Sento molti "inesperti" -come me-, i quali si lamentano dei diversi, e spesso "contraddittori", pareri forniti dagli "esperti" in materia di Covid19 e di vaccini; però, un conto è essere "inesperti", e un altro conto è non capire che, anche con riguardo al Covid19, operano "esperti" di tipo ben diverso, e non di un solo genere (come molti semplicisticamente credono)!
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Ed infatti non è necessario essere un "esperto", per capire che non esiste, (almeno per ora) qualcuno che possa definirsi un "covidiologo", bensì, soltanto:
a)
Il "virologo", il quale è lo specialista che studia le caratteristiche biologiche e molecolari dei virus.
b)
L'"infettivologo", il quale è è lo specialista esperto nella diagnosi e nel trattamento delle malattie infettive.
c)
L'"immunologo", il quale è lo specialista che si occupa di studiare le procedure di prevenzione per combattere le infezioni, come, appunto, i vaccini.
d)
L'"epidemiologo", infine, il quale studia la distribuzione e la frequenza di eventi di rilevanza medica nella popolazione, soprattutto le epidemie e le pandemie (e si avvale largamente anche di strumenti statistici).
***
Si tratta di specializzazioni "limitrofe" e complementari, così come tutte le altre specializzazioni mediche; per cui è evidente che i pareri espressi "singolarmente" da parte di ciascuno di detti "esperti", può benissimo non collimare, ma, anzi, essere in contrasto con quello degli "esperti" in altre materie, se viene espresso al di fuori di un consulto coordinato tra di loro.
Il che vale per tutte le altre specializzazioni mediche!
***
Ad esempio:
- i "cardiologi" esaltano l'uso del peperoncino, perchè la "capsacina" in esso contenuta è in grado di ridurre il colesterolo "cattivo", e, quindi, fa bene al cuore riducendo il rischio di malattie cardiovascolari;
- gli "urologi", invece, suggeriscono di andarci piano, poichè la "capsacina" in esso contenuta è in grado provocare il cancro alla prostata (oltre che al fegato o all'intestino).
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Ciò premesso, pertanto, molto spesso, si tratta solo apparentemente di pareri "contraddittori"; bensì, semplicemente, di opinioni espresse nell'ottica della specifica specializzazione sanitaria di ciascuno degli intervenuti ad uno specifico dibattito televisivo.
Le quali opinioni, al di fuori di un consulto integrato di specialisti di varia natura, può risultare non tanto "sbagliato" in sè, quanto, piuttosto "parziale"; o, quantomeno, un po' troppo univoco.
***
Ma poichè la maggior parte degli spettatori è costituita da "fascisti concettuali", i quali, cioè, sono abituati a "fare grossolanamente di tutta l'erba un fascio", pensando che i medici che intervengono ai dibattiti siano tutti "esperti" di una stessa cosa, è naturale che essi si indignino, e cadano in confusione.
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Anzi, poichè il covid19 è un "virus", ho notato che gli "infettivologi", gli "immunologi" e gli "epidemiologi", vengono quasi sempre tutti omologati dal conduttore del "talk show" come illustri "virologi"; mentre, invece, non lo sono affatto.
Ed infatti, ad esempio, un "virologo" non ha particolari competenze nella diagnosi e nel trattamento delle malattie infettive (come l'"infettivologo"), nè ha molto a che fare con le procedure di prevenzione per combattere le infezioni (come, l'"immunologo"); soprattutto, non ne sa assolutamente niente circa le tecniche di rilevazione statistica delle epidemie e delle pandemie, e le relative previsioni (come l'"epidemiologo").
E, ovviamente, quando qualcuno "va troppo fuori del suo settore specialistico", magari forzato dall'ignorante intervistatore, rischia, talvolta, di dichiarare cose alquanto opinabili.
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Personalmente, non mi è capitato pressochè mai (salvo una sola volta) di trovare due specialisti della stessa "specifica" materia sanitaria contraddirsi in modo marchiano in materia di Covid19; il che, ovviamente, non vuole affatto dire che, pur essendo entrambi concordi sui "principi dell'arte", due esperti di una stessa materia non possano avere ed esprimere pareri diversi.
Ed infatti questo accade in qualsiasi ambito; ci mancherebbe altro!
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Ed infatti non è necessario essere un "esperto", per capire che non esiste, (almeno per ora) qualcuno che possa definirsi un "covidiologo", bensì, soltanto:
a)
Il "virologo", il quale è lo specialista che studia le caratteristiche biologiche e molecolari dei virus.
b)
L'"infettivologo", il quale è è lo specialista esperto nella diagnosi e nel trattamento delle malattie infettive.
c)
L'"immunologo", il quale è lo specialista che si occupa di studiare le procedure di prevenzione per combattere le infezioni, come, appunto, i vaccini.
d)
L'"epidemiologo", infine, il quale studia la distribuzione e la frequenza di eventi di rilevanza medica nella popolazione, soprattutto le epidemie e le pandemie (e si avvale largamente anche di strumenti statistici).
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Si tratta di specializzazioni "limitrofe" e complementari, così come tutte le altre specializzazioni mediche; per cui è evidente che i pareri espressi "singolarmente" da parte di ciascuno di detti "esperti", può benissimo non collimare, ma, anzi, essere in contrasto con quello degli "esperti" in altre materie, se viene espresso al di fuori di un consulto coordinato tra di loro.
Il che vale per tutte le altre specializzazioni mediche!
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Ad esempio:
- i "cardiologi" esaltano l'uso del peperoncino, perchè la "capsacina" in esso contenuta è in grado di ridurre il colesterolo "cattivo", e, quindi, fa bene al cuore riducendo il rischio di malattie cardiovascolari;
- gli "urologi", invece, suggeriscono di andarci piano, poichè la "capsacina" in esso contenuta è in grado provocare il cancro alla prostata (oltre che al fegato o all'intestino).
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Ciò premesso, pertanto, molto spesso, si tratta solo apparentemente di pareri "contraddittori"; bensì, semplicemente, di opinioni espresse nell'ottica della specifica specializzazione sanitaria di ciascuno degli intervenuti ad uno specifico dibattito televisivo.
Le quali opinioni, al di fuori di un consulto integrato di specialisti di varia natura, può risultare non tanto "sbagliato" in sè, quanto, piuttosto "parziale"; o, quantomeno, un po' troppo univoco.
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Ma poichè la maggior parte degli spettatori è costituita da "fascisti concettuali", i quali, cioè, sono abituati a "fare grossolanamente di tutta l'erba un fascio", pensando che i medici che intervengono ai dibattiti siano tutti "esperti" di una stessa cosa, è naturale che essi si indignino, e cadano in confusione.
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Anzi, poichè il covid19 è un "virus", ho notato che gli "infettivologi", gli "immunologi" e gli "epidemiologi", vengono quasi sempre tutti omologati dal conduttore del "talk show" come illustri "virologi"; mentre, invece, non lo sono affatto.
Ed infatti, ad esempio, un "virologo" non ha particolari competenze nella diagnosi e nel trattamento delle malattie infettive (come l'"infettivologo"), nè ha molto a che fare con le procedure di prevenzione per combattere le infezioni (come, l'"immunologo"); soprattutto, non ne sa assolutamente niente circa le tecniche di rilevazione statistica delle epidemie e delle pandemie, e le relative previsioni (come l'"epidemiologo").
E, ovviamente, quando qualcuno "va troppo fuori del suo settore specialistico", magari forzato dall'ignorante intervistatore, rischia, talvolta, di dichiarare cose alquanto opinabili.
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Personalmente, non mi è capitato pressochè mai (salvo una sola volta) di trovare due specialisti della stessa "specifica" materia sanitaria contraddirsi in modo marchiano in materia di Covid19; il che, ovviamente, non vuole affatto dire che, pur essendo entrambi concordi sui "principi dell'arte", due esperti di una stessa materia non possano avere ed esprimere pareri diversi.
Ed infatti questo accade in qualsiasi ambito; ci mancherebbe altro!
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