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Messaggi - Eutidemo

#3796
Il 10 Giugno è stata una data doppiamente nefasta per noi Italiani.
Ed infatti:
- il 10 giugno del 1924 veniva assassinato Giacomo Matteotti, e, cioè, uno degli ultimi residui baluardi della democrazia italiana;
- il 10 giugno del 1940 veniva assassinata l'Italia, con una sciagurata dichiarazione di guerra, che ci avrebbe condotto alla più grande "duplice" tragedia della nostra storia (una guerra terribile, seguita da un'ancora più atroce guerra "civile").
***
Ma, in questo "topic", io intendo soffermarmi esclusivamente sulla prima data (la seconda richiederebbe un "topic" molto più lungo a parte), partendo da un'affermazione alquanto "enigmatica", che, a prima vista, potrebbe sembrarvi una "contraddizione in termini"; e, cioè, che l'omicidio di Matteotti non avvenne "sicuramente" nell'interesse di Mussolini, però esso avvenne "sicuramente" nell'interesse di Mussolini.
Può sembrare un paradosso o un indovinello, ma, in realtà non è così, come meglio cercherò di spiegare adesso!
***
1) MUSSOLINI A
Dopo l'omicidio di Matteotti, Benito Mussolini:
- il 5 settembre 1924 disse a D'Annunzio: "Mio caro, mi hanno gettato un cadavere tra i piedi: era pesante e mi ha fatto davvero barcollare!".
- il 3 Gennaio 1925 leggendo il resoconto degli atti parlamentari, troviamo che, a pag.29, Benito, tra le altre cose, dichiarò: "... come potevo pensare, senza essere colpito da morbosa follia di  far commettere un simile delitto?"
https://storia.camera.it/regno/lavori/leg27/sed049.pdf
***
Ora, sebbene non ci sia dubbio alcuno che Benito Mussolini fosse un bugiardo di prima categoria, in quanto, anche nella dichiarazione sopra riportata, mentì spudoratamente su molte altre cose (ad esempio sull'(in)esistenza della "CEKA" fascista, che, invece, esisteva eccome), tuttavia, circa il fatto che la morte di Matteotti non gli avesse minimamente giovato sotto l'aspetto politico, non si può certo dire che avesse tutti i torti.
***
Ed infatti, a causa del delitto Matteotti, il regime fascista vacillò seriamente, rischiando davvero di cadere anzitempo.
Si salvò soltanto:
a)
Per la sciocca "ritirata sull'Aventino" delle opposizioni (meno i comunisti), al cui riguardo Giolitti, giustamente, osservò: "L'onorevole Mussolini ha tutte le fortune politiche; a me l'opposizione ha sempre dato fastidio e travagli, con lui se ne va e gli lascia libero il campo".
b)
Per la connivenza e l'appoggio del re, il quale non voleva assolutamente la caduta di Benito Mussolini (o, almeno, non voleva che inciampasse proprio sul cadavere di Matteotti), in quanto:
- essendo fondamentalmente un "re"azionario", un regime come quello fascista gli era senz'altro "congeniale" e gli faceva molto comodo;
- avendo degli scheletri dell'armadio in relazione all'omicidio Matteotti, essendo un "re"azionista" (grazie alle azioni regalategli da una "corporation" americana, di cui parleremo in seguito) non voleva che con la caduta di Benito Mussolini, che tali scheletri   rischiassero di saltare fuori.
***
Ora, visto che Benito Mussolini  era tutto meno che uno stupido, mi sembra davvero improbabile che non si rendesse conto di non avere il benchè minimo "interesse politico" a far uccidere Matteotti.
Ed infatti, sebbene Matteotti avesse da poco denunciato in parlamento le violenze fasciste sugli avversari politici, i brogli nelle ultime elezioni, si fosse opposto alla convalida di alcuni deputati, e, addirittura,  avesse sostenuto l'illegittimità dell'intera Camera, sopprimerlo "dopo" tale discorso avrebbe significato una sostanziale "conferma" della veridicità di tutte le sue affermazioni; come di fatto avvenne dopo il suo omicidio, che suscitò un enorme scandalo in tutto il Paese.
E persino il disfarsi delle mostrine del partito da parte di moltissimi fascisti;  come fece anche mio nonno, che pure era un fascista "antemarcia".
***
Ed invero, riflettendoci bene:
-  sopprimere Matteotti "prima" che potesse fare (e documentare) tali dichiarazioni alla Camera, forse, avrebbe potuto avere un certo senso;
- ma sopprimerlo "dopo" che le aveva già fatte, sarebbe stata davvero  una colossale castroneria.
Sarebbe stato come chiudere la stalla dopo che i buoi erano già scappati; e, per giunta, rendendo ancora più plausibili le ultime pubbliche denunce della vittima.
***
Senza considerare che "creare martiri" non è mai stata una buona mossa da parte delle dittature; o, almeno, da parte di quelle più "furbe".
Tanto è vero che, forse per il fatto che molti picchiatori fascisti erano anche abili avvocati (come Farinacci), quando dovevano sopprimere delle "vittime eccellenti" avevano quasi sempre l'accortezza di evitare che morissero loro tra le mani; cioè, le colpivano "chirurgicamente" in modo tale che la morte sopravvenisse più tardi, al fine di rendere meno (giudizialmente) accertabile il "nesso causale".
Come, ad esempio, avvenne nel caso di Giovanni Amendola, di Piero Gobetti e di molti altri, dei quali si discute ancor oggi se morirono (più o meno direttamente) in conseguenza delle bastonature "fasciste" ricevute, ovvero per cause indipendenti da esse; ed infatti la loro morte intervenne qualche tempo dopo l'aggressione.
***
Non potendo giocare su tale argomento, gli avvocati degli assassini di Matteotti (tra i quali l'avvocato Farinacci, anche lui, a suo tempo, "picchiatore" in prima persona) cercarono di farlo passare come un "omicidio preterintenzionale"; il che, in effetti, almeno secondo me, è poco credibile, perchè Matteotti fu ucciso "a coltellate", e non a a seguito della solita bastonatura col "manganello".
***
Detto questo circa il "cui prodest", che, nel caso di Matteotti, molto difficilmente (almeno dal punto di vista logico) sembra poter condurre a Benito Mussolini, resta però il fatto che, almeno secondo una delle ricostruzioni più attendibili, accreditata anche  dagli archivi del Ministero dell'Interno italiano e da Silvio Bertoldi, Benito Mussolini, rivolgendosi a Giovanni Marinelli (a capo, insieme a Cesare Rossi, della "polizia segreta" fascista, detta "CEKA", per imitazione di quella sovietica), gli gridò infuriato: "Cosa fa questa CEKA? Cosa fa Dumini? Quell'uomo dopo quel discorso non dovrebbe più circolare!"
***
Circa il significato di tale "istigazione", si è poi innescata una accesa "querelle" tra storici di diverso orientamento:
- secondo parte dei quali si sarebbe trattato di un esplicito ordine di far fuori Matteotti;
- secondo altri, invece, si sarebbe trattato di un fraintendimento da parte degli scagnozzi di Benito Mussolini (il quale si sarebbe limitato a sfogare soltanto la sua stizza, ovvero intendeva solo spingerli a dargli una lezione).
Secondo altri storici ancora, invece, gli scherani del dittatore avevano compreso benissimo che dovevano limitarsi a dargli soltanto una "lezione"; ma, poichè Matteotti oppose resistenza, senza volerlo, finirono per ucciderlo (cioè, commisero una sorta di "omicidio preterintenzionale").
Il che, come ho accennato sopra, secondo me non è molto credibile, perchè le "lezioni" si danno col "bastone", e non con il "coltello"; ed anche considerando che i componenti della "ceka" fascista erano abbastanza "esperti" in materia.
***
In ogni caso, comunque siano andate le cose, mi sembra di aver argomentato a sufficienza come l'omicidio di Matteotti, quantomeno con quelle modalità e in quel contesto, non era "oggettivamente" nell'"interesse politico" di Mussolini; questo, a prescindere dal fatto che lui "soggettivamente" se ne rendesse  o meno conto (ma, come lui stesso disse, pare proprio di sì).
Ma allora perchè ho scritto che l'omicidio di Matteotti "sicuramente", non avvenne nell'interesse di Mussolini, però avvenne "sicuramente" nell'interesse di Mussolini?
Adesso vi spiego perchè!

SEGUE
#3797
Il 9 Marzo 2020, più di un anno fa, io scrissi un apposito TOPIC su tale argomento; che, oggi, merita senz'altro un aggiornamento.
https://www.riflessioni.it/logos/attualita/il-covid-19-e-un-virus-'naturale'-o-'artificiale'/msg41359/#msg41359
***
All'epoca, non essendo io nè un medico, nè, tantomeno, un virologo, avevo scritto che, "...affidandomi alla prevalente opinione della comunità scientifica occidentale, sempre che ce la raccontino giusta...", non potevo  che prendere atto del fatto che pressochè tutti gli scienziati dell'epoca sostenevano che il COVID-19 era un "virus naturale", e assolutamente non "assemblato" in un laboratorio di "guerra biologica".
***
Però, già nel marzo dell'anno scorso, mi accorsi, con mia sorpresa, che, singolarmente, a differenza di quasi tutti gli altri virus che nell'ultimo secolo hanno appestato alcune aree del nostro pianeta, il COVID-19 presentava tutti i "requisiti da manuale" previsti per la maggiore efficacia di un'arma "biologica" (il che, però, non costituisce certo una prova che realmente lo fosse).
Cioè, in sintesi (per maggior dettaglio vedere il mio topic del marzo 2020):
1) APPARENTE "NATURALITA"'
Per prima cosa, i batteri o i virus "da guerra", devono "sembrare" assolutamente "naturali",  per evitare di incorrere:
- nelle sanzioni previste dalle Convenzioni dell'Aja del 1899 e del 1907, che ne vietano categoricamente l'uso;
- in eventuali ritorsioni da parte del nemico;
Il che significa che i laboratori addetti alla guerra biologica, più che "assemblare" un nuovo virus (cosa facilmente riconoscibile), cercano quasi sempre di "modificare" nel modo meno riconoscibile possibile dei virus già esistenti.
2) RIDOTTA "LETALITA'"
In secondo luogo, a differenza di quanto si sarebbe portati a pensare, i virus per "attacco biologico", così come le pallottole "full metal jacket", sono studiati per essere relativamente "poco letali".
Ed infatti:
- in primo luogo, il loro scopo principale, non è quello di sterminare il nemico, bensì di abbattere il suo morale e di creargli gravissimi problemi di gestione logistica sanitaria ed economica (e non solo).
- in secondo luogo, un virus eccessivamente micidiale tende ad uccidere il suoi "ospiti" (veicoli), non consentendo loro di diffonderlo a sufficienza nel Paese attaccato.
3) ELEVATA "CONTAGIOSITA'"
Per le ragioni di cui sub 2), i virus da "attacco biologico" sono:
- estremamente contagiosi;
- estremamente rapidi nel contagio.
Questo, per ovvie ragioni, e, soprattutto:
- per rendere difficile trovare in tempo un vaccino;
- per rendere difficoltosa una eventuale ritorsione.
Oltre a tali requisiti, già perfettamente realizzabili quaranta anni fa, già all'epoca si stavano  studiando altre due "auspicabili" caratteristiche dei "virus da combattimento":
a) PERCENTUALE ADEGUATA DI "ASINTOMATICITA'".
Ed infatti, se tutti i contagiati si mettono a tossire e sputare sangue in pubblico (come accadde in altri recenti epidemie), è naturale che la gente si allontani subito da loro e fugga via da tutte le parti; per cui, già dagli anni '80, si stavano studiando "armi batteriologiche silenziose", e, cioè, che producessero un numero di "asintomatici" ideale, in modo da diffondere ancor meglio il "virus".
b) "RESILIENZA" AI VACCINI
Infine, da sempre, i laboratori destinati a creare "armi batteriologiche", si sono posti l'obiettivo di creare dei "virus" molto propensi a "mutare", se aggrediti dai vaccini del nemico; ma, ovviamente, non "resilienti" ai vaccini propri.
***
Ora, io mi posso anche sbagliare, ma mi sembra che, fino ad oggi, l'unico virus che abbia presentato quasi tutti tali requisiti (meno, spero, l'ultimo), è quello tutt'ora in circolazione; ed infatti, non a caso, è proprio quello che è risultato più diffuso e disastroso nell'ultimo secolo sotto molteplici aspetti.
L'unico altro virus a presentare buona parte dei requisiti sopra indicati (meno il 2) e l'a) e il b), fu la famosa pandemia di influenza del 1917-1918, detta "SPAGNOLA", la quale, durante la prima guerra mondiale, si ipotizzò che:
- fosse stata creata a tavolino dagli USA come arma biologica verso i Tedeschi;
- fosse stata creata a tavolino dai Tedeschi come arma biologica verso gli alleati, e diffusa per mezzo dei sommergibili anche in USA.
Ma si tratta di teorie assolutamente non provate; a meno che i biologi dell'epoca non fossero eccezionalmente bravi nel creare degli agenti patogeni molto "dotati" del requisito sub 1) (cioè l'"apparente naturalità").
***
                                                  AGGIORNAMENTO
Ciò premesso, da quando formulai tali considerazioni a marzo dell'anno scorso, non sono più tornato sull'argomento.
Però, recentemente, sono venuti alla luce dei fatti nuovi che, secondo me, richiedono un aggiornamento del mio topic originario.
E cioè:
A)
Sul sito governativo del Dipartimento di Stato U.S.A., appare un recente "REPORT",  dal quale risulta quanto segue:
a) Ricerche effettuate dal WIV (cioè dall'Istituto di virologia di Wuhan).
A partire almeno dal 2016 – e senza alcuna indicazione di uno stop prima dell'epidemia di COVID-19 – i ricercatori del WIV cinese hanno condotto esperimenti su RaTG13, il coronavirus del pipistrello identificato dal WIV nel gennaio 2020 come il campione più vicino a SARS-CoV-2 (96,2 % simile).  Il WIV ha un record di ricerche sul "guadagno di funzione" per progettare "virus chimerici" (cioè, queli astrattamente idonei alla guerra batteriologica).
b) Rifiuto cinese a indagini sui registri del WIV (cioè dell'Istituto di virologia di Wuhan).
Gli investigatori dell'OMS devono avere accesso anche ai registri del lavoro del WIV su pipistrelli e altri coronavirus prima dell'epidemia di COVID-19; inoltre, come parte di un'indagine approfondita, devono avere un resoconto completo del motivo per cui il WIV ha alterato e quindi rimosso i record online del suo lavoro con RaTG13 e altri virus. Ma i cinesi si rifiutano di collaborare.
c) Malattie all'interno del WIV (cioè dell'Istituto di virologia di Wuhan).
Il governo degli Stati Uniti ha motivo di credere che diversi ricercatori all'interno del WIV si siano ammalati nell'autunno 2019, prima del primo caso identificato dell'epidemia, con sintomi coerenti sia con il COVID-19, sia con le comuni malattie stagionali.
d) Rifiuto cinese a indagini sui soggetti malati del WIV (cioè dell'Istituto di virologia di Wuhan).
Il PCC ha impedito a giornalisti indipendenti, investigatori e autorità sanitarie globali (OMS) di intervistare i ricercatori del WIV, compresi quelli che erano malati nell'autunno del 2019; ed invece qualsiasi indagine credibile sull'origine del virus deve includere interviste con questi ricercatori e una contabilità completa della loro malattia precedentemente non dichiarata.
Io ho sintetizzato e tradotto dall'inglese, quanto appare sul seguente sito (non ho rispettato sempre l'ordine dei "post").
I testi originali, in inglese, potete verificarli qui.
https://2017-2021.state.gov/fact-sheet-activity-at-the-wuhan-institute-of-virology/index.html
B)
Da uno studio italiano firmato da scienziati dell'università Statale di Milano, risulterebbe che "L'origine dell'epidemia da Sars-CoV-2 può essere collocata tra la seconda metà di ottobre e la prima metà di novembre 2019, quindi alcune settimane prima rispetto ai primi casi di polmonite identificati", e molto prima che i Cinesi avvisassero il resto del mondo.
https://www.repubblica.it/cronaca/2020/02/28/news/coronavirus_studio_italiano_all_oms_epidemia_da_ottobre_contagi_raddoppiati_ogni_4_giorni-249808885/
C)
Infine, almeno qui a Roma, nel settembre 2019, senza addurre motivazioni di sorta, l'ambasciata cinese aveva smesso di rilasciare visti per la Cina; notizia, questa, confermata anche nella trasmissione del SOLE 24ORE "Uno nessuno 100 Milan" di ieri 8/6/2021.
D)
A distanza di più di un anno, l'animale intermedio che ha permesso al virus Sars Cov 2 di fare il salto di specie ("spillover"), e quindi, di arrivare in modo naturale fino a noi ancora non è stato individuato; e, questo, nonostante che i ricercatori siano impegnati ormai da mesi alla caccia al mammifero "untore".
Il pangolino, infatti, è stato definitivamente scagionato come scrivono sulla rivista PLOS Pathogens i ricercatori dell'Istituto di Guandgond di risorse biologiche applicate, guidati da Jinping Chen.
Il che è molto sospetto, perchè, nel caso degli altri virus, lo "spillover" è stato sempre trovato in breve tempo.
***
Fino adesso, tuttavia, le ipotesi dell'Oms sembrano ancora insistere sulla teoria di uno spillover, partito forse da un pipistrello o da un pangolino, in quanto specie serbatoio di questo virus; però, come si legge chiaramente nello studio dell'OMS, nessuno dei virus identificati in questi mammiferi è sufficientemente simile al Sars-Cov-2 per renderlo il suo progenitore.
Gli scienziati hanno anche condotto test sui prodotti di origine animale venduti nel mercato Huanan, nella città di Wuhan, ma non hanno trovato prove di infezioni animali.
E)
La particolarità del SARS-CoV-2, infine,  è che sembra apparentemente nato già in "versione evoluta"; il che contrasta con l'origine e l'evoluzione naturale di un altro coronavirus appartenente alla stessa famiglia, il SARS-CoV, l'agente dell'epidemia che negli anni 2002-2004, in due ondate successive, colpì la Cina ma non si diffuse significativamente al resto del mondo.
                                                         CONCLUSIONE
Per concludere, non vorrei aver dato l'impressione di ritenere che, ormai, si sia definitivamente scoperto che il virus del COVID 19 sia stato realizzato in laboratorio; e che poi, sia sfuggito di mano lì, per incuria dei virologi cinesi addetti ai lavori.
Temo che questo, con certezza, non si scoprirà mai; e che, anche se si venisse a scoprire, non verrebbe proclamato mai in via ufficiale, perchè le conseguenze giuridiche e geopolitiche della cosa potrebbero risultare devastanti.
D'altronde, allo stato degli atti, non si può affatto escludere che, in realtà, si tratti davvero di un virus del tutto naturale!
***
#3798
Tematiche Filosofiche / La comprensione delle cose.
07 Giugno 2021, 05:55:05 AM
Ciao Daniele. :)
Per il nostro diritto, in "estrema" sintesi, le "cause di non imputabilità" consistono:
1)
Nell'"incapacità di intendere", che può essere definita come "l'incapacità di comprendere il significato del proprio comportamento e di valutare le possibili ripercussioni negative sui terzi"; è questo, ad esempio, il caso di un soggetto affetto da vizio totale di mente, il quale non è in grado di comprendere che, premendo il grilletto di una pistola, parte un proiettile che può uccidere qualcuno.
2)
Nell' "incapacità di volere", che, invece, consiste nella "impossibilità di controllare i propri impulsi"; è questo, ad esempio, il caso di un soggetto completamente fuori di testa, il quale capisce benissimo che, premendo il grilletto di una pistola, può uccidere qualcuno, però, a causa della sua malattia mentale, non è assolutamente in grado di resistere all'impulso di sparare.
***
Non ci vedo niente di "strano"; ma, anzi, direi che è "ovvio"!
Ed infatti, tali "cause di non imputabilità" non compaiono soltanto nel nostro codice penale, bensì nei codici penali di tutto il resto del mondo.
***
Quanto all'"incapacità di dovere", secondo me, si tratta di uno "pseudo-concetto", che non ha alcun senso, nè logico, nè sintattico, nè giuridico; ed infatti, si può essere "capaci" o "incapaci" di "intendere" e di "volere", ma non certo di "dovere"!
Ed infatti, il "dovere" consiste nell'obbligo di fare (o non fare) qualcosa, per cui, semmai, si può parlare:
- della "capacità di intendere" quale sia il nostro dovere;
- della "capacità di voler" adempiere al nostro dovere.
Ma parlare di "capacità di dovere" è un "nonsenso" logico-sintattico.
***
Quanto al fatto che, se uno ammazza una persona in stato di sonnambulismo, secondo te "la capacità di intendere e di volere ce l'avrebbe di sicuro", per cui dovrebbe essere ritenuta imputabile, e, quindi, essere condannata alla reclusione, ringrazio il cielo che tu non faccia di professione il giudice.
***
Un saluto! :)
***
#3799
Citazione di: daniele22 il 03 Giugno 2021, 09:10:28 AM
Buongiorno Eutidemo, una volta lessi una frase di LWittgenstein il quale asseriva che basterebbe disporre i fatti nella giusta sequenza perché si produca da sé un giudizio senza l'intervento di alcuna spiegazione. Confesso di non aver letto tutta la sequenza confidando nella tua competenza, ma visto pure il commento di Ipazia immagino che sia così come dite
I fatti, le date e gli eventi che condussero al 24 maggio 1915, furono quelli; poi, però, ognuno può trarne le conclusioni che vuole!
;)
#3800
Tematiche Spirituali / Re:Riflessioni sul suicidio.
06 Giugno 2021, 05:58:46 AM
Citazione di: Kobayashi il 05 Giugno 2021, 17:10:16 PM
Daniele22, "Kobayashi" è un cognome abbastanza comune in Giappone. L'ho adottato molto prima che iniziassi a frequentare questo forum. Non vuole essere in alcun modo il segno di una mia "specializzazione" sull'Oriente.


C'è un brano nell'ultima opera di Sarah Kane, scritta poco prima di uccidersi, in cui racconta come una mattina, bevendo caffè nero amaro e fumando una sigaretta, riconosce all'improvviso, in una nuvola di vecchio tabacco quell'odore di medicinale dell'ospedale psichiatrico in cui era stata ricoverata, e così, dice, una ferita si riapre e da essa sgorga un dolore oscuro, ripugnante, un dolore pieno di vergogna.

È questo tipo di fragilità che mi sembra avere attinenza con il suicidio.
Il tuo cognome "Kobayashi" mi ricorda molto il cognome "Kuribayashi" (栗林忠道), che era quello del valoroso comandante giapponese Tadamichi Kuribayashi; il quale morì suicida, compiendo "seppuku", il 26 marzo 1945, quando il suo posto di comando,  sull'isola di Iwo Jima, era ormai prossimo a cadere nelle mani dei marines.
#3801
Gli organi di informazione hanno fatto un gran rumore sulla liberazione di Brusca, il quale, almeno, è un mafioso "pentito", il quale ha consentito alla polizia di arrestare molti altri pericolosi malviventi; però, (con qualche lodevole eccezione) gli organi di informazione non si sono ancora resi ben conto che, presto, potrebbe esserci una "libera uscita" generale di più di mille pericolosissimi criminali "non pentiti".
Si tratta di 1271 detenuti, che si trovavano in "carcere a vita" (in base al cosiddetto regime dell'"ergastolo ostativo"); in quali non si sono mai "pentiti", nè hanno alcuna intenzione di farlo, nè di collaborare con la giustizia.
Tuttavia, entro non molto tempo, potremmo trovarceli tutti (o quasi) a spasso nelle pubbliche vie.
***
Questo è possibile, anzi è molto probabile, perchè, come da me già accennato in un mio precedente post (1), la Corte Costituzionale  con l'ordinanza n. 97 dell'11 maggio 2021 (2), nell'esaminare le questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla Cassazione con l'ordinanza numero 18518/2020,  circa il regime applicabile ai condannati alla pena dell'ergastolo per reati di mafia e di contesto mafioso che non abbiano collaborato con la giustizia e che chiedano l'accesso alla liberazione condizionale,  ha sancito che la "Vigente disciplina del cosiddetto ergastolo ostativo preclude in modo assoluto, a chi non abbia utilmente collaborato con la giustizia, la possibilità di accedere al procedimento per chiedere la liberazione condizionale, anche quando il suo ravvedimento risulti sicuro!".
***
Ed infatti, secondo la Corte Costituzionale, la disciplina dell'"ergastolo ostativo,  il quale vieta di liberare i boss stragisti condannati all'ergastolo, se non collaborano con la giustizia, sarebbe "in contrasto con gli articoli 3 e 27 della Costituzione e con l'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo"; questo, in quanto tale "reclusione senza fine" escluderebbe la possibilità di recuperare il detenuto nel contesto sociale, nel caso in cui gli psicologi carcerari accertino che si è ravveduto,   pur non collaborando con la giustizia per far arrestare altri mafiosi.
***
Tuttavia la Consulta si è resa conto che "l'accoglimento immediato delle questioni di costituzionalità in esame, rischierebbe di inserirsi in modo inadeguato nell'attuale sistema di contrasto alla criminalità organizzata"; e, pertanto ha concesso al Parlamento un anno di tempo, fino al maggio 2022, per modificare la norma.
***
L'ERGASTOLO OSTATIVO
Si tratta di un istituto di diritto penitenziario che è stato introdotto dopo le tragiche morti dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino; ma che essi, sostanzialmente, avevano già propugnato quando erano ancora in vita.
Checchè ne dicano alcuni, tale "strumento" ha "oggettivamente" costituito uno dei più efficaci mezzi di contrasto alla mafia; ed infatti  molti boss mafiosi, sottoposti a tale sia pur "spietata" misura, avendo la possibilità di ottenere dei benefici (che diversamente non avrebbero mai potuto avere) solo collaborando con la giustizia, si sono alla fine rassegnati ad offrire il proprio contributo sulle indagini di mafia, con la conseguenza di spezzare i legami con l'associazione criminale di provenienza.
***
LE MISURE DI SICUREZZA
Prima di prospettare la mia personale critica all'ordinanza della Corte di cui sopra, secondo me è necessario tenere presente che, nella nostra Costituzione, sono previsti due tipi completamente diversi di "restrizione della libertà personale".
Ed infatti, l'art.25 della Costitizione:
- nel secondo comma prevede che nessuno può essere "punito" se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso;
- nel terzo comma prevede che nessuno può essere sottoposto a "misure di sicurezza" se non nei casi previsti da una  legge (la quale può essere entrata in vigore in qualunque momento).
***
Il che significa che in Italia, così come nel resto del mondo, si possono subire delle restrizioni della libertà personale, non solo a titolo di "sanzione penale" per aver commesso un reato, ma anche a titolo di "misura preventiva", al fine di evitare che un qualche reato venga commesso in futuro; ovvero  al fine di evitare che, in futuro, si verifichino eventi i quali, pur non costituendo un reato, possono tuttavia risultare socialmente pericolosi.
Ad esempio se un "pazzo" uccide una, o più persone, ai sensi dell'art.85 c.p. non può certo essere assoggettato ad alcuna "sanzione penale",  in quanto ha commesso gli omicidi in uno "stato di completa incapacità d'intendere e di volere"; tuttavia, non può neanche essere lasciato libero di andarsene a spasso, ad uccidere altre persone, per cui viene "rinchiuso" fino a che non guarisce (e, se non guarisce, per il resto della sua vita).
***
Il mio è un esempio un po' rozzo e semplicistico, tanto per rendere l'idea; tuttavia, di fatto, il concetto è proprio questo.
Ed infatti la "sanzione penale" ha una funzione precipuamente "retributiva" e "rieducativa" per il detenuto, mentre la "misura di sicurezza" ha una funzione precipuamente "preventiva" a tutela della collettività.
Per cui, anche se un detenuto ha scontato la sua pena, o anche se si è ravveduto, non è detto che lo si possa far uscire dal carcere, se la ciò può risultare "pericoloso" per la collettività.
***
Ed infatti, la durata delle misure di sicurezza è "indeterminata nel massimo"; quindi può durare "per sempre"; cioè non cessa sino a che non viene a mancare l'elemento essenziale della pericolosità del reo.
Tuttavia, questa "indeterminatezza" viene definita relativa, in quanto, in genere, consiste in controlli periodici di un magistrato di sorveglianza; in passato era presente un riesame del giudice dopo un minimo di tempo previsto indicativamente dalla legge, ma questo sistema è stato abbandonato dopo la sentenza n.110/74 della Corte Costituzionale.
***
CRITICA ALL'ORDINANZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE
Ciò premesso, se mi è concesso di azzardare (molto presuntuosamente) una prima interpretazione critica  della citata recente ordinanza n. 97 dell'l'11 maggio 2021,  la Corte Costituzionale, secondo me, ha fatto un po' di "confusione", sia pur voluta, cosciente e consapevole, tra il primo e il secondo comma dell'art.25 della Costituzione.
E, cioè, tra i principi regolatori:
- delle "pene", le quali hanno precipuamente una funzione "remunerativa", una funzione "dissuasiva" e una funzione "rieducativa" per il criminale;
-  delle "misure di sicurezza", le quali, invece,  hanno precipuamente la funzione  di assicurare, appunto, la "sicurezza" della collettività, possibilmente in concorso, ma, eventualmente, anche "a prescindere" dalle funzioni di cui sopra.
***
Ed infatti, a pag.10 della citata ordinanza, troviamo scritto: "Il regime normativo censurato comprimerebbe in misura intollerabile la funzione "rieducativa" della "pena", in contrasto con l'art. 27, terzo comma della Costituzione"; il che, secondo me, sarebbe senz'altro vero se il regime in questione potesse effettivamente considerarsi una "pena" (aggiuntiva), invece di una "misura di sicurezza".
La quale, come sopra detto, può prescindere dalle caratteristiche e dalle funzioni della pena; tra le quali il "recupero sociale" del detenuto.
Anche se so che questa è una cosa molto controversa!
***
Tuttavia la stessa Corte costituzionale, nella ordinanza in esame,  ha riconosciuto che le opzioni legislative in materia di tutela della "sicurezza pubblica" sono da considerarsi insindacabili, purché improntate a "ragionevolezza"; in tal senso anche la sentenza n. 223 della stessa Corte.
E poi testualmente, la Corte osserva: "Ciò che non farebbe difetto nel caso in considerazione. In particolare, non sarebbe affatto arbitraria la presunzione che, nel contesto mafioso, l'atteggiamento non collaborativo sia dovuto alla volontà di non recidere i rapporti con l'ambiente di provenienza; per cui, indipendentemente dall'attualità di quei rapporti, andrebbe comunque prevenuto il rischio di un loro ripristino, che potrebbe inverarsi nel caso di liberazione di soggetti portatori di una pericolosità criminale tanto elevata."
***
Il che, nonostante le ampie e  argomentate motivazioni  successivamente addotte dalla Corte (sulle quali per ragioni di spazio sono costretto a sorvolare), a me suona alquanto contraddittorio;  sebbene in linea con l'orientamento CEDU, così come espresso dalla Corte di Strasburgo nella sentenza "Viola contro Italia".
In tale sentenza, infatti, sulla cui falsariga si muove l'ordinanza della nostra Corte qui in commento, si sostiene che considerare la collaborazione con le autorità quale unica dimostrazione possibile della dissociazione del condannato conduce a trascurare gli altri elementi che permettono di valutare i progressi compiuti dal detenuto;  ciò, in quanto, secondo la CEDU, "non è escluso che la dissociazione con l'ambiente mafioso possa esprimersi in modo diverso dalla collaborazione con la giustizia".
Ma, secondo me, è qui "che casca l'asino".
***
Ed infatti, a mio parere:
1)
Si può -forse- disquisire teoricamente circa "l'aspetto soggettivo" evidenziato dalla due Corti; e, cioè, sul fatto che non si possa escludere a priori "che la dissociazione con l'ambiente mafioso possa esprimersi in modo diverso dalla collaborazione con la giustizia" (cosa di cui, però, personalmente dubito molto).
2)
Non si può,  però, disquisire, nè teoricamente nè praticamente, circa "l'aspetto oggettivo" della questione, che è stato completamente ignorato dalla due Corti; e, cioè, che, quale che sia l'intento dissociativo che (si presume) sia stato interiormente e soggettivamente maturato dal detenuto, se costui non collabora con la giustizia (essendo quindi inserito nel "programma protezione testimoni"), una volta uscito di galera, e/o dal regime del 41 bis ci penserà la Mafia a riassorbirlo "d'ufficio" nei suoi ranghi.
***
Ed infatti, cosa che le due Corti evidentemente non considerano, è che, al momento dell'"affiliazione", al mafioso viene chiaramente spiegato che: "Semel sacerdos, semper sacerdos: tu eris sacerdos in aeternum" (cioè, che dovrà restare mafioso per sempre, fino alla morte, che lui lo voglia o no).
Il che vuol dire che un mafioso che esce di galera, al di fuori della protezioni testimoni (non avendo collaborato), non ha oggettivamente alcuna alternativa se non rientrare nei ranghi della Mafia ; o meglio, l'unica alternativa che ha, è quella di far ammazzare se stesso e/o i propri familiari.
***
Pertanto, secondo me, nel caso di specie:
- non si tratta tanto della legittimità o meno di presumere "iuris et de iure" la "pericolosità" o meno del detenuto di mafia che non si pente e collabora;
- quanto, piuttosto, di presumere "iuris et de iure" che, se non lo fa, che lui lo voglia o meno, resterà comunque, di fatto, un "pericoloso" mafioso.
Per cui, se lo si mette fuori (o, comunque, si allenta in guinzaglio del 41 bis), oltre che la sua, si mette in pericolo la "sicurezza" dell'intera collettività.
***
Ne consegue, quindi, che, poichè il cosiddetto "ergastolo ostativo" non costituisce tanto una "pena" che debba "retribuire" e "rieducare" il detenuto , quanto, piuttosto, una "misura di sicurezza" a tutela della collettività, secondo me, l'ordinanza della Corte Costituzionale deve considerarsi del tutto aberrante!
***
L'unico modo per eluderne i devastanti effetti, pertanto, secondo me, non può che consistere in una nuova normativa che rimarchi la natura di "misura di sicurezza" di tale regime; ricollegandola, soprattutto, all'aspetto dell'"incardinamento oggettivo" del detenuto mafioso all'interno dell'organizzazione mafiosa, che può essere "oggettivamente scardinato" solo se, e soltanto se, lui collabora con la giustizia.
Ma non è certo un compito facile, per il nostro Legislatore!
***
(1)
Le "funzioni della pena", in generale, e nel caso Brusca:
https://www.riflessioni.it/logos/attualita/le-'funzioni-della-pena'-in-generale-e-nel-caso-brusca/
(2)
Ordinanza della Corte Costituzionale n. 97 dell'11 maggio 2021
https://www.giurisprudenzapenale.com/wp-content/uploads/2021/05/pronuncia_97_2021.pdf

#3802
In "What the Tortoise said to Achilles", il geniale e affascinante Lewis Carrol, il noto matematico autore di "Alice's Adventures in Wonderland", scrive quanto segue:
"Achille aveva raggiunto la Tartaruga, e si era seduto comodamente sul suo guscio. «Così sei riuscito a terminare la nostra gara? – disse la Tartaruga – anche se si componeva di una successione infinita di distanze? Pensavo che qualche saccente avesse dimostrato che la cosa non si poteva fare».
«Si può fare, – rispose Achille – È stata fatta! Solvitur ambulando. Tu vedi che le distanze diminuivano costantemente e così...».
«Ma se fossero aumentate costantemente? – interruppe la Tartaruga – come sarebbe andata a finire in questo caso?»
«Allora non sarei qui – replicò modestamente Achille – e tu, in questo tempo, avresti fatto varie volte il giro del mondo!
«Tu mi schiacci, mi aduli!» (NOTA 1: Qui, nel testo inglese, la tartaruga fa un gioco di parole in inglese tra "flatter", che vuol dire "schiacciare", e "flatten", che vuol dire adulare) «Perché sei un pezzo grosso, non c'è dubbio.
Bene: ti piacerebbe che ti raccontassi di una gara che quasi tutti penserebbero di terminare in due o tre passi, ma che è costituita davvero da una infinità di passi, ognuno più lungo del precedente?»
«Senz'altro – rispose l'eroe greco, e tirò fuori dall'elmo (pochi guerrieri greci avevano tasche a quei tempi) un enorme taccuino e una matita – Avanti! E parla lentamente se non ti dispiace! La stenografia non è stata ancora inventata!»
«Quella meravigliosa Prima Proposizione di Euclide! – mormorò con aria sognante la Tartaruga – Ti piace Euclide?» (NOTA 2: la Prima Proposizione di Euclide consiste nel costruire un triangolo equilatero avente per lato un segmento assegnato AB. Tracciati i cerchi aventi centro rispettivamente in A e B e raggio uguale ad AB, e detti C una delle loro intersezioni, risulta AC AB, BC a BA e quindi AC = BC)
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/95/d3/9e/ME13GB0L_t.jpg
Nell'immagine che ho riprodotto, credo che il concetto si comprenda meglio.)
«Moltissimo! Per quanto naturalmente possa piacere un trattato che non verrà pubblicato se non di qui a molti secoli!»
«Bene, allora prendiamo una piccola parte del ragionamento che compare nella Prima Proposizione. Solo due passaggi e la conclusione che se ne trae. Per favore scrivili sul taccuino. Per citarli comodamente chiamiamoli A, B e Z:
A. Cose che sono uguali ad una stessa cosa sono uguali tra loro.
B. I due lati di questo triangolo sono cose che sono uguali ad una stessa cosa.
Z. I due lati di questo triangolo sono uguali tra loro.
I lettori di Euclide converranno, suppongo, che Z segue logicamente da A e B, di modo che se uno ammette la verità di A e B deve ammettere la verità di Z.»
«Certamente. Anche il più giovane studente di Liceo, appena i Licei verranno inventati, il che non avverrà che fra duemila anni, sarebbe d'accordo su questo punto.»
«E se un lettore non avesse ancora ammesso che A e B sono veri, potrebbe lo stesso accettare la validità della conseguenza, suppongo?»
«Indubbiamente potrebbe esserci un lettore così. Potrebbe dire:
"Io accetto la verità dell'implicazione: -Se A e B sono veri allora Z deve essere vero- ma non accetto la verità di A e B". Questo lettore farebbe una cosa saggia ad abbandonare Euclide e a dedicarsi al calcio.»
«E non potrebbe esistere anche un lettore che dica: "Io accetto la verità di A e B, ma non accetto l'implicazione?"».
«Certo, potrebbe esistere. Anche lui farebbe meglio a dedicarsi al calcio.»
«E né l'uno né l'altro — continuò la Tartaruga — fino a questo momento è costretto, per necessità logica, ad accettare che Z sia vera».
«Proprio così» assentì Achille.
«Bene, ora io voglio che tu mi consideri un lettore della seconda categoria, e mi costringa, con la logica, ad ammettere la verità di Z».
«Una Tartaruga che gioca al calcio sarebbe... » – cominciava a dire Achille
«... una stranezza, naturalmente – lo interruppe in fretta la Tartaruga – ma non divagare. Prima occupiamoci di Z, e poi del calcio! »
«Devo costringerti ad accettare Z, non è vero? – disse con aria meditabonda Achille – e la tua posizione è questa: tu accetti A e B ma non accetti l'implicazione... »
«Chiamiamola C – disse la Tartaruga – ma non accetti C: Se A e B sono vere, Z deve essere vera.»
«Questa è la mia posizione» ammise la Tartaruga.
«Allora devo chiederti di ammettere C.»
«Lo farò – disse la Tartaruga – non appena lo avrai scritto nel tuo taccuino. Che cosa c'è scritto sopra?».
«Solo degli appunti – rispose Achille sfogliando nervosamente le pagine – degli appunti sulle battaglie in cui ho fatto bella figura!»
«Pieno di fogli bianchi, vedo – osservò allegramente la Tartaruga – Ci serviranno tutti (Achille rabbrividì). Ora scrivi quello che ti detto:
A. Cose che sono uguali alla stessa cosa sono uguali tra loro.
B. I due lati di questo triangolo sono cose che sono uguali alla stessa cosa.
C. Se A e B sono vere, Z deve essere vera.
Z. I due lati di questo triangolo sono uguali tra loro».
«Dovresti chiamarla D, non Z – disse Achille – viene subito dopo le altre tre. Se tu accetti A e B e C, devi accettare Z.»
«E perché devo?»
«Perché segue logicamente da esse. Se A e B e C sono vere, Z deve essere vera. Non metterai in dubbio questo, immagino?»
«Se A e B e C sono vere Z deve essere vera – ripeté pensosa la Tartaruga – Questa è un'altra implicazione non è vero? E se io non riuscissi a considerarla valida, potrei accettare A e B e C e tuttavia non accettare Z, non ti pare?»
«Potresti – ammise candidamente il nostro eroe – anche se una tale ottusità risulterebbe davvero fenomenale. Tuttavia l'evento è possibile. Così io devo chiederti di ammettere un'ulteriore implicazione.»
«Benissimo. Io sono prontissima ad ammetterla, non appena l'avrai scritta nel taccuino. La chiameremo D:
D. Se A e B e C sono vere, Z deve essere vera. L'hai scritta?»
«Fatto! – esclamò allegro Achille mettendo la matita nell'astuccio – Finalmente abbiamo terminato la nostra gara immaginaria. Ora se tu accetti A e B e C e D naturalmente accetti Z.»
«Si? – disse la Tartaruga con aria innocente – Chiariamo a fondo la faccenda. Io accetto A e B e C e D. E se tuttavia rifiutassi di accettare Z?»
«Allora la logica ti prenderebbe per il collo e i costringerebbe a farlo! – replicò Achille trionfalmente – La logica ti direbbe: "Non hai scampo. Dal momento che hai accettato A e B e C e D devi accettare Z!" Così non hai scelta, come vedi.»
«Se la logica è così buona da dirmi qualcosa, vale la pena di annotarla – disse la Tartaruga – così scrivi sul taccuino se non ti dispiace. Lo chiameremo E:
E. Se A e B e C e D sono vere, anche Z deve essere vera. Fino a che non ho ammesso questo, naturalmente, non devo ammettere E. Quindi è un passaggio assolutamente necessario, non ti pare?»
«Vedo» – disse Achille, e c'era una nota di tristezza nella voce.
A questo punto il narratore, che aveva affari urgenti in banca, fu costretto a lasciare l'allegra coppia, e non ritornò sul posto che alcuni mesi più tardi. Quando ciò avvenne, Achille era ancora seduto sul guscio della paziente Tartaruga e scriveva sul taccuino, che sembrava quasi tutto riempito.
La Tartaruga stava dicendo: «Hai scritto quest'ultimo passaggio? Se non ho perso il conto fanno mille e uno. Ne abbiamo ancora parecchi milioni. E ti dispiacerebbe, come favore personale, considerato tutti gli insegnamenti che questo nostro dialogo fornirà ai Logici del Diciannovesimo secolo, ti dispiacerebbe, con un gioco di parole che farà in quell'epoca mia cugina, la Finta Tartaruga, cambiare nome e chiamarti Insegnaci?» (NOTA 3: la «Finta Tartaruga» (The Mock Turtle) compare in Alice nel Paese delle Meraviglie: «La Regina... disse ad Alice: «Hai visto la finta tartaruga?» «No – disse Alice – Una finta tartaruga? Non so nemmeno che cosa sia.» «È la cosa con cui si fa la finta zuppa di tartaruga» disse la Regina. La finta zuppa di tartaruga (mock turtle soup, che si può interpretare anche come «la zuppa di finta tartaruga») era una imitazione della zuppa di tartaruga verde, di solito ricavata dal vitello. Nelle classiche illustrazioni di John Tenniel ad Alice nel Paese delle Meraviglie, la Finta Tartaruga ha appunto la testa, gli zoccoli posteriori e la coda di vitello. Il gioco di parole citato ora dalla Tartaruga, ricorre nel racconto autobiografico della Finta Tartaruga ad Alice. Riferendosi a una sua simile (vera) da cui lei e altri andavano a scuola da piccoli, dice: "We called him Tortoise because he taught us", letteralmente «La chiamavamo Tartaruga perché ci insegnava». Ma "taught us", nella pronuncia ingles, suona simile a  "Tortoise". Nella traduzione di Masolino d'Amico la frase è resa: «Lo chiamavamo testuggine perché ci dava i libri di testo». Secondo me non è una traduzione letterale, ma è l'unica che possa offrire un gioco di parole anche in italiano.)
«Come vuoi» replicò lo stanco guerriero con un tono cupo di disperazione, nascondendosi il volto tra le mani. «A patto che tu, da parte tua, con un gioco di parole che la Finta Tartaruga ignora, ti ribattezzi Uccidi-Tranquillità» (NOTA 4: "A kill ease", in inglese, suona come «Achilles». Letteralmente: «Un uccidi-tranquillità»).
***
                                        MIE CONSIDERAZIONI
Secondo me, più che di un vero e proprio paradosso, si tratta di una versione aggiornata del famoso espediente di Bertoldo; il quale, come è noto, essendo condannato a morte espresse come ultimo desiderio quello di poter scegliere l'albero a cui essere impiccato.
E, ovviamente, fino alla vecchiaia non ne trovò neanche uno che fosse di suo gusto!
Ed infatti, in base al meccanismo logico in base al quale per costringere qualcuno ad "ammettere" qualcosa, devi prima costringerlo ad "ammettere" i presupposti "propedeutici" per indurlo a tale "ammissione", quello può rinviare all'infinito la sua "ammissione"; ed infatti, le concatenazioni logiche, volendo ricorrere a tale espediente, possono essere davvero infinite.
Questa è una tecnica molto spesso adottata dai nostri politici, nei dibattiti televisivi, quando vogliono evitare di ammettere cose ovvie, ma che, però, non fanno loro comodo!
;)
***
#3803
Percorsi ed Esperienze / Levitazione casalinga!
03 Giugno 2021, 14:37:33 PM
Citazione di: iano il 03 Giugno 2021, 13:36:57 PM
Ciò che mi preme maggiormente capire è cosa significhi capire, e tu a mio parere hai dato un buon esempio di cosa sospetto sia.
Riuscire a ripercorrere in modo autonomo la via per la quale le cose si generano.
Certo è una via impervia per chi volesse comprendere ogni cosa.
A me basta sapere che è possibile farlo,avendone almeno un esempio come quello che ci hai illustrato, e farlo acquista comunque a volte  un senso, perché anche chi precedendoci ha edificato la conoscenza non sempre aveva chiaro quale strada stesse percorrendo.
Sappiamo sempre quando siamo giunti alla metà, ma per quale strada ci siamo arrivati quasi mai, anche perché non è mai un percorso individuale fatto in un tempo breve, come quello che ci è dato vivere.
Quanto a riuscire a ripercorrere in modo autonomo la via per la quale le cose si generano causalmente, le une dalle altre, ti ho risposto nel tuo TOPIC "La comprensione delle cose." :)
#3804
Tematiche Spirituali / Riflessioni sul suicidio.
03 Giugno 2021, 14:29:29 PM
Le più ragionevoli considerazioni sul suicidio, secondo me, le ha fatte Seneca, quando ha scritto (a Lucilio), quanto segue:
"È bene disdegnare la vecchiaia avanzata e non aspettare la morte, ma darsela con le proprie mani?
Ecco il mio parere.
Se uno attende inerte il proprio destino, non è dissimile da chi lo teme; come è un ubriacone chi vuota la bottiglia e beve anche la feccia.
Dovremo, però chiederci se l'ultima parte della vita è feccia o piuttosto bevanda limpidissima e purissima, sempre che la mente sia sana e i sensi integri aiutino l'anima, e il corpo non sia in declino e morto prima del tempo; importa molto, cioè, se prolunghiamo la vita o la morte.
Ed infatti, se il corpo non assolve più le sue funzioni, non è meglio liberare l'anima dalle sue sofferenze?
Anzi, forse bisogna agire un po' prima del dovuto perché, arrivato il momento, non ci si trovi nell'impossibilità di poterlo fare (come accadde al mio amico Paolo, paralizzato dalla SLA); ed infatti, secondo me, il pericolo di vivere male è molto peggiore del pericolo morire presto.
Quindi, se uno non scongiura il rischio di una grande disgrazia solo per guadagnare un po' di tempo, a mio parere è un pazzo!
Pochi uomini sono morti vecchissimi senza subire danno; molti hanno condotto un'esistenza passiva e inutile: aver perduto una parte della vita ti sembra tanto più crudele che perdere il diritto di mettervi fine?
Non ascoltarmi contro voglia, come se il mio parere ormai ti riguardasse direttamente e pondera bene quello che ti dico: io non abbandonerò la vecchiaia, se mi conserverà integro, ma integro nella parte migliore di me, se, però comincerà a turbare e a sconvolgermi la mente, se non mi lascerà la vita, ma solo il soffio vitale, mi precipiterò fuori dall'edificio marcio e in rovina.
Non fuggirò la malattia con la morte, purché non sia una malattia inguaribile e non danneggi l'anima.
Non mi darò la morte per paura del dolore: morire così significa darsi per vinto. Tuttavia, se saprò di dover soffrire per tutta la vita, me ne andrò non per il dolore in se stesso, ma perché mi sarebbe di ostacolo a tutte quelle attività che sono lo scopo dell'esistenza.
E' debole e vile chi si dà la morte per paura del dolore, ma è insensato chi vive soltanto per soffrire.
Ma la sto tirando troppo alla lunga; ho ancora argomenti che potrebbero occupare un giorno intero: e come potrà mettere fine alla sua vita un uomo incapace di finire una lettera?
Perciò addio: leggerai più volentieri questo commiato, che tutti i miei ragionamenti sulla morte.
Stammi bene."
***
Considero come se tale lettera fosse stata scritta a me, invece che a Lucilio; e mi riservo, per quanto mi sarà possibile, di seguirne puntualmente i suggerimenti.
Che condivido in pieno!
;)
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#3805
Tematiche Filosofiche / La comprensione delle cose.
03 Giugno 2021, 14:10:49 PM
Ciao Iano. :)
Virgilio scrisse: "Felix qui potuit rerum cognoscere causas" (Virgilio, Georgiche, lI, 489); e, in effetti, per comprendere davvero qualcosa, è necessario comprendere l'effettiva "catena delle cause" che l'ha generata.
Il che vale in particolar modo per le azioni umane.
***
Ad esempio:
a)
L'art. 85 comma 1° c.p.,  stabilisce, giustamente, che nessuno può essere punito per un fatto previsto dalla legge come reato, se, al momento in cui lo ha commesso, non aveva la capacità di intendere e di volere; ed infatti, in tale ipotesi, la "causa" del fatto non è da imputare al soggetto, in quanto incapace, per cui tale fatto non è criminoso.
b)
L'art.87 c.p., però, stabilisce che l'art.85 cp non si applica a chi si è premeditatamente messo nello stato di incapacità di intendere o di volere al fine di commettere un reato o di prepararsi una scusa; in tal caso, infatti, definito "actio libera in causa", la "causa" del fatto criminoso,  non è da imputare alla incapacità del soggetto, bensì alla sua precedente libera e consapevole scelta di procurarsi a bella posta tale stato di incapacità.
***
Per cui, in base al principio "causa causae est causa causati", e, cioè, risalendo nella "concatenazione" delle cause, si può meglio comprendere la natura del fatto; e, cioè, se sia da considerarsi criminoso o meno.
***
Un saluto :)
***
#3806
Percorsi ed Esperienze / Levitazione casalinga!
03 Giugno 2021, 11:30:47 AM
Citazione di: iano il 03 Giugno 2021, 07:21:14 AM
Ciao Eutidemo.
Senza il rallentamento dell'immagine credo non ci sarei arrivato.
Ma anche così non ero certo di vedere bene, e quindi mi sono esortato dicendomi, "giovanotto , c'è l'hai la ragione? E allora guarda. " Ho provato a immaginare prendendo spunto da ciò che mi sembrava di vedere, perché in fondo cosa è vedere se non usare immaginazione ?
Ma più del numero di magia mi ha impressionato la tua ammirevole costanza nel cercare di capire.
Questa storia infatti inizia che tu eri un giovanotto e finisce che ancora lo sei col tuo senso di stupore e meraviglia ancora intatti.
I giochi di magia a volte ce li propone la natura, di cui quelli proposti dai maghi sono un buon esempio che ci invitano a capire da soli i trucchi, non potendoci con essi certamente abbandonare al misticismo.
Sì, è vero!
In effetti:
- io ho il "pretesa" di cercare di capire un po' di tutto;
:)
- però, purtroppo, ho anche il "difetto" di capire molto meno di quanto vorrei!
:(
#3807
Percorsi ed Esperienze / Levitazione casalinga!
03 Giugno 2021, 11:20:51 AM
Citazione di: iano il 03 Giugno 2021, 08:09:55 AM
Aggiungo , ma qui lo dico e qui lo nego, che la levitazione di un oggetto al posto di una bella figliola mi abbia aiutato a capire.
Dove sta la differenza?
In un minor coinvolgimento emotivo credo, che,  quando presente , non agevola certo la ragione.
C'è sempre sul palco di un mago una graziosa presenza che ti distrae.
Ed infatti volevo dipingere una donna nuda sul mio cubetto di plastica; ma, essendo questo di gommapiuma, la cosa non mi è riuscita!
;D
#3808
Ciao Jacopus. :)
Per brevità, nel mio TOPIC, ho sorvolato sulle varie teorie "neoremunerative" della pena; una delle quali, per molti aspetti, somiglia un po' a quello che hai scritto tu.
***
Ed infatti, secondo tale teoria, tutti i delitti, specie quelli più efferati, fanno nascere nella società (anche a seconda di quella che è la classe dominante) un intenso bisogno di espiazione che si scarica nella punizione dell'autore del crimine; ma questa necessità nasce dagli impulsi antisociali che sono in ogni essere umano e quindi dall'inconscio desiderio di compiere illeciti che risiederebbe in ciascuno di noi.
Per cui, secondo tale teoria, ciò che proibiamo al delinquente lo proibiamo in realtà a noi stessi e punendo il delinquente espiamo in realtà una colpa che sentiamo nostra.
***
Un saluto! :)
***
#3809
Citazione di: atomista non pentito il 03 Giugno 2021, 09:45:56 AM
Totalmente in accordo con Daniele22 .
Eutidemo : una sola cosa non approvo della pena "romana" : il coinvolgimento di innocenti animali. Sarebbe stato sufficiente gettare il sacco con qualche kg di pietrisco a far compagnia al "Brusca di turno"
Vuoi mettere la differenza!
:D
#3810
Percorsi ed Esperienze / Levitazione casalinga!
03 Giugno 2021, 05:44:41 AM
Ciao Iano :)
Mi devi perdonare, perchè ieri, per la fretta di uscire, non avevo letto con la dovuta attenzione tutto quello che avevi scritto.
***
Ed infatti tu avevi anche correttamente scritto: "Quindi l'oggetto sospeso è in effetti ben ancorato dal lato nascosto alla nostra vista, e il cerchio non trova impedimento a passare nell'ancoraggio, per il motivo che non vi passa, ma torna indietro, anche se, "ragionando con la sola vista " , come esortava a fare quel tale parapsicologo conosciuto da Eutidemo, sembra andare avanti."
Bravo, è esatto, è proprio così!
;)
***
Benchè il prestigiatore, sul palcoscenico, avesse cercato di dissimulare molto meglio di me la manovra, mi sono accorto anche io che c'era un "punto cieco" dietro la donna sospesa -e nascosto dal suo corpo-, dove il cerchio non passava mai; arrivato a quel punto, infatti, senza darlo a vedere, il prestigiatore "ruotava il cerchio", il quale, restando attorno al corpo della donna, tornava indietro e usciva dall'altra parte.
Però non riuscivo assolutamente a capire come diamine fosse fatto l'"ancoraggio" dietro la donna, perchè il "punto cieco" era circa all'altezza della sua testa; ed invece lei era lunga, immobile e distesa come su un lettino, il cui aggancio fosse in posizione centrale sul muro dietro di lei.
Il prestigiatore passeggiava persino avanti e indietro tra lei e il muro!
L'effetto era davvero sorprendente!
***
Allora, facendo qualche disegno a matita, ho capito come faceva (almeno credo), e ho cercato di fare la stessa cosa con una grappetta metalica, ripiegata ad U come nell'immagine sotto.
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/e5/7d/a6/ME13G6JE_t.jpg
La freccia rossa indica il punto in cui anche io sono tornato indietro ed ho ruotato il cerchio, nello stesso modo del prestigiatore.
Il quale avrebbe anche potuto passegiare nell'"ansa" a  forma di U.
***
Ora io non sono certo al cento per cento che il trucco di scena fosse identico a quello mio; ma, benchè io lo abbia fatto in modo appositamente più evidente,  anche rallentando del 50% la velocità del mio videoclip per far notare meglio i movimenti che facevo, a me pare che il principio non possa che essere lo stesso!
***
Tu cosa ne pensi?
***
Un saluto! :)
***