Citazione di: Phil il 09 Gennaio 2022, 00:17:45 AMEsiste un esito diverso dal fare una scelta o non farla?
Per capire quale sia la paradossalità della storiella, non bisogna guardarla con occhi geometrici né etologici, ma basta pensare ad ogni volta che siamo indecisi fra due situazioni che ci sembrano equivalenti (la morale della favola non è che l'asino muore di fame...).
Per una lettura in chiave più contemporanea e meno metaforica si può dare un'occhiata qui e qui.
P.s.
Per gli anglofoni, suggerisco questo.
Uno è quello di fare subito una scelta per poi ritrattarla entrando in un loop senza fine.
Si potrebbe dire che quest'ultimo caso equivalga ad una non scelta, ma si tratta comunque di un caso che tiene conto del fatto che l'equilibrio fra le due opzioni non viene percepito in modo istantaneo, perché avendo la percezione una durata si valuta inevitabilmente prima una situazione e poi l'altra.
Io insisto nel dire che ci troviamo in una situazione ibrida , mezzo teorica e mezzo reale.
C'è però' un esperimento percettivo che riesce a riprodurre questa ibridazione.
In questo esperimento si disegna una semisfera concava immaginando che la luce venga da sinistra, tratteggiando quindi una ombreggiatura sulla destra.
Quello che si vedrà sarà' dunque ciò che si è disegnato.
Ma se disegnamo una semisfera cava con la luce che viene da destra, faremo lo stesso identico disegno, percependola però questa volta come cava. Come è possibile?
È evidente allora che un pregiudizio decide la nostra percezione, cioè il sapere cosa abbiamo disegnato.
Ma cosa succede se ci troviamo di fronte al disegno senza averlo fatto noi?
Questo esperimento è stato fatto è il risultato è sempre lo stesso.
Percepiamo alternativamente una cosa e poi l'altra..
Quindi facciamo una scelta, ma allo stesso tempo non la facciamo.
In un problema di scelta reale non si può escludere l'intervento del caso, magari sotto forma di un pregiudizio.
Si può escludere il caso solo in una situazione puramente teorica, ma non possiamo poi metterci dentro un ente teorico che faccia una scelta libera.
Il libero arbitrio è in parte una astrazione. Esso infatti sarebbe veramente tale in assenza di pregiudizi , se facessimo cioè una scelta in prima assoluta, senza averne fatta mai una prima che ci abbia potuto porre un pregiudizio.
Prima di porre le due balle davanti l'asino, dove si era posta la sua singola balla il giorno prima?
E se magari prima gliela si è posta sempre allo stesso posto, non è che l'asino muore invece perché va' dritto li e non vi trova alcuna balla, senza neanche vedere quelle che gli hanno posto davanti, perché si sa' bene che gli asini per pregiudizio fanno sempre la stessa strada.
Seppure si possa ipotizzare una situazione perfettamente equilibrata fra due possibili scelte , chi sceglie però non rientra dentro a questa perfetta simmetria e anche solo ciò può ipotizzarsi come causa della sua scelta.
Questo è un classico esempio in cui si fanno i conti senza l'oste.
Come se l'osservatore potesse astrarsi dal teatro dell'estrazione.
La meccanica quantistica ci conferma che ciò non è possibile.