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Messaggi - InVerno

#4021
Il fatto che generalmente per viaggio si intenda "voyeurismo organizzato" e che oggi grazie all'abbondare di fotocamere questo è sempre più frequentemente, non significa che questa sia l'unica forma di viaggio (sicuramente non quella di cui parlava Socrate). Goethe nel suo Grand Tour Italiano annota molta della delusione provata davanti alla "immortale bellezza", salvo poi capire il "vero senso" del viaggio, passando un mese a letto con la bella Faustina. Questo non significa che il "vero senso" sia sessuale, ma che il vero senso si capisca solamente tirando fuori se stessi al di la di tutte le obbligazioni che il clichè moderno vuole sia il "viaggio". Ho dovuto correre, dopo 3 settimane a Londra, 2 ore prima del volo, a fare una foto del BigBen che altrimenti non avevo "ancora fatto". Serve tempo per scoprire il senso del viaggio, perchè serve riscoprire se stessi in un nuovo contesto e agire di conseguenza. Può accadere il colpo di fulmine il primo giorno, possono volerci settimane prima che si riesca davvero a trovare se stessi nella nuova dimora ed essere l'ultimo giorno, costretti a partire; o può non accadere mai per indole personale o perchè qualcosa nel viaggio non è "scattato" e concludere poi su un forum che "viaggiare è inutile". Ciò che possono notare con facilità è che le persone che viaggiano spesso, mediamente hanno un indole più gentile e aperta verso il prossimo, dalla mia esperienza direi che è una conseguenza quasi diretta.
#4022
Citazione di: paul11 il 22 Luglio 2017, 11:14:37 AM
Una comunità, un popolo, una nazione , deve comunque imparare ad autogestirsi in funzione delle risorse economiche
e questo lo sanno fare benissimo ancora le comunità tribali incontaminate dalla nostra cultura.
Il problema è che i confini territoriali a qualsiasi livello dai regionali ai nazionali, non hanno la benchè minima connessione con il benchè minimo concetto di sostenibilità e di autogestione (non a caso le autarchie non hanno mai funzionato); da questo punto di vista sono divisioni completamente arbitrarie, frutto di tensioni storiche e militari ed in ultima analisi, semplici derivazioni di ceppi linguistici. Per non parlare delle "nazioni africane" cosi tristemente disegnate con squadra e righello. Ma anche se i confini territoriali fossero stati tracciati con questo in mente dopo la seconda guerra mondiale, oggi le esigenze sarebbero totalmente diverse, bisorrebbe possedere "confini dinamici" esattamente come quelli delle tribù che a seconda delle necessità popolano o spopolano determinate aree di interesse effettivamente muovendo i propri confini. L'alternativa è che i confini "statici" presto non varranno più nulla, o che verranno spostati militarmente.
#4023
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Governo globale
21 Luglio 2017, 14:52:48 PM
Ringrazio per aver trasformato in un topic un post persino leggermente rancoroso, e per gli interventi fin qui aggiunti, non nego tuttavia con una certa immodestia che si tratti in effetti di un argomento meritoreo di approfondimento. Da parte mia aggiungerò carne al fuoco.

Segnalo il libro "The Great Leveller: Violence and the History of Inequality from the Stone Age to the Twenty-First Century By Walter Scheidel" a qualcuno sarà già venuto in mente la "Livella" di Totò, ma la tesi del libro è ancor più drastica, ovvero che storicamente la disparità di reddito si è risolta solamente attraverso eventi catastrofici, quali rivoluzioni, epidemie, e massacri su grande scala. L'Economist commenta (traduzione a braccio) "Qualcuno potrebbe vedere il collasso della civiltà come un prezzo necessario per la costruzione di un Utopia dalle ceneri, o potrebbe semplicemente voler vedere il mondo bruciare. Individui e piccoli gruppi possono sognare di violenza nucleare o biotecnologica su una scala incocepible nel passato. La ricchezza potrà pure concentrarsi inevitabilmente col passare del tempo, l'abilità di distruggere no" Recentemente è apparso anche un altro articolo dello stesso tenore, non riguardante la sperequazione capitalista ma la questione ecologica. Misurando la quantità di piombo nei ghiacciai artici è stato rinvenuto che essa negli ultimi duemila anni si è drasticamente ridotta solamente ai tempi della peste nera (1350ca) e oggi nonostante indubitabili miglioramenti dovuti alla comprensione della pericolosità del piombo, il livello di esso nell'aria è ancora superiore a quando l'epidemia aveva fermato le attività minerarie. Non mi dilungherò a raccontare come "abbiamo imparato" che il piombo è un elemento devastante per l'ecosistema e gli esseri umani, ovviamente sbattendoci la faccia in barba a decine di studi scientifici già presenti.
Questi due studi ci raccontano una cosa molto particolare, se non fosse ovvia, ovvero che abbiamo la malsana abitudine di tirare la corda finchè non si spezza e poi provare a tirarci in salvo in extremis, una sorta di "paraducatismo" applicato alla società, con un paracadute che spesso non si apre e causa milioni di morti. Il paracadute, il brivido della caduta, è saldamente rappresentato dall'accumulo di capitale, l'azzardo legalizzato a spese degli altri, l'individualismo imperante, la corsa al consumo sfrenato di risorse, Si ricorda altresi che non tutte le situazioni "drammatiche" hanno sempre una "cura", come nel caso teorico per esempio della "trappola di Malthus" o del surriscaldamento globale oltre ad un certo limite. Ad oggi, riparare i danni che possiamo fare grazie alla potenza della tecnica attuale, potrebbe essere un percorso capace di richiedere decenni di sofferenze e la nostra sopravvivenza come specie non è più garantita.
Riguardo alla capacità del meccanismo democratico di funzionare su larga scala, attraverso una serie di elezioni che dal locale arrivino al globale vorrei porre in evidenza una questione contradditoria e provocatoria (sono il primo a non credere negli indici IQ, ma il tema rimane fondamentalmente valido e provocatorio e mette in numeri una questione sensibile).  Questo studio: http://polymatharchives.blogspot.it/2015/01/the-inappropriately-excluded.html racconta un fenomeno estremanente particolare, chiamato "gli inappropriatamente esclusi". Secondo lo stesso, persone con un IQ di 100 riescono a interagire funzionalmente con persone in un range di 30punti IQ (scala Wechsler) ovvero 70-130, oltre a questo limite la capacità di comunicare è seriamente danneggiata. Persone con un IQ di 100 generalmente vedono a una persona con IQ 130 come un "leader naturale" ma non sono capaci di fare lo stesso con persone con un IQ di 160 che in questo modo viene "esclusa" socialmente.  Una persona con IQ 160 (secondo questo studio) è in realtà in grado di comunicare efficacemente con meno del 2% della popolazione, e da un punto di vista  democratico sarebbe impossibile eleggerla, a meno che non venisse eletta da una platea di persone con minimo IQ 130, cosidetta "elezione indiretta". Ovvio e plateale che sommare decine di "elezioni indirette" dal locale al globale non farebbe altro che corroborare quel sistema oggi detto "tecnocrazia" e il populismo destabilizzante di riflesso. Ora il problema della meritocrazia e della democrazia è noto fin dall'antichità, ma davanti a una questione come lo stato globale ritorna, e ritorna alla grande. FORTUNATAMENTE avere un IQ alto (qualsiasi cosa significhi) non significa utilizzarlo tutto, non a caso riusciamo a comunicare anche con i cani e gli uccelli. Tuttavia la sfida di proporre un sistema democratico su scala globale, in grado di "glocalizzare" il mondo è probabilmente la più grande sfida sociale che mai ci abbia toccati da vicino, e non sta scritto da nessuna parte (cosi come per la nostra sopravvivenza) che essa sia garantita e non sia invece oltre ai nostri limiti umani(Teoria del "Grande Filtro")
#4024
Sono molto d'accordo con quanto scritto da Sariputra e Angelo negli ultimi post, in effetti non avevo una formulazione mia e stavo aspettando una a cui accodarmi, e ora che è arrivata (o quasi) mi unisco volentieri al coro. Il "quasi" si riferisce al fatto che vi vedo tutti in odor di canonizzazione, io un posticino al "piacere" come parte del "non prendersi troppo seriamente" lo riserbo più che volentieri, anzi fa parte del mio quotidiano e fin'ora non l'ho avvertito come elemento di disturbo, ovvero non ho intenzione di cambiarlo  ;) .
#4025
Uno stato globale non dovrebbe assomigliare ad una grande nazione, la globalizzazione può essere sostituita dalla glocalizzazione, il rispetto delle culture territoriali non deve inficiare sulla nostra capacità decisionale, uno stato globale non è una grande Italia dove al posto del campanilismo c'è il nazionalismo. E non ci sono canzoni di Lou Reed da imparare, ma la fratellanza dei popoli, idea tanto antica quanto poco frequentata che risiede tuttavia ancora al centro di gran parte delle culture umane ben prima che sovvenisse in maniera cosi imperitura il rischio dell'estinzione della vita sulla terra.
Cominciamo a scremare alcune ipotesi balzane, tra le quali a) che il libero movimento delle persone sia una sorta di deviazione del capitalismo, è anzitutto il contrario, il capitalismo è fertile dove il capitale può muoversi liberamente e le persone no (Adam Smith) b) (se fosse necessario) che non si tratta di un idea  balzana capitata in testa a qualche gruppo di "superuomini" chiusi in uno stanzino e c) che non si tratta di una sfida intellettuale che la sinistra ha deciso di autoimporsi per inseguire ideali umanisti di bassa lega (tesi "buonista").
Trasformarsi in una civiltà planetaria è l'unico modo per assorbire e gestire la responsabilità intrinseca alla tecnica e alla potenza che oggi essa ha raggiunto e le conseguenze che si prospettano in caso avessimo ancora voglia di fare i giocolieri con le granate. Se dobbiamo aspettare di scottarci per capire, se serve un conflitto termonucleare o l'inabissamento della Florida e della val Padana, per me non è un problema, abito lontano da questi posti, ma dovrebbe essere un problema per il nostro orgoglio di esseri umani e per noi occidentali in primis. Il rischio è che la democrazia non sia un sistema sufficientemente efficace per attraversare una serie di istituzioni concentriche, che le elezioni non riescano ad oltrepassare una certa soglia di località e lo stato globale si trasformi in un leviatano. Se cosi fosse dovremmo essere in grado di rimettere in discussione TUTTO, pur di trovare un sistema che funzioni a livello globale. Egualmente alla filosofia la civiltà si è ubriacata dei propri termini, li vede come monoliti inarrivabili e inattacabili, mi sono rotto le palle di sentire che non ci sono soldi per i senzatetto quando a fianco un articolo celebra il budget del nuovo StarWars, che da solo potrebbe risollevare le sorti di un intera regione. Noi decidiamo il valore del denaro, come esso si muove, cosa lo attrae e cosa lo respinge, il fatto stesso che esiste, il vero leviatano. Il conservatorismo spacciato per realismo è il peggior ingrediente di una società, ammanta di ragioni assurde la semplice codardia a difesa dello status quo. L'arrendevolezza che leggo in alcuni post davanti alle "regole del denaro" mette seriamente in discussione la nostra natura di esseri empatici e sociali, la nostra capacità di essere virtuosi.
#4026
Io credo che il nodo gordiano della questione stia nello spingere i movimenti di destra dal puro slogan e urlo di battaglia alla creazione di proposte concrete.
Qui sta alla cultura di destra svilupparsi in modo tale da richiedere ai propri beniamini proposte coerenti, attuabili, e condivisibili, qui sta alla destra non solo italiana ma mondiale distanziarsi dal populismo e da una visione egocentrica e infantile del mondo, simbolizzata in maniera fin troppo esasperata dall "enfant terrible" Trump.
"Essere di sinistra" non basta, se la destra del tuo paese sta deviando in Trumpismo, bisogna dedicarsi seriamente alle problematiche culturali casalinghe ben prima di preoccuparsi dei vacanzieri su scialuppa, un paese con una destra fuori controllo è un paese fuori controllo chiunque sia al governo e debba interloquire parlamentarmente.
"Aiutamoli a casa loro" va portato all'estrema conseguenza di rendersi conto di cosa SIGNIFICA e che misure sono necessarie prendere, di quale respiro e intensità, fino a trovare ipotesi di lavoro condivise come la tassazione sullo sfruttamento dei terreni neocoloniali e l'ipotesi di un reddito di dignità universale, accordarsi sul semplice fatto che il capitale deve pagare le sperequazioni che produce non solo a livello nazionale, ma globale.
Il nazionalismo scalcia per l'ultima volta, l'occidente e la sinistra devono mettere a disposizione d'esso un materasso dove lasciarlo sfogare anzichè aspettare che distrugga l'intera casa per l'ultima volta, non dobbiamo imparare questa lezione scottandoci come nel secolo scorso. Il nazionalismo è antistorico e antireale, abbiamo scoperto che le molecole di monossido di carbonio non hanno passaporto, che il capitale non ha passaporto, che le persone se possono il passaporto lo buttano a mare prima di partire, che la capacità di azione delle politiche nazionali è totalmente inadeguata ai problemi di questo mondo, che agire unicamente per l'interesse nazionale è come pisciare controvento. Prima se ne rendono tutti conto in un paese o regione, meglio sarà per tutti.
#4027
Apeiron, capisco bene ciò che intendi  :)  Devo però a questo punto specificare che quando cito Hesse non lo faccio tanto per Siddharta, quanto per il "Lupo della steppa" e "il gioco delle perle di vetro". Siddharta in realtà mi ha lasciato abbastanza freddo a riguardo e non ho mai veramente attechito su di esso.
#4028
Citazione di: Apeiron il 17 Luglio 2017, 15:08:51 PM@InVerno: in che senso ti ha influenzato Calvino, sono curioso  ::) ?
Sarebbe un discorso molto lungo, al contrario sono io sorpreso che autori di letteratura non rientrino spesso in queste liste di preferiti, come se si potesse assorbire solamente dalla saggistica pura? Per me, la cocciutaggine, il valore dell'indipendenza, lo spirito anarco-borghese e boheme, l'abilità aerobica in un mondo arboreo-sottomarino, di Cosimo del Barone Rampante rimane un indelebile ideale di romantico attaccamento alla vita e al significato di se. Se dovessi scegliere un mio "eroe" molto probabilmente sceglierei proprio Cosimo, e potessi scegliere un autoritratto vorrei l'illustrazione di Roger Olmos http://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2016/04/Cosimo_cover-400x528.jpg. Come potrei tenere fuori Calvino da questa lista? - compreso che anche altri suoi romanzi hanno contribuito indelebilmente la formazione del mio mondo interiore -
#4029
Tematiche Spirituali / Re:Spiritualità e cosmo
16 Luglio 2017, 21:13:13 PM
Citazione di: giona2068 il 16 Luglio 2017, 20:22:45 PM
Citazione di: InVerno il 15 Luglio 2017, 20:59:28 PM
L'argomento è cosi vasto che trovo davvero complesso distillare un incipit che faccia da direttrice al topic, mi accontento di chiedere il vostro parere a riguardo riconoscendo di trattare una relazione che mi ha sempre assai affascinato ma non ho mai realmente approfondito in maniera puntigliosa, o anche solo "scolastica". Sono meravigliato dall'innumerevole quantità di nessi tra la spiritualità antica (e moderna, anche nel sincretismo posticcio del new age) e la conoscenza umana della realtà cosmica, e sono benvenute considerazioni di carattere personale o storico\filosofico\spirituale, sono sicuro che un dialogo potrà nascere, o possa rimanere anche solo un collage di impressioni. Se proprio in virtù di provocatore del topic è necessario un mio incipit, mi fermerò a Platone "l'uomo è una pianta celeste, il che significa che è come un albero rovesciato, le cui radici tendono verso il cielo e i rami in basso verso la terra". Mi piacerebbe anche aver l'ardire di tradurre una poesia di Aleksandr Blok ma penso di non averne il coraggio. Per ora, godendo di un cielo con un basso inquinamento luminoso, mi limiterò come sempre ad osservare il cielo stellato e a chiedermi se esiste un panorama migliore per porre a me stesso le domande più importanti della mia vita, credendo fermamente che la risposta sia: no.
In linea di massima condivido tutte le riflessioni contenute nei post di questo topic, ma quello che non riesco a comprendere è perché ci si ostina a voler conoscere il  cosmo e il Signore Dio e si rifiuta di conoscere noi stessi. E' impossibile conoscere il Signore Dio e il cosmo se non abbiamo scoperto chi siamo. E' questo l'errore umano, ma dietro questo errore chi c'è? C' è chi non vuole che siamo salvi.  Purtroppo sono reduce da un giro in centro Italia è non vi dico cosa è successo quando ho cominciato a dire che dobbiamo scoprire la nostra verità sia come figli del Signore Dio che come peccatori.  Questo è il centro di tutto, il resto è ciarpame.
Per conoscere noi stessi abbiamo bisogno di specchi, altrimenti ci sarebbe ignota anche la forma del nostro volto (se non per fugaci rappresentazioni a pelo d'acqua)Io mi sono limitato a dire che non ne ho mai trovato uno specchio altrettanto riflettente quanto la volta celeste, e che perciò essa è stata una incommensurabile maestra spirituale. Ogni volta che imparo nuove cose su di essa, effettivamente "ricolloco" me stesso all'interno di uno scenario vastissimo ma che mi identifica in maniera estremamente più radicale di qualsiasi nozione terrestre. Come può non cambiare l'idea di me stesso, sapendo che "li fuori" vige uno scenario cosi desolato che la scoperta di un solo microbo su marte potrebbe cambiare di fatto l'intera nostra genesi? Quale miglior modo di apprezzare il miracolo della vita, se non immaginare i miliardi di milioni di anni luce coperti dal nulla cosmico, dove neanche il rumore si sente e il fuoco si accende? Queste nozioni non sono fini a se stesse, ma ricostruiscono un nostro rapporto con le "unità di misura", con ciò che diamo per certo, con il mistero, con se si vuole, anche la fede.
#4030
Citazione di: acquario69 il 16 Luglio 2017, 15:54:10 PM
Citazione di: InVerno il 16 Luglio 2017, 15:12:45 PM
Citazione di: acquario69 il 16 Luglio 2017, 13:28:56 PMSi ma nello stesso tempo quello della migrazione di centinaia di migliaia di persone (centinaia di migliaia!) che ogni anno (ogni anno!) sbarcano in Italia che cose' pura fantasia?...oppure no, invece e' una grande opportunità! ..come del resto viene martellatamene ripetuto in tutti i modi possibili immaginabili (repetita iuvant no!?  :o )
Curioso che (come fa notare bene l'artico qui sotto) che il resto dell'Europa questa manna ce la lasciano soltanto a noi...che fessi che sono!

"Migranti: se sono un "arricchimento" perchè gli altri non li vogliono?"
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=59180
Curioso come tu che hai sempre le antenne ben ritte per annusare ogni complotto ordito dai potenti, ti presti con cosi tanta solerzia e caparbia a fare il soldato nelle guerra tra i poveri. Non vedi li le trame della grande piramide occhiuta? Da quando sei cosi compiacente nel prestarti alle lotte dell'agenda plutomassonicogiudicaica? Contento te..

Ma di Che stai parlando??
Per esempio del fatto che l'ultima elezione significativa in termini di "difesa dell'identità" (parlo di Trump) ha seguito il canovaccio standard della xenofobia applicata al populismo. In qualche mese il "the wall" che doveva difendere l'americanissimo è diventata una barzelletta di comprensibile impossibilità tecnica\economica oltre che che di inutilità abissale, ed è entrata in campo la vera agenda dei difensori dell'identità nazionale: la distruzione del welfare state, la vessazione dei poveri, la divinizzazione dei magnati, la deregolamentazione ambientale, il foraggiamento dell'industria militare, etc etc. Come sempre la paura del poveraccio della porta accanto è il cavallo di troia per i migliori intenti e le migliori conquiste democratiche, a tal punto che è capace di far eleggere una spia dell'avversario storico come difensore dell'identità nazionale!! sic!.
#4031
In ordine sparso, perchè in qualsiasi altro modo non mi raccapezzo e perchè non ho realmente ben chiaro cosa io abbia assorbito da loro e cosa credo di aver assimilato erroneamente.
Bertrand Russel, Goethe, Eraclito, Nietzsche, Gogol, Spinoza, Bruno, Hesse, Voltaire, Emerson, Wittgenstein, Aristofane, Chomsky, Lucrezio, Lao-tzu, Seneca, Paine, Calvino, Bauman.
#4032
Citazione di: acquario69 il 16 Luglio 2017, 13:28:56 PM
Citazione di: InVerno il 16 Luglio 2017, 10:15:16 AM
Citazione di: Fharenight il 15 Luglio 2017, 23:47:05 PM
Per fortuna io ho la capacità di non essere affetta da nessuna ideologia, né di destra né di sinistra,
Che fortuna avere tra noi uno spirito libero! Non sei certamente affetta da ideologie, ma da manie di persecuzione. Ti sei resa capace di vedere l'invasione islamica (e la sinistra) nei temi più disparati, dall'amore all'agricoltura, e chissà che tu non ne veda gli effetti nefasti nella riproduzione del plancton e nel canto dei delfini "muezzin". Hai aperto trentordici topic a riguardo inventando titoli diversi per la solita questione: hai paura, e sei sicura che qualcuno vuole il tuo male o addirittura ti vuole morta, e che esso si aggira nefasto e celato nelle persone con il carrello del supermercato vicino al tuo. Sei una vittima, purtroppo non riconosciuta ufficialmente e perciò non risarcita e curata a dovere, del terrorismo. Nessuno può negare che anche tu hai bisogno di accoglienza, e il messaggio dell' Imam Francesco è rivolto anche a te.

Si ma nello stesso tempo quello della migrazione di centinaia di migliaia di persone (centinaia di migliaia!) che ogni anno (ogni anno!) sbarcano in Italia che cose' pura fantasia?...oppure no, invece e' una grande opportunità! ..come del resto viene martellatamene ripetuto in tutti i modi possibili immaginabili (repetita iuvant no!?  :o )
Curioso che (come fa notare bene l'artico qui sotto) che il resto dell'Europa questa manna ce la lasciano soltanto a noi...che fessi che sono!

"Migranti: se sono un "arricchimento" perchè gli altri non li vogliono?"
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=59180
Curioso come tu che hai sempre le antenne ben ritte per annusare ogni complotto ordito dai potenti, ti presti con cosi tanta solerzia e caparbia a fare il soldato nelle guerra tra i poveri. Non vedi li le trame della grande piramide occhiuta? Da quando sei cosi compiacente nel prestarti alle lotte dell'agenda plutomassonicogiudicaica? Contento te..
#4033
Citazione di: Fharenight il 15 Luglio 2017, 23:47:05 PM
Per fortuna io ho la capacità di non essere affetta da nessuna ideologia, né di destra né di sinistra,
Che fortuna avere tra noi uno spirito libero! Non sei certamente affetta da ideologie, ma da manie di persecuzione. Ti sei resa capace di vedere l'invasione islamica (e la sinistra) nei temi più disparati, dall'amore all'agricoltura, e chissà che tu non ne veda gli effetti nefasti nella riproduzione del plancton e nel canto dei delfini "muezzin". Hai aperto trentordici topic a riguardo inventando titoli diversi per la solita questione: hai paura, e sei sicura che qualcuno vuole il tuo male o addirittura ti vuole morta, e che esso si aggira nefasto e celato nelle persone con il carrello del supermercato vicino al tuo. Sei una vittima, purtroppo non riconosciuta ufficialmente e perciò non risarcita e curata a dovere, del terrorismo. Nessuno può negare che anche tu hai bisogno di accoglienza, e il messaggio dell' Imam Francesco è rivolto anche a te.
#4034
Tematiche Spirituali / Re:Spiritualità e cosmo
16 Luglio 2017, 10:03:05 AM
Citazione di: Angelo Cannata il 15 Luglio 2017, 23:20:48 PM
Ieri sera guardavo le stelle; è sempre un'esperienza profonda, non c'è che dire. Ma pensavo anche che, se in quel momento io mi fossi trovato a morire, sopraffatto da una qualsiasi ingiusta sofferenza, a quelle stelle non ne sarebbe fregato nulla.
Ho come l'impressione, e per me personalmente è vero, che mentre le religioni sono sempre andate in senso consolatorio verso i drammi della nostra vita,  è un esperienza ben più spiritualmente appagante l'assenza totale di quella consolazione - prettamente umana - che la solitudine cosmologica può trasmettere. L'idea di vivere su un piccolo "pallido punto blu" (Sagan) è uno di  quei fatti che ci costringe a cambiare radicalmente la prospettiva rispetto ai nostri drammi umani, a prenderli per quello che sono: insignificanti nell'ordine delle cose, e significanti solo per noi, che abbiamo l'onore e l'onere di prenderci troppo sul serio. Essere soli nei nostri drammi umani ci responsabilizza e insegna non attendere un aiuto esterno, ma a lavorare alacremente per risolvere le nostre - piccole - questioni. Alle stelle sicuramente non "fregherà" nulla della tua morte, così come della tua vita, eppure il materiale biologico che ti compone è quasi interamente stato creato all'interno dei loro reattori nucleari, e perciò sei nato, senza di loro non saresti. Lo spazio è cosi vasto che si può lanciare un sasso in esso, e scegliendo la giusta traiettoria, far si che esso non incontri nessun altro corpo celeste fino ad arrivare ai conosciuti confini dell'universo. Solo fortuitamente o volontariamente, le nostre azioni incotrano una conseguenza, la maggior parte delle volte, probabilisticamente, sono sassi lanciati nel nulla, e nel giro di due massimo quattro generazioni, nessuno uomo si ricorderà neppur che tu sia esistito, seppur siamo cosi dediti a ricordarci gli uni degli altri. Ci interroghiamo costantemente se l'uomo sia "capax dei", ma è l'uomo "capax universi"? E' la nostra "intuizione", ancora legata alle meccaniche della savana, capace di anche solo presagire, queste lunghe distanze, questi immensi spazi vuoti, questo silenzio assordante, come lo sfondo ultraterreno delle nostre emozioni? Hai detto in un altro topic che siamo una "parte riflessiva dell'universo" e penso che anche questo ponga parecchi quesiti a riguardo, quali siano i limiti della nostra capacità di rifletterlo in noi, perchè solo "guardare le stelle" qualsiasi sia l'occhio di vetro o meno, non è sufficiente, vogliamo andare oltre, come se davvero le nostre radici fossero in cielo.
#4035
Tematiche Spirituali / Spiritualità e cosmo
15 Luglio 2017, 20:59:28 PM
L'argomento è cosi vasto che trovo davvero complesso distillare un incipit che faccia da direttrice al topic, mi accontento di chiedere il vostro parere a riguardo riconoscendo di trattare una relazione che mi ha sempre assai affascinato ma non ho mai realmente approfondito in maniera puntigliosa, o anche solo "scolastica". Sono meravigliato dall'innumerevole quantità di nessi tra la spiritualità antica (e moderna, anche nel sincretismo posticcio del new age) e la conoscenza umana della realtà cosmica, e sono benvenute considerazioni di carattere personale o storico\filosofico\spirituale, sono sicuro che un dialogo potrà nascere, o possa rimanere anche solo un collage di impressioni. Se proprio in virtù di provocatore del topic è necessario un mio incipit, mi fermerò a Platone "l'uomo è una pianta celeste, il che significa che è come un albero rovesciato, le cui radici tendono verso il cielo e i rami in basso verso la terra". Mi piacerebbe anche aver l'ardire di tradurre una poesia di Aleksandr Blok ma penso di non averne il coraggio. Per ora, godendo di un cielo con un basso inquinamento luminoso, mi limiterò come sempre ad osservare il cielo stellato e a chiedermi se esiste un panorama migliore per porre a me stesso le domande più importanti della mia vita, credendo fermamente che la risposta sia: no.