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Messaggi - InVerno

#3871
Penso che sdoganando forme di violenza si perde il primato politico e la dialettica intracomunitaria, e storicamente la violenza non va mai a favore dei deboli, considerando poi l'abissale baratro moderno tra gli equipaggiamenti militari e quelli "civili", esempi come quelli della rivoluzione francese contano poco o niente. Il "diritto alla resistenza" si può esercitare attraverso la non violenza come scelta pragmaticamente preferibile quasi sempre, non è detto se sempre. Anche nella teoria di Gandhi esiste una violenza "permessa", a patto che sia una scelta di resistenza (e non di offesa) e che abbia come alternative la codardia o la debolezza.  L'america ha il famoso secondo emendamento proprio per mantenere il popolo armato di fronte ad una possibile dittatura, e sono ad oggi capaci di comprare fucili automatici da ogni barbiere. Hanno anche  hanno un parlamento lobbyficato che non riesce nemmeno più a esprimersi per "buon senso", culto del leader e della patria, forbice ricchi\poveri al massimo storico, militarizzazione dei luoghi pubblici, forti tensioni razziste, politiche militari espansioniste-terroristiche. Il risultato è che 10 giorni fa è avvenuta la 18esima (diciottesima!) sparatoria in una scuola dall'inizio dell'anno (!), ma di "rivoluzione" nemmeno l'ombra, anzi, l'esatto contrario.
#3872
Citazione di: Sariputra il 08 Marzo 2018, 13:35:49 PM
Mi rendo perfettamente conto che ho lanciato un tema "evanescente", quasi fatto della stessa materia impalbabile dei sogni. Sembra poggiato sopra una di queste nuvole primaverili che si rincorrono veloci nel cielo...non saprei nemmeno bene come svilupparlo... :(
Una materia impalpabile in un forum composto in massima parte da "palpatori"... ;D.
Un'impresa impossibile direi...
Mi fermo qui.
Mi sembra una "resa" fin troppo veloce per  essere derivata dalle cose di modesta entità scritte da me, spero perciò di non esserne la causa, ma d'altro canto non ne vedo altra. Non capisco tuttavia questo tipo di uscite, mi rendo conto che il dialogo tra materialisti e spiritualisti non sia dei più facili, ma abbandonarlo non porta frutti, diversamente dal confronto. Il tuo però non è un tema evanescente, al netto di tutte le detrazioni scettiche che se ne possono fare, è un tema per certi versi molto reale, sopratutto per la porzione onirica. Io onestamente ne faccio più una questione retorica, e non trovo nessun aiuto nel parlare "tratteggiato" e con dei sospesi e sottotesto che si vede benissimo dove puntano, ritengo perciò lo stile adattato dallo psicologo ingannevole (magari inconsciamente, non è nemmeno un accusa alla persona o alle sue qualità), e da questo particolarmente nasce il mio scetticismo.
#3873
Citazione di: 0xdeadbeef il 08 Marzo 2018, 20:27:41 PMPer una fondamentale legge economica (detta "di scala"), vi è una intima relazione fra la dimensione e la produzione
di un impianto aziendale e la sua capacità di diminuire il costo medio unitario di produzione.
E' proprio il prezzo marginale, azzerato lentamente dalla digitalizzazione, a mettere in atto quell'esaurimento del sistema. Leggendo però Socrate (l'utente) che contrappone una sinistra egalitaria e classista, ad una destra libertaria e meritocratica, mi rendo conto di una contraddizione. La forza politica che ragiona per classi orizzontali, ad oggi, è la destra. Non la destra riformista (o centralista) e neoliberista che bene o male sta seguendo lo stesso andamento della controparte, ma quella destra nazionalista (in europa "lepenista") che sta invece guadagnando terreno, spaventando proprio quel capitale che riconosce nelle pastoie nazionali una iattura "antimeritocratica". Se tanto mi da tanto, quando Benoist descriveva il fascismo come "un socialismo senza materialismo e internazionalismo" , Socrate e noi dovremmo ben ponderare le analisi. E' inutile comunque paventare spauracchi "fascisti", esistono esempi ben più gentili di queste transizioni politiche, come accadde in America a cavallo dell'ultimo secolo dove partito Repubblicano e Democratico si scambiarono  diametralmente di posizione ruotando intorno all'idea della dimensione dello stato, tensione che poi terminerà nel New Deal, da parte di quella forza politica che trentanni prima predicava turboanarcocapitalismo.
#3874
Citazione di: Lou il 07 Marzo 2018, 17:56:08 PM
La discussione si è assai sviluppata, io mi chiedo se sia possibile considerare che il fronte globalizzazione non implichi di per sè la idea di uniformizazzione e omogeneità di "visioni" e annichilimento delle differenze, ma possa anche essere considerato quale latore della idea di pluralità, esagerando - di "comunità plurale". Forse perchè non sono del tutto convinta che la comunità sia necessariamente legata all' essere omogenei.
Penso che la comunità sia necessariamente legata ad un certo grado di omogeneità, per quanto mi riguarda per esempio è assolutamente impensabile fare una comunità Europea senza una lingua franca (il che nella migliore delle ipotesi prospetta un ulteriore travaglio di 30-40 anni alla sinistra, prima di avere una nazione europea). Penso tuttavia sia possibile salvaguardare le pluralità attraverso il federalismo, ma la problematica centrale del federalismo è il territorio, l'idea di città, lo sviluppo concreto di micro-comunità, quel collettivismo anticapitalista che pare non trovare alcun tipo di ombrello ove ripararsi e che si vorrebbe instaurare su un territorio sviluppato in maniera centralista.
#3875
Citazione di: Apeiron il 07 Marzo 2018, 23:08:47 PM(per @Inverno: in realtà la dottrina della "rinascita" non è per niente consolatoria per le religioni indiane, per esempio. Le "rinascite" sono viste come qualcosa da evitare. O forse ti riferivi con la parola "consolazione" al fatto che sono usate come "conferma" delle religioni che accettano le rinascite... anzi in genere il credere nella vita dopo la morte non si può dire solo che è una credenza consolatoria. Anzi può essere motivo d'ansia...).  
Questo è un punto fondamentale che va di traverso al sincretismo, ma per quanto ne so io (anche se qui gli "orientalisti" siete voi) il problema sta nella graduale mutazione del concetto di karma-samsara da legge dell'azione e di causalità, a legge del debito personale sempre in accumulo (da qui la duhkha). Sono, al solito gli uomini, che ricamano su concetti esperienziali e li trasformano in sapienziali (per esempio aggiungendo inferni e paradisi, peccati e la lor punizione "trasmigrata" etc) per ottenere potere temporale e salvifico, non diversamente dai risvolti medievali cristiani. Io personalmente mi limito a considerare che al di la del dottrinale, la salvezza della memoria (reincarnata, trasmigrata, in qualsiasi modo) sia sempre consolatoria, non importa quale sia la punizione attesa, il debito che si porta appresso, o l'obolo da pagare..meglio l'inferno che il nulla, perchè il ragionamento è sempre lo stesso (e lo fa Freedom) che senso hanno le mie azioni se tutto finisce? La consolazione sta nel credere che non tutto finisca, come non finisca, poi è una questione tradizionale e culturale variabile innanzitutto da che valore si danno ai termini, ci sono teorie più gioviali e più tetre, ognuno prenda quella che gli assicura benestare..un invito non all'arbitrarietà, ma a constatare ciò che accade davvero.
#3876
Citazione di: Sariputra il 07 Marzo 2018, 15:28:11 PM
@InVerno
 Mi interessa di più, come ho scritto, il risvolto psicologico o spirituale del fatto: in che modo incide, come, con che conseguenze, ecc...per le persone che lo vivono o l'hanno vissuto in tenera età...
Questa esperienza , nel tempo, ha portato ad un approccio diverso all'esistenza? Oppure no, con  l'oblio che pian piano se ne impossessa?...
In generale sono sicuro che questo tipo di eventi apra una grande porta verso la spiritualità, cosi come tutte quelle esperienze che ci mettono di fronte all'inconosciuto e al cosmo,  ma hanno anche la grossa pecca di instradare verso il pensiero magico, essendo esperienze cosi vivide ed emozionali da poter modificare anche la nostra idea cosciente.. Peraltro reintrepretate facilmente in tradizioni che hanno una forte aspettativa nel confronto di questo esperienze, e tendono a vederle come "prova" di un oltremondo,  fornendo il contesto anche a chi non ne ha.. Suppongo tuttavia che per ogni bambino "imbeccato" verso certe interpretazioni, ce ne sia anche qualcuno che si è preso una girandola di schiaffi, quindi non voglio generalizzare.. Il mio discorso sul consolatorio e il pensiero ipostatico era generale, non riferito ai bambini,  ma allo stesso tempo non penso che i bambini siano esclusi dal pensiero consolatorio, ne che siano incapaci di capire il concetto di morte. Ricordo nettamente la morte di mio nonno (6anni) e ricordo che mi avevano raccontato che i funerali non si fanno subito perchè a volte si svegliano, a cosa avrò pensato continuamente secondo te nei giorni prima del funerale? Una consolazione di fronte la morte, penso che anche  prima (con gli strumenti del pensiero adatti) si possano trarre conclusioni sulla morte, e consolatorie.
#3877
Bel topic, complimenti. Penso, pragmaticamente, ci sia un modo molto semplice (e talvolta efficace) per difendersi dalle ipostasi: scappare dalle ipotesi consolatorie, quelle che danno più al nostro ego di quanto danno al resto, cercando di essere onesti (qui l'inefficacia) con se stessi. Quando si affronta la morte, ciò è forse praticamente impossibile,ma tentar non nuoce, e se proprio una cosa ci consola e sembra vera (come la reincarnazione), che sia messa al vaglio dieci volte in più di quella che non ci da nessuna consolazione. Penso che uno scienziato, o chiunque intenda usare il metodo scientifico, che usa il termine "reincarnazione" (o altri termini che si portano addietro un ampio bagaglio tradizionale) stia cercando di validare fenomeni che per forza di cose non saranno congruenti con la tradizione, ovvero è lui che vuole confermare delle proprie ipostasi (tradizionaliste) a monte, perchè altrimenti scomodare questi concetti ascientifici che non possono trovare conferma (come lui stesso afferma)? Anzichè lasciare spazio alla più completa libertà di interpretazione? Io non ho ne ipotesi deboli ne forti sul mondo dei sogni e delle vite passate, ma Panikkar (citato, e che stimo parecchio) trattava la questione reincarnazione in maniera ben più sottile e arguta per inserirsi in questo discorso, che si limita a considerare che "sono in tutte le tradizioni", come se questo provasse qualcosa della loro sostanza (?). Per Panikkar la trasmigrazione non è l'anima individuale (ciao memorie) ma un "onda ontica" che prosegue vibrando verso un altro corpo finchè non si esaurisce, ovvero la resurrezione è per usare la sua famosa metafora "scoprirsi acqua e non goccia", il che non penso permetta di accedere ad alcunchè di passato .E da questo tipo di considerazione sulla trasmigrazione e sull'esistenza come vibrazione, si può giungere ad un accordo con la scienza, ho sentito recentemente un discorso di R.Dawkings (l'anticristo!) parlare esattamente nella stessa lingua di esseri umani come "dune nel deserto, che si muovono vibrando impercettibilmente da un punto all'altro apparendo in realtà immobili" Peraltro il discorso dello psicologo, che dice di esperienze "accertate", non so, io ho trovato questo invece: http://www.lescienze.it/news/2012/11/16/news/ricordi_vite_passate_falsi_ricordi-1371291/ Ma sicuramente ce ne saranno anche di "accertate" anche se questo appunto come detto dallo psicologo, non prova niente.
#3878
Dalle tue risposte, assumo che non hai capito ciò che ho scritto, non lo dico per fare ironia, evidentemente c'è un divario lessicale che ti fa leggere male e io non so che altre parole usare per spiegarmi. Capita, tra sapiens, non sarebbe capitato tra sapiens-neanderthal, cioè sarebbe stato un divario ancora più drastico (ti saresti meritato una clavata), questo esclude che tu sia un neanderthal (o io un androide), perchè bene o male hai risposto a quello che ho detto, ma facendo leva su questioni che io non ho posto :)
#3879
Citazione di: 0xdeadbeef il 06 Marzo 2018, 16:24:29 PM
Al di fuori dello "stato" non può esservi difesa dei deboli (se non al limite relegandola alla "compassione" dei singoli
individui -come del resto alcuni hanno teorizzato, soprattutto in area anglosassone), in quanto al di fuori dello "stato"
non può darsi "diritto", ma solo libertà individuale (appunto la libertà di avere compassione dei deboli).
Se si condivide questo primo e basilare punto, il passo successivo è interrogarsi su quale forma dovrebbe avere lo stato.
A mio parere, una istituzione di tipo statuale può avvenire solo se vi è almeno una certa omogeneità culturale.
Sono interamente d'accordo con il tuo assunto, ho partecipato più volte a discussioni di questo tipo cercando di mettere in luce punti molto simili. Il problema è che la sinistra post muro di Berlino, orfana di una proposta di mondo (e di stato), ha scelto l'EU e ci ha messo il carico da 90.. E l'ha scelto attraverso quella formula tedesca delle "sofferenze bancarie che uniranno i popoli" che è un assunto delirante, eppur chiaramente espresso dal cancelliere tedesco. In Italia, unita a quella fretta di regalare sovranità all'EU per governare un popolo "ingovernabile", lo diceva Scalfari, lo diceva Prodi, è un pensiero chiaro nella sinistra e il risultato è il pareggio di bilancio in costituzione e altre primizie che altri stati "europeisti" ben si sognano di sacrificare, tronfi della loro "governabilità". Siamo a ripetere l'ovvio, non si fa un unione monetaria senza un unione fiscale etc etc etc. C'è un errore di fondo nel progetto EU, la sinistra è ferma li e non ha soluzioni se non riparazioni "col cacciavite" (cit) nelle tubature del capitale, sperando che nasca nel frattempo una vera comunità Europea sulla quale fondare uno stato. Sta accadendo l'esatto contrario, gli attriti nazionali stanno riportando il nazionalismo, e l'EU rischia di fallire non perchè l'idea in se sia impossibile (certamente ardua) ma perchè è stata intrapresa al contrario di come doveva. Quando si fanno errori simili Renzi si chiama Hollande, Zapatero, Shultz, Tsipras (a settimane) e Brexit (e Corbyn). Fallimento su tutta la linea, un intero continente senza una sinistra, questo da ricordare agli ossessionati della realpolitik..
#3880
Citazione di: 0xdeadbeef il 05 Marzo 2018, 20:22:57 PMTrovo che ridurre il discorso al nazionalismo sia, come dire, alquanto riduttivo...
Per quel che mi riguarda, dicevo in una precedente risposta che bisogna vedere quanto sia plausibile l'idea di "nazione"
così come essa si è venuta a formare negli ultimi secoli ("plausibile è però certamente l'idea di sovranità politica",
aggiungevo).La proposta risultante non è dunque affatto il nazionalismo (semmai la nazione...); bensì primariamente la sovranità
politica.Poi, se qualcuno pensa che la sovranità politica non sia indispensabile, beh, per quanto mi concerne può adattarsi a
credere nell'animo buono di un essere umano che, ove non represso dalla forza statuale, vivrebbe in pace ed armonia
con tutti gli altri esseri umani. Che aggiungere? Me ne rallegrerei molto per la buonafede e il "candore"..
Melenchon in Francia ha proposto proprio questo, con una spruzzata populista di "rivoluzione francese", una sinistra a-la Robespierre, che per me ha molto a che fare con il nazionalismo (infatti la stessa casella in Italia è occupata dalla Lega) , liberale e civile, ma pur sempre quello è. Buttarla però su un ragionamento binario, stato - non stato, non è che sia molto più serio. Innanzitutto converrebbe alla sinistra diradare un conflitto semantico, se la globalizzazione sia quella del capitale o quella dei popoli, perchè mi pare che da questo punto di vista a sinistra ci sia un equivalenza tra le due incomprensibile. Va da se, che gran parte dei poteri necessari a questo tipo di operazione è già stato ceduto all'EU (che per esempio, è l'unica a poter imporre eventuali dazi) e riprenderselo significa uscire dall'EU. L'Italia che esce dall'EU è la morte dell'EU, sia dal punto di vista meramente simbolico, sia dal punto di vista di un eventuale (mai nata) allenza degli stati mediterranei contro lo strapotere mitteleuropeo. Consiglio di osservare bene Brexit, per rendersi conto di quanto questa opzione sia una zappata sui piedi micidiale (e gli inglesi son forti dei "cugini" oltre atlantico, noi no).
#3881
Citazione di: Kobayashi il 05 Marzo 2018, 11:42:55 AM
Citazione di: InVerno il 04 Marzo 2018, 17:44:17 PM[...] il capitalismo sta finendo (o sta mutando radicalmente) in maniera enteogena, per esaurimento.
Puoi spiegare meglio questa cosa?
Io lo vedo in grande forma...
Il liberismo pare vincere sempre, con "progressisti", populisti, movimenti di destra etc.
Hai letto l'ultimo saggio di Rikfin? Lo chiedo senza ironia ne presupponenza, è che mi sembra una buona lettura per non essere sorpresi davanti a questo tipo di affermazioni.
#3882
Citazione di: Jacopus il 04 Marzo 2018, 19:06:13 PMLa sinistra, più che da pedagogismo, come dice Inverno, è affetta, a mio parere, da assenza di "ideali collettivi". Si "campicchia" come direbbe Totò, avendo sempre in primo piano il conto corrente bancario.
Non devi porre in antitesi questi nostri due ragionamenti, che sono invece complementari, il pedagogismo infatti è un eufemismo per dire penilunghismo, ove ognuno appone il proprio fallo sul simbolo elettorale risultante in quel frazionamento tipico "de sinistra" che impedisce qualsiasi idea di collettività alla partenza. E mi riferisco ovviamente al panorama Italiano, supponendo che la generalizzazione "sinistra" sia nazionale, visto che poi c'è una sinistra che ha una qualche presa, anche se si trova in america latina (a dire il vero, anche la sinistra portoghese dovrebbe essere guardata con interesse), e chi dice che questo papa è più di sinistra che tanti politici, dice il vero, sentendo semplicemente l'odore lontano della sinistra latina (altro che blairiana). Detto ciò, tutti i ragionamenti massimalisti che si possono fare sono invalidati se poi la proposta risultante è il ritorno al nazionalismo. Abbiamo già vissuto un periodo simile con il gold standard, sappiamo cosa vuol dire giocare la carta nazionalista, non ci penserebbe nemmeno un bambino che si è appena scottato, inutile assurgere a stratificazioni del pensiero altisonanti se la risultante (di sinistra) è questa. La mancanza di ideali collettivi non è certo prerogativa della sinistra, la destra ne manca in egual modo, si salva con il cameratismo e la comodità dell'opposizione, non con ideali di certo. La liquefazione della società avrà a che fare con la forma-partito? Oppure la forma-partito rimane illesa, come vorrebbero tanti protettori di clientele associati? E' nato poco tempo fa un partito (o movimento come piace oggi) che incarna questa liquefazione, che è un partito internazionale e di scopo, con tanto di data di scadenza nel nome, è il primo, e penso che salvo brutali virate, molti si accoderanno. Gli stessi M5S si impongono delle scadenze (2 mandati, democrazia diretta poi ci sciogliamo etc) sono bambinesche forse (loro devono elaborare il lutto di Rousseau anzichè Marx), ma essendo neonati hanno annusato bene quale sia l'aria che tira: movimenti di scopo a scadenza. Piace o non piace, Marx diceva questo e quello, vinceranno loro (e hanno vinto), perchè hanno la miglior analisi storica sulla forma-partito.
#3883
Penso che il buon Marx possa mettersi l'anima in pace, il capitalismo sta finendo (o sta mutando radicalmente) in maniera enteogena, per esaurimento. Per il resto penso che la radicalità del pensiero di Marx non possa tradursi nell'azione parlamentare, vecchio argomento forse, ma da rivalutare di fronte a questo tipo di delusione. Alla sinistra è cresciuta la barba, sono diventati professori di quelle università che occupavano, si inseriscono nella definizione di Marx "comitato d'affari della borghesia" con tutte e due le scarpe, come è normale che sia.. Per di più, visto che si parla di liberismo, nella sinistra attuale c'è una puzza insopportabile di pedagogismo, troppa voglia di insegnare, poca di imparare.
#3884
Visto il tuo modo di argomentare didascalico, cercherò di fare a punti

a) Bah, il topic è iniziato dal punto di vista tassonomico, ma la tassonomia deve essere un mezzo non il fine.. Io personalmente lascerei la diatriba tassonomica a chi ha i dati più accurati dal punto di vista del DNA;visto che poi dal punto di vista tassonomico il delta è quello. Ma il discorso a quel punto sarebbe chiuso (in attesa di ulteriori ritrovamenti) e Ghouram centrebbe come i cavoli a merenda.. Allo stesso modo penso che riferirsi semplicemente a "umano" sia riduttivo, penso che dovremmo riferirici a diversi stadi di umanità, che tutt'ora non hanno un nome. Come si nota dai prefissi "habilis" "sapiens" "erectus" inizialmente era entrato nella tassonomia anche una buona dose di comportamentismo, ad oggi mi pare che le discussioni di questo tipo esulino completamente dalla tassonomia, risultando in una difficoltà generale di immaginare un avanzamento per gradi, anzichè un "big bang" mentale che ha generato tutto.

b) Non sono d'accordo con la discriminante del riutilizzo, tutto è riutilizzo anche il "primo uso", invece il luogo di raduno degli oggetti è un dettaglio importante su cui però ho conoscenze solo riguardandanti periodi ben più recenti (neolitico etc) e che ha a che fare con  la formazione dei primi "avamposti di scambio" di popolazioni perlomeno semisedentarie (che se ne fanno i nomadi Neandarthalis?) .

c) La cultura è tutto ciò che è segno, sono d'accordo, ma devo farti notare che ti sei appigliato male al mio discorso nel senso che io parlando di memoria comunicativa\culturale la discrimino per "efficacia di contagio" (direbbe un "memetico") nel tempo (generazioni) e nello spazio (numero di persone), ovvero in relazione, non in senso assoluto. Ovvero la tua premessa "non importa se decorativo, religioso o educativo" invalida il mio argomento a priori. Sull'evoluzione dei segni tuttavia come per il punto b, penso che ci riferiamo ancora al neolitico (e a sapiens) perchè non mi risultano documentato nulla del genere per neandarthalis.

z) mi sorprende che in questo topic nessuno abbia menzionato anche per sbaglio i "giganti" biblici, che è la "fanta teoria" del momento riguardo a questo argomento..
#3885
Attualità / Re:Il meno peggio
02 Marzo 2018, 15:09:15 PM
Citazione di: Domingo94 il 01 Marzo 2018, 19:44:55 PM
Stando alle varie esperienze sentite in giro da adulti e meno adulti, da notizie apprese di scandali e migliaia di euro mangiati, di posti di lavoro comprati,, Davvero c'è ancora qualcuno che s'interessa alla politica? Ma non possiamo metterci d'accordo per andare a prenderli fino a casa? Quanto sarebbe bello se fossimo in piazza tutti assieme a suonargliele uno alla volta? ci hanno tolto il futuro, stanno rovinando il presente e hanno levato la dignità a chi ha provato a rendere questo paese un posto migliore. Mi vergogno a vivere in Italia, sto qui solo perchè non posso fare altro.
La "buona società" contro la "cattiva politica".. Curiosamente negli ultimi giorni è accaduto un episodio che si ripete ormai da decenni, sul lastweektonight John Oliver si è messo a fare un po di satira sulle elezioni Italiane.... levate di scudi! Come si permette? Ingerenza! Pensasse a Trump! E cosi gli Italiani si comportano da decenni davanti all'articolo del Guardian o dell'Economist, del New York Times etc.. Strano no? Quando tocca a loro criticare, pare che vivano in Burkina Faso, ma se è un "esterno" a criticare, tiriam fuori orgoglio nazionale ..! E' l'occasione perfetta per discernere il vittimismo , dalla critica, la necessità di sentirsi vittime di un padre cattivo, dalla seria intenzione di cambiare le cose e dalla lucida constatazione dei fatti. E la conferma che tutti si sentono ancora in provincia, pare che le elezioni Italiane sia un fatto "tutto nostro", lo sguardo difficilmente valica la frontiera..in un mondo globalizzato.