Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - paul11

#406
Tematiche Filosofiche / Re:Dei diritti e dei doveri
27 Gennaio 2020, 01:15:43 AM
Il diritto è un termine che deriva , è relazionato direttamente, alla giustizia.
Si intende di diritto, più che di dovere, in quanto ogni diritto ha un limite .
La libertà ad esempio, è mia ,tua, ecc. ma non è sconfinato a livello individuale, per cui si potrebbe sconfinare e ledere l'altrui diritto. Il dovere è quindi sottointeso e implicito in ogni diritto ,ed è il limite, la demarcazione per cui un diritto può ledere l'altrui diritto.
Il limite presuppone la responsabilità e quindi implicitamente una libera volontà e la coerenza fra pensiero ed azione.

Il concetto di giustizia non ha a che fare con la natura etologica dei comportamenti quindi animali e di natura, perché la natura non conosce il bene e il male. Il leone caccia la gazzella e la faina entra entra nel pollaio e fa una strage. Non c'è nessun tribunale naturale che sancisca che i carnivori siano il male e gli erbivori il bene.

Ma è talmente inculcata nella cultura umanista che ha sdoganato l'anima lasciando il corpo fisico, che gli umani sono infatti ridiventati pitecantropi postmoderni decadenti moralmente, umanamente, dimenticando la giustizia e i suoi criteri. Infatti in questa epoca vince il cinico senza pudore.
Amen
#407
Tematiche Spirituali / Re:Quale Chiesa Cattolica?
26 Gennaio 2020, 01:15:29 AM
La differenza sostanziale fra spiritualità, in generale, e religione è che in queste ultime c'è una Sacra Scrittura c'è una Rivelazione. Questa differenza è fondamentale. I tre cosiddetti monoteismo hanno tre testi sacri di riferimento inalienabili e riferimento ASSOLUTO per qualunque procedimento ermeneutico o esegetico che sia.

Non esiste Papa la cui autorità storica, perché anche i Papi passano e vanno, non sia nella capacità di attualizzare nella contemporaneità quelle Sacre Scritture, diversamente la Chiesa diventa un puro istituto fondato sul nulla e destinato a correre dietro alle mode culturali.
Il problema è quindi come si attualizzano le Sacre Scritture e non il fare i politici di compromessi secolarizzati per avere adepti. La Chiesa ha il compito di portare a conoscenza a tutta l'umanità la Buona Novella e non di avere quantità popolari a scapito di iperboliche interpretazioni di quegli scritti.
Quegli scritti sono lo statuto su cui regge una istituzione, come la Costituzione le leggi di uno stato, con una differenza sostanziale quelle Scritture non si toccano, non c'è maggioranza parlamentare che possa modificarle.

Le strutture organizzative dell' iman o del rabbino sono diverse dal prete. Non c'è scritto da nessuna parte nelle Sacre Scritture di come dovesse essere l'ecclesia(che dal greco significa assemblea) e non penso proprio ad uno Stato secolare, fortemente gerarchicizzato, perchè questo crea problemi fra il Papa e chi vive davvero nella comunità, il prete nella parrocchia.

Si ritorni alle origini del cristianesimo ,piuttosto, senza parecchi dogmi inventati di cui nulla vi è nelle Sacre Scritture. Gli apostoli erano tutti maschi? I discepoli erano tutti maschi? Il ruolo delle donne nel Vangelo è davvero poco o nulla? Erano celibi o coniugati?
Prima che quella pietra angolare fosse interpretata come ecclesia, era comunità.
Molte pulizie dovrebbero essere attuate in duemila anni anche di grosse sbandate e ribadisco in riferimento a ciò che è nelle Sacre Scritture.
#408
Tematiche Spirituali / Re:Extra ecclesiam salus
21 Gennaio 2020, 18:16:36 PM
Myfriend tutto sommato, ha capito.

Ha capito il processo storico e conoscitivo che 1) prima c'è un'osservazione della natura e dei movimenti della volta celeste e capiscono la sincronia data dall'apparire di costellazioni con le stagioni della natura; 2) la spiritualità nacque in funzione delle intoccabili e inviolabili regolarità che dichiaravano un ordine; 3) le religioni nascono dopo, quando l'esigenza della costruzione di una comunità necessitava di un ordinamento e in cui il paradigma doveva essere superiore agli interessi dei singoli individui componenti la comunità, ed era quell'ordine inviolabile

Inverno
L'esercizio spirituale individuale, rischia di diventare moda dell' opulente società capitalista, perché è neutro, non fa cultura, è individualismo confacente all'ordine culturale contemporaneo. Diventa come fare pilates, andare in palestra.
O si è davvero spirituali nel senso che è riferimento dentro il cammino esistenziale di ognuno e allora deve avere regole morali e di comportamento etico, ma allora cozzeranno inevitabilmente contro la cultura dominante.
#409
Tematiche Spirituali / Re:Extra ecclesiam salus
21 Gennaio 2020, 17:48:55 PM
Citazione di: Ipazia il 21 Gennaio 2020, 08:31:51 AM


Affermare che la tecnica è contronatura è una negazione ideologica della realtà che si falsifica da sola nel momento in cui la si scrive e comunica. La tecnica esisteva prima del capitalismo e continuerà dopo la sua fine perchè è destino antropologico.
E tu conosceresti la filosofia?

La tecnica, in termini non strettamente usuali ma filosofico, è andare oltre allo scheggiare una selce per farne un'arma o un utensile, ma pensarlo come salvifico per l'uomo .
La tecnica materiale c'è sempre stata da quando l'uomo imita la natura con l'artificio e la propria creatività, e fin qui penso siam tutti d'accordo.
Ma la tecnica, filosoficamente parlando, assume un ruolo a-priori, nel momento in cui la cultura sceglie la strada che il veritativo e il sensato( da sens-ibile) siano nella sola natura e nella sola materia. Significa che l'uomo da quel momento pensa di manipolare, trasformare, persino illudendosi di ribaltare la natura per i suoi scopi personali e sociali. La lotta contro il destino umano è affidato appunto agli attuali "saggi" scientifici, dal fisico al medico, a loro demandiamo il nostro destino in quanto tesaurizzatori del sapere tecnico. L'alterazione del DNA, le nuove medicine che si profileranno, l'utilizzo degli staminali, la procreazione assistita, le problematiche dell'eutanaisa. Rilevano che l'uomo non sa accettare il suo destino naturale, piuttosto altera e altererà sempre con maggiore decisione le regole naturali pur di raggiungere i suoi scopi :dalle risorse energetiche, alimentari alla medicina. Noi individui siamo proiettati dentro questa cultura, piaccia o non piaccia. E adatto che è stata una scelta culturale il materialismo e il naturalismo, la tecnica è divenuta superiore alla volontà umana tanto che i diversi campi scientifici a loro volta sono proiettati verso lo scopo che dichiara la tecnica: potenza contro natura. Quando l'uomo non sa più morire è perché non sa più vivere.
Detto in altri modi, l'uomo si è illuso che il suo sapere carpito e imitato dalle osservazioni sulla natura , potesse addirittura dominarla per i suoi scopi .Ma l'uomo si illude di poterlo dominare ,perchè non ha il controllo e le regoel naturali a loro volta sono fisica, astrofisica, gravitazione, elettromagnetismo. Il nostro cuore batte al ritmo determinato dalla fisca del nostro pianeta. Tutto il nostro organismo , metabolismo si muove al regime consono che ha dichiarato il nostro pianeta affinché vi potesse essere vita.
Gli antichi ovviamente non avevano (forse) le nostre conoscenze scientifiche naturali, ma avevano intuito che certi meccanismi naturali era meglio "non toccarli", manipolarli .E l'inviolabilità è "tabù", non manipolo ciò di cui non conosco le conseguenze.
Il sacrificio era un chiedere perdono a un dio che aveva potere su quei tabù.
Perchè le catastrofi naturali venivano lette come conseguenza di aver violato il tabù; l'uomo aveva trasgredito in qualcosa,così doveva pagare con il sacrificio. Oppure era anticipato, affinché quel dio che aveva potere sulla natura tenesse tranquillo il suo potere.
Quante bombe atomiche hanno sparato sotto terra negli ultimi vent'anni, è da tempo che non se ne parla più. La tecnica se ne frega se la conseguenza sarà stata eruzioni vulcaniche, maremoti o terremoti.
Oggi l'uomo manipola di tutto nei laboratori, fregandosene altamente delle conseguenze. Lo impone la tecnica, quella volontà di potenza e di dominio sulla materia e sulla natura.
#410
Tematiche Filosofiche / Re:Coerenza.
21 Gennaio 2020, 11:09:57 AM
Possono benissimo essere ottimi esercizi di libera scrittura, libero pensiero, libertà di dipingere, di pensare filosofia ecc., come dire, utilizzare pensieri laterali e associarli come vogliamo.
Ma servono a noi stessi, a migliorarci, a scoprire in noi qualcosa, magari un talento naturale.

Alla fine però se il livello di comunicazione è sociale e non più personale, quella nostra innovazione è comunque dentro il solco di una tradizione.
Un Picasso non dipinge come Raffaello perché non sa farlo, più semplicemente perché i tempi sono mutati e ognuno è in qualche modo figlio del proprio tempo.
Ma la tecnica, il linguaggio di fondo, l'espressione, la comunicazione non hanno tempo.

Intendo dire ,che se si volesse pensare e scrivere di una nuova filosofia, dovremmo comunque fare i conti con la tradizione, perché i segni i significati, i termini, oserei dire le tecniche, per quanto mutino nel tempo, l'uomo che è loro autore non è così tanto cambiato: basta leggere o studiarsi un pensatore antico e uno moderno. Parlano in contesti a volte diversissimi, ma le problematiche di fondo sono identiche. Per questo esiste una "classicità" di riferimento.

Non so se a mia volta riesco ad essere chiaro. Una estrema coerenza può stritolare una libertà di pensiero personale, se il canone della coerenza fosse così rigido. Ma spesso questa rigidità viene rotta proprio da correnti culturali. Perchè in fondo ognuno è interprete nello scenario della vita, nonostante le convenzioni tendano ad ingessare, per cui si aprono sempre nuove possibilità di scenari di pensiero.
Forse la coerenza allora va cercata più sul piano morale, etico, in quanto spesso l'estetica denuncia una difformità, una contraddizione, proprio nella morale ed etica del tempo. E questo vale in tutti i campi del sapere, prima di tutti nell'arte.
Questo sarebbe forse il più importante scopo di un filosofo, essere critico del suo tempo, uscire dagli schemi pur avendo e sapendo una dirittura morale ed etica di riferimento che si scontra con il suo tempo.
#411
Tematiche Filosofiche / Re:Coerenza.
20 Gennaio 2020, 16:52:37 PM
Citazione di: iano il 20 Gennaio 2020, 05:58:09 AM
La coerenza richiama l'immobilita'.
Chi è sufficientemente fermo nelle proprie idee  è considerato un interlocutore affidabile.
Il pensiero però è mobile per natura , e non è facile seguire e illustrare il suo percorso.
Non c'è neanche la preoccupazione di doverlo fare e / o comunque non si avrebbero i mezzi per farlo ... per quanto un forum come questo potrebbe essere quel mezzo , consentendo potenzialmente di esporre immediatamente i pensieri nel loro nascere ed evolversi.
Un tale utilizzo del forum è forse criticabile , in quanto comunque è  un modo di porsi fuori dalle consuetudini dialettiche.
Ma quanto la preoccupazione di apparire coerenti blocca la naturale tensione alla mobilità del pensiero?
Se estendiamo a sufficienza la scala temporale la mobilità del pensiero si dispiega nella sua storia , e la capacità di cambiare idea , la mobilità mentale , è considerata una virtù.
Ma cambiare idea in continuo no.
Quindi il tempo entra nel giudizio , che per questioni di tempismo può mutarsi nel suo opposto.
A guardarla bene questa questione è strana.
Quanto la preoccupazione di apparire coerenti , che a ciò consegue , condiziona il percorso delle nostre idee?
Questo argomento per me ha molto di personale , in quanto io pratico il pensiero più sfrenato e libero senza curarmi della coerenza.
Mi capita però a posteriori di notare coerenza nei miei post su questo forum , e non nascondo di provare soddisfazione per ciò , perché una coerenza non cercata mi sembra valga di più. Per contro.....
Mi capita però anche di leggere miei vecchi post , stentando a riconoscerli per miei.
Non nego che questo mio modo di pormi generi un certo senso di colpa nei vostri confronti , che si allieva appunto quando a posteriori riscontro coerenza.
Ma , ripeto la domanda.
Quanto questa urbana preoccupazione influenza il corso dei nostri pensieri?
La coerenza non è mobilità o immobilità, è logica non contraddittoria di relazionare, come nel sillogismo,più argomentazioni.
Il pensiero è mobile per natura.
La dialettica, il confrontarsi fra più persone, ha il merito di porre una fessura di dubitazione o come un suggerimento, che ognuno poi riflette singolarmente.
#412
Tematiche Filosofiche / Re:Lo spazio dell'assoluto
20 Gennaio 2020, 16:30:13 PM
Citazione di: Ipazia il 20 Gennaio 2020, 11:02:17 AM
Citazione di: paul11 il 19 Gennaio 2020, 18:22:57 PM
L'assoluto non è una legislazione, è il paradigma da cui viene poi una legislazione.
Il ruolo sussistente o insussistente dal punto di vista ontologico dell'assoluto è in funzione delle relazioni fra i domini. Se si pensa che il sensibile abbia un ruolo veritativo, allora sì che l'assoluto diventa insussistente in quanto dispositivo culturale trasformato in convenzione dichiarativa che nulla tange nelle prassi, ma proprio perché credono al valore veritativo del dominio sensibile

Se si pensa che il sensibile reale abbia un ruolo veritativo, ne deriva anche una prassi basata sulla conoscenza delle sue "leggi".

CitazioneQuindi l'ontologia diventa un intento dichiarativo privo di prassi.

No, l'ontologia reale produce techne (tecnoscientifica, etica, politica) nel rispetto ed a conferma della sua verità.

CitazioneE questo è il motivo per cui il Vaticano viene tollerato nelle prassi culturali della post-modernità, è un intento dichiarativo che nulla o poco tange nella realtà, ma serve.....Ma la stessa cosa sono i principi costituzionali, quanto la dichiarazione dei diritti umani ginevrini.......intenti che poco o nulla hanno capacità di entrare nelle prassi. E' il motivo per cui la morale è svanita e si parla solo di etiche, comportamenti nelle prassi. E il pragmatismo americano di scuola anglofona ha voluto fosse così.

Ma molto prima i greci che inventarono la techne del'ethos, che poi è il mores dei latini, per cui non farei grosse distinzioni ontologiche, che odorano di nominalismo scolastico, tra i due concetti.

CitazioneL'assoluto è un involucro oggi che serve quanto il sogno americano, quanto uno slogan di marketing, ma serve ancora per identificare la comunità, quindi a tenerla unita dagli individualismi delle pratiche che la cultura post moderna ha battezzato come fondamento sociale.
E questo problema ,piaccia o non piaccia, nasce da Bacone e si trasmette strumentalmente nel trio Gaileo-Newton-Darwin. Strumentalmente in quanto se n'è fatto ideologia ad uopo proprio contro l'assoluto.

O forse si è tolto il velo a quella Maia e si è visto che non c'era nulla. Attivandone subito delle altre.

CitazioneIl paradigma non è manipolabile; o si cambiano gli enunciati, postulati, assiomi o non è possibile costruire ,se non contraddittoriamente, segni, signifcati, dichiarazioni, argomentazioni.
Semmai è quì la differenza fra cristianesimo e chiesa. Se la chiesa, intesa come prassi e interpretazione(ermeneutica) del pensiero  dentro la storia, è ancora fautrice del pensiero originario cristiano e quanto e come se ne discosta contraddittoriamente.
La stessa cosa accade con tutti i pensieri sociali quando diventano storia come il marxismo-leninismo ad esempio.

Tutto è manipolabile, inclusi i paradigmi, finchè non divengono del tutto inservibili. Anzi è proprio la manipolazione che permette di tenerli in vita e riempire di gente i templi (sacri e profani, fisici e metafisici). E i manipolatori sono bravi a manipolare appena cala l'indice di gradimento.

Più rigorosi i paradigmi della scienza che si sono ritagliati il loro equo spazio di assoluto nel nostro mondo, parametrando razionalmente pure il passaggio di testimone. Successo dovuto pure all'opera di falsificazione di paradigmi ontologici arcaici, di cui hanno occupato lo spazio.
Dal punto di vista filosofico il reale non è nel fisico ,è nel meta-fisico.
E la scienza moderna è coerente nell'affermare, dal suo punto di vista epistemologico, la relatività delle leggi scientifiche e l'opinabilità.
In quanto la verità è inaccessibile solo nel dominio fisico.

L'ontologia non ha prodotto la tecnica, lo ha prodotta una certa  interpretazione gnoseologica.


Confondere le diverse correnti filosofiche greche significa fare un minestrone qualunquistico.

Il diritto romano è  focalizzato sulla domus, sui diritti famigliari, di proprietà, di transazioni economiche; non è più la polis greca.
Muta il paradigma originario filosfico politico.

Cosa ha stabilito che ci fosse "nulla"nella metafisica? La filosfia moderna non ha affatto superato la metafisca antica.Ha solo spostato il focus sulla prassi, creando aborti filosofici di cui la contemporaneità non sa che farsene.E questo spostamento sulla pratica, sui comportamenti umani, animali, dei corpi fisici e naturali, ha giustificato il capitalismo stesso, con buona pace di chi crede il contrario e non sa come uscirne.

La beatificazione di una comunista verso la scienza, è un tuo problema da cui non uscirai mai. Fu lo stesso errore in Engels che beatificò il darwinismo, fu il medesimo errore di Marx che beatificò il materialismo. Ma tutte le ideologie, che sono morte , erano contraddittorie,
Perchè avevano accettato il sogno egocentrico umanistico occidentale di porre l'uomo al di sopra di tutto, per cui tutti accettarono la tecnica e l'idea di progresso esponenziale e se ne servirono, dai nazisti ai liberali, dai fascisti ai comunisti, dai democratici ai dittatori.E dal sogno egocentrico umanistico l'unico concetto coerente e sopravvissuto come un virus mutagenico è proprio la tecnica con il capitalismo.
La tecnica come modello culturale materialistico  e il capitalismo come prassi naturale
#413
Tematiche Spirituali / Re:Extra ecclesiam salus
20 Gennaio 2020, 13:33:45 PM
Citazione di: Ipazia il 19 Gennaio 2020, 15:02:18 PM
E' possibile una spiritualità atea che cerchi la salute al di fuori di ogni chiesa religiosa o secolare ?

Sarebbe possibile se si costruisce il concetto di sacro, inviolabile.
Affinchè  sia possibile, è necessario che ciò che dichiari sacro sia il paradigma e questo non è possibile nell'attuale cultura occidentale "atea".
Una ipotesi storica e direi abbastanza fondante dai libri vedici che si susseguono è che il paradigma è costruito sull'eterno ritorno di sfere temporali inviolabili: cielo e terra(natura).E questo è un dato sensibile, fisico prima ancora che spirituale. Lo spirituale nasce come conseguenza del paradigma come impossibilità dell'uomo di violare i cicli dell'universo (stelle pianeti, luna,, ecc.) e delle stagioni della natura sulla terra. Queste sono le condizioni esteriori in cui l'uomo è fisicamente e naturalmente immesso come destino di corpo. La condizione interiore umana si muove fra paura ed amore. Le due condizioni, naturale universale e interiore emotiva necessitano di un controllo per gestire le dinamiche. La spiritualità è la capacità di armonizzare interiorità ed esteriorità, le due condizioni inviolabili e indissolubile che formano il destino umano.
La cultura moderna occidentale ha scelto la tesi del controllo sulla natura fisica, sul dominio del sensibile, perdendo il controllo su se steso. Un passo indietro: le religioni vengono dopo il sorgere delle sfere, di cerchi concentrici che muovono il tutto: cielo e terra e dopo che la spiritualità costruisce il concetto di SACRO, come inviolabilità. Le religioni hanno un forte movente sociale perché costruiscono l'identità di una comunità su quel sacro.

Per non farla lunga: una cultura non spirituale dovrebbe comunque costruire un paradigma che dichiari una inviolabilità, il sacro.

Se l'uomo dipende dall' economia (sfruttamento di se stesso e della natura) e non costruisce quell'equilibrio, quell'armonia (che in fondo è comunemente detto anche amore, bellezza, ), non c'è nessuna Greta che potrà modifcare il paradigma culturale che nasce nella modernità. Semplicemente si avrà una nuova fase capitalista in cui la cultura demanderà alla tecnica la soluzione, perché la nostra cultura "naturalista" ha il paradigma della tecnica che è contro-natura. Il dispiegamento della tecnica nelle scienze naturali è la violabilità del sacro, dell'intoccabile, perché l'uomo moderno occidentale esercita il potere contro il proprio destino,contro la natura, alterando se stesso e la natura, manifestando potenza laddove doveva gestire equilibri ed armonia.
#414
Tematiche Filosofiche / Re:Lo spazio dell'assoluto
19 Gennaio 2020, 18:22:57 PM
L'assoluto non è una legislazione, è il paradigma da cui viene poi una legislazione.
Il ruolo sussistente o insussistente dal punto di vista ontologico dell'assoluto è in funzione delle relazioni fra i domini. Se si pensa che il sensibile abbia un ruolo veritativo, allora sì che l'assoluto diventa insussistente in quanto dispositivo culturale trasformato in convenzione dichiarativa che nulla tange nelle prassi, ma proprio perché credono al valore veritativo del dominio sensibile.
Quindi l'ontologia diventa un intento dichiarativo privo di prassi. E questo è il motivo per cui
il Vaticano viene tollerato nelle prassi culturali della post-modernità, è un intento dichiarativo che nulla o poco tange nella realtà, ma serve.....Ma la stessa cosa sono i principi costituzionali, quanto la dichiarazione dei diritti umani ginevrini.......intenti che poco o nulla hanno capacità di entrare nelle prassi. E' il motivo per cui la morale è svanita e si parla solo di etiche, comportamenti nelle prassi. E il pragmatismo americano di scuola anglofona ha voluto fosse così.
L'assoluto è un involucro oggi che serve quanto il sogno americano, quanto uno slogan di marketing, ma serve ancora per identificare la comunità, quindi a tenerla unita dagli individualismi delle pratiche che la cultura post moderna ha battezzato come fondamento sociale.
E questo problema ,piaccia o non piaccia, nasce da Bacone e si trasmette strumentalmente nel trio Gaileo-Newton-Darwin. Strumentalmente in quanto se n'è fatto ideologia ad uopo proprio contro l'assoluto.

Il paradigma non è manipolabile; o si cambiano gli enunciati, postulati, assiomi o non è possibile costruire ,se non contraddittoriamente, segni, signifcati, dichiarazioni, argomentazioni.
Semmai è quì la differenza fra cristianesimo e chiesa. Se la chiesa, intesa come prassi e interpretazione(ermeneutica) del pensiero  dentro la storia, è ancora fautrice del pensiero originario cristiano e quanto e come se ne discosta contraddittoriamente.
La stessa cosa accade con tutti i pensieri sociali quando diventano storia come il marxismo-leninismo ad esempio.
#415
Tematiche Filosofiche / Re:Lo spazio dell'assoluto
19 Gennaio 2020, 00:46:19 AM
Citazione di: Ipazia il 18 Gennaio 2020, 17:43:01 PM
In una discussione attuale Anthonyi afferma che durante il medioevo "lo spazio per l'assoluto era già saldamente occupato da Dio" e questo creava un certo bilanciamento tra i vari poteri e interessi secolari. Io concordo con tale affermazione e porrei tale spazio dell'assoluto divino cristiano lungo l'arco di un millennio abbondante: da Teodosio all'Illuminismo. Qualche cane sciolto miscredente vi sarà pure stato, ma irrilevante di fronte allo spazio dell'assoluto vigente nella società considerata.

Osservo solo, a margine, che i "ministri" dell'Assoluto si trova(va)no in una posizione di favore che rende(va) tale bilanciamento meno equo. Ma tale posizione è giustificata dalla responsabilità del ministero. Se postuliamo l'Assoluto, va da sè che chi ne è rappresentante qualificato non può che collocarsi un gradino sopra gli altri e godere di maggiore autorità logica, politica, etica e giuridica "per" la funzione svolta nei riguardi dell'assoluto.

Quello che io mi, e vi, chiedo è:

esiste realmente uno "spazio (per e) dell'assoluto" ?
Hai fatto bene a porlo nelle tematiche filosofiche, in quanto l'argomentazione di Anthonyi a mio parere è corretta, ma rischiava di uscire dalle tematiche  spirituali se non come ispirazione originaria.
L'assoluto è un termine trascendente (più del trascendentalismo kantiano, per fare un esempio) che per incarnarsi nell'esistenza si sposta nel dominio dell'esistenza appunto e quindi diventa immanente. Non è contraddittorio se il baricentro fra trascendenza e immanenza, e fra assoluto e relativo ,è mantenuto dalla coscienza (e questa è una dialettica prima utilizzata da Platone e molto più vicino a noi d a Hegel).
L'assoluto è necessario, fosse anche solo da puro riferimento, da appoggiare o combattere, ma riferimento rimarrebbe. Quando Giustiniano emette il famoso Corpus iurisi civilis universalizza il diritto romano coniugato al diritto canonico e diverrà fondamento delle costituzioni degli imperi centro europei a cui aggiungeranno gli usi e costumi.
Ma il fondamento, come scrissi tempo fa, è che il papa aveva il potere di incoronare,re o imperatori il che significava che il diritto divino era superiore al diritto temporale.
Questo reggerà fino al feudalesimo, non più dalla borghesia nascente dai mercanti e questo fu il vero motivo dell'appoggio al protestantesimo tedesco e al calvinismo inglese, imperi che volevano uscire dall'influenza vaticana, tranne le nazioni latine(Spagna e Francia).

L'assoluto oggi rimane come pura idea dei principi universalistici di cui è sola interprete il cristianesimo, non lo è il pensiero laico e filosofico umanistico, per quanto tenti di sganciarsi, il suo pensiero è debole. Le religioni, soprattutto l'ebraismo e l'islam, nacquero per esigenza di unificare popoli nomadi e suddivisi in tribù, ma il cristianesimo ha peculiarità essenziali diverse da queste idee religiose. Proprio perché vi è un intimo e indissolubile legame fra popolo e religione è praticamente impossibile che ebraismo e islam si pacifichino, diversamente dal cristianesimo.
Quest'ultimo è universale perché non legato all'istanza di un popolo solo, e questa peculiarità, ed ha perfettamente ragione Anthonyi, ha permesso il dialogo e le conciliazioni, premesse per le democrazie. Non dimenticherei che i priori erano eletti a maggioranza prima che nascessero le democrazie parlamentari costituzionali.
I principi morali, che distinguo dall'etica, devono nascere dall'assoluto e ben prima di quelli laici ginevrini e delle costituzioni moderne i principi di fratellanza, libertà, uguaglianza e solidarietà, nascevano dall'ama il prossimo tuo come te stesso e dal porgi l'altra guancia che sono endemici al pensiero cristiano più collegato a quello orientale che non all'ebraismo e islamismo, più vicino al zoroastrismo persiano e quindi vedico.
L'assoluto quindi è necessario nel tempo laico, nella misura in cui le istituzioni sono al di sopra dei popoli stessi, dei tre poteri costituzionali immanenti raffigurati da persone politiche che vanno e vengono. Gli istituti di diritto costituzionali e le istituzioni in genere son l'assoluto laico che come un dispositivo culturale si è trasformato dall'antico potere divino sui popoli,ma non è bastevole.
Perchè la legittimità non può essere relazionata alla sola legge che sanziona, in quanto la popolazione occidentale ha una sufficiente alfabetizzazione per essere critico nei confronti dei poteri laici temporali e si illude di essersi affrancato dal potere divino che rimane comunque l'unico a costruire il concetto di comunità al di sopra della cives ed etiche proprio per l'assolutezza e universalismo.

E' per questo che il Vaticano immanente di quell'assoluto trascendente viene tollerato e rispettato culturalemente, fosse anche solo una vestigia culturale superata rimane insuperato, in quanto l'umanesimo non ha saputo costruire un assoluto universale che lo superi.
#416
Tematiche Filosofiche / Re:Una bellissima domanda.
14 Gennaio 2020, 12:27:58 PM
Citazione di: iano il 14 Gennaio 2020, 07:30:04 AM
@Paul 11
Bellezza bene e verità sembrano i protagonisti di una di quelle favole a lieto fine che non ci si stanca mai di ascoltare da bambini , probabilmente perché richiamano dal nostro inconscio qualcosa di fondamentale.
Ma ciò che è considerato bello , bene e vero, cambia nella nostra considerazione e nel tempo , e non nel senso che segue mode del momento.
Sembra esserci uno strano legame fra i protagonisti della nostra favola e il tempo , e quindi con l'esperienza.
In genere può sembrare strano che i bambini provino piacere nell'ascoltare una storia che già conoscono , sapendo come va' a finire.
Ma sapere come va' a finire una cosa , equivale , barando un po', a prevedere come va' a finire, e il vero piacere sta probabilmente dell'indovinare la previsione .
Indovinare la previsione significa provare il piacere di vivere in un mondo che riusciamo a controllare .
Imparare poi col tempo a fare previsioni sempre più complesse , senza barare , come nelle favole , produce autostima e sicurezza nei propri mezzi , e quindi ancora piacere.
Ognuno di noi ama diversi tipi di musica , dal semplice pop al più complesso jazz o classica.
Questa sarebbe una constatazione banale in se' , se non fosse che il tipo di musica che amiamo sembra dipendere dal tempo che possiamo dedicare all'ascolto.
La musica che piace subito , stufa subito e viceversa , con un concetto di bellezza alquanto mobile a quanto sembra.
Noi interpretiamo da sempre l'universo, questo sì, ma c'è una bella differenza fra opinionismo esperienziale personale e il tautos che è negli universali e che da sempre sono, indipendentemente
dalle esperienze storiche e personali degli umani.
Questo è il motivo per cui una statua greca o i classici non tramonteranno mai, nonostante storie di popoli e di individui.
C'è qualcosa che permane nonostante il tempo e nonostante noi; c'è anche qualcosa che si trasforma nel tempo nella moltitudine delle apparenze.

Il controllo di qualunque situazione, naturale o culturale, negli umani genera il potere e nasce dalla paura, ma proprio perché non possiamo controllare l'atto e la potenza universale. L'unica possibilità è com-prenderlo per sapere i limiti entro cui l'uomo può o non può oltrepassare senza mettere in discussione l'esistenza stessa umana. Se la bellezza , il bene e la verità, sta nell'armonia e melodia degli universali , la nostra vita è relazionata nell'archetipo universale.

Se la composizione nasce dallo studio degli intervalli fra le note per costruire gli accordi armonici e in cui si muove la melodia intersecandosi e il suono che ne nasce è armonico al nostro udito, in qualche modo l'arte può essere medicina per l'animo. Tutto è vibrazione di energie che toccano
"tasti" fisici e psichè e noi possiamo essere assonanti o dissonanti. Se la musica che per noi è bella da sempre, ma in alcuni momenti può essere sgradevole, è perché c'è dissonanza in noi.
Siamo noi nel nostro interno che cambiamo stati emotivi e fisici.
#417
Tematiche Filosofiche / Re:Una bellissima domanda.
14 Gennaio 2020, 00:38:57 AM
Citazione di: davintro il 13 Gennaio 2020, 20:01:18 PM
il senso estetico è reso possibile dal fatto che il soggetto a cui è presente si caratterizza come coscienza razionale. Cioè, non è un soggetto totalmente in balia degli istinti biologici inconsci, che spingerebbero il suo agire verso delle mete di cui non si ha una vera e propria consapevolezza. Al contrario, la componente di razionalità, anche se non esaustiva del suo essere, riflette la facoltà di valutare gli istinti e soppesarne la necessità di seguirli in relazione ad una sensibilità assiologica, gerarchicamente strutturata (anche se l'ordine delle preferenze esprime l'individualità del singolo soggetto, e ciascuno segue la propria gerarchia) per la quale una certa tendenza istintiva può essere repressa o quantomeno subordinata rispetto ad altre, invece rivolte verso la realizzazione di valori che la coscienza riconosce come superiori e più importanti rispetto ai fini a cui tendono gli istinti per così dire "sacrificati".

Un tempo si diceva che la bellezza era relazionata al bene ed entrambe alla verità.
Passato quel tempo non si capisce, nonostante la maestate scientista, cosa signifchi bene, bellezza e verità.

Un tempo conscio e inconscio non esistevano, c'era l'anima.
Come è strano che la babele scientista sia riuscita a complicare la conoscenza e la sua trasmissione.Psiche non l'ha certo etimologicamente inventata la psicanalisi. Altro dispositivo culturale nientificato nel signifcato, mantenedo l'involucro linguistico del segno  per mutarne il significato
#418
Tematiche Filosofiche / Re:Una bellissima domanda.
14 Gennaio 2020, 00:12:12 AM
Citazione di: iano il 13 Gennaio 2020, 23:44:56 PMFacciamo scelte inconsce , per le quali , se ci viene chiesto , non sappiamo dire il motivo , e scelte consce di cui sappiamo dire il motivo.
L'elenco sembra così completo , perché abbiamo esaurito tutte le possibili combinazioni logiche.
Ma non è così.
Facciamo scelte consce di cui non sappiamo dire il motivo , se è vero che , dir che è  bello ciò che piace , non significa dire nulla.
Il senso estetico comunque ha un ruolo decisivo in tutti i campi umani , compreso quello della ricerca scientifica , che dovrebbe esserne però  immune , se quello che conta sono i fatti.
Ma uno dei fatti è proprio che esso sia così pervasivo e questo dovrebbe farci riflettere sul suo ruolo e sulla sua funzione.
Questo senso si esercita nel campo dell'arte , ma non è per niente relegato ad esso , cui comunque dedichiamo tempo e risorse , senza saper dire davvero  il motivo .
Perché lo facciamo?
Questa è una bellissima domanda.😅
"Una bellissima domanda" è il titolo del libro allegato alla rivista "Le Scienze" adesso in edicola.
Autore il premio Nobel per la fisica ,Frank Wilczek.
La conoscenza utilizza l'intuizione e la ragion concettuale: entrambe debbono imitare.
La conoscenza intuitiva è tipica dell'arte e quella concettuale tipica della scienza.
Seppur questa divisione è puramente iconografica, perché un artista utilizza anche il concetto e lo scienziato l'intuito. Entrambi eseguono un arte-fatto

La bellezza non è il piacere.La bellezza è un' idea di armonia di forme. Il piacere è relato più al desiderio impulsivo.
La bellezza è un archetipo culturale, il piacere è istintivo e più individualistico.
#419
Tematiche Filosofiche / Re:Ma che campo a fare?
12 Gennaio 2020, 01:19:51 AM
ciao Mariano,
Si dice che la vita metaforicamente assomigli alle stagioni e ognuna ha delle sue peculiarità.
Gli umani sono come il vino, invecchiando o diventano aceto o vino ottimo
Se il percorso di chi ha proceduto nella sua narrazione ha colto essenze, probabilmente si è più saggi. Se invece la vita viene interpretata come un guardare dal finestrino il panorama che il viaggio
propone, si colgono apparenze che scompaiono come arrivano.
Penso che due essenze siano fondamentali : verità e bellezza che fra loro sono armonicamente relazionate.
#420
Tematiche Filosofiche / Re:I numeri e le lettere
07 Gennaio 2020, 22:22:13 PM
Ciò che affascina  è che il linguaggio, totalmente inventato dall'uomo, funziona.
Le lettere hanno un'origine simbolica (es. suoni onomatopeici) che diventa segnica convenzionale.
Il segno è totalmente inventato dall'uomo , i numeri, 10 segni (come il numero delle dita delle due mani). Ma così come ogni lingua può avere più o meno lettere rispetto ad altre lingue, i sistemi matematici possono essere decimali, ottali, esadecimali, binari.
Sono le regole sintattiche e le proprietà fondamentali (commutazione, invarianza, addizione, moltiplicazione, ecc) che movimentano le lettere e i numeri.
Ma essendo prima simbolo e poi segno le lettere, nascono prima le parole e poi le lettere, prima il linguaggio orale e poi lo scritto, il segno.

Sono linguaggi, e lo estenderei ai tre colori fondamentali, alle note musicali e in quanto tali malleabili, modificabili, implementabili e addirittura fra loro comunicanti.,interagenti in mdo interdisciplinare. Il capolavoro è la similitudine con la moltitudine del dominio naturale fisico, si comportano in modo simile, analogicamente.

Ciò che ha escogitato il pensiero umano funziona in modo analogo al dominio naturale, per cui è possibile descrivere i fenomeni utilizzando lettere e numeri, per descrivere, signifcare,simboleggiare i fenomeni e questa è la conoscenza.
Il dato originario è la costruzione dei primitivi, dei fondamenti, di assiomi, enunciati, postulati,
dovendo relazionare lettere e numeri con i fenomeni naturali, devono coordinarsi nella stessa modalità con cui i fenomeni naturali si relazionano fra loro.
Così si costruiscono modelli, rappresentazioni mentali del dominio naturale.
L'infinito nasce dalla dualità che a sua volta diventa molteplicità. Così come la composizione delle lettere e dei numeri costruisce insiemi.
Una forma di conoscenza e la sua modalità di accompagnare, di relazionare lettere e numeri con i fenomeni, decidendo dove è la verità e la relativa dimostrazione.