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Messaggi - giopap

#376
Tematiche Filosofiche / Re:Il pensiero
30 Marzo 2020, 10:09:02 AM
Citazione di: altamarea il 29 Marzo 2020, 21:41:08 PM
Giopap ha scritto
CitazioneDi certo il pensiero non si trova in alcuna scatola cranica


Come sarebbe a dire che il pensiero non  si trova in alcuna scatola cranica ?

Vedi la filosofia a che cosa conduce. Ci vuole più psicologia e neuroscienze, altro che filosofia.

Lo so, dicendo così nella tana dei leoni vengo sbranato. L'importante è far sentire in colpa i filosofi.

Nella scatola cranica c'è l'encefalo, che comprende anche il cervello, per comodità immaginato diviso in cervello e mente, quest'ultima è considerata essenza immateriale che interagisce con il cervello; sono in simbiosi. Hardware e software sono entrambi inutili e inerti se separati. La mente è l'elemento intermedio tra l'attività cerebrale e il comportamento del soggetto. La mente è il software.

Oltre la filosofia c'è la psicologia cognitiva e le neuroscienze che  spiegano anche cos'è il pensiero, considerato attività della mente.


Il pensiero può essere sia conscio che inconscio.

Le neuroscienze descrivono come la mente registra la realtà del mondo esterno.
La filosofia considera il pensiero qualcosa di astratto invece è energia.


Niente paura, anche se non tutti sono vegetariani, i filosofi non hanno mai sbranato nessuno scientista (é più facile che accada, comunque metaforicamente, il contrario)!


Mi piacerebbe sapere quale mai neurologo abbia osservato nel cranio, oltre al cervello (che si trova nella coscienza di chi lo osservi: in questo caso lo scienziato in questione), la coscienza; intendo dire la coscienza correttamente intesa non come generica e fumosa "essenza immateriale che interagisce con il cervello" (che é un oscuro costrutto deteriormente metafisico superato), nè come "funzionalità neurologica cerebrale" (potenziali d' azione, ecc.) o "elaborazione algoritmica di informazioni"  ("informazioni" in senso tecnico e non soggettivo fenomenologico; le quali sono tutt' altro che la coscienza fenomenica soggettiva, o "qualia"), ma invece come l' insieme - successione di esperienze fenomeniche che necessariamente coesiste non identificandovisi per nulla con tali funzionalità neurologiche ed elaborazioni algoritmiche (per esempio l' ascolto di musiche, la degustazione di cibi e vivande, la visione di opere d' arte figurativa, il pensiero di ragionamenti, sentimenti, ecc. che tramite nervi e muscoli il possessore del cervello in questione dice all' osservatore di vivere; e non vedo perché non gli si dovrebbe credere dal momento che anche l' osservatore ne vive di analoghe; ivi compresa l' osservazione del cervello in questione).

Le neuroscienze descrivono come il cervello reagisce alla realtà del mondo esterno, cosa che di per sé non ha nulla anche fare con la coscienza (a meno di credere all' esistenza di un "teatro cartesiano" o di un "fantasma nella macchina"); ma anche l'acqua che sul fornello acceso bolle reagisce in questo modo al raggiungimento nell' ambiente dei 100° centigradi di temperatura, eppure solo i pampsichisiti (per la cronaca il pampsichismo non é scienza ma filosofia) credono (infondatamente, arbitrariamente) ne abbia coscienza.

La filosofia (almeno se é una filosofia razionalistica e realistica) considera concretissimamente il pensiero; che non facendo parte del mondo fisico materiale (della res extensa) ma essendo una realtà di tutt' altra natura non é affatto energia.
#377
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia è metafisica
30 Marzo 2020, 09:40:23 AM
Citazione di: davintro il 29 Marzo 2020, 23:14:20 PM

le due opzioni non sono alternative separate, ma due aspetti convergenti che si implicano fra loro. Se il livello di certezza riguardo un giudizio è determinato dalla capacità della razionalità di addurre argomenti che corroborino la pretesa di oggettività, allora una verità apparirà tanto più certa quanto direttamente riconducibile a criteri logici autonomi da condizionamenti estrinseci in assenza dei quali questi criteri perderebbero la loro validità, smarrendo la loro capacità di fondare la verità del discorso. Dunque il massimo livello di certezza coincide con il carattere assolutistico del criterio di verità, perché arrivati al punto in cui un criterio si autolegittima, cioè si pone come dotato di validità assoluta, "sciolto dai legami", da vincoli nei confronti di ulteriori princìpi, possiamo riconoscerne la verità in modo certo, senza nessuna possibilità di errore, perché non esiste condizione in cui potrebbe venir meno. Per questo, non solo matematica e geometria, ma anche la metafisica consta di verità certe. Se parlare di certezza in campo metafisico ci appare così controintuitivo, per non dire di peggio, è perché si confonde la metafisica come disciplina in sé con la storia della metafisica, e stante l'infinita pluralità di posizioni diverse costituenti quest'ultima, si è indotti a pensare la metafisica come disciplina in sé come un campo in cui è impossibile pervenire ad alcun tipo di verità certa e condivisa. In realtà penso che la maggiore difficoltà nel riconoscere delle certezze nella metafisica rispetto alla matematica o alla geometria sia dato dal fatto che proprio l'assolutezza delle verità che la metafisica ricerca le rende estremamente più comprensive di tanti aspetti della realtà, e dell'esistenza umana, e dunque la ricerca finisce con l'accumulare molti più coinvolgimenti morali/sentimentali, per cui, mancando un dovuto distacco, la soggettività, del ricercatore offusca l'evidenza oggettiva delle verità in questione. Questo impedimento compromette di fatto il riconoscimento delle certezze metafisiche, ma non le invalida di principio, restano più o meno latenti, implicite nella nostra coscienza, al di là delle capacità riflessiva di esplicitarle in un discorso consapevole


Ma che le verità matematiche ("pure") e logiche siano certe é vero per definizione, trattandosi di giudizi analitici a priori.


Invece non vedo come ciò possa darsi (anche in linea di principio, a prescindere da tutti i "trabocchetti da eccessivo coinvolgimento emotivo" da te ricordati) delle verità metafisiche, che predicando sulla realtà di fatto e non su meri costrutti mentali e regole di deduzione arbitrariamente stabiliti (per definizione) deve avere prove anche empiriche a posteriori, per quanto indirette, circa la realtà di fatto e non solo costrutti arbitrari puramente mentali (che non vanno confusi con la metafisica, come a mio parere fa Viator).


Non solo, ma questa insuperabile dubitabilità di principio vale anche per la fisica (e in generale le scienze naturali).
Queste infatti si basano sull' esperienza, ma non si limitano ai dati immediati (particolari e concreti) di sensazione, ai quali personalmente attribuisco la stessa certezza dei giudizi analitici a priori (anche se il predicarli realmente accadere é giudizio sintetico a posteriori; ma circa evidenze empiriche immediate, non minimamente interpretate) E invece cercano nel mondo materiale naturale (fisico, non metafisico) "leggi" o modalità generali astratte del suo (postulato; ma mai dimostrabile) divenire regolare e non caotico, la cui verità poggia (assai instabilmente in linea teorica o di principio; diverso é il discorso sulla pratica) su dubitabilissime inferenze induttive (in ultima analisi; oltre che su ragionamenti deduttivi, abduttivi ed eventualmente di ulteriormente diversa natura).
#378
Tematiche Filosofiche / Re:Il pensiero
29 Marzo 2020, 21:27:43 PM
Citazione di: viator il 29 Marzo 2020, 21:13:46 PM

E' chiaro che il cimentarsi nel cercare di conciliare il primo significato sopra esposto (per come da noi due interpretato, cioè fenomeno o funzione di natura energetica, fisicistica e di substrato materiale) con il secondo (produzione di significati anche astratti e navigazione nel metafisico) risulta impresa rigorosamente vana.


Non trovo.
la neuroscienza ci dice che quando qualcuno "produce" (nel senso immateriale che pensa) significati, anche astratti e naviga nel metafisico (ma anche quando pensa a qualcosa di fisico, anche quando modestamente nuota nel materiale e concreto)[serie di eventi che possiamo chiamare "eventi A"], necessariamente in un certo cervello avvengono certi altri, diversi fenomeni o funzioni di natura energetica, fisicistica e di substrato materiale [che possiamo chiamare "eventi B"]; e viceversa.

Questa mi sembra una chiara e semplice valutazione (scientifica) delle relazioni fra pensiero "A" come esperienza cosciente concettuale e pensiero "B" come eventi neurofisiologici cerebrali.
#379
Citazione di: anthonyi il 29 Marzo 2020, 17:50:21 PM

Ciao giopap, non c'è nessuna contraddizione nel credere alla scienza per la cose naturali, e alla fede per le cose spirituali. Oltretutto i riti in smart-working sono anche rappresentativi di rispetto per la legge dello stato italiano, piuttosto ci sarebbe da osservare il fatto che il capo dello stato Vaticano abbia un giorno deciso di farsi una passeggiatina non necessaria in Via del Corso a Roma, in spregio di quelle stesse leggi.




Ciao, amico Anthony.


Ma l' infezione é cosa materiale da scienza o cosa spirituale da fede?
Nel primo caso non si capirebbe la benedizione urbi et orbi del papa (non é un farmaco né un vaccino, né una misura di limitazione della diffusione), nel secondo il fatto che sia stata impartita in smart-working .
Ma probabilmente (lo dico da incompetente curiosa e non pregiudizialmente ostile) non si può chiaramente distinguere: indubbiamente é cosa materiale da scienza, ma probabilmente per certi aspetti é anche cosa spirituale da fede; occhio comunque, amici credenti, ad evitare possbili confusioni e contraddizioni!).


Bergoglio mi é molto più simpatico degli ultimi due suoi predecessori (...non che ci voglia molto per esserlo; lo dico da atea non mangiapreti; piuttosto una volta mangiavo voracemente bambini, ma ora non ho più il fisico di una volta e la mia digestione é faticosa...).
Fra l' altro credo che passeggiare da soli a distanza di centinaia di metri dall' individuo umano più prossimo (in senso fisico, non in senso evangelico) violerà forse la lettera delle misure governative ma non certo lo spirito ...e da un papa mi aspetterei che lo spirito valga più della lettera ...pardon: carne (misure governative peraltro bizantinamente complicate e poco chiare, da qui il mio "forse": ottima la battuta di non ricordo più chi in questo forum sul "comodo raccoglitore che dovrebbe essere allagato gratuitamente alla prossima -quasi quotidiana- nuova versione del modulo per l' autocertificazione, come si conviene a tutte le collezioni delle più disparate cianfrusaglie che si vendono in edicola!).
#380
Secondo me il problema (eminentemente filosofico) é proprio quello della natura del legame ab origine della coscienza al cervello (molto bene studiato e conosciuto, nel senso di "descritto", dalle neuroscienze).


Per me la coscienza non é nel cranio né nel cervello (ma casomai viceversa).
E l' evoluzione biologica, determinando (fra il molto altro, anche) la storia naturale dei cervelli dei vari animali, può avere conseguenze sulla coscienza unicamente indirette (non propriamente effetti in quanto causa), per il fatto che non si dà coscienza senza (ma non: dentro un) cervello e per diverso cervello si dà diversa coscienza.
#381
Citazione di: Lady Joan Marie il 29 Marzo 2020, 16:06:40 PM
https://www.youtube.com/watch?v=ZUrB_XMq6Pc

In questo difficile momento, Papa Francesco da solo, era insieme a tutta l'umanità sofferente a causa di questo corona virus, impartendo la Benedizione Urbi et Orbi al mondo intero, passando alla storia...
Aspetto le vostre impressioni!
:) :-* :-\


La mia impressione dissonante (dalla tua e da quelle che vanno per la maggiore) é questa:


Una volta in caso di epidemie si facevano processioni e riti collettivi a "stretto contatto sociale" perchè davvero si credeva nella misericordia e onnipotenza divina (celebre la leggenda relativa alla statua in cima a Castel Sant' Angelo che dà il nome a quel che resta del Mausoleo di Adriano stesso).


Mi sembra proprio che oggi invece il papa e gli altri credenti, celebrando i loro riti in smart-working, dimostrano di credere (anche loro) in realtà piuttosto alla scienza (che sconsiglia i contatti fisici onde limitare il contagio) che alla fede cristiana.
#382
Citazione di: baylham il 29 Marzo 2020, 17:09:57 PM
Di questo tema mi interessa se e in che modo la filosofia viene influenzata, cambiata dalla pandemia del coronavirus SARSCoV2 e se i filosofi hanno qualcosa da dire o da proporre sulla pandemia. Dalla piega presa dalla discussione capisco che la relazione tra filosofi, filosofia e pandemia è quasi nulla dato che si discute d'altro.

Mentre si rivendica che il potere (quale?) anticipi la pandemia e che nessuno e niente sia perduto, sacrificato.
In effetti la mente può immaginare di tutto.




Il fatto che si discuta d' altro (a parte l' evidente carattere off tpic della cosa, del quale mi scuso per quanto mi riguarda) non significa che i filosofi non abbiano nulla da dire sulla pandemia (non certo sui suoi aspetti biologici, fisiopatologici, ecc., ma magari sui risvolti etici: al momento non ho tempo, ma magari domani dirò quel che penso dell' inevitabile necessità di scegliere chi attaccare ai pochi respiratori disponibili; a causa delle criminali politiche degli ultimi governi europeisti, su cui pure avrei da dire... che é problema di non poco conto).
Significa solo che certi filosofi in questo momento si interessano (anche) d' altro.
#383
Citazione di: viator il 29 Marzo 2020, 12:28:14 PM
Salve giopap. Effettivamente mi sono sbagliato credendo di scorgere qualche cosa di comune all'interno delle nostre visioni del mondo. Talmente diverse da non metter conto di discuterne.

Mi limiterò a solamente a commentare il tuo seguente inciso : "I miei sentimenti, i miei ragionamenti (mentre li penso, prima di dirli o scriverli) e tante altre cose non possono essere percepiti sensorialmente ma solo mentalmente, ma ti assicuro che non sono per niente meno reali del palazzone che intravedo (percepisco sensorialmente) dalla finestra qui di fronte!".Quindi tu sei convinta - ad esempio - che i tuoi SOGNI (i quali fanno parte dei tuoi sentimenti ed emozioni) facciano parte della REALTA' (cioè di ciò che ti è esterno, poichè ciò che possiamo percepire attraverso i sensi è solamente ciò che è esterno alla nostra scatola cranica ed ai poteri immaginativi dei suoi contenuti). E' così ?.In tal caso, auguri e saluti.




Grazie per gli auguri, che ricambio, ma non é così


Io sono convinta che i miei sogni (nel senso di esperienze oniriche; i quali non fanno parte dei miei sentimenti o emozioni, che possono casomai comprendere: sono le emozioni a poter far parte dei sogni e non viceversa) facciano parte della realtà (ovvero accadano per davvero, realmente).
Tu non li puoi vedere ovviamente, come io non posso vedere i tuoi, ma non per questo non accadono (o forse tu non sogni mai per davvero, realmente? Magari cose non reali ma realmente sognate, ovvero reali non fuori ma comunque al 100% tali dentro sogni di cui fanno parte!). E d' altra parte esattamente allo stesso modo in questo momento tu non puoi vedere il palazzone oltre la mia finestra, ma non per questo anche il palazzone stesso non é reale (anche) in questo momento in cui tu non lo puoi vedere.
Che i sogni (al contrario di palazzoni, cervelli e altre cose materiali e similmente ai pensieri) non siano oggettivi, verificabili da chiunque altro é ben altro paio di maniche: non confondiamo indebitamente oggettività o intersoggettività con realtà, né soggettività con irrealtà: non esistono (non necessariamente) realmente le cose (veramente solo parte di esse: stanotte per esempio ho sognato di percorrere sentieri di montagna che realmente esistono)  che vedo in sogno , ma di certo i sogni che le comprendono sono realissimi, accadono davvero.


Nemmeno i nostri pensieri sono interni alla nostra scatola cranica, contrariamente ai nostri cervelli (senza determinati eventi neurofisiologici nei quali ultimi i nostri pensieri non accadrebbero, il che non significa punto che vi si identifichino; ma anche viceversa senza i nostri pensieri non accadrebbero certi eventi neurofisiologici cerebrali contenuti nei crani e diversi dai pensieri stessi).
#384
Citazione di: Ipazia il 29 Marzo 2020, 11:28:02 AM
Non escludendo gli aspetti aspetti darwinistici dell'evoluzione culturale, che vanno studiati a parte. Ma è meglio parlarne qui


Ma secondo me l'evoluzione biologica é darwinaina (in senso lato, con più di un secolo e mezzo di interessantissime integrazioni e precisazioni e qualche "secondaria" correzione a Darwin), mentre l' evoluzione culturale, pur non contraddicendo ovviamente la natura ma integrandovisi, non é darwinaina (ma per certi aspetti -importanti, che andrebbero precisati ma qui mi limito ad affermare: sono già off topic) piuttosto vagamente lamarkiana
#385
Tematiche Filosofiche / Re:Il pensiero
29 Marzo 2020, 16:32:54 PM
Il pensiero (esattamente come la materia) fa parte dell'esperienza cosciente, di ciò di cui si é consapevoli.


Questo mi sembra un fatto immediatamente evidente: come sono consapevole dello schermo e della tastiera del computer (che sono materia), così lo sono del mio pensiero che sono seduta al computer, della mia soddisfazione per essere seduta al computer, esattamente nello stesso modo: immediato, non ricavato (senza aprioristiche garanzie di correttezza e di verità, e dunque dubitabile) da deduzioni o ragionamenti o astrazioni, non interpretato, non commentato (con possibilità di ingannarsi), ecc.).
Il dubbio (per parte mia, come per ciascun altro a proposito delle sue proprie sensazioni materiali e mentali immediatamente presenti alla sua coscienza) può riguardare deduzioni o ragionamenti, astrazioni, interpretazioni, commenti, ecc. a proposito di tali immediate evidenze sensibili o coscienti (comprese quelle mentali, ovvero "il pensiero"): di che si tratta? Cosa sono? Sono illusioni, sogni, allucinazioni (comunque reali in quanto tali) o sono cose non illusore? mi "dicono" qualcosa? ed eventualmente che cosa? Qualcosa di falso o di vero, di permanente o transeunte, di oggettivo o soggettivo, ecc., ecc., ecc.
E qui nasce la riflessione filosofica.


Di certo il pensiero non si trova in alcuna scatola cranica, dal momento che (salvo i casi di crani scheletriti contenenti aria e magari polvere; o magari impiegati per fare macabri scherzi introducendovi le più disparate cose materiali e non mentali, non concetti, non pensieri se non nel senso di scritti che li riferiscono o simboleggiano ma non li sono) queste possono contenere solo cervelli; i quali non sono pensieri (casomai, oltre ad essere reali in quanto cose materiali,  possono anche, inoltre realmente essere pensati, ovvero essere oggetto, essere "contenuti" di pensiero, ma non pensieri).   


La benemerita madama parigina (con la collaborazione di due secoli abbondanti di successive ricerche neurologiche più o meno cruente e più o meno moralmente lecite) non dimostra per nulla che i crani contengono pensieri, ma solo che senza cervelli "impegnati" in determinati processi neurofisiologici non vi possono essere pensieri (ma nemmeno sensazioni materiali nel caso di determinati altri, diversi processi neurofisiologici cerebrali).
Ma allo stesso tempo e modo dimostra anche anche che senza determinati pensieri non vi possono essere certi determinati processi neurofisiologici (che non sono pensieri) né i cervelli (vivi) che li contengono.
#386
Citazione di: Ipazia il 29 Marzo 2020, 09:08:42 AM
Citazione di: giopap il 28 Marzo 2020, 20:57:07 PM
Sarebbe interessante (per me) approfondire la questione (in debita sede), anche perché secondo me il pensiero é già coscienza e dunque non capisco in che senso dalla sua evoluzione potrebbe nascere la coscienza (intesa in quanto "fenomenologia" o esperienza cosciente; a meno che non la intenda come "rettitudine, onestà o imperativi morali da seguire").

La seconda che hai detto, che Marx chiama "sovrastruttura" e i giovani hegheliani "ideologia". Non escludendo Darwin.


Bene, ho capito.


Ma per me Darwin é scienza (e ottima!), e non affatto ideologia.
#387
CitazioneViator
Salve giopap. Benvenuta anche da me. Citandoti :Mi sembra evidente che la metafisica é nel pensiero (é pensata), anche se allude (veracemente o falsamente a seconda dei casi) a una realtà che eccede il pensiero e in questo senso ne é fuori".Piuttosto d'accordo con te, preciserei che secondo me la metafisica sta nel prodotto del pensare (metafisici sono i concetti in sè, i quali possono in sè fare a meno delle "cose in sè" cui si riferiscono, cioè possono farsi beffe sia dell'esistenza che dell'inesistenza di ciò che sottendono); il pensiero invece è un'attività (neuronale, elettrochimica, biologica o come altrimenti la si voglia definire) ben fisica (infatti il suo svolgersi è rivelabile da ben univoci flussi energetici endocranici - elettroencefalogramma), pertanto non ha proprio nulla di metafisico.
 

Se pensi di concordare con me credo proprio che non ci capiamo per nulla (a me pare proprio il contrario).

Innanzitutto per me i concetti (in generale) possono essere metafisici o meno (per esempio i concetti fisici di "materia", "energia", "massa", "velocità", ecc.); ed in entrambi i casi (quelli metafisici e quelli non metafisici, per esempio fisici), assolutamente allo stesso modo, possono "farsi beffe" per usare il tuo colorito linguaggio metaforico, "sia dell'esistenza che dell'inesistenza! di ciò cui alludono".


Inoltre distinguo nettamente fra due ben diverse cose:

-il pensiero in quanto (determinati tipi di) attività (neuronale, elettrochimica, biologica o come altrimenti la si voglia definire) ben riducibile alla fisica
(fenomeni materiali); e inoltre

-la res cogitans in quanto fenomeni mentali.

Queste due diverse cose non possono non accadere insieme (non si dà l' una senza l' altra), ma non per questo sono un' unica, medesima cosa: il mio pensare alla dimostrazione dei teoremi di Euclide (eventi coscienti miei) non può accadere senza che accada anche il tuo constatare determinati eventi neuro fisiologici nel mio cervello (se tu potessi di fatto compiere determinate osservazioni; magari, e preferibilmente per la mia salute, indirette: risonanza magnetica, PET, ecc.): eventi coscienti tuoi.
Ma non per questo non si tratta di ben diversi eventi coscienti o fenomeni nell' ambito di ben diverse esperienze coscienti.

Citazione Viator
Quindi avremmo un fenomeno fisico di ambito biologico che si svolge quale dimensione psichica generante, tra l'altro, effetto metafisico.Naturalmente per quasi tutti coloro che leggono questo forum risulta inconcepibile che una causa fisica possa produrre un effetto metafisico, ma ciò avviene solo per l'ebitudine mentale od educatica a ragionare per compartimenti stagni e per confini talmente "invalicabili" (ed invisibili) da diventar "tabuici".


Anche per me, come per quasi tutti coloro che leggono questo forum, risulta inconcepibile che una causa fisica possa produrre un effetto metafisico" (e viceversa), ma ciò non avviene affatto solo per una pretesa "ebitudine mentale od educatica a ragionare per compartimenti stagni e per confini talmente "invalicabili" (ed invisibili) da diventar "tabuici": ma come ti permetti!

Semplicemente (e non affatto per ebetudine mentale o educativa ma invece intelligentemente! E non affatto tabuicamente ma in seguito a critica razionale del senso comune!) non può darsi interferenza fra fisico (biologico cerebrale, ben riducibile a fisico) e psichico, nè fra fisico e metafisico perché s
i tratta di diversi e reciprocamente discontinui separati ordini di fenomeni, anche se in parte coesistenti: nulla (di extranaturale) può interferire con lo svolgersi naturale dei fenomeni fisici (compresi quelli biologici cerebrali) secondo le leggi fisiche inesorabili e non violabili da nessun Dio o altra entità non naturale (per chi non sia religioso o altrimenti irrazionalista, ovviamente).


CitazioneViator
Poi :"Ma é anche vero che in ciò di ulteriormente reale oltre a se stessa (....metafisica)..........................".Per me "reale" è solo ciò che può venir precepito sensorialmente. Poi ci sono il principesco, il ducale, l'irreale, l'ideale, il metafisico.................."cui allude la metafisica vi é anche il pensiero". Giusto, come affermato da me sopra."E se ciò cui allude il pensiero sta oltre la fisica (il mondo materiale naturale, cervello compreso; come mi sembra evidente nel caso della coscienza),............

Scusa la franchezza, ma mi sembri un po' cieco se vedi solo, come reale,  solo ciò che può venir percepito sensorialmente.

I miei sentimenti, i miei ragionamenti (mentre li penso, prima di dirli o scriverli) e tante altre cose non possono essere percepiti sensorialmente ma solo mentalmente, ma ti assicuro che non sono per niente meno reali del palazzone che intravedo (percepisco sensorialmente) dalla finestra qui di fronte!


CitazioneQui non mi è chiaro : mondo naturale e cervello saranno enti ben fisici, la coscienza è pura immaterialità consistendo in una funzione (fungente quale collegamento-ponte tra psiche e mente).

e più precisamente nella modalità (forma della struttura psicomentale) con cui vengono organizzate e veicolate le informazioni che permettono a ciascuno di noi LA CONSAPEVOLEZZA SIA DEL SE' CHE DELL'ALTERITA'.

Qui é (anche) a me che non é chiaro quanto scrivi.
La coscienza non é pura immaterialità, ma comprende immaterialità (pensieri, sentimenti, ecc. e materialità (il palazzone di cui sopra).
Ed é costituita da enti ben reali (in quanto fenomeni, apparenze coscienti, appunto) tanto fisici  (cervello) quanto mentali (pensieri, ecc.)

"modalità (forma della struttura psicomentale) con cui vengono organizzate e veicolate le informazioni che permettono a ciascuno di noi LA CONSAPEVOLEZZA SIA DEL SE' CHE DELL'ALTERITA'" proprio non comprendo cosa possa mai significare.


Citazione.............allora il pensiero pensa qualcosa di metafisico; se pensa a qualcosa che sta oltre se stesso, allora pensa qualcosa di metapsichico (questo per lo meno é il significato del prefisso greco "metà")".[/size]Anche qui trovo il concetto non chiaro. Trovo ovvio che il metapsichico rappresenti solamente un aspetto, un ingrediente particolare del metafisico, per cui la distinzione che tu ne vorresti fare secondo me è superflua. Saluti.


Metapsicico é ciò ch sta oltre lo psichico (pensieri, sentimenti, ecc.
Invece metafisico é ciò che sta oltre il fisico (palazzoni, cervelli, ecc.).
#388
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia è metafisica
29 Marzo 2020, 07:59:59 AM
Citazione di: davintro il 29 Marzo 2020, 00:06:08 AM


I limiti della conoscenza umana ci precludono la possibilità di una conoscenza totalizzante del reale e dunque di una verità onnicomprensiva, che però è una cosa diversa dal precludere la conoscenza di un limitato nucleo di verità assolute e certe. L'insieme di tutte le verità possibili non si esaurisce al livello della verità assoluta in generale e dei suoi corollari necessari, comprende anche le verità circoscritte e contingenti, la metafisica prende in considerazione un certo livello, fondativo ma parziale della realtà, non è mai tuttologia, si rivolge ai princìpi della totalità, che però sono una cosa diversa dal "tutto"

Per "verità assoluta" o verità relativa" intendi rispettivamente "affermazioni assolutamente, integralmente vere, per nulla false" e "affermazioni relativamente, parzialmente vere, in qualche senso o misura false"?
Oppure rispettivamente "affermazioni certamente vere" e "affermazioni dubbiamente (probabilmente in diverso grado) vere"?

Per quanto mi riguarda le uniche cose della cui verità sono assolutamente certa sono i teoremi della matematica e della logica astratta e i dati immediati (non interpretati, non ricordati, immediatamente in atto) dell' esperienza.

Tutto il resto in cui credo (comprese le verità scientifiche) é di verità dubbia (oltre che di fatto per lo meno quasi sempre parziale). 
#389
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia è metafisica
28 Marzo 2020, 21:04:18 PM
Citazione di: bobmax il 28 Marzo 2020, 09:56:01 AM
Citazione di: Ipazia il 28 Marzo 2020, 09:18:42 AM
Citazione di: Margherita HackIl compito della scienza è proprio quello di fare a meno di Dio. Cercare di capire con la propria ragione

Margherita Hack non a mai negato la sua fede nella Verità da conseguirsi attraverso la scienza che fin dalle sue origini è ricerca della verità. Lungo questo percorso si è giunti alla verità più veritiera che non esistono verità assolute. Pertanto anche il suo ateismo M.H. lo viveva consapevolmente in termini di fede non di dogma. Chi afferma di possedere una verità assoluta, mente. Mentire è il contrario della verità e del Bene che solo dalla verità può derivare.

Certamente aveva fede nella Verità, in caso contrario non sarebbe stata una scienziata.

Ed essendo una questione di fede, di pura fede!, perché fede nel Nulla... ogni pretesa di conoscere la Verità deve essere rifiutata.

Quindi certamente nessun Dio.

Perché finché hai un Dio non sei ancora figlio di Dio...

Ma l'ateismo di chi nega l'esistenza dell'ente Dio è ancora un gioco di bimbi.
Forse un gioco necessario, per poi però passare alla maturità.

E la maturità è la notte oscura.
Dove senza più alcun Dio a cui aggrapparti, inizi a chiederti se il Bene davvero è...

Sì, mentire è il contrario della Verità.
Ma per sua natura la mente mente...

Per questo è indispensabile aver fede nella Verità.

Ma credo che almeno da Galileo (incluso) in poi anche i (non pochi) scienziati credenti intendano la scienza (o le scienze per l' appunto dette "naturali" e non "soprannaturali") come conoscenza "a prescindere da Dio" (che con essa non c' entra una beata mazza, per esprimersi in maniera un po' colorita).
(Onde evitare equivoci preciso di essere atea; semplicemente constato che l' ateismo non é una conditio sine qua non per poter fare scienza e buona scienza).
#390
Citazione di: Ipazia il 28 Marzo 2020, 18:27:19 PM
Ho detto evoluzione, non evoluzione biologica. Anche il pensiero ha un carattere evolutivo.




Sarebbe interessante (per me) approfondire la questione (in debita sede), anche perché secondo me il pensiero é già coscienza e dunque non capisco in che senso dalla sua evoluzione potrebbe nascere la coscienza (intesa in quanto "fenomenologia" o esperienza cosciente; a meno che non la intenda come "rettitudine, onestà o imperativi morali da seguire").