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** scritto da giona2068:
Scritto da Duc in Altum
Anche se non sempre condivido il tuo pedante "querelare", ieri sera, durante un incontro catechistico per adulti in parrocchia, ho presentato ( "...ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti..." -1Cor 1,27 ) per intero questa tua riflessione (giacché semplice e diretta al sodo), dalla quale è nata un'interessante analisi e discussione, rinnovata con spunti biblici, che ha incentivato una riflessione sull'introspezione (chiamasi anche meditazione, fare silenzio prolungato per ascoltarsi, ecc. ecc.) carente o totalmente assente, quale causa di tante deficienze personali e sociali.
Mercì.
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La sapienza è il Signore Dio, l'uomo sapiente è l'uomo nel quale si manifesta il Signore Dio della sapienza. Quando San Paolo nella sua prima lettera ai corinzi dice che il Signore Dio ha scelto la stoltezza del mondo per confondere i sapienti sembra che stia dicendo una cosa non tanto logica. Sembrerebbe quasi che il Signore Dio volesse fare uno scherzo a quelle persone che sono il tempio della sapienza la quale è Lui stesso, ma il Signore Dio non scherza mai. Allora San Paolo sta dicendo qualcos'altro! Sta cioè chiamando "sapienti" i colti - gli scribi - i farisei, i capi religiosi ecc.., cioè quelli che oggi si chiamano teologi, biblisti ecc.. anche se non sono il tempio della sapienza stessa. Fra l'altro quando era Saul lui era uno di loro. Un po' come quando il Signore Gesù ringrazia il Padre per aver voluto rivelare la verità ai semplici e non ai così detti sapienti.
Ciò che San Paolo sta dicendo riguarda quanto fatto dal Signore Dio.
Il Signore Dio è Amore e tutto ciò che fa lo fa per amore, cioè per salvare l'uomo che vive nelle tenebre. Confondendo costoro cerca di svegliarli sciogliendo il loro credere di essere ciò che non sono, cioè sciogliendo la loro superbia e il loro orgoglio e oltretutto facendo loro scoprire l'inganno nel quale stanno vivendo.
Occorre però tener presente che San Paolo non è un giornalista che racconta le cose per dovere di cronaca, ma è colui che per amore del Santo Vangelo ha dato la sua vita.
Ogni volta che leggiamo la Sacra Scrittura la storia non si ripete ma continua, quindi se in quel tempo parlava ai corinzi oggi sta parlando a noi e ci sta dicendo: Fate attenzione a non cadere nelle trappole sataniche credendo di essere nella luce solo perché conoscete la parola del Signore Dio, occorrono anche le opere.
Sta quindi dicendo in modo subliminale: Esaminate la vostra coscienza, ma se questa non funziona perché, perché...... allora esaminate le vostre opere!
Purtroppo l'io, come già descritto, non sempre lo permette, ma questo rifiuto è già un segno che indica quanto ancora ci sia da scoprire in chi è in questa condizione.
Tu chiami tutto questo introspezione, io lo chiamo scoprire chi siamo ma le due cose sono collegate perché chi fa introspezione, beato lui, arriva a scoprire chi è.
E' così che si scioglie l'io e si crea umiliazione, l'umiliazione e la via che porta all'umiltà, l'umile è già credente, non perché sa ma perché sente.
In ogni caso l'io è la sintesi dell'autostima, l'autostima è come una casa costruita sulla sabbia che prima o poi crolla. Sono grande perché primeggio nello sport, nella musica, nell'arte, in politica e oltretutto perché sono abile nel sedurre, ma queste cose passano lasciando il posto alle malattie mentali.
L'unica positività dell'io si ha quando esso è fondato sulla verità: Sono fiero di me stesso perché sono per origine e nelle opere figlio del Signore Dio.
Solo così potremo vivere nella gioia, la quale gioia è vita perché è il Signore Dio nell'uomo.
Grazie per avermi dato l'opportunità di chiarire cosa nasconde l'io
Un caro saluto.
Giuseppe
** scritto da giona2068:
CitazioneL'io è superbia, orgoglio ed egoismo che inducono l'uomo a mettersi al posto del Signore Dio o, se vogliamo, diventa il "dio" dell'uomo nell'uomo che adora/confida se/in stesso. Tutto questo rende la persona incarnazione di satana. In verità l'io può anche avere una sua positività se l'uomo ha fiducia in se stesso perché ha scoperto di essere il tempio del Signore Dio. In questo caso però sarebbe meglio parlare di fierezza e non c'è superbia perché se sono il tempio del Signore Dio nel contempo lo sono anche gli altri, ma oltretutto chi scopre di essere il tempio del Signore scopre la verità che consiste nel diventare consapevole che da soli non possiamo fare nulla. Questo toglie ogni spazio alla superbia quindi all'io.
Scritto da Duc in Altum
Anche se non sempre condivido il tuo pedante "querelare", ieri sera, durante un incontro catechistico per adulti in parrocchia, ho presentato ( "...ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti..." -1Cor 1,27 ) per intero questa tua riflessione (giacché semplice e diretta al sodo), dalla quale è nata un'interessante analisi e discussione, rinnovata con spunti biblici, che ha incentivato una riflessione sull'introspezione (chiamasi anche meditazione, fare silenzio prolungato per ascoltarsi, ecc. ecc.) carente o totalmente assente, quale causa di tante deficienze personali e sociali.
Mercì.
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La sapienza è il Signore Dio, l'uomo sapiente è l'uomo nel quale si manifesta il Signore Dio della sapienza. Quando San Paolo nella sua prima lettera ai corinzi dice che il Signore Dio ha scelto la stoltezza del mondo per confondere i sapienti sembra che stia dicendo una cosa non tanto logica. Sembrerebbe quasi che il Signore Dio volesse fare uno scherzo a quelle persone che sono il tempio della sapienza la quale è Lui stesso, ma il Signore Dio non scherza mai. Allora San Paolo sta dicendo qualcos'altro! Sta cioè chiamando "sapienti" i colti - gli scribi - i farisei, i capi religiosi ecc.., cioè quelli che oggi si chiamano teologi, biblisti ecc.. anche se non sono il tempio della sapienza stessa. Fra l'altro quando era Saul lui era uno di loro. Un po' come quando il Signore Gesù ringrazia il Padre per aver voluto rivelare la verità ai semplici e non ai così detti sapienti.
Ciò che San Paolo sta dicendo riguarda quanto fatto dal Signore Dio.
Il Signore Dio è Amore e tutto ciò che fa lo fa per amore, cioè per salvare l'uomo che vive nelle tenebre. Confondendo costoro cerca di svegliarli sciogliendo il loro credere di essere ciò che non sono, cioè sciogliendo la loro superbia e il loro orgoglio e oltretutto facendo loro scoprire l'inganno nel quale stanno vivendo.
Occorre però tener presente che San Paolo non è un giornalista che racconta le cose per dovere di cronaca, ma è colui che per amore del Santo Vangelo ha dato la sua vita.
Ogni volta che leggiamo la Sacra Scrittura la storia non si ripete ma continua, quindi se in quel tempo parlava ai corinzi oggi sta parlando a noi e ci sta dicendo: Fate attenzione a non cadere nelle trappole sataniche credendo di essere nella luce solo perché conoscete la parola del Signore Dio, occorrono anche le opere.
Sta quindi dicendo in modo subliminale: Esaminate la vostra coscienza, ma se questa non funziona perché, perché...... allora esaminate le vostre opere!
Purtroppo l'io, come già descritto, non sempre lo permette, ma questo rifiuto è già un segno che indica quanto ancora ci sia da scoprire in chi è in questa condizione.
Tu chiami tutto questo introspezione, io lo chiamo scoprire chi siamo ma le due cose sono collegate perché chi fa introspezione, beato lui, arriva a scoprire chi è.
E' così che si scioglie l'io e si crea umiliazione, l'umiliazione e la via che porta all'umiltà, l'umile è già credente, non perché sa ma perché sente.
In ogni caso l'io è la sintesi dell'autostima, l'autostima è come una casa costruita sulla sabbia che prima o poi crolla. Sono grande perché primeggio nello sport, nella musica, nell'arte, in politica e oltretutto perché sono abile nel sedurre, ma queste cose passano lasciando il posto alle malattie mentali.
L'unica positività dell'io si ha quando esso è fondato sulla verità: Sono fiero di me stesso perché sono per origine e nelle opere figlio del Signore Dio.
Solo così potremo vivere nella gioia, la quale gioia è vita perché è il Signore Dio nell'uomo.
Grazie per avermi dato l'opportunità di chiarire cosa nasconde l'io
Un caro saluto.
Giuseppe