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Messaggi - anthonyi

#3796
Tematiche Filosofiche / Metafisica del coronavirus
03 Novembre 2021, 06:40:13 AM
Ciao niko, devi sapere che bolsonaro è messo sotto accusa per crimini umanitari nel suo paese, perché ha omesso di porre in essere qualsiasi tipo di restrizione cautelativa nei confronti della pandemia.
Quello che tu definisci 2G (ma poi non eravamo solo noi italiani ad aver fatto un uso dittatoriale del green pass?) in realtà non sarebbe altro che un tipo di restrizione cautelativa, il non vaccinato, infatti, anche se tamponato e negativo, comunque è un soggetto ad alto rischio di effetti gravi dalla malattia, ed essendo più facilmente infettabile, comunque incrementa il rischio che qualcuno sia contagiato.
#3797
L'uso degli idranti non è certo forza violenta. Tu hai mai fatto dei gavettoni?
#3798
E che c'entra l'uso degli idranti e dei lacrimogeni con la violenza di qualche poliziotto, Alexander?
Si tratta di strumenti legali e relativamente dannosi, che permettono di convincere la folla ad allontanarsi evitando uno scontro diretto.
Se poi qualche imbecile si porta un bambino in piazza, magari per usarlo come scudo umano, allora il criminale è lui.
#3799
Citazione di: Ipazia il 02 Novembre 2021, 07:43:22 AM
Che uno stato di polizia abbia bisogno di travisarsi per impedire l'infiltrazione di provocatori nelle manifestazioni pacifiche, e non riesca a difendere una sede sindacale, la dice lunga sulla comunione d'intenti tra stato di polizia e provocatori. Ridicolo altrettanto che debba "verificare  la forza oscillatoria del blindato" con simili inadeguatissimi mezzi. Ma adeguati a tutt'altro scopo.
Infiltrazione di provocatori? Manifestazioni pacifiche?
A sentire il tono delle dichiarazioni, le aggressioni fatte a giornalisti e a medici, la strumentalizzazione della memoria della shoah, il movimento no green pass non ha nulla di pacifico anche se cerca di costruirsi un'immagine pubblica di questo tipo, e fa pure la vittima quando si usano gli idranti.
#3800
Citazione di: Jacopus il 24 Ottobre 2021, 09:29:58 AM

Ma la miopia di fondo è comunque spaventosa. Si continua a pensare in termini di " capitani coraggiosi d'impresa" pronti a scaricare le incongruenze altrove. Ma il mondo inizia ad essere " finito" al di là dei giochi di prestigio e delle costruzioni ideologiche " fai tanti sacrifici e domani sarai ricco". Una sfida ulteriore è data da un livello del pensiero e della cultura che si sta progressivamente abbassando, mentre la complessità necessita di un suo continuo innalzamento.
Il pensiero liberale ha preso, a mio parere, una via senza ritorno, quella del massimo profitto, dell'individualismo sfrenato, del mors tua/vita mea, dell'idea di doversi vergognare per essere poveri. Non tutte le epoche borghesi sono state però così. L'attuale trend è dovuto sostanzialmente all'egemonia della cultura degli USA sul resto del mondo liberale. Se qualcosa non cambia, le conseguenze potrebbero essere devastanti.
Jacopus, mi sa che tu sai poco dell'evoluzione del pensiero economico e aziendale negli ultimi 40 anni. Non c'è solo la Reaganomics e la Thatcher, ci sono una molteplicità di sviluppi particolari che hanno permesso di prendere sempre più coscienza di certe complessità sociali che caratterizzano l'economia.
Tu ragioni molto per luoghi comuni, in cosa consisterebbe l'egemonia culturale degli USA? Meglio ancora, esiste una univocità culturale degli USA? E il più grande produttore mondiale, cioè la Cina, sarebbe succube di questa cultura?
#3801
Citazione di: paul11 il 23 Ottobre 2021, 22:57:33 PM



Citaz. Anthonyi
Non esistono diritti che non siano economicamente sostenibili
Questa, perdonami, ma è una grande fesseria. E' cme dire che invece Bill Gates  e compagnia varia deve essere sostenibile per il popolo? Il fatto di pensare, perché è tipico dell'ideologia liberista, che l'economia sia una scienza esatta matematica o una scienza naturale e fisica e ritiene che le leggi economiche funzionino indipendentemente dalle strutture socio politiche ( e in questo rovesciamento è caduto fallacemente anche Marx...e Ipazia) è dimostrato dalla storia dello stesso pensiero economico  che non esistono leggi pure in economia ,a sua volta le condizioni che creano un "ambiente" economico è drogato dai processi di accumulazione, per cui non c'è una pura competizione, avvengono oligopoli e monopoli. Non esiste una pura e delle pure leggi di mercato, ad esempio in uno Stato comunista le relazioni economiche sono diverse internamente. La struttura socio politica e la modalità delle relazioni socio economiche non è vero che valgano ovunque secondo logiche liberistiche. Noi conosciamo e ci viene presentata una economia teorica  che è senza Stato, ( quando artificiosamente si divide la microeconomia dalla macroeconomia)che invece può condizionarla pesantemente e quindi il diritto , le leggi contano eccome. Tant'è che l'emancipazione femminile, quindi la donna che lavora economicamente, il "nero" americano che si emancipa nel diritto, non sono costi, sono nuove configurazioni sociali che modificano almeno in parte le relazioni socio economiche. E' tutto intrecciato.
Promettere l'impossible è populismo e demagogia. Dire che sparisce la proprietà privata, non significa espropriare le case, ma darle in usufrutto ,come ha scritto Atomista, o in comodato d'uso, per usare due diritti di possesso e non di proprietà. La proprietà è dello Stato ,così come le spiagge che sono demaniali vengono date in concessione a stazioni balneari che ne traggono profitto. Non vedo francamente chissà quali stravolgimenti. Sparisce e su questo ha ragione Jacopus, la successione ereditaria, che per me è infatti o da abolire logicamente se si abolisce la proprietà privata, o da ridurre in maniera drastica.




Anthonyi, che tu dica che il pensiero liberale non ha per fondamento la proprietà privata e logicamente anche la successione ereditaria ........è come dire che Marx era un liberista.
Quale è il diritto individuale più individualista se non la propria proprietà da difendere dall'ingerenza dallo Stato? E cosa dice l'ideologia liberista economica se non che l'interventismo statale nell'economia non debba mai interferire il mercato economico. O è un caso che nascono insieme il pensiero liberale e il liberismo del prodromo pensiero fisiocratico economico?
La territorialità degli animali non significa necessariamente proprietà privata, perché gli animali non hanno notai e uffici catastali. Semmai ogni uomo deve avere una casa e in quella casa poter fare ciò che gli aggrada, il suo territorio, ma non sta da nessuna parte scritto che debba essere proprietà, semmai possesso, usufrutto, comodato d'uso e negli animali non c'è successione ereditaria, con tanto di testamenti. Non ha senso quindi la relazione istinto biologico = proprietà dall'arbitrio umano.




Anthonyi
Il problema della proprietà privata è l'identificazione di un bene "immobile" con un umano come dire "Questo è mio e guai a chi lo tocca "(ci pensa lo Stato a difendere il suo privilegio essendo tuo malgrado un diritto, se non lo fosse....). E'come un marziano che entrando nella stratosfera non sa più dove atterrare con la sua navicella  , il catasto celeste universale  ha diviso in"questo è mio" tutta la natura terrestre, si troverebbe a negoziare il danno provocato alla proprietà  con l'avvocato del proprietario. Si invochi il tribunale universale.......
Personalmente ritengo tutto ciò che è proprietà sulla crosta del pianeta Terra una fesseria umana, un'aporia filosofica, prima ancora che ideologicamente politica.
Ribadisco, il possesso sì, la proprietà no.
Ciao Paul, NON ESISTONO DIRITTI CHE NON SIANO ECONOMICAMENTE SOSTENIBILI, lo ribadisco.
La cultura sindacale porta avanti la costruzione mitologica dei diritti dei lavoratori conquistati con le lotte sindacali.
Si tratta di un'affermazione incidentalmente vera, ma incompleta nella spiegazione sociale del fenomeno.
Quando si creano le condizioni economiche, grazie allo sviluppo tecnologico e alla crescita della produttività, per acquisizione di nuovi diritti, allora le lotte sindacali possono far acquisire nuovi diritti, in assenza di queste condizioni le lotte sindacali producono solo danni al sistema economico.
Purtroppo tanti, come te, sono convinti che questa sia una fesseria, sono convinti che sia solo una questione politico-giuridica, che basti definire un salario minimo per avere la garanzia che tutti guadagneranno quel salario, ma le cose non stanno così e dirò di più, per ogni diritto c'è un costo, e questo costo deve comunque pagarlo qualcuno, nel caso del salario minimo, ad esempio, il costo lo pagano quelle imprese marginali che escono fuori mercato e sono costrette a operare in nero, quei lavoratori che il lavoro lo perdono o lo vedono trasformato in lavoro nero.
Condivido con te che molta della teoria economica liberale è senza stato, e questo è un suo limite. Ma l'idea che la normativizzazione statale sia la panacea di tutti i Mali e fallimentare dal punto di vista economico, perché è inefficiente, e dal punto di vista politico, perché evolve nelle dittature più dure.
La proprietà privata, al di là delle sue origini biologiche o sociali, non nasce con il pensiero liberale, cioè non è una sua costruzione ideologica, é frutto dell'osservazione della realtà, una realtà che funziona.
Il pensiero liberale rileva solo l'efficacia di questo stato di fatto è di diritto, e sancisce l'inopportunità di un intervento dello stato nell'interesse della società e dello stato stesso che, da un'attività economica privata che funziona può incassare le tasse, mentre se l'attività fosse gestita direttamente dallo stato questo quasi certamente ci perderebbe, come dimostrano la generalità delle esperienze di questo tipo nella storia.
#3802
Non so se hai seguito tutto il discorso, inverno. Comunque la tesi principale portata avanti da altri era quella della non utilità  di qualcuno che guidi, e chiaramente comandi, la barca o impresa che sia.
Non so come tu la pensi al riguardo, io credo che questa utilità ci sia, utilità che è comunque misurata dal buon funzionamento dell'impresa.
Se poi l'imprenditore è incapace o sfortunato allora l'impresa la perderà, non vedo dove sia il problema. Quello che è importante è il risultato medio, che determina lo sviluppo dell'economia.



#3803
Citazione di: InVerno il 23 Ottobre 2021, 16:02:29 PM
Citazione di: anthonyi il 23 Ottobre 2021, 15:03:48 PM
Tu ed Ipazia dite che non serve un comandante per la nave, ma io dubito che avreste il coraggio di salire su una nave priva di comandante, cioè di qualcuno che abbia la competenza e l'autorità per dare le direttive a tutti quelli che lavorano sulla nave.
Visto che piace così tanto questa analogia... Pochi sanno che la maggior parte delle navi pirata erano gestite in maniera "democratica".
Il comandante non solo era a rischio continuo di ammutinamento, ma il suo potere era limitato da quello quasi equipollente del quartiermastro che rappresentava la voce degli ufficiali (che nell'analogia sarebbe il senato), e da quella della concilio che comprendeva tutti, compresi i marinai semplici (che nell'analogia sarebbe il parlamento). Il CEO di una moderna azienda occidentale ha molto più potere di quanto ne aveva un capitano di una nave pirata, e sicuramente molti meno "check and balances" della suddetta micro organizzazione. Ironicamente, perchè la pirateria è un simbolo prodromico del liberismo e della fuga dal potere statuale. Oggi, stranamente, quando si va a cercare nella genealogia dei "CEO", troviamo che sono figli di figli di figli..e di contropoteri nemmeno l'ombra.. Così bravi da dover fare terra bruciata intorno, per tenere la cadrega. Ma non c'è nessuna contraddizione. I pirati erano davvero liberisti, sono i liberisti che prima di poter aspirare ad essere chiamati pirati, devono superare il loro essere semplici predoni.
Ciao inverno, l'esempio della barca è stato usato come metafora per la descrizione di un processo produttivo.
Forse l'esempio dei pirati è poco funzionale, visto che questi sono predatori, e non produttori di ricchezza.
E' vero che gli ideologi spesso sostengono che la funzione imprenditoriale è una funzione predatoria, ma si tratta di affermazioni che assumono un senso solo all'interno di una logica di odio e vilipendio sociale.
Nella realtà conosciuta i predoni sono combattuti dalle autorità statali, mentre gli imprenditori sono assai benvoluti dalle stesse per lo sviluppo economico che solitamente generano.
#3804
Citazione di: JE il 23 Ottobre 2021, 14:11:11 PM
Striscio di sfuggita nella discussione per ricordare che un diritto universale non é una concessione statale soggetta a scrupolo, ma un diritto che nessuno stato avendo dato (ma solo riconosciuto), non può modificare.
Ciao JE, e modificare rispetto a cosa? Uno stato nel suo sistema legislativo può definire dei diritti come universali.
Oppure può prendere dei diritti che sono stati definiti universali da un'assemblea umana ed assumerli nel suo diritto.
In entrambe i casi questi diritti, pur se definiti universali, sono relativi alla situazione storica, geografica e culturale nella quale sono stati affermati.
In
#3805
Citazione di: daniele22 il 23 Ottobre 2021, 11:03:52 AM
Citazione di: anthonyi il 22 Ottobre 2021, 03:11:57 AM
Ciao Paul, il problema della rivoluzione è che spesso risponde ad esigenze emotive interiori. Chi fa la rivoluzione non ragiona, è non ha gli strumenti razionali per ragionare in termini di convenienza e di obiettivi.
Questo non toglie che chi gestisce la rivoluzione possa avere quegli strumenti. Non a caso differenziamo tra rivoluzioni borghesi e rivoluzioni di popolo, e differenziamo anche tra approccio rivoluzionario e approccio riformista, laddove l'approccio riformista da il segno di una maggiore presa di coscienza razionale delle complessità del mondo.
E questa presa di coscienza ci dice che l'approccio riformista è un approccio concreto, perché operato da chi sa cosa vuole, e sa cosa può ottenere.
L'approccio liberale e un approccio tipicamente riformatore, e non mi sembra sia universalmente contrario ai diritti, anzi è un forte assertore della necessità della certezza del diritto.
Sicuramente è contrario ai diritti socialmente dannosi.
Il tuo compagno daniele, con approccio rivoluzionario, è contrario al diritto di proprietà, e poi rimane stupito se la gente lo guarda come fosse un pazzo, io mi stupirei del contrario, il 90 % delle persone hanno qualcosa di proprietà, anche se è poco, e non hanno certo piacere che qualcuno lo metta in discussione.
Ipazia contesta il fatto che l'economia abbia il primato sul diritto, ma la razio economica è l'unica fonte affidabile del diritto che possiamo concepire.
Non esistono diritti che non siano economicamente sostenibili, e qualsiasi diritto va valutato per la sua efficienza economica.
Ammesso e non concesso che il sistema economico nel quale siamo sia ingiusto, il problema è capire se in un sistema economico giusto i lavoratori ai quali tieni starebbero meglio?
Se così non fosse (e così non é ) tu ti troveresti a voler fare una rivoluzione promettendo ai lavoratori un miglioramento che non puoi mantenere, la tua condanna morale della ricchezza conterebbe assai poco a confronto con l'interesse materiale di ogni singolo lavoratore a stare meglio.



Buondì Anthonyi, grazie per l'idiozia del rivoluzionario. Personalmente ritengo di avere gli strumenti per ragionare in termini di convenienza e di obiettivi, solo che detti strumenti li pongo in atto a valle di esigenze che appartengono alla sfera emotiva. Basterebbe questo tuo esordio per farmi pensare che siate voi a usare male tali strumenti raziocinanti.
Tra le altre cose non è che io mi stupisca che le persone rifiutino un'abrogazione del diritto di proprietà, ne prendo solo atto.
Come disse mi sembra Ipazia, il transatlantico abbisogna più che altro di buoni tecnici che di un gestore: il gestore semmai è colui che traccia la via, ma se trova chi gli rema contro la famosa efficienza ne risentirà. In fondo ti capisco Anthonyi, poiché un presunto anarchico come me risulterebbe essere infine un liberale che procede senza l'ausilio del diritto alla proprietà. L'unica differenza che c'è tra me e te sarebbe questo avallo che voi concedete mentre io e altri no. E' vero che il diritto si perde nella notte dei tempi, ma l'origine del diritto non è altrettanto chiara. Il diritto dovrebbe poi manifestarsi a fronte di una concessione ... da dove arriva tale concessione? Arriva a noi dalle tavole della legge date a Mosè? Non desiderare la donna d'altri (pensa un po'!) ?, non desiderare la roba d'altri? E' lì che devo cercare la chiave del diritto? Ma se metto in discussione l'idea di Dio, potrò ben discutere anche sui suoi rigidi e troppo cristallini ordini. Non so di quali armi disponga il capitalismo, ma per me è arrivato alla frutta ... troppa gente rema contro in segreto boicottaggio (svogliatezza, disillusione, menefreghismo), purtroppo lo fa ancora sui disastrosi binari del riformismo poiché l'llusione è dura a cadere. Vediamo dunque fino a quando il pensiero dominante riuscirà a non usare metodologie altamente poliziesche per detenere il primato. Un saluto
Daniele, chi ragiona secondo razionalità, secondo me alla rivoluzione non partecipa, troppo rischio. Al limite la cavalca per andare a piazzarsi al posto di chi detiene il potere.
Se la maggioranza degli uomini fossero razionali troverebbero più conveniente contrattare con chi è al potere un miglioramento delle loro condizioni, otterrebbero sicuramente di più di quello che gli darà quello che porteranno al potere con la rivoluzione.
Comunque la differenza tra me e te è un po' più profonda della questione del diritto di proprietà, che per me è comunque funzionale a parametri di realizzazione di benessere sociale. Parametri che possono essere utilizzati per confrontare razionalmente differenti sistemi organizzativi, che possono essere caratterizzati anche da tipi di gestione privata o comunitaria delle risorse differenti.
In base a questi parametri io so che le gestioni collettive sono poco efficienti.
Tu ed Ipazia dite che non serve un comandante per la nave, ma io dubito che avreste il coraggio di salire su una nave priva di comandante, cioè di qualcuno che abbia la competenza e l'autorità per dare le direttive a tutti quelli che lavorano sulla nave.

#3806
Citazione di: Jacopus il 22 Ottobre 2021, 08:38:59 AM
Per smentire la teoria liberale basti pensare all'incompatibilità fra il principio della migliore allocazione delle risorse attraverso la competizione e la premiazione dei migliori (sulla qual cosa, entro certi limiti, sono d'accordo), con la difesa con il coltello fra i denti dei diritti ereditari, possibilmente con poca o nessuna tassazione. Evidentemente il liberalismo, come l'ancien regime pensa che le qualità individuali passino attraverso la trasmissione del lignaggio.
Il principio dell'eredità è parte del più generale principio di proprietà privata. Entrambe non sono fondamenti del pensiero liberale, ma vengono accettati, per attuazione del principio di certezza del diritto (quest'ultimo certamente efficiente), in una società umana nella quale i primi due principi sono fondamentali dall'origine della storia.
Per me esistono origini biologiche sia nell'istinto di proprietà, finalizzato sia alla sopravvivenza, sia alla gestione del potere, sia nell'istinto paterno che vuole che il figlio sia una sorta di continuazione della vita del padre.
Questa continuazione comporta, normalmente, anche la continuazione di valori di efficiente gestione delle risorse, per cui la contraddizione che tu evidenziavi non mi sembra sia fondata.
#3807
Citazione di: Ipazia il 22 Ottobre 2021, 09:55:50 AM
Citazione di: paul11 il 22 Ottobre 2021, 00:49:07 AM
...Un saggio diceva: guidare un popolo significa manovrare un transatlantico, non un motoscafo .Ci vuole tempo, costanza, la maturazione è lenta, spesso per leve giovanili se non per generazioni.Comunque realisticamente sono d'accordo che ad oggi è impossibile, è tutto da ricostruire.
Il diavolo si nasconde nei dettagli ed anche i saggi non ne sono immuni. Il diavolo padronale, sempre vigile dalla notte dei tempi. Il problema del popolo non è cambiare padrone alla guida del transatlantico, ma imparare a guidarlo senza padroni.
E perché mai, ipazia, il problema del popolo e risolvere al meglio i suoi tanti problemi quotidiani.
Popolo poi è plurale, mentre a guidare il transatlantico ne basta uno. E se poi questo qualcuno bisogna chiamarlo padrone, o capo, che importa, la cosa essenziale è che non faccia affondare il transatlantico (é un bell'esempio, questo, perché evidenzia che sudditi e capi sono sulla stessa  barca).
La retorica dell'odio sociale può solo farlo affondare, il transatlantico.
#3808
Ciao Paul, il problema della rivoluzione è che spesso risponde ad esigenze emotive interiori. Chi fa la rivoluzione non ragiona, è non ha gli strumenti razionali per ragionare in termini di convenienza e di obiettivi.
Questo non toglie che chi gestisce la rivoluzione possa avere quegli strumenti. Non a caso differenziamo tra rivoluzioni borghesi e rivoluzioni di popolo, e differenziamo anche tra approccio rivoluzionario e approccio riformista, laddove l'approccio riformista da il segno di una maggiore presa di coscienza razionale delle complessità del mondo.
E questa presa di coscienza ci dice che l'approccio riformista è un approccio concreto, perché operato da chi sa cosa vuole, e sa cosa può ottenere.
L'approccio liberale e un approccio tipicamente riformatore, e non mi sembra sia universalmente contrario ai diritti, anzi è un forte assertore della necessità della certezza del diritto.
Sicuramente è contrario ai diritti socialmente dannosi.
Il tuo compagno daniele, con approccio rivoluzionario, è contrario al diritto di proprietà, e poi rimane stupito se la gente lo guarda come fosse un pazzo, io mi stupirei del contrario, il 90 % delle persone hanno qualcosa di proprietà, anche se è poco, e non hanno certo piacere che qualcuno lo metta in discussione.
Ipazia contesta il fatto che l'economia abbia il primato sul diritto, ma la razio economica è l'unica fonte affidabile del diritto che possiamo concepire.
Non esistono diritti che non siano economicamente sostenibili, e qualsiasi diritto va valutato per la sua efficienza economica.
Ammesso e non concesso che il sistema economico nel quale siamo sia ingiusto, il problema è capire se in un sistema economico giusto i lavoratori ai quali tieni starebbero meglio?
Se così non fosse (e così non é ) tu ti troveresti a voler fare una rivoluzione promettendo ai lavoratori un miglioramento che non puoi mantenere, la tua condanna morale della ricchezza conterebbe assai poco a confronto con l'interesse materiale di ogni singolo lavoratore a stare meglio.
#3809
Citazione di: InVerno il 21 Ottobre 2021, 19:21:07 PM
Citazione di: anthonyi il 21 Ottobre 2021, 18:12:12 PM
Ultima quella del famoso governo del rinnovamento di salvini e di Maio. Tu dici che quest'ultimo è stato seguito dal popolo, salvo poi rinnegare gran parte delle insostenibili promesse fatte, e per quelle mantenute come quota 100 e reddito di cittadinanza puoi stare tranquillo che per ciascuno che ha avuto, ci sarà qualcun altro che dovrà pagare, perché il politico populista promette sempre di dare soldi al popolo, ma si scorda di precisare che quegli stessi soldi li dovrà anticipare sempre quello stesso popolo, in un modo o nell'altro.
Il "popolo" paga per tante cose, ma a parte alcuni "individualisti di spicco" penso la maggior parte delle persone siano contente che i loro soldi vadano alla pensione di persone anziane e aiuto a disoccupati, sempre che ci vadano precisamente e non siano lanciati dagli elicotteri, che è un problema diverso. Questo sobbillare che sia una scelta insensata o antieconomica, non toglie il fatto che la comunità possa avere anche degli obbiettivi etici e morali, e sia disposta anche a "perderci". Obbiettivi tralaltro, che vengono chiaramente dalla tradizione cristiana di questo paese...mi sa che le radici di certe idee vanno un pò oltre a Di Maio, ma è bello che tu invece gli riconosca meriti così importanti, ti piace proprio!
Ciao inverno, non credo che la comunità sia conscia del fatto che ci rimette, al limite si illude di trasferire i costi su qualcun altro. Mi sa che sei tu che riconosci a di Maio meriti morali che non ha, né lui, né chi lo ha votato. L'insensatezza antieconomica delle scelte di quel governo è autoevidente, e non è una critica al RDC che io condivido, anche se con profonde differenze da quello fatto da quei signori.
Riguardo al dare le pensioni ai vecchietti di 62 anni, ancora in perfetta forma e che magari poi si accorgono che in pensione si annoiano bisognerebbe chiedere a quelli che dovranno pagare queste pensioni con contributi sempre crescenti, sapendo che sicuramente dovranno accontentarsi di pensioni più basse di quelle di quei vecchietti, e ad un'età più tarda.
#3810
Ciao Paul, io poi tutto questo desiderio di rivoluzione che caratterizza voialtri non lo concepisco proprio. Soprattutto perché vedo che avete le idee poco chiare sul dopo.
Non domandarti se la rivoluzione è possibile, domandati cosa succede dopo la rivoluzione. Il mondo che vedi è già un mondo post rivoluzionario, perché rivoluzioni nel mondo ce ne sono state tante. Ultima quella del famoso governo del rinnovamento di salvini e di Maio. Tu dici che quest'ultimo è stato seguito dal popolo, salvo poi rinnegare gran parte delle insostenibili promesse fatte, e per quelle mantenute come quota 100 e reddito di cittadinanza puoi stare tranquillo che per ciascuno che ha avuto, ci sarà qualcun altro che dovrà pagare, perché il politico populista promette sempre di dare soldi al popolo, ma si scorda di precisare che quegli stessi soldi li dovrà anticipare sempre quello stesso popolo, in un modo o nell'altro.