Vedo che, in generale, siete andati quasi tutti un po' O.T., in quanto, nel caso di specie, non si trattava tanto del merito del DDL ZAN (sul quale avevo già aperto un apposito TOPIC), nè della sua compatibilità o meno con la morale cattolica, quanto, piuttosto, di una questione giuridica di "diritto internazionale".
Era quello il "tema" del mio TOPIC.
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Ed infatti, originariamente, il Vaticano aveva chiesto per via diplomatica al governo italiano "una diversa modulazione del disegno di legge sull'omotransfobia"; e, al riguardo, era stato precisato che "alcuni contenuti attuali della proposta legislativa del disegno di legge contro l'omotransfobia, all'esame del senato, 'riducono la libertà garantita alla chiesa cattolica' in tema di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale, ovvero quelle libertà sancite dall'articolo 2, ai commi 1 e 3 dell'accordo di revisione del concordato del 1984".
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Al riguardo, a prescindere dal fatto che si tratta di una colossale BALLA (per non dire peggio), perchè nel DDL ZAN non c'è niente di tutto questo, si tratta di una inaccettabile intromissione nella libertà di uno Stato Sovrano di discutere e varare le leggi che ritiene più opportune!
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Ed infatti:
1)
Innanzittutto, in sede di promulgazione di una qualsiasi legge, esiste un "controllo preventivo di legittimità costituzionale" della stessa, per cui, se il Presidente della Repubblica dovesse rilevare una possibile violazione dell'art. 117 della Costituzione I° comma, il quale, nella nuova formulazione introdotta con la L. cost. n. 3 /2001, dispone che l'esercizio della potestà legislativa dello Stato e delle Regioni è condizionata dal "rispetto degli obblighi internazionali", rinvierebbe senz'altro la legge in Parlamento per un riesame della stessa.
2)
Se, nonostante tale "controllo preventivo interno", a giudizio del Vaticano le norme del Concordato dovessero risultare violate da una legge regolarmente emanata dal Parlamento Italiano, il Vaticano stesso dovrebbe ricorrere alle procedure giurisdizionali internazionali volte a dirimere le controversie giuridiche concernenti la violazione dei trattati.
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Ma un invito, da parte del Vaticano, a "rimodulare" un DDL in base ai "desiderata" d'Oltretevere, non è assolutamente accettabile.
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Rendendosi conto di tale imperdonabile "gaffe" diplomatica, il Segretario di Stato Vaticano ha fatto un po' marcia indietro, assicurando che non era affatto sua intenzione di "bloccare la legge" (bontà sua), bensì soltanto di averne una interpretazione che non ledesse i privilegi concordatari della Chiesa.
Be', che tale interpretazione la chiedessero ai loro avvocati, e che la smettessero di intromettersi nell'"iter legislativo" di uno Stato che (almeno in teoria) dovrebbe considerarsi laico e indipendente!
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Un saluto a tutti!
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Era quello il "tema" del mio TOPIC.
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Ed infatti, originariamente, il Vaticano aveva chiesto per via diplomatica al governo italiano "una diversa modulazione del disegno di legge sull'omotransfobia"; e, al riguardo, era stato precisato che "alcuni contenuti attuali della proposta legislativa del disegno di legge contro l'omotransfobia, all'esame del senato, 'riducono la libertà garantita alla chiesa cattolica' in tema di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale, ovvero quelle libertà sancite dall'articolo 2, ai commi 1 e 3 dell'accordo di revisione del concordato del 1984".
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Al riguardo, a prescindere dal fatto che si tratta di una colossale BALLA (per non dire peggio), perchè nel DDL ZAN non c'è niente di tutto questo, si tratta di una inaccettabile intromissione nella libertà di uno Stato Sovrano di discutere e varare le leggi che ritiene più opportune!
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Ed infatti:
1)
Innanzittutto, in sede di promulgazione di una qualsiasi legge, esiste un "controllo preventivo di legittimità costituzionale" della stessa, per cui, se il Presidente della Repubblica dovesse rilevare una possibile violazione dell'art. 117 della Costituzione I° comma, il quale, nella nuova formulazione introdotta con la L. cost. n. 3 /2001, dispone che l'esercizio della potestà legislativa dello Stato e delle Regioni è condizionata dal "rispetto degli obblighi internazionali", rinvierebbe senz'altro la legge in Parlamento per un riesame della stessa.
2)
Se, nonostante tale "controllo preventivo interno", a giudizio del Vaticano le norme del Concordato dovessero risultare violate da una legge regolarmente emanata dal Parlamento Italiano, il Vaticano stesso dovrebbe ricorrere alle procedure giurisdizionali internazionali volte a dirimere le controversie giuridiche concernenti la violazione dei trattati.
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Ma un invito, da parte del Vaticano, a "rimodulare" un DDL in base ai "desiderata" d'Oltretevere, non è assolutamente accettabile.
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Rendendosi conto di tale imperdonabile "gaffe" diplomatica, il Segretario di Stato Vaticano ha fatto un po' marcia indietro, assicurando che non era affatto sua intenzione di "bloccare la legge" (bontà sua), bensì soltanto di averne una interpretazione che non ledesse i privilegi concordatari della Chiesa.
Be', che tale interpretazione la chiedessero ai loro avvocati, e che la smettessero di intromettersi nell'"iter legislativo" di uno Stato che (almeno in teoria) dovrebbe considerarsi laico e indipendente!
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Un saluto a tutti!

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