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Messaggi - Carlo Pierini

#406
Citazione di: viator il 14 Dicembre 2018, 21:16:21 PM
Se l'evoluzione o qualsiasi altro processo raggiunge il proprio fine-scopo, significherà quindi che esso cessa. Quindi scopo dell'evoluzione sarebbe il suo cessare. Nel caso del mondo nel suo assieme, scopo del mondo = fine del mondo.

CARLO
Il fatto che tu ti comporti finalisticamente comporta forse la fine del mondo?
Rileggi meglio, qui non si parla di fini ultimi ma di "fini successivi".
#407
Citazione di: sgiombo il 14 Dicembre 2018, 08:51:18 AM
Ma per favore!

Evitiamo di far rigirare nella tomba il compianto Stephen Jay Gould e di denigrare Niels Eldredge, entrambi serissimi biologi evoluzionisti darwiniani particolarmente conseguenti (molto più di Dawkins, Wilson e compagnia "bella"; si fa per dire); che per la cronaca non significa "pedissequi ripetitori", anche degli aspetti deboli delle sue teorie, ma casomai "critici sviluppatori".

In merito alla questione non entro, restando fedele al proposito di non perdere tempo con i negatori della scienza biologica (per lo stesso motivo per cui ignoro la discussione sui "terrapiattisti"); ma la reputazione di Gould e di Eldredge non potevo non difenderla!

Mi aspetto le solite ridicole accuse di dogmatismo alle quali non risponderò perché non le leggerò nemmeno.

CARLO
Contestare l'ipotesi del casualismo darwiniano e della gradualità progressiva delle mutazioni non significa né negare la scienza biologica né porsi su un piano argomentativo comparabile con quelli - davvero ignobili - dei "terrapiattisti" e dei creazionisti cattolici, ma significa semplicemente il contrario, cioè, distinguere delle ipotesi prive di fondamento da affermazioni scientifiche suffragate da solide osservazioni oggettive.
Infatti, sono sempre più numerosi i biologi che si discostano dalle ipotesi darwinianiane. Per esempio:

"Volendo spiegare l'origine dei viventi con la casualità, dobbiamo considerare equiprobabili tutti gli eventi elementari. Poiché la formazione di una singola molecola proteica ha una probabilità quasi nulla, risulta come sia impossibile la sua costituzione  pur in un arco di tempo corrispondente all'età dell'Universo. Da ciò deriva come la formazione dei viventi, anche i più semplici, sia da ritenere impossibile nell'ambito del solo schema dei fenomeni ENTROPICI casuali (raggi X, raggi cosmici, infrarossi e ultravioletti, oppure "errori di trascrizione" nel processo di duplicazione del DNA).
In conclusione, sulla base della teoria di Darwin [...] dovremmo osservare un aumento del grado di omogeneità dei viventi, invece del gran numero di processi di differenziazione che constatiamo guardando la natura intorno a noi. Tale difficoltà può essere superata ricorrendo all'introduzione dei fenomeni SINTROPICI accanto a quelli entropici.
Non solo nello sviluppo di un singolo vivente, ma anche nello sviluppo della Vita si osserva una differenziazione sempre più grande, mediante variazioni che NON SONO CASUALI, ma orientate finalisticamente verso forme sempre più armoniche e complesse. Tale argomentare consente la risoluzione del problema relativo all'origine delle specie fornendo inoltre una conferma che i fenomeni della vita sono essenzialmente di tipo sintropico, in perfetto accordo con i dati geologici e paleontologici. Si spiega inoltre, in modo estremamente semplice, il fenomeno della variazione delle forme viventi e la ragione perché queste esistono, anche se la loro probabilità è pressoché nulla partendo da ipotesi di tipo entropico. Luigi Fantappiè sostiene che la coordinazione verso certi fini non deriva più dalla selezione naturale, che opera nelle forme più differenti conservando solo le più armoniche, ma è governata dal principio di finalità, che regola i fenomeni sintropici. Con tale asserzione non si vuole escludere l'azione della selezione naturale, ma sottolineare come la sua influenza per la evoluzione sia in effetti marginale, anche perché la selezione può agire solo a partire da forme pre-esistenti. [...]
Per concludere si può asserire che la formazione di specie sempre più differenziate non è prodotta da cause esterne, ma è mossa dai fini successivi, in coerenza con quanto richiesto dai principi base dei fenomeni SINTROPICI".  [Giuseppe e Salvatore ARCIDIACONO: Entropia, sintropia, informazione - pg. 67]

"Le mutazioni ENTROPICHE, come accettato comunemente, sono mutazioni di scarsa entità e producono alterazioni casuali nella struttura del materiale ereditario. Se si tratta di alterazioni negative saranno "regressive" o anche letali e si trasferiscono in una teratologia marginale che non può nuocere alla grande stabilità della specie. Le mutazioni di questo tipo rappresentano proprio il disordine legato al fatale aumento dell'entropia. Le mutazioni SINTROPICHE, invece, sono "spontanee", determinate da requisiti interni, logici e strutturali. Sono endogene e non casuali ed involvono una modificazione stabile e diretta del DNA. [...] Tali mutazioni possono assumere una grande ampiezza e sono in grado di riaggiustare armonicamente l'intero programma che caratterizza un certo organismo.
Le mutazioni NEUTRALI mantengono le condizioni iniziali e possono essere identificate con l'equilibrio di Hardy-Weinberg. Un esempio lo si può trovare nelle alterazioni prodotte nella struttura del citocroma c. Accettando l'esistenza delle "mutazioni sintropiche" si riesce a spiegare il motivo per cui l'evoluzione non consista in un processo graduale e lento, ma in un processo che avviene PER SALTI, mediante bruschi passaggi da una forma verso un'altra".   [Giuseppe e Salvatore ARCIDIACONO: Entropia, sintropia, informazione - pg. 67]
#408
Citazione di: everlost il 19 Novembre 2018, 00:50:07 AM...
I motivi della contestazione sono anche altri: uno lo fai notare tu Jacopus, ossia per capire il darwinismo bisogna ragionare in termini di eoni, miliardi, milioni di anni, mentre la nostra memoria è così corta che facciamo già fatica a ricordare che volto avevano i nostri bisnonni...
Una specie non si forma all'improvviso, richiede moltissimo tempo per differenziarsi. Per vedere una tigre trasformarsi in un docile gattone bianco a pois neri, non basterebbe tutta la storia umana. E non è detto che succeda. Può darsi che ci siano attualmente molti animali che si stanno 'speciando', solo che non ce ne accorgiamo perché le differenze sono poco evidenti e si possono ancora riprodurre con i propri simili. Poi per un certo tempo resteranno interspecifici, ossia potranno ancora incrociarsi e generare ibridi, anche se nasceranno sterili oppure deboli. Col tempo, rimanendo sempre distanti e separati, perderanno questa possibilità per via delle rispettive mutazioni, diventando specie incompatibili.
...

CARLO
Sei rimasto all'evoluzionismo ingenuo e puramente ipotetico (privo di supporti osservativi) di Darwin.

Da una presentazione del libro di Gould-Eldredge: "L'equilibrio punteggiato"

"Proposto all'inizio degli anni Settanta del XX secolo da Stephen Jay Gould e da Niles Eldredge in un celebre articolo (Punctuated Equilibria. An Alternative to Phyletic Gradualism), il concetto di equilibrio punteggiato [lunghi periodi di stasi evolutiva "punteggiati" da speciazioni improvvise] ha segnato una svolta decisiva negli studi dedicati all'evoluzione delle specie. Tra gli scienziati era in quegli anni predominante l'immagine del processo evolutivo come una progressione graduale e cumulativa di caratteri, un meccanismo di lento e inesorabile avanzamento. La documentazione fossile, allora in rapida crescita, sembrava però non confermare questa ipotesi; il dato empirico ricavabile dalle analisi sul campo dipingeva un quadro differente, formato da lunghi periodi di stasi, che potevano durare milioni di anni, intervallati da bruschi e rapidi eventi di speciazione, ovvero i processi biologici ed ecologici "punteggiati" che portano alla formazione di nuove specie. La scoperta di Gould ed Eldredge riuscì a spiegare la mancanza di reperti fossili che documentassero il passaggio necessariamente graduale tra una specie e l'altra, e a riavvicinare in questo modo i dati effettivi della paleontologia alla teoria dell'evoluzione".

CARLO
Si tratta di una teoria che mette in crisi uno dei due pilastri del darwinismo - la casualità delle mutazioni biologiche - e rende marginale e poco significativo l'altro pilastro: la selezione naturale.
Del resto la tesi della casualità delle mutazioni come motore dell'evoluzione delle specie, non solo non è stata mai provata, ma è altresì infalsificabile (Popper), pertanto dovrebbe essere considerata non-scientifica. Se ciò non accade è solo per una questione di indottrinamento ideologico degli scienziati monisti-materialisti che continuano a vedere nel darwinismo un cavallo di battaglia storico contro il gretto e dogmatico creazionismo religioso.

Scrive Gould:

"In base al modello della speciazione a equilibri punteggiati, le tendenze all'interno delle diverse linee evolutive si manifestano attraverso episodi, che si vanno continuamente accumulando, di SPECIAZIONE ISTANTANEA alla scala dei tempi geologici, ANZICHÉ TRAMITE UN GRADUALE CAMBIAMENTO ALL'INTERNO DI POPOLAZIONI CONTINUE si tratta di un processo che assomiglia più al salire i GRADINI DI UNA SCALA che non al far rotolare una palla all'insù lungo un piano inclinato".  [S. J. GOULD: L'evoluzione della vita sulla Terra - pg. 7]

Il neuroscienziato J. Eccles ribadisce:

"Nella teoria di Darwin, le mutazioni genetiche servivano come materiale puro per la selezione, la quale controllava essenzialmente la direzione dell'evoluzione. Nella teoria degli equilibri punteggiati, invece, le modificazioni saltazionali [cioè relative al "salto" di specie, ndr] avvengono PRIMA di un qualsiasi controllo selettivo; questo controllo agisce quindi su NUOVE SPECIE già pienamente costituite. L'ONTOGENESI PRECEDE la selezione. Gli organismi, cioè: <<...influenzano il loro stesso destino con meccanismi interessanti e complessi. Dobbiamo ricollocare al suo posto il concetto di organismo nella biologia evoluzionistica >> (Gould, 1982, p. 144)". [J. C. ECCLES: Evoluzione del cervello e creazione dell'io - pg. 31]

Ma torniamo all'ONTOGENESI. Cos'è?  In poche parole, è quel processo di trasformazione dell'uovo che culmina nel pulcino (replica della specie); processo che è INTERAMENTE codificato nei minimi dettagli nel DNA dell'uovo e che quindi è pienamente compatibile col paradigma materialista-determinista-darwiniano.
Ma se applichiamo lo stesso concetto alla speciazione, cioè al passaggio da una specie *già esistente* ad una nuova specie *mai esistita prima*, il discorso si fa davvero interessante, perché alla "riorganizzazione genetica" (Gould & Eldredge) del vecchio DNA che precede questo passaggio improvviso al nuovo DNA si deve attribuire una sorta di conoscenza della meta, di pre-visione della nuova struttura (che non è, ovviamente, codificata nel vecchio DNA), proprio come succede nei processi creativi-inventivi-finalisti della nostra mente quando inventiamo qualcosa di nuovo e lo disegniamo come progetto PRIMA ANCORA di averlo realizzato.

E non credo sia casuale il fatto che Jung riconosca agli archetipi psichici (inconsci) questa stessa proprietà di pre-conoscenza della meta di un processo di trasformazione-evoluzione psico-spirituale:

"L'archetipo determina il modo e il decorso della configurazione con un'apparente prescienza o "nel possesso a priori del fine" che viene circoscritto dal processo di convergenza in un centro".  [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.226]

Allora la domanda sorge spontanea: non sarà, forse, che il concetto di archetipo e quello di DNA siano sovrapponibili? In altre parole, non sarà che il DNA rappresenta l'espressione biologica di un archetipo?

Una cosa è comunque certa: se non ci sono prove che i processi bio-chimici presentino aspetti finalistici (teleologici), non ci sono dubbi sul fatto che il comportamento umano - e, in misura decrescente a ritroso sulla scala evolutiva, anche quello di moltissime altre specie animali - sia caratterizzato proprio dal regime finalistico di molte delle loro attività. Per cui nessuno può escludere che il finalismo, pur non essendo una proprietà della materia biologica, sia però una proprietà della mente, che la mente possa interagire con la materia biologica, ...e che dunque le cosiddette "mutazioni" non siano delle trasformazioni del tutto casuali, ma che siano invece influenzate in qualche modo dalla dimensione mentale (e non parlo, naturalmente, di volontà cosciente).

Questa mia ipotesi si chiama: evoluzionismo archetipico junghiano-pieriniano!  :)

P.S.:
A proposito dell'inattendibilità della tesi casualista di Darwin, si legga questo breve brano tratto dal libro di Pellegrino De Rosa ("E se Darwin si fosse sbagliato?") sulla lucertola Podarcis Sicula (paragrafo 6.7):

https://3.bp.blogspot.com/-RJPvI99jeJw/V8HvO3DhTMI/AAAAAAAAAhw/59G2FRmQ8IcEr-jzE3t75Rg81dJOfFgnwCLcB/s1600/Mente-corpo%2B1.jpg

https://2.bp.blogspot.com/-Xw9DHspZIPI/V8HvZij8ydI/AAAAAAAAAh0/zqImeSISSD81mAC0CYbBq5JlIau_Bo66QCLcB/s1600/Mente-corpo%2B2.png
#409
Il sapore del "Sé" in un appassionato flamenco moderno (con testo e traduzione):

ROSALIA: Aunque es de noche
https://youtu.be/6s-MQzPZ6IE?list=PLxKHVMqMZqUT9r2C1t43NT6SskOLVHl5_

Testo:
Qué bien sé yo la fuente que mana y corre
Aunque es de noche

Aquella eterna fuente está escondida
Que bien sé yo donde tiene su manida
Aunque es de noche

En esta noche oscura de esta vida
Qué bien sé yo por fe la fuente fría
Aunque es de noche
.....

Su origen no lo sé, pues no lo tiene
Mas sé que todo origen de ella viene
Aunque es de noche

Sé que no puede haber cosa tan bella
Y que cielos y tierra beben de ella
Aunque es de noche
.....

Bien sé que suelo en ella no se halla
Y que ninguno puede vadearla
Aunque es de noche

Su claridad nunca es oscurecida
Y toda luz de ella es venida
Aunque es de noche

Y son tan caudalosas sus corrientes
Que cielos, infiernos riegan y las gentes
Aunque es de noche
.....

Aunque es de noche
La corriente que nace de esta fuente
Bien sé que es tan capaz y omnipotente

Aunque es de noche
La corriente que de estas dos procede
Sé que ninguna de ellas le precede

Aunque es de noche
Aquí se está llevando a las criaturas
Y de esta agua se hartan, aunque a oscuras

Aunque es de noche
En esta viva fuente de deseo
En este pan de vida yo la veo

Aunque es de noche
En esta eterna fuente está escondida
En este vivo pan por darme vida

Aunque es de noche
Aunque es de noche
......        


TRADUZIONE

Conosco bene la fonte che sgorga e corre
Anche se è notte

Quella eterna fonte è nascosta
Che ben so io dove ha la sua sorgente
Anche se è notte

In questa notte oscura di questa vita
Che ben so io per fede la fonte fredda
Anche se è notte
.....

Non so la sua origine perché non l'ha
Ma so che ogni origine da essa deriva
Anche se è notte

So che non c'è nient'altra cosa tanto bella
E che il cielo e la terra bevono da essa
Anche se è notte
.....

Ben so che in essa suolo non si trova
E che nessuno può guadarla
Anche se è notte

Il suo bagliore non è mai oscurato
E ogni luce da essa è venuta
Anche se è notte

E son così abbondanti le sue correnti
Che cieli e inferni irrigano e la gente
Anche se è notte
.....

Anche se è notte
La corrente che nasce da questa fonte
So bene che è tanto capace e onnipotente

Anche se è notte
La corrente che da queste due procede
So che nessuna di esse la precede

Anche se è notte
Qui si stanno portando le creature
E di quest'acqua si saziano, anche se al buio

Anche se è notte
In questa viva fonte di desiderio
In questo pane di vita io la vedo

Anche se è notte
In questa eterna fonte è nascosta
In questo vivo pane per avermi dato la vita

Anche se è notte
Anche se è notte
......
#410
Citazione di: sgiombo il 13 Dicembre 2018, 16:36:49 PM
Citazione di: Jacopus il 13 Dicembre 2018, 11:44:09 AM
Sgiombo@ hai una visione piuttosto ingenua della felicità. Stephen il maggiordomo del signor Candy in Django unchained era probabilmente felice nel suo ruolo di negrerio pur essendo nero. Ma spesso si tratta di una felicità mista a rancore e a perdita della propria identità, come accade ai sottoproletari di periferia che credono di essere felici se manipolano un telefonino da 1000 euro.
Abbandonare ogni ruolo di guida e di critica sul significato di felicità è un altro tipo di lastrico per le vie dell'inferno. Oltretutto non comprendo davvero come concili questa tua posizione con il marxismo, che è principalmente un movimento per liberare dalle catene ideologiche chi è irretito da un processo culturale che lo vuole mantenere schiavo e contento, come cantavano, tanti anni fa Fo e Jannacci (ho visto un re).
Che poi te lo debba dire io, seguace di un pensiero socialdemocratico, mi sembra paradossale.


Citazionecitaz. da CARLO (PIERINI)

Ben detto!
Il relativismo è il terreno su cui possono crescere solo l'individualismo e l'egocentrismo. E' la negazione delle idee di "bene comune", di "ideale politico", di "scienza" intesa come processo collettivo.

SGIOMBO
Tanto il generoso e magnanimo quanto il malvagio ed egoista possono essere sia contenti, felici ecc. (se appagati nelle rispettive ben diverse e contrarie aspirazioni), sia infelici, sofferenti ecc. (se frustrati nelle rispettive ben diverse e contrarie aspirazioni).

CARLO
Vuoi dire che la felicità di un sadico serial killer subito dopo un agognato assassinio, e la felicità di un appassionato ricercatore che scopre la agognata cura di una malattia straziante, stanno sullo stesso piano? La felicità del primo è (soggettivamente) piena e profonda quanto lo è quella del secondo? 
#411
Citazione di: Jacopus il 13 Dicembre 2018, 11:44:09 AM
Sgiombo@ hai una visione piuttosto ingenua della felicità. Stephen il maggiordomo del signor Candy in Django unchained era probabilmente felice nel suo ruolo di negrerio pur essendo nero. Ma spesso si tratta di una felicità mista a rancore e a perdita della propria identità, come accade ai sottoproletari di periferia che credono di essere felici se manipolano un telefonino da 1000 euro.
Abbandonare ogni ruolo di guida e di critica sul significato di felicità è un altro tipo di lastrico per le vie dell'inferno. Oltretutto non comprendo davvero come concili questa tua posizione con il marxismo, che è principalmente un movimento per liberare dalle catene ideologiche chi è irretito da un processo culturale che lo vuole mantenere schiavo e contento, come cantavano, tanti anni fa Fo e Jannacci (ho visto un re).
Che poi te lo debba dire io, seguace di un pensiero socialdemocratico, mi sembra paradossale.
CARLO
Ben detto!
Il relativismo è il terreno su cui possono crescere solo l'individualismo e l'egocentrismo. E' la negazione delle idee di "bene comune", di "ideale politico", di "scienza" intesa come processo collettivo.
#412
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
13 Dicembre 2018, 13:59:27 PM
Citazione di: Tanàzzj il 10 Dicembre 2018, 00:27:06 AM
È la felice nominazione della cosa.
La fuga dal senso invece è l'atteggiamento di chi sia rimasto deluso dalla ricerca dei criteri di quella felicità. Delusione inevitabile del resto, dal momento che una nominazione riesce felice a condizione di aver contatto con la cosa, e non con l'ideale.

CARLO
Se la verità è la felice nominazione della cosa reale,
e se la felicità è il contatto dell'ideale con la cosa reale (realizzazione dell'ideale),
allora la nominazione riesce felice quando è in contatto sia con la cosa che con l'ideale.  :)
#413
Citazione di: Jean il 11 Dicembre 2018, 21:01:27 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 11 Dicembre 2018, 20:11:22 PM
Citazione di: Jean il 11 Dicembre 2018, 19:58:41 PM
Cit. Jean (al di là dell'aldilà) - ... non avete mai provato la sensazione che vi sia qualcosa nascosta da qualche parte?

                 Dopo qualche ora....

Cit. Carlo Pierini (questa discussione) - ... prendere la decisione di togliere loro la scintilla divina di cui tanto hanno abusato e nasconderla dove non l'avrebbero mai trovata...

... sono solo *canzonette, caro Carlo...
  (*coincidenze)



CARLO
Jung non è un cantautore, ma un ricercatore che elabora le sue tesi sull'osservazione dei fatti e sulle esperienze. ...Esperienze come le mie, per esempio:

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/un'altra-'visione'-archetipica/

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/gli-archetipi-esistono-io-li-ho-'visti'!/

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/un-sogno-archetipico/

Ops... forse non hai colto l'humor (anche quello, forse, troppo nascosto... avrei dovuto mettere un'emoticon...).

In altri contesti ho rimarcato la mia (grande) stima per Jung e molti altri seri ricercatori.

Se ho parafrasato coincidenze (sincronicità, per Jung) con canzonette l'ho fatto in tuo onore, considerato i molti link musicali che inserisci a piè pagina nei tuoi post, per esempio questo:

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-spirituali/jung-la-pazzia-e-la-musica/msg14451/#msg14451

... cosa che faccio anch'io di tanto in tanto (forse son stato il primo...).

Ho gran rispetto per le esperienze di tutti e per ogni ricercatore che si dedichi all'osservazione di quelle e dei fatti (come quelli – di valor o meno dipende dal fruitore – che propongo nella mia discussione).

Mai mi sognerei di sminuir neppur la più piccola... se poi tutto finisce/proviene nel/dal calderone dell'inconscio... potrebbe ri-emergere in un (mio) sogno.

Talvolta occorre rischiare, poiché chi evita l'errore elude la vita...


Trés cordialement
Jean

CARLO
Ops... sono così abituato a risposte scettico-derisorie, che ho interpretato anche la tua come una di quelle. Conosci Jung?
#414
Citazione di: Jean il 11 Dicembre 2018, 19:58:41 PM
Cit. Jean (al di là dell'aldilà) - ... non avete mai provato la sensazione che vi sia qualcosa nascosta da qualche parte?

                 Dopo qualche ora....

Cit. Carlo Pierini (questa discussione) - ... prendere la decisione di togliere loro la scintilla divina di cui tanto hanno abusato e nasconderla dove non l'avrebbero mai trovata...

... sono solo *canzonette, caro Carlo...
  (*coincidenze)



CARLO
Jung non è un cantautore, ma un ricercatore che elabora le sue tesi sull'osservazione dei fatti e sulle esperienze. ...Esperienze come le mie, per esempio:

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/un'altra-'visione'-archetipica/

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/gli-archetipi-esistono-io-li-ho-'visti'!/

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/un-sogno-archetipico/
#415
Questa leggenda è stata citata in "Planetary", uno stupendo documentario scientifico-ecologico trasmesso su Focus TV, ma presente anche su TouTube:

https://youtu.be/xPbju7jNtKI?t=379
#416
Una vecchia leggenda Visnuista narra di un tempo in cui tutti gli uomini erano potentissimi Dei che, a causa del loro ego smisurato, abusarono della loro potenza divina al punto di spingere Brahma, capo degli Dei, a prendere la decisione di togliere loro la scintilla divina di cui tanto hanno abusato e nasconderla dove non l'avrebbero mai trovata...
A questo punto sorse un grande dilemma: quale luogo ha la caratteristica di essere così difficile da raggiungere da risultare un ottimo nascondiglio? Le altre divinità, a questo punto, vennero riunite a consiglio per valutare il problema appena insorto e, dopo aver ragionato bene sulla questione, dissero: "Seppelliremo la divinità dell'uomo in fondo alla terra". Brahma prontamente obbiettò: "No, non basta, perché l'uomo scaverà e la troverà". Allora gli Dei risposero: "Bene, allora affonderemo la sua forza nell'oceano più profondo". Ma Brahma si oppose ancora: "No, perché prima o poi l'uomo esplorerà le profondità di ogni oceano e la riporterà in superficie". Allora gli dei minori conclusero: "Non sappiamo dove nasconderla, perché sembra che non ci sia alcun posto sulla terra o nel mare dove l'uomo non potrebbe eventualmente raggiungerla". Così a Brahma venne un'idea e la espose replicando: "Ecco cosa faremo con la divinità dell'uomo. La nasconderemo nelle profondità del suo stesso essere, perché non penserà mai di cercarla proprio lì".


<<L'uomo è la coppia di Dioscuri, dei quali l'uno è mortale (l'Io), l'altro immortale (il Sé); e che, pur perennemente uniti, tuttavia non diventano mai interamente uno. I processi di trasformazione vogliono avvicinarli l'uno all'altro, ma la coscienza oppone una strenua resistenza perché l'altro appare assolutamente estraneo e perturbante e perché noi non possiamo abituarci all'idea di non essere i padroni assoluti in casa nostra. Ma con l'amico o nemico interiore siamo posti a confronto; e dipende da noi se è amico o nemico.
Non c'è bisogno di essere malati mentali per sentirne la voce. E' l'interlocutore che gli antichi alchimisti definivano come aliquem alium internum, qualcun altro interiore>>. [JUNG: Archetipi e inconscio collettivo - pgg. 128/129]

<<Come si sa per esperienza, la psiche inconscia ha una indipendenza estrema dalla volontà. Se non l'avesse, non potrebbe esercitare la sua funzione peculiare: la compensazione della coscienza. La coscienza è ammaestrabile come un pappagallo, non così l'inconscio. [...] Esso è, e rimane, una parte della natura che non può venir né corretta né corrotta; i suoi segreti possono soltanto essere intravisti, non manipolati>>.  [JUNG: Psicologia e alchimia - pg.52]

<<I simboli onirici significano molto di più di quanto si possa saperne di primo acchito. Essi trovano il loro significato nel tendere, ogni volta che sono compresi, a compensare, a correggere e a integrare nel senso della totalità un atteggiamento della coscienza più o meno inadeguato, che cioè non adempie al suo scopo>>.  [JUNG: Realtà dell'anima - pg.323/24]

<<Non tutti i sogni hanno la stessa importanza. Già i primitivi distinguevano tra "piccoli" e "grandi" sogni. [...]
A ben guardare i piccoli sogni sono frammenti della fantasia che compaiono ogni notte, provengono dalla sfera soggettiva e personale e, quanto al loro significato, si esauriscono nella vita quotidiana. La loro validità non va oltre le oscillazioni quotidiane dell'equilibrio psichico.
Vi sono invece sogni pregni di significato, i quali spesso sono conservati nella memoria per tutta la vita, e formano non di rado il nucleo racchiuso nel forziere degli eventi psichici. [...] Essi contengono i cosiddetti «motivi mitologici» o «mitologemi», che io ho definito col termine di archetipi [...] e provengono dagli strati più profondi dell'inconscio collettivo. La loro significatività trapela - a prescindere dall'impressione soggettiva - già fin dalla loro plasticità, che mostra non di rado forza e bellezza poetiche. Essi si presentano perlopiù in periodi decisivi della vita, vale a dire nella prima giovinezza, durante la pubertà, "nel mezzo del cammino" (fra i trentasei e i quarant'anni), e "in cospectu mortis">>.  [JUNG: La dinamica dell'Inconscio - pg.313]
#417
Citazione di: bobmax il 23 Novembre 2018, 14:40:36 PM
Citazione
CitazioneCARLO
Se non c'è libero arbitrio, allora nessuno è responsabile delle proprie azioni. E allora, come ha sottolineato Jacopus, dovremmo abolire tribunali e Ministero di Grazia e Giustizia. Tu ti sei mai impegnato per questa abolizione?

BOBMAX
Se non c'è libero arbitrio, non c'è nessuno.
E il libero arbitrio non c'è...
Prima di rifiutare questa idea, bollandola assurda e scandalosa, perché non provare a considerarla almeno un po'?
CARLO
Ti ho fatto una domanda: ti sei mai impegnato per l'abolizione dei tribunali?

BOBMAX
No, scopo dei tribunali non è punire, ma ben altro.
Se l'approccio è ancora quello di banalizzare la questione del libero arbitrio, possiamo concludere qui.

CARLO
Non è in discussione lo scopo dei tribunali, ma ciò che dà significato ai concetti di etica e di responsabilità.
#418
Citazione di: bobmax il 23 Novembre 2018, 14:04:02 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 23 Novembre 2018, 13:35:30 PM
Citazione di: bobmax il 18 Novembre 2018, 20:50:53 PM
L'assenza del libero arbitrio è TOTALE. Ed è proprio questa sua assoluta inesistenza a far cambiare ogni prospettiva, anche su ciò che abbiamo sempre considerato ovvio.

CARLO
Se non c'è libero arbitrio, allora nessuno è responsabile delle proprie azioni. E allora, come ha sottolineato Jacopus, dovremmo abolire tribunali e Ministero di Grazia e Giustizia. Tu ti sei mai impegnato per questa abolizione?

BOBMAX
Se non c'è libero arbitrio, non c'è nessuno.
E il libero arbitrio non c'è...
Prima di rifiutare questa idea, bollandola assurda e scandalosa, perché non provare a considerarla almeno un po'?

CARLO
Ti ho fatto una domanda: ti sei mai impegnato per l'abolizione dei tribunali?
#419
Citazione di: bobmax il 18 Novembre 2018, 20:50:53 PM
L'assenza del libero arbitrio è TOTALE. Ed è proprio questa sua assoluta inesistenza a far cambiare ogni prospettiva, anche su ciò che abbiamo sempre considerato ovvio.

CARLO
Se non c'è libero arbitrio, allora nessuno è responsabile delle proprie azioni. E allora, come ha sottolineato Jacopus, dovremmo abolire tribunali e Ministero di Grazia e Giustizia. Tu ti sei mai impegnato per questa abolizione?
#420
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
06 Novembre 2018, 21:23:14 PM
Citazione di: Ipazia il 06 Novembre 2018, 17:41:09 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 06 Novembre 2018, 15:48:37 PM
Ma non avevi detto che <<la velocità della luce non si stabilisce con un referendum>>? Che volevi dire?
IPAZIA
Lo ha detto Piero Angela. Ma si riferiva alla verità scientifica, rispetto ad un sistema fisico determinato, non alla Verità dei filosofi.
T. Kuhn ci spiega, invece, che anche le verità scientifiche si decidono per referendum, da parte di un selezionatissimo gruppo di elettori.

CARLO
Le verità incerte si decidono per referendum, non le verità comprovate. Torniamo, cioè, alla verità della Terra che è rotonda e alla falsità di chi sostiene la la sua piattezza (e ad altre migliaia di verità simili).

...Ancora mi domando quali siano le ragioni per le quali delle persone intelligenti come te (e sono tante) continuino in questa dissennata negazione dell'esistenza della verità. E' un dogma dei nostri tempi?



NINA ZILLI - C'era una volta
https://youtu.be/l6kB51ck5VM