Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - doxa

#391
Ultimo libro letto / "... so che un paese ci vuole"
06 Agosto 2023, 12:35:52 PM



"La luna e i falò" è l'ultimo romanzo dello  scrittore Cesare Pavese. Lo scrisse  tra il 18 settembre e il 9 novembre 1949,  poi pubblicato nell'aprile del 1950. Si suicidò il  27 agosto 1950.

Il libro racconta la storia di un uomo che, dopo aver vissuto molti per anni  negli Stati Uniti torna sulle colline delle Langhe alla ricerca della sua infanzia. 
 
La narrazione s'inoltra tra passato e presente,  fra eventi  sparsi nel tempo e nello spazio, collegati tra loro solo dai pensieri e dalle riflessioni del protagonista, soprannominato "Anguilla".

L'evocazione dei ricordi è vissuta insieme e attraverso il vecchio amico falegname Nuto, che era stato per Anguilla una figura paterna e che è sempre rimasto nel paese, vivendo i cambiamenti determinati dalla guerra.


Nuto: "Che cos'è allora un paese per te ?"

Anguilla: "Non lo so, ma so che un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via.
Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".


Forse queste parole sono l'essenza del romanzo. Il narratore, emigrato e di età ormai matura, torna nel luogo della sua infanzia e giovinezza  e scopre che tutto è mutato, l'esistenza dei compaesani è divenuta più difficile.

Credo che accada a tutti, tornando nel luogo natio di provare la stessa esperienza.

Ritrovare alcuni odori, vedere i volti invecchiati, alberi sopravvissuti, edifici decadenti. Affiora, così, la nostalgia. Il flusso del tempo che passa ha sommerso quella società un tempo contadina.

Non rimane al narratore che ripartire verso un orizzonte lontano.

#392
Riflessioni sull'Arte / Re: Paesaggio
06 Agosto 2023, 09:53:45 AM
Del pittore inglese John Constable mi piace anche questo paesaggio


John Constable, Wivenhoe Park (Essex), olio su tela, 1816, National Gallery of Art, Washington, D.C., U. S. A..

In quel tempo la superficie di  Wivenhoe Park era di 81 ettari,. E' situata a Est di  Colchester, in Inghilterra.

La grande tenuta era della famiglia Rebow. Il maggiore generale Rebow, un amico del padre di Constable, chiese all'artista di ritrarre  alcune zone del parco, specificando  che alcune caratteristiche dovevano essere incluse nel dipinto.

Il pittore organizzò armoniosamente le richieste del committente modificando la reale posizione di alcuni elementi, come la casa padronale in collina,  il corso d'acqua, la "casa dei cervi",  non visibili dallo stesso punto di vista.

Realizzare questo dipinto era importante per Constable: aveva bisogno del  denaro  pattuito  per potersi sposare con Maria Bicknell, amata da lungo tempo.

L'opera fu terminata nel settembre del 1816 e la coppia si sposò il 2 ottobre 1816, dopo un lungo periodo di fidanzamento.

Il dipinto

La scena sembra ambientata in un tranquillo pomeriggio d'estate, con le mucche al pascolo entro la sconnessa recinzione lignea, ci sono  gruppi di alberi,  grigie nuvole nel cielo,  la luce  solare illumina i prati ed è riflessa  dal corso d'acqua.

La  giovane driver, Mary Rebow, è insieme ad un amico sul calesse  trainato da un asino, sul pendio a sinistra. Il foulard rosso era uno degli accessori preferiti della ragazza, è come un lampo di colore nella composizione  dominata dalle tonalità verdi, azzurre e marroni.


Mary Rebow con il suo amico sul calesse trainato dall'asino


A destra, in cima alla collina,  si vede parte dell'edificio del proprietario della tenuta.


veduta parziale della casa



al margine del boschetto la chiusa idraulica con paratoia; il  piccolo bacino di contenimento della massa d'acqua; in primo piano la petrosa diga sovrastata dal ponte, percorso da due uomini,  all'inizio sulla destra.


i due cigni sembrano veri.



due pescatori nella barca sistemano nel fiume la rete da pesca (sciabica), aiutati da altre persone sulla sponda. Uno di loro, con la camicia bianca, è con le gambe nell'acqua.

(La sciabica è una rete a strascico con assetto verticale, per pesce piccolo. Viene usata al mare ma anche nei fiumi. Nel mare è usata sotto-costa in bassi fondali.
La tecnica di pesca prevede di mantenere un capo della rete a terra mentre una barca a remi la depone a semicerchio nell'acqua fino a condurre l'altro capo a terra. Per raccogliere il pescato la sciabica viene tirata a terra da due squadre di pescatori).

In cima al dosso si vede il tetto spiovente della "casa dei cervi".

Dal 1964 Wivenhoe Park  è dell'Università dell'Essex.
#393
Riflessioni sull'Arte / Re: Paesaggio
05 Agosto 2023, 11:07:38 AM
Cattedrale di Salisbury


foto con  parziale veduta di Salisbury (Regno Unito). La città dista circa 10 km da Stonehenge, sito neolitico. 



foto con la veduta laterale della Cattedrale di Salisbury.



facciata della cattedrale di Salisbury, dedicata alla Beata Vergine Maria (Blessed Virgin Mary).

L'architettura della chiesa è un esempio del primo gotico inglese. Fu in gran parte costruita in soli 38 anni, dal  1220 al 1258.

La  visitabile guglia è  la più alta del Regno Unito: 123 metri.  Nel piccolo museo ecclesiastico sono conservati il più antico orologio del mondo (del 1386) e una delle quattro copie originali superstiti della Magna Carta.


La cattedrale nei dipinti del noto pittore inglese John Constable


John Constable: La cattedrale di Salisbury vista dai giardini del vescovo  (Salisbury Cathedral from the Bishop's Grounds), olio su tela, 1823,  Victoria and Albert Museum, Londra.

Questo dipinto fu commissionato al pittore da suo zio, John Fisher, vescovo di Salisbury.
 
La prima versione del dipinto (vedi foto sopra) fu rifiutata dal prelato perché non gli piaceva il cielo eccessivamente nuvoloso. 

L'artista ne fece un'altra versione simile, ma con meno nuvole e più chiare


John Constable: La cattedrale di Salisbury vista dai giardini del vescovo (seconda versione), olio su tela, 1825 circa, conservata al Metropolitan Museum of Art di New York.

In primo piano, la vegetazione: due alberi hanno il tronco piegato e verso l'alto  formano quasi  un arco gotico che sembra  incorniciare la chiesa, vista da Sud.

A  sinistra c'è il vescovo Fisher con la moglie, in abito bianco e scialle rosso. Il prelato ha il braccio destro sollevato, nella mano regge il bastone da passeggio e con questo  indica la cattedrale.

Ill prato è solcato da un ruscello. Due mucche si abbeverano nel corso d'acqua, altre due brucano l'erba nel prato.

Constable  ha popolato  il cielo  con basse nuvole grigio-scure nella versione del 1823  e con  bianche nubi  nella  versione del 1825.

L'artista  elaborò le due versioni  direttamente sul posto, all'aperto, per vedere meglio la luce che in questo caso proviene da destra è illumina la cattedrale; per contrasto, sulla sinistra, l'ombra sul prato  proiettata dai frondosi alberi.

I colori prevalenti: l'azzurro e il verde.
#394
Riflessioni sull'Arte / Re: Paesaggio
04 Agosto 2023, 19:37:20 PM
Il pittore inglese John Constable (1776 – 1837) è considerato  un caposcuola del paesaggismo romantico. Da Pieter Paul Rubens e da Thomas Gainsborough apprese la tecnica  per la ricerca degli effetti di luce.

Le  opere  di Constable influenzarono  altri noti pittori, fra i quali Jean-François Millet (che per primo introdusse nel paesaggismo le figure di umili persone) e Jean-Baptiste Camille Corot.

Constable è noto per i suoi dipinti che ritraggono la campagna di  Dedham Vale, località vicina al suo villaggio natio:  East Bergholt, nel Suffolk.

Tra i suoi dipinti più celebri: "Il carro da fieno" e  "La cattedrale di Salisbury vista dai terreni del vescovo".

"Il carro da fieno".


John Constable, Il carro da fieno, olio su tela, 1821, National Gallery, Londra.

In primo piano: nell'ansa del fiume Stour  il  vuoto carro per il trasporto del  fieno trainato da due cavalli. Forse è nell'acqua  per consentire agli animali di bere.

Vicini al carro ci sono due contadini. Quello con il cappello nero ha il braccio destro sollevato,  con l'indice della mano sembra indicare e ordinare al cane sulla riva di tornare a casa. 


dettaglio

In lontananza si vedono i lavoratori nei campi,  sono come piccoli puntini bianchi.
 
Sulla sinistra del dipinto c'è una casa. Dal comignolo si vede uscire il fumo. Davanti  l'abitazione c'è una donna che attinge acqua nel fiume; dietro di lei si vede una brocca di terracotta; sulla sponda opposta, tra i due alberi,  un ragazzo  sta lanciando la lenza per pescare.

La parte superiore del  dipinto è occupato  da nuvole di diverso colore.
#395
Ultimo libro letto / Mangiare come Dio comanda
30 Luglio 2023, 17:06:49 PM
"Mangiare come Dio comanda": è il titolo del libro  scritto da  Marino Niola ed Elisabetta Moro., pagg. 168, edit. Einaudi.

Entrambi sono docenti nell'università "Suor Orsola Benincasa" di Napoli.  Il prof. Niola insegna "Antropologia dei simboli" e "Antropologia della contemporaneità", la professoressa Moro,  "Antropologia culturale".


"L'uomo è ciò che mangia", scrisse  il filosofo Ludwig Feuerbach: "Der Mensch ist wa ser isst". Frase fortunata, perché nella lingua tedesca ist (= è) e isst (= mangia) sono assonanti e custodiscono una verità che va oltre la fisiologia ed entra nella metafisica, nella cultura e nella stessa spiritualità.

Infatti il cibo, in tutte le religioni, è anche un simbolo di comunione tra Dio e l'umanità e tra gli individui. Le persone celebrano con pranzi le nascite, nozze e anniversari.

In alcuni popoli persino il lutto è accompagnato da "pasti funebri". Come non ricordare che  in epoca romana nel giorno stesso del funerale veniva celebrato il primo banchetto funebre (silicernium). Nove giorni dopo veniva data una festa (coena novendialis).

Il "refrigerium"  (= rinfresco) era il pasto commemorativo per il defunto. Veniva consumato nel cimitero. 

I primi cristiani continuarono il rituale del refrigerium, portando cibo nelle tombe e catacombe in onore dei martiri cristiani, nonché dei parenti.

Secondo i due  docenti nella nostra epoca abbiamo mandato in esilio le divinità e adottato  un nuovo laicismo,  basato sulla dieta: questo sostantivo  deriva dal greco "diaita" e significa "modo di vivere", "stile di vita".

La secolarizzazione ha "spogliato" il cibo dal simbolismo religioso, dal ringraziamento a Dio che dà la possibilità di averlo. Ciò ha indotto a seguire determinate regole, che per i cristiani significano una modalità di distinzione dagli atei. Infatti nel Medioevo i  fedeli quando bevevano, sorseggiavano cinque volte, perché cinque erano le piaghe di Gesù; ogni boccone di cibo doveva essere equamente diviso in quattro parti, che rappresentavano Padre, Figlio e Spirito Santo, l'ultimo era  Maria, la Madre di Gesù.

Nelle chiese cristiane cattoliche ogni giorno s'imbandisce la "tavola" (altare) con tovaglia, pane, vino e acqua per il fondamentale rito dell'eucarestia, nel quale Cristo e il fedele sono spiritualmente in comunione.  Con essa il credente "rivive" l'ultima cena di Gesù con gli apostoli.
Mangiarono l'agnello, il pane azzimo, le erbe amare e bevvero il vino rosso.

La religione cattolica non ha divieti sul tipo di cibo né  regole particolari,  ma  impone  due precetti:  divieto di consumare carne nel Venerdì Santo; obbligo del digiuno in alcune circostanze, come il Mercoledì delle Ceneri.

I  perentori divieti alimentari sono elementi identitari.

Nell'ebraismo la precettistica gastronomica costituisce una forma di religiosità, che non è fatta solo di incorporei misteri teologici e "altezze" metafisiche, ma anche di comportamenti concreti, cerimonie casalinghe, gesti tramandati sempre alla stessa maniera, per non disperdere quella parte dell'identità collettiva che è intessuta di vita quotidiana.

Una clausola giudaica  permette di mangiare carne solo degli animali ruminanti e dotati di unghia bifida (mucche, vitelli, ovini), ma vieta il maiale, perché non ha l'unghia bifida e  non è ruminante.

Similmente l'islam, sulla scia della kashrut ebraica, stende una netta linea demarcazione tra il cibo halal, ammesso, e quello haram, impuro: non solo il maiale, anche altri animali; inoltre  c'è la questione dell'alcol...

E' interessante il lato consolatorio, l'imposizione del digiuno come pratica per essere più vicino a Dio. Si pensi al digiuno cristiano, al Ramadan islamico.

Dio conosce il peccato e anche il cibo e "le norme alimentari sono il fondamento di quelle morali, più che la loro conseguenza" secondo Niola e Moro.


Pieter Bruegel il Vecchio, Banchetto nuziale, olio su tavola, 1568 circa, Kunsthistorisches Museum, Vienna
#396
Duc ha scritto
CitazioneGesù, essendo Dio, è misericordioso, ma anche giudice.

Va beh.  Se credi che Gesù sia Dio allora  poteva e può essere volubile come gli pare,  far essiccare pure gli alberi di fico che non danno frutti.

Ma come uomo difetti fisici e psichici non aveva ? Chissà !

Più che Jesus sul lettino dell psicoanalista farei adagiare Paolo di Tarso. Dopo la caduta da cavallo ebbe sicuramente  dei problemi psichiatrici... ;D

Buona giornata anche a te.
#397
Buongiorno Bob, grazie per il chiarimento.
Hai scritto

Citazioneè l'occhio che gira attorno. Ma non guarda davvero.
Hai ragione !

Se fossi uno studioso d'arte sarebbe il "minimo sindacale" guardare davvero il dipinto ed evidenziare il messaggio recondito dell'autore. Il filosofo Martin Heidegger definiva l'interpretazione di un testo (in questo caso di un dipinto) " il dire il non detto". 

Ma i miei post hanno soltanto lo scopo di mostrare belle immagini e descriverle: l'iconografia.

I miei interessi culturali sono eclettici e mobili.

Sono un divulgatore. La mia tendenza fondamentale è quella della ricerca, della domanda, dell'interrogazione, della curiosità, perciò non sono una persona particolarmente competente di un tema.

Io lodo coloro che hanno un arcobaleno molteplice di interessi, di "colori" nell'interno del loro orizzonte intellettuale ed anche umano. :)
#398
Scusa Bob, ma non riesco a comprendere.

Hai scritto


CitazioneL'occhio non si posa su ciò che non si vuol vedere.
CitazionePerò ci gira attorno...
Come fai tu.

Che il setaccio resti vuoto è il messaggio più importante che tu possa ricevere.
Perché se lì non c'è davvero niente, tocca proprio a te metterci qualcosa.


Cosa vuoi dire con le tue frasi che ho evidenziato ?
#399
Buon pomeriggio Bob.
 
Paura ? Nessuna paura !
 
Il "setaccio" è pulito.
 
Manca la motivazione.
 
Il tuo guardare l'insieme ti conduce al trascendentale, alla fede religiosa.
 
Invece se guardo il mio orizzonte vedo soltanto un confine. Non anelo all'oltre.  
 
Perciò non ho continuato a dialogare sull'amore, perché il mio concetto di amore è diverso dal tuo.
 
Il mio è terrestre, umano, non percepisco il "Nulla".
 
Invece l'amore cristiano è basato sulla ricerca del divino. Il credente è convinto che l'amore sia un attributo di Dio, vedi l'evangelista Giovanni "Dio è amore".
 
Allora comprendi che non si può dialogare di amore partendo da presupposti così diversi.
 
Un bel saluto.
#400
Ciao Socrate, com'era Jesus caratterialmente lo sappiamo da quanto scritto da altri su di lui.

Se veramente era così come descritto,  allora è evidente che soffriva di  disturbo bipolare di tipo ciclotimico,  con intralci dell'umore persistenti e ripetuti.  ::)

Mi sembra che Bob e Duc non hanno risposto alla tua domanda.

Per Bob, Gesù è "vero amore e vera bontà", per Duc, "Gesù è veramente Dio misericordia e giustizia".

Le solite frasi !

Jesus, come uomo e predicatore itinerante,  era sicuramente esente da disturbi psicologici e psichiatrici ?
#401
Riflessioni sull'Arte / Re: Paesaggio
26 Luglio 2023, 10:27:52 AM
Nell'Angelus dipinto da Millet (post n. 96) sono raffigurati i due contadini nel momento della preghiera, indicata dal suono delle campane nella chiesa di Chailly-en-Bière. Questo villaggio è vicino  a Barbizon, località nei pressi della foresta di Fontainebleu, circa 60 km a sud di Parigi. 

Nel XIX secolo I villaggi di Chailly-en-Bière, Bourron-Marlotte e Barbizon,  ospitarono comunità di artisti, diversi per temperamento artistico e stile. Essi  volevano stare a contatto della natura, lontano dalla capitale.  Successivamente alcuni di essi  confluirono nella famosa corrente pittorica  dell'Impressionismo.

Tra il 1830 e il 1870  a Barbizon fu attiva una famosa scuola di pittura paesaggistica en plein air, nota come "corrente pittorica paesaggista del realismo".  Gli artisti sperimentarono lo studio dal vero.

Millet, per primo, introdusse nel paesaggio la raffigurazione di personaggi dediti ai lavori agricoli. Egli abitò in questo villaggio dal 1849 al 1875, anno della sua morte.

La Scuola pittorica di Barbizon  ebbe anche un ruolo importante per la protezione e conservazione della natura. Infatti nel 1848 i "Barbisonniers" riuscirono a far tutelare la "Riserva artistica del foresta di Fontainebleu", minacciata dal progetto di disboscamento.


La foresta di Fontainebleau nei pressi di Barbizon: non più villaggio ottocentesco quando gli artisti si mescolavano a poveri contadini, boscaioli e allevatori di bestiame. E' diventato un paese con ville; sulla rue Grande, la strada principale, ci sono  gallerie d'arte, piccoli musei, residenze di artisti, ristoranti e bar affollati di parigini che nel fine settimana amano fare la cosiddetta "gita fuori porta".


Castello di  Fountainebleau

Testimonia le epoche e i gusti dei sovrani che lo hanno abitato ed è anche associato a importanti eventi storici come l'abrogazione dell'Editto di Nantes nel 1685 e l'abdicazione di Napoleone I nel 1814.

L'origine del toponimo deriva da una fontana  (oggi situata nel Jardin Anglais), intorno alla quale fu costruito un padiglione di caccia. Fu poi il re di Francia Francesco I (sul trono dal 1515 al 1547) a trasformare il padiglione di caccia nel magnifico palazzo che possiamo ammirare tuttora, lievemente modificato dagli interventi dei successivi monarchi.

La residenza fu gradita sia da Napoleone I Bonaparte, che nelle sue memorie non esitò a descriverlo come la "vraie demeure des rois, maison des siècles" (vera dimora dei re, la casa dei secoli), sia da Napoleone III, suo assiduo frequentatore.

Con le sue 1500 stanze, è uno dei castelli più belli e meglio arredati di tutta la Francia.

Dalla scalinata a ferro di cavallo che orna la facciata principale del palazzo, nel 1814 Napoleone I, in procinto di partire per l'esilio, tenne un commovente discorso di addio.


Scalinata a ferro di cavallo

Diversamente dalla gran parte delle città francesi costruite intorno ad una chiesa, a Fontainebleau le case sono costruite nelle vicinanze del castello, che ne ha  influenzato la forma urbanistica ed architettonica.
#402
Riflessioni sull'Arte / Re: Paesaggio
26 Luglio 2023, 07:45:52 AM
Buongiorno Bob, oggi ti dedico "L'Angelus" disegnato da van Gogh



Vincent van Gogh, L'Angelus, disegno a matita, acquerello e gessetto, 1880, Museo Kröller-Müller, Otterlo (frazione del Comune di Ede, Olanda).



Veduta parziale di Otterlo

Nel 1880 van Gogh si dedicò al tema della vita in campagna e realizzò questa copia (reinterpretata in modo personale) del noto dipinto di Millet. Ne parla in una lettera indirizzata al fratello Theo: "Millet è padre, Millet. . . consulente e mentore in tutto per giovani artisti,".

Van Gogh ammirava e studiava anche le opere di Rembrandt e Johannes Vermeer, ma i dipinti di Jean-François Millet lo influenzarono molto, in particolare l'Angelus. Questo quadro fu riferimento iconografico anche per altri noti artisti, come Salvador Dalì, che gli dedicò il suo libro titolato: "Il mito tragico dell'Angelus di Millet". In una pagina c'è scritto: "Nel giugno 1932 si presenta d'improvviso al mio spirito, senza che alcun ricordo recente né associazione cosciente possa darne un'immediata spiegazione, l'immagine dell'Angelus di Millet. Tale immagine costituisce una rappresentazione visiva nettissima e a colori. È pressoché istantanea e non dà seguito ad altre immagini. Ne sono grandemente impressionato, grandemente turbato, poiché, nonostante che nella mia visione di tale immagine tutto corrisponda esattamente alle riproduzioni del quadro da me conosciute, essa mi appare nondimeno assolutamente modificata e carica di una tale intenzionalità latente che l''Angelus di Millet diventa d'improvviso per me l'opera pittorica più inquietante, più enigmatica, più densa, più ricca di pensieri inconsci che sia mai esistita".
#403
Riflessioni sull'Arte / Re: Paesaggio
24 Luglio 2023, 08:19:27 AM

Jean-François Millet, Angelus, olio su tela, 1858 – 1859, Museo d'Orsay, Parigi
 
 "Angelus" è una preghiera. Veniva (viene ?) recitata tre volte al giorno (alba, mezzogiorno, tramonto). La rammento perché quando ero adolescente la domenica mattina frequentavo la parrocchia, anche per giocare a pallacanestro con gli amici nel campetto della chiesa.
 
 Quando mancava 5 minuti a mezzogiorno, don Egidio ci faceva smettere di giocare, dovevamo attendere il suono delle campane delle ore 12, e subito dopo dovevamo recitare la preghiera dell'Angelus intercalata da varie Ave Maria.
 
 Ancora mi ricordo l'incipit:
"Angelus Dòmini nuntiàvit Mariæ et concépit de Spiritu Sancto"" (= "L'angelo del Signore" ha annunciato a Maria.... Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo").
 
 Questa preghiera invita i fedeli a pregare in ricordo dell'incarnazione del Figlio di Dio. Ed è ciò che stanno facendo i due contadini raffigurati nel dipinto al suono delle campane della chiesa (accennata sullo sfondo, nel Comune di Chailly-en-Bière, nel Cantone di Fontainebleau): hanno sospeso la raccolta delle patate per pregare, col capo chino e le mani giunte raccolte verso il petto.
 
 Accanto all'uomo c'è il forcone conficcato nel terreno, nella parte destra della donna si vede la carriola con dentro i sacchi pieni, invece vicino al suo piede sinistro c'è il cesto di vimini con le vivande.
 
 Millet sembra aver dato monumentalità ai due contadini in preghiera durante il tramonto. In alto a destra si vede lo stormo di uccelli in volo.
 
 Per questa opera l'artista trasse ispirazione da un ricordo infantile in Normandia.
 
 Egli nel 1865 scrisse:
"L'Angelus è un quadro che ho dipinto ricordando i tempi in cui lavoravamo nei campi e mia nonna, ogni volta che sentiva il rintocco della campana, ci faceva smettere per recitare l'angelus in memoria dei poveri defunti".

Il suo scopo non era quello di esaltare un momento religioso (egli non era un praticante), ma di illustrare con la pittura una delle fasi che segnano periodicamente lo scorrere della vita agreste.

Nel 1910 quest'opera entrò a far parte delle collezioni del museo del Louvre. Fu sfregiato da un folle nel 1932.

Nel 1986 il dipinto fu trasferito nel museo d'Orsay, dov'è tuttora esposto.





#404
Tematiche Spirituali / Re: Italia post cristiana
23 Luglio 2023, 12:24:53 PM
Scusa knox, a me sembra che il tuo post sia un pot-pourri scritto da una persona anziana che non accetta l'evoluzione, i cambiamenti, e pensa con nostalgia al "buon tempo antico", dominato dalla Chiesa cattolica, dal clero, con tutto quello che consegue.

Fra l'altro hai scritto

CitazioneMa non c'è da preoccuparsi , la vostra filosofia ateo/materialista e la filosofia Nicciana di cui parlava Ipazia ha già vinto nel mondo, anzi ha stravinto. ha vinto in un mondo dove si cerca solo ed esclusivamente lo specchio, sì lo specchio.

Noi cerchiamo lo "specchio" tu la trascendenza. Noi ti lasciamo  la libertà  di "pregare", tu invece "rosichi" per il nostro guardarci allo specchio. Concedici la nostra "liberta ateo-materialista", non pretendere erga omnes la devozione cristiana.  
#405
Tematiche Spirituali / Re: Italia post cristiana
22 Luglio 2023, 18:27:06 PM
Socrate ha scritto
CitazioneSecondo me il problema dei credenti adulti (la stragrande maggioranza) è che non hanno praticamente mai letto la Bibbia, quindi alla fine di che cosa parliamo? Se si è adulti è un vero e proprio dovere intellettuale informarsi bene su ciò in cui si vuole credere, altrimenti non si è effettuata di fatto nessuna scelta e la fede diventa una superstizione idiota. E' idiozia infatti per un adulto credere in qualcosa senza informarsi, può andar bene in un bambino, ma in un uomo no. Io ad esempio ho scelto di credere leggendo la Bibbia ed informandomi e decidendo autonomamente anche quali passi della Bibbia siano veramente ispirati (secondo me) da dio e quali invece riflettono almeno in parte la cultura umana del tempo, ma sinceramente sono pochissimi i credenti che hanno fatto questa scelta consapevole.
Ciao Socrate, non dimenticare che fu Martin Lutero a "sdoganare" la lettura individuale  della Bibbia.  La Chiesa cattolica proibiva ai suoi fedeli di leggerla da soli.

Debbo dirti con sincerità che la lettura della Bibbia mi annoia, in particolare i libri che compongono l'Antico Testamento.

Ci vuole un bel coraggio a considerarli "sacri", ma "il fine giustifica i mezzi".  :)