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Messaggi - Phil

#391
Citazione di: Freedom il 26 Agosto 2023, 12:02:37 PMCome possiamo pensare che il pensare con la propria testa vada contro i propri interessi? Credo sia di tutta evidenza che questa è una contraddizione insanabile.
[...]
Se questo avviene allora c'è un vulnus, una rottura nella capacità di rappresentare la volontà degli elettori. Che questa incapacità sia voluta o meno, ripeto,  è un altro discorso.
Credo che questo apparente vulnus sia nella proposta politica attuale: è vero che si viene eletti per maggioranza, ma è anche vero che non si può votare per quello che non c'è sulla scheda elettorale.
Niko ad esempio propone il socialismo, tuttavia: se la candidatura socialista c'è e non viene abbastanza votata, allora, come da demo-crazia, "vince" la maggioranza; se invece nemmeno c'è una rappresentanza socialista che si candida, allora significa (semplificando) che nessuno ha intenzione di gestire il possibile passaggio verso una società socialista (il che stonerebbe con l'ipotesi che ci sia una maggioranza socialista timida da cui stranamente non emerge un rappresentante; se tale maggioranza non c'è, allora comunque non verrebbe eletta a governare anche se avesse un rappresentante).

Tornando in tema:
Citazione di: niko il 26 Agosto 2023, 11:38:31 AM
Citazione di: Ipazia il 26 Agosto 2023, 09:29:06 AMIncompatibile pure con la bufala liberal-liberista della sacralità della proprietà e conferma della becera natura sociodarwinista dello spirito capitalista fatto su misura per pirati, avanzi di galera deportati, negrieri e mignotte.
E soprattutto, direi, fatto su misura per tutti quegli integralisti religiosi che erano cosi' tanto integralisti e cosi' tanto religiosi da NON essere sopportati piu' da nessuno NEANCHE nell'Inghilterra del 1600, il che e' tutto dire...
Partendo dalle "materie prime" che avete ricordato, direi che i frutti, dopo circa un paio di secoli, sono caduti piuttosto lontano dall'albero, al punto che i discendenti di Socrate e Pitagora, dell'illuminismo e dell'industrialismo, dopo più di duemila anni di "evoluzione nella culla della civiltà", sono talvolta dovuti emigrare "di là" in cerca di maggior fortuna e quelli non emigrati sono di fatto oggi (correggetemi se sbaglio) dipendenti culturalmente (e non solo) dai pronipoti di quella "banda di scappati di casa". Chi l'avrebbe mai detto?
(Per inciso, prima di assegnarmi alla lista dei filo-americani, apologeti della Nato, etc, chiedete almeno ad anthonyi se avete indovinato...)
Riguardo il sangue versato sulle praterie, il fatto che il rosso sia il colore più presente nelle bandiere parla chiaro circa quale sia il fondamento delle unità nazionali (e, a guardare il tricolore, non solo quelle degli altri, per quanto sia "ovvio" che il sangue dei "nostri" vale molto più di quello dei "nemici", giusto?).
Le altre tradizioni millenarie, Cina e India, stanno iniziando ad allargare sempre più la loro "impronta globale", nel bene e nel male (che ognuno giudica con i suoi parametri), mentre noi, dal canto nostro, "facciamo ancora la nostra figura" con il GDPR, la bistrattata sanità pubblica, il "made in EU", i reperti storici e il Papa, ma alla fine... sic transit gloria mundi.
#392
Varie / Re: "Base Rate Fallacy"
23 Agosto 2023, 14:56:55 PM
Se vuoi un altro esempio della fallacia, venuto tangibilmente alla ribalta in tempi non lontani, puoi trovarlo qui al paragrafo «un problema statistico».
#393
Si può definire, come a suo modo è di fatto già "definito" nei testi che ne parlano, ma il taoismo non ama troppo le etichette e gli assiomi per la loro rigidità concettuale, per questo i taoisti lo sconsigliano. In fondo è come se ti dicessero di non perder tempo a cercare di dare una definizione della gioia (o di altro), ma dedicarti piuttosto a comprendere come essa "funzioni" e come ottenerla.
Se stai cercando delle parole definitive, allora non stai cercando (di comprendere) il Tao. Se provi gioia, cercare al contempo di definirla è una distrazione dall'esperienza della gioia stessa; se non la provi, tentare di definirla non ti aiuterà a provarla.
Si potrebbe concludere che più provi a definire il Tao, più te ne allontani o, per dirla in modo più "moderno": l'esattezza della sua definizione è inversamente proporzionale alla sua accuratezza (la definizione più esatta è allora quella che implode nella identità tautologica: «il Tao è il tao»; per nulla accurata o esplicativa, ma di certo molto esatta).
#394
Citazione di: Dario il 23 Agosto 2023, 08:43:20 AMdel tao si dice che è alcune cose e che non è altre cose. Quindi dai testi originali si può per lo meno ricavare una serie di proprietà del Tao. Possono questi puntini essere uniti da una linea?
Tracciare questa linea è proprio ciò che i taoisti (e i loro testi) ti sconsigliano di fare; per questo alternano descrizioni di proprietà del Tao a moniti sulla sua indefinibilità, indicibilità, etc. Si trovano nella situazione paradossale di volerti indicare qualcosa che non va cristallizzato né "linguisticizzato", per cui, nello stesso tempo, lo indicano tramite linguaggio e poi svalutano l'indicazione linguistica, fino quasi a smentirla (è un "esercizio mentale" per evitare di razionalizzare troppo alcuni approcci al mondo).
Facendo un esempio più occidentale: se anche tu raccogliessi tutti i passi della Bibbia in cui si parla di Dio, potresti affermare di aver davvero conosciuto Dio? Lo stesso vale per il Tao: l'esperienza viva di conoscenza o comprensione interiore, non si riduce ad un identikit fatto da una serie di indizi, definizioni e descrizioni. Si tratta di comprendere "qualcosa" che non è semplicemente una narrazione, un concetto, uno schema di lettura della realtà o un rapporto causale fra elementi, ma anzitutto un modo di fare esperienza del mondo (in questo, se posso "spoilerare", la tua esperienza di meditazione ti aiuterà sicuramente).

Citazione di: Dario il 23 Agosto 2023, 08:43:20 AMindefinibile vuol dire che non possiamo sviluppare simboli linguistici che possano definirlo, ma accettare questo significa accettare che non tutti i simboli mentali possono essere traslati in parole, allora dovrei riuscire a fare esempi di altre cose indefinibili, ma comprensibili, ma forse è questo solo un limite del linguaggio attuale in quanto ogni simbolo mentale per essere colto da una risonanza magnetica
Ciò che inevitabilmente sfugge alla risonanza magnetica è il vissuto in prima persona di ciò che tale risonanza mostra: ad esempio, l'esperienza del provare gioia non è quella mostrata dalla risonanza magnetica, che (supponiamo) mostra la gioia come "evento neurologico" in terza persona («il soggetto osservato ora prova gioia»), non come vissuto diretto, in prima persona, che non ha nemmeno bisogno di linguaggio. Si tratta di esperienze che quindi in un certo senso sono indicibili e indescrivibili in modo esaustivo, nella loro "essenza"; basti considerare la differenza fra lo spiegare a parole cosa sia la gioia e invece osservare qualcuno che la prova e, senza avventurarsi in definizioni, dirgli: «ecco, ciò che provi ora è gioia»; quale delle due spiegazioni "centra l'obiettivo"?
#395
@Dario 

Concordo con Alberto Knox, "raggiungere il Tao" è un modo di dire, ma non avendo il Tao limiti (Tao Te Ching, 14), si è da sempre "nel" Tao (questione di consapevolezza). In Oriente si usano spesso il paradosso o l'aporia per evitare che i praticanti divinizzino o "irrigidiscano" ciò che invece va compreso nel suo dinamismo.
Il Tao sfugge alla de-finizione perché non è qualcosa di finito, quindi non è definibile come contenuto. Similmente al divenire, che può essere concettualizzato come processo, ma non possiamo elencarne definitivamente i contenuti empirici.
La citazione che hai riportato allude al fatto che non si possa parlare del «Tao eterno» perché esso eccede la parola e la concettualizzazione (sebbene se ne possano indagare i "meccanismi manifesti").
#396
Citazione di: anthonyi il 22 Agosto 2023, 02:05:24 AME riguardo al "motto idilliaco", sul quale ti sei fissato, perché ritieni di averlo falsificato [...] la soluzione ai problemi te la costruisci senza bisogno di chiedere al "sistema" di costruirtela.
O magari pensi di costruirtela altrove. Se non ti fidi della mia falsificazione (e fai bene), riguardo la voglia di evasione dal «mondo amato», ho trovato (al volo) questi dati: https://news.gallup.com/poll/245789/record-numbers-americans-leave.aspx
https://www.renovatinglife.com/blog/americans-leaving-us
l'immancabile wikipedia: https://en.wikipedia.org/wiki/Emigration_from_the_United_States
e
https://www.hoover.org/research/would-you-leave-united-states
da cui traggo: «Thirty-eight percent of respondents said they had considered leaving, with 62 percent saying they had not. Those who said they had considered leaving permanently were decidedly more liberal. Over two-thirds of those describing themselves as very liberal answered yes, as did slightly over one-half of those identifying as liberal» (cit.).
Tu dirai che è un bene che chi non è contento se ne vada, così resta una popolazione più coesa; ma il problema lo costituiscono tutti quelli che vorrebbero, ma non possono (per mille motivi) e quindi restano ("inquinando" il "mondo amato» o quantomeno abbassando l'indice medio di "amore").

Restiamo entrambi concordi sul fatto che sceglieremmo gli USA al posto della Russia (almeno per la lingua, no?), ma i fatti suggeriscono che l'essere "born in the USA" è sempre meno vincolante per i desideri e le scelte future di quella popolazione.
Sul non chiedere al sistema e rimboccarsi le maniche con quel che c'è, sono d'accordo con te (dovresti ormai averlo intuito).
#397
Citazione di: anthonyi il 21 Agosto 2023, 17:03:19 PMil concetto di uso della forza é preciso. La forza non é concetto metafisico. Altrimenti puoi parlare di imbonimento, propaganda, tutto quello che vuoi ma comunque resta una narrazione pacifica e convincente che, evidentemente, convince le persone che quello é comunque il mondo preferibile.
I rapporti di forza di cui parlo (e che ho esemplificato nel post n.83) non mi sembrano metafisica; salvo considerare metafisica: l'economia, il mercato, la politica, il marketing, etc. nelle loro tangibili prassi sociali.
Chiaro che se intendiamo per «forza» solo quella fisica dei manganelli, possiamo constatare con sollievo che né in USA, né in Europa (e nemmeno in Russia, suppongo) i votanti sono costretti a mettere la crocetta a suon di manganellate. Nondimeno direi che nel 21mo secolo, la forza che regge l'egemonia ha inevitabilmente mille altre forme (come riconosce anche Ipazia), dunque non è affatto né assente né superflua come suggerisce Gramsci (ripeto: ciò non toglie né si riduce all'uso sporadico di idranti e simili).
Se la tua tesi è che in USA non ci siano ronde di squadristi che picchiano coloro che non gradiscono lo status quo (e abbiamo concordato e constatato che costoro comunque esistono), allora siamo certamente d'accordo. Tuttavia, dopo aver falsificato il tuo motto idilliaco sul sogno americano, alla luce dei palesi disagi e problemi sociali (ricordati parzialmente da InVerno, perché ce ne sarebbero anche altri), la tua tesi è davvero solo questa dell'assenza di manganelli o quella che gli americani non preferirebbero vivere in Russia?
#398
Citazione di: anthonyi il 21 Agosto 2023, 14:41:32 PMNon ho mai detto che il dissenso non esiste, ma il mettere in discussione il sistema di potere é un'altra cosa.
La questione era infatti nata su questo, sul fatto che qualcuno diceva che le classi dirigenti hanno bisogno di usare la forza perché sono delegittimate.
Le classi dirigenti, fintanto che restano di fatto tali (ossia dirigono), non sono "delegittimate", altrimenti non sarebbero più, appunto, dirigenti. Il modo con cui dirigono, le loro leve e fulcro, sono le regole che, per essere attuate anche in presenza di dissenso, richiedono il ruolo (deterrente ed eventuale uso) della forza; non quella della "clava pacificatrice" ovviamente, ma quella dei già citati rapporti di forza, proprio come quelli che hanno disinnescato l'"attacco alla meritocrazia" di cui parli (mentre lacrimogeni e idranti restano solitamente l'ultima ratio).
L'alternativa interpretativa è quella (controfattuale) proposta da Gramsci: un'egemonia di cui la classe subalterna è talmente imbevuta da seguirla spontaneamente, senza bisogno della forza; tuttavia la constatabile presenza sia del dissenso che della forza, falsifica oggettivamente tale lettura.
#399
Citazione di: anthonyi il 20 Agosto 2023, 19:44:58 PMi concetti che tu tanto contesti nella loro capacità di descrivere quel mondo.
Non contesto i concetti con cui descrivi quel mondo (anzi); soltanto che la verità, sui grandi numeri, può anche essere che:
Citazione di: anthonyi il 20 Agosto 2023, 19:44:58 PMi lavoratori USA vogliono il modello di società in cui vivono
ma tale supposta verità non corrisponde affatto alla falsa immagine retoricamente ideologica per cui tale situazione diventa l'idillio da cinegiornale di «un mondo amato dagli uomini, che collaborano ad esso orgogliosi del loro ruolo, qualunque esso sia». In breve: (falso) slogan vs constatazione, ideologia vs epistemologia, come suggerito sopra.
Citazione di: anthonyi il 20 Agosto 2023, 19:44:58 PMma non venirmi a dire che io faccio affermazioni ideologiche, mentre tu fai solo affermazioni di fatti e, al limite, ti sbagli in maniera innocente.
Intendi che se mi sbaglio, non lo faccio in maniera innocente? Se così fosse, allora... ho capito, alla fine mi ritrovo involontariamente, inconsciamente, "inevitabilmente" comunista... basta che almeno non lo dici a Ipazia, perché ho la vaga impressione che come comunista non mi accetta; anzi, se la situazione non vi quadra, magari mettetevi d'accordo e poi fatemi sapere (suvvia, si scherza).

#400
Citazione di: anthonyi il 20 Agosto 2023, 16:37:59 PMSecondo me c'é molta ideologia in queste affermazioni, cosa vuol dire ascoltare i diretti interessati? etc.
Le domande che poni non rivelano affatto un'ideologia nascosta, ma, eventualmente, una carenza metodologica nella raccolta di informazioni. Giustamente obietti che bisogna esplicitare i quesiti posti, i criteri di selezione, contare statisticamente i risultati, etc. se non fosse che per falsificare il generalismo dell'affermazione «mondo amato dagli uomini, soddisfatti... etc.» basta, come ho già detto, seguire un po' la cultura americana (non quella dei film) e ascoltare quello che gli americani dicono (stando alla larga da forum politici o politicizzati, ovviamente). Oppure stavolta non ti riferivi più agli USA e magari ho capito male. Tralascio volutamente la domanda sull'Italia perché non ho mai toccato l'argomento (e faccio già abbastanza fatica a farmi capire su quelli che ho già trattato).
Se ragionevolmente chiedi dati esatti, percentuali e simili, per questo ci sono gli studi sociologici in merito (mi perdonerai, ma non sono così appassionato sul tema da cercarli per te in rete). Come vedi, per me, resta sempre (con tutti i miei limiti, ovviamente) questione oggettiva di numeri e dati, non di ideologia (o sbaglio?); salvo intendere per "ideologia", appunto, quella che cerca di basarsi sui fatti (solitamente detta, come ricordato, epistemologia).
In sintesi: quale sarebbe l'ideologia che riscontri nelle mie affermazioni? Quella dell'ascolto, sicuramente parziale e non certo accademico, della fonte diretta?

Citazione di: anthonyi il 20 Agosto 2023, 16:37:59 PMPoi questa storia dell'uso della forza non l'ho capita, stiamo parlando di egemonia ideologica o no? Per cui se l'egemonia c'é non serve la forza bruta(prego specificare dove sarebbe l'uso in atto della forza bruta).
Ricordando che non sono fra quelli che danno per "pacifica" tale egemonia (e si ritorna alle ideologie assegnate frettolosamente "d'ufficio"), come già spiegato nel post n.16 (in risposta ad InVerno, capisco tu non l'abbia letto) con "forza" non intendo la forza bruta, piuttosto, aldilà della costrizione fisica in caso di reati e simili, i rapporti di forza con cui la classe dirigente condiziona la politica (più o meno apertamente), contratta con i sindacati, impone regolamenti aziendali (sempre entro paletti della legalità, chiaramente), etc. fino ad arrivare anche al marketing "aggressivo" (neuromarketing e dintorni). Ossia, come accennato, il rapporto socialmente stretto fra forza e regola che, stando alla citazione gramsciana, sarebbe venuto meno.
Anche qui chiedo: qual è l'ideologia che mi "vizia" nel riscontrare l'esistenza di tale rapporto di forza asimmetrico? Magari mi sbaglio, ma mi pare che tale forza sia in atto e renda la classe dirigente... dirigente (e se mi sbaglio, è comunque onesto errore di constatazione, magari anche di ignoranza, ma non certo faziosità ideologica; o no?).
#401
@Pio 

Concordo; è infatti importante distinguere fra critica ideologica ed analisi non-ideologica. Se sostengo qualcosa di sinistra, chi non è di sinistra probabilmente tenderà a criticarlo (partendo da altri valori, altri ideali, etc. secondo la solita incompatibilità "assiomatica"). Tuttavia se affermo che oggi la povertà economica non esiste, chiunque, constatando la realtà (fonti, dati statistici, etc.) non criticherà il mio pensiero, bensì lo dimostrerà falso (non è questione di visione del mondo o ideologia). Parimenti, non è critica ideologica affermare che, ad esempio, è falso che la classe dirigente oggi non abbia più bisogno di forza per restare tale (essendo tale forza manifestamente in atto) o è falso che quello del liberalismo sia un mondo amato dagli uomini, soddisfatti etc. (basta ascoltare i diretti interessati); sono constatazioni, non interpretazioni o proiezioni valoriali. E constatare non significa in automatico essere d'accordo, essere apologeti, essere sostenitori, etc. significa guardare in faccia la realtà. Senza questo, il discorso smette di essere ragionevole e diventa esercizio di letteratura o polemica fra fazioni ottuse.
#402
Citazione di: Ipazia il 20 Agosto 2023, 14:21:18 PMLa mia critica è al riduzionismo fenomenologico della tua ideologia, che qui compare anche nella dissociazione tra interlocutore e sua ideologia che invece sono un tutt'uno, quando la disputa diventa ideologica.
Interessante; non può dunque esserci interlocutore senza ideologia? Commentare quattro citazioni (Gramsci, Brando, Gurdjieff e anthonyi) con la propria testa significa avere necessariamente un'ideologia politica di riferimento? E se si potesse entrare in una disputa ideologica senza avere un'ideologia da promuovere, ma solo per analizzare alcune fonti citate? Si rischierebbe di essere "assegnati" ad una "sponda" o all'altra, a seconda di quello che si critica (lo so per esperienza sperimentata).
Non direi che ogni visione del mondo (questa sì inevitabile) sia per forza un'ideologia politica (o appiattiamo anche questa differenza?), anche se si parla di questioni politiche. Ai più attenti non sarà sfuggito che non ho infatti usato giudizi di valore del tipo giusto/sbagliato, né ho espresso opinioni politiche del tipo bisognerebbe fare questo invece che quest'altro, etc. (come scrissi tempo fa, chi ragiona solo a quadrati tende a far quadrare sempre anche i cerchi che, nondimeno, proprio in virtù di ciò che non quadra, restano tali).

Citazione di: Ipazia il 20 Agosto 2023, 14:21:18 PMSe lo scopo del dialogo è ragionare, ognuno ragiona attraverso la propria visione del mondo, senza pararsi le terga con una "verità oggettiva non ideologica", ancora più falsificatrice di una appartenenza palesata.
La differenza la fa proprio l'oggettività (non ideologicizzata, ovviamente) su cui si fonda una visione del mondo; il discrimine cruciale nell'analisi è quello fra slogan e constatazione, altrimenti si finisce, appunto, per non distinguere fra loro: utopia, desiderio, programma, realtà, tendenze, interpretazioni, etc.
Anche questa è ideologia? La chiamerei al massimo, per iperbole, epistemologia.
#403
Citazione di: anthonyi il 20 Agosto 2023, 06:40:55 AMTu mi hai portato l'esempio del cinema, ma tu ritieni realmente che il cinema americano sia più finto di quello italiano? Nelle espressioni d'arte gli artisti esprimono la loro ideologia che, a volte, contiene pezzi di realtà.
Quello che intendevo non è questione di quale cinema (o quale regista) sia più verosimile, ma di quanto sia fuorviante, se non drasticamente alienante, (tentare di) ragionare politicamente basandosi principalmente su stereotipi e macchiette da cinema (come nei discorsi sui gender, v. altro topic o quando si citano cantanti come fossero statisti), specialmente se lontani da ciò che almeno si vive in prima persona (qualunque stereotipo italiano è facile da rimodulare se si vive in Italia con un minimo di spirito critico, ma per chi vive all'estero e di italiano vede solo i film, capisco sia più difficile; idem per gli USA, la Russia, etc.). 
Un'u-topia o una visione ideologicamente distorta restano tali anche se piuttosto che essere scritte in un libro sono su pellicola, anzi su un maxi-schermo fanno ancora più effetto, e questo vale ovviamente non solo per le "distorsioni mancine". Se lo scopo del dialogo è ragionare, l'ideologia è spesso un terzo (o quarto, se sono due) incomodo fra i parlanti, ostacolo che rischia di deformare l'interlocutore ancor più di ciò che egli dice (come avete fatto, simpaticamente "d'ufficio", tu e Ipazia con il qui presente "tertium", assegnato di volta in volta "all'altra sponda" solo per aver sollevato obiezioni), inquinando e "affaticando" pesantemente il discorso.
#404
Citazione di: anthonyi il 19 Agosto 2023, 21:46:25 PMFai gli stessi sbagli di ipazia, Phil, non é diritto alla felicità, che vorrebbe dire che io definisco giuridicamente cosa é la felicita, é diritto alla ricerca della felicità, quella che ciascun individuo definisce da sé.
Hai perfettamente ragione nel segnalare che ho sbagliato nel citarti in modo parziale: avevi giustamente scritto «diritto alla ricerca della felicità», mentre io ho frettolosamente scritto «diritto alla felicità»; non a caso, a ciò ho anteposto «non mi riferisco a...» ossia non è quello che mi interessava commentare (quindi nessuno sbaglio "a l'Ipazia", anche perché, ripeto, sfondi una porta aperta con certe osservazioni; detto più esplicitamente: non sono affatto comunista, né marxista, né marxiano, etc.).

Citazione di: anthonyi il 19 Agosto 2023, 21:46:25 PMPoi perché dici che la tendenza generale degli americani ad amare ed accettare il sistema in cui vivono é una menzogna, in usa si ragiona proprio così,
Stavolta temo il fraintendimento sia tuo (uno pari, dunque); non ho mai detto qualcosa del genere; mi sono sempre riferito alla tua frase, senza mai assegnarla agli americani. Nondimeno, se me lo chiedi, per me resta vero che solo nei film fatti da americani (e nemmeno tutti) c'è lo spazzino che è orgoglioso del suo lavoro e ama il mondo perché ha la fortuna di fare lo spazzino negli "United States of motherf**king America". La società americana, quella fuori dai film, non è affatto così (detto da uno che non la ignora e non si limita alla propaganda del «proud to be American»). Se hai modo di ascoltare il discorso fra americani medi, non percepirai affatto "amore per il mondo" (quale?) e noterai che l'orgoglio per il loro ruolo è direttamente proporzionale allo stipendio e al successo sociale che porta; sono americani, non Carmelitani Scalzi.

Citazione di: anthonyi il 19 Agosto 2023, 21:46:25 PMcapisco che questo per chi vive immerso nella cultura di odio sociale prodotta dall'ideologia marxiana é difficile da credere.
Qui, se ti riferisci a me, stai di nuovo mancando di molto il bersaglio; va bene polarizzare e semplificare, ma non è che un'osservazione critica a ciò che dici la possono fare solo i marxisti (o no? Ribadisco che non ho in camera il poster di Marx, Che Guevara, Putin o altri).
#405
@anthonyi 

Non è un'attenuante che anche le politiche marxiste siano fatte di propaganda, al riguardo con me sfondi una porta aperta (anche se comunque non apprezzo i discorsi del tipo «ha cominciato prima lui...» oppure «sì, ma anche lui dice le bugie» e simili). La menzogna precisa a cui mi riferivo non è quella riguardo il diritto alla felicità (che infatti menzogna non è), ma quella che hai intavolato parlando di un «mondo amato dagli uomini, che collaborano ad esso orgogliosi del loro ruolo, qualunque esso sia» (quando l'ho letta mi è venuto spontaneo ricordare i toni di certi "cinegiornali sui treni in orario"; d'altronde non credo ci sia bisogno di lunghe argomentazioni riguardo il contenuto falsato di tale slogan).
Dopo aver puntualizzato su Gramsci e Gurdjieff, questo tono alla Guido Notari (o Nevio Nepoti, a scelta), anche per par condicio, non potevo proprio ignorarlo.