Citazione di: bobmax il 12 Novembre 2023, 17:13:07 PMBuongiorno Koba II
Scusami se mi permetto, ma ho l'impressione che tu stia attraversando un passaggio cruciale. Dove tutto può essere perduto, oppure ritrovato.
Me lo fa sospettare la tensione oscillante che riscontro in ciò che scrivi.
Affrontare lo sguardo della Medusa, con cui la vita a volte ci fissa, richiede uno sforzo, diciamo così, pressoché sovrumano.
Perché i nostri schemi logici si rivelano inadeguati.
Il riconoscimento della nullità della tua anima, il che significa il tuo stesso non esistere in quanto "io", deriva semmai da quei rari momenti mentali luminosi. Non dalla constatazione di avere solo brandelli di coscienza. Perché questa constatazione è la disperata volontà di mantenere l'esistenza del tuo io.
Certamente le strade della nostra evoluzione sono molteplici.
Ma anche solo per provare a iniziare a percorrerne una, occorre tener fermo ciò che per noi vale sopra ogni cosa.
Non ho detto che puoi liberarti dall'orrore. Ma che l'orrore può liberarti da te stesso, cioè da quello che pensi di essere.
Occorre però cambiare completamente prospettiva. Cioè non intendere più l'etica, il bene e il male, una mera eventualità della esistenza. Ma comprendere come l'esistenza sia invece funzionale all'emergere del bene e del male.
Il bene e il male vengono a me come richiamo dell'Essere.
D'altronde vi è una differenza fondamentale tra "esistere" e "essere".
Perché esiste ciò che sta a valle della scissione soggetto/oggetto.
Esiste cioè solo ciò che è qualcosa. Che può essere oggetto per un soggetto.
Mentre l'essere è a monte della scissione.
L'essere permette l'esistere, ma, non potendo essere ridotto a qualcosa, a sua volta non esiste.
Nulla significa, e significa soltanto, non esistenza.
Solo questo significa Nulla: non esiste.
Abbiamo così il paradosso, solo apparente però, che Essere = Nulla.
E qui vi sono quei tuoi momenti mentali luminosi...
Perché che l'Essere/Nulla sia il Bene, dipende solo da te.
Non è forse questo lo scopo della tua vita?
Figlio unigenito?
Dobbiamo tornare a Parmenide, Plotino, Anselmo, Echkart, Cusano...
I fin dei conti sarebbe sufficiente la mistica cristiana.
Bobmax, sei stato molto chiaro.
Anch'io credo che l'esistenza che ci si staglia davanti, con soggetti che credono di essere questo e quest'altro e cose desiderate, macchinazioni, sfruttamento degli altri e soprattutto di se stessi, non sia nulla. Autentica apparenza. Inganno.
Ma prima di questa scissione tra soggetto e oggetto, prima che il convincimento di avere un Io diventasse certezza indubitabile, non c'era nessuno. La speculazione metafisica ci descrive un mondo originario all'inizio di tutto, l'Essere, a cui attribuisce uno splendore divino.
Quindi come giustamente dici tu, l'esistenza che sperimentiamo ogni giorno, nell'orrore o anche soltanto nel nonsenso, è nulla. E questa esperienza di nulla ci riporta, per effetto della mancanza sentita, all'essere, e soprattutto alla possibilità di diventare puro strumento di bene, pura manifestazione di luce. Con le parole più concrete del Vangelo, operatori di pace.
Queste esperienze spirituali sono però solo fratture dell'esistenza consueta. Le occupazioni del mondo, quelle a cui nessuno di noi può venir meno (a meno di scegliere la strada del monaco del deserto) ci ricacciano nella battaglia, continuamente, senza scampo, almeno fino a quando non saremo morti.
Questo per dire che lo sguardo della mistica è uno sguardo dall'alto, dall'essere pacificato, mentre a noi, a me, servono strumenti dal basso, per riuscire a resistere e intravedere di tanto in tanto la luce che viene dalle fratture di questo mondo.
