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Messaggi - iano

#4006
Senso è il nome che diamo a una previsione da cui si astragga la scadenza, rendendola vana.
La realtà però ha sempre una scadenza, ed è un altra storia.
#4007
Se vi fosse un senso a cosa servirebbe?
Esso certamente guiderebbe le nostre scelte.
La sua mancanza però non ci impedisce di fare scelte.
Senza scomodare il bene  e il male facciamo previsioni a breve scadenza, o studiamo strategie su scadenza più lunga, fino a parlare di un senso da dare a tutte le nostre azioni a seguire, cioè a dare un senso alla nostra vita.
Diamo quindi nomi diversi alla stessa cosa relativamente alla sua estensione temporale.
Non si può fare ameno quindi di darsi un senso, così come non si può fare a meno di fare una previsione, quando usiamo consapevolezza.
Più si allunga il tempo che interessa la previsione, più andiamo indietro a richiamare dalla memoria l'esperienza pregressa, fino a cercare un senso nella nostra  storia intera, e al limite un'etica che trascende l'esperienza specifica e la storia  del singolo.
La vita per essere non sembra avere stretta necessità  di ciò , ma ciò fa' parte comunque della vita .
Avere un senso significa mantenere una rotta fissa in un lungo viaggio senza farsi fuorviare dalle esperienze contingenti, considerate come non significative.
Le nostre azioni consapevoli si svolgono quindi su diverse scale temporali.
Una vita intera ha bisogno di un senso per essere consapevolmente vissuta.
Che sia una previsione, una strategia, un senso, o allungando ancora i tempi all'infinito, un Dio , non cambia la sostanza.
Non c'è un senso certo, perché non è possibile fare certe previsioni, se non a breve scadenza, come nella scienza, che però non valgono un senso, perché non prevedono la storia intera.
Comunque facciamo sempre previsioni e cerchiamo di dare un senso alla vita.
Ma forse la domanda interessante è, in che modo la ricerca di senso influenza la vita?
Non è la vita a richiedere un senso, ma è la ricerca di senso a farsi vita, colmando continuamente il vuoto futuro.
#4008
Tematiche Filosofiche / Sentire e capire
18 Novembre 2021, 11:59:43 AM
@ Kobaiashy.
Se interpreto bene, diciamo che la tecnologia vince la partita se conosce bene il campo emotivo nel quale gioca.
Ottima la tua analisi anche se non l'ho acchiappata tutta.
Meriterebbe approfondimento.
#4009
Tematiche Filosofiche / Sentire e capire
18 Novembre 2021, 11:16:59 AM
Mi viene in mente un aneddoto familiare.
A un mio lontano , ma molto lontano parente ,  alla veglia per la morte del padre, fu' chiesto di tenere la candela.
Quindi, come da prassi di allora, quando l'emotività veniva  ritualizzata, tutti iniziarono a piangere mimando di strapparsi i capelli.
Tutti meno quel figlio.
Allora gli fu' chiesto come mai proprio lui, figlio di quel padre, non piangesse.
La sua risposta fu': "O piango o tengo la candela".



Non c'era tutto con la testa, ma a ben pensarci , e col senno di poi, potrebbe essere stato un precursore dell'illuminismo.
#4010
Tematiche Filosofiche / Sentire e capire
18 Novembre 2021, 10:49:06 AM
Citazione di: Ipazia il 17 Novembre 2021, 12:32:56 PM
Citazione di: iano il 17 Novembre 2021, 01:08:32 AM
Ciò che capiamo ci rende diversi. Ciò che sentiamo e' prova di quanto siamo uguali.
Tutti provano gli stessi sentimenti , ma ognuno capisce a modo suo.
Quindi la domanda diventa , quanto siamo uguali e quanto diversi?
Tendiamo a privilegiare la diversità in quanto meglio appare, ma vince di gran lunga ciò che sta sotto e che ci fa' uguali.
Direi di no. Le differenze emotive vanno di pari passo con quelle cognitive come correttamente spiegato da Jacopus. Anche in campo emotivo vi sono persone anaffettive e passionali, assai diverse tra loro.
Si , in effetti concordo.
Quello che voglio dire è che se qualcuno volesse convincermi di qualcosa, volesse condizionarmi, farebbe bene ad approfondire la conoscenza della mia sfera emotiva, che non quella razionale.
Il comprendere di essere in errore infatti non mi impedisce di sbagliare, di mantenere cioè immutato il mio sentire, reagendo di conseguenza, e si verifica che se siamo in grado di trovare soluzioni razionali valide e diverse a un problema, invece sbagliamo tutti allo stesso modo. C'è quindi un sentire di fondo comune che prevale, anche quando non lo priivilegiamo.
Insomma non siamo noi a decidere quale nostra sfera deve prevalere e a me pare che sia sempre quella emotiva a prevalere, almeno sui tempi brevi, perché il riconoscimento del successo   della ragione è sempre postumo.
Abbisogna di tempo per prevalere, più che d'esser privilegiata.
#4011
Attualità / La falsa dicotomia energetica
18 Novembre 2021, 09:54:35 AM
La coscienza ecologica è una bella cosa, ma ha suoi inconvenienti, a causa delle sue distorsioni.
Ma come Inverno ci esemplifica a meraviglia le questioni non sono mai così semplici come ce le immaginiamo, pretendendo comunque di dire la nostra, e di solito diciamo di no, per non saper né leggere e ne' scrivere, perché in effetti ci scopriamo un po' tutti scienza-tecno-analfabeti ...o come meglio si potrebbe dire?
Quelli che prima erano solo problemi di investimento economico , soluzione scientifica e applicazione tecnica sono diventati ben altro di più.
Ci vorrebbe un nuovo Maestro Manzi e una nuova campagna pedagogica .
Di fatto l'aumentata coscienza se non ben ...come dire?...assistita? Guidata?...produce sfiducia generalizzata e distruttiva.
Con il covid stiamo vivendo ciò sulla nostra pelle e non siamo riusciti neanche lontanamente a prevederlo.
#4012
Attualità / La falsa dicotomia energetica
18 Novembre 2021, 04:42:06 AM
Oggi nessuno si lascerebbe costruire vicino casa alcunché, e questo chiude il discorso.
Sono invece sorpreso del fatto che i tetti dei nostri palazzi, almeno quelli di recente costruzione, non siano tutti pieni di pannelli solari, per obbligo di legge, magari.
#4013
Tematiche Filosofiche / Sentire e capire
17 Novembre 2021, 01:08:32 AM
Ciò che capiamo ci rende diversi. Ciò che sentiamo e' prova di quanto siamo uguali.
Tutti provano gli stessi sentimenti , ma ognuno capisce a modo suo.
Quindi la domanda diventa , quanto siamo uguali e quanto diversi?
Tendiamo a privilegiare la diversità in quanto meglio appare, ma vince di gran lunga ciò che sta sotto e che ci fa' uguali.
#4014
Ora appunto, provando ad andare a ritroso col pensiero, partendo da una presunta ovvietà, mi pare che concetti apparentemente indipendenti, come corpo e moto, tali non siano.
Banalmente ci appare che non ha senso parlare di moto se non parlando di corpi.
Meno banale ci appare il contrario, ma azzardo che ugualmente banale sia.
Insomma i due concetti andando a ritroso mi sembrano uno.
E se così è ciò non è certamente banale, perché al concetto di corpo leghiamo quello dell'essere in quanto tale, cioè il punto di partenza, da ogni altro quindi indipendente.
Alla fine dovremo ammettere che per raccontare una storia occorre stabilire un inizio per necessità, ma che ciò non dimostra che quello sia il "vero" inizio, per quanto buona sembri la storia.
Se ne possono scrivere tante, una per ogni inizio, che messe insieme fanno una storia circolare.
Si parte dal corpo cui segue il moto e si torna al corpo.
Sembra più la storia di una relazione, e mi pare che oggi si parli tanto di relazioni, o almeno lo respiro nell'aria.
#4015
Sono ignorante, e non solo in Filosofia, ma mi compiaccio, con malcelata vanità, di aver intercettato il pensiero di Hume senza conoscerlo, il quale a sua volta chissà quale altro pensiero intercettò.
Cartesio stesso, cosa poco nota, nel trasmutare la geometria in algebra, fu' costretto alla fine a concedere di aver intercettato il pensiero del suo contemporaneo Pierre Fermat, il quale a sua volta intercetto quello di chi lo sa'.
Le storie della filosofia e della scienza sono piene di diatribe sul diritto di precedenza, e ciò significa che quando una idea è matura diversi possono coglierla in modo indipendente, essendo di tutti e di nessuno.
Altre idee si ripresentano ciclicamente come fossero vergini, ma di idee veramente nuove  impossibile dimostrare che ve ne siano, eppure non v'è dubbio che abbiano una nascita, ma nella testa di nessuno in particolare.
Il pensiero che sentiamo così intimo è in effetti come l'aria che tutti respiriamo.
La stessa aria che alla fine diventa viziata, vizio che  nel pensiero si trasmuta in forma di ovvietà, come ad esempio  per l'espressione "girare attorno".
Comprendere il vero significato di queste espressioni comporta provare a riscrivere la storia del pensiero all'incontrario, compito che con maggior leggerezza può tentare chi non la conosce.
Chi la conosce invece può facilmente dimostrare che tutto era stato almeno  già accennato.
Nel cercare di svelare la natura di ciò che sembra giustificarsi da se', come ovvio ed evidente, si scopre la natura comunitaria del pensiero, che a noi appare invece così intimo da credere di poter dimostrare che siamo, se pensiamo.
#4016
Si parla di limiti culturali infatti, che però non sono fissi.
Il problema è che cambiano con grande inerzia e noi avvertiamo bene  invece che la soluzione alla imminente catastrofe non è dunque a portata di mano perché richiede il contributo di tutti.
Avvertiamo anche che la cultura lentamente sta spostando i suoi limiti per adeguarsi, ma abbiamo anche la coscienza che non faremo in tempo e dovremo affrontare la catastrofe.
Ogni singolo però sa' che può dare il suo contributo al cambiamento.
La soluzione è nella ricerca scientifica, la quale diversamente da come là si racconta non procede per colpi di genio, ma ha il suo potere nella oggettività dei fatti sotto gli occhi di tutti, e quindi in una  condivisibilita' che può tradursi in una azione collettiva , l'unica efficace possibile.
Semmai esiste a tal riguardo un limite di percezione . Non riusciamo a vedere la tecnica come parte di noi, ma solo come parte del problema.
Le auto limitazioni sono quindi quelle proprie dell'individuo, e sono quelle che derivano dalla sua auto individuazione.


Mi chiedo se tutta questa storia messa su col covid non sia da leggere in prospettiva positiva, come una percezione che sta mutando. In effetti se i risultati del fatto che ognuno pretenda di dire la sua siano deleteri, il fatto che ognuno pretenda di dire la sua, comporta l'avere preso coscienza che ognuno può dare il contributo.
In prospettiva ciò è positivo, perché la scienza ha senso ed efficacia solo come impresa collettiva, mentre finora siamo stati necessariamente costretti a gestirla attraverso una non ben definita comunità scientifica.
#4017
@Alexander
Più o meno la penso come Ipazia.
Tu vedi bene, ma vedi solo una parte della storia e in via definitiva.
Succede a tutti, così che a turno ci sorprendiamo di tanta malvagità piuttosto che di tanta disinteressata solidarietà. La costante e' che restiamo sempre sorpresi perché possediamo sempre un punto di vista parziale che può essere cambiato, ma che non abbraccia mai l'intera storia.
#4018
Citazione di: baylham il 14 Novembre 2021, 21:01:51 PM
In realtà la biologia mostra che ad esempio gli stessi processi riproduttivi di una specie sono sottoposti a selezione, che i limiti esterni diventano limiti interni (biologici, comportamentali), per cui ogni specie attua specifici metodi, tecniche di controllo della riproduzione.
Ma non è la specie che attua specifici metodi, e non è neanche corretto parlare di limiti esterni, ma comdizionamenti casuali cui il caso stesso rimedia grazie alla selezione naturale.
Adottiamo pure delle tecniche in modo individuale, quando non imposte dittatoriamentr, secondo il quadro culturale vigente ,che perciò non possono dirsi mirate.
La cultura, l'unica cosa che può impuntarsi all''umanità  nel suo insieme, ha una enorme inerzia.
Ma al suo interno sta la soluzione, e se non c'è, la soluzione è cambiarla.
#4019
Citazione di: Ipazia il 14 Novembre 2021, 18:28:08 PM
Mi spiace per te iano, ma la storiografia c'azzecca poco coi giochi matematici e la proprietà commutativa non si applica quando sono in gioco ruoli di classe, che non sono neppure loro giochi di ruolo, ma cose terribilmente serie. Il cui senso viene inscritto nel corpo e nell'anima dei partecipanti e non è intercambiabile una volta che la storia è stata raccontata vissuta.
Mettiamo pure che la mia generica ignoranza, e in particolare della storia, pregiudichi il valore del mio parere. Anzi è certo.Però mi pare che la proprietà commutativa ci azzecchi proprio, perché è un concetto generale che può applicarsi ovunque. Nel nostro caso poi il risultato sembra una magia, perché commutando termini che sono uomini, rimangono sempre uomini, come se non si fosse commutato nulla.
Naturalmente nella storia recito sempre una parte , ma mi commuto anche nelle altre.
Provo a immedesimarmi.
Provo a chiedermi, se fossi io il padrone come mi comporterei?
E provo a rispondere onestamente, e se non la risposta, onestà e' la domanda.
Il padrone si comporta così perché è un padrone o perché è un uomo?
Perché è un uomo, mi pare onesto rispondere.
#4020
Citazione di: viator il 14 Novembre 2021, 18:22:14 PM


La sostanza cui si applica la logica è sì il pregiudizio, ma non quello intellettuale.........bensì quello esperienziale (ciò che i sensi ci hanno insegnato risultare consequenziale).



È appunto ciò che intendo per pregiudizio inconsapevole, pregiudizio senza il quale i sensi stessi non avrebbero efficacia, a conferma del suo essere necessario.
I sensi non insegnano nulla.
Non devo spiegarti io come rispondere ai post, ci mancherebbe.
Ma alla lunga mi è parso di rilevare nel tuo modo di rispondere una asimmetria che nasce da qualche pregiudizio di cui ti invito a prendere consapevolezza.
Pregiudizio non rivolto a me soltanto, perché di esserti antipatico me ne farei una ragione, essendo sentimento naturale da non colpevolizzare, ma rivolto a tutti.
Non è un gran problema. Il tuo contributo rimane essenziale a questo forum.
Allora ti chiedo scusa anticipata se, come trascurabile conseguenza, ogni tanto ti ci manderò'.
Ora che già lo sai la nostra amicizia sarà' ancora più salda.
Con stima. Iano.


P.S.:
E poi, diciamolo, il tuo essere eccentrico, in senso contributivo positivo al forum, è anche frutto di questa tua asimmetria pregiudiziale, che puoi provare a portare fuori se vuoi, o tenertela dentro come un tarlo, perché , per quel poco che traspare, somiglia proprio a un tuo tarlo.
Lo dico senza malevolenza.