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Messaggi - Sariputra

#406
Mia figlia, che è ovviamente molto più informata di me su certi argomenti, mi ha spiegato che la votazione è così suddivisa:  40% voti popolari via telefono - 30 % una giuria di sedicenti esperti - 30% un'altra giuria di cui faceva parte anche l'organizzazione (quindi RAI- Baglioni presumo...). 
La canzone vincitrice è mediocre ( i giovani si aspettavano la vittoria di Irama, ampiamente in testa a tutti i sondaggi fatti propri sui giovani...e sono rimasti sorpresi anche loro, dice sempre mia figlia dopo rapido consulto via whatsapp..). Forse si è voluto dare un'interpretazione 'politica' (pro-immigrazione, una sorta di "vendetta" baglionesca... ;D dopo tutte le critiche che gli sono piovute addosso per le sue esternazioni...).
#407
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
07 Febbraio 2019, 22:57:06 PM
INVERNO SENZA PAROLE OVVERO IL SILENZIO DELLA NEVE







(cliccando sopra le foto si ingrandiscono)
#408
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
07 Febbraio 2019, 10:46:17 AM
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/buddhismo/

Ciao Sgiombo,
ho messo sopra il link alla discussione sul Buddhismo dove questi temi sono già stati trattati ampiamente. In questo spazio mi rendo conto che andrei troppo "off-topic" (ho fatto una eccezione per Jean, ma mi rendo conto che poi si va troppo fuori dallo spirito di questo spazio...inadeguato  :) ). Si entra cioè troppo negli aspetti più 'tecnici' e dottrinali  del Buddhismo.
Comunque la meta dell'Insegnamento buddhista non è l'annichilimento, ma raggiungere il Nirvana.
#409
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
07 Febbraio 2019, 00:20:14 AM
Quando ne parliamo ne facciamo inevitabilmente una rappresentazione. La rappresentazione , qualunque rappresentazione, non è il Nirvana. Si può cercare di creare una sorta di "cortocircuito" usando le parole, che creano delle immagini, per 'vedere' ciò che non è Nirvana. Una tecnica antica infatti è quella apofatica ( nel caso del Buddhismo non in senso teologico...)che non dice cosa è il Nirvana, ma dice cosa  non è:non è questo, non è quello, non nato, non divenuto, non composto, non soggetto a nascita, vecchiaia, morte ecc. Inevitabilmente essa culmina comunque nel silenzio. 
Ma la domanda "com'è" ci porta su un piano esperienziale e qui giova richiamare alla mente tutto quel 'sentire' interiore che poggia su una base di libertà (dal desiderio inesausto, dalle avversioni, dagli odi e dalle infinite illusione che coltiviamo...). Il Nirvana ha molto a che fare con il fermarsi. Ecco perché ho usato l'immagine dell'olmo, che sta ben fermo...
Questo 'fermarsi' lo troviamo ben descritto in un famoso passo del Majjhima-nikaya (Angulimala-sutta) che racconta dell'incontro di Siddhartha con il feroce bandito Angulimala. Il nome Angulimala deriva dalla collana (mala) fatta con le dita (angula) mozzate delle vittime. In pochissime parole, questo brigante non solo non uccide Siddhartha ma ne vien così colpito che si fa monaco e (dicono) diventa pure in seguito un arahant ( un "degno"..).
Ma non diventa "degno" solo perché smette di assassinare e derubare la gente, ma perché "si ferma"...
Siddhartha infatti, in risposta alla domanda sul perché non lo teme, gli dice: "Io mi sono fermato. Tu non ti sei fermato". Angulimala non si limita a fermarsi nel senso di non uccidere più. Siddhartha usa la parola 'fermarsi' nel senso ampio di fermare l'io-mio, di fermare l'attaccamento.
Comprendere che il  Nirvana è fermarsi significa porsi nello stato naturale della mente. Allora il karma comincia ad esaurirsi da sé...ed insieme al suo esaurirsi si placa tutto ciò che gira, vortica, muta in continuazione...
#410
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
06 Febbraio 2019, 16:41:54 PM
DOMANDE

V.: Senti papi, volevo farti delle domande sul Buddhismo. A scuola , nell'ora di religione, abbiamo accennato a qualcosa, ma il prof non ne sapeva un c... a dire il vero. Non sa niente neanche della nostra , di religione, ci fa solo vedere dei film...anche belli, ma non vedo la religione da nessuna parte...
-Ok, però non parlare volgare...-
V.: Volgare? Ma è normale!! Sei tu che sei antiquato...
- La volgarità è un'imperdonabile mancanza di classe V. Devi sforzarti di trovare termini, non battute volgari.Fammi 'ste domande allora...-
V. Madò...che p.... che sei! Cioè sei un antiquato scassatore...va bene così?
-Le domande...-
V.: Allora...aspetta che me le sono scritte su un foglietto, a scuola...ecco qua...La prima: Com'è il Nirvana?
-Hai presente quando sei piena di desideri e pensi che se li soddisfi sarai felice?-
V.: Yesss! Tipo se mi compri lo scooterino sarei mooolto felice...
-Poi hai presente quando sei tutta arrabbiata con i compagni, con me , con tutto il mondo?...-
V.: Sì, spesso...soprattutto con i compagni e con il mondo e con la cattiveria...con te poco...poi, se arriva lo scooter, ancora meno eh?
-Infine...hai presente il fatto che, se anche ti compro lo scooter, dopo nemmeno un'ora sarai con un altro desiderio addosso e con la stessa rabbia?
V.: Boh! Non è detto, ma credo di capire quello che vuoi dire. E' uno dei tuoi cavalli di battaglia...
-Ecco, il Nirvana è non provare più questo continuo desiderio, questa rabbia e questa illusione di trovare soddisfazione nel mondo. Quando non provi più tutto questo, sei felice!...
V.: Felice come un albero. Sai che goduria...
-Esatto. Hai fatto un bel paragone. Felice come un bell'olmo, per esempio. Qual'è il problema di essere felici come un olmo? Va tutto bene...un bell'olmo consapevole...
V.: Finché non arriva qualcuno a tagliarti o un bel vento a rovesciarti, però!
-Perfetto! Il Nirvana è proprio questo. Quando arriva qualcuno a tagliarti o il vento a spezzarti...tu cadi, semplicemente, come farebbe un bell'olmo...
V.: Ci devo pensare. Sembra figo però. E allora Dio non c'è?
-Un bell'olmo non si pone il problema. E' felice di essere un olmo. Ogni tanto guarda il Cielo e ogni tanto guarda le formiche che salgono e scendono...
V.:Quindi il Buddhismo non è una religione senza Dio?
-Siddhartha non ha mai detto che non esiste Dio. Ha detto di fare l'olmo, che è un'altra cosa...Nei testi ci sono queste immagini degli déi stessi che scendono dal cielo per ascoltare Siddhartha che insegna. E' una specie di quadro dipinto dai suoi discepoli per dire che il suo Insegnamento vale per tutti, è universale cioè...
V.:Il prof ha detto che il Buddhismo è una religione atea. Ma come ho detto non ci capisce una ...va beh! E' evidentemente digiuno da una conoscenza profonda e sicura del tema. Va bene detta così? E' abbastanza di classe?..
- L'olmo si pone questo problema per te?
V.: Penso di no. Poi vado dietro casa a chiederglielo...Domani lo spiego al prof. Voglio vedere la faccia che fa. E anche i miei compagni...ne sono venute fuori di tutte...R. ha detto che è come farsi una canna, e giù tutti a ridere. Io invece non ho riso. Come mai? Vuol dire qualcosa per te?...
-E come glielo spieghi al prof e ai compagni?-
V.: Beh! Vediamo...ecco...potrei dire che il Nirvana è come entrare dentro il pino che abbiamo fuori dalla finestra dell'aula e da lì guardare il mondo...ma...
-Ma?...-
V.: Non lo so...ho come un presentimento della reazione che ci sarà...
#411
 cit. Paul11:Infine, essendo ormai almeno sette anni che sono nel forum non ho mai visto un livello di decadenza come in questo periodo.
Rifletterò sula mia permanenza, perchè è inutile fare discorsi con argomentazioni, si vede nettamente che la mia presenza non è più tollerata per forti pregiudizi



Allora abbiamo lo stesso dubbio e stiamo facendo la stessa riflessione... :(
#412
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
03 Febbraio 2019, 21:20:28 PM
VERRANNO LE DOLCI PIOGGE di Sara Teasdale

«Verranno le dolci piogge e l'odore di terra,
e le rondini che volano in circolo con le loro strida scintillanti;
e le rane negli stagni che cantano di notte,
e gli alberi di susino selvatico che fremono di bianco;
i pettirosso vestiranno il loro piumaggio infuocato,
fischiettando le loro fantasie su una bassa recinzione in rete metallica;
e nessuno saprà della guerra,
nessuno presterà attenzione infine quando sarà avvenuto;
nessuno baderebbe,
né uccello né albero,
se l'umanità scomparisse completamente;
e la Primavera stessa, al suo risveglio all'alba,
si renderebbe conto appena che noi ce ne siamo andati.»




Sara Teasdale Trevor nel 1919

Sara si suicidò nel 1933 con una dose di sonniferi dopo che, due anni prima, si era suicidato il poeta Vachel Lindsay profondamente innamorato di lei ma che, da giovane, non volle sposare...preferendogli la 'tranquillità economica" data dal ricco ammiratore Ernst Filsinger.
E fu per questo molto infelice...
Sara è praticamente sconosciuta in Italia ma ha vinto molti premi negli Stati Uniti.
Ray Bradbury trasse da questa poesia un memorabile racconto delle 'Cronache marziane".

Questa splendida poesia mi ha ispirato una specie di haiku inadeguato :

Vengono le dolci piogge
le rane cantano negli stagni -
Nessuno bada che te ne sei andata
#413
Citazione di: 0xdeadbeef il 03 Febbraio 2019, 14:49:34 PMChe dirti, amico mio... Spero con tutto il cuore che tu abbia occhi migliori dei miei. saluti



A voi cercatori ( quasi degli Agostino pre-conversione, sembrate alla mia immaginazione fervida e inadeguata...)dedico questo passo:

Cercare, e cercare ancora. Senza fine. Ogni giorno. Giorno dopo giorno. Ieri. Oggi. Domani. Ora. Qui. In questo stesso istante. Ricevuto perché donato. Ed ecco che tutto cambia. Il tempo è dato. E' offerto. Esso è il luogo di questo "cercare" che non si accontenta di alcun trovato. Non un posto, uno spazio privilegiato per questo "cercare".
Tutto. Assolutamente tutto è luogo di questo desiderio ardente, spesso spento. Ogni incontro, ogni momento rilancia il desiderio della ricerca.
Essere là con un altro essere umano, vivere il silenzio, decifrare un testo, spazzare un corridoio, lavare la biancheria, consumare un pasto, tutti questi gesti, e tutti gli altri sono abitati da questo desiderio. niente vi sfugge, se non colui che desidera e che spesso si lascia cadere nel sonno.
In ogni cosa vegliare,pazientare, desiderare, riconoscere, scoprire, rallegrarsi, continuare. Non è mai là, perché io non sono mai completamente là.
Cercare e riconoscere questo leggero divario, questo leggero spostamento, questa "assenza" a me stesso che conduce a non essere là quando esso è là. e a riconoscerlo quando esso è già partito, qualche passo più in là, verso un altro, degli altri.
Non c'è alcun dispiacere, alcun rimpianto, ma tanta riconoscenza amorosa che il vero amante mi precede sempre un pò, che egli sappa colpire al più intimo e più vivo anche quando io rifiuto. Il cercare in ogni cosa, esso solo, è scoprire che io cerco molti "altri" quanto esso. Ravviva in me il desiderio del suo passaggio più che della sua presenza, perché la sua presenza significherebbe la mia fine.
Il cercare conduce a designarlo, a puntare il nostro dito verso di esso quando ci viene richiesto chi siamo.
Il cercare in ogni cosa è familiarizzare con esso,familiarizzare con te stesso, divenire interlocutore di una reazione senza fine, continuamente riallacciata...
Non c'è alcuna interruzione, se non il sonno quotidiano che riposa l'esere intero ricreandolo nel più profondo...

Tratto dal diario di un viaggiatore anonimo in cammino verso Santiago...
#414
 cit. Everlost:
Pensavo che la figura del marito è rimasta in ombra, chissà poi se era d'accordo con la decisione della moglie. Ora si ritrova vedovo e con un orfanello da allevare, grande dono ma anche grandissima responsabilità.

Allora dedico a questo uomo lasciato solo e con un orfanello da allevare  ( che è un grande dono e nulla sarà mai più lo stesso...) questa canzone:

https://www.youtube.com/watch?v=cc3QzSUOwuI
#415
Onestamente penso che sia uno di quei casi che interrogano la coscienza personale di ognuno di noi. Il legame tra la madre e il figlio è fortissimo, viscerale, è carne della sua carne si direbbe.
Questa giovane non ha ritenuto la sua vita più importante di quella del nascituro e penso che abbia riflettuto profondamente sul fatto che aveva il cancro (che se ti colpisce in giovane età è molto più aggressivo...) e che la sua vita era già compromessa, mentre poteva salvare quella del piccolo.
Secondo me ha fatto bene. Non la condanno per niente. Anzi...mi tolgo il cappello.
#416
Secondo me non è possibile fondare l'etica sulla vita umana.  Anche violentare e sgozzare una bambina è vita umana.Patologica? E che significa? La patologia non è forse umana? Cominciamo a distinguere ciò che è 'sano' ritenere vita umana e ciò che è insano ritenere vita umana? Ma allora ecco di nuovo il grande Inquisitore. Ecco colui che giudica ciò che è etico umanamente e ciò che non lo è. Poi arriva il pazzo che va al potere ed eticamente sano diventa il gasare vecchi, donne e bambini nelle camere a gas...
Senza un fondamento autonomo dell'etica  non è possibile trovare un'etica condivisa. Sarà sempre e solo un'imposizione. Il problema è che è anche impossibile trovare qualcosa di condivisibile. Siamo diversi, con aspirazioni e ideali diversi e soprattutto con "attaccamenti" diversi, più o meno viscerali con cui ci identifichiamo.
Perciò sorge la Legge, che è necessità, e sorge  la divinità che garantisce la bontà della Legge.
La Legge non è un 'passo indietro' ma un fondamentale 'passo in avanti' della coscienza che prende atto/consapevolezza dell'insanabile contraddizione interna all'uomo e a se stessa...
Soltanto quando la contraddizione è risolta, quando la coscienza supera la sua stessa contraddizione interiore, quando l'Io/Mio perde le zanne,  la Legge non è più necessaria.
Non concordo che l'accettazione del divenire comprometta la "sacralità" della vita.  Se fosse così tutta la filosofia millenaria dell'oriente che si fonda sull'accettazione della realtà del divenire, che è sofferenza, avrebbe prodotto nichilismo. Invece ha addfirittura sacralizzato l'intera esistenza , a differenza dei monoteismi che sono più antropocentrici. Il divenire che diventa una 'danza divina'...
In realtà non è il divenire il problema, secondo me, è che l'Occidente ha semplicemente perduto la 'fede'... perché non l'aveva mai avuta veramente...era solamente 'consuetudine' della massa...ora non è più consuetudine, tutto là... :)
insomma l'Occidente si è semplicemente tolto quella maschera che portava, svelando la sua monumentale smania di potenza e di forza che da sempre lo contraddistingue...dagli eroi/semidei omerici in poi...insomma tutto il problema di base ( e che probabilmente ci porterà all'autodistruzione...) è nella classicità greca. ;D
#417
Un amore capace di sacrificio è un fondamento dell'etica, amio modo di vedere. Ne "I Fratelli Karamazov" quasi tutti i vari personaggi sono come 'incatenati' e posseduti da ciò che amano. C'è chi è posseduto dal proprio ideale di giustizia, come Dimitri, chi dalla propria idea del  mondo  come Ivan, chi dal sesso  (il vecchio Karamazov) e così via.  Solo Alesa (non ricordo come si scrive...) e in parte Gruscenka sembrano sottrarsi a questa natura di possessione cieca rivolta verso l'Io e verso le sue viscerali, profondissime passioni. E riescono a sottrarsi a questo 'delirio di possesso' perché il loro orizzonte non è quello del proprio meschino Io ma è quello della salvezza dell'altro, del "tu". Tutti e due amano profondamente fino al punto di esser capaci di 'spendersi' per l'altro (per Dimitri e per Ivan...). Spendere è 'lasciar andare' ciò che si crede importante, quello che si pensa possa darci la felicità, quello che è nostro, ecc. Sono per questo capaci di un amore che è anche sacrificio perché è un amore sacro, e quindi per Dostoevskij un amore che è "abitato" da Dio. "Sacrificio" è uno dei termini più rifiutati dalla modernità. Nessuno vuol 'sacrificarsi' per l'altro. Siamo tutti posseduti da noi stessi...
Il sacrificio , nella religiosità , è un'offerta fatta ad una divinità. Però c'è un sacrificio che è offerta libera di se stessi per l'altro, per il  "tu". Direi che la nascita della religiosità stia propria in questa scoperta dell'offerta libera di se stessi all'altro. L'amore si manifestava nell'offrirsi (in pasto alle belve per salvare la persona amata, per esempio...) rinunciando a ciò che si possedeva (financo la vita stessa) per darlo /donarlo all'altro. L'idea di divinità è quindi sublimazione della scoperta del "tu", un'uscita dal confine dell'Io...la degenerazione sacerdotale nella ritualità è successiva e non inficiante questa primordiale scoperta del sacro come appunto sacrificio d'amore per l'altro. Come infatti dice il filosofo inglese Roger Scruton ( che su altre cose non condivido, ma questa è interessante...)attualmente  ci si scaglia contro i credenti  e il loro dio "astratto", concettuale. Sbagliando però bersaglio perché si cerca di estirpare qualcosa che non appartiene alla gente comune. I fedeli comuni non vedono infatti Dio come un'astrazione, come una «risposta a una domanda cosmologica». Piuttosto, afferma Scruton, lo incontrano spesso nell'esperienza, «nello sforzo di vivere con gli altri», quando «si imbattono in momenti, luoghi, relazioni ed esperienze che hanno un carattere numinoso» (numinoso=il senso, la coscienza del sacro, che costituirebbe il fondamento dell'esperienza religiosa dell'umanità, definizione se non sbaglio di R.Otto...), dove cioè si avverte la presenza di qualcosa che non appartiene al mondo.
«Se ci liberiamo del "burroso nulla" quando si tratta di piccole cose – sesso, immagini, persone – potremmo sbarazzarci di esso anche quando si tratta di cose grandi: in particolare, quando si tratta del mondo intero». «Dire che il mondo non è altro che l'ordine della natura, così come è descritto dalla fisica, è assurdo come dire che la Gioconda non è altro che una macchia di pigmenti». Ciò che si ha di fronte non è inquadrabile totalmente con il metodo scientifico, e «giungere a tale conclusione è il primo passo per comprendere come e perché viviamo in un mondo di cose sacre».
#418
Citazione di: Iamthedoctor il 01 Febbraio 2019, 20:37:40 PMIn realtà si sta abbastanza radicando, nel tempo, questa convinzione. Per questo chiedevo delle letture filosofiche per poter aver una visione più alta e profonda di quello in cui credo. Ma forse capisco di aver posto una richiesta stupida. :D Sono nuovo, perdonatemi.

Ciao Iamthedoctor (ritorno al futuro?...)
Io la penso un pò diversamente dall'amico Viator. Credo sia giusto approfondire prima quello che si sente più conforme alla propria visione delle cose e poi, dopo aver vagliato con 'ferro e fuoco' per così dire le proprie certezze (seppur magari provvisorie...), attaccar battaglia con le posizioni altrui. Simile ad un cavaliere che prime di gettarsi nella pugna deve forgiare l'arme e lo corpo pe sostenere l' ardua tenzone . Tieni presente che ,  da sempre, la filosofia non è mai riuscita a cambiare le impostazioni 'di base' del pensare di una mente, magari le affina , ma la mente va in cerca di quello che lei sente come giusto, anche se indimostrabilmente. Nel nostro forum mi sembra che nessuno sia riuscito a cambiare la 'vision' di un altro. Per questo la scelta è 'intuitiva'. Entri in una libreria, in una giornata piovosa e grigia come questa, con l'umore rasoterra, e magari la donna fuori che ti dice di fare in fretta,vai nella sezione dedicata alla 'filosofia', leggi qualche retro copertina...e scegli. Vedrai che sceglierai quello che la mente cerca in quel momento e quello di cui ha bisogno...poi una cosa chiama l'altra.
E' come scegliere la 'morosa' in fin dei conti. All'inizio vai in cerca di una fanciulla che ti piace...poi la confronti con le altre (il problema sorge quando...ti piacciono tutte  :-[ ).
Ciao (e tieni duro, l'inizio è sempre difficile ma poi le cose...peggiorano :(  :o  )
#419
cit.Sgiombo:Ma allora non é un simile assurdo logico anche affermare che la coscienza é una sola impersonale in mancanza di un possessore (soggetto)?


No, perché l' autocoscienza è il possessore/soggetto. Che siano tante o che siano una mi appare indimostrabile...

Si può ammettere che la mente (individuale o "universale") sia sempre quelle, ma se la memoria non ci (la)  inganna, i suoi "contenuti fenomenici" divengono, mutano.
E se ci ingannasse ci sarebbe comunque sempre il reale mutamento nell' ambito del reale inganno.


Ci sarebbe sì mutamento , ma come apparire e quindi non in senso ultimo.
Se osserviamo un mare, faccio un esempio banale, ci sembra che muti in continuazione. Ieri c'erano onde basse, oggi c'è  alta marea, domani bonaccia,ecc. E però in "senso ultimo" è solo apparenza , il mare è sempre lo stesso mare, ossia "non diviene" qualcos'altro dal mare.
Lo stesso avviene per i fenomeni all'interno della coscienza, cambiano, mutano, appaiono, scompaiono ma la coscienza non cambia ed è sempre coscienza, secondo questa rappresentazione della realtà...( nota che io non sposo alcuna rappresentazione, mi limito ad esporla, con i miei enormi limiti non essendo un filosofo, in quanto negatore di ogni rappresentazione...compresa dunque quella di Nietzsche e di Schopenhauer...in uno stile quindi tipicamente buddhista  ;D ).

cit. Oxdeadbeef:La volontà di potenza, per come io ne interpreto il concetto, è la ricerca dell'utile, di ciò che è oggetto di
desiderio (lo dicevo in: "La volontà di potenza da un altro punto di vista").


Esatto, concordo. Io rilevo che Nietzsche usa in modo improprio il termine "volontà" abbinandolo a "potenza". E' corretto parlare di desiderio che presuppone però una coscienza che desidera e mai di desiderio senza colui che desidera. il desiderio è qualcosa di più profondo della volontà, che viene dopo il desiderare in quanto opera delle scelte in base al desiderio stesso. Presumo, perché non sono nella sua ex-testa, che Nietzsche prima desiderasse 'avere potenza'e poi s'identificasse con questo desiderio di potenza...la sua psicologia penso sia abbastanza chiara...almeno a me sembra piuttosto evidente (anche leggendo la sua biografia).

Da questo punto di vista è insensato parlare di chi ne è il "possessore", visto che persino il suicida o il
masochista fanno ciò che fanno in quanto quello è l'oggetto del loro desiderio; ciò che rappresenta il loro utile.


Ma sempre per soddisfare il desiderio. la volontà è posteriore...e non può essere priva di colui che desidera. E' la definizione letterale stessa di 'volontà' che non lo permette...Volontà=La facoltà e la capacità di volere, di scegliere e realizzare un comportamento idoneo al raggiungimento di fini determinati.
Una volontà 'cieca' priva di una mente che desidera sottostante non può esistere. E i desideri sono contraddittori. Quindi anche la volontà che segue a questi desideri contradditori..

Ti pregherei dunque di chiarirmi meglio questo punto (e già che ci sei anche quello della scissione fra voler e non
voler essere).


Forse nell'ultimo post sull'argomento sono stato un pò più chiaro.

Ciao a entrambi!   :)
#420
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
01 Febbraio 2019, 18:01:54 PM
Citazione di: Freedom il 01 Febbraio 2019, 17:04:45 PMPerdonami ma non ho capito.

Ho sbagliato Freedom, scusami, era riferito a Ipazia. Porta pazienza... :(