Recentemente, si è tornato a parlare della famosa vicenda secondo la quale il nome della via in cui Aldo Moro era tenuto prigioniero dalle Brigate Rosse, sarebbe stato rivelato durante una seduta spiritica a cui partecipò anche Romano Prodi; ma, nonostante questo, Moro non venne comunque salvato.
I FATTI
I fatti possono essere così sintetizzati:
1)
Il 3 aprile 1978, un gruppo di professori universitari della DC, tra cui l'ex Presidente del Consiglio Romano Prodi, in un casolare di campagna, si dedicarono alla classica "seduta spiritica del bicchierino".
Come funziona tale (presunta) forma di evocazione degli spiriti, ormai, è noto (quasi) a tutti; si mettono le lettere dell'alfabeto in cerchio sul tavolo e, in mezzo, un bicchiere di vetro molto leggero, sul quale i partecipanti posano le dita.
Dopo un certo periodo di concentrazione, si evoca lo spirito di un defunto; il quale, se al momento non ha niente di meglio da fare, acconsente benevolmente a rispondere alle domande dei presenti, spingendo il bicchiere sulle lettere per comporre delle frasi di risposta.
Da ragazzo, è un gioco che ho fatto anch'io dozzine di volte!
2)
Poiché due settimane prima era stato rapito Aldo Moro, gli astanti chiesero allo spirito evocato: "Dov'è Moro? Come si chiama il paese, il luogo in cui è? E' vivo o morto?"
Lo "spirito" (resta ancora da accertare se appartenente a una persona viva o a una morta) spinse allora il bicchierino a formare, confusamente, le seguenti parole: "Bolsena, Viterbo, Gradoli".
3)
Prodi segnalò la vicenda al criminologo Balloni, che ne riferì al vicequestore Umberto Jovine; poi ne parlò anche con Umberto Cavina, segretario di Zaccagnini, e con il ministro Andreatta.
4)
Il 6 aprile, sulla base di tali segnalazioni, il capo della polizia ordinò di perquisire la località di Gradoli, in provincia di Viterbo; ed infatti, poichè lo "spirito" aveva parlato sia di "Gradoli" sia di "Viterbo", la polizia pensò che le due indicazioni fossero geograficamente correlate.
Un rastrellamento a tappeto dell'esercito in quella zona, però, non ebbe alcun esito!
5)
Come si sa, poi, in "Via Gradoli" a Roma sarà ritrovato un rifugio delle BR; usato, "forse", anche come uno dei nascondigli provvisori per Moro.
LE INTERPRETAZIONI DEI FATTI
I fatti possono essere così interpretati:
- secondo alcuni si tratta di una prova che le comunicazioni con l'aldilà funzionano e che gli spiriti veramente comunicarono un indirizzo che nessuno poteva conoscere;
- secondo altri, tra cui il senatore Giulio Andreotti, la storia della seduta spiritica era una "balla", e fu inventata solamente per coprire gli informatori di Prodi e dei suoi amici;
- secondo altri ancora, infine, Prodi e i suoi amici erano tutti in buona fede, meno uno, il quale, durante la seduta, indirizzò il bicchiere dove voleva lui.
***
Nel caso in questione, dal Doc. XXIII, n. 64, volume primo, tomo VI, estratto dalle comunicazioni dei servizi segreti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia, troviamo che qualche giorno "prima" della "presunta" seduta spiritica, alcuni informatori accompagnarono Benito Cazora a fare un giro in macchina, e poi fermatisi in via Gradoli, e gli dissero: "Questo è il posto!".
A dire il vero, in realtà, Aldo Moro non si trovava affatto recluso lì (o, almeno, non più), però vi alloggiava Mario Moretti; cioè il principale responsabile della pianificazione e dell'esecuzione del rapimento di Aldo Moro, nonchè l'esecutore materiale del suo assassinio.
***
Inoltre, il capitano del SID (i Servizi Informazioni della Difesa di allora) Antonio Labruna rivelò più tardi che, prima della famosa seduta, un tale Mario Puccinelli, da Francoforte, gli telefonò per dirgli che "in via Gradoli, a Roma, c è chi ha rapito Moro".
***
Pertanto, la prima teoria non può reggere, in quanto i presunti spiriti dei "morti" comunicarono a Prodi e compagnia un indirizzo che era già perfettamente a conoscenza di non pochi "vivi"; i quali (almeno in teoria) stavano anch'essi cercando la prigione di Moro!
***
Però, sebbene le ricerche di Moro vennero dirette non già nella strada romana di Via Gradoli, bensì nel paese di Gradoli, poichè esse vennero ampiamente pubblicizzate, Moretti apprese in TV che il suo covo stava per essere scoperto; ed infatti, anche se, per il momento, la polizia aveva preso "fischi per fiaschi", Moretti capì che, prima o poi, sarebbero venuti pure a casa sua.
Quindi "prese l'erba fumaria" e cambiò aria!
***
CONCLUSIONE
Ormai Cazora, Puccinelli e Labruna sono tutti morti; quindi, per sapere chi fu dei "vivi" di allora a tirar fuori gli indizi geografici sulla prigione di Moro durante la seduta di allora, bisognerebbe fare un'altra seduta spiritica per interrogarli, adesso, da "morti"!
I FATTI
I fatti possono essere così sintetizzati:
1)
Il 3 aprile 1978, un gruppo di professori universitari della DC, tra cui l'ex Presidente del Consiglio Romano Prodi, in un casolare di campagna, si dedicarono alla classica "seduta spiritica del bicchierino".
Come funziona tale (presunta) forma di evocazione degli spiriti, ormai, è noto (quasi) a tutti; si mettono le lettere dell'alfabeto in cerchio sul tavolo e, in mezzo, un bicchiere di vetro molto leggero, sul quale i partecipanti posano le dita.
Dopo un certo periodo di concentrazione, si evoca lo spirito di un defunto; il quale, se al momento non ha niente di meglio da fare, acconsente benevolmente a rispondere alle domande dei presenti, spingendo il bicchiere sulle lettere per comporre delle frasi di risposta.
Da ragazzo, è un gioco che ho fatto anch'io dozzine di volte!
2)
Poiché due settimane prima era stato rapito Aldo Moro, gli astanti chiesero allo spirito evocato: "Dov'è Moro? Come si chiama il paese, il luogo in cui è? E' vivo o morto?"
Lo "spirito" (resta ancora da accertare se appartenente a una persona viva o a una morta) spinse allora il bicchierino a formare, confusamente, le seguenti parole: "Bolsena, Viterbo, Gradoli".
3)
Prodi segnalò la vicenda al criminologo Balloni, che ne riferì al vicequestore Umberto Jovine; poi ne parlò anche con Umberto Cavina, segretario di Zaccagnini, e con il ministro Andreatta.
4)
Il 6 aprile, sulla base di tali segnalazioni, il capo della polizia ordinò di perquisire la località di Gradoli, in provincia di Viterbo; ed infatti, poichè lo "spirito" aveva parlato sia di "Gradoli" sia di "Viterbo", la polizia pensò che le due indicazioni fossero geograficamente correlate.
Un rastrellamento a tappeto dell'esercito in quella zona, però, non ebbe alcun esito!
5)
Come si sa, poi, in "Via Gradoli" a Roma sarà ritrovato un rifugio delle BR; usato, "forse", anche come uno dei nascondigli provvisori per Moro.
LE INTERPRETAZIONI DEI FATTI
I fatti possono essere così interpretati:
- secondo alcuni si tratta di una prova che le comunicazioni con l'aldilà funzionano e che gli spiriti veramente comunicarono un indirizzo che nessuno poteva conoscere;
- secondo altri, tra cui il senatore Giulio Andreotti, la storia della seduta spiritica era una "balla", e fu inventata solamente per coprire gli informatori di Prodi e dei suoi amici;
- secondo altri ancora, infine, Prodi e i suoi amici erano tutti in buona fede, meno uno, il quale, durante la seduta, indirizzò il bicchiere dove voleva lui.
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Nel caso in questione, dal Doc. XXIII, n. 64, volume primo, tomo VI, estratto dalle comunicazioni dei servizi segreti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia, troviamo che qualche giorno "prima" della "presunta" seduta spiritica, alcuni informatori accompagnarono Benito Cazora a fare un giro in macchina, e poi fermatisi in via Gradoli, e gli dissero: "Questo è il posto!".
A dire il vero, in realtà, Aldo Moro non si trovava affatto recluso lì (o, almeno, non più), però vi alloggiava Mario Moretti; cioè il principale responsabile della pianificazione e dell'esecuzione del rapimento di Aldo Moro, nonchè l'esecutore materiale del suo assassinio.
***
Inoltre, il capitano del SID (i Servizi Informazioni della Difesa di allora) Antonio Labruna rivelò più tardi che, prima della famosa seduta, un tale Mario Puccinelli, da Francoforte, gli telefonò per dirgli che "in via Gradoli, a Roma, c è chi ha rapito Moro".
***
Pertanto, la prima teoria non può reggere, in quanto i presunti spiriti dei "morti" comunicarono a Prodi e compagnia un indirizzo che era già perfettamente a conoscenza di non pochi "vivi"; i quali (almeno in teoria) stavano anch'essi cercando la prigione di Moro!
***
Però, sebbene le ricerche di Moro vennero dirette non già nella strada romana di Via Gradoli, bensì nel paese di Gradoli, poichè esse vennero ampiamente pubblicizzate, Moretti apprese in TV che il suo covo stava per essere scoperto; ed infatti, anche se, per il momento, la polizia aveva preso "fischi per fiaschi", Moretti capì che, prima o poi, sarebbero venuti pure a casa sua.
Quindi "prese l'erba fumaria" e cambiò aria!
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CONCLUSIONE
Ormai Cazora, Puccinelli e Labruna sono tutti morti; quindi, per sapere chi fu dei "vivi" di allora a tirar fuori gli indizi geografici sulla prigione di Moro durante la seduta di allora, bisognerebbe fare un'altra seduta spiritica per interrogarli, adesso, da "morti"!
