Il 10 Giugno è stata una data doppiamente nefasta per noi Italiani.
Ed infatti:
- il 10 giugno del 1924 veniva assassinato Giacomo Matteotti, e, cioè, uno degli ultimi residui baluardi della democrazia italiana;
- il 10 giugno del 1940 veniva assassinata l'Italia, con una sciagurata dichiarazione di guerra, che ci avrebbe condotto alla più grande "duplice" tragedia della nostra storia (una guerra terribile, seguita da un'ancora più atroce guerra "civile").
***
Ma, in questo "topic", io intendo soffermarmi esclusivamente sulla prima data (la seconda richiederebbe un "topic" molto più lungo a parte), partendo da un'affermazione alquanto "enigmatica", che, a prima vista, potrebbe sembrarvi una "contraddizione in termini"; e, cioè, che l'omicidio di Matteotti non avvenne "sicuramente" nell'interesse di Mussolini, però esso avvenne "sicuramente" nell'interesse di Mussolini.
Può sembrare un paradosso o un indovinello, ma, in realtà non è così, come meglio cercherò di spiegare adesso!
***
1) MUSSOLINI A
Dopo l'omicidio di Matteotti, Benito Mussolini:
- il 5 settembre 1924 disse a D'Annunzio: "Mio caro, mi hanno gettato un cadavere tra i piedi: era pesante e mi ha fatto davvero barcollare!".
- il 3 Gennaio 1925 leggendo il resoconto degli atti parlamentari, troviamo che, a pag.29, Benito, tra le altre cose, dichiarò: "... come potevo pensare, senza essere colpito da morbosa follia di far commettere un simile delitto?"
https://storia.camera.it/regno/lavori/leg27/sed049.pdf
***
Ora, sebbene non ci sia dubbio alcuno che Benito Mussolini fosse un bugiardo di prima categoria, in quanto, anche nella dichiarazione sopra riportata, mentì spudoratamente su molte altre cose (ad esempio sull'(in)esistenza della "CEKA" fascista, che, invece, esisteva eccome), tuttavia, circa il fatto che la morte di Matteotti non gli avesse minimamente giovato sotto l'aspetto politico, non si può certo dire che avesse tutti i torti.
***
Ed infatti, a causa del delitto Matteotti, il regime fascista vacillò seriamente, rischiando davvero di cadere anzitempo.
Si salvò soltanto:
a)
Per la sciocca "ritirata sull'Aventino" delle opposizioni (meno i comunisti), al cui riguardo Giolitti, giustamente, osservò: "L'onorevole Mussolini ha tutte le fortune politiche; a me l'opposizione ha sempre dato fastidio e travagli, con lui se ne va e gli lascia libero il campo".
b)
Per la connivenza e l'appoggio del re, il quale non voleva assolutamente la caduta di Benito Mussolini (o, almeno, non voleva che inciampasse proprio sul cadavere di Matteotti), in quanto:
- essendo fondamentalmente un "re"azionario", un regime come quello fascista gli era senz'altro "congeniale" e gli faceva molto comodo;
- avendo degli scheletri dell'armadio in relazione all'omicidio Matteotti, essendo un "re"azionista" (grazie alle azioni regalategli da una "corporation" americana, di cui parleremo in seguito) non voleva che con la caduta di Benito Mussolini, che tali scheletri rischiassero di saltare fuori.
***
Ora, visto che Benito Mussolini era tutto meno che uno stupido, mi sembra davvero improbabile che non si rendesse conto di non avere il benchè minimo "interesse politico" a far uccidere Matteotti.
Ed infatti, sebbene Matteotti avesse da poco denunciato in parlamento le violenze fasciste sugli avversari politici, i brogli nelle ultime elezioni, si fosse opposto alla convalida di alcuni deputati, e, addirittura, avesse sostenuto l'illegittimità dell'intera Camera, sopprimerlo "dopo" tale discorso avrebbe significato una sostanziale "conferma" della veridicità di tutte le sue affermazioni; come di fatto avvenne dopo il suo omicidio, che suscitò un enorme scandalo in tutto il Paese.
E persino il disfarsi delle mostrine del partito da parte di moltissimi fascisti; come fece anche mio nonno, che pure era un fascista "antemarcia".
***
Ed invero, riflettendoci bene:
- sopprimere Matteotti "prima" che potesse fare (e documentare) tali dichiarazioni alla Camera, forse, avrebbe potuto avere un certo senso;
- ma sopprimerlo "dopo" che le aveva già fatte, sarebbe stata davvero una colossale castroneria.
Sarebbe stato come chiudere la stalla dopo che i buoi erano già scappati; e, per giunta, rendendo ancora più plausibili le ultime pubbliche denunce della vittima.
***
Senza considerare che "creare martiri" non è mai stata una buona mossa da parte delle dittature; o, almeno, da parte di quelle più "furbe".
Tanto è vero che, forse per il fatto che molti picchiatori fascisti erano anche abili avvocati (come Farinacci), quando dovevano sopprimere delle "vittime eccellenti" avevano quasi sempre l'accortezza di evitare che morissero loro tra le mani; cioè, le colpivano "chirurgicamente" in modo tale che la morte sopravvenisse più tardi, al fine di rendere meno (giudizialmente) accertabile il "nesso causale".
Come, ad esempio, avvenne nel caso di Giovanni Amendola, di Piero Gobetti e di molti altri, dei quali si discute ancor oggi se morirono (più o meno direttamente) in conseguenza delle bastonature "fasciste" ricevute, ovvero per cause indipendenti da esse; ed infatti la loro morte intervenne qualche tempo dopo l'aggressione.
***
Non potendo giocare su tale argomento, gli avvocati degli assassini di Matteotti (tra i quali l'avvocato Farinacci, anche lui, a suo tempo, "picchiatore" in prima persona) cercarono di farlo passare come un "omicidio preterintenzionale"; il che, in effetti, almeno secondo me, è poco credibile, perchè Matteotti fu ucciso "a coltellate", e non a a seguito della solita bastonatura col "manganello".
***
Detto questo circa il "cui prodest", che, nel caso di Matteotti, molto difficilmente (almeno dal punto di vista logico) sembra poter condurre a Benito Mussolini, resta però il fatto che, almeno secondo una delle ricostruzioni più attendibili, accreditata anche dagli archivi del Ministero dell'Interno italiano e da Silvio Bertoldi, Benito Mussolini, rivolgendosi a Giovanni Marinelli (a capo, insieme a Cesare Rossi, della "polizia segreta" fascista, detta "CEKA", per imitazione di quella sovietica), gli gridò infuriato: "Cosa fa questa CEKA? Cosa fa Dumini? Quell'uomo dopo quel discorso non dovrebbe più circolare!"
***
Circa il significato di tale "istigazione", si è poi innescata una accesa "querelle" tra storici di diverso orientamento:
- secondo parte dei quali si sarebbe trattato di un esplicito ordine di far fuori Matteotti;
- secondo altri, invece, si sarebbe trattato di un fraintendimento da parte degli scagnozzi di Benito Mussolini (il quale si sarebbe limitato a sfogare soltanto la sua stizza, ovvero intendeva solo spingerli a dargli una lezione).
Secondo altri storici ancora, invece, gli scherani del dittatore avevano compreso benissimo che dovevano limitarsi a dargli soltanto una "lezione"; ma, poichè Matteotti oppose resistenza, senza volerlo, finirono per ucciderlo (cioè, commisero una sorta di "omicidio preterintenzionale").
Il che, come ho accennato sopra, secondo me non è molto credibile, perchè le "lezioni" si danno col "bastone", e non con il "coltello"; ed anche considerando che i componenti della "ceka" fascista erano abbastanza "esperti" in materia.
***
In ogni caso, comunque siano andate le cose, mi sembra di aver argomentato a sufficienza come l'omicidio di Matteotti, quantomeno con quelle modalità e in quel contesto, non era "oggettivamente" nell'"interesse politico" di Mussolini; questo, a prescindere dal fatto che lui "soggettivamente" se ne rendesse o meno conto (ma, come lui stesso disse, pare proprio di sì).
Ma allora perchè ho scritto che l'omicidio di Matteotti "sicuramente", non avvenne nell'interesse di Mussolini, però avvenne "sicuramente" nell'interesse di Mussolini?
Adesso vi spiego perchè!
SEGUE
Ed infatti:
- il 10 giugno del 1924 veniva assassinato Giacomo Matteotti, e, cioè, uno degli ultimi residui baluardi della democrazia italiana;
- il 10 giugno del 1940 veniva assassinata l'Italia, con una sciagurata dichiarazione di guerra, che ci avrebbe condotto alla più grande "duplice" tragedia della nostra storia (una guerra terribile, seguita da un'ancora più atroce guerra "civile").
***
Ma, in questo "topic", io intendo soffermarmi esclusivamente sulla prima data (la seconda richiederebbe un "topic" molto più lungo a parte), partendo da un'affermazione alquanto "enigmatica", che, a prima vista, potrebbe sembrarvi una "contraddizione in termini"; e, cioè, che l'omicidio di Matteotti non avvenne "sicuramente" nell'interesse di Mussolini, però esso avvenne "sicuramente" nell'interesse di Mussolini.
Può sembrare un paradosso o un indovinello, ma, in realtà non è così, come meglio cercherò di spiegare adesso!
***
1) MUSSOLINI A
Dopo l'omicidio di Matteotti, Benito Mussolini:
- il 5 settembre 1924 disse a D'Annunzio: "Mio caro, mi hanno gettato un cadavere tra i piedi: era pesante e mi ha fatto davvero barcollare!".
- il 3 Gennaio 1925 leggendo il resoconto degli atti parlamentari, troviamo che, a pag.29, Benito, tra le altre cose, dichiarò: "... come potevo pensare, senza essere colpito da morbosa follia di far commettere un simile delitto?"
https://storia.camera.it/regno/lavori/leg27/sed049.pdf
***
Ora, sebbene non ci sia dubbio alcuno che Benito Mussolini fosse un bugiardo di prima categoria, in quanto, anche nella dichiarazione sopra riportata, mentì spudoratamente su molte altre cose (ad esempio sull'(in)esistenza della "CEKA" fascista, che, invece, esisteva eccome), tuttavia, circa il fatto che la morte di Matteotti non gli avesse minimamente giovato sotto l'aspetto politico, non si può certo dire che avesse tutti i torti.
***
Ed infatti, a causa del delitto Matteotti, il regime fascista vacillò seriamente, rischiando davvero di cadere anzitempo.
Si salvò soltanto:
a)
Per la sciocca "ritirata sull'Aventino" delle opposizioni (meno i comunisti), al cui riguardo Giolitti, giustamente, osservò: "L'onorevole Mussolini ha tutte le fortune politiche; a me l'opposizione ha sempre dato fastidio e travagli, con lui se ne va e gli lascia libero il campo".
b)
Per la connivenza e l'appoggio del re, il quale non voleva assolutamente la caduta di Benito Mussolini (o, almeno, non voleva che inciampasse proprio sul cadavere di Matteotti), in quanto:
- essendo fondamentalmente un "re"azionario", un regime come quello fascista gli era senz'altro "congeniale" e gli faceva molto comodo;
- avendo degli scheletri dell'armadio in relazione all'omicidio Matteotti, essendo un "re"azionista" (grazie alle azioni regalategli da una "corporation" americana, di cui parleremo in seguito) non voleva che con la caduta di Benito Mussolini, che tali scheletri rischiassero di saltare fuori.
***
Ora, visto che Benito Mussolini era tutto meno che uno stupido, mi sembra davvero improbabile che non si rendesse conto di non avere il benchè minimo "interesse politico" a far uccidere Matteotti.
Ed infatti, sebbene Matteotti avesse da poco denunciato in parlamento le violenze fasciste sugli avversari politici, i brogli nelle ultime elezioni, si fosse opposto alla convalida di alcuni deputati, e, addirittura, avesse sostenuto l'illegittimità dell'intera Camera, sopprimerlo "dopo" tale discorso avrebbe significato una sostanziale "conferma" della veridicità di tutte le sue affermazioni; come di fatto avvenne dopo il suo omicidio, che suscitò un enorme scandalo in tutto il Paese.
E persino il disfarsi delle mostrine del partito da parte di moltissimi fascisti; come fece anche mio nonno, che pure era un fascista "antemarcia".
***
Ed invero, riflettendoci bene:
- sopprimere Matteotti "prima" che potesse fare (e documentare) tali dichiarazioni alla Camera, forse, avrebbe potuto avere un certo senso;
- ma sopprimerlo "dopo" che le aveva già fatte, sarebbe stata davvero una colossale castroneria.
Sarebbe stato come chiudere la stalla dopo che i buoi erano già scappati; e, per giunta, rendendo ancora più plausibili le ultime pubbliche denunce della vittima.
***
Senza considerare che "creare martiri" non è mai stata una buona mossa da parte delle dittature; o, almeno, da parte di quelle più "furbe".
Tanto è vero che, forse per il fatto che molti picchiatori fascisti erano anche abili avvocati (come Farinacci), quando dovevano sopprimere delle "vittime eccellenti" avevano quasi sempre l'accortezza di evitare che morissero loro tra le mani; cioè, le colpivano "chirurgicamente" in modo tale che la morte sopravvenisse più tardi, al fine di rendere meno (giudizialmente) accertabile il "nesso causale".
Come, ad esempio, avvenne nel caso di Giovanni Amendola, di Piero Gobetti e di molti altri, dei quali si discute ancor oggi se morirono (più o meno direttamente) in conseguenza delle bastonature "fasciste" ricevute, ovvero per cause indipendenti da esse; ed infatti la loro morte intervenne qualche tempo dopo l'aggressione.
***
Non potendo giocare su tale argomento, gli avvocati degli assassini di Matteotti (tra i quali l'avvocato Farinacci, anche lui, a suo tempo, "picchiatore" in prima persona) cercarono di farlo passare come un "omicidio preterintenzionale"; il che, in effetti, almeno secondo me, è poco credibile, perchè Matteotti fu ucciso "a coltellate", e non a a seguito della solita bastonatura col "manganello".
***
Detto questo circa il "cui prodest", che, nel caso di Matteotti, molto difficilmente (almeno dal punto di vista logico) sembra poter condurre a Benito Mussolini, resta però il fatto che, almeno secondo una delle ricostruzioni più attendibili, accreditata anche dagli archivi del Ministero dell'Interno italiano e da Silvio Bertoldi, Benito Mussolini, rivolgendosi a Giovanni Marinelli (a capo, insieme a Cesare Rossi, della "polizia segreta" fascista, detta "CEKA", per imitazione di quella sovietica), gli gridò infuriato: "Cosa fa questa CEKA? Cosa fa Dumini? Quell'uomo dopo quel discorso non dovrebbe più circolare!"
***
Circa il significato di tale "istigazione", si è poi innescata una accesa "querelle" tra storici di diverso orientamento:
- secondo parte dei quali si sarebbe trattato di un esplicito ordine di far fuori Matteotti;
- secondo altri, invece, si sarebbe trattato di un fraintendimento da parte degli scagnozzi di Benito Mussolini (il quale si sarebbe limitato a sfogare soltanto la sua stizza, ovvero intendeva solo spingerli a dargli una lezione).
Secondo altri storici ancora, invece, gli scherani del dittatore avevano compreso benissimo che dovevano limitarsi a dargli soltanto una "lezione"; ma, poichè Matteotti oppose resistenza, senza volerlo, finirono per ucciderlo (cioè, commisero una sorta di "omicidio preterintenzionale").
Il che, come ho accennato sopra, secondo me non è molto credibile, perchè le "lezioni" si danno col "bastone", e non con il "coltello"; ed anche considerando che i componenti della "ceka" fascista erano abbastanza "esperti" in materia.
***
In ogni caso, comunque siano andate le cose, mi sembra di aver argomentato a sufficienza come l'omicidio di Matteotti, quantomeno con quelle modalità e in quel contesto, non era "oggettivamente" nell'"interesse politico" di Mussolini; questo, a prescindere dal fatto che lui "soggettivamente" se ne rendesse o meno conto (ma, come lui stesso disse, pare proprio di sì).
Ma allora perchè ho scritto che l'omicidio di Matteotti "sicuramente", non avvenne nell'interesse di Mussolini, però avvenne "sicuramente" nell'interesse di Mussolini?
Adesso vi spiego perchè!
SEGUE
