Citazione di: PhyroSphera il 14 Maggio 2024, 17:45:06 PMLa questione cristiana sull'arbitro nacque per l'esigenzaAnche qui errore, dicevo in realtà di arbitrio.
Mauro Pastore
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Mostra messaggi MenuCitazione di: PhyroSphera il 14 Maggio 2024, 17:45:06 PMLa questione cristiana sull'arbitro nacque per l'esigenzaAnche qui errore, dicevo in realtà di arbitrio.
Citazione di: PhyroSphera il 14 Maggio 2024, 14:43:47 PMTu dici di condizioni da rispettare, ebbene siete proprio voialtri che non avete avuto rispetto per le condizioni di una discussione, quella tra cristiani protestanti e cattolici sull'arbitro,Ovviamente qui dicevo di arbitrio, errore di battitura.
Citazione di: Ipazia il 14 Maggio 2024, 15:34:37 PMVoi teisti e abramiti in particolare dovete comprendere che la questione del LA nasce dall'insuperabile contraddizione della vostra religione tra un nume, onnipotente buono e misericordioso, e la malignità umana e naturale, che costantemente falsifica il nume e la sua postulata onnipotenza.La questione cristiana sull'arbitro nacque per l'esigenza di mostrare quale fosse il ruolo del credente nei confronti di Dio e in particolare quale fosse il ruolo del clero rispetto al semplice credente. Cosa si doveva pensare a fronte di sacerdoti che promettevano la salvezza in cambio di soldi? Che tentavano di sostituire a una volontaria penitenza un obbligo ad un còmpito? O che volevano stabilire digiuni minacciando l'inferno? O che si illudevano di poter far credere qualcuno a loro discrezione e piacimento? Lutero, Zwingli, Calvino e gli altri mostrarono che la fede non è frutto di libera scelta ma di volontaria accettazione, nei rapporti tra il singolo e Dio, che nessun clero può sostituirsi a Dio stabilendo arbitrariamente i destini ultimi del prossimo e neppure determinandoli. La diatriba continuò variamente, con i cattolici che riformularono a modo proprio la propria dottrina, fino al recente accordo (Augusta, 1999) sulla dottrina della giustificazione per fede; mentre i protestanti espressero varie versioni della stessa dottrina, a volte anche in contrasto tra loro.
Ovviamente la vostra teologia dà risposte e giustificazioni che hanno una qualche plausibilità e che non mi interessa confutare. La fede permette questo e altro e ciascuno ha diritto ad averne una sua, anche contro la ragione, come insegna Tertulliano (a cui i perfidi pagani garantirono, a differenza di Ipazia, una lunga operosa vita).
In ambito ateista la questione si pone in modo completamente diverso, perchè la contraddizione si risolve evoluzionisticamente nella presa d'atto che la natura è quella che è e la malignità umana va affrontata et(olog)icamente attraverso la libertà di agire che l'evoluzione ci ha concesso. Sterile incasellarla in paradigmi scientistici o metafisici: è quella che è pure lei, con lacci e lacciuoli vari: si tratta di farne buon uso, assumendosi le proprie responsabilità, senza alibi pecorecci e arbìtri intollerabili a danno altrui, che vanno sempre a cozzare da qualche parte.
La questione si riduce al libero agire secondo coscienza, mentre fuorviante è in ambito ateo la denominazione di libero arbitrio e superflui i sofismi metafisici negazionisti, assolutori di ogni porcheria.
Citazione di: Jacopus il 14 Maggio 2024, 13:53:09 PMVi ringrazio per il "voi" che è un modo un po' desueto ma proprio per questo mi è caro. Voi, caro Mario, dovreste invece a mio parere, accettare il fatto che si può parlare di libero arbitrio senza tirare in ballo l'assoluto che non ha a che fare con il libero arbitrio perché qualunque libero arbitrio ha comunque delle precondizioni da rispettare. Non si tratta di una opposizione determinismo/assolutismo. Questa è una visione teologica ma non filosofica in senso stretto e qui siamo nella sezione filosofia. Il riferimento alla dialettica è invece a mio parere molto produttivo perché descrive quella condizione tragica dell'uomo che le religioni tendono a risolvere con la metafisica. È per questo che ho fatto intenzionalmente il riferimento al dia/balleyn. Il due è il numero della tolleranza e dell'accettazione reciproca, sia pure nel conflitto possibile e nella difficoltà a decidere. L'Uno è il mondo della violenza dove si dice che (appunto) solo Uno può sopravvivere. L'Uno è il numero della sottomissione. É vero che il LA è funzionale a questa visione per separare i buoni dai cattivi ma questa visione paranoizzante, come ho già scritto tante volte, è lontana molte miglia dalla mia weltanschaung.Non esiste un solo tipo di filosofia e tutti i filosofi o filosofanti partono da premesse non filosofiche. In tal senso non è possibile esimersi da un confronto tra concezioni opposte, l'una intramondana e l'altra extramondana, nel fare filosofia. Tu mi tacci di confessionalismo, invece dovresti renderti conto del tuo particolarismo, che la tua incoscienza rende faziosità.
Rispetto al bisogno che mi penta, sconfini in una dimensione confessionale che reputo ancora piu distante e francamente credo anche sia difficile affrontare un dibattito argomentativo, se le premesse sono quelle teologiche di bene/male, e sottostante conversione. Vi ringrazio comunque perché avete confermato la mia idea della profonda carica di violenza presente nel monoteismo.
Citazione di: InVerno il 13 Maggio 2024, 07:32:28 AMCertamente la razionalità non basta per convincere una persona che ha i crediti per accedere ad una risorsa a non accedervi, infatti la razionalità è dalla sua parte. Infatti parte dello sforzo per superare questo paradigma risiede in riconoscere costi (externalities) che trasformano i debiti ecologici in capitale, e che perciò circolano molti meno crediti di quanto in realtà il sistema garantisce. I primi a non voler rinunciare al consumismo sono quelli che vedono l'attuale processo di transizione come un complotto contro di loro, hanno fiutato che presto saranno più poveri e dovranno consumare di meno, perciò urlano "ecogretini!" e presto si allearanno con forze frazionarie rossobrune a difesa della piccola borghesia con la TV al plasma.Non è questo che intendevo. Io non dicevo che sostituendo la razionalità del capitalismo con quella del comunismo si risolve la questione, né dicevo che è rimasta solo la razionalità del capitalismo. Dicevo di una situazione che sopravanza le nostre semplici facoltà razionali.
Citazione di: Jacopus il 11 Maggio 2024, 23:27:55 PMChe una visione unica sia più elegante, è dimostrato dal concetto di Syn-Ballein, dalla simbolizzazione, che dai riti del potere ai sogni, fino a monoteismi, è sempre presente nella nostra vita. La visione unica piace molto soprattutto al nostro emisfero destro, che è anche quello che cerca di tenere insieme il tutto, che si preoccupa dell'azione che agisce e che ambisce ad una armonia generale. Al contrario c'è il concetto Dia-Ballein (da cui anche il termine latino diabolus), e tutte le filosofie dialettiche. In questo campo non vedo altra soluzione che la coesistenza di due paradigmi non conciliabili, il che è anche spiegabile attraverso la nostra natura non più esclusivamente fisica e naturale. Dalle prime punte di selce ad oggi, il nostro corpo è un corpo tecnico, o meglio bio-tecnico, a partire dall'abbigliamento con cui ci copriamo fino alle Costituzioni o alle navicelle spaziali.Biologia e neurologia vi fanno da ciceroni senza esserlo; la dialettica che non unisce ma separa (diaballein) con queste false guide non rimanda a un semplice gioco intellettuale ma al potere distruttivo del negativo, a quel che nei monoteismi è proprio detto diavolo; e allora quel mettere assieme, quel synballein, che a voi pare solo una soluzione estetica, vi sarebbe invece di salvezza... E data la situazione in cui vi mettete, cioè di pensare con assolutezza il mondo stesso, non vi resta che accettare un'etica del rimedio legata a un vero Assoluto... Cioè un ripensamento radicale, ovvero un 'pentimento' che vi faccia comprendere la facoltà unitiva dell'Assoluto, di contro al potere disgregativo e mortale del negativo, cui noi esseri relativi non possiamo rimediare se non con l'Assoluto ovvero Dio. Non è un gioco liberamente arbitrario, ma una necessità.
Citazione di: Jacopus il 11 Maggio 2024, 23:09:12 PMDa un punto di vista laico come il mio e come quello di tutti quelli come me, non è possibile farlo con Dio. Posso provare a farlo con il cosiddetto "Assoluto", che però è per me etimologicamente "ab solutus", cioè "sciolto da ogni legame" e poi metaforicamente "sciolto da ogni limite". Ma il discorso del libero arbitrio umano è un discorso terreno, non metafisico, o perlomeno questo è il mio discorso sul libero arbitrio. L'umano è " relativamente libero" a causa della sua storia biologica e culturale". Ciò ci ha reso differenti da ogni altra specie vivente ma non per qualità o origini divine, ma semplicemente per una serie complesse di circostanze. I mammiferi non sono così diversi da noi ma con noi la natura ha fatto un esperimento che al momento è vincente, ovvero riservare il 20 per cento delle risorse per vivere al cervello, invece che a tentacoli, zanne, muscoli, che sono molto più ovvii nella "struggle for life". Quel cervello ha creato la cultura più complessa fra le specie viventi. Nulla a che vedere con i rudimenti culturali che anche altre specie hanno: il rituale dei saluti fra gli elefanti, i dialetti linguistici tra le orche, la tecnica litica di alcune scimmie per rompere i gusci. Eppure quei rudimenti indicano che non abbiamo l'esclusiva di questi mezzi, ma li abbiamo implementati in molti modi e li abbiamo soprattutto tramandati. Più che un confronto con l'assoluto, il dilemma del L.A. (Che detto fra noi, è comunque irrisolvibile perché indimostrabile nè nel senso che esiste né che non esiste), è un problema di organizzazione sociale, di esistenza di società dove vi è maggior "libero arbitrio medio", così come vi sono società più violente o più accoglienti.Tu non ti confronti con Dio, tutt'al più con l'Assoluto, e in tal caso Dio ovvero l'Assoluto è distante, come tu stesso dici mostrando l'etimologia della parola. Allora, non è possibile — restando su questo piano — trarre conclusioni sul libero arbitrio, perché (come mostravo) arbitrio e libertà richiedono di inoltrarsi nel pensiero dell'Assoluto senza restare solo ad esso, per dire dei loro rapporti reciproci. Ma allora insistere nella questione senza passare a considerare seriamente l'infinito, non rende la questione perspicua. Se si trova un sostituto dell'Infinito sopravvalutando la biologia, come fai tu che la usi quale solutrice, quel che resta da notare è la condizione di bassezza in cui cadono quelli che si mettono a replicare discussioni teologiche senza essere interessati alla dimensione teologica anzi costruendone un illusorio facsimile.
Ps. A proposito delle neuroscienze che avrebbero dimostrato l'inesistenza del L.A., direi che si tratta di una affermazione azzardata. Vi sono sicuramente neuroscienziati fortemente riduzionisti, ma vi sono anche correnti che riconoscono la presenza di comportamenti irriducibili al determinismo, proprio a partire da alcune caratteristiche neurobiologiche fondamentali e arcaiche in homo sapiens, come la curiosità o la ricerca di nuove esperienze. Ovvio che in questo campo si creano sempre corto circuiti logici, ma solo salvaguardando "eticamente" il libero arbitrio possiamo pensare di poter migliorare il mondo, che è forse "deterministicamente" la missione sempre presente nella storia culturale dell'uomo.
Citazione di: iano il 11 Maggio 2024, 22:53:02 PMMi sento in dovere di rimandarti a qualche mio post fà, dove provavo a spiegarti che al principio di indeterminazione si è dato un nome infelice, dato che esso non contraddice il determinismo, e non ripeterò qui cosa esso dice veramente, dato che chiunque può trovarlo in rete.Ridurre tutto a una questione linguistica è solo un'escamotage.
Citazione di: PhyroSphera il 29 Marzo 2024, 12:07:38 PMMentre il consumismo continua ad affermarsi, nei paesi "più evoluti" molta gente ha tanto bisogno di antibiotici per curarsi dalle aggressioni dei virus esagitati dall'inquinamento generalizzato ma non ha i soldi per crescere uno o più di un figlio. Certo, sul Pianeta gli umani sono diventati in tantissimi. In India più di un miliardo di persone e poche migliaia di tigri! Milioni e milioni di persone consumano latte, uova e carne che le belve non selezionano più in mutua, segreta e amichevole collaborazione con i pastori; dalle produzioni intensive cibi meno nutrienti, spesso biologicamente compromettenti...Io qui tralasciavo di fare il quadro completo, descrivendo la situazione solo per sommi capi ed esponendo un caso poco noto. In verità potrebbe sembrare, da quanto dicevo, insensibilità verso il bestiame di allevamento. Ma esso senza selezionatori esterni sarebbe costretto a mettersi contro sé stesso senza riuscire bene o senza riuscire e non potrebbe sopravvivere o vivere ugualmente bene.
Citazione di: PhyroSphera il 01 Maggio 2024, 15:11:21 PMusati dunque come marionette accusando chi di fatalismo, che di servilismo, altri trattati dalla indifferenza... secondo una visione pessimistica e violenta della realtà.
Citazione di: Jacopus il 01 Maggio 2024, 18:15:16 PMSemplicemente, determinismo e L.A. coesistono. Nella dimensione fisica il determinismo è la legge degli eventi, attraverso l'interazione delle quattro forze fisiche principali: gravità, elettromagnetismo, forza nucleare debole e forte. Qui non si sfugge al determinismo ma è possibile che non si conoscano ancora tutte le leggi fisiche sottostanti, a causa delle situazioni che si possono creare in condizioni "limite".L'unico modo per sostenere il determinismo dopo la formulazione scientifica del Principio di Indeterminazione è adottare una metafisica e concentrarsi sulla sola trascendenza, dopodiché ridurre il significato di determinazione senza cioè entrare in conflitto con la cosiddetta libertà dello spirito (infatti se c'è per mezzo la trascendenza, c'è di mezzo pure la libertà).
Nell'ambito delle società umane, il fondamento del L.A. consiste nel processo di reciproco condizionamento dato dal Sistema Nervoso Centrale di homo sapiens con la cultura. La controprova è semplicissima: basta esaminare la storia umana o singoli rappresentanti della specie. Nessun altra specie biologica e nessun fenomeno fisico mostra una così esasperata diversità di eventi: da eventi di generosità e bontà estremi ad eventi di terribile crudeltà. Siamo capaci di un repertorio di azioni enorme, frutto della nostra complessità biologica e culturale.
Il problema si presenta a causa delle precondizioni storiche del dilemma, ovvero "ridurre" la visione del mondo ad una sola delle due opzioni. Il riduzionismo è ancora piuttosto potente e deriva dal grande riconoscimento culturale ottenuto dal modello scientifico galileiano. Opporsi ad esso, ancor oggi, può essere percepito come una regressione conservatrice e reazionaria a modelli teologici, nei quali il libero arbitrio funge da "metro di giudizio" da parte del divino, oppure come metafora del liberismo capitalista. Non a caso il materialismo storico fu concepito come una sorta di passaggio meccanico ed inevitabile da uno stadio all'altro (la storia, ancora una volta, si è fatta beffe anche di questo determinismo).
Tenere salda la possibilità del libero arbitrio in un mondo che va governato da un'etica del bene è una delle tante aporie che dovrebbero essere perseguite e che rendono la vita umana così inaspettata e comunque anche "tragica". Se ci si rifugia nel divino o nel determinismo scientifico, invece tutto diventa più semplice e possiamo scrollarci di dosso il peso delle nostre scelte, abbandonando però il mandato di Ulisse, ovvero il mandato della cultura europea nel suo nucleo più profondo.
Citazione di: Ipazia il 07 Maggio 2024, 16:31:57 PMFanno carte false ideologiche per riuscirci, realizzando nel frattempo, con tutta la potenza della tecnica omologante, anche le carte vere. Guardando i comportamenti del Mondo Libero (l'altro non conta: cani pavloviani secondo la narrazione), direi che sono avanti col progetto.La neuroscienza non ha per oggetto di studio l'arbitrio. Si tentano interpretazioni da parte di molti i quali poi si convincono di avere la verità perché gli pare tutto tanto plausibile. La neurologia va di moda a discapito della psicologia perché è piuttosto materialista ed è quest'ultimo orientamento a prevalere nelle discussioni con la scienza. Ma non c'è nulla di serio nelle conclusioni: forse continuano accanitamente per piazzare pillole al posto di elargire psicoterapie. Comunque tradiscono il proprio àmbito e si fanno ciarlatani, per giustificarsi dicono di aver soltanto usato le parole altrui.