@Green
Non c'è bisogno di ricorrere all'estensione dell'anima per contenere l'infinito se la sua definizione è finita.
Sono formalista, anche se non bravo, perché non vedo in che altro modo si possa esercitare la ragione.
La ragione però è solo la mola, ma ognuno può scegliere poi quale lama arrotare.
Un minimo di coerenza comunque è richiesto.
Ma immagino sia stata una tua svista scrivere che assoluto è ciò che è destinato a perire.
Per me gli unici assoluti sono quelli che si possono solo ipotizzare, compresa la realtà che considero come ipotesi necessaria, ed è su queste cose che, non nascono e non periscono, ma si pongono e si tolgono , che si applica la ragione.
Succede poi che a volte si pongono senza più toglierle da sembrare una fede, e ci può pure stare, e anzi credo che la capacità di credere sia la nostra migliore capacità, senza la quale la ragione girerebbe a vuoto. Però non sempre abbiamo coscienza di ciò su cui poniamo fede, e da ciò penso derivi l'intuito, come ragionamento che agisce in incognito.
L'assioma della mia filosofia infatti è che ciò che si può con uso di coscienza si può fare anche senza, perciò non conviene abusare troppo dell'intuito, perché non si sa' bene cosa si sta facendo, e quando si esagera alla fine il nostro pensiero si trova sul baratro del pensiero, e alcuni qui mi pare godano ad arrivarci come se avessero una dipendenza da senso di mistero e di meraviglia.
Non c'è bisogno di ricorrere all'estensione dell'anima per contenere l'infinito se la sua definizione è finita.
Sono formalista, anche se non bravo, perché non vedo in che altro modo si possa esercitare la ragione.
La ragione però è solo la mola, ma ognuno può scegliere poi quale lama arrotare.
Un minimo di coerenza comunque è richiesto.
Ma immagino sia stata una tua svista scrivere che assoluto è ciò che è destinato a perire.
Per me gli unici assoluti sono quelli che si possono solo ipotizzare, compresa la realtà che considero come ipotesi necessaria, ed è su queste cose che, non nascono e non periscono, ma si pongono e si tolgono , che si applica la ragione.
Succede poi che a volte si pongono senza più toglierle da sembrare una fede, e ci può pure stare, e anzi credo che la capacità di credere sia la nostra migliore capacità, senza la quale la ragione girerebbe a vuoto. Però non sempre abbiamo coscienza di ciò su cui poniamo fede, e da ciò penso derivi l'intuito, come ragionamento che agisce in incognito.
L'assioma della mia filosofia infatti è che ciò che si può con uso di coscienza si può fare anche senza, perciò non conviene abusare troppo dell'intuito, perché non si sa' bene cosa si sta facendo, e quando si esagera alla fine il nostro pensiero si trova sul baratro del pensiero, e alcuni qui mi pare godano ad arrivarci come se avessero una dipendenza da senso di mistero e di meraviglia.