fila indiana)?
3)
Sarebbero impazziti tutti, per uso di droghe o per altro motivo, per cui sarebbero irrazionalmente fuggiti da uno squarcio della tenda invece che dalla porta.
Anche tale ipotesi, però, incontra due ostacoli:
- dalle indagini autoptiche non sembra che avessero assunto droghe;
- il loro comportamento una volta usciti dalla tenda risulta essere stato del tutto razionale.
4)
Infine, secondo le teorie dell'aggressione esterna, accorgendosi che qualcuno cercava violentemente di forzare l'entrata, sarebbero tutti fuggiti da uno squarcio nella parete.
Però, come ho detto sopra, l'ipotesi di un'aggressione da parte di esseri umani o animali feroci:
- non risulta comprovata da alcun indizio o prova circostanziale;
- risulta invece smentita dagli indizi e e dalle prove circostanziali  riscontrati sul luogo.

SEGUE

#3717
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                                                                  I FATTI
A fine gennaio del 1959, dieci giovani decisero di recarsi fino a Vizhai, nella provincia settentrionale di Sverdlovsk, negli Urali del Nord, per cimentarsi nella salita del monte Otorten.
La squadra di escursionisti, era composta:
- dal capospedizione Igor Alekseevič Djatlov (dal quale prese poi nome il passo);
- dal maestro di sci Aleksandr Aleksandrovič Zolotarëv;
- da tre ingegneri nuclerari: Rustem Vladimirovič Slobodin, Jurij Alekseevič Krivoniščenko, Nikolaj Vasil'evič Thibeaux–Brignolles;
- da cinque studenti: Jurij Nikolaevič Dorošenko, Zinaida Alekseevna Kolmogorova, Ljudmila Aleksandrovna Dubinina, Aleksandr Sergeevič Kolevatov, Jurij Efimovič Judin.
Di tutti costoro si salvò solo quest'ultimo, in quanto all'ultimo momento, rinunciò all'impresa.
Gli altri morirono tutti, dal primo all'ultimo, in circostanze alquanto misteriose.
***
La squadra, ridotta a nove (dei "dieci indiani"), iniziò la scalata il 27 gennaio e per cinque giorni procedette in fila indiana, fino a raggiungere, il primo febbraio,  il cosiddetto "Passo Dyatlov"; dove, come risulta anche dai loro diari, era previsto che si accampassero sulle pendici meridionali della montagna.
Però, sempre stando ai loro diari, una terribile tempesta di neve li indusse, alla fine, a posizionare il campo verso Ovest ai piedi del monte Cholatčachl; laddove piantarono la loro tenda.
***
Quasi tutti coloro che trattano la vicenda, per fare maggior sensazione, traducono "Cholatčachl'" con "Montagna dei Morti" ovvero "Montagna della Morte" conferendo così al luogo una fama sinistra;  però, in effetti, il vero nome sarebbe "Cholat Sjachyl", che, in lingua russa, vuol dire semplicemente "Montagna Morta" (Холатчахль o Холат-Сяхыл), nel senso che è un luogo completamente deserto.
Ma di questo non sono sicuro, perchè si tratta di un russo contaminato dalla lingua "Mansi"; costoro costuiscono un primitivo gruppo etnico indigeno della Russia, che parla una lingua appartenente al sottogruppo "obugrico" della famiglia linguistica uralica.
***
Ma, tornando alla nostra vicenda, l'errore dei nove giovani fu di installare la tenda, alle ore 17 del pomeriggio, sopra un pendio ghiacciato e non nel bosco, che distava poche centinaia di metri; laddove certamente avrebbero trovato un maggior riparo dalle intemperie.
Non si capisce proprio come il capospedizione Igor Alekseevič Djatlov abbia potuto consentire al gruppo una simile sciocchezza!
***
Altra sciocchezza commessa, fu che non si erano portati dietro una radio ad onde corte, per non appesantire il loro bagaglio; in tal modo, però, si trovarono completamente isolati, e impossibilitati a chiedere soccorso.
Fino al giorno di San Valentino, nessuno si preoccupò, perchè Djatlov, aveva detto ai familiari che li avrebbe contattati con un telegramma per avvisarli del loro rientro nei giorni tra il 10 e il 14 febbraio; non prima di tale data.
Però, visto che tale messaggio non arrivò mai,  i genitori dei nove giovani  decisero di avvisare le autorità della scomparsa dei loro figli; per cui,  il 20 febbraio una numerosa squadra composta da polizia, esercito, studenti e insegnati del Politecnico si mosse verso gli Urali con la speranza di poter trovare in vita almeno qualcuno degli escursionisti.
Quando il tempo lo consentì (non prima), si ricorse anche all'intervento di elicotteri ed aerei oltre alle squadre di terra; ma le prime tracce del gruppo furono rinvenute solo il 26 febbraio.
- una tenda vuota, in parte lacerata con un coltello;
- le impronte di tutti e nove, che, in fila indiana, dalla tenda si dirigevano verso il bosco (nessuna altra impronta, umana, animale, o extraterrestre).
***
Le impronte nella neve proseguivano per circa cinquecento metri, per finire, come prima tappa, sotto a un grande albero; dove i soccorritori trovarono le tracce di un fuoco e i corpi di Jurij Nikolaevič Dorošenko e Jurij Alekseevič Krivoniščenko, morti per ipotermia, e che indossavano solamente la biancheria intima.
Al riguardo, dai resoconti a cui ho avuto modo di accedere, non è chiaro se i loro abiti fossero deposti vicino ai corpi, oppure no; ma questo è un punto che esamineremo più avanti.
***
I corpi di Igor Alekseevič Djatlov, Zinaida Alekseevna Kolmogorova, Rustem Vladimirovič Slobodin furono ritrovati poco dopo nello spazio compreso tra l'albero e il campo base; come se stessero cercando di tornare indietro.
***
I corpi di Nikolaj Vasil'evič Thibeaux-Brignolles, Aleksandr Aleksandrovič Zolotarëv, Ljudmila Aleksandrovna Dubinina e Aleksandr Sergeevič Kolevatov furono ritrovati molto più tardi, sotto due metri di neve in un burrone all'interno del bosco, nel quale erano evidentemente precipitati; ovvero in cui avevano disperatamente cercato di trovare rifugio, e parte del quale era poi crollato loro addosso.
Il ritrovamento dei corpi fu più arduo, perchè, a causa della tempesta di vento, le impronte lasciate dai fuggiaschi nel bosco erano state in gran parte ricoperte dalla neve scrollata dai rami.
***
Questi ultimi quattro ritrovamenti, a differenza dei primi in cui era quasi certa la morte per ipotermia (nonostante Slobodin avesse una leggera frattura cranica), mostravano gravi lesioni interne con costole spezzate, gravi fratture craniche e, addirittura;  Vasil'evič fu trovata senza lingua con una parte di mascella ed entrambi gli occhi mancanti.
Ma anche questo è un punto che esamineremo e cercheremo di spiegare più avanti.
***
Alcuni degli indumenti recuperati presentavano un elevato livello di radioattività; ma anche questo è un punto che esamineremo e cercheremo di spiegare più avanti.

                                                                     SEGUE
#3718
                                                   PREMESSA
Il caso del "Passo di Dyatlov", che ha preso il nome da uno di quegli sventurati che ci hanno lasciato la pelle (in realtà avvenne sul versante orientale del monte Cholatčachl, negli Urali settentrionali), è molto più complicato di quello di Elisa Lan.
E, questo, soprattutto perchè:
- è ormai passato troppo tempo dal 1959;
- all'epoca le tecniche di indagine, soprattutto quelle autoptiche, erano alquanto rozze (soprattutto in Russia);
- le autorità sovietiche erano maestre nell'avvolgere  in fitte cortine fumogene gli eventi spiacevoli che accadevano da quelle parti (e nel confondere le acque per chi volesse indagare al riguardo).
- dopo il crollo dell'URSS, quando la vicenda potè tornare sotto la piena luce dei riflettori, molti particolari vennero eccessivamente enfatizzati o distorti per rendere più appetibile la storia al pubblico occidentale (soprattutto quello composto da "complottisti", "ufologi", e "paranormalisti").
***
Comunque, effettivamente, la vicenda presenta tanti e tali dettagli strani e singolari (ammesso che siano tutti veri), che, secondo me, volerli spiegare e far combaciare tutti, è quasi impossibile!
Per cui, pur non avendo io la benchè minima pretesa di avere la soluzione dell'enigma, vorrei però prospettarvi una mia personale "ipotesi" di lavoro, che vale quanto (e forse molto meno) di tante altre teorie al riguardo.
Però, anche in questo caso, ci ho messo un "briciolo" di esperienza personale, sebbene molto marginale; il che mi ha indotto ad inserire il presente topic in questo settore.

SEGUE
#3719
Ciao Inverno! :)
Mi fa davvero piacere che tu abbia trovato interessante il caso e piacevole la lettura; come io mi sono sforzato di renderla, sebbene non fosse cosa facile.
Quanto all'incidente del passo Dyatlov, a dire il vero, non ne so moltissimo; ma non posso esimermi dal soddisfare (come meglio posso) i tuoi desideri.
Per cui penso che aprirò a breve un topic anche su tale argomento.
Un caro saluto! :)

#3720
P.S.
Un'altra spiegazione del motivo per il quale Elisa Lam si è spogliata completamente, mentre era nella cisterna, può essere individuato nel singolare fenomeno denominato  "paradoxical undressing" (spogliamento paradossale), che si registra in alcuni casi nei quali le persone che stanno morendo per ipotermia tendono a svestirsi.
:(