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Messaggi - Ipazia

#4006
Citazione di: Ipazia il 01 Novembre 2021, 15:01:12 PM
Io penso che la "verifica della forza di ribaltamento del mezzo" sarà una delle pagine più succulente della cronaca storica della dittatura covidemica italiana.

Quanto al merito della questione: che ci faceva un poliziotto là in mezzo ? I metodi delle dittature sono così noiosamente ripetitivi. La comica dell'infiltrato che fa il "tiro al mezzo" coi non infiltrati è altrettanto spassosa.
Correggo prima che Eutidemo mi bacchetti: "... forza ondulatoria del mezzo...". Ancora più spassosa. Anche se ad oscillare pericolosamente è lo stato di diritto. E su questo c'è poco da ridere.
#4007
Citazione di: bobmax il 01 Novembre 2021, 09:59:58 AM
L'autentico senso della vita lo può dare solo il singolo, traendolo dalla propria profondità.

Mettendo in gioco se stesso.
Perché quel senso è infatti la direzione in cui vuole andare.

Se non ci è alcun senso l'uomo è perduto. Una direzione vale l'altra.
Forte è allora la tentazione di gettarsi nell'ogni lasciata è persa, oppure di fare lo struzzo pur di non vedere l'orrore.

Ma un senso può pure provenire da "verità" rivelate, a cui ci si aggrappa pur di sfuggire all'angoscia esistenziale.
Come il credere in un Dio.

Ma essendo questa credenza strumentale, ossia non motivata dal semplice puro amore... occorrerà rimettersi alla ricerca dell'autentico senso, che non può trovarsi che in se stessi.

Ben venga il contributo di bobmax che offre un nuovo senso alla ricerca di senso mutuandolo dalla matematica come direzione/verso. La qual cosa ci pone per l'ennesima volta di fronte alla pluralità dei sensi, posto che è dato a ciascuno il conoscere se stesso e, come esito di tale ricerca, scegliere la sua direzione/verso (la direzione ha due versi, ma solitamente se ne pratica solo uno, in avanti verso l'ignoto, salvo ritirate strategiche che la vita spesso e volentieri dispensa). Concordo che tra tutti i sensi/versi possibili, scegliere quello giusto sia di importanza capitale, talvolta fatale, per cui sottoscrivo il post socratico/buddista di bobmax.

Negli ultimi interventi almeno 4 sensi: se stessi, comunità religiosa, comunità laica, nessuno (che a modo suo è un senso pure lui). Concordo. Io stessa mi immergo in significati/sensi diversi quando ascolto musica, suono, scrivo, leggo, scio, vado in bicicletta, ciaspolo, cammino, mangio,... Una moltitudine di significati emergenti e sensi recepenti così pieni di senso che spesso e volentieri devo scegliere quale di essi ha più senso accogliere. Problema risolto ? direi di sì. A meno che non si intendesse dire: senza Dio la storia umana è priva di valore/i. Ma allora è tutt'altra questione. Seppur non del tutto. Anche i valori sono assai prolifici. Per quanto più vocati a denominatori comuni dell'etereo significato/senso del mondo e della storia umana.
#4008
Io penso che la "verifica della forza di ribaltamento del mezzo" sarà una delle pagine più succulente della cronaca storica della dittatura covidemica italiana.

Quanto al merito della questione: che ci faceva un poliziotto là in mezzo ? I metodi delle dittature sono così noiosamente ripetitivi. La comica dell'infiltrato che fa il "tiro al mezzo" coi non infiltrati è altrettanto spassosa.
#4009
Il ragionevole uso improprio di una macchina è tale quando l'utilizzatore adotta sistemi cosiddetti "a sicurezza migliorata", ovvero sistemi alternativi di sicurezza, ancora più sicuri di quelli previsti dal costruttore nell'utilizzo standard della macchina, adeguati al diverso utilizzo rispetto al manuale d'uso.

Tali sistemi "a sicurezza migliorata" si utilizzano anche in fase di attrezzaggio della macchina, quando si devono rimuovere le protezioni previste nella fase produttiva.
#4010
Il significato include l'interpretazione di un segno, ma non tutte le interpretazioni si equivalgono e l'ermeneutica storica si sforza di discriminare i segni dal contesto sociopolitico che li ha prodotti, inclusivo delle leggende e bufale su di essi. Tutti i segni portano a dimostrare che Giulio Cesare fosse latino e non giapponese (verità ! immanente), indipendentemente dalle acrobazie soggettive che si possono esercitare sul significato "Giulio Cesare".

Altra questione è il rapporto tra senso e scopo. Da ciclista assicuro che i miei giri in bicicletta non hanno come scopo il ritorno alla meta, dove posso benissimo rimanere anche senza usare la bicicletta. Il senso del mio biciclettare è il piacere che mi dà il farlo, non la scontata meta finale.

Non nego che per qualcuno il senso della vita sia racchiuso in una fede religiosa, ma per altri può essere un rapporto umano, un lavoro, un interesse di qualsiasi genere. Di queste sommatorie di senso è fatta la storia umana ed escluderne alcuni a vantaggio di altri significa presumere un Senso ed una Sensibilità superiori a tutti gli altri. Hybris inaccettabile.
#4011
Citazione di: iano il 30 Ottobre 2021, 22:09:04 PM

Se vi è  un senso della storia buono per tutti, per essere tale deve essere ignoto, se è vero che, essendo dotati di libero arbitrio, conoscendolo potremmo rigettalo.

Non possiamo escludere che non vi sia un senso della storia, ma se vi è, e noi lo possediamo, non sappiamo però  dirlo.
A meno che tutto non sia riducibile in parole, e allora sarebbe vero che  la storia non ha senso.
Infatti se fosse riducibile a parole , non sarebbe il senso di tutti.

Sulla scia del titolo della discussione si arriva a questo ed è già un buon punto d'arrivo, ma se fosse insensata (unsinnig) la partenza, ovvero il titolo della discussione ? Se ci fosse una insolubile confusione tra senso e scopo, finalizzata (inconsciamente) a confondere le acque della logica e della semantica.

Dopo aver attinto ai sacri testi del diploma universitario web, mi sono schiarita un pochino le idee sul compagno indissolubile del senso, ovvero il significato. In soldoni: il significato fa quello che il senso "vede". Il significato è, etimologicamente, un facitore di segni. Quindi prima di chiedersi se la storia umana ha senso bisognerebbe verificare se significa. La risposta è: sì. La storia umana è una fabbrica instancabile di segni fin dalle prime necropoli e pitture rupestri. Passando al recettore sensibile: ha senso tutto ciò ? Dipende dalla sensibilità del recettore. La quale non è mera soggettività individualistica, ma vincolata al livello di sensibilità del recettore medesimo. Una macchia su una radiografia ha un senso ben diverso per un medico rispetto al profano. Così come una serie di note ha livelli di recettività sensibile (senso) assai diversi tra profani, dilettanti e musicisti.

Tornando alla domanda iniziale si perviene all'ambito soggettivo della filosofia di riferimento, della Weltanschauung detta pure visione del mondo. Per il finalista, in cui il senso si lega indissolubilmente allo scopo, la storia umana, espunto il motore sovrannaturale del finalismo, non ha senso (scopo). Per un immanentista, come molti che sono intervenuti, la storia umana, la natura, l'evoluzione, hanno un senso in sé e vanno presi così come sono. Adattando lo scopo (l'intenzionalità umana è indubbiamente finalistica, pro domo sua) al significato che la "realtà" propone al recettore dotato di senso, anche metafisico, trovando piena gratificazione e "senso" in tale operazione di disvelamento della verità immanente, attraverso il riconoscimento dei suoi segni. Così come quando si "scopre" qualcosa.

Sapendo che la scoperta non è la/il fine della storia, ma il capitolo di una storia il cui senso, e bellezza, è nel suo essere in-finita.
#4012
Ma si può andare oltre:

Con Dio la storia umana è diventata un nonsenso.

Dai sacrifici umani, alle guerre di religione, liturgie, tabù, rituali magici, false credenze, superstizioni, persecuzioni di infedeli ed eretici, integralismo religioso, patriarcato, ... la storia umana si è sovraccaricata di talmente tanti nonsensi da renderci  più insensati di qualsiasi altro animale che segue la legge innata di natura.

Se ne accorsero fin dell'antichità i filosofi epicurei ("Tantum potuit religio suadere malorum" - Lucrezio)
e vale pure oggi con quel "crescete e moltiplicatevi" più micidiale della "bomba zar" di Sacharov.
#4013
Senza Natura la storia umana non ha senso. Vale tanto quanto, ed anzi di più, perché è un'affermazione rispettosa della verità  oggettiva esperibile da chiunque. La qual cosa ha il merito di non essere un gatto che si morde la coda come il titolo della discussione: si costruisce ideologicamente il senso di Dio e poi si afferma che senza questo artificio la storia umana non ha senso.

Anche a considerare il senso del mondo una costruzione antropologica, ne avrà certamente di più ancorarlo a qualcosa di reale (natura) che a qualcosa di immaginario (Dio).
#4014
Intendendo la storia umana (cultura) e non quella naturale, la filosofia della storia coincide con la storia della filosofia.

La storia naturale non è significato, che è  cosa culturale, ma fondamento di significato, in quanto è sulle leggi naturali che le coscienze si plasmano nel modo più coerente, creativo e produttore di significati.

Per quanto sia "vano", vedo che l'attaccamento alla vita e equamente condiviso, al di là del bene e del male, ovvero di ogni ideologia, filosofema e fede.
#4015
Citazione di: Alexander il 28 Ottobre 2021, 08:30:22 AM
L'unica cosa che può conferire un senso oggettivo è solamente l'eventuale presenza di un Autore.
A meno che qualcuno non dimostri l'esistenza di un senso in mancanza di un autore della storia.State facendo molte ipotesi interessanti, ma non dimostrate nulla.
L'unico autore degno di questo nome è l'evoluzione naturale, con la sua legge e le sue modalità operative. Il rispetto delle quali e l'intelligenza adattativa sono tutto il senso che possiamo ottenere e desiderare.

Nella sua aureferenzialità la natura si dimostra senza residuo di dubbio alcuno. Tant'è che anche gli iperuranici più ragionevoli si guardano bene dal violare il suo nomos. Dei meno ragionevoli: "Fama di loro il mondo esser non lassa".
#4016
Vi sono epoche più fortunate in cui una coscienza collettiva appare e fa la storia. Altre più decadenti in cui si elabora il lutto degli dei (de)caduti o, meno saggiamente, come fece Giovanna detta la pazza col feretro del marito, li si porta in giro ovunque sperando in una improbabile resurrezione, mentre si ammorba l'aria circostante.

Questa è un'epoca parimenti necrofila che ha ridotto gli individui a cavie per esperimenti biotecnologici e sociali, simulando coscienze collettive da zombie mediatici, da cui è meglio stare alla larga, attingendo alle risorse di storie collettive e individuali più sane.

In attesa che passi la nottata.
#4017
Citazione di: Kobayashi il 27 Ottobre 2021, 08:51:07 AM
Il segreto dell'occidentale che non solo riesce a fare un po' di filosofia senza concludere nel suicidio, ma che sembra a tutti gli effetti sereno, allegro, appassionato, è l'attaccamento alle sue proprietà, al suo benessere, alle sue abitudini che 100 anni fa sarebbero state definite con disprezzo "borghesi".
Non si tratta affatto di un oltre-uomo, di un soggetto che è stato capace di trovare un senso al di là della debolezza del riferimento alla trascendenza, ma di un individuo il cui senso immanente è veramente poca cosa. Una creatura identica all'essere umano disegnato dal liberalismo classico: esclusivamente mosso dal desiderio di migliorare le proprie condizioni di vita e di ottenere un minimo riconoscimento sociale. Questo è il giocatore.
E il gioco non sarebbe vano?
Il segreto è stato rivelato da Nietzsche nello Zarathustra quando racconta la morte del funambolo antico ucciso dal funambolo moderno. La folla esultante per il nuovo nume non è affatto assimilabile all'oltreuomo, bensì all'ultimo uomo, il lobotomizzato finale  dalla favola (capitalistica) della modernità borghese, volgare e in-significante. Tant'è che Zarathustra si assume pure il fardello del nume disarcionato, fino a pietosa sepoltura nella madre terra.
#4018
Potenza e atto, condizionale e indicativo, sono separati comunque da quel fatale diaframma del segno, che soltanto l'atto ha il potere di incidere nella realtà consegnandolo alla storia che viene in tal modo signi-ficata.

Spetta poi alla sensibilità dei sapienti liberarne il significato, così come un musicista ha accesso ai significati di una composizione preclusi al profano.

Il concetto di "vanità" è assai labile e soggettivo. Ciascuno lo applica ai valori dell'altro senza vederlo nei propri. Anche la modernità ha le sue favole (successo) e la sua teologia (mercato, capitale) coi suoi sacerdoti (influencer, esperti, politici). Valori collettivamente perseguiti, non più "vani" della fede antica.
#4019
Il primo libro di storia che mi regalarono in terza elementare si intitolava res gestae e trattava delle vicende di Roma antica. Fino allora mi avevano sempre regalato libri di favole e racconti per bambini. Compresi allora la differenza tra storia e favola, carne e immaginazione.

Imparai più tardi come sulle favole si possono costruire storie millenarie e come la storia può essere convertita in favola. Ma la distinzione ab origine tra storia e favola rimane. Dove c'è storia c'è sempre senso: il senso di chi ha vissuto quella storia.
#4020
Citazione di: JE il 26 Ottobre 2021, 19:04:51 PM
CitazionePoco filosofico confondere storia e favola. La storia si scrive con la carne, la favola, con la fantasia.
Eppure, tra carne e fantasia il gioco a volte é molto stretto  :)
Per quanto stretto, non al punto da superare lo schermo sottilissimo ma impenetrabile della realtà.