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Messaggi - InVerno

#3901
Attualità / Re:Il meno peggio
13 Febbraio 2018, 09:26:29 AM
Citazione di: baylham il 13 Febbraio 2018, 09:10:09 AMHo la convinzione che non ci sia un bene o un interesse del paese. Forse qualche scelta può essere unanimemente condivisa da tutti i cittadini, ma la politica riguarda le scelte conflittuali, dove gli interessi ed il bene di singoli, di gruppi, di classi confliggono con quelli di altri.
Hai ragione, mi sono spiegato male, mi riferivo alle conseguenze sulla qualità della classe politica, l'abbassamento o l'innalzamento dell'asticella del valore politico di un paese, nel caso di specie, l'affermazione o meno della demagogia e del populismo; il continuo sdoganarsi di costumi, comportamenti, dialettiche, solo perchè il resto appare peggiore.
#3902
Attualità / Il meno peggio
09 Febbraio 2018, 15:47:57 PM
Dopo tanti (chi più chi meno) anni passati ad ascoltare le campagne elettorali del bel paese, è il momento di dare un giudizio definitivo riguardo ad una pratica tanto popolare quanto ostentata e publicizzata , quella del famoso voto "turandosi il naso" (altrimenti decidono gli altri, semicit). La domanda secca è quindi la seguente:


Votare per il meno peggio, porta il paese al meglio o al pessimo? *


* E' lecito dare risposte diverse differenziando il breve ed il lungo periodo.
#3903
Citazione di: loreT815 il 06 Febbraio 2018, 15:51:44 PML'umanità ha problemi di odio necessario. La sociologia e la psicologia dell'uomo ci dicono che cose come auschwitz sono naturali, che l'uomo è portato a fare cose così.
Davvero?Fonti? Io suggerisco questo per iniziare, che perlomeno evita concetti come "natura dell'uomo"  https://press.princeton.edu/titles/10921.html
#3904
Ecco, proprio ciò che è successo alla filosofia (la cui sezione come puoi vedere evito) è ciò che temo succeda alla spiritualità, perchè in gran parte penso che ciò sia accaduto perchè essa è stata imbrigliata nelle facoltà, nella mediocrità statale, che sfornano in gran numero esperti di storia della filosofia, ma ben pochi filosofi. Immagino già con disgusto il laureato in spiritualità statalizzato, capace di citare a memoria Buddha o Tommaso, ma della stessa sensibilità emotiva di una pietra. Sai cosa, penso che il punto principale della mia critica alla tua posizione, è che mi piace immaginare la spiritualità come qualcosa di selvaggio, qualcosa di libero dallo stato, dalle materie, dalla didattica, dalle enciclopedie, dagli esperti, dalle lezioni, dagli esami, dalle correzioni, dalla "risposta giusta" dello stato. Mi piace vedere alla spiritualità come a quel magma in subbuglio, troppo caldo per essere maneggiato, che solo eventualmente per qualche lapillo si raffredda e si "specializza" in qualcosa di educabile (come potrebbe essere la teologia) ma rimane caldo e incommensurabile. La fortuna della spiritualità è ancora che viene considerata inutile (davvero), non come la filosofia che si professa inutile, ma qualcuno un utilità ce l'ha vista eccome, ed ecco come è andata. Proprio perchè la didattica ha torturato la filosofia fino alla sua tragica morte per asfissia, vorrei che almeno la spiritualità rimanesse libera dallo stato, che rimanesse fedele al suo etimo e al suo pathos, perchè ancora troppa tristezza mi colpisce quando passo accanto alla lapide della filosofia, non ho ancora elaborato completamente il lutto....
#3905
Non penso sia vero che una dimensione, o propensione, spirituale esista in tutti (ma questo dipende molto dalla definizione d'essa). O perlomeno esiste in forme cosi diverse da non renderla assimilabile e passibile di un sistema unificato come quello dell'educazione di massa. Allo stato delle cose  attuali è anzi una rarità, ma non escludo che società diverse siano in grado di spingere verso risultati diversi e mi rendo conto di ciò che presumi immaginandola inserita nel sistema educativo. Al contrario chi decide di prendere un cammino spirituale solitamente decide i termini attraverso la quale essa si manifesta (con anche un certo grado di fantasia, come avevo fatto notare riguardo alla logica), raramente essa "cala dall'alto" come ad esempio si vorrebbe costringendo  alla partecipazione a riti iniziatici (tipo battesimi) o sociali (tipo congressi). Conosco persone che hanno cercato di accrescere o anche solo entrare in una dimensione spirituale della vita provandole tutte, eventualmente riusciendoci solamente appieno nel più inaspettato dei modi (guardando fuori dalla finestra?). Nonostante molte (non tutte) le persone che perseguono una dimensione spirituale si ostinino per facilità ad ascrivere il bisogno spirituale a partire da un evento biografico(comumente drammatico se non tragico, o comunque di instabilità emotiva) non penso la nascita del bisogno spirituale possa ascriversi ad un singolo evento o ad un concatenamento di essi e anche per questo non penso possa essere riprodotto in maniera "scientifica" o perlomeno empirica. Non vorrei parlare di "predestinazione", ma quando le variabili sono cosi complessamente intrecciate la nostra volontà (o quella di un ente terzo) sono in realtà pateticamente irrilevanti.  Sebbene spiritualità e intelligenza non siano sinonimi, penso che una scuola che si preponga come obbiettivo la stimolazione della dimensione spirituale sia non dissimile da una scuole che si prepone di accrescere l'intelligenza degli studenti. E' un intento tanto nobile quanto illusorio, o anche illusionistico (perchè dalla delusione dell'insuccesso nasce la finzione del successo, la stessa che vorrebbe "salvati" tutti quelli che partecipano all'evento X). E' tuttavia vero, che seppur la vita di tanti bambini a mio avviso rimarrebbe pressochè inalterata, sarebbe perlomeno utile per riportare la spiritualità ad un ruolo culturale "riconosciuto", e questo perlomeno va dato atto sarebbe un passo che potrebbe avere inaspettati e imprevedibili risultati positivi. Ma ancora questo non è il quadro completo..
#3906
Tematiche Spirituali / Re:Buddismo oggi...
31 Gennaio 2018, 14:51:14 PM
Citazione di: Sariputra il 30 Gennaio 2018, 16:05:09 PM:D ( ma cercati una brava figliola buddhista, no?...)

No! Cribbio (sic!)
A parte che son ben "sessuate" altrochè, e fortunatamente si tolgono le scarpe solo per le foto su instagram (altrimenti avrebbero i miei stessi calli orripilanti di chi cammina nei boschi senza scarpe) ma essendo che vivo il terzo mese in solitudine perchè la mia partner ha deciso per l'ennesima volta di trovare se stessa in indocina (sisi, ridete delle mie corna, capita a tutti) , io consiglio di evitare! O meglio dipende dall'età, superati i cinquanta forse è meglio un rapporto pacifico e accogliente, ma prima (caso mio) è molto più stimolante qualcuno dell'altra sponda. Insomma a questa marocchina dovevi rispondere per le rime, non per fare di tutta l'erba un fascio ma mi è capitata un esperienza che pare assolutamente eguale a quella da bluemax descritta, e ho passato alcune delle serate più intellettualmente stimolanti della mia vita. Se ti arrendi a "il corano è verità" ti arrendi facile, c'era del buono, dovevi scavare e sopratutto scandalizzare.. Accasare invece è tutta un altra cosa, in quel caso è meglio che sia della tua sponda. In fondo ci hai raccontato di quel che non cerchi ma non di quello che cerchi!
#3907
Citazione di: Angelo Cannata il 30 Gennaio 2018, 12:06:15 PM
Mi sembra ovvio che la spiritualità sia l'uno e l'altro.
Per me non è ovvio per niente, ma sono d'accordo con te, e di questa sfuggevolezza e travalicazione delle categorie la spiritualità si è sempre marcata rendendosi impossibile da inquadrare o quasi, figurarsi insegnare. Non lo so, ci ho pensato ieri sera ma non sono venuto al dunque del perchè la tua idea non mi convince, perlomeno esposto in maniera asciutta e comprensibile. Depongo perciò, amichevolmente le "armi" e mi dichiaro "sconfitto" :)
#3908
Vale la pena citare (e lo farò spudoratamente da wikipedia, non me ne vogliate) Carmelo Bene
L'erotismo è quanto di romanticamente stupido ci possa [essere]... appartiene all'io... [...] ...il plagio reciproco nella irreciprocità assoluta.  [...] Il porno invece ... non è più il soggetto in quanto oggetto squalificato ma [...] è starsi da oggetto a oggetto, non da soggetto a soggetto. Il porno si instaura dopo la morte del desiderio... - morto sacrificato eros - l'aldilà del desiderio. Quando tu fai qualcosa al di là della voglia, la voglia della voglia, questo è il porno. È una svogliatezza [...] il porno è il manque, è quanto non è, è quanto ha superato se stesso, è quanto non ha voglia...
E lo cito solamente, per ricordare che il porno non è solamente la pornografia, è l'osceno tutto.
#3909
Tematiche Spirituali / Re:Buddismo oggi...
30 Gennaio 2018, 16:04:36 PM
L'accusa di ignavia è il colmo che devi sopportare per avere una vita spirituale (non importa se buddista) possibilmente equidistante dalle diverse impellenze materiali, prenditela a ridere perchè non c'è soluzione, ti perseguiterà fino alla bara, la gente non sopporta di dare il sangue per cose ,caricarle di significato, e vedere un tizio con la pagliuzza in bocca poco di la, è normale. Magari ti prendi in carico (almeno filosoficamente) questioni molto più gravi, ma se non dai il sangue per quello che da un altro non sei "noi" ma sei "altro", e perciò sei fuori. Al massimo chiediti se non sei tu ad ostentare certi atteggiamenti per aderire ad un archetipo buddhista, quella si che sarebbe una fregatura che ti deluderebbe più avanti. Assodato ciò, sei chi sei e non ragionar di loro ma guarda e passa. Una partner si trova, la troverai, certo che se vai a cena con islamici praticanti un po te le cerchi da solo :)
#3910
Se vogliamo parlare di questo tema dobbiamo decidere se la spiritualità rientra nel campo dell'istruzione (instruere, mettere dentro) o dell'educazione (educere, tirare fuori), perchè uno è compito della scuola e l'altro (in teoria) dei genitori, ed è una divisione forse un po dimenticata ma importantissima dal punto di vista pedagogico... ma anche dal punto di vista dei risultati che otterrai con la tua idea. Perchè certe cose non si possono istruire ma vanno educate, e fare il contrario significa avere un significato viziato (che è la stessa affermazione tua riguardo alla religione). Quindi dimmi, tu pensi che la spiritualità possa essere istruita, inserita nel cervello, a scuola? Oppure va tirata fuori dallo "spirito" della persona?
#3911
Al di la della risposta che mi desti (che non riesumo nonostante sarebbe interessante, anche se penso che nel caso tuo che parli di logica come problema quasi linguistico-lessicale è un problema inerente la religione e non la spiritualità, che non ha in realtà un vero e proprio lessico stabile) penso che l'ipotesi di una spiritualità scientifica sia da scartare nel caso in cui essa si intenda come cammino spirituale svolto secondo metodologie scientifiche. In questo caso si va incontro al solito problema che è stato affrontato più volte in altra sezione a cui non ho partecipato per il semplice fatto che la scienza studia l'oggetto, e quando si mette a studiare il soggetto (la coscienza) va quasi sempre a finire in un vicolo cieco dove al massimo si possono avere interpretazioni quasi autoriali (psicologia freudiana, junghiana etc) ma non scientifiche.
Diverso è dire che la spiritualità può prescindere dalla scienza, o comunque da tutto quel bagaglio culturale di conoscenze "certe" che danno vita al nostro costrutto esistenziale, a come intendiamo il mondo. Un percorso spirituale serio non può partire per esempio dall'idea che ci siamo evoluti dalle farfalle, e trarre conclusioni partendo da questo tipo di ipotesi.
Altro caso ancora di spiritualità scientifica è: trarre dalle conoscienze scientifiche, trattate con la cautela necessaria proporzionata al grado di incertezza, una dimensione spirituale. Questo è sicuramente un campo interessante, perchè questa contrapposizione tra una spiritualità emotiva e passionale e una scienza fredda e calcolatrice è stato imbastito da chi voleva denigrare la scienza come portatrice del nulla e ancora oggi sopravvive. In realtà le conoscienze scientifiche possono essere un viatico eccezionale per una dimensione spirituale matura. Avevo già aperto una discussione riguardo all'osservazione delle stelle (senza tuttavia alcun rimando a questioni di oroscopo o corpi astrali) e come da essa possa aprirsi una dimensione spirituale, e credo tutt'oggi che sia uno dei pilastri del perchè la spiritualità sia iniziata innanzitutto. Spiace per tutti i religiosi che leggono, ma il cespuglio in fiamme che parla a Mosè scompare di fronte alla conoscenza di un luogo dell'universo dove la materia e la luce si riorganizza (buco nero). Sapere dell'esistenza di un evento simile (e altri ancora) arricchisce la nostra spiritualità
perchè ci fornisce informazioni essenziali riguardo allo svolgimento della materia che compone noi stessi.
Altro esempio facile potrebbe essere la famosa affermazione di Sagan che siamo tutti "polvere di stelle", nel senso gli elementi che ci compongono sono nella maggior parte la spazzatura dell'universo (nel senso che sono estremamente comuni) e questo ci aiuta per esempio a collocare noi stessi e magari a toglierci da "certi piedistalli" di uomini di natura quasi divina. Ma allo stesso tempo ci racconta che gli elementi più rari che ci compongono potevano essere creati solamente alle temperature di una stella, e che quindi siamo "polvere di stelle", e lo possiamo affermare in maniera certamente "romanzata" ma con un background
scientifico di tutto rispetto. E sapere di essere polvere di stelle, non è forse una rivoluzione spirituale? Un collegamento tra noi e i meandri più lontani e inconosciuti dell'universo, un viatico verso un panteismo scientificamente accettabile?
#3912
Tutti siamo "del mondo", Gesù più degli altri, checchè fossero le sue intenzioni, lo è diventato più di tutti gli altri messi insieme, e che questo sia il suo "sacrificio" pare un interpretazione alquanto tirata.
Ho letto recentemente l'intervista a quel eremita vissuto 27 anni nei boschi.  Lui dice "Qualcuno mi vorrebbe confuso e accogliente, pieno della saggezza amichevole dell'eremita.  Pronto a sbrodolare dal mio rifugio frasi da biscotto della fortuna" E forse qualcuno vorrebbe così anche Gesù, ma l'eremita si confronta anche con il "modello-maestro" Thoreau che scriveva "Non prima di aver perso il mondo, cominceremo a trovare noi stessi" (ricorda qualcosa?) ma lui dice "dilettante, impacchettare i pensieri di un uomo in un prodotto, sono azioni dirette all'esterno,  verso la società, cose che un vero eremita non farebbe". Aggiungo io, cose che un uomo "non del mondo" mai farebbe. E la stessa cosa vale per Gesù, se anch'egli non fosse stato del mondo, sarebbe stato semplicemente zitto, come fanno tutti i veri maestri spirituali che mai conosceremo, perchè stanno zitti, l'unico modo per non essere del mondo è quello di non partecipare nel delirio lessicale imperante, nel fragore di tutte queste risate di noi mezze scimmie . Gesù è entrato nella storia, ed entrandoci è diventato del mondo, e non ci trovo nemmeno niente di male, che sia lui a farlo o gli altri, visto che non mi viene in mente un "essere di" migliore di questo, visto che "mondo" sta per "tutto" e perciò anche Dio. La via della "moderazione" (o della mediocrità, secondo i punti di vista) è una via capace solo di legittimare istituzioni capaci di indicare quale sia la giusta strada, la via di mezzo, al solo prezzo del sacrificio del proprio pensiero critico (poco male per alcuni).
#3913
No. Ma farei un passo indietro, onde evitare di pretendere troppo, può la spiritualità essere perlomeno logica? Già questa sarebbe una bella "conquista", compreso il fatto che ormai conosco cosa intendi per spiritualità (cammino etc). Capita spesso di incontrare personaggi che hanno preso la spiritualità come un "tana liberi tutti" alla logica, tanto che ho mie teorie riguardo a come alcuni si affaccino all'argomento solamente per ottenere i vantaggi del "pensiero magico" anzichè vivere le restrizioni del pensiero logico, e sono cosi tanti (direi che insieme all'assicurazione sulla vita - paradiso, statisticamente è il secondo motivo per cui le persone si affacciano alla spiritualità) che mi viene il dubbio, può essere la spiritualità perlomeno logica? Nella mia esperienza personale si, perlomeno nel campo dell'immanenza, però le mie osservazioni di altri soggetti mi dicono il contrario e forse sono io che sto percorrendo un cammino impossibile.
#3914
Tematiche Spirituali / Re:greggi e pastori
12 Gennaio 2018, 14:51:33 PM
Citazione di: Angelo Cannata il 12 Gennaio 2018, 12:34:10 PMSe ci vogliamo riferire al nostro presente, senza dubbio la figura del pastore può essere interpretata come paternalismo, ma quest'interpretazione non avrebbe in realtà niente a che vedere con la metafora presentata: avrebbe piuttosto a che fare con la condotta di potere attuata dalla Chiesa. Anche in questo campo, dunque, il campo d'indagine corretto non sarebbe il campo semantico della metafora del pastore, ma piuttosto il paternalismo posto in atto dalla condotta della Chiesa.
Non sono molto d'accordo con il dividere cosi nettamente Chiesa e Vangelo, è vero che la Chiesa ha un certo grado di indipendenza dal vangelo (ciò che è permesso dall'interpretazione) e nella sua storia tantissimi hanno fatto scismi individuando "punti di non ritorno" (e qui tu potresti individuare un punto ove il significato "pastorale" del vangelo si è tramutato in paternalismo) ma sono comunque strettamente collegati, le pere non crescono dai meli e se la figura del sacerdote si è tramutata in una figura paternalista non si può assolvere cosi pienamente il vangelo, checchè sia inteso nei significati delle singole parabole, evidentemente erano presenti le necessarie scappatoie logiche per permettere questo tipo di "corruzione". Probabilmente però i suggerimenti sono da ricercarsi altrove, per esempio nella figura di Gesù o di Dio stesso, anzichè nelle gesta e nei dialoghi, o altrove ancora. Posto che questa querelle non mi sembra di grave importanza, anche se bisogna ammettere che spesso comportamenti viziati e immorali da parte del clero sono stati permessi e concessi proprio per via di questo paternalismo culturalmente sdoganato, mi sovviene per esempio la barbara usanza di avvicinarsi ai letti dei morenti per tentare di convertirli, che solo un occhio "abituato"  può non considerare cosa disgustosa e che viene permessa solo ai preti in qualità di "pastori". Ma d'altro canto l'unica riflessione utile è considerare semplicemente che quello che oggi è considerato un insulto (far parte di un gregge) prima probabilmente non lo era, è che la solita problematica maestro-discepolo si ripropone qui sotto forma di egregio-gregge. Problemi che non hanno soluzione se non forse attraverso un altro annoso problema, ovvero se Cristo abbia mai voluto o inteso la Chiesa in prima istanza.
#3915
Non cè nessun OT, il punto fondamentale dei miei interventi è volto a ricordare che la democrazia non è solo un diritto ma anche una responsabilità del demos, che o se la prende o gliela prende qualcun altro (insieme al diritto). E che quindi eventuali questioni di ordine elettivo (sistemi etc) giuridisdizionale (forme di governo etc) soggiacciono subalterne ad una questione di fondo culturale che troppo spesso è stata liquidata a "mettere la crocetta". La differenza fondamentale in questo sta in una preposizione, se si parla DI politica o SULLA politica. Se si parla SULLA politica si da per scontato la sua natura e il suo obbiettivo (es. corrotta e preservazione del potere) e si comincia a parlare di sistemi per correggere questo andazzo, se si parla DI politica, si riconosce questo risultato come un fatto politico, ovvero in democrazia, come un espressione del potere del popolo e un riflesso della sua qualità culturale. Io parlo DI politica, ovvero la riconosco come un fatto ancora democratico (nonostante le mie riserve sulla sua qualità) e quindi devo per forza di cosa sottolineare l'importanza del cittadino e della sua partecipazione nella costruzione di istituzioni, fatti economici e sociali. Cosa che non è permessa al demagogo (che deve lisciare il pelo all'elettore) e al cittadino stesso  (che ha bisogno di capro espiatorio). Qua ci si potrebbe ricollegare all'individuo di massa e alla sacralità dei suoi diritti che si sta trasformando nella sacralità dei suoi vizi, l'elettore come un cliente che "ha sempre ragione", salvo non averla ed essere anche un perfetto idiota, ma lungi da me sperare che un giorno si dica che il re (l'elettore) è nudo, perchè quel giorno rinnegheremo la democrazia stessa. Essendo quindi un gioco di parti attoriali e di specchi, cerchiamo di giocarlo bene, capendo le regole e i ruoli di ciascuno.