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Messaggi - Carlo Pierini

#391
Citazione di: sgiombo il 17 Dicembre 2018, 15:54:23 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 17 Dicembre 2018, 12:49:35 PM
Citazione di: simo il 17 Dicembre 2018, 09:11:35 AM
Lo scopo esiste e ignorarlo significa andare contro noi stessi.
Tu stesso dici che saresti più felice se non  ci fosse uno scopo.
Quella felicità è lo scopo, il problema non è quale esso sia ma raggiungerlo e il modo per farlo di certo non è dettato dall'ego.
La felicità non è l'appagamento e se per molti di noi lo è il motivo è che abbiamo un senso della felicità malato.
CARLO
Sono d'accordo. Per noi umani la ricerca di senso (di significato, di scopo) non è un'opzione, ma una inclinazione innata, un istinto; e dove c'è un istinto, esiste anche il suo oggetto. Si tratta "solo" di cercarlo, in ogni cosa che facciamo o che conosciamo. E chi cerca trova: "Cercate e troverete; bussate, e vi sarà aperto"!
SGIOMBO
Scusate, ma (in buona compagnia di Epicuro, degli Stoici e di tanti altri) sono convinto proprio che la felicità, il benessere consista nell' appagamento delle proprie aspirazioni, l' infelicità, il malessere nella loro frustrazione.
E non credo proprio di essere (mentalmente né fisicamente) malato (se fossi superstizioso farei gli scongiuri. Ma non lo sono).
Purtroppo la vita reale é piena (anche; per fortuna non solo) di casi nei quali chi cerca non trova.
Specialmente (ma purtroppo non solo) se cerca male, evitando di analizzare razionalmente quali aspirazioni sono avvertite come più forti e quali meno, nonché quali insiemi di esse possono essere realisticamente soddisfatti a scapito di (al prezzo della rinuncia a) quali altri insiemi (chi cerca sia la botte piena che il coniuge ubriaco col cavolo che li troverà entrambi, e dunque sarà sempre in maggiore o minor misura insoddisfatto; id est: infelice).

CARLO
...E da tutto ciò cosa concludi? Che la ricerca di senso ...non ha senso? Oppure che chi non riesce a dare senso alla propria vita è perché non lo ha cercato con sufficiente determinazione?
#392
Citazione di: simo il 17 Dicembre 2018, 09:11:35 AM
Lo scopo esiste e ignorarlo significa andare contro noi stessi.
Tu stesso dici che saresti più felice se non  ci fosse uno scopo.
Quella felicità è lo scopo, il problema non è quale esso sia ma raggiungerlo e il modo per farlo di certo non è dettato dall'ego.
La felicità non è l'appagamento e se per molti di noi lo è il motivo è che abbiamo un senso della felicità malato.
CARLO
Sono d'accordo. Per noi umani la ricerca di senso (di significato, di scopo) non è un'opzione, ma una inclinazione innata, un istinto; e dove c'è un istinto, esiste anche il suo oggetto. Si tratta "solo" di cercarlo, in ogni cosa che facciamo o che conosciamo. E chi cerca trova: "Cercate e troverete; bussate, e vi sarà aperto"!
#393
Citazione di: Socrate78 il 21 Novembre 2018, 20:57:33 PMQuelli che si aggrappano al "senso" prestabilito alla fine sono dei deboli, per chi è veramente forte il senso è soltanto una palla al piede. 
CARLO
Questa tua affermazione è già una attribuzione di senso a un aspetto della vita. Sei forse un debole per questo?
#394
Citazione di: Socrate78 il 16 Dicembre 2018, 22:55:43 PM
...Nella mia concezione se esiste un Dio non è affatto detto che sia anche misericordioso, potrebbe (in fondo è un'ipotesi...) anche essere freddo e indifferente, persino malvagio,
CARLO
Non è esattamente questo ciò che sperimenta chi ha il privilegio di vivere esperienze mistico-spirituali.
Così come le idee scientifiche, anche le idee di Dio devono fondarsi sull'esperienza. Altrimenti produciamo soltanto elucubrazioni oziose e prive di sostanza.
#395
Citazione di: Ipazia il 16 Dicembre 2018, 19:06:30 PM
Il caso spiega assai bene l'affermazione delle mutazioni più adatte alla sopravvivenza nelle condizioni ambientali date.
CARLO
Il finalismo adattivo la spiega ancora meglio.

http://4.bp.blogspot.com/-S3Zd3FqNX3A/T0hDroeRRfI/AAAAAAAAAz0/xcrbGfMl6ig/s1600/Mime3.jpg

IPAZIA
...Che disegno "intelligente" può esserci dietro i fasti e nefasti della vita su questo pianeta ? O in un buco nero o nella collisione di galassie ?
.
CARLO
...E se i momenti di felicità su questo pianeta fossero solo delle caparre dell'"eterna beatitudine" che ci spetta/aspetta?



ROSALÍA - Que no salga la luna
https://youtu.be/cENIOFk160c
#396
Citazione di: sgiombo il 15 Dicembre 2018, 16:18:54 PM
Citazione di: sgiombo il 15 Dicembre 2018, 15:47:49 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Dicembre 2018, 13:46:13 PM
Citazione di: sgiombo il 15 Dicembre 2018, 12:32:35 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Dicembre 2018, 11:56:16 AM
Citazione di: sgiombo il 14 Dicembre 2018, 08:18:43 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 13 Dicembre 2018, 22:42:30 PM
CARLO
Vuoi dire che la felicità di un sadico serial killer subito dopo un agognato assassinio, e la felicità di un appassionatoricercatore che scopre la agognata cura di una malattia straziante, stanno sullo stesso piano? La felicità del primo è (soggettivamente) piena e profonda quanto lo è quella del secondo?

Voglio dire che sono cose ben diverse (come é chiarissimo, evidentissimo da numerosi miei interventi nel forum): due ben diversi (sostanzialmente contrari) motivi di essere felici.
La pienezza o profondità di una gioia é proporzionale alla "grandezza" dell' aspirazione soddisfatta (a quanto fortemente la si sente), indipendentemente dalla natura dell' aspirazione stessa (che può essere diversissima: eticamente ottima, pessima o in una delle infinite gradazioni fra questi due estremi): tanto la virtù (per il magnanimo e generoso), quanto il vizio (per il gretto, egoista e malvagio) é premio a se stessa -o.

Ma non vedo perché mai dovrei invidiare e men che meno ammirare un malvagio felicissimo.
CARLO
...E io non vedo perché non dovresti invidiare/ammirare un "malvagio", se - come dici - la malvagità può renderci felici quanto la nobiltà d'animo.
Perché dovrebbe essere preferibile coltivare la virtù? Per far piacere a Dio?

SGIOMBO
E' semplicissimo.
...
Se mi piace il cioccolato e mi fa schifo la marmellata, non invidio di certo chi, amando la marmellata, ne dispone in gran quantità.

CARLO
E' ben triste, in un forum di filosofia, veder considerare l'alternativa "virtù/crimine" in analogia con "cioccolata/marmellata" e non, invece, per esempio, con "cibo/veleno". Il criminale inteso come "diversamente virtuoso" è tipico dell'aberrazione relativista.

SGIOMBO
Io l' ho invece l' ho sempre inequivocabilmente inteso (inequivocabilmente, per chi correttamente si confronti con le mie opinioni, ovviamente) come "(molto ma molto) diversamente felice".
CARLO
Come no! ...La felicità di stare in galera!   :)
#397
Citazione di: Ipazia il 16 Dicembre 2018, 19:20:45 PM
Citazione di: everlost il 16 Dicembre 2018, 01:36:36 AM

Ma non oso allegare il file mp3, non vorrei violare il diritto d'autore.

IPAZIA
Ma anche no !
CARLO
...Che assomiglia tanto a questa:
https://youtu.be/c5dy9BsTy-Q

:D
#398
Citazione di: everlost il 16 Dicembre 2018, 01:11:21 AM
Il neodarwinismo non sostiene che l' evoluzione sia costante, progressiva e regolare nel tempo.
Veramente lo stesso Darwin lo comprende, dal momento che scrive:
".....Molte specie, una volta formate, non subiscono mai ulteriori cambiamenti, ma si estinguono senza lasciare dei discendenti modificati; e i tempi, durante i quali le specie soggiacquero a certe modificazioni, furono lunghi sì, se calcolati con un numero di anni , ma probabilmente corti al confronto di quelli, durante i quali le specie rimasero inalterate.
(Charles Darwin, "Sulla origine delle specie per elezione naturale, ovvero conservazione delle razze perfezionate nella lotta per l'esistenza" Cap. XV)

CARLO
Appunto. Allora su quali indizi si basa la tesi della casualità delle mutazioni?
Perché la tesi finalista dovrebbe essere meno credibile della casualista? La risposta è ovvia: perché l'ideologia materialista pone come dogma la non-teleologia (non-finalismo) dei processi evolutivi. Ma si tratta di un dogma (principio di causalità), non di una tesi scientificamente comprovata.

Citazione di: everlost il 16 Dicembre 2018, 01:11:21 AMEVERLOST
Gould non smentisce la teoria di Darwin.

CARLO
Non la smentisce perché il casualismo darwiniano è una teoria infalsificabile, cioè non-scientifica, sebbene scientificamente ammissibile come lo è la tesi finalista.
In altre parole, la natura "saltazionale" delle speciazioni (sottolineata da Gould-Eldredge) è molto più coerente con l'ipotesi finalista che con quella casualista.
Come ho già accennato, qualunque dato paleontologico può essere adattato all'ipotesi casualista, proprio perché si tratta di un'ipotesi infalsificabile.

EVERLOST
Parlando di brevità, non intende che nuove forme di vita appaiano all'improvviso. Si tratta di una brevità relativa che può durare anche milioni di anni, e non esiste alcuna prova che la nascita di nuove specie avvenga a salti.

CARLO
...Così come non esistono prove che suffraghino il casualismo darwiniano. Ma esistono prove di stasi evolutive che si protraggono per centinaia di milioni di anni, e ciò rende ancora più inconsistente l'ipotesi casualista.
Insomma, quando lo capirete - voi darwiniani - che il causalismo è una teoria INFALSIFICABILE, cioè non-scientifica, e che dunque non esiste alcun motivo per il quale debba essere privilegiata rispetto alle varie teorie finaliste da me accennate (Eccles, De Rosa, Arcidiacono-Fantappiè, ecc.)?

EVERLOST
Il caso da te citato della Podarcis sicula dimostra appunto questo: negli esseri viventi si manifestano frequenti mutazioni, a volte anche in maniera veloce (in qualche decennio), ma non è altrettanto rapida la differenziazione dalla specie di provenienza, per cui la simpatica lucertolina vegetariana resta ancora una lucertola e non è detto che in futuro dia origine a una specie distinta, potrebbe anche estinguersi o rimanere una sottospecie locale.

CARLO

Infatti, il caso Podarcis è solo un indizio forte a favore della non-casualità delle mutazioni e del loro finalismo adattivo.

EVERLOST
Darwin poi non pretendeva di spiegare queste mutazioni attraverso il semplice caso, ma riteneva che ci fosse di mezzo l' intervento divino.
Nella conclusione del cap. XV si legge:
"Così dalla guerra della natura, dalla carestia e dalla morte segue direttamente l'effetto più stupendo che possiamo concepire, cioè la produzione degli animali più elevati. Vi ha certamente del grandioso in queste considerazioni sulla vita e sulle varie facoltà di essa, che furono in origine impresse dal Creatore in poche forme od anche in una sola; e nel pensare che, mentre il nostro pianeta si aggirò nella sua orbita, obbedendo alla legge immutabile della gravità, si svilupparono da un principio tanto semplice, e si sviluppano ancora infinite forme, vieppiù belle e meravigliose."
Mi sembra un gran bel finale, comunque la si pensi.


CARLO
Infatti questo finale depone a favore della mia idea di evoluzione archetipica (passaggio saltazionale-finalista da una struttura archetipica meno adatta ad una più adatta).

P.S.:
Così come Dio è simbolicamente "localizzato" in cielo, lo stesso vale per i Suoi attributi: gli archetipi. E le figure zodiacali non sono altro che una delle loro espressioni simboliche (Platone sosteneva che la loro dimora è il "Cielo iper-uranio").

"Paracelso considera la psiche oscura come un cielo notturno disseminato di stelle, un cielo in cui i pianeti e le costellazioni sono rappresentati dagli archetipi in tutta la loro luminosità e numinosità. Il cielo stellato è infatti il libro aperto della proiezione cosmica, il riflesso dei mitologemi, degli archetipi appunto".   [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.213]


https://st2.depositphotos.com/4080545/11369/v/950/depositphotos_113697378-stock-illustration-set-of-constellation-elephant-owl.jpg


http://6e20.it/data/images/zoom/4247abd3e4dfd91478fdadcc601741f1.jpg
#399
Citazione di: Jacopus il 15 Dicembre 2018, 21:42:59 PM
Insomma, pensare ad una evoluzione che trasforma progressivamente gli esseri viventi è assolutamente vera "scientificamente" alla luce delle indagini attuali.

CARLO
Su questo non ho dubbi neanch'io. Ciò che, invece, un numero crescente di biologi contesta è la casualità delle mutazioni. E se rileggi i miei ultimi interventi (a partire dal #101 di due giorni fa) ti renderai facilmente conto che tra i due estremi - il darwinismo casualista e il creativismo - esistono altre ipotesi possibili che ben poco hanno a che vedere con le fantasie sulle scie chimiche o sulla presunta nocività dei vaccini.
#400
Citazione di: Jacopus il 15 Dicembre 2018, 17:19:56 PMCapisco che negare l'evoluzionismo è una confortante soluzione per crederci più importanti, ma non siamo più al centro dell'universo già da circa 400 anni. Negare l'evoluzionismo ha per me lo stesso significato di chi affermerebbe che la terra è al centro dell'universo. Le prove "scientifiche" dell'eliocentrismo e dell'evoluzionismo sono analoghe.

CARLO
Di fronte a organismi come questo (orchidea vesparia):

https://www.donnamoderna.com/wp-content/uploads/2015/10/4285059-Orchidea-vesparia-se-sei-una-conquistatrice-700x545.jpg

...che per attirare gli insetti impollinatori ha modificato uno dei suoi petali fino ad imitare (nella forma, nei colori e nell'addome peloso) un'ape femmina e che emette persino lo stesso feromone che attira il fuco;
o di fronte a creature come queste:

Bruco su ramo
http://www.lucianabartolini.net/immagini/mimetici/bruco.jpg

Bruco su tronco
http://www.lucianabartolini.net/immagini/mimetici/DSCN0538.jpg

Ragno su cardo
http://www.lucianabartolini.net/Immagini/ragni/araneidi/Agalenatea-redii-5.jpg

Ragno su fiore
http://www.lucianabartolini.net/Immagini/ragni/tomisidi/tomiside-giallo.jpg

Cimice su tronco
http://www.lucianabartolini.net/Immagini/mimetici/Rhaphigaster_nebulosa.jpg

Cimice su foglia
http://www.lucianabartolini.net/immagini/mimetici/DSCN0273.jpg

Mantide a forma di orchidea
https://rivistanatura.com/wp-content/uploads/2014/03/mantide1.jpg

Orchidee a forma di animali vari
http://florpagano.blogspot.com/2014/12/flornews-fiori-con-colori-e-forme-di.html

Insetto-foglia 0
https://3.bp.blogspot.com/-DqwFkbgDFDA/V2klTZnumlI/AAAAAAAAF_k/kh8uyndT69QypIdaiQxpDo-URHvJn7bEwCLcB/s640/185168_544748728885312_378303283_n.jpg

Insetto-foglia 1
https://www.mille-animali.com/wp/wp-content/uploads/2017/11/Insetto-foglia.jpg

Insetto-foglia 2
https://static.fanpage.it/wp-content/uploads/sites/5/2017/11/grillo.jpg

Insetto-foglia 3
https://st2.depositphotos.com/1036843/12410/i/950/depositphotos_124109076-stock-photo-green-leaf-bug-katydid.jpg

Insetto-stecco marrone
http://metrocitypress.altervista.org/wp-content/uploads/2018/04/Insetto-Stecco.jpg

Insetto-stecco verde
https://www.comune.modena.it/salastampa/archivio-comunicati-stampa/2013/10/scoprire-gli-insetti-mimetici-con-la-biblioteca-rotonda/insetto-stecco.jpeg

Insetto-stecco arricciato
https://www.focus.it/site_stored/imgs/0001/033/npl_01043921_web.630x360.jpg

...di fronte a casi come questi e a centinaia di altri casi simili io mi chiedo: che prove ci sono che degli stratagemmi così geniali siano il risultato di mutazioni casuali?
La risposta è: "nessuna prova"!
E allora perché dovrei credere alla casualità, invece che alla finalità, come suggerisce il buon senso? La risposta è ovvia.

Ecco, è tutto qua. Il resto è ideologia.

Insomma: esistono "tonnellate" di prove che la vita si sia evoluta passando da organismi più semplici a organismi più complessi (e che quindi il creazionismo è una bufala), ma non ne esiste nemmeno una che questo processo sia avvenuto per mutazioni casuali.
L'unico indizio forte a favore della casualità (e dico "indizio", non "prova") potrebbe essere l'osservazione di una trasformazione degli organismi continua e graduale nel tempo (su scala geologica) che conduca da una specie all'altra; mentre, al contrario, la paleontologia ci mostra casi sempre più numerosi di stasi evolutive lunghissime - fino a centinaia di milioni di anni - durante le quali non avviene alcuna trasformazione, intervallate da improvvise speciazioni, cioè dalla comparsa improvvisa di nuove specie, nella assenza più totale di forme intermedie di passaggio. ...E allora, quali altri indizi restano a favore della casualità? La risposta è: zero!
Certo, in una partita a dadi, per esempio, persino una serie di 5 mila o di 50 mila vittorie consecutive può essere spiegata col "caso", perché "il culo" non ha confini stabiliti; ma, in casi come questi, la possibilità che i dadi siano truccati è molto più convincente; a meno che non mi si dimostri il contrario.
#401
Citazione di: sgiombo il 15 Dicembre 2018, 12:32:35 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Dicembre 2018, 11:56:16 AM
Citazione di: sgiombo il 14 Dicembre 2018, 08:18:43 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 13 Dicembre 2018, 22:42:30 PM
CARLO
Vuoi dire che la felicità di un sadico serial killer subito dopo un agognato assassinio, e la felicità di un appassionatoricercatore che scopre la agognata cura di una malattia straziante, stanno sullo stesso piano? La felicità del primo è (soggettivamente) piena e profonda quanto lo è quella del secondo?

Voglio dire che sono cose ben diverse (come é chiarissimo, evidentissimo da numerosi miei interventi nel forum): due ben diversi (sostanzialmente contrari) motivi di essere felici.
La pienezza o profondità di una gioia é proporzionale alla "grandezza" dell' aspirazione soddisfatta (a quanto fortemente la si sente), indipendentemente dalla natura dell' aspirazione stessa (che può essere diversissima: eticamente ottima, pessima o in una delle infinite gradazioni fra questi due estremi): tanto la virtù (per il magnanimo e generoso), quanto il vizio (per il gretto, egoista e malvagio) é premio a se stessa -o.

Ma non vedo perché mai dovrei invidiare e men che meno ammirare un malvagio felicissimo.
CARLO
...E io non vedo perché non dovresti invidiare/ammirare un "malvagio", se - come dici - la malvagità può renderci felici quanto la nobiltà d'animo.
Perché dovrebbe essere preferibile coltivare la virtù? Per far piacere a Dio?

SGIOMBO
E' semplicissimo.
...
Se mi piace il cioccolato e mi fa schifo la marmellata, non invidio di certo chi, amando la marmellata, ne dispone in gran quantità.

CARLO
E' ben triste, in un forum di filosofia, veder considerare l'alternativa "virtù/crimine" in analogia con "cioccolata/marmellata" e non, invece, per esempio, con "cibo/veleno". Il criminale inteso come "diversamente virtuoso" è tipico dell'aberrazione relativista.
#402
Citazione di: iano il 15 Dicembre 2018, 03:37:13 AM
Se tutti sottostiamo allo stesso sé , allora ben possiamo sottostare alle stesse illusioni.

CARLO
...O alle stesse aspirazioni, agli stessi "grandi sogni" archetipici, agli stessi desideri ultimi.
"Desiderio" deriva da "de sidera" = "dalle stelle".

<<Sopra di me il cielo stellato, dentro di me la legge morale>>. (Kant).

<<Il Sé ha a che fare con l'Io quanto il Sole con la Terra>>.      [JUNG: L'Io e l'inconscio - pg.162]

<<Paracelso considera la psiche oscura come un cielo notturno disseminato di stelle, un cielo in cui i pianeti e le costellazioni sono rappresentati dagli archetipi in tutta la loro luminosità e numinosità. Il cielo stellato è infatti il libro aperto della proiezione cosmica, il riflesso dei mitologemi, degli archetipi appunto>>.   [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.213]
#403
Citazione di: iano il 15 Dicembre 2018, 03:16:34 AMLa riflessione di Jung , che la materia ci sia ignota quanto lo spirito , mi sembra profonda e profetica. Non rimane allora da chiedersi da cosa nasca l'illusione collettiva di evidenza e concretezza della materia, e , in contrapposizione l'insondabilita' del suo alterego, lo spirito .
Se materia e spirito sono legati da un destino comune , il fatto che all'indagine scientifica la materia si presenti sempre più sfuggente , cosa comporta di riflesso  per l'apparentemente insondabile spirito , nascosto , secondo la poetica leggenda oggetto di questa discussione , sotto i nostri occhi?
Se ciò che vediamo non è fatto della sostanza che ci appare , forse allora è fatto della stessa sostanza di ciò che non ci appare.

CARLO
"Ignoto" non significa necessariamente "illusorio".

IANO
Forse il se e l'io sono il contraltare , parimenti illusorio , di spazio e materia?

CARLO
<<Il fatto che le nostre capacità di rappresentazione non siano assolutamente in grado di immaginare una forma di realtà extra spazio-temporale, non prova che una tale realtà non sia possibile. [...]
Le idee e i dubbi della fisica teorica contemporanea dovrebbero rendere guardingo anche lo psicologo: giacché cosa significa in fin dei conti la «limitatezza dello spazio» considerata filosoficamente, se non una relativizzazione della categoria spaziale? E anche alla categoria temporale (come alla causalità) potrebbe accadere qualcosa di simile. [...]
Data questa estrema incertezza delle concezioni umane, la presuntuosa faciloneria illuministica, non è soltanto ridicola, ma desolatamente priva di spirito. [...]
La conclusione che la psiche partecipi attivamente a una forma di realtà extra spazio-temporale e appartenga quindi a ciò che in modo inadeguato e simbolico viene detto "eternità", l'intelletto critico non potrebbe contrapporgli altro argomento che uno scientifico "non liquet" [non è chiaro]. Questo qualcuno godrebbe inoltre del vantaggio di trovarsi in armonia con una "inclinazione" dell'anima umana, esistente da tempo immemorabile e universalmente diffusa. Chi invece, per scetticismo o per ribellione alla tradizione o per mancanza di coraggio o per superficialità di esperienza psicologica o per spensierata ignoranza, non traesse questa conclusione, contraddirebbe le verità del suo sangue. Che queste siano verità assolute oppure no, non lo potremo mai provare, ma basta che esse siano presenti come "inclinazioni", e sappiamo a sufficienza che cosa significhi mettersi sconsideratamente in conflitto con tali verità: è come un non voler tener conto degli istinti". [JUNG: Realtà dell'anima - pg.163]
#404
Citazione di: sgiombo il 14 Dicembre 2018, 08:18:43 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 13 Dicembre 2018, 22:42:30 PM
CARLO
Vuoi dire che la felicità di un sadico serial killer subito dopo un agognato assassinio, e la felicità di un appassionatoricercatore che scopre la agognata cura di una malattia straziante, stanno sullo stesso piano? La felicità del primo è (soggettivamente) piena e profonda quanto lo è quella del secondo?

Voglio dire che sono cose ben diverse (come é chiarissimo, evidentissimo da numerosi miei interventi nel forum): due ben diversi (sostanzialmente contrari) motivi di essere felici.
La pienezza o profondità di una gioia é proporzionale alla "grandezza" dell' aspirazione soddisfatta (a quanto fortemente la si sente), indipendentemente dalla natura dell' aspirazione stessa (che può essere diversissima: eticamente ottima, pessima o in una delle infinite gradazioni fra questi due estremi): tanto la virtù (per il magnanimo e generoso), quanto il vizio (per il gretto, egoista e malvagio) é premio a se stessa -o.

Ma non vedo perché mai dovrei invidiare e men che meno ammirare un malvagio felicissimo.
CARLO
...E io non vedo perché non dovresti invidiare/ammirare un "malvagio", se - come dici - la malvagità può renderci felici quanto la nobiltà d'animo.
Perché dovrebbe essere preferibile coltivare la virtù? Per far piacere a Dio?
#405
Citazione di: Sariputra il 14 Dicembre 2018, 15:52:29 PM
James Hillman scriveva:

«Man mano che conosco i miei sogni, conosco meglio il mio mondo interno, divento amico dei miei sogni. In altre parole la profonda connessione con l'inconscio porta nuovamente ad un senso dell'anima, all'esperienza di un vuoto interiore, un luogo dove i significati sono a casa»...

Se chiedessero al derelitto Sari dove vorrebbe vivere e abitare gli  verrebbe da rispondere: "Dove  spariscono i sogni al risveglio".
Forse in quel luogo dove spariscono i sogni un bravo vaishnava cercherebbe la pietra preziosa nascosta da Vishnu. Il culto di Vishnu ha dato luogo a esperienze devozionali, o sampradaya ("tradizioni"), che hanno avuto un grandissimo impatto su tutto l'hinduismo in senso lato. Una delle più antiche correnti del vishnuismo (vaishnava-dharma...) è quella dei pancharatra (le "cinque notti", a proposito di sogni significativi...) dal nome di un sacrificio ricordato nei Veda. Sua caratteristica è spiegare la relazione fra il Dio supremo, al quale è rivolto l'amore dei devoti, e il cosmo con una serie di cinque emanazioni (vyuha); al si sotto di queste il mondo si dispiega negli stessi aspetti enunciati dalla filosofia del samkhya, visione fondamentale nella cultura indiana che contempla due principi di realtà, lo spirito e la materia.

CARLO
Scrive Jung:

"Come tempo fa era presupposto evidente che tutto ciò che esiste fosse nato dalla volontà creatrice di un Dio spirituale, così il diciannovesimo secolo scoperse la verità, altrettanto evidente, che tutto proviene da cause materiali. Oggi non è più la forza dello spirito che si crea un corpo, ma al contrario la materia che trae dal proprio chimismo un'anima. Un tale capovolgimento farebbe ridere se non ci trovassimo al cospetto di una delle grandi verità dello spirito del tempo. [...] Lo spirito dev'essere pensato come un epifenomeno della materia, anche se non si parla più di "spirito" ma di "psiche", non di "materia, ma di "cervello", di "ormoni", di istinti o di impulsi. L'attribuire all'anima una propria sostanza sarebbe contrario allo spirito del tempo e quindi una eresia. [...]
La coscienza comune non ha ancora scoperto che è non meno presuntuoso e fantastico credere con assoluta certezza che la materia produca psiche, che le scimmie generino uomini, che le cellule cerebrali generino pensieri, e che tutte queste cose non possano essere diversamente".    [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.367]

"La nostra coscienza comune si è smisuratamente accresciuta in ampiezza e larghezza, ma purtroppo solo nel senso spaziale e non in quello temporale; altrimenti possederemmo una sensibilità storica molto più acuta. Se la coscienza comune, anziché essere tanto limitata all'oggi, fosse anche coscienza storica, noi ben sapremmo di analoghe trasformazioni [del concetto] di Dio avvenute al tempo della filosofia Greca: e ciò potrebbe indurci a una maggiore critica verso la nostra filosofia attuale. [...] La tendenza irresistibile a cercare nella realtà fisica la spiegazione di tutte le cose corrisponde a quello sviluppo della coscienza in senso orizzontale che contrassegna gli ultimi quattro secoli. A sua volta, tale tendenza si spiega come reazione a quella esclusivamente verticale dell'epoca gotica; si tratta di un fenomeno di psicologia collettiva che, come tale, trascende la coscienza individuale. Proprio come i primitivi, ci comportiamo in un certo modo, solo per scoprire molto tempo dopo perché ci comportavamo così: nel frattempo ci accontentiamo di ogni sorta di inesatte razionalizzazioni. [...]
Se noi fossimo coscienti dello spirito del tempo [...] potremmo impostarci criticamente di fronte alla nostra tendenza attuale. Diremmo a noi stessi che è assai probabile che si commetta ora un errore opposto a quello che si commetteva prima, e perciò in definitiva un errore uguale. Noi sopravvalutiamo le cause materiali e pensiamo di essere soltanto ora in possesso di una spiegazione esatta, perché crediamo che la materia sia più nota che non lo spirito "metafisico". Ma la materia ci è ignota quanto lo spirito". [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.368]

"Non siamo legittimati a considerare la psiche come un processo cerebrale, a prescindere dal fatto che il tentativo di rappresentarsi un qualcosa del genere è già stravagante di per sé e non ha mai prodotto altro che stravaganze, per quanto sia stato compiuto seriamente. [...] Questo punto di vista si adatta però al pregiudizio materialistico, e perciò ogni assurdità viene consacrata come scientifica purché prometta di trasformare in fisico tutto ciò che è psichico. Auguriamoci che non siano lontani i tempi in cui questo residuo arrugginito e ormai mentalmente inerte verrà sradicato dalla testa dei nostri rappresentanti scientifici".     [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.299]