Il fatto che generalmente per viaggio si intenda "voyeurismo organizzato" e che oggi grazie all'abbondare di fotocamere questo è sempre più frequentemente, non significa che questa sia l'unica forma di viaggio (sicuramente non quella di cui parlava Socrate). Goethe nel suo Grand Tour Italiano annota molta della delusione provata davanti alla "immortale bellezza", salvo poi capire il "vero senso" del viaggio, passando un mese a letto con la bella Faustina. Questo non significa che il "vero senso" sia sessuale, ma che il vero senso si capisca solamente tirando fuori se stessi al di la di tutte le obbligazioni che il clichè moderno vuole sia il "viaggio". Ho dovuto correre, dopo 3 settimane a Londra, 2 ore prima del volo, a fare una foto del BigBen che altrimenti non avevo "ancora fatto". Serve tempo per scoprire il senso del viaggio, perchè serve riscoprire se stessi in un nuovo contesto e agire di conseguenza. Può accadere il colpo di fulmine il primo giorno, possono volerci settimane prima che si riesca davvero a trovare se stessi nella nuova dimora ed essere l'ultimo giorno, costretti a partire; o può non accadere mai per indole personale o perchè qualcosa nel viaggio non è "scattato" e concludere poi su un forum che "viaggiare è inutile". Ciò che possono notare con facilità è che le persone che viaggiano spesso, mediamente hanno un indole più gentile e aperta verso il prossimo, dalla mia esperienza direi che è una conseguenza quasi diretta.