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Messaggi - Eutidemo

#3886
PROSEGUE

3) LO ZERO METAFISICO
Lo "zero metafisico", in sostanza, almeno per come viene inteso dalla maggioranza dei filosofi, è puramente e semplicemente il "nulla".
Ed invero, lo "0" corrisponde alla prima lettera della parola "οὐδέν" ("niente"); e, cioè all'"omicron", che ha forma circolare, come, appunto, lo "zero"
***
Il che, però, innesca subito la cosiddetta "aporia del nulla" esposta per la prima volta da Platone nel "Sofista", il quale la formulò per bocca del "Forestiero d'Elea" con queste parole: "Amico, non ti rendi conto che, in base a quanto detto, <<ciò che non è">>, fa cadere in un vicolo senza via d'uscita anche chi ne nega l'esistenza? Ed infatti,  ogni volta che uno tenti di negarne l'esistenza, finisce per essere costretto a esprimersi su di esso in modo contraddittorio."
Ed invero, ogni volta che che il "nulla" viene indicato come "esso", lo si identifica come "reale".
Il che, come abbiamo visto, vale anche:
- per lo "zero matematico", che viene utilizzato per effettuare delle operazioni:
- per lo "zero fisico", dentro il quale si agitano particelle e fluisce l'energia.
***
Ma, sotto il profilo semantico, il "nulla non è nulla" o il "nulla è nulla"?
Benchè "linguisticamente", almeno in italiano, la prima proposizione sia formalmente più corretta della seconda, tuttavia, in base al "principio di non contraddizione" (ammesso di volerlo recepire):
- la prima proposizione risulterebbe contraddittoria, perchè "A non può <<non essere>> A";
- la seconda proposizione, invece, risulterebbe corretta, perchè "A non può che <<essere>>, appunto, A".
***
Il problema è quando ad A corrisponde il "nulla".
***
Al riguardo, tuttavia, secondo me è bene distinguere tra:
1)
Il "nulla relativo".
Cioè, ad esempio, quando io, rivolgendomi ad un politico da strapazzo, gli dico "Guarda che la vera politica non è <<nulla>> di tutto questo".
2)
Il "nulla assoluto".
Cioè, ad esempio, quando io, affermo in astratto: "Secondo me, il <<nulla>> in sè e per sè, a mio parere, è un concetto intrinsecamente ambiguo".
***
Si tratta di due locuzioni di significato molto diverso, la prima delle quali, secondo me, non presenta particolari problemi, mentre la seconda sì!
***
Ed infatti, quando si discute di qualcosa, in generale, la prima cosa da fare sarebbe di "definirla"; ma come si fa a definire il "nulla"?
Dire che "il <<nulla>> è ciò che <<non è>>", in fondo, è solo una tautologia; perchè <<nulla>>  equivale esattamente a dire <<ciò che non è>> (come dire che un quadrupede ha quattro zampe).
***
Peraltro, nel dire o pensare che "il nulla non è", secondo alcuni, come il "Forestiero d'Elea", lo si investe della realtà che gli si nega; innescando, appunto, la cosiddetta "aporia del nulla".
Si passa, cioè, dal pensiero "logico-semantico" a quello"ontologico".
***
Secondo Bergson, invece, si tratta di un termine "impredicabile"; cioè,  di "una semplice parola", ovvero, di "una pseudo-idea".
Salvo che, come avevo premesso, non si tratti di una parola usata in senso relativo!
Cioè, per Bergson, quando io sto negando che una certa determinatezza competa al mio essere, alla mia identità, al mio volere, al mio pensare:
- non sto affatto affermando l'esistenza di una dimensione chiamata "nulla";
- sto solo affermando l'insussistenza di un certo stato di cose imputato a me o ad altra cosa a me nota.
Quindi, per il detto filosofo, si tratta solo di un "problema di linguaggio"; altrimenti, considerato in senso assoluto, diverrebbe un concetto "autocontraddittorio", o, ancor meglio, "auto-distruttivo".
***
Ed in effetti, sotto l'aspetto "oggettivo", ovvero "fenomenologico",  non c'è "niente" (appunto) che possa fare da  "ὑποκείμενον", cioè da "substrato",   a tale (non)entità puramente formale.
Parlare del "nulla" in senso assoluto, cioè, significa porre alcunché di autocontraddittorio; cioè un (non)qualcosa che elimina se stesso nel momento stesso in cui viene formulato, un po' come nel famoso "paradosso del mentitore".
In altre parole, secondo Bergson, chi "pensa il nulla", in realtà, semplicemente "non pensa", in quanto si astrae da ogni determinatezza e quindi dissolve il suo pensiero nell'indeterminato.
***
Il che, però, in effetti accade anche per il contrario del "non essere", e, cioè, per l'"essere"; ed infatti, anche pensando all'"essere" (in assoluto) ci si astrae da ogni determinatezza, e quindi il nostro pensiero cade nell'indeterminato.
***
Ed infatti, almeno secondo Aristotile, ciò che esiste viene identificato per "genere prossimo" e per "differenza specifica"; ad esempio, per definire l'uomo:
- il "genere prossimo" di uomo è "animale";
- la "differenza specifica" è che l'"uomo" è un animale capace di "ragionare" (sebbene non in tutti i casi), mentre l'"animale" no!
***
Ma come si fa a identificare per "genere prossimo" e per "differenza specifica", l'"essere" in generale?
Possiamo forse dire che il "genere prossimo" dell'"essere" è il "nulla", e che la "differenza specifica" dell'"essere", è che, mentre il "nulla" non è, l'"essere", invece, è?
Suona un po' paradossale!
***
Secondo me, quindi, il nocciolo dell'aporia consiste proprio in questo:  il minimo semantico – il nulla – e il massimo semantico – l'essere – hanno un punto in comune, quello, cioè, di essere astrazioni assolute dalla determinatezza (e, in quanto astrazioni vuote di contenuto, finiscono per giustapporsi).
***
In effetti, nella "Dottrina dell'essere", Hegel dice più o meno qualcosa del genere: "Il puro essere e il puro nulla son dunque lo stesso. Il vero non è né l'essere né il nulla, ma che l'essere, – non passa, – ma è passato, nel nulla, e il nulla nell'essere".
E poi conclude: "In pari tempo però il vero non è la loro indifferenza, la loro indistinzione, ma è anzi ch'essi non sono lo stesso, ch'essi sono assolutamente diversi, ma insieme anche inseparati e inseparabili e che immediatamente ciascuno di essi sparisce nel suo opposto ("jedes in seinem Gegenteil verschwindet")".
***
Però, "si licet parva componere magnis", secondo me quello che dice Hegel è vero  soltanto per il "nulla" e per l'"essere" relativi; ed infatti, io, adesso, nel momento in cui scrivo, "sono"...però, una volta morto, svanirò nel "non essere" (almeno come individuo).
Ma questo non ha niente con vedere con il concetto di "non essere" e di "essere" in senso assoluto.
Si tratta di cose diverse!
***
Quanto scrive Hegel è verissimo: "La verità dell'essere e del nulla è pertanto questo movimento ("Bewegung") consistente nell'immediato sparire ("des unmittelbaren Verschwindens") dell'uno di essi nell'altro: il "divenire" ("das Werden")".
Ma quando lui parla del divenire dell'uno nell'altro, si riferisce alle singole cose e ai singoli individui; in quanto non serve certo un filosofo della stazza di Hegel per capire che l'"<<essere>> adesso Pippo un bambino", quando Pippo diverrà un "adolescente", diverrà "il <<non essere>>  più Pippo un bambino".
Ma questo, secondo me,non significa affatto che l'"essere" divenga, o meglio, si trasformia, nel "non essere"; significa soltanto che quel singolo individuo è passato da una modalità di "essere" ad un'altra modalità di "essere", che ha posto nel "nulla" la  precedente.
Ma sempre "essere" è!
***
E, poichè l'"essere" è il minimo comun denominatore di tutte le cose che "sono", quando quel singolo "individuo" morirà, passerà egualmente da una modalità di "essere" ad un'altra modalità di "essere", che ha posto nel "nulla" la  precedente; cioè, da "organismo vivente", diverrà un "cadavere" (ma anche il cadavere "è", sebbene qualcosa di "molto" diverso da quello che era prima).
E comunque, fermo restando che quell'individuo, come singola entità autocosciente, ha cessato per sempre di "esistere", ciò non significa che l'"essere" che era (in) lui, come in tutte le cose (pure prima che lui nascesse), inizi ad "essere" o cessi per questo di "essere".
Ma questo è un altro discorso, che potrebbe portarci troppo O.T. (Off Topic)!

4) L'UNO METAFISICO
Per concludere, secondo me, lo "zero metafisico" può essere compreso solo facendo riferimento all'"uno metafisico".
I numeri sono infiniti:
- piccoli, come il 2, il 3, il 6 ecc.
- grandi, come il 345, il 654, il 453 ecc.
- enormi, come 234.000.000.000 alla miliardesima potenza.
Però, tutti quanti, singolarmente presi, divisi per se stessi, sono uguali a "1"; perchè l'"1" è l'unico numero che si trova in tutti i numeri, pur non corrispondendo a nessuno di essi (salvo se stesso)
Allo stesso modo, per analogia, tutti gli esseri, quando si "dividono per se stessi", disgregandosi come identità individuali, tornano all'"essere", di cui non erano altro che epifenomeni; un po' come le "onde" tornano ad essere "mare".
Per altro verso, così come qualsiasi numero elevato a potenza "0", è uguale a "1", allo stesso modo ogni singolo essere, nel momento in cui si annulla come individuo "zerificandosi", potenzialmente diventa l'"Uno"; cioè l'"essere" senza "qualificazioni" individuali.
"Io sono Eutidemo", ma, se tolgo l'"Eutidemo", allora "Io sono", e basta!
Ed infatti, "Jahvè", deriva dal verbo sostantivo arcaico "hāwāh" (essere), e non è un nome: quindi, a Mosè che scioccamente voleva sapere il suo nome, rispose:   "Dirai agli Israeliti: <<Io-Sono>> mi ha mandato a voi".
In altre parole, l'Uno è l'"Essere", contrapposto allo Zero, che corrisponde al "Non Essere"; del quale Plotino dice che "Il nulla non è essere, affinché l'essere sia".
***
#3887
Al riguardo, a mio avviso, possono farsi le seguenti (sia pur molto sommarie) considerazioni.

1) LO ZERO MATEMATICO
Lo "zero" matematico, cioè lo "0", può essere espresso sia con una parola, sia con un segno.
Ed infatti:
a)
La parola "zero" deriva dall'arabo  صفر (sifr), da cui il nostro termine "cifra"; la quale, a differenza di quanto molti credono, non corrisponde affatto al concetto di "numero", bensì ai "segni grafici" dallo 0 al 9 , che servono per esprimere un numero.
Come,  infatti, scriveva nel 1228 Leonardo Fibonacci,  formatosi sui libri di al-Khwārizmī: "Novem <<figurae >>(n.d.a., ancor oggi in greco, "cifra" si dice <<φιγούρα>>) indorum hae sunt 9 8 7 6 5 4 3 2 1. Cum his itaque novem figuris, et cum hoc signo 0, quod arabice zephirum (n.d.a., "zero") appellatur, scribitur quilibet numerus, ut inferius demonstratur." (Leonardo Fibonacci, "Liber Abbaci", 1228)
In altre parole, i "numeri", i quali sono un modo per esprimere la "quantità", possono essere rappresentati da  una o più "cifre"; come, ad esempio, il "numero" 120, che è composto dalle "cifre" 1, 2 e 0.
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/78/30/00/ME13C1P6_t.jpg
Per cui, lo "zero", è una cifra come le altre; e, da solo, rappresenta anch'esso un "numero"; sebbene di natura molto particolare.
b)
Il segno "0", invece, deriva dal greco, e, a quanto pare, fu usata per la prima volta da Tolomeo all'incirca nel 150 d. C.; esso corrisponde alla prima lettera della parola "οὐδέν" ("niente"), e, cioè all'"omicron", che ha forma circolare, come, appunto, lo "zero".
Robert Kaplan, nel suo libro "Zero", avanza un'ulteriore ipotesi suggestiva sull'origine del segno "0".
Ed infatti, secondo lui, i matematici greci, anche prima di Tolomeo, rappresentavano i numeri con ciottoli scuri posati  sulla sabbia e li rappresentavano, nei loro disegni su pergamena, con cerchietti neri pieni; ma, poichè quando si toglieva un ciottolo, ne restava soltanto un impronta circolare vuota sulla sabbia, a suo parere potrebbe essere risultato naturale, nei loro disegni su pergamena,  rappresentare lo "zero" con un cerchietto vuoto (proprio per indicare l'assenza del numero).
Inoltre, visto che lo zero grafico non è propriamente tondo, ma oblungo (0), lui spiega: "Come mai questa "o" rotonda si è allungata nei secoli in forma di 0? Perché con penne d'oca e pennini era più difficile tracciare un cerchio continuo che due parentesi curve accostate".
***
Queste "curiosità" etimologiche, come vedremo più avanti, possono avere una loro incidentale rilevanza anche a livello filosofico; ma ne parleremo più avanti.
***
Allo stesso modo, secondo me, possono avere una loro più sostanziale rilevanza a livello filosofico anche alcune caratteristiche matematiche dello "zero".
Ad esempio:
a)
Lo zero, ancorchè associato a un "insieme privo di elementi" (→ insieme vuoto) tuttavia è anch'esso un "numero"; e, benchè di primo acchito non ci si pensi, è un "numero intero pari" (né positivo né negativo), essendo un multiplo intero di 2, dato dal fatto che 0 × 2 = 0.
b)
Ancora più strana, almeno di primo acchito, è la circostanza per la quale un qualsiasi numero elevato a potenza "0", è uguale a "1"; però, "0" a potenza "0" è uguale a "0" (o meglio, "0" elevato a potenza "0",  non ha alcun senso matematico)
Ed infatti, dalle proprietà delle potenze sappiamo che dividendo due potenze aventi la stessa base x, otteniamo sempre un numero con la stessa base e come esponente la differenza tra gli esponenti.
Per cui:
- sia x un numero diverso da zero:
xn:xm=xn−m
dove n ed m sono numeri interi qualsiasi.
- se è così, allora possiamo scrivere un numero elevato a zero come:
x0=xn−n
Adesso è chiaro perché fa 1, infatti:
x0=xn−n=xn:xn=1
Ed infatti, ogni numero diviso per se stesso dà come risultato "1"; il che pure può avere, come vedremo, un suo risvolto filosofico.

2) LO ZERO FISICO
In un certo senso, potrebbe esserne un esempio il cerchietto "vuoto" lasciato nella sabbia a seguito del prelievo del ciotolo nero rotondo che c'era sopra prima; di cui, appunto, parla Robert Kaplan nel suo libro "Zero", laddove avanza la sua suggestiva ipotesi sull'origine del segno "0".
Ed invero, a livello fisico, lo "zero" richiama molto il "Śūnya" ("vuoto"), che risale all'antico sanscrito; molto prima che Budda ne traesse la sua dottrina del "Śūnyatā".
Ma esiste davvero il "vuoto" a livello fisico; o almeno in modo tale da poterlo definire uno "zero fisico"?
***
Al riguardo,  Guido Tonelli, professore di fisica all'Università di Pisa nonché uno dei protagonisti della scoperta del bosone di Higgs al CERN di Ginevra, in un'aula universitaria all'aperto nella cornice di Piazza Mantegna, ha recentemente spiegato: "Un centimetro cubo è l'unità di misura utilizzata per iniziare il ragionamento. Ipotizzando di estrarre aria, polvere e quant'altro contenuto al suo interno, potrebbe venir spontaneo di concludere che si sia ottenuto il <<vuoto>>. In realtà è proprio qui che si apre un intero universo ricco di tantissime entità fisiche. Fotoni, neutrini, raggi cosmici, energia termica, tutte entità che è difficile schermare e dominare."
***
Tuttavia, occorre porsi anche un'altra domanda: è vero che tutto l'universo è "pieno" di atomi, ma gli atomi quanto sono "pieni"?
Ed infatti un atomo è composto da un nucleo, contenente protoni e neutroni, e da elettroni, i quali attorno ad esso girano, in regioni chiamate orbitali; ma la raffigurazione che di solito se ne fa, per necessità di spazio grafico, è completamente fasulla per quanto concerne le dimensioni e le distanze tra le particelle in questione.
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***
In proporzione, se il nucleo atomico fosse grande quanto una mela, gli elettroni gli ruoterebbero attorno ad una distanza pari a circa un chilometro; cioè se il nucleo fosse una "mela" posta al centro del Colosseo, gli elettroni, grandi in proporzione come un "grano di sabbia", si troverebbero a ruotargli intorno all'incirca dalle parti della Stazione Termini.
E, tra di loro, ci sarebbe soltanto il "vuoto"!
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***
Ed infatti un nucleo atomico ha una massa quasi 1800 volte superiore a quella di un elettrone (da 1,67 × 10−27 a 4,52 × 10−25 kg); quindi, considerate le dimensioni e le distanze, questo significa che gli atomi, che, pure,  sono dappertutto, sono "fatti" al 99,9% di vuoto (fotoni, neutrini, raggi cosmici, energia termica ecc. a parte).
Cioè, per fare un altro esempio, se togliessimo tutto lo spazio vuoto tra nucleo ed elettroni, tutti i 6 miliardi di abitanti della terra ci starebbero dentro nello spazio di una mela.
***
Passando dall'infinitamente piccolo all'infinitamente grande, secondo le ultime stime, sembra che il nostro universo potrebbe essersi espanso per circa 46,5 miliardi di anni luce; quindi, il diametro del "pallone" che si sta tuttora gonfiando, sarebbe attualmente pari a  circa 93 miliardi di anni luce, e  sarebbe tutt'ora in espansione.
Già, ma in espansione dentro che cosa?
***
Possiamo raffigurare visivamente il nostro universo come se fosse un cerchietto bianco, che si espande in uno spazio nero infinito.
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Ed infatti, il nostro universo, per quanto immenso esso sia, se è vero che si sta ancora espandendo, deve necessariamente avere dei confini che si stanno estendendo sempre di più rispetto a prima; ma si stanno estendendo e stanno avanzando dentro che cosa?
***
Se è vero che fuori dall'universo, per definizione scientifica comunemente accettata, non esiste nè lo spazio nè il tempo, dove lo collochiamo il nostro "piccolo" universo in espansione?
Nel "nulla"?
Il paradosso è questo:
- non ci si può espandere se non ampliando i propri confini;
- ma non si posso ampliare i propri confini in "ciò che non c'è", e che è fuori del tempo e dello spazio.
***
Per cui, forse, ciò che è oltre il perimetro in espansione, non è il  "nulla", bensì un "vuoto" analogo a quello che c'è tra il nucleo di un atomo e i suoi elettroni.
Ma che differenza può esserci tra tale "vuoto" e il "nulla"?
La questione è molto controversa, e finisce per sfociare in ambito filosofico.
CONTINUA SOTTO
#3888
Ciao Iano. :)
In banca non ti daranno mai banconote riattaccate con la colla o col nastro adesivo; per cui il problema di cui parlavo io non si pone.
Quanto alle altre banconote, non penso proprio che una banca seria possa consegnare ai clienti banconote false; ed infatti, perchè mai spacciare banconote false quando i clienti possono essere derubati in modo molto più sicuro e legale, senza correre rischi di sorta?
Il vero ladro veramente intelligente, infatti, non si mette mica a rapinare banche; ne fonda una!
Un saluto! :)
#3889
Ci sono vari sistemi per accorgersi se una banconota è "buona" o "falsa"; però, recentemente, alcuni astuti malandrini stanno ricorrendo al trucco delle "false" banconote "buone", che vanifica in buona parte tali sistemi.
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Per quanto riguarda tali sistemi, ad esempio, con la nuova banconota da 50 euro, entrata in circolazione nel 2017:
- guardando la banconota in controluce, la "finestra" rivela in trasparenza, su entrambi i lati del biglietto, il ritratto della figura mitologica di Europa;
- muovendo un po' la banconota, è possibile scorgere il cambiamento del colore del numero di serie che da verde smeraldo passa al blu scuro (stesso cambio di colore per la cifra "50" nell'angolo inferiore sinistro);
- tastando con i polpastrelli la banconota sul fronte, si percepiscono i trattini in rilievo lungo i margini destro e sinistro;
- infine, l'immagine principale, le iscrizioni e la cifra di grandi dimensioni indicante il valore di 50 euro sono stampati in rilievo.
***
Si potrebbero elencare anche numerosi altri sistemi, molto pratici ed efficaci, per riconoscere le banconote false, sia da 100, sia da 50,  sia da 20,  sia da 10 euro; però, in genere, le più falsificate sono quelle da 20 euro (42,5%)  e da 50 euro (34,5%).
Ed infatti quelle da 100 euro, di solito, vengono controllate molto più accuratamente da chi le riceve in pagamento, mentre quelle da 10 hanno un valore troppo scarso perchè valga molto la pena di falsificarle; il che, però, non vuole affatto dire che non vengano anch'esse falsificate in gran quantità.
***
Tuttavia c'è un sistema di "truffa cartamonetaria" che elude tutti questi metodi di riconoscimento, in quanto utilizza banconote "autentiche"!
In un certo senso, benchè nuovissimo, ricorda un po' il trucco dell'antico falsario Mastro Adamo, scaraventato da Dante nella "Bolgia dei falsari".
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Però, un conto è "tosare" le monete di metallo, ed un altro conto è "tosare" le banconote di carta; per cui, per farlo, gli eredi di di Mastro Adamo utilizzano un trucco di carattere, per così dire, "matematico-geometrico", prendendo spunto dal "Paradosso della retta sottratta".
Per cui è da questo che bisogna partire.
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Se, su un foglio di carta, disegnate dieci rette parallele, e poi tagliate in diagonale (con una forbice) il foglio stesso, ricomponendolo successivamente come  appare nell'immagine qui sotto, vi accorgerete che le rette sono diventate nove; ma, se guardate meglio, vi accorgerete che la lunghezza della retta che "sembra" scomparsa, in realtà è stata suddivisa equamente tra le altre rette, le quali, adesso, sono ora un po' più lunghe (da notare che la prima e l'ultima retta del disegno superiore non vengono affatto tagliate).
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Alcuni falsari, utilizzando "al contrario" tale "espediente illusionistico", da 10  banconote da 50 euro ne ottengono  11 impercettibilmente più piccole; ma, se ci si limita ai controlli visivi e tattili sopra descritti, le banconte vengono prese per "buone"...perchè, in effetti, lo sono!
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Quindi, per non essere ingannati, oltre agli usuali controlli, occorre anche verificare che il numero di serie sui due angoli estremi delle banconote sia lo stesso; il che è molto facile da verificare, solo che molti non lo fanno non pensando a tale trucco.
Peraltro, a parte il caso di abilissime incollature sui margini tagliati, di solito i truffatori si limitano ad usare del semplice nastro adesivo; ed infatti, una banconota danneggiata, riattaccata più o meno bene, non cessa, però, di essere assolutamente valida (anzi, in tal caso, difficilmente si pensa a una banconota "falsificata").
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***
Tuttavia, una banconota danneggiata, riattaccata più o meno bene, sebbene sia ancora valida (salvo che il danneggiamento non sia eccessivo), può essere comunque rifiutata come mezzo di pagamento; cosa che io, in genere,  suggerisco sempre di fare, a prescindere dal trucco di cui qui stiamo parlando.
Se, però, non volete rifiutarvi di accettarla come metodo di pagamento, almeno controllate che il numero di serie sui due angoli estremi delle banconote sia identico.
***
#3891
Attualità / Autostrada celeste!
09 Maggio 2021, 11:39:16 AM
Ierisera, verso le nove, in cielo, si vedeva 'sta roba.
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Ma sicuramente non erano i frammenti del razzo cinese; che, poi, pare sia caduto nell'Oceano Indiano.
Probabilmente si trattava dei satelliti _Starlink_, il progetto per aumentare la copertura della rete INTERNET sulla terra; ma non ne sono sicuro🤗
#3892
Ringrazio tutti per i loro commenti, uno più spiritoso e azzeccato dell'altro!
:D
P.S.
Più tardi facciamo l'appello, per vedere se siamo ancora tutti interi.
#3893
ERRATA CORRIGE
La caduta dei frammenti è prevista per domani, alle ore 2,24; ma il rischio di caduta inizia questa sera alle 20,34, per cui in coprifuoco consigliabile è da stasera alle 20,24 (non domani, come avevo erroneamente scritto).
Altrove ho trovato che l'orario di rientro nell'atmosfera sarebbe alle ore 4,52 di domani, con gli stessi margini temporali.


#3894
Continua il monitoraggio degli esperti italiani sul rientro incontrollato nell'atmosfera terrestre del secondo stadio del razzo cinese "Lunga marcia 5B", in caduta libera verso il nostro pianeta; da tale monitoraggio, infatti, secondo il "Comitato operativo della Protezione civile",  ci sarebbero dieci regioni del Centro-Sud che potrebbero essere interessate dalla ricaduta di frammenti.
Si tratta di
- Umbria
- Lazio
- Abruzzo
- Molise
- Campania
- Basilicata
- Puglia
- Calabria
- Sicilia
- Sardegna.
***
La pioggia dei frammenti, è prevista per le ore 2,24 di domani, domenica 9 maggio, con una finestra temporale di incertezza di sei ore in più o in meno; pertanto la Protezione civile consiglia di stare al chiuso e non in luoghi aperti, visto che "...è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici".
Molto confortante!
::)
***
Comunque, domani, è consigliabile anticipare il coprifuoco alle ore 20,24.
***
Ciò premesso, mi si consenta qualche considerazione un tantino "irritata"!
Così come alcuni armatori navali inesperti e taccagni, per trascuratezza e per risparmiare sulla qualità del legno, rischiano  che si verifichi la "rottura del cassero" di una barca in mare aperto, allo stesso modo i Cinesi, visto che un  razzo senza sistemi di controllo in fase di rientro costa di meno, hanno "consapevolmente" rischiato la ricaduta incontrollata dei frammenti della loro immondizia spaziale,  confidando sulla "bassa probabilità" che essi possano precipitare su zone abitate.
Però, comunque vada a finire, il "cassero", questa volta, i Cinesi lo hanno definitivamente rotto anche a noi; o, per lo meno, a me!
>:(
***
Non bastava che,  a causa della loro trascuratezza, e a causa del loro ritardo nell'avvisare l'OMS, avessero contribuito ad "appestare" il mondo intero con quel maledettissimo "virus con gli occhi a mandorla" di nome covid19, costringendoci ad andare in giro con le mascherine sulla faccia; adesso ci costringono pure ad andare in giro con l'elmetto in testa, per evitare che ci caschi sulla cocuzza qualche spezzone del loro razzo del... (lascio la rima a voi)!
***
Al riguardo, il ministro degli Esteri Wang Wenbin ha però seraficamente assicurato che "La gran parte dei componenti saranno distrutti dall'ablazione durante il rientro nell'atmosfera; per cui la probabilità di causare danni alle attività o alle persone a terra è estremamente bassa".
Sarà pure così, però un vettore di 270 tonnellate di peso (cioè come l'equivalente di 27 TIR) che si "sfrange" di notte sulle nostre teste, non è un pensiero molto tranquillizzante.
***
Comunque, se me ne cadrà un pezzo in giardino, almeno adesso so dove potrò andarlo ad infilare quando sarà nelle mie mani; e spero che anche a molti altri venga la mia stessa idea.
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Stai "alleprato", Wang Wenbin!
***
#3895
Ciao Inverno. :)
In base alle rilevazioni dell'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, istituito presso la Polizia di Stato del Ministero dell'Interno, in collaborazione con l'Unar, si registrano in Italia fra il 10 settembre 2010 e il 31 dicembre 2018, 2.532 segnalazioni di "reati d'odio".
In particolare, per il 59,3% (897) sono reati d'odio etnico/razziale, per il 18,9% (286) si tratta di reati d'odio religioso, per il 13,0% (197) di reati d'odio omofobico, per il 7,8% (118) di reati contro disabili, per l'1,0% (15) di reati d'odio basati sull'identità di genere. Per l'Italia, secondo le diverse rilevazioni dell'Osce, si registrano, nel 2016, 736 crimini d'odio, 494 crimini d'odio razziale, 204 crimini contro disabili, 38 crimini d'odio omofobico o di genere.
Il dato aggiornato al 2017 testimonia di un incremento dei crimini d'odio: si tratta di 1.048 reati d'odio, prevalentemente di odio razziale e xenofobo, noncchè contro disabili e omosessuali.
Il dato relativo al 2018 comprova un ulteriore incremento: 1111 crimini d'odio.
Non mi risulta una statistica ufficiale circa l'aumento percentuale delle sole violenze omofobiche; ma, secondo statistiche non ufficiali, sembra che siano quelli in maggiore aumento (sebbene le fonti principali siano dell'Arcigay, e, quindi, di attendibilità un po' dubbia).
"https://cdn-thumbs.imagevenue.com/d6/fd/19/ME13BA1A_t.jpg
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Quello che è certo, è un consistente incremento dei crimini d'odio nel loro complesso; non di rado per motivi concomitanti (immigrati gay, disabili omosessuali ecc.)
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Un saluto! :)
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#3896
Ciao Viator. :)
Sulla necessità di varare una legge contro l'"omofobia" e la "fobodisabilità" sembra che ci sia accordo tra tutte le forze politiche, di sinistra, di destra e di centro; ed infatti, ultimamente, le aggressioni fisiche e verbali contro i diversi (sia perchè omosessuali sia perchè disabili) sono aumentate in modo davvero preoccupante.
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Circa alcuni aspetti, però, come quello della cosiddetta "identità di genere", ho qualche perplessità anch'io, perchè potrebbe dar luogo a svariati tipi di problematiche.
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Ad esempio, sembra che in California 261 detenuti abbiano chiesto di essere trasferiti nelle carceri femminili ( dove la vita è un po' meno dura che nelle carceri maschili), sostenendo di "identificarsi" come donne.
La gran parte di questi detenuti conserva intatto il proprio corpo maschile e di femminile c'è solo l'"autopercezione", vera o presunta; sembra, quindi, che tra le detenute ci sia grande allarme per evidenti ragioni.
Ed infatti, in Canada, è già avvenuto che il trasferimento in carceri femminili di uomini "auto-identificatisi" come donne abbia comportato un netto peggioramento delle condizioni di vita delle detenute (ci sono stati casi di stupro e perfino di gravidanze indesiderate).
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Per cui, sebbene il riconoscimento del diritto all'"identità di genere" abbia un suo indubbio fondamento, secondo me bisogna "andarci piano"; e, comunque, regolamentare bene la faccenda per evitare deprecabili abusi in un senso o nell'altro.
Ed infatti anche costringere un uomo interiormente donna a vivere in un carcere maschile, non è poi una grande soluzione.
Forse, teoricamente, bisognerebbe creare carceri solo per loro; ma allora la faccenda comincerebbe a farsi davvero un po' troppo complicata!
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Proprio non saprei cosa dire, ci dovrei riflettere meglio!
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Un saluto! :)
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#3897
L'art.604 bis del codice penale già adesso punisce chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere -o commette- atti di discriminazione "...per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi".
Il disegno di legge contro l'omofobia e la fobodisabilità approvato dalla Camera dei deputati il 4 novembre 2020, in un testo risultante dall'unificazione di vari disegni di legge, non fa altro che integrare nel modo seguente, con una significativa "aggiunta", la disposizione sopra citata, scrivendo: "...per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi, <<ovvero fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere o sulla disabilità>>".
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Ora, sebbene, in effetti, anche i concetti di "razza", "etnia" e "disabilità" potrebbero dar luogo a qualche difficoltà ermeneutica, ben più complessa e delicata è la distinzione tra "sesso", "genere" e "orientamento sessuale".
Per cui, l'art.1 del d.d.l., precisa quanto segue:
a) per sesso si intende il sesso biologico o anagrafico;
b) per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso;
c) per orientamento sessuale si intende l'attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi;
d) per identità di genere si intende l'identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dal'aver concluso un percorso di transizione.

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Secondo me:
- le lettere a) e c) sono abbastanza chiare sotto il profilo semantico, giuridico, filosofico e ideologico, per cui è inutile starne a discutere;
- le lettere b) e d), invece, lo sono un po' meno.
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Ed infatti:
1)
L'art.3 della Costituzione proibisce le discriminazioni riguardanti il "sesso", ma non quelle riguardanti il  "genere" di cui alla lett.b) del d.d.l.; il quale può consistere in una manifestazione esteriore contrastante con le aspettative sociali connesse al "sesso".
Per cui, di fatto, il d.d.l. in questione va un po' "oltre" la tutela costituzionale dei diritti fondamentali della persona; tuttavia, almeno secondo me, non si può in alcun modo dire che vada "contro" lo spirito di tale tutela.
Anzi, secondo me, molto opportunamente lo amplia, aggiornandolo ai tempi attuali.
2)
Più delicata, invece, è la questione che può sorgere in sede interpretativa della lett.d), in base alla quale "...per identità di genere si intende l'identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall'aver concluso un percorso di transizione".
Andando a vantaggio dell'autopercezione individuale, questa norma cancellerebbe lo storico dualismo uomo-donna e non richiederebbe nemmeno la presenza di una stabilità nella condizione della percezione personale; però, secondo me, presenterebbe indubbiamente delle "criticità" (come è di moda scrivere oggi)
Ed infatti:
a)
Potrebbe dar luogo a svariati problemi di carattere "pratico", ad esempio per quanto concerne l'uso dei servizi igienici, delle docce, degli spogliatoi ecc..
Soprattutto considerando:
- il "legittimo senso del pudore" altrui;
- gli eventuali abusi dei soliti "furbetti eterosessuali", i quali, dissimulando la loro condizione, potrebbero invocare abusivamente "il diritto di non discriminazione", per introdursi laddove non dovrebbero (sebbene "abusus non tollit usum").
b)
Potrebbe dar luogo a svariati problemi di carattere "legale", laddove, ad esempio, ai sensi  dell'art. 79 disp. att. c.p.p., le perquisizioni e le ispezioni personali devono essere eseguite da persona dello "stesso sesso" di quella che vi è sottoposta (salvi i casi di impossibilità o di urgenza assoluta). Non si parla di "genere autopercepito"!
Tuttavia, nel caso di dubbi sull'"identità di genere" del perquisendo, la soluzione corretta potrebbe essere quella di rimettersi alle indicazioni fornite dallo stesso soggetto passivo sul sesso di chi dovrà effettuare la perquisizione; in ogni caso, infatti, le attività investigative non devono comunque dar luogo a fenomeni discriminatori fondati sull'omofobia.
***
A tale riguardo, a prescindere dal d.d.l. in commento, risulta di particolare importanza la Risoluzione del Parlamento europeo sull'omofobia, approvata il 18 gennaio 2006 (consultabile anche su www.europarl.europa.eu/sides/get.Doc.do).
Secondo tale risoluzione, a prescindere dal d.d.l. in commento che ancora (vergognosamente) attende di essere discusso in Senato, considerando che l'omofobia deve essere definita come una paura o un'avversione irrazionale nei confronti dell'omosessualità e di persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (GLBT), basata sul pregiudizio e analoga al razzismo, alla xenofobia, all'antisemitismo e al sessismo, deve essere condannata con forza ogni discriminazione fondata sull'orientamento sessuale.
Ne deriva, pertanto, che la necessità di evitare ogni forma di discriminazione deve essere il canone che deve guidare l'operatore nello svolgimento delle sue attività investigative.
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Un interessante "precedente", che, secondo me, potrebbe e dovrebbe essere adottato anche in Italia, fu quello di una "donna transessuale" che venne sottoposta a perquisizione corporale da parte di un poliziotto maschio, nell'Ontario, anche se aveva chiesto di essere perquisita da una donna.
La polizia giustificò l'accaduto dicendo che la perquisizione andava affidata a un uomo perché la persona perquisita non aveva ancora effettuato l'operazione di cambiamento di sesso; ma il "Tribunale dell'Ontario per i Diritti Umani" stabilì che, in situazioni di questo tipo, alla persona sottoposta alla perquisizione devono essere concesse tre alternative:
- perquisizione eseguita soltanto da un agente maschio;
- soltanto da un agente femmina;
- oppure da una coppia di agenti, maschio e femmina.
Basta un po' di buon senso!
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Un altro punto critico riguardante il d.d.l., sollevato da chi, evidentemente, non lo ha neanche letto, è che esso potrebbe limitare la libertà di pensiero e di espressione di chi la pensa in modo diverso, e, diciamo così, in maniera un po' più "tradizionale".
Al riguardo, secondo me, occorre tenere presente quanto segue:
1)
L'art.21 della Costituzione stabilisce che "tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione"; per cui, anche se lo volesse, il d.d.l. in questione non potrebbe "mai" in alcun modo ledere tale diritto, essendo una fonte secondaria rispetto alla Costituzione.
2)
In secondo luogo, "ad abundantiam", l'art.4 del d.d.l. prevede quanto segue:
"Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti.".
Più chiaro di così si muore!
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Al riguardo, tuttavia, in alcuni dibattiti televisivi, o sentito alcuni "soloni" portare i soliti "esempi limite", i quali:
- per lo più erano stupidi o non pertinenti;
- altri (molto pochi) non lo erano, ma riguardavano quella "zona grigia" che "necessariamente" esiste nell'applicazione di qualsiasi norma.
Ad esempio, da secoli, non di rado ci si imbatte in una "zona grigia" nella quale il "diritto di libera espressione" comincia a sconfinare nella "diffamazione"; ma, in tali casi, è il giudice a decidere se ci sia stato uno sconfinamento o meno.
A nessuno, però, verrebbe mai in mente di abolire "il reato di diffamazione", solo perchè, talvolta, ci si imbatte in una "zona grigia" nella quale il "diritto di libera espressione" comincia a sconfinare nella "diffamazione".
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Secondo quanto annunciato dal  presidente della commissione Giustizia al Senato, Andrea Ostellari, per ritardare la discussione in aula del d.d.l. in commento: "...è pronto un testo della Lega che mira a dare un contributo maggiore rispetto al ddl Zan e ai disegni di legge collegati. Il testo amplia la sfera di tutela delle persone offese". 
Per ribattere alla critica che solo adesso "spunta" dal nulla (con intenti dilatori e ostruzionistici evidenti, visto che il d.d.l. Zan è già passato alla Camera) questo testo della Lega, che, fino a ieri, del problema se n'era altamente "disinteressata", Ostellari ha replicato: "L'importante è dare spazio alla discussione, alle audizioni e alle proposte emandative per contribuire a formare un testo migliore. Ci sono già altri quattro testi in discussione insieme al ddl Zan, questo sarà il quinto".
Quando lo vedrò, commenterò anche quello "sine amore ac studio"!
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#3898
Tematiche Culturali e Sociali / Il terzo cavaliere
05 Maggio 2021, 06:38:27 AM
Ciao Inverno. :)
Ammetto di non aver tenuto conto della questione del "debito" e del "turismo" di cui parli tu, per cui "l'idea che la Crimea potesse seguire l'Ucraina, sarebbe come immaginare che la Sicilia ad un ipotetico referendum, al posto dell'Italia, scegliesse di andare con il Marocco, perdendo le vaste prebende e vantaggi commerciali che l'Italia era pronta a garantirgli."
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Però tu non tieni conto di un piccolo particolare.
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Quando l'Impero sovietico è crollato, in tutti i suoi ex-dominii si sono svolti liberi referendum per lasciar scegliere alle popolazioni a quale Nazione appartenere; e gli abitanti della Crimea, a seguito di una democratica votazione, effettuata sotto controllo internazionale, a prescindere dai loro interessi economici o di altro genere, AVEVANO LIBERAMENTE SCELTO DI FAR PARTE DELL'UCRAINA!
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Dopodichè, dopo qualche annno, Putin, ha occupato la Crimea "manu militari", e se l'è annessa con un "plebiscito bulgaro"  svoltosi senza il benchè minimo controllo internazionale, e, quindi senza alcun valore!
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Tanto è vero che il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, propose una Risoluzione, presentata da circa 30 stati, nella quale, tra le altre cose, il Consiglio dichiarava che "This referendum can have no validity, and cannot form the  basis for any alteration of the status of Crimea; and calls upon all States, international organizations and specialized agencies not to recognize any alteration  of the status of Crimea on the basis of this referendum and to refrain from any  action or dealing that might be interpreted as recognizing any such altered status".
Ma, ovviamente, la Russia pose il veto, per cui la risoluzione non passò!
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Per cui, si può mai sapere perchè mai dobbiamo stare a discutere di quello che "sarebbe stato logico che i Crimeani avrebbero dovuto volere nel loro interesse", visto che, con l'unico referendum svoltosi in modo autenticamente democratico, I CRIMEANI AVEVANO LIBERAMENTE SCELTO DI FAR PARTE DELL'UCRAINA?
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Sarà sicuramente vero quello che dici tu, ma, finchè la presunta "sopravvenuta" preferenza per la Russia dei Crimeani non verrà confermata da un "terzo referendum", sotto stretto controllo internazionale da parte di nazioni ideologicamente e politicamente neutrali rispetto alle parti in causa, per me vale il "primo referendum", e non il "secondo finto referendum".
Tutto qui!
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Un saluto! :)
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#3899
Tematiche Culturali e Sociali / Il terzo cavaliere
04 Maggio 2021, 10:56:25 AM
Ciao Inverno.
A dire il vero, a parte l'occupazione della Crimea di qualche anno fa, non dimenticare che pochi mesi fa , in Caucaso,  c'è stata una classica guerra con conseguenti "invasioni di territorio".
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Negli ultimi tempi, in tali aree (e non solo), le guerre con conseguenti "invasioni di territorio" si stanno facendo sempre più frequenti e consistenti; come, temo, a breve accadrà nella zona abusivamente controllata dalla sedicente Repubblica Popolare di Donetsk e dalla sedicente Repubblica Popolare di Lugansk.
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Quanto alla Crimea, il fatto che laggiù (ed anche nel resto delle altre ex province dell'impero russo) si parli correntemente il russo (così come si parla correntemente il francese in Tunisia ed in altre parti dell'Africa), conta poco o niente; è solo la testimonianza di un passato imperiale.
Quindi, quello che in Crimea si parli russo, è solo un espediente propagandistico per giustificare l'illegittima occupazione della Crimea da parte di Putin.
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Altro patetico espediente propagandistico "putiniano", per giustificare l'illegittima occupazione della Crimea da parte di Putin, è quello che la Crimea fu "regalata" da Kruscev  all'Ucraina;  come se avesse senso uno spostamento burocratico di singole regioni, dalla giurisdizione di una provincia all'altra di un impero totalitario come quello sovietico, il quale le dominava e le opprimeva tutte allo stesso modo!
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Per quanto, poi, riguarda il plebiscito inscenato da Putin per giustificare l'occupazione di un territorio altrui, occorrere tenere presente che i plebisciti, per avere valore giuridico e democratico, in caso di secessione di un Territorio da una Nazione all'Altra,  devono avvenire a seguito di un trattato, e sotto il controllo dell'ONU; e, comunque, rispettare alcuni criteri di trasparenza e garanzia, i quali, invece, per quanto riguarda la Crimea, sono del tutto mancati.
Altrimenti, i plebisciti sono solo una frode, per mascherare violente annessioni...all'ombra dei cannoni dei panzer (come fecero Hitler e Stalin).
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Per cui, un conto è parlare di "plebiscito pro-forma", e un altro conto è parlare di un "vero plebiscito":
Ed invero:
A) Nel "vero plebiscito" (rectius "referendum") del 1º dicembre 1991, la Repubblica autonoma di Crimea votò con il   54,19 % dei voti, la sua appartenenza all'Ukraina.
B) Il 16 mar 2014, invece, il referendum in Crimea, all'ombra dei cannoni russi, ha dato il 96,6% delle preferenze all'unione con la Russia, ma già la "percentuale bulgara", ti fa capire quanto fosse "frallocco".
Al netto di tutto, infatti, risulta di certo poco credibile un referendum organizzato da un presunto "governo autonomo" (tipo il "governo fantoccio" del prete cattolico Jozef Tiso, in Slovacchia ai tempi di Hitler) sostenuto da forze di occupazione straniera; la Crimea, infatti, era già, e tutt'ora è, militarmente occupata da forze militari russe, sebbene in via "non ufficiale".
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In ogni caso nel mio post io non intendevo parlare in modo specifico della Crimea, che è stata soltanto l'antipasto; ed infatti, un pezzo alla volta, Putin vuol ricostituire il perduto impero.
Si sente un po' il Giustiniano della terza Roma.
Tutto sta a vedere se, a Occidente, qualcuno vorrà morire per Kiev; probabilmente no, ma non dimentichiamoci quello che è successo a Danzica.
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Non so se per l'Ucraina, ma lo scenario complessivo del pianeta, mi dice che una brutta guerra è in arrivo.
Spero tanto di sbagliarmi!
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Per il resto ribadisco quello che ho scritto, sebbene io riconosca che molte delle tue altre osservazioni sono degne di attenta considerazione; e mi auguro con tutto il cuore che essere finiscano con risultare molto più vere e realistiche di quanto non siano le mie!
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Un saluto!
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#3900
Tematiche Culturali e Sociali / Il terzo cavaliere
04 Maggio 2021, 06:54:51 AM
Ciao Iano. :)
La tua osservazione è molto giusta!
Ed infatti, mentre un tempo le guerre si riducevano precipuamente a scontri tra nazioni, perché si confrontavano fra loro industrie ancora nazionali, adesso, in effetti, nel mondo predominano delle "corporation" di carattere "internazionale", "sovranazionale", "multinazionale" e "trasnazionale".
Ma non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, perchè si tratta di cose alquanto diverse (al riguardo bisognerebbe aprire un apposito topic); e che, comunque, restano tutte collegate ad uno scontro geopolitico che coinvolge le superpotenze territoriali (USA, Europa, Russia e Cina).
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Basti pensare a come le "corporation farmaceutiche", pur essendo formalmente  "internazionali", siano state utilizzate e strumentalizzate dai "governi di riferimento"; i quali le hanno finanziate anche a tale scopo, per riaffermare ed espandere la propria influenza geopolitica sui governi di altre nazioni.
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Dobbiamo stare molto attenti a non illuderci che gli intrecci finanziari internazionali possano evitare le guerre; ed infatti, almeno da due secoli, anche in assenza dell'attuale "globalizzazione", tali  intrecci già c'erano, ma sono serviti a ben poco (anche perchè le guerre favoriscono le industrie degli armamenti, sia nazionali che internazionali).
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Mio nonno mi raccontava che, nel 1914, nonostante le tensioni internazionali, una guerra non se l'aspettava proprio nessuno, in quanto:
- avrebbe danneggiato il commercio internazionale, per cui, visto che le grandi aziende di import-export dominavano non solo i mercati, ma erano anche molto influenti sui governi per mezzo delle loro "lobby", tutti pensavano che non avrebbero mai permesso che scoppiasse una guerra.
- inoltre una guerra avrebbe danneggiato i rapporti di parentela tra i governanti delle "superpotenze" di allora, visto che il Re inglese era tedesco (casata di Hannover e Sassonia-Coburgo), e, per giunta, era pure cugino del Kaiser germanico, nonchè entrambi erano imparentati con lo Zar (Nicola II sposò Alice d'Assia, che a sua volta era figlia di Alice di Gran Bretagna e Luigi IV d'Assia. Alice di Gran Bretagna, madre della moglie di Nicola II era a sua volta figlia di Vittoria del Regno Unito nonna anche del Kaiser Guglielmo II).
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Per cui mio nonno mi raccontò che tutti pensavano che, visto che chi controllava il gioco economico erano le aziende di import-export, e chi chi controllava il gioco politico erano famiglie regnanti tutte imparentate tra di loro, una guerra non ci sarebbe mai stata.
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Ed infatti, probabilmente, una guerra non ci sarebbe stata davvero, se, a fini meramente prudenziali, lo Zar non avesse ammassato truppe ai confini, innescando così una spirale di sfiducia reciproca, che, alla fine, condusse alla guerra.
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Quante guerre mondiali paragonabili a quelle del recente passato possono fare oggi il gioco di industrie multinazionali?
Non lo so...ma non bisogna mai sottovalutare la stupidità umana!
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In ogni caso, mi pare eccessivo affermare che i governi nazionali siano "tutti" espressione indiretta delle "corporation" di carattere "internazionale", "sovranazionale", "multinazionale" e "trasnazionale", in quanto si tratta di un intreccio reciproco (e ben diverso a sconda delle varie tipologie); il quale, per giunta, riguarda precipuamente USA ed Europa, ma molto meno Russia e Cina.
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Quanto al fatto che il nazismo ed il fascismo siano stati "sincera espressione" dei popoli tedesco e italiano, molto più di quanto non lo siano i governi attuali, questa a me sembra una affermazione molto discutibile (per usare un blando eufemismo); non ritengo neanche necessario perdere tempo a confutarla.
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Per chi batte davvero il cuore di un individuo oggi, per la propria  nazione , o per l'ancora più amato portafogli di azioni?
Questo, in effetti, davvero non saprei proprio dirlo!
Però non dimenticare che molte guerre del passato (se non tutte) sono scoppiate proprio per ragioni economiche; più o meno connesse all'occupazione di determinati territori.
Pensa ai sei milioni di Russi, che occupano un immenso territorio, ai cui confini premono cento milioni di cinesi.
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Sono d'accordo con te che quello che Putin ed Erdogan soprattutto temono, è l'insoddisfazione delle proprie popolazioni; ed è questo uno dei principali motivi, che, storicamente, ha spesso indotto i dittatori a scatenare le guerre...appunto allo scopo di dirottare all'esterno le tensioni interne!
Temo molto che è quello che Putin farà entro la prossima estate!
Ma spero vivamente di sbagliarmi!
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Sono invece d'accordo con te che Putin ed Erdogan sono destinati a perdere, mentre ai dirigenti cinesi e' sufficiente aspettare in riva al fiume che passino i corpi dei loro nemici (in attesa di andare a bagno a loro volta).
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Un saluto! :)
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