Freud in "Avvenire di una illusione" (1927), definisce la religione "un narcotico". Un altro passo è esemplare e riconduce Freud alla tradizione tedesca kantiana "Se l'uomo distoglierà dall'aldilà le sue speranze e concentrerà sulla vita terrena tutte le forze rese così disponibili, egli riuscirà probabilmente a rendere la vita sopportabile per tutti e la civiltà non più oppressiva per alcuno".
Soprattutto la definizione della religione come "narcotico", richiama la famosa definizione di Marx della religione come "oppio dei popoli".
Ma in termini più generali cosa distingue l'architettura filosofica di Marx da quella di Freud? Penso che si possano indicare alcune strade di ricerca.
La prima è la predominanza in Freud dello sguardo sull'individuo che ha bisogno di una terapia. L'uomo guarito è un uomo che è curato. Lo sguardo di Marx è invece uno sguardo sulle contraddizioni sociali, l'uomo oppresso è un uomo che ha superato con le sue forze le contraddizioni sociali.
La seconda strada riguarda lo scetticismo di fondo di Freud, la sua considerazione sulla immutabilità definitiva dell'ambivalenza umana, da un lato egoista, dall'altro consapevole di dover ridurre questo egoismo per ottenere sicurezza. La concezione di Marx invece non prevede questa ambivalenza come costante, ma rappresenta invece il mondo come uno scontro fra forze opposte, in cui una sola è quella del bene (il proletariato), rappresentandosi così come una riedizione in chiave laica del manicheismo religioso.
Un terzo ambito di ricerca potrebbe essere quello di estrarre da entrambi ciò che di buono hanno saputo trasmettere, per ottenere una teoria più realistica dei bisogni umani e di una società più adeguata e giusta. Strada che ovviamente è già stata percorsa da almeno 80 anni, ovvero dalla pubblicazione di "dialettica dell'Illuminismo" di Adorno-Horkheimer, ma che oggi può ibridarsi in nuovi modi, grazie alle scoperte di altre discipline.
Soprattutto la definizione della religione come "narcotico", richiama la famosa definizione di Marx della religione come "oppio dei popoli".
Ma in termini più generali cosa distingue l'architettura filosofica di Marx da quella di Freud? Penso che si possano indicare alcune strade di ricerca.
La prima è la predominanza in Freud dello sguardo sull'individuo che ha bisogno di una terapia. L'uomo guarito è un uomo che è curato. Lo sguardo di Marx è invece uno sguardo sulle contraddizioni sociali, l'uomo oppresso è un uomo che ha superato con le sue forze le contraddizioni sociali.
La seconda strada riguarda lo scetticismo di fondo di Freud, la sua considerazione sulla immutabilità definitiva dell'ambivalenza umana, da un lato egoista, dall'altro consapevole di dover ridurre questo egoismo per ottenere sicurezza. La concezione di Marx invece non prevede questa ambivalenza come costante, ma rappresenta invece il mondo come uno scontro fra forze opposte, in cui una sola è quella del bene (il proletariato), rappresentandosi così come una riedizione in chiave laica del manicheismo religioso.
Un terzo ambito di ricerca potrebbe essere quello di estrarre da entrambi ciò che di buono hanno saputo trasmettere, per ottenere una teoria più realistica dei bisogni umani e di una società più adeguata e giusta. Strada che ovviamente è già stata percorsa da almeno 80 anni, ovvero dalla pubblicazione di "dialettica dell'Illuminismo" di Adorno-Horkheimer, ma che oggi può ibridarsi in nuovi modi, grazie alle scoperte di altre discipline.