Citazione di: iano il 27 Luglio 2024, 20:56:47 PMGrazie, Allora in una certa parte vivo sul pianeta di Kant.se invece di guardare le cose guardi come il soggetto arriva a conoscere le cose allora sei sulla stessa onda .
Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.
Mostra messaggi MenuCitazione di: iano il 27 Luglio 2024, 20:56:47 PMGrazie, Allora in una certa parte vivo sul pianeta di Kant.se invece di guardare le cose guardi come il soggetto arriva a conoscere le cose allora sei sulla stessa onda .
Citazione di: iano il 27 Luglio 2024, 20:20:57 PMMa Kant, nella misura in cui studiandolo lo ha compreso, che cosa risponderebbe al mio post ignorante?penso che risponderebbe così ; il mondo in cui viviamo è , almeno in una certa parte , anche il frutto del nostro modo peculiarmente umano di esistere.
Citazione di: iano il 27 Luglio 2024, 19:47:56 PMPerò dobbiamo coniare un nuovo termine, quello di ''verità relativa''in realtà questo termine è molto vecchio eh "la verità è sempre relativa" lo si dice anche nel film anime il Re leone
Citazione di: pandizucchero il 27 Luglio 2024, 16:42:25 PMPuoi dire quello che vuoi ma il foglio resta tale e quale.il foglio rimarrà tale e quale ma si ha la verità se dico che è rettangolare e non si ha la verità se dico che un elefante. kant parlava di conoscenza umana , non aliena
Un fulmine può avere significati diversi a seconda del momento anche per una stessa persona.
Citazione di: pandizucchero il 27 Luglio 2024, 15:29:23 PMTu riconosci un foglio della stampante in base a una matrice cognitiva basata su dati percettiviquindi non cambia niente se dico che il foglio è rotondo e non rettangolare come di fatto è.
Ma questo non significa niente per quanto riguarda la verità.
Citazione di: daniele22 il 25 Luglio 2024, 09:11:29 AML'esistenza dell'oggetto X, per come la penso, non si costituirebbe come un'offerta della realtà ai nostri sensi per cui noi, in successione, si possa eventualmente conoscerlo. L'esistenza di un oggetto sarebbe dovuta bensì ad un atto di conoscenza (di apprendimento). Quello che voglio dire sarebbe che il momento in cui un oggetto si afferma come oggetto mentale, generalizzato quindi, tale momento sarebbe dovuto al nostro ineluttabile e spontaneo, necessario se vuoi, recepirne un senso (un significato) per ragioni che probabilmente sarebbero in un certo senso di vitale importanza (intendi non strettamente questioni di vita o di morte). Fintanto che non si consumi quest'atto è come se l'oggetto non esistesse. I sensi cioè lo percepirebbero sì, ma senza realizzarlo.Mi viene in mente un neonato. Il neonato guarda, tocca delle cose , si può dire che il neonato conosce quelle cose? no, le conoscerà poco alla volta e questo conoscerlo poco alla volta da parte del neonato sarà attaccare alle cose che vede , che tocca e che sente dei significati e questi significati son dell cose che stanno dentro la testa, non la fuori. Noi il mondo come tale non lo conosceremo mai , lo conosciamo solo e soltanto attraverso a delle mediazioni che possono essere i filtri dei sensi e la scienza. -non di meno se vuoi conoscere il mondo devi passare attraverso l'uomo perchè l'uomo è quella specie di paio di occhiali che ti rende conoscibile il mondo. Un altra cosa fondamentale è che noi conosciamo il mondo attraverso quello che kant chiama "giudizi determinanti" la dove giudizi significa una proposizione "questa rosa ha le spine" questo determinare il mondo non significa che noi lo costruiamo , anche se di fatto è ciò che molti diranno dopo kant. Ma è come se noi dessimo i confini del mondo attraverso i nostri strumenti conoscitivi , attraverso le nostre forme della sensibilità e attraverso le nostre regole logiche . Il mondo è questa cosa determinata dai nostri concetti.
Citazione di: Koba II il 24 Luglio 2024, 09:28:42 AMQuindi, come spiegare questi gradi differenti di conoscenza?per prima cosa dovremmo stabilire se questi gradi differenti di conoscenza sono antitetici fra loro. Conosco le rose in modo discreto , un botanico le conosce più a fondo , un biologo ancora piu a fondo, un chimico potrebbe dirne qualcosa d altro. Ma a me non serve unificare tutti questi approcci conoscitivi per avere un bella e sana pianta di rose.
Citazione di: daniele22 il 23 Luglio 2024, 22:00:51 PMtra colui che medita sui massimi sistemi (verità, realtà e mettiamoci pure Dio) e i massimi sistemi. .Qualcosa non mi torna. Verità, realtà e Dio non sono argomentazione sui massimi sistemi. Dio è prettamente da inserire in metafisica , realtà è il mondo e quindi altro concetto metafisico (noi non possiamo avere accesso alla totalità del mondo ma solo ad una parte) e verità ci può rientrare solo se si intende verità relativa ha...
Citazione di: daniele22 il 23 Luglio 2024, 22:00:51 PMpertanto e per come la vedo non vi sarebbe alcuna legittimità di ordine logico a giustificare una separatezza (conoscitore/conosciuto) tra colui che medita sui massimi sistemi (verità, realtà e mettiamoci pure Dio) e i massimi sistemi.Non c'è separazione nel senso che il pensare ai massimi sistemi non è altro che il pensare stesso, e siamo noi a pensare . Così questa sfera dell essere (l io penso kantiano) coincide in larghissima misura con quella del conoscibile. Credo che kant annuirebbe a quanto ho detto ma se le cose stanno così, allora dovremmo chiederci che differenza ci sia tra il fatto che ci sia un oggetto X e il fatto che noi conosciamo l oggetto X . Trovo anche che il mondo non sia solo ciò che noi possiamo conoscere , ci possono essere cose di cui non possiamo dare alcuna spiegazione propio per via del nostro particolare sistema di organizzazione dell esperienza umana. E altre che non hanno spiegazione alcuna.
Citazione di: iano il 23 Luglio 2024, 11:18:44 AMQuante di queste domande insensate ci sono?in attesa di trovare queste domande insensate vorrei proporti questo video che parla di una critica della cosa in sè. Noterai che tocca molti punti tracciati dalla tua teoria. E potrebbe anche darti nuove chiarezze da cui estendere il discorso.
Se potessimo contarle avremmo la misura di quanto tendiamo ad assimilare la realtà alle sue descrizioni, cioè alla nostra conoscenza.