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Messaggi - Jean

#391
@ipazia: Proviene dalla vita.

... e da dove proviene la vita, riferita all'autocoscienza umana ed emergente col/nel pensiero?

J4Y
#392
... l'eleganza è propedeutica alla comprensione

... tra due fiori il più bello prevale

Nella liquidità del diveniente reale l'estetica ha un suo peso

 
Ciao Ipazia, in poche righe hai dato tre affermazioni su eleganza, bellezza ed estetica, che pur sembrando termini imparentati differiscono assai nel significato ed uso. 
Beh, un argomento enorme, di quelli che risalgono il corso del tempo e della storia umana che sovente si ritrovano nei tuoi interventi e che certamente contribuiscono al tuo centro di gravità, ritrovandoti e riconoscendoti in essi.

Anche la descrizione della tua icona attraverso figure di diffrazione che divengono concetti, acquistando o emergendo alla realtà, è una bella (ed elegante) metafora dell'azione (e pensiero) dell'uomo.

Per quanto mi riguarda mi ritrovo in questa definizione di eleganza:

Elemento o motivo di gusto o di gradevole ricercatezza, spec. nella lingua,

nel senso che le parole per me son divenute come cristalleria  da sistemare con cura nella vetrina (alias uno scritto, anche un post, perché no).

Una vetrina affollata non permette alla luce di valorizzare le peculiari qualità degli oggetti messi in mostra.

Quando leggo qualche post un po' raffazzonato che mi interessa, non curato nella grammatica e talora nell'ortografia lo ricopio e correggo prima di leggerlo, trovando strano che non sia così per tutti.

Le parole son "cose" a lor modo viventi, attraverso la cura nello sceglierle tra innumerevoli possibilità, quella e non altre.

Ben lo sa chi scrive poesie, a me accade d'impiantarmi anche per settimane su una parola che non torna e poi... miracolo (letterario) eccola presentarsi come uno di quei cerchi che hai descritto. E ben lo sai tu che ricerchi l'eleganza nei tuoi scritti. 

Spesso mi son sorpreso della tua prolificità (nello scrivere) e qui ne hai fornito una spiegazione:

La calamitina è la forza di gravità della vita individuale. Il cui peso si vince però fuori dall'individuo. Nel mondo.

rivolta all'esterno, come son rivolti oltre la propria circonferenza i cerchi anelanti l'incontro con altri (simili).

Ma donde proviene il germe del cerchio, la sillaba che diviene parola?

 
Cordialement
Jean
#393
Racconti Inediti / Re:Un luogo particolare.
08 Gennaio 2020, 21:51:52 PM
Tutto collegato, dopo col passato
lo sguardo che ho incontrato
pure il male che t'ho dato
la mia più grande pena
a te che m'hai fidato
ma poi, la schiena
alzo con vigore
e sento tutto
intriso sol
d'amore
per te
me
o
 



-        Chi è?

-        Buongiorno, sono Antonio, uno studente del professor D.B., mi aveva detto di passare oggi, è in casa?

-        Ha avuto un contrattempo e ritarderà una decina di minuti... puoi entrare ed aspettarlo.

-        Non vorrei disturbare...

-        ... oh, affatto, magari potresti fare due chiacchere con la figlia, chissà che abbassi un po' la musica, quella sì che disturba... o sei un fracassone anche tu?

-        Beh, mi piace la musica...

-        Tutti uguali voi giovani... toh, madame è uscita dal suo sottomarino giallo... Paola, fa compagnia ad Antonio sin che torna papà, devo finire la cucina prima di andarmene.
 

-        (Paola)- Tu vorresti davvero diventare un altro chimico? Ma lo conosci mio padre? Non ha altro in testa, solo la scienza e l'insegnamento... il sapere che ha rovinato il mondo!

-        ... non è che stravedo per la chimica... ma nelle altre materie avevo maggiori difficoltà... però la scienza ha portato l'uomo sulla luna, dipende come la si usa, no?

-        Ehi, la si usa per le guerre... sono quasi vent'anni che arrostiscono col napalm i vietnamiti... da che parte stai?

-        D'accordo... l'uomo fa proprio schifo, ma è la politica non la scienza... tanti scienziati, anche Einstein, si sono opposti ai militari...

-        E tu cosa fai per cambiare le cose?

-        Beh... partecipo a qualche manifestazione, mi informo...

-        ... giusto, stare alla finestra e attendere il momento per buttarsi di sotto, no?

-        Perché dovrei buttarmi?

-        Perché se non lo fai da solo prima o poi qualcuno ti butterà giù! Il mondo va così, anche il mondo di mio padre, degli scienziati e dei borghesi...

-        E tu cosa fai?

-        Mi tengo fuori dal gioco... e intanto ne costruisco uno migliore... hai detto che ti piace la musica, no?

-        Sì, e allora?

-        E allora la musica la devi vivere, con gli altri, con i colori... in libertà... allora sì che cambieranno le cose. Se saremo sempre di più nessuno ci potrà più mettere da parte... decideremo per conto nostro come vivere... hai sentito di Woodstock?

-        Sì.

-        Avremo anche noi i nostri Woodstock... conosco un sacco di gente a posto, se vuoi venire anche tu...

-        Beh, magari tra un po', sono troppo impegnato adesso...

-        Con la chimica, quella fredda e insulsa di mio padre...

-        Lui fa del suo meglio per scaldarla... ogni cosa è quello che è, anche la chimica...

-        Mio padre non te lo dirà... ma c'è una chimica che porta alla libertà...

-        ... e senza?

-        ... ci vuole troppo tempo, la nostra coscienza è troppo condizionata, una zavorra... nuoti e ogni tanto riesci a tenere la testa fuori dall'acqua ma poi il peso ti tira a fondo...

-        la libertà... con questa chimica si ottiene subito e per sempre?  

-        Ma tu saresti in grado di riceverla? Arrivi per ultimo e vuoi tutto... si fa un passo alla volta, no?

-        Allora è come per tutte le cose... bisogna vedere alla fine...

-        Perché preoccuparsi adesso della fine? Intanto vivi, percepisci e condividi una dimensione che ti tengono nascosta... voli fuori dalla gabbia e impari a non rientrarci... tieni, ti presto questo disco... Volo magico n. 1... altro che quei libracci di mio padre...

-        Grazie ma non ho il giradischi...

-        ... ma sei senza speranza! Allora la prossima volta vieni prima che lo ascoltiamo insieme... questo odore... cosa c'è in quel sacchetto?

-        ... scorze di limoni... con tuo padre domani le distilliamo in corrente di vapore per ricavarne l'essenza...


Mentre l'odore di limone si diffondeva nella stanza d'ospedale a Paola ritornò in mente quell'episodio, quando conobbe e parlò con Antonio. I ricordi non sono tutti uguali e questo si distingueva per la vividezza delle immagini e per l'odore associato... l'odore dei suoi giovani anni, in grado d'arrivare dritto al cuore.



Cordialement
Jean
#394
Citazione di: Ipazia il 05 Gennaio 2020, 15:30:27 PM
"Deploration sur la morte d'Ockegem" di Josquen Des Prez, Stabat Mater di di Pergolesi,  Matthaeus Passion di J.S.Bach, i Requiem di Mozart e Verdi,  il Requiem tedesco di Brahms.

 
Mi fa piacere (non particolarmente ma garbatamente) questo nostro incontro attraverso la musica sul tema che più mi sta a cuore...

(il primo suggerimento è imperdibile)
 
Cordialement
Jean
#395
Citazione di: green demetr il 19 Dicembre 2019, 22:54:54 PM
Ciao Jean,

ma vedi io non uso il forum come imbelletto (e come farei? la mia prosa è disastrosa). la uso nella speranza di aprire un dialogo.

In questo senso il senso di gravità permanente è sempre ECCENTRICO (come voleva il buon filosofo Bruno, ah che bello se potessi approfondire, ma rimango solo ad alcune mie intuizioni di anni fa).

E dunque per restare nella tua metafora, è forse il ballo il mio vero enigma, a quel ballo sto soggiacendo? spesso mi domando "forse non cè nessun ballo." come in questo periodo in cui all'improvviso la spinta filosofica si fa opaca. Anche se so che presto riprenderà brillantezza.

Ciao green,

non posso parlar della tua prosa ma come scrivi è del tutto originale, fuor dagli schemi (corretto quindi dir eccentrico...) a me piace e si riconosce immediatamente, come si riconoscono i contenuti che son quelli della tua vita... del "ballo" della tua vita, una danza e quindi un riposo prima del successivo, sino a... come nella canzone di Leonard Choen: Dance to the end of love.
 
Tutti soggiacciamo al  ballo... siam pagati per questo... con spicchi di mandarino epifanico,  quelli che da lontan riluccicano come scagliette metalliche e che noi, bambini di un'altra generazione attendevamo con l'acqua alla gola, assieme al tempo della fine del ballo (le festività natalizie) per finir di depredare l'alberello decorato con false monete d'oro...  dal cuor di cioccolato.

Con mio fratello le si apriva pian piano giorno per giorno, asportandone il contenuto e sostituendolo con della carta, ben attenti a conservarne la forma...

Furon tempi che pochi qui possono, per età, ricordare.

Il ballo c'è sempre ma i ballerini cambiano, si riposano... entrano ed escono.

Anche le false monete d'oro non son più eppur la festa, l'albero, ancora resiste, sino alla fine dell'amore...
 
 
Buon anno
Jean
#396
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
30 Dicembre 2019, 23:48:13 PM
In un'altra sezione del forum (https://www.riflessioni.it/logos/scienza-e-tecnologia/bob-e-alice-che-stanno-dicendo/) è stato riportato che lo shintoismo sostiene (sostiene Pereira...) che tutte le cose abbiano un'anima, comprese quelle "costruite" dall'uomo, ad esempio computer e... auto.

Appunto qui riferirò dell'anima di "ferro" della mia auto, che, come ogni cosa animata (nel modo in cui può esserlo un'auto, con i suoi dispositivi e il suo "cibo", alias benzina, nel mio caso) giunge al termine del suo precipuo viaggio.

Più che un necrologio (collegamento al film con Mastroianni)  è un saluto ad una "compagna" che ha fatto più del suo meglio per sostenermi nei 17 anni dei miei piccoli e grandi viaggi.

L'avevo acquistata nuova e sono arrivato a percorrerne 370.000 km; man mano nel tempo ne ho curato gli inevitabili acciacchi riparando o sostituendo quel che proprio serviva, per dire, con le ultime candele ho percorso quasi 170.000 Km.

Non penso sia un'auto particolarmente "ben riuscita", bensì ritengo che il rapporto che si ha con le cose (oltreché con le persone, animali ecc.) possa fare una certa differenza.

Ma, inevitabilmente, il braccio armato del destino (meccanico), sempre il tempo, alla lunga, per usura la vince.

Realisticamente mi ero chiesto quale fosse il "limite" di un'onesta vita "meccanica" e se sia sempre il caso d'insistere con "l'accanimento terapeutico", sostituendo a mo' di nave di Teseo i singoli componenti degradati.

Beh, anche i (il, quello di guida soprattutto) sedili al par dei materassi hanno perso efficacia e la schiuma uretanica man mano si sbriciola...

Per farla breve ero arrivato alla conclusione che il "limite" sarebbe stato raggiunto qualora dovessi sostenere una spesa di 2.000 euro (valeva 13.000 euro 17 anni fa) e pensavo che questo si sarebbe concretizzato con la rottura del motore, invece...

... invece ha iniziato ad impuntarsi il cambio e nonostante ne avessi fatto cambiare l'olio (con uno al top) il difetto si è aggravato seriamente, a volte bloccandosi.

Mi sono spostato di parecchie centinaia di Km per questi ultimi giorni del 2019 e arrivato a destinazione mi ero ripromesso di far sostituire i cuscinetti anteriori delle ruote.

Mentre stavo programmando il giorno utile (ancora sperando in una "guarigione" spontanea del cambio...) ecco la frizione, mai sostituita (notevole, eh...) "grattare" una, due... tre volte, segno d'essersi consumata del tutto e arrivata al "ferro" del disco.

In "sospeso" avevo anche il condizionatore, fatto riparare ma diventato sempre più rumoroso... cuscinetti da rifare o meglio sostituirlo con uno rigenerato (circa 300 euro più manodopera).

Così qualche notte fa mi è sovvenuto che in gennaio dovevo pagare il bollo di circolazione (in realtà una tassa di proprietà) e "qualcosa" dentro di me ha detto "...è ora di lasciarla andare...".

Sono convinto che in diverse occasioni mi abbia salvato la vita e sì, le ho voluto bene, talvolta accarezzavo il volante ringraziandola per la sua fedeltà.

L'avevo immatricolata il primo giorno utile di gennaio del 2003 e coincidenza domani 31 dicembre, l'ultimo utile del 2019, la accompagnerò al suo cimitero degli elefanti meccanici, piangendo qui una lacrima per la sua bella anima meccanica che, in una differente realtà, mi attenderà quando giungerà il mio momento per accompagnarmi in qualche altro viaggio...


Buon anno nuovo
Jean
#397
Buongiorno L.J.M.,

le tantissime cose che mi fanno piacere man mano hanno perso la loro presa (su di me); ne rimangono comunque molte e dovendo scegliere la mia risposta è: vivere una coincidenza (sincronicità). 

Avendone sperimentate un discreto numero (alcune sbalorditive) mi sono accorto del particolare effetto che mi producono, al momento in cui accadono e dopo. 

Ma di questo convien discutere con chi sia interessato, conferendogli un certo valore non apprezzo l'umorismo al riguardo (un mio limite, convengo).
 

Cordialement
Jean  
#398
 

La mente ha una forma, o come un liquido assume quella del contenitore?

Confido nella vostra duttilità per afferrare quanto vi propongo che non segue le canoniche vie logico-deduttive. 
D'altronde chi mi conosce forse è un po' avvezzo al mio mescolar ambiti e contenuti, ma se ciò sia una forma di duttilità della (mia?) mente che mi capita d'usar e d'esser da essa usato non saprei dirlo.

Prendiamo un'ideologia, qual che sia... che si può immaginare come una costruzione di pensiero ben organizzato... e aderitevi, fatela vostra... non direste che la vostra mente, per il tempo del soggiorno in quella costruzione, ne assume la forma, come l'acqua in un bicchiere? 

Se vi riesce difficile figurarvi  la mente come acqua, pensatela come un gas, estremamente rarefatto, che tuttavia viene attirato nella trappola del pensiero, condensandosi come traccia in una camera a bolle. 
Una  traccia che usualmente vien considerata un "nostro" prodotto.   

Uno dei motivi che accomuna tutti noi che trascorriamo un po' (o molto) del nostro tempo a lasciar la nostra traccia digitale sulle pagine virtuali del Logos, messi da parte quelli immediatamente riconducibili all'ego, è di render manifesta la forma della nostra mente imprigionandone un pezzetto sotto forma di post.

Qualcuno scrive post lunghissimi senza alcuna spaziatura, compatti... dove le parole son come pietre d'una fortezza. 

Altri intervallano corsivi e grassetti, elenchi puntati e numerati... ahimè, talora troppe maiuscole... troppo rumore.

Qualcun altro nel redigere i post cerca di conferirgli la forma dell'aforisma, quasi a privilegiare (la ricerca del) l'eleganza alla comprensione.

Il sottoscritto ama gli spazi, la rarefazione... ma qual che sia la forma della nostra mente così rivelata dai nostri scritti, qual il motivo?

Certo, per farci vedere e apprezzare o asserire la superiorità del nostro pensiero, della nostra cultura e formazione. 

A volte per toccare ed essere toccati, nel modo in cui si può farlo attraverso delle parole in scatola.

Ma forse il vero motivo è che cerchiamo di fissare, cristallizzare in tal modo  la forma della nostra mente, per renderla riconoscibile agli altri ma prima ancora a noi stessi.

Cerchiamo, come dice il titolo del topic, il nostro centro di gravità attorno al quale attirare e far ruotare il mondo... per ricavarne quel senso di sicurezza costantemente minacciato ed espunto dalla vita, dalle traversie dell'esistenza e dal braccio armato del destino, il tempo.

Strano essere, l'uomo... assediato dall'impermanente e destinato a soccombervi si ostina con la sua calamitina ad attrarre luccicanti scagliette con cui imbellettarsi per il ballo.

Beh, le scagliette sono i pensieri... ma che cos'è la calamitina?
 

Cordialement
Jean
#399
Citazione di: paul11 il 13 Dicembre 2019, 14:12:50 PM
Einstein, lettera a Solovine.

E veniamo al punto interessante. Lei trova strano che io consideri la comprensibilità della natura (per quanto siamo autorizzati a parlare di comprensibilità), come un miracolo (Wunder) o un eterno mistero (ewiges Geheimnis). Ebbene, ciò che ci dovremmo aspettare, a priori, è proprio un mondo caotico del tutto inaccessibile al pensiero. Ci si potrebbe (di più, ci si dovrebbe) aspettare che il mondo sia governato da leggi soltanto nella misura in cui interveniamo con la nostra intelligenza ordinatrice: sarebbe un ordine simile a quello  alfabetico, del dizionario, laddove il tipo d'ordine creato ad esempio dalla teoria della gravitazione di Newton ha tutt'altro carattere. Anche se gli assiomi della teoria sono  imposti dall'uomo, il successo di una tale costruzione presuppone un alto grado  d'ordine del mondo oggettivo, e cioè un qualcosa che, a priori, non si è per nulla autorizzati ad attendersi. È  questo il "miracolo" che vieppiù si rafforza con lo sviluppo delle nostre conoscenze.
È qui che si trova il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, felici solo perché hanno la coscienza di avere, con pieno successo, spogliato il mondo non solo degli dèi (entgöttert), ma anche dei miracoli (entwundert). Il fatto curioso è che noi dobbiamo accontentarci di riconoscere "il miracolo" senza che ci sia una via legittima per andare oltre. Dico questo perché Lei non creda che io – fiaccato dall'età – sia ormai facile preda dei preti

La citazione di Einsten, opportunamente riportata da paul11, evidenzia (a me) come l'opera/pensiero di una persona (una grande persona, in questo caso) non sia conosciuta esaurientemente che da ben poche persone, col risultato (vedi es. qui in Logos le discussioni/opinioni su Nietzsche) sovente di arruolarla (senza permesso) nel proprio partito.

Ma un "grande" non appartiene a nessuno e la sua opera all'umanità intera. 
Le citazioni/estrapolazioni seguono il pensiero di chi le usa, non di chi le ha prodotte.

Nel mio pensiero, ad esempio, le parole del grande scienziato possono esser interpretate anche in modo diverso e per me più ampio, che distingue l'ossessione o per alcuni  il tormento, dalla sana ed umana curiosità per lo sconosciuto:

 
Il fatto curioso è che noi dobbiamo accontentarci di riconoscere la morte senza che ci sia una via legittima per andare oltre. Dico questo perché Lei non creda che io –fiaccato dall'età – sia ormai facile preda dei preti.
 

Sempre dal mio punto di vista il "pensare e riflettere" sulla morte è il miglior  esercizio per la vita, autentico pensiero religioso che ricollega l'uomo a quanto egli ritiene sacro o divino.
 

Cordialement
Jean
#400
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
09 Dicembre 2019, 10:59:54 AM
Ho letto e visionato tanti racconti di persone che hanno sperimentato le cosiddette NDE (esperienze di pre-morte). 
Personalmente le trovo molto interessanti e dai tempi in cui se ne poteva conoscere qualcosa grazie all'opera di Elizabeth Kubler Ross ad oggi, la disponibilità di materiale al riguardo è considerevolmente aumentata ed ognuno ne può facilmente attingere per farsi la propria opinione.

Tali esperienze, per una significativa percentuale, presentano dei tratti comuni ben delineati, per sommi capi riconducibili ad un "percorso" che la coscienza dell'individuo (che, almeno nelle prime fasi, mantiene il medesimo senso d'identità della vita reale) deve compiere o è sospinta a compiere.  
Così che l'approdo in quel luogo particolare che è l'aldilà non ne è che l'inizio, un inizio che può anche invertire la direzione, altrimenti non avremmo alcun resoconto sulle NDE.

Se vi è un inizio potrebbe esservi un prosieguo (... se tu mi rispondi vuol dir che io ti chiamo...cit. ), appunto un al di là (dell'aldilà) o, per chi lo ritenga maggiormente plausibile, un repentino game-over... forse quel nulla-tutto di cui scrive bobmax.

Giorni fa la visione del film di Paolo Virzi, Ella & John, dove il protagonista patisce le ingiurie dell'Alzheimer, mi ha condotto alla seguente domanda: ammesso vi sia quel luogo particolare, quell'anticamera verso le stelle (a sentir gli antichi egizi), una persona che lo raggiunga avendo perso in vita le facoltà mentali che lo rendono un individuo agli occhi del mondo (e fin che ne ha coscienza, i suoi) le "riprende" per l'occasione o l'ha perse per sempre?

Tuttavia non di rado a tale perdita, in prossimità della morte, si sostituisce uno stato oggi maggiormente investigato, chiamato lucidità paradossa (o terminale)
Ho avuto modo d'assistere a qualche caso familiare e di sentirne rendicontati oltre la mia cerchia.
Solo un esempio per dir di un familiare che arrivato negli ultimi giorni a non parlare ed intendere, inaspettatamente si mise a farlo col figlio, per tutta la notte, revisionando innumerevoli episodi della sua vita e morendo al termine del racconto, al mattino.

Quindi ritengo che la lucidità paradossa potendo avvenire in vita perlomeno non esclude possa compiersi anche oltre, appunto in quel luogo particolare che è l'anticamera della morte irreversibile.

Ma se davvero ci attende un "viaggio" da intraprendere al termine della nostra esistenza terrena, chi riguarda, chi ne è il soggetto?

Gli antichi egizi ritenevano che oltre al corpo ci fosse un'anima composta da ben otto fattori, così che l'importanza di quello riconducibile all'io (forse Ren, il nome proprio) risulta alquanto diluita.
Pur potendosi solo far congetture riguardo codesto sfuggente "IO", tanto che venne coniata l'espressione del "fantasma nella macchina", oppure negarne l'esistenza in virtù di ragionamenti giustificati dal proprio (o altrui) percorso logico,  tuttavia l'impressione in un senso o nell'altro è che si tratti o venga trattato come una entità (o fenomeno) integra, univoca.

Comprendo che già la difficoltà d'aversi una visione, un modello riguardo all'atomo si accresca enormemente entrandovi  e trovar particelle che a loro volta son contenitori... e così via.
Per dire che oltre a corpo e mente la maggior parte delle persone ammette (o tollera) per ipotesi, fede o esperienza, il solo termine "spirito" e forse per amor di semplicità (ed evitarsi complicazioni) tendono ad escludere una ulteriore frammentazione di quest'ultimo.

Se invece "le cose dello spirito" fossero ben più variegate (forse) si potrebbe individuare l'eventuale astronauta che da quel luogo particolare sia in grado di lasciarsi alle spalle Giove (e il nostro sistema solare, alias l'identità umana) per proseguire il viaggio e giungere alla fine dell'odissea.  
 

Cordialement
Jean
 

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1552526019300950
https://www.alzheimer-riese.it/contributi-dal-mondo/ricerche/4223-mente-umana-e-coscienza-al-momento-della-morte
http://www.filosofiaescienza.it/le-esperienze-pre-morte-cose-la-coscienza/
#401
Racconti Inediti / Re:Un luogo particolare.
03 Dicembre 2019, 22:12:29 PM
-... salve, purtroppo si può dire che era una gran bella macchina...

-Beh, sempre che ne valga la pena si potrebbe riaggiustare...

-Sì, certo... sostituendone metà più il motore... mi sa che costa meno prenderla nuova.

-Eh, ma non sarebbe la stessa... la stessa nave di Teseo, conosci la storia?

-Sì, coincidenza una volta ho partecipato ad una discussione in cui ci si chiedeva, quando ogni singolo pezzo fosse stato sostituito, se ancora si potesse considerare tale... di Teseo, appunto.

-Un bel quesito filosofico... la tua risposta?

-Beh, se la nave di Teseo fosse solo materia... direi di no, un oggetto fatto con materia del tutto nuova non sarebbe diverso da una riproduzione, una copia.

-E una copia potrebbe ingannare, come per certi quadri famosi... o le banconote false. Però sin che non si scopre l'inganno... la cosa funziona, no?

-Certo, ma la nave è associata a Teseo, come le banconote e il quadro falso al falsario...  se viene a mancare la corrispondenza...

-... si accede ad una differente realtà, dove l'uguaglianza A = A  può esser violata...  

-Beh, nella vita reale non accade facilmente che si passi da una realtà ad un'altra... intendevo che la mancanza di corrispondenza è una questione intellettuale, di logica... agli effetti pratici, materiali, la copia, tanto più se perfetta, funziona come l'originale.

-Allora la nave o questa macchina è meglio ripigliarle nuove se  non conviene aggiustarle... però dicevi "se" fosse solo materia... hai dei dubbi?

-Beh, la materia è inerte...

-Eh no, può sempre reagire se si verificano determinate condizioni: specie chimiche, potenziali... ma forse pensi a qualche altro tipo di "reazioni", dico bene?

-Dici bene, rimanendo sull'auto... ci sono un sacco di storie di auto e proprietari che hanno stabilito una sorta di simbiosi, per dirne una diffusa: auto che resistono a chilometraggi lunari e che letteralmente si sfasciano nel momento in cui vengono vendute...

-Già, come se venendo a mancare la "corrispondenza" i due soggetti - il proprietario e l'auto – rientrassero ognuno nella propria realtà. Il "sodalizio", se si può dir così, cessa.  

-Come potrebbe accadere a me... il portiere dice che sono un "possibile temporaneo" e se ritornassi nella realtà associata al mio corpo, là in quel letto d'ospedale... beh, comincia a piacermi qui, senza la materia...

-Capisco, anch'io sono qui da poco e sto molto meglio di prima... ma sono "in transito", sinché terminerò una faccenda che ancora mi lega - mi corrisponde - alla realtà materiale... ma dimmi dell'auto, che è quell'adesivo?

-Bello eh? L'ho ideato e realizzato da me... vendo prodotti per la pulizia, una mia formula a base di essenza di limone... e finalmente stavo ottenendo dei buoni risultati di vendita...

-Eh già, spesso le mosse migliori si fanno alla fine della partita... anche se normalmente vincono quelli che le fanno all'inizio... oh, il bagagliaio è aperto... e quei bidoni?

-... il mio tesoro, il concentrato del mio prodotto... accidenti, un po' di dispiacere lo provo, eh... non per vantarmi ma non ce n'era più per la concorrenza...

-Ah... sei proprio in gamba, come ci sei arrivato?

-Merito del mio professore di chimica, D.B. che mi ha sempre dato fiducia, sostenuto... e alla fine anche il mio albero è riuscito a far frutti.

-Beh, fammi almeno sentire l'odore, adoro i limoni...

-... ma... non so come fare... come dici tu è un'altra realtà, le mie mani non l'afferrano...

-Sì, la densità della materia lo impedisce... ma tu hai memoria di quell'essenza...

-... non la trovo...

-Non "qui"... devi prenderla dal tuo corpo fisico, con la volontà...

-E come si fa?

-Semplice... serve un "aggancio"...

-Che sarebbe?

-Un motivo... di solito una persona. Vedo che ne hai ben tre in visita...

- Anna, Roberta e Paola, la figlia del professore... e adesso?

-Adesso "guardale" con gli occhi... li hai aperti ma non vedono...

-Non funziona... non vedo nulla...

-Non sforzare... immagina di fare loro un regalo... se c'è una corrispondenza una sentirà quel profumo e lo sentirò anch'io...

-Ma funzionerà?

-Sta già funzionando... vedi, qualcuno sta spostando i tuoi bidoni, da quello incrinato  fuoriesce il liquido e le molecole gassose si diffondono... tutto è collegato, anche le differenti realtà...


Cordialement
Jean
#402
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
22 Novembre 2019, 18:58:40 PM
Citazione di: Phil il 19 Novembre 2019, 19:10:18 PM
Mi permetto di parassitare inadeguatamente i versi di Jean:

«C'è un segno che distingue l'ombra dalla luce
un segno che separa il fiume dalla sponda,
un altro rende il senso quando ti traduce
in parola scritta il mister che ti circonda»
e pare allora che il trambusto si riduce
al mite silenzio in cui tutto sprofonda.

«Ampio come fiume, sottile qual capello
il vento lo cancella e l'acqua lo scolpisce
pur se l'ama, come statua il suo scalpello
cui deve la forma che il pubblico stupisce»
ammaliata folla accalcata in gran ostello
la cui permanenza come inizia, così finisce.

«L'imago vede il marmoreo manufatto
cinto qual corona da innumerosi tocchi
a trar la vita mentre il blocco vien disfatto
e infin uscirne dall'iride degli occhi»
che misterioso è l'autore d'ogni impatto,
come se l'ignoto fosse in cerca di balocchi.

«Anche c'è un segno quando s'appressa il tempo
per quelli che cercano la rima di chiusura,
chi avanti di gettar la lega nello stampo
l'abbia ben pulito per bloccare la morsura»
chi percorre assorto il suo ultimo campo
per dar vita al perenne ciclo della natura.

«Orbene questa traccia ci lega tutti quanti
qual filo dell'ordito sul qual cresce la trama
di magici color che lo spazio tien distanti
intanto che la notte affilerà la lama»
e se ci vorran giorni, anni, oppure istanti,
c'accoglierà l'abbraccio della paziente dama.

«Uno dopo l'altro veniam colti dall'ignoto
ma uno dopo l'altro da esso proveniamo,
se v'è inizio e fine allora non è vuoto,
se tu mi rispondi vuol dir che io ti chiamo»
e se restiamo muti e indugiamo un poco,
sarà nell'attesa il senso che cerchiamo?

Mio caro Phil, onorato d'aver stimolato la vena creativa ch'è in te, rifuggo la parola "parassita" per sostituirla con "simbiosi".
Ed invero nel legger le tue gradite rime mi son accorto che due miei versi non erano di 14 sillabe (come son tutti).
Così mi hai fatto un piacere, potendo rimediar la situazione... e visto che c'ero ho rimaneggiato un po' i tuoi nella cadenza, portandoli anch'essi a 14 sillabe (correggendo una rima).
Questo è il risultato della nostra simbiosi... scriver della morte sfiorandola con grazia...
 

C'è un segno che distingue l'ombra dalla luce
un segno che separa il fiume dalla sponda,
un altro rende il senso quando ti traduce
in parola scritta il mister che ti circonda
e par allora che il trambusto si riduce
al mite silenzio in cui tutto sprofonda.
 
Ampio come fiume e sottile qual capello
il vento lo cancella e l'acqua lo scolpisce
pur se l'ama, come la statua lo scalpello
cui deve la forma che il pubblico stupisce,
ammaliata folla accalcata nell'ostello
il cui permaner s'inizia e poi finisce.
 
L'imago vede il marmoreo manufatto
cinto qual corona da innumerosi tocchi
a trar la vita mentre il blocco vien disfatto
e infin uscirne dall'iride degli occhi
che misterioso è l'autore dell'impatto,
quasi l'ignoto fosse in cerca di balocchi.
 
Anche c'è un segno quando s'appressa il tempo
per quelli che cercano la rima di chiusura,
chi avanti di gettar la lega nello stampo
l'abbia ben pulito per bloccare la morsura,
chi percorre assorto l'ultimo suo campo
per dar vita al perenne ciclo di natura.
 
Orbene questa traccia ci lega tutti quanti
qual filo dell'ordito sul qual cresce la trama
di magici color che lo spazio tien distanti
intanto che la notte affilerà la lama.
Se ci vorranno giorni, anni oppur istanti,
c'accoglierà l'abbraccio della paziente dama.
 
Uno dopo l'altro veniam colti dall'ignoto
ma uno dopo l'altro da esso proveniamo,
se v'è inizio e fine allora non è vuoto,
se tu mi rispondi vuol dir che io ti chiamo.
Ma nel restare muti ed indugiar nel moto
sarà in quell'attesa il senso che cerchiamo?


 
Cordialement
Jean
#403
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
19 Novembre 2019, 17:29:33 PM
Citazione di: paul11 il 19 Novembre 2019, 16:20:31 PM
Il nulla è da dove veniamo, il presente è l'esistenza, il nulla è dove andremo?
E questo avrebbe un senso logico,esistenziale, intuitivo?
Che senso ha : ?-esisto-?. Nascita e morte interrogativi e in mezzo l'esistenza?
Chi accetta questa non-logica, non solo ha demolito i paradigmi, ma anche se stesso.

Tutto si trasforma affinché nulla è? Appunto il nulla.
Noi veniamo dal nulla e torniamo nel nulla, e intanto appariamo? Non è la scienza degli apparati
sensitivi amplificati, di microscopi e telescopi che può dare risposte.
Che senso ha una vita fra due punti interrogativi: quale morale, etica, che senso ha gioire e soffrire se dal nulla torniamo? Ma dire nulla come luogo da dove veniamo e torniamo non è più il nulla , è qualcosa, e dire che tutto si trasforma è come dire che ciò che appare non-è, perché non apparirà per sempre per divenire cosa? Un'altra cosa fuori di sé?Un è che non-è.?

Ogni cosa ha un senso, persino la nostra ignoranza. La morte è solo un tempo, come una stagione.

C'è un segno che distingue l'ombra dalla luce
un segno che separa il fiume dalla sponda,
un altro rende il senso quando ti traduce
in parola scritta il mister che ti circonda.

Ampio come fiume, sottile qual capello
il vento lo cancella e l'acqua lo scolpisce
pur se l'ama, come statua il suo scalpello
cui deve la forma che il pubblico stupisce.

L'imago vede il marmoreo manufatto
cinto qual corona da innumerosi tocchi
a trar la vita mentre il blocco vien disfatto
e infin uscirne dall'iride degli occhi.

Anche c'è un segno quando s'appressa il tempo
per quelli che cercano la rima di chiusura,
chi avanti di gettar la lega nello stampo
l'abbia ben pulito per bloccare la morsura.

Orbene questa traccia ci lega tutti quanti
qual filo dell'ordito sul qual cresce la trama
di magici color che lo spazio tien distanti
intanto che la notte affilerà la lama.

Uno dopo l'altro veniam colti dall'ignoto
ma uno dopo l'altro da esso proveniamo,
se v'è inizio e fine allora non è vuoto,
se tu mi rispondi vuol dir che io ti chiamo.


La morte è uno dei miei interessi... quello cui dedico numerosi momenti di riflessione durante il giorno (sin che avrò la fortuna di viverne).
Realizzato che ogni discorso non ne scalfisce il mistero, personalmente ho trovato maggior soddisfazione con un differente approccio, quello poetico.
Il post dell'amico paul11 (forse) presenta delle affinità con questa mia poesia così ho sentito di unirli, cogliendo l'occasione per salutarlo.

(PS – la poesia è collegata ad un disegno – di Michelangelo – e chi fosse interessato può visionarla qui: https://www.lamacchinadiluce.com/2019/07/madonna-gennaio-2017.html  )


Cordialement
Jean  
#404
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
17 Novembre 2019, 11:20:17 AM
@Ipazia - Tutto molto bello. Peccato che manchi la dimostrazione sperimentale. Dei miei cari morti a cui chiesi di venirmi a dimostrare che sbagliavo, nemmeno l'ombra. Certo potrebbero essere in una dimensione e forma a me irraggiungibile. Ma anche di questo manca qualsiasi straccio di dimostrazione.
 

Ci sono dimostrazioni che è possibile far avvenire nei laboratori ed altre che li sfuggono, forse solo per il momento perché la ricerca in tutti i campi prosegue e non è detto un domani non possa raggiungere ambiti sinora preclusi.

Nel frattempo, quand'è possibile nutrire fiducia che il nostro prossimo non sia un bugiardo, un millantatore o manipoli ricordi veri o presunti tali per qualche fine (non onesto) si può ricorrere al suo "laboratorio" di vita per trarne delle indicazioni/suggerimenti, non certo delle regole, perché quello è l'ambito della scienza che le ottiene applicando il suo (famoso) metodo, mentre del genere di argomenti di cui parliamo nessuno ha mai dato esaustiva dimostrazione pubblica di poterli riprodurre.

La mia sensazione è che l'intenzione della riproducibilità, che altro non è che il desiderio (espresso in termini scientifici) di possedere e in ultima soggiogare la natura, confligga con la loro manifestazione, impedendola. Il che mi pare buona cosa, poiché di buone intenzioni...
 

Il maggiore dei miei zii paterni aveva delle qualità non comuni e prendendo spunto dalla citazione riporto un evento che coinvolge lui e la mia famiglia.

Egli nutriva una grande fede sulla quale modellò la sua vita, rinunciando a situazioni che son già un anticipo di paradiso qui in terra. Poteva avere tutto e scelse di non avere nulla per mantenere la purezza della fede cui si affidò.

Aveva un rapporto privilegiato con mio padre, il minore dei suoi fratelli, a cui trasmetteva con l'esempio la solidità del suo convincimento. 
Durante una conversazione mio padre chiese al fratello (sapendolo gravemente ammalato) di fargli una promessa: confermargli che l'aldilà corrispondesse a quello che gli aveva descritto. Mio zio promise.

A mia madre, che non sapeva nulla di quella promessa, poco tempo dopo la morte una notte si presentò (in un sogno alquanto particolare) mio zio: 

digli al R.(soprannome col quale chiamava il fratello) che è tutto vero quello che gli avevo detto. 

Riferito il sogno a mio padre ne fu grandemente impressionato.

 
Cordialement
Jean
#405
Racconti Inediti / Re:Un luogo particolare.
13 Novembre 2019, 12:22:49 PM
6)
 
-        ... purtroppo non c'era alcun errore... come dicevo sei giunto a destinazione.

-        ... ora ricordo... l'animale!

-        Quale animale?

-        In autostrada ... dal nulla è sbucato all'improvviso un cinghiale enorme... ho sterzato quel che ho potuto e ce l'avevo fatta... ma poi l'auto è scivolata via...

-        ... sei passato sopra una macchia d'olio e con quell'angolo non hai potuto controllare l'auto. Beh, non è stato un colpo di sonno...

-        Te l'avevo detto, sono esperto... ma accidenti, proprio un cinghiale mi doveva capitare!

-        Già... circostanza insolita... ti ricordi com'era il cinghiale?

-        Enorme... e mi pare fosse proprio bianco... forse era sporco di fango secco.

-        Ah... adesso si spiega... niente bonus, sei un possibile temporaneo...

-        Possibile temporaneo... e che è?

-        Una persona che ha una piccola possibilità di ritornare...

-        Ma allora non sono morto?!

-        No, non ancora... ma stai messo male, eh... il tuo corpo, intendo.

-        Come ho visto l'auto... posso "vedermi"?

-        Certo, guarda là...

-        Accidenti... con tutte quelle bende sembro una mummia... sicuro che sono io, cioè... che è il mio corpo?

-        Sicurissimo... vedi, ci sono delle persone che sono venute a trovarti, le riconosci di sicuro...

-        Anna, mia sorella... e Roberta, quella dell'appartamento. E l'altra chi è?

-        La figlia di D.B., Paola.

-        Ah... Paola... com'è cambiata...

-        La conoscevi?

-        Beh, quando andavo dal professore, per i libri... ci ho fatto solo qualche parola... era, come dire... troppo "oltre" per me...

-        Capisco, in effetti lo era... l'avessi frequentata ti avrebbe portato su una strada pericolosa... anche quella con scarse possibilità di ritorno alla vita precedente.

-        Ma una possibilità adesso ce l'ho?

-        Sì, ce l'hai... merito del cinghiale bianco...

-        Ma come... è stato a causa sua che ho deviato la traiettoria!

-        Appunto... non l'avessi fatto, le conseguenze sarebbero state letali, la macchia d'olio ti avrebbe scarrocciato sulla destra... una scarpata di centinaia di metri...

-        Ma codesto cinghiale... da dov'era venuto?

-        Da un'altra realtà... ce ne sono molte.

-        Cioè... come funziona?

-        Come dei libri... in uno c'è la storia che vivi tu, la tua narrazione e in un altro magari la narrazione di un cinghiale bianco che fa la sua apparizione nel mondo... e poi qualcosa dice a qualcuno di metterle insieme, intersecarle in un punto preciso... e il disegno cambia, il destino cambia... un piccolo dettaglio e il panorama diventa differente.

-        E ci si può spostare tra queste differenti realtà?

-        È un'evenienza molto, molto rara... perché vorresti farlo?

-        ... per sapere chi è quel "qualcuno" che mi ha mandato il cinghiale...

-        Bravo, hai capito come stanno le cose... cerca qui attorno e lo troverai...

-        ... qui attorno... un aiutino..?

-        Guarda, qualcuno sta girando attorno alla tua auto




Cordialement
Jean