Buongiorno Daniele22
Il problema è che non serve certo Mattarella per capire che tutti noi mentiamo. Mentire è però un termine non del tutto esatto. Se io conosco ciò che è vero e consapevolmente lo nego, allora mento (in primis a me stesso), ma noi non conosciamo ciò che è "vero" e quindi escogitiamo un sistema collettivo di illusioni che ci appaia almeno vero-simile. Questo sistema ci permette di controllare la fondamentale angoscia esistenziale che proviamo. Il bisogno di sicurezza psicologica è fortissimo: la mente ha bisogno di sentirsi al sicuro, in qualche modo. Ecco allora che strumenti come la religione e la scienza hanno un grande potere di fascinazione. Un sistema di pensiero che affascina e che rassicura è cibo nobile per la mente umana ( naturalmente poi di tutti e due ci si fa sopra pure un bel business). Ognuno, in modo diverso, cerca questa sicurezza e tanto più un pensiero è collettivo tanto più aumenta , illusoriamente, questa rassicurazione ("Se tutti lo credono, allora dev'essere vero.Meglio che ci creda anch'io"...è questo più o meno il ragionamento interiore che si fa). Un menzogna collettiva, per fare un esempio, tipo: "La natura è bella", finisce per costruire un mondo, indipendentemente dal fatto che lo sia, o che tutti provino questo sentimento verso di essa . L'importante è che, nella rassicurazione collettiva, si affermi la menzogna/illusione/fascinazione. Naturalmente poi diventa luogo comune, tendenza, moda e quant'altro serva per cementare questa menzogna collettiva, rendendola così apparentemente più "reale". E se la natura tradisce questa fascinazione, come è successo con la pandemia, allora si escogitano pensieri collettivi che tentano di salvare l'illusione, "estraendo" una parte dal tutto e utilizzando nuovamente il fascino dato da termini come "lotta", "guerra", ecc., da sempre utilizzati dall'umanità, per dare un senso all'imprevedibilità che ha colpito proprio la sicurezza illusoria. La fascinazione che proviamo dal contatto dei sensi con quel qualcosa che c'è "là fuori" è già una ricerca di senso, si può dire.
P.S. Anch'io sono piuttosto logoro. E non lo dico per "rassicurarti"
Il problema è che non serve certo Mattarella per capire che tutti noi mentiamo. Mentire è però un termine non del tutto esatto. Se io conosco ciò che è vero e consapevolmente lo nego, allora mento (in primis a me stesso), ma noi non conosciamo ciò che è "vero" e quindi escogitiamo un sistema collettivo di illusioni che ci appaia almeno vero-simile. Questo sistema ci permette di controllare la fondamentale angoscia esistenziale che proviamo. Il bisogno di sicurezza psicologica è fortissimo: la mente ha bisogno di sentirsi al sicuro, in qualche modo. Ecco allora che strumenti come la religione e la scienza hanno un grande potere di fascinazione. Un sistema di pensiero che affascina e che rassicura è cibo nobile per la mente umana ( naturalmente poi di tutti e due ci si fa sopra pure un bel business). Ognuno, in modo diverso, cerca questa sicurezza e tanto più un pensiero è collettivo tanto più aumenta , illusoriamente, questa rassicurazione ("Se tutti lo credono, allora dev'essere vero.Meglio che ci creda anch'io"...è questo più o meno il ragionamento interiore che si fa). Un menzogna collettiva, per fare un esempio, tipo: "La natura è bella", finisce per costruire un mondo, indipendentemente dal fatto che lo sia, o che tutti provino questo sentimento verso di essa . L'importante è che, nella rassicurazione collettiva, si affermi la menzogna/illusione/fascinazione. Naturalmente poi diventa luogo comune, tendenza, moda e quant'altro serva per cementare questa menzogna collettiva, rendendola così apparentemente più "reale". E se la natura tradisce questa fascinazione, come è successo con la pandemia, allora si escogitano pensieri collettivi che tentano di salvare l'illusione, "estraendo" una parte dal tutto e utilizzando nuovamente il fascino dato da termini come "lotta", "guerra", ecc., da sempre utilizzati dall'umanità, per dare un senso all'imprevedibilità che ha colpito proprio la sicurezza illusoria. La fascinazione che proviamo dal contatto dei sensi con quel qualcosa che c'è "là fuori" è già una ricerca di senso, si può dire.
P.S. Anch'io sono piuttosto logoro. E non lo dico per "rassicurarti"
