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Messaggi - Aspirante Filosofo58

#391
Citazione di: Duc in altum! il 22 Giugno 2023, 18:54:20 PME' proprio quel "mio Dio, ma cosa sto combinando", che è mancato al signor Berlusconi.
Da cattolico - Vangelo docet - si auspica sempre almeno in una "zona san Disma"...

Come fai a stabilire ciò?  Se Berlusconi avesse parlato con Dio, perché mai avrebbe dovuto rendere pubblico quel dialogo? 
#392
Citazione di: Duc in altum! il 22 Giugno 2023, 12:11:07 PMIl problema è che il signor Berlusconi non è cambiato.
Ecco perché ho affermato: "...da cattolico spero si sia confessato ...ma penso non abbia avuto il tempo!"
In base a cosa affermi ciò? Come fai a stabilire che qualcuno non cambi? Cambia la materia che si trasforma; cambia la mente che apprende qualcosa di nuovo; cambia l'anima che si purifica, o si contamina. Tutto cambia; si trasforma; è impermanente. Perciò, in cosa non sarebbe cambiato Berlusconi?  ;)

#393
Citazione di: Pensarbene il 22 Giugno 2023, 07:08:54 AMil mio cervello funziona bene per conto suo e non ha bisogno di AI e microchip.
Quelle cose stiano fuori e SERVANO l'uomo quando servono veramente

Dalle mie parti si afferma: "chi si loda, s'imbroda".  :D Credo sia chiaro il significato.  ;) Altrimenti cosa dovremmo pensare di chi, avendo due gambe in grado di correre, si siede sulla poltrona e schiaccia i tasti di un telecomando, dopo una giornata di scuola o di lavoro sedentario? Oppure usa l'ascensore invece di salire o scendere le scale? Se poi ci mettiamo gli utilizzatori di monopattini elettrici, che se ne stanno in piedi su un mezzo che li porta avanti e indietro, e oltretutto mi pare assai pericoloso? Ormai l'essere umano è schiavo di migliaia di strumenti, che in origine avevano lo scopo di servirlo ma che oggi ne sono i padroni! 
#394
Citazione di: niko il 21 Giugno 2023, 08:26:03 AMMa poverino, ha espiato la sua pena facendo volontariato nei centri anziani con la scopa e le bocce in mano, o meglio si e' detto pienamente disponibile a mandare qualche scagnozzo della villa (stalliere??? O:-) ) a farlo al suo posto, e per fortuna i gestori dei centri anziani hanno soprasseduto; allora e' sicuramente tornato un gran brava persona  ;D

Sul mausoleo che lo conservera' per sempre ci vorrebbero anche delle raffigurazioni a bassorilievo in oro di bocce, spazzoloni e carte da briscola a eterna memoria dell'espiazione avvenuta, chissa' se la famiglia ha provveduto...


Io non sono giudice di professione, e nemmeno tu (credo). Quindi lasciamo che a giudicare siano i giudici di professione. In Italia siamo tutti commissari tecnici, giudici, ecc... a seconda dei casi? 
Comunque, io non sono stato d'accordo col lutto nazionale, mentre non ho avuto nulla contro i funerali di Stato. ;)
#395
Citazione di: niko il 21 Giugno 2023, 00:42:29 AMPenso che si possa tranquillamente affermare che Berlusconi era un "criminale" nel senso che egli era, proprio in termini giuridici, un "pregiudicato", una persona che e' stata condannata in via definitiva.

Che poi in Italia i pregiudicati facciano felicemente politica, carriera, opinione, spettacolo, e vengano spesso promossi ai piu' alti gradi delle amministrazioni, pubbliche e private, e tutti lo trovino normale, e' un altro discorso.


No, non si può etichettare in alcun modo, una persona. Che poi i giornalisti della parte avversa si siano dimenticati di questa regola, è veramente una vergogna per il giornalismo, per l'Italia e per l'umanità intera! 
Per inciso, io non ho mai votato per Berlusconi o per il suo partito, ma mai e poi mai mi abbasserei ad etichettarlo o  a etichettare chicchessia. 
Ha sbagliato? Ha pagato per gli errori commessi? Se la risposta a entrambe le domande è "sì", Berlusconi (e al suo posto chiunque si sia trovato, si trovi, o si troverà  nella sua situazione), è riabilitato; fa di nuovo parte della società a pieno titolo! 
Diversamente, chi dovesse uccidere un altro, magari in un litigio improvviso, se fosse etichettato come "assassino", una volta espiata la pena, non troverebbe più lavoro, a causa dei pregiudizi della gente; sarebbe costretto a infrangere nuovamente la legge, per tornare in carcere, dove comunque potrebbe continuare a vivere! Pensiamoci!

#396
Citazione di: anthonyi il 20 Giugno 2023, 20:36:08 PMSe fai affermazioni diffamanti, e "criminale" lo é certamente, puoi essere accusato di diffamazione.
Se però l'affermazione é stata certificata da un tribunale di ultima istanza allora non c'é più diffamazione, sono cose abbastanza risapute.
Dubito molto che un tribunale si sia espresso in tali termini. Ricordo che era stato affermato che Berlusconi avesse una propemsione a delinquere,  non che fosse delinquente. È diverso. Un conto è il giudizio sulle azioni compiute da una persona, altro è quello sulla persona. Un tribunale non può in alcun caso andare contro i codici. Il diritto romano, a differenza di quello anglosassone, si basa sulla legge esistente, senza eccezione alcuna. Le sentenze del tribunali non fanno giurisprudenza per il diritto romano. 
#397
Citazione di: anthonyi il 20 Giugno 2023, 19:43:37 PMAspirante, il giudizio in base al quale Berlusconi può essere legalmente definito "criminale" lo hanno dato dei magistrati, condannandolo in via definitiva.
Personalmente non credo che il concetto modifichi il significato di quello che ha fatto in politica, le cui  criticità si pongono su un altro piano, insieme con gli eventuali meriti politici.
Questa è una tua interpretazione, legittima fin che si vuole, che tuttavia rimane una interpretazione.  In quale codice (civile, penale, procedura civile, procedura penale) e in quale articolo è contemplata tale possibilità? 
#398
L'associazione Nessuno tocchi Caino ricorda Silvio Berlusconi e il suo rapporto con Marco Pannella. In particolare ricorda la forza e il coraggio che ebbe quando, nel 1994, presentò per la prima volta la Risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Allora perdemmo per 8 voti, prevalentemente quelli dei paesi fondamentalisti dell'abolizione tout-court della pena capitale e perciò contrari al "mera moratoria delle esecuzioni".
Grazie a quel voto innescammo un processo che nel 2007 (Governo Prodi) portò al successo dell'approvazione della Risoluzione pro-moratoria al Palazzo di Vetro che fece conoscere l'Italia nel mondo per la battaglia contro la pena di morte che grazie al "compromesso" della "mera moratoria" fu abolita in decine di Paesi.

Relativamente all'appellativo "criminale" usato nel titolo e riferito ad una persona: lo trovo fuori luogo. Perché mai dovremmo giudicare un'altra persona? Si giudicano i fatti e gli atti commessi, ma mai e poi mai le persone.
#399
Chi l'ha detto che senza cervello non si può pensare? Non si possono esprimere i propri pensieri, farli conoscere agli altri, ma non mi pare che esistano prove che confermino l'impossibilità di pensare senza cervello. In quanto all'immortalità. ciò che nasce (fatto di fisica, chimica, biologia....) deve morire e non muore solamente ciò che non è mai nato (l'anima).
#400
Qui: https://www.focus.it/scienza/spazio/stella-supergigante-rossa-betelgeuse-piu-luminosa-sta-per-esplodere 
Stando a quanto scritto sull'articolo, noi non dovremmo subire alcuna conseguenza, vista la notevole distanza dalla stella, anche se essa è parecchie volte più grande del sole. Viceversa, per noi dovrebbe essere uno spettacolo unico. 
#401
Attualità / E' tempo di maturità scolastica
14 Giugno 2023, 12:23:58 PM
Buongiorno, vorrei proporvi un articolo a firma di Alessandro D'Avenia, apparso sul Corriere della Sera il 12 giungo, relativo al percorso scolastico dei ragazzi. Secondo me ci sono diversi discorsi importanti: la valutazione attraverso i voti, il sistema fatto di premi/punizioni (che è comune anche ad ambiti non necessariamente scolastici), giusto per fare un paio di esempi.

Ecco l'articolo: 

Cerco di portare a termine spiegazioni e verifiche entro metà maggio, per poter dedicare l'ultima parte dell'anno scolastico all'esplorazione della vocazione. Esistere (ex-stare: essere saldi fuori) significa "uscire con coraggio", e corrisponde alla tappa vitale in cui si trovano i ragazzi. Con la pubertà il corpo si apre secondo una logica precisa: diventiamo capaci di dare la vita (non solo in senso biologico) e infatti il cervello torna alla plasticità che aveva da 0 a 6, per sperimentare tutto (da 6 anni alla pubertà il corpo-cervello rallenta, per addestrarsi, eliminando le pratiche superflue e rafforzando quelle essenziali, a rimanere in vita: è la fase del "bambino competente", che infatti coincide con la scuola elementare e in parte media).
Che cosa ha previsto la natura per il corpo-cervello adolescente (fino più meno ai 20 anni)? Un'energia, la chiamo "erotica ed eroica", che ha lo scopo di trovare il coraggio di "uscire" di casa per farne una propria, esistere, per l'appunto. Un'educazione rispettosa della biologia e della biografia umane, strutturatesi così in millenni, non può sterilizzare questo slancio obbligando l'adolescente a restare un "bambino competente" e quindi "sottomesso", e non incoraggiato a "esistere" in proprio: uscire, andarsene di casa, farne una lui, generare nuova vita.
Come supportare allora un'energia ridotta spesso a "ribellione" adolescenziale, quando è invece la sana crescita di un essere autonomo che vuole essere sempre più vivo?
Vedo ragazzi che non "escono" (magari sono "fuori" come si dice in gergo, dove però il fuori non è energia che spinge da dentro ma fuga per paura di non averla l'energia), cioè non iniziano a esistere, ripiegati su abitudini e oggetti che li "addomesticano", proprio perché offrono "illusioni" di uscita, cioè di esistenza, quando sono in realtà "dipendenze" (per un'estasi ci vuole l'ecstasy, per vedere ci vuole un visore: la realtà va sempre aumentata, cioè fuggita o schermata). E quindi invece di allenarsi a esistere, uscire, andare incontro al mondo, sedotti dal suo quotidiano miracolo, per paura, si ripiegano, accartocciano, deprimono. Le due chiavi per un'educazione a "esistere", eroticamente ed eroicamente, e quindi a "resistere", sono il respiro e il desiderio.
Il respiro è il primo gesto autonomo che abbiamo fatto, "usciti" dal grembo (nove mesi per prepararci!) abbiamo dovuto cominciare a respirare da soli e non attraverso la placenta. Abbiamo aperto i polmoni con uno strappo doloroso ma necessario, per questo abbiamo pianto, scoprendo subito che "là fuori" non basta "lasciarsi fare", bisogna anche "fare", ma questo, a poco a poco, ci è piaciuto e ci ha portato a esplorare: toccare, gattonare, parlare, camminare... Diventare adulti è continuare a coltivare questo respiro autonomo senza regredire al respiro indotto sempre e solo da altri, per paura del fatto che respirare da soli comporta fatica. L'ispirazione è infatti un respiro interno (in-spirare) che possiamo coltivare e allenare nel rapporto unico e irripetibile con il mondo, per quanto possa essere impegnativo e a volte ferirci. Da 0 a 18 anni l'educazione serve a trovare questa ispirazione, cioè il "respiro" che abbiamo (non diciamo forse: che persona "di respiro"?), per poi "espirare" sul mondo un soffio nuovo, il nostro. Che cosa mi ispira? Che cosa cioè mi fa respirare più e meglio con i miei polmoni? Che cosa fa un ragazzo che nessun altro ha avuto in mente di fare? Se ci "manca l'aria" è perché siamo rimasti infantili, controllati, diretti da altri.
Il secondo elemento dell'esistere è il desiderio, tensione erotica verso l'alto (il senso delle cose) e verso l'altro (persone) che si struttura a partire proprio dalla nostra identità sessuata. Sesso viene probabilmente dal latino secare: tagliare, il sesso, prima ancora che sessualità, è un taglio, come in una tela di Fontana o in un pezzo di puzzle, che ci chiama a uscire, esistere, esplorare, incontrare, un dato che l'evoluzione ci ha consegnato in millenni di paziente lavoro. La nostra apertura erotica verso il mondo è infatti una chiamata a creare: dove l'eros è in agonia sparisce la capacità di esistere (uscire), di incontrare cose e persone, di dare vita al nuovo nello stile che ci è proprio.
Come coltivare quindi respiro e desiderio, principi di animazione e individuazione? Negli anni ho provato a costruire un percorso di esercizi e letture per aiutare i ragazzi a trovare e allenare respiro e desiderio, mettendo in comune la scoperta, che in certi casi è affidata proprio allo sguardo degli altri e non a una ricerca isolata: è nella relazione che scopro che cosa porto nel mondo, e perché quindi mi conviene "uscire", "venire al mondo". Per me è parte integrante del programma: a che serve raccontare la vocazione di uomini e donne del passato, se poi non aiuta quelli del presente a trovare la loro? A poco a poco rinforzano ispirazione e desiderio, trovando un po' di coraggio per le scelte di futuro, lasciare casa per farne una nuova: esistere.
Anche questo dovremmo valutare a fine anno, non limitandoci alle medie matematiche: hai imparato a respirare meglio (ispirazione) e a dare vita (desiderio) nel tuo modo originale? Vorrei una pagella fatta non solo da una colonna di numeri, ma da una consegna di speranza, anche per chi ha insufficienze e quindi non riceve i voti (chi ha "debiti" ha il "giudizio sospeso": basta soffermarsi su questo lessico per capire che affidiamo il giudizio solo alla performance quantitativa). L'altro giorno ho sentito il rimprovero di una mamma a un bambino di più o meno sei anni: "Il tuo comportamento non è premiante!". Riduciamo l'educare a una partita doppia di debito-credito, a premi/pene adatti per addestrare gli animali. Così l'energia di un bambino e adolescente, fatta per esistere e resistere, viene spenta da controllo e standardizzazione, invece di essere allenata per diventare maturi, autonomi, creativi, relazionali.
Un ragazzo deve "uscire" da scuola non solo sapendo quanto vale da 1 a 10 la sua preparazione in italiano, matematica e inglese, ma anche come respira (che cosa lo ispira e come ispira altri) e come desidera (in che modo riceve e dà vita al mondo). In pagella vorrei un giudizio su "quanto sei fuori", che poi significa "quanto sei dentro".
Ma esiste ancora "un dentro" (respiro e desiderio) nelle nostre parole di educatori?
Corriere della Sera, 12 giugno 2023
#402
Citazione di: Socrate78 il 13 Giugno 2023, 13:46:43 PMNormalmente un principio molto affermato, in campo morale e spirituale, è quello secondo cui è giusto dare amore e affetto, rispetto, attenzioni, solo a chi le MERITA, ma se analizziamo bene si scopre che in realtà questo principio ci allontana dall'esprimere amore autentico, ma riduce le relazioni ad un baratto, ad un usarsi a vicenda. Infatti "meritare" il rispetto e l'affetto che cosa significa in pratica? Significa mettere in atto tutta una serie di comportamenti (gentilezza, modi cortesi, educazione, ecc.) che noi desideriamo e che ci gratificano (ma possono essere, come spesso sono, solo ipocrisia formale!) e che quindi ci spingono a nostra volta a compiere azioni simili, ma per interesse, non per vero amore.
Infatti l'uomo, fin dalla tenerissima età, impara benissimo che se mette in atto determinate azioni otterrà gratificazioni dagli altri e rispetto, mentre se agisce in maniera diversa riceverà qualcosa che lo farà soffrire anche molto. Amare e rispettare chi merita quindi significa, dal mio punto di vista, semplicemente attendersi (consapevolmente o istintivamente) di ricevere una risposta che ci darà piacere e gratificazioni, infatti che cosa facciamo quando una persona per cui abbiamo fatto anche sacrifici inizia a comportarsi male con noi? Normalmente si dice: "Caspita, dopo tutto quello che ho fatto per lui questo è il "ringraziamento"? Non MERITA più nulla!". Ecco, da questa cosa si rivela che tutto era un inganno sin dall'inizio, perché sin dal principio si era stati gentili e corretti solo per ottenere qualcosa in cambio, e quindi non si è mai trattato di vero amore, al massimo di benevolenza interessata. Se invece ci si sforza di dare amore anche a chi secondo noi (o in base al giudizio generale) non lo merita, ad esempio perché è antipatico, egoista, ecc., allora stiamo davvero crescendo nella capacità di amare.
Che cosa ne pensate di queste mie riflessioni?
Dare amore solamente a chi riteniamo lo meriti, non è dare amore. L'amore (come sentimento) si dà a prescindere. Affermare di amare qualcuno e perciò attendersi qualcosa in cambio, non è vero amore. Chiamalo come ti pare, ma non amore. Il comandamento di Gesù: "ama il prossimo tuo come te stesso" dovrebbe spiegare bene il concetto secondo cui chi ama se stesso non può evitare di amare il prossimo, e viceversa. 
#403
Citazione di: Claudia K il 10 Giugno 2023, 18:03:39 PMVeramente mi riferivo a quel che posti su questo Forum, non a tue pubblicazioni (di cui apprendo solo ora l'esistenza).
E, fermo restando che l'interpretazione sia fattore potenzialmente e inevitabilmente distorsivo di qualunque comunicazione, devo ammettere che da qualunque tuo scritto su questo Froum ("firma forumistica" inclusa) mi arriva univoca e concordante l'idea che tu abbia affrontato e affronti una vita quotidiana difficile, della quale ti rammarichi e della quale cerchi un "perchè" o un "senso" se preferisci chiamarlo così.
Questo <perchè o senso> (sempre attenendomi a quel che ho letto di tuo su questo Forum) lo cerchi esplorando religioni e folosofie, e (a quanto ho capito) avendo recentemente trovato plausibile la metempsicosi (e conseguentemente ritenere - se ho ben capito - che questa tua vita rientri in un percorso di purificazione attraverso le reincarnazioni).

Ammetto: non ti avrei mai chiesto se tu possa considerare (o aver considerato) il tuo percorso doloroso come un Dono di Dio. Ma... non l'avrei mai chiesto  perchè avrei trovato più che lecita una tua risposta urtata, del tipo "ma mi stai prendendo in giro?".
Ma, sia chiaro : non perchè la domanda sarebbe stata una presa in giro (sebbene io non faccia la catechista e sia molto lacunosa come cristiana e NON osservante cattolica) , ma perchè tale mi sarebbe suonata se, a parti invertite, io avessi già detto di essere cresciuta con formazione cattolica e avessi anche già detto che questa religione non mi quadra, tant'è che ne sto da tempo  esplorando altre!
Non ho mai risposto in modo urtato a chiunque mi abbia chiesto qualcosa. Non mi pare sia ancora nato qualcuno in grado di leggere nella mente altrui, per cui chiedere se non si sa, ritengo sia più che lecito. Meglio fare una domanda inutile che tacerne una necessaria!

Viceversa, avere certezze sul prossimo, tirare le conclusioni dopo averne letto due (o anche duecento) righe, quello sì che è irritante. Mettere in discussione le esperienze di vita di qualcuno credo sia fortemente irritante. Io ascolto o leggo le esperienze altrui e le considero per ciò che sono: esperienze che fino a prova contraria rappresentano una forma di verità. Non credo che alcuno qui (o anche altrove) abbia l'autorità per mettere in discussione le esperienze private, che possono comunque servire per imparare, per crescere. Per esempio: se qualcuno mi dicesse di aver coniato un neologismo, di aver vinto un premio, di essere il primo della sua famiglia a laurearsi, ecc... che motivo avrei di mortificarlo, inventandomi accuse sferiche? Questo sì che sarebbe irritante!

Rispetto alle ricerche individuali... io posso ritenermi sulla strada verso casa (ossia verso quel luogo che mi spiegherà tutto ciò che oggi ancora non conosco): si tratta della mia strada e della mia casa. Poi, potremo anche incontrarci da qualche parte se le strade dovessero portare a case vicine, o addirittura adiacenti. Ognuno però ha una sua strada che porterà ad una casa ben definita: la sua. Questa è l'unica certezza, che io ho! Non so se anche gli altri l'abbiano o meno, ma non me ne faccio un cruccio.

#404
Tematiche Spirituali / Re: Il cuore saggio
11 Giugno 2023, 16:15:31 PM
Citazione di: Kobayashi il 10 Giugno 2023, 17:11:41 PMSi può scegliere di essere gentile, di essere collaborativo, di essere attento alle condizioni che permettono all'altro di manifestarsi per quello che è, ma non di amare... perché si ama solo il singolo, e dunque, che si tratti di un amore romantico o di amicizia, deve verificarsi un'affinità non programmabile e non generalizzabile.

E non confondiamo la compassione con l'amore. La compassione che provava Gesù per i poveracci che incontrava ogni giorno, una pietà che può anche nascondere del disgusto (il senso del bacio di Francesco al lebbroso, superare miracolosamente il disgusto, che quindi c'è), e l'amore per i suoi veri amici, Lazzaro, Marta e Maria, per esempio.

Date per scontate l'unicità e l'irripetibilità di ogni essere umano, ritengo che per conseguenza anche amare avvenga in modo unico e irripetibile. A ciò aggiungiamo le esperienze che, in modo diverso arricchiscono l'uno o l'altro essere umano. Insomma, sì, alla fine ogni essere umano ama a modo suo, sempre che abbia imparato a farlo. Ho letto da qualche parte che può amare solamente chi si sente amato, soprattutto nei primi anni di vita. 

Quindi, se si ama in modo unico e irripetibile, occorrono anche delle basi per poter amare. Non dimentichiamo, infine, che l'amore non è inversamente proporzionale al numero dei destinatari: più persone amate non significa che ognuna di esse riceva meno amore, all'aumentare delle persone amate stesse. Ovviamente, poi ci sono le affinità, i caratteri simili, la cultura simile, ecc... ecc... tutto può contribuire a far scattare la scintilla dell'amore. 
#405
Storia / Re: Le ultime parole di Giulio Cesare
11 Giugno 2023, 16:03:17 PM
Citazione di: Eutidemo il 11 Giugno 2023, 05:51:22 AM
Ciao Aspirante Filosofo58. :)
Secondo me, se Cesare avesse davvero desiderato morire, si sarebbe comportato in modo completamente diverso da come, di fatto, si è comportato:
Ed infatti:
1)
Avrebbe chiamato il suo chirurgo personale, e si sarebbe fatto tagliare le vene; come facevano normalmente tutti gli antichi romani che, per un qualsiasi motivo, decidevano di morire.
Non avrebbe certo scelto di farsi straziare da 23 pugnalate, una sola della quali mortale; non era mica masochista!
2)
Comunque, se avesse davvero desiderato morire, una volta aggredito, non si sarebbe minimamente difeso; mentre, invece, come racconta Svetonio, si difese disperatamente a colpi di stilo, ferendo anche alcuni  aggressori (ad esempio Casca).
3)
Inoltre, sempre come racconta Svetonio,  cercò anche di buttarsi in avanti per fuggire, ma fu fermato da un'altra ferita; e solo quando si accorse che lo aggredivano da tutte le parti circa venti persone armate, si rese conto che ormai non aveva più scampo.
Per cui, solo allora, smise di difendersi, si avvolse la toga sul capo, e si rassegnò a morire.
***
Un saluto! :)
***

Ciao, vorrei fare un'ipotesi che, ovviamente, dovrebbe essere trattata esclusivamente come tale, e non, viceversa, come verità assoluta. Mi immedesimo per qualche istante in Giulio Cesare e penso a voce alta. A cosa penso?

  • Soffro da anni di una grave forma di un male, da cui vorrei liberarmi ma che, invece, pare essere incurabile. Non ne posso più e vorrei farla finita;
  • Non posso togliermi la vita da solo, perché sarebbe un disonore e, dopo una vita passata a conquistare terre, a sottomettere popolazioni, ad essere considerato il capo supremo, se mi uccidessi sarebbe un onta talmente grande che la mia potenza risulterebbe ridimensionata per sempre;
  • Potrei chiedere ad un medico di uccidermi in qualche modo (taglio delle vene, qualche intruglio mortale, ecc...) ma, quale medico sarebbe disposto a disonorare il "Giuramento di Ippocrate"? Eppoi, se il medico spifferasse tutto, per motivi a me sconosciuti? 
  • Quindi dovrei escogitare un piano tale da sembrare il più vero possibile, tale che nessuno possa in alcun modo dubitare, ossia dovrei trovare qualcuno di fidato a tal punto da accettare di uccidermi, senza per questo svelare il tutto ad alcuna persona, facendo sembrare l'uccisione come opera di congiurati. Già ma chi potrei scegliere?
  • Ho trovato: chiederò al mio nipote prediletto, Bruto, di fingere di organizzare la congiura, che sembri veramente tale; quindi gli chiederò di non dire nulla ai suoi compagni, cosicché non vi sia ombra di dubbio sulla congiura stessa e loro agiscano pensando di dovermi uccidere per ordine di Bruto: i posteri dovranno sapere che di congiura si è trattato.

Ecco la mia ipotesi. Io non soffro di epilessia, però la mia patologia, di carattere neurologico, mi provoca parecchi problemi, con conseguente sconforto e voglia di farla finita, in alcuni momenti. Perciò, se la mia ipotesi fosse vera, potrei capire l'imperatore.