Io ricordo chiaramente da bambino come un passaggio arduo distinguere una parola dal suo significato, aiutato in ciò dalle lingue straniere, dalla scoperta cioè della sua relatività , non senza una certa reazione di mia ilarità.
Un ulteriore aiuto è giunto poi dal pensiero matematico che dissocia i simboli dal loro significato, ma avendo dovuto esso stesso affrontare nella sua evoluzione il mio arduo passaggio, a dimostrazione della sua nativa umanità.
C'è stato un tempo in cui per me il chiamare tavolo un tavolo era un fatto naturale.
Come altro infatti si sarebbe mai potuto chiamare?
Non mi sembrava nemmeno concepibile che il nome non ne racchiudesse l'essenza, e che non fosse quindi il suo nome convenzionalmente assegnato, e che l'essenza quindi la si potesse richiamare, solo pronunciando quel nome.
Quindi, se io non sono strano, direi che il pensiero magico è connaturato nell'uomo, e che per quanto lo abbiamo negato, ci sia rimasto ancora appiccicato.
Ma di magica c'è solo la sparizione dal nostro orizzonte cosciente della convenzione, come se non fosse mai stata posta.
Un ulteriore aiuto è giunto poi dal pensiero matematico che dissocia i simboli dal loro significato, ma avendo dovuto esso stesso affrontare nella sua evoluzione il mio arduo passaggio, a dimostrazione della sua nativa umanità.
C'è stato un tempo in cui per me il chiamare tavolo un tavolo era un fatto naturale.
Come altro infatti si sarebbe mai potuto chiamare?
Non mi sembrava nemmeno concepibile che il nome non ne racchiudesse l'essenza, e che non fosse quindi il suo nome convenzionalmente assegnato, e che l'essenza quindi la si potesse richiamare, solo pronunciando quel nome.
Quindi, se io non sono strano, direi che il pensiero magico è connaturato nell'uomo, e che per quanto lo abbiamo negato, ci sia rimasto ancora appiccicato.
Ma di magica c'è solo la sparizione dal nostro orizzonte cosciente della convenzione, come se non fosse mai stata posta.