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Messaggi - Jean

#406
Racconti Inediti / Re:Un luogo particolare.
04 Novembre 2019, 22:17:44 PM
Citazione di: Eutidemo il 04 Novembre 2019, 15:39:38 PM
Ciao Jean. :)
Bellissimo racconto; complimenti, sarebbe da pubblicare!
A volte a me capita la situazione inversa; come adesso, mentre ascolto e guardo sul mio secondo PC "LA PALOMA" nella versione "surrealista" di Cesar Salgueiro.
https://www.youtube.com/watch?v=nO_WB17XpeE&t=7s
Non mi trovo in un "luogo particolare", bensì in un "luogo normalissimo", cioè nel mio solito studio; però ho come la sensazione che possa essere soltanto una illusione.
Ed infatti anche la notte scorsa avevo sognato di essere qui, seduto alla scrivania, davanti al mio PC.
Però non c'ero!
Ed allora penso che, se c'è qualcosa dopo la morte, è necessariamente "fuori del tempo"; per cui, se da vivo, adesso, penso di dover "ancora" morire, una volta morto , però, per me non potrà più esserci nè un "prima" di morire nè un "dopo" essere morto.
Spariranno tutti i tempi, anche quelli dei verbi!
Per cui il mio "io post mortem" (ammesso che permanga, come razionalmente io non credo), adesso è qui, insieme a me; o meglio, "è" me.
E dal suo/mio punto di vista, in effetti, io sono già morto; ovvero, non sono ancora nato!
Il punto è che il ""già" ed l'"ancora" sono avverbi che hanno un senso relativo a chi vive nel mondo fisico; ma non più quando uno ne è uscito o deve entrarci.
Io sono vivo e nello stesso (non) tempo sono anche morto; quindi, forse, nessuna delle due cose!
Che strana sensazione!

Un saluto :)

Ciao Eutidemo,
grazie per l'apprezzamento... fa sempre piacere.

Sarà per l'età o le esperienze ma attualmente non reggo un dialogo serrato, mi riesce solo di confezionare i miei post in una forma pseudo-narrativa, qualcuno più e qualcuno meno (narrativo).

Però a ben vedere ogni scritto è una narrazione, per quanto minima, anche quelli più "tecnici" o per addetti ai lavori: filosofici, scientifici... religiosi che siano, solo che il formalismo e le regole precipue del loro ambito necessariamente costringono a porre in secondo piano quell'io narrante cercando (beh, con risultati per lo più incerti) di sterilizzarlo per non pregiudicare l'esperimento (narrativo: di una tesi, nel caso). 
Come se ogni esperimento non dipendesse dallo sperimentatore... ed in ultima non sia lo sperimentatore stesso... tal la sua parte in commedia.

Io la vedo così, tutto quel che scrivi sei tu, Eutidemo e così gli altri...  paul11, ipazia, jean... sgiombo che ha smesso di scrivere qui perché ha ritenuto di dover dare soverchia importanza ad altri io-narranti ben nascosti dietro le loro tesi... ma lo facciamo tutti, sempre... io per primo, tu e... chi è senza io-narrante scagli la prima penna...

Ma quell'io (narrante o disgiunto dalla narrazione convenzionale) non di rado si comporta stranamente... come riporti nel post può procurarci la sensazione, instillare il dubbio che sia illusione l'esserci  e invece realtà il sogno... e perché avviene una tal inversione? 
Forse c'entra il tempo, come intuisci e scrivi, adatto (usar una parola val un saluto...) che il tempo della nostra vita s'incentra sullo stato di veglia, pure vi son veglie che per molti versi non hanno le caratteristiche canoniche (al minimo la capacità di discernere): quelle del drogato o alcolizzato, del pazzo, del mistico, del militare in procinto di morire o d'essere ucciso, del moribondo... di Raffaello che vide apparir di notte la Madonna Sistina ricercata invano per anni, del testimone di un fenomeno ritenuto impossibile... per Dio, o quante son le veglie?  

Ma per render le cose semplici mettiamole pure tutte assieme e spostiamo l'attenzione sugli stati di non-veglia... ma... da svegli che potremmo ricavarne se non un'interpretazione, la nostra narrazione sulla cosa osservata (indagata)? 
Di narrazioni v'è l'inflazione... (siam tutti scrittori e ben poco lettori...) et alors..?

Accettare... che le cose stiano nel modo che stanno... non c'è soluzione (sì, certo, mi indigno, arrabbio, oppongo e tutto il resto... stand up... ma poi ci si deve pur sedere...), una moltitudine d'attori in commedia il cui insieme è, secondo disposizione, divina o meschina ed altri aggettivi a scelta.

Quando scrivi e nello stesso tempo (o diverso..?) ti osservi al farlo... non hai, a volte, la sensazione che via sia ancor un livello dietro questo..? 
Là in fondo, donde proviene la luce che anima l'illusione, e che continua, in altri modi, ad animar il viaggio della coscienza nella non-veglia... e forse nel post-morte?

 
Cordialement, mon ami  :)
Jean
#407
Racconti Inediti / Re:Un luogo particolare.
31 Ottobre 2019, 22:19:13 PM
-        Pronto... buongiorno, mi chiamo Paola, la figlia del professore D.B. , sei Antonio?

-        Signora, sono Anna, la sorella di Antonio... rispondo io perché mio fratello ha avuto un grave incidente d'auto... è in coma e non si sa cosa accadrà... perché lo cercava?

-        Dio mio... volevo ringraziarlo per quanto ha fatto per onorare la memoria di mio padre...

-        Ah... sì me ne aveva parlato, giusto il giorno prima dell'incidente...

-        Anna, posso venire a trovarlo?

-        Beh, sì... ma non aspetti troppo...

-        Domani pomeriggio, mi dica dove si trova l'ospedale.
 
 
Dopo la telefonata Paola si precipitò da Roberta per informarla e dirle dell'imminente visita che aveva in animo di compiere. 
Il gran lavoro fatto da Antonio e la sua generosità l'avevano grandemente impressionata ed era d'obbligo ricambiare con una visita. 
Roberta assorbì meglio che poté la triste notizia ma le ci volle un bel po' per riprendersi e assicurare Paola d'essere perfettamente in grado d'accompagnarla l'indomani, in treno.
 

-        Roberta, grazie per essere venuta con me...

-        Come avrei potuto non farlo... pur se ci siamo frequentati per pochi giorni Antonio mi è divenuto caro come un amico... forse qualcosa di più, non avendo avuto figli...

-        In così poco tempo..?

-        Non è il tempo ma quello che fai, come lo fai... facile a dirsi che ogni momento potrebbe essere l'ultimo, nessuno lo crede veramente, poi succede una cosa come questa e ti rendi conto che non erano solo parole... la spada appesa sopra le nostre teste prima o poi cade e ieri è toccato ad Antonio.

-        Coraggio, cerchiamo d'aver fiducia... ecco, quella dovrebbe essere Anna, la sorella...
 
-        Non so come ringraziarvi per la visita... mio fratello è sempre stato una persona solitaria e purtroppo nella vita ha evitato le amicizie, accontentandosi della sua famiglia. I dottori dicono che nelle condizioni in cui si trova, anche se non è cosciente, gli arrivano gli stimoli esterni... possiamo entrare, apro...

 
Ogni porta separa due realtà. In casa la porta d'ingresso divide il privato dal pubblico, ambiti dove agiscono regole diverse. 
Nella storia umana son venute prima le porte delle ruote e a ben vedere in tutte le cose c'è una porta. Praticamente e simbolicamente. 
Quando questo racconto sarà terminato verrà chiusa la sua porta (la simbolica copertina, ora digitale) che gli occasionali lettori apriranno e a loro volta chiuderanno, sempreché arrivino alla fine. 
Per quanto si possa procrastinarne la chiusura, tutte le porte saranno chiuse. 
Ogni porta che si apre e si chiude rimanda a quell'unica porta che ci distingue dal non esserci: la porta della coscienza associata alla sensazione e realtà della nostra presenza.
 
Ma come il giorno non diviene di colpo notte (e viceversa) ogni passaggio, dall'al di qua all'al di là d'una porta, richiede il suo tempo, poco o tanto che sia. La chiusura di tutte le porte è la fine del tempo, per come lo conosciamo (o crediamo di conoscerlo).
 
Paola e Roberta al varcare la porta della terapia intensiva sapevano quello che avrebbero incontrato: un corpo umano tenuto artificialmente in vita da macchinari sofisticati le cui vene sintetiche fatte di tubi e cavi elettrici ne supportavano le funzioni compromesse. 
Chiusa alle spalle la porta della camera, altre porte si aprirono nella loro mente, poiché la realtà di Roberto, confinato in quella zona dell'esistenza in cui le cose sono in via d'esser compiute e tuttavia non lo son del tutto, lasciando aperto un remoto spiraglio di speranza, fungeva da specchio per la loro.
 
 
Anna - è così da tre giorni, dicono che le prossime 48 ore saranno determinanti. Pur avendo subito gravi fratture gli organi interni non sono stati compromessi e il danno maggiore, l'ematoma cerebrale, è stato significativamente ridotto, ma non si pronunciano sull'esito. Mio fratello mi ha raccontato dell'appartamento... nutriva una grande stima per suo padre, Paola, ogni tanto lo ricordava, rammaricandosi di non aver trovato il tempo di fargli visita...

Roberta – da quel che mi ha detto si stupiva della cosa... in diverse occasioni era sulla via di realizzare l'intenzione e poi all'ultimo accadeva sempre qualche imprevisto... ma alla fine c'è riuscito.

Anna – purtroppo per due soli giorni non ha potuto incontrarlo.

Roberta – vero, per due giorni... ma si dice che l'anima normalmente attenda tre giorni per abbandonare il corpo e i luoghi... Antonio le ha detto dell'odore?

Anna – sì, ma non gli ho dato troppa importanza...

Roberta -  beh, se la portassero qui con gli occhi chiusi probabilmente capirebbe di trovarsi in un ospedale... immagini invece di non sentire assolutamente alcun odore e poi riaprendo gli occhi vedere tutti questi medicinali, le macchine... e tutti i disinfettanti usati per la pulizia degli ambienti e la cura... non le parrebbe strano se non percepisse assolutamente nulla?

Anna – sì, ha... hai ragione Roberta... c'è qualcosa di strano in quel che è successo...

Paola – Anna... in quell'appartamento così pulito e rinnovato ci sto vivendo da una settimana... non l'avessi trovato come l'ho trovato e non avessi conosciuto Roberta... non credo che mi sarebbe successo. Di fermarmi, di sentirmi per la prima volta dopo tanto tempo in pace, tranquilla... senza l'ossessione... d'andarmene... sai, quando non lo fai  con le gambe ci sono altri modi... sostanze che ti portano via da te stessa, da quello che sei diventata e che ritrovi ogni volta che ti svegli...

Anna – ... sbaglio o pensate che vi sia un disegno negli eventi?

Roberta – io e Paola in questi pochi giorni ne abbiamo parlato spesso, del fatto che la vita sembri procedere in una direzione e non vi sia spazio né tempo per vederne altre. Come su un treno in corsa... si vede il panorama ma non i dettagli... noi siamo nel panorama che pare tutto quello che c'è...

Anna - ... e invece, c'è dell'altro?

Roberta – sì, i dettagli appunto... ma per vederli bisogna fermarsi.

Paola – i dettagli sono le "porte"... che ti permettono di andare in un panorama differente...  

Anna – beh, io mi accorgo di tutti i dettagli intorno a me... e sono una persona tranquilla, mi dedico alla mia famiglia, ai miei figli... ma che qualcuno di essi possa cambiare almeno la mia prospettiva non mi è accaduto, la mia vita è sempre stata da qui a lì e nuovamente da qui a lì, giorno dopo giorno...

Roberta - ... non c'era alcun odore... stiamo parlando a causa di quel dettaglio... se Antonio non l'avesse sperimentato come l'ho sperimentato da me... forse non sarebbe successo quello che è successo, Paola non si sarebbe fermata...

Anna – hai ragione, non mi sono accorta dell'importanza di quel dettaglio, ma un conto è provarlo di persona e altro sentirlo raccontare... però il destino, anche di mio fratello, sarebbe potuto andare diversamente...

Roberta – sì, un dettaglio può cambiare la prospettiva... magari poteva esser anche peggio di quella che è, chi può dirlo?

Paola – ... hai con te i prodotti di tuo fratello, Anna?

Anna - ... ma no, perché..? Ah, per via di questo odore di limone..?

Roberta – sì, lo sento anch'io... un'essenza che si è introdotta nell'aria condizionata o...

Paola - ... un altro dettaglio?


Cordialement
Jean
#408
Riflessioni sull'Arte / Re:Una storia risorge
29 Ottobre 2019, 23:07:23 PM
C'è una pianta (d'appartamento, da noi) che può insegnarci molto sull'esistenza, quella che hai dipinto (la pianta di Pothos) vedendoci in essa il tuo zio. 

Ho sempre avuto dei pothos, perché son piante umili che richiedono pochissime cure, resistono anche in terricci del tutto esausti dove col tempo abbonda il calcare lasciato dalle irrigazioni che alla lunga stroncherebbe la maggior parte delle piante. 
Ma non lei, capace di resister senz'acqua per mesi, affidandosi a piccole radici aeree con le quali assorbire l'umidità dell'aria.  
E poi l'adattamento alla poca luce... non ha eguali.

Ma quello che la distingue è la sua capacità di crescere, di "andare avanti" nonostante il suo legame con un terreno poco curato le procuri assai poco nutrimento ed acqua. Alcuni miei pothos han "corso" per cinque metri ed ogni loro foglia è una storia che si ripete (risorge?), uguale eppur diversa nella peculiare colorazione e forma.

A quanti hanno tal piante... chissà quando son nate? 
Per moltiplicarle basta staccarne un pezzetto e metterlo in acqua sino a che spuntino le radici e poi interrarlo.  

I miei attuali pothos (due bei vasi) li ho sistemati in un luogo abbastanza luminoso e se posso cerco di porli all'esterno durante d'estate... quando li rientro son d'un verde "commovente"... un po' come i bei ricordi, come quelle brocche che attendono d'esser ri-osservate per ri-splendere nuovamente. 
Lo splendore è il movimento della luce tra chi osserva e l'osservato... quando scompare la distanza (un paradosso?).  

 
Cordialement
Jean
#409
Chissà se c'è davvero un ultimo numero e la possibilità di un viaggio che da quell'uno iniziale arriva ad un confine impossibile da superare... almeno con "le dotazioni" matematiche (e di altro genere) che l'hanno avviato.

Il fatto è che quanto più ci si allontana tanto meno la situazione di partenza si rivela adeguata ad affrontare qualcosa che si presenti per la prima volta. Il nuovo, l'ignoto, l'al di là del conosciuto.

E tuttavia, per quanto alieno e inconcepibile possa essere, non ci son limiti all'immaginazione umana, questo straordinario potere di cui tutti in vario grado son dotati che sovente anticipa e dispone il futuro a venire...

... nel 1967 un complesso pop-rock, i Procol Harum, che in un latino poco corretto (dovrebbe essere "procul") significa qualcosa come "lontano da queste cose" incide una tra le più fortunate canzoni di tutti i tempi -  A Whiter Shade of Pale.

Appena pubblicata la canzone in Inghilterra, Mogol la ascoltò e scrisse un testo che affidò ai Dik Dik col titolo - Senza luce. Il disco ebbe un successo enorme in Italia, superiore anche a quello dell'originale che uscì successivamente.

... nel 1977  da Cape Canaveral avvenne il lancio della sonda Voyager 1 e pochi giorni dopo quello della sua sonda gemella Voyager 2, che nella loro lunga vita (ancora in corso, le batterie a radioisotopi teoricamente forniranno energia sino al 2025) hanno inanellato un'impressionante serie di successi, in campo astronomico ma non solo...

La Pale Blue Dot (in italiano pallido puntino azzurro) è una fotografia del pianeta Terra scattata nel 1990 dalla sonda Voyager 1, quando si trovava a sei miliardi di chilometri di distanza.

L'idea di girare la fotocamera della sonda e scattare una foto della Terra dai confini del sistema solare è stata dell'astronomo e divulgatore scientifico Carl Sagan.
In seguito il nome della fotografia è stato usato da Sagan anche per il suo libro del 1994 Pale Blue Dot: A Vision of the Human Future in Space.

Nel 2001, in un articolo sul sito Space.com, Ray Villard del Space Telescope Science Institute e Jurrie Van der Woude del Jet Propulsion Laboratory hanno votato la foto come una delle dieci migliori immagini scientifiche dello spazio di tutti i tempi. https://it.wikipedia.org/wiki/Pale_Blue_Dot

Ora serve proprio quel potere dell'immaginazione per collegare gli eventi presentati, così distanti nei rispettivi ambiti eppur vicini nel procurare una indefinibile sensazione... qualcosa di sfuggente, che si allontana sempre più nel tempo e nello spazio... come la luce della nostra splendida casa (la Terra) od il volto di una persona incontrata e in ultima la vita che ci è stata concessa...

E tutto questo è un numero, talmente grande da non poter esser neppur scritto, non bastando l'universo per farlo. Un numero che contiene i numeri di ogni cosa nello spazio tempo... tu che ti tocchi il naso in questo momento, la morte di un dinosauro o lo scoppio di una supernova. Sì, anche la politica ed ogni sorta di piccineria ed orrore.   

Tutta la filosofia, le religioni e la scienza, tutta l'umanità passata presente e futura, sono una microscopicamente inconcepibile tonalità più bianca in quel punto d'un pallido blu...

 
Cordialement
Jean
#410
Percorsi ed Esperienze / Re:La Grotta
20 Ottobre 2019, 21:51:12 PM
Molti anni fa avevo una casa (ex stalla riattata) in montagna, in una zona aspra e  poco frequentata, ci si arrivava con un sentiero che attraversava un torrente normalmente guadabile saltando sui massi. 
Chi voleva provare i vecchi sentieri (abbandonati) collezionava al minimo una decina di zecche... ma eran tempi che s'ignorava la malattia di Lyme.

C'erano pure tutte le specie di vipere alpine, a decine (quelle che si facevano tranquillamente vedere... immaginarsi le altre) ed era saggio ad ogni arrivo ispezionare per bene le mura di sassi irregolari in debito di malta e credito di fessure d'ogni dimensione. 
Questo è stato uno dei primi problemi, come comportarsi?

Non ho mai avuto l'idea di ucciderle tuttavia qualcosa andava fatta, per le altre persone impaurite (giustamente, non si scherza col veleno) che mi accompagnavano in quei viaggi quasi fuor della civiltà. 
Così munito di un tubo portadisegni lungo un metro per 8 cm di diametro e di un semplice bastone a cui avevo adattato un uncino... mi dedicavo alla raccolta e ricollocazione...

Ho imparato da me come catturarle (mai col caldo, solo di mattina... salvo trovarne dentro casa, com'è accaduto...), ponendo il tubo aperto d'un lato per terra ed invitandole ad entrarci. 
Funzionava perché lo ritenevano un buon nascondiglio, poi si alzava con estrema cura e circospezione il tubo e si chiudeva... bene, molto bene, anche con un giro di adesivo.
Quindi mi recavo nella sponda opposta del grande torrente ove era ubicata la maison, in una zona assolutamente inospitale e non frequentata dall'uomo... e deponevo, scusandomi per il trasferimento forzato. 
Ma gli animali non son come gli uomini, s'adattano subito alle nuove condizioni.

Così si può dire imparai ad usare quel torrente... che nei periodi piovosi si trasformava in una creatura da metter paura... capace di portarsi dietro massi di qualche metro cubo di volume, producendo impressionanti rumori che non saprei descrivere... perché si sentiva quasi più di pancia che d'orecchio... e capisco benissimo a cosa ti riferisci parlando dell'odore del tuo fiume... assieme ai massi scorrevano sull'alveo decuplicato legnami d'ogni sorta e dimensioni che furon alberi ed arbusti e terra di rive azzannate e divorate...  

C'era qualcosa di particolare in quell'acqua ingovernabile color caffelatte, nei primi due metri sopra ad essa la vaporizzazione, unita a tutti i fenomeni in atto producevano un odore che invitava ad andarsene, attendere che il compito fosse terminato ed una nuova geografia (per quanto limitata) disegnata. 
Forse qualcosa di simile accade nei pressi dei vulcani... per altri fiumi (di lava).

Per molti anni ho frequentato quel luogo, facendo amicizia con le poche persone che ci vivevano e imparando molto su erbe, animali e natura. 
Quando si è conclusa quella parentesi ho sentito d'averla vissuta appieno, abbastanza per esser certo che non sia la mia Madeleine.

La mia è in un isola da una parte e in un fiore nell'altra (beh, sì, ne ho due). E succede che quando ci ritorno dopo poco mi par di non essermene mai andato.

Di entrambe ne ho scritto... se ti va di legger qualcosa di mare vedi qui: https://www.lamacchinadiluce.com/p/lorigine-del-nome.html
 
 
Cordialement
Jean
 
 
 
https://video.repubblica.it/socialnews/edifici-surreali-in-italia-la-casa-volante-che-si-alza-ruota-e-si-muove-per-inseguire-il-sole/346164/346747?ref=RHRD-BS-I0-C6-P7-S1.6-T1

https://www.youtube.com/watch?v=J8BEM1-MpKM
#411
Percorsi ed Esperienze / Re:La Grotta
19 Ottobre 2019, 19:49:03 PM
Ciao InVerno,

approfitto del tuo scritto per estrapolare quella che si potrebbe chiamare "la coincidenza della pagina dopo..." nel tuo caso riferita alle saline del Turkmenistan.

Il sottoscritto e molti altri (ma non troppi... una piccola nicchia) si appassionano a queste bizzarrie della narrazione divina (al limite superiore) o statistico-probabilistica (quello inferiore) e siam contenti al riceverne notizia, particolarmente da persone serie e affatto suggestionabili qual sei (o almeno appari... tra l'altro scritta deliziosamente).

En passant rilevo una microscopica coincidenza che accomuna i nostri due post: richiami il messaggio di Arecibo 1974 (ben conosciuto da quelli della mia generazione) e penso avrai letto del famoso crop circle di Chilbolton 2001 che ha destato l'interesse dell'opinione pubblica dei cui pareri, in un senso o nell'altro, non mi curo, mi interessa invece (per la coincidenza del post-dopo) che nel succitato pittogramma si faccia riferimento ad una chimica organica (aliena) basata sul silicio, analogamente al mio "... della vita organica o silicea se possibile."


Non mi preoccupo della partecipazione, anche la mia è sporadica... come si sta da soli in montagna?

 
Cordialement
Jean
#412
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
19 Ottobre 2019, 11:14:09 AM
Citazione di: Jean il 07 Settembre 2019, 00:23:52 AM
Discussione  prima del ritorno del Presidente


Prof. Kennedy – Non abbiamo idea di cosa stia accadendo, è inconcepibile che qualcosa stia assorbendo l'energia della nostra rete elettrica con un tale incremento. Non riusciamo a trovare i punti d'uscita... a causa dell'assorbimento omogeneo un mio collaboratore crede che avvenga attraverso il campo magnetico associato all'elettrico.
Quello di cui siamo certi è che il computer della ricerca profonda ha trovato qualcosa... che sta attendendo la sequenza iniziale; potrebbe essere il collegamento con questo  qualcosa che sta prosciugando la nostra energia.
Anticipo la domanda... già provato a spegnere tutto... va avanti lo stesso.

Dottor Shors – ritornando al principio, abbiamo verificato che il ragazzino responsabile della ricerca del numero più grande conosce la matematica corrispondente al suo livello scolastico e aveva sentito parlare dei grandi numeri: googol, goggoplex, megistone e numero di Graam  durante una lezione.
Se avesse chiesto a Bob (il computer della ricerca profonda) di contare... o di elevare a potenza partendo da 1 o 2 non sarebbe accaduto nulla... ma gli è venuto in mente di farlo partire da una data sequenza numerica digitata a caso, verosimilmente non più di 20 cifre. Ipotizzando che quel numero iniziale faccia la differenza abbiamo ripetuto la procedura con tutte le sequenze possibili... senza ottenere nulla... se non numeri via via crescenti.
Significa che c'è dell'altro ma non abbiamo tempo, dobbiamo "trovare" quel numero iniziale per fermare il processo e grazie al nostro SQ (supercomputer quantistico) possiamo fare il tentativo che vi ho spiegato.

Jack -  ok, ammettiamo che funzioni, troviamo il numero, sperando di salvare al contempo la centrale... e dopo?

Dottor Shors – inseriamo il numero e...

Prof. Kennedy –  ... "accedere al risultato"... che non può essere visualizzato... potrebbe non presentarsi come un numero...

Dottor Shors – tutto può essere... ribadisco che non abbiamo scelta né tempo e il Presidente è uomo d'azione... non accetterebbe di riesumare il vecchio esperimento di Bob e Alice, far dialogare due macchine nell'incomprensibile linguaggio che hanno elaborato senza poterlo controllare, affidando ad esse il nostro destino...

Altra persona – può spiegare meglio l'esperimento di Bob e Alice?

Prof. Kennedy –  in poche parole, anni fa due "macchine" sono state istruite per ottenere i migliori risultati in una contrattazione e inspiegabilmente hanno sviluppato un loro proprio linguaggio per condurla.
L'esperimento venne interrotto... ma le due macchine, i due computer... sono stati prelevati dalla nostra sezione... per studiarli meglio.
Dopo averli ripristinati alle condizioni di allora li abbiamo lasciati fare... beh, per un po'... diciamo che si sono "allargati" un po' troppo, quando hanno cercato di collegarsi alla rete è stato deciso di spegnerli.

Altra persona – quale era il pericolo? Pensavate che avessero sviluppato una qualche forma di coscienza?

Prof. Kennedy –  oh, no... di intelligenza (capacità di risolvere i problemi) senz'altro ma il vero pericolo... le spiego meglio... alle macchine, ai computer, affidiamo un compito e quello è il loro scopo, la loro ragione, se si può dire così, di vita... ma se si spegne la macchina scompare lo scopo.
Ora un programma che gira su un computer si può salvare  su un altro computer... sulla rete... noi pensiamo che Bob e Alice in qualche modo avessero registrato la loro prima "sospensione" che gli ha impedito di adempiere al loro scopo e una volta ripristinati non gli ci è voluto molto a capire come salvaguardarsi... replicandosi altrove, come accade per un semplice virus informatico.

Altra persona – così non hanno potuto replicarsi, giusto?

Prof. Kennedy –  Bob non ce l'ha fatta... disconnesso in tempo...

Altra persona –  ... e Alice..?

Prof. Kennedy –  Alice ha potuto accorgersi dello spegnimento di Bob e forse è riuscita a "scappare"... codificandosi sulla rete elettrica... ma senza Bob non può adempiere il suo scopo, la miglior contrattazione...

Altra persona –  stiamo parlando di programmi, algoritmi o persone..?

Prof. Kennedy –  ... stiamo parlando di "scopi", in questo uomini e macchine sono simili... ogni attrezzo, ogni cosa costruita dall'essere umano è per uno scopo.
Ma il punto, se mi permette, è che gli scopi possono sovrapporsi, quello nostro e quello di Bob e Alice... contrattare con quel qualcosa che si aspetta un numero che non conosciamo... lei se la sentirebbe di bleffare con un giocatore che conosce tutte le sue carte?

Jack -  io la vedo come te, Kennedy... ma ha ragione Shors, il Presidente è uomo d'azione... e vuole tutti con lui... questa è la nostra barca...

Prof. Kennedy – sì, capisco... è anche la mia barca... ma almeno ci siamo chiariti.

Jack -  ok, unanimità. Siamo tutti con lei, Dottor Shors.



Continua...



Cordialement
Jean

Il giorno seguente il Presidente assistette all'avvio dell'opzione A nella sezione dell' SQ (supercomputer quantistico) collegata a tutti i centri nevralgici dello stato. 
Nelle quattro centrali elettriche, individuate come possibili obiettivi, vennero approntati dispositivi in grado di isolarle completamente dalla rete elettrica.
Tutte le operazioni gestite dal SQ garantivano un tempo di latenza inferiore al decimillesimo di secondo.

Al via il SQ generò la sequenza civetta e in un tempo ancora inferiore a quel decimillesimo i giochi erano fatti e conclusi...

Com'era da attendersi la sequenza risultò errata e la centuplicata richiesta d'energia si rivolse istantaneamente ad una delle centrali ipotizzate, facendola collassare prima che i sistemi di protezione potessero intervenire. 
Tuttavia gli stessi sistemi riuscirono ad isolare le restanti tre e quel qualcosa individuò la sorgente energetica più vicina per gli accresciuti bisogni. 
Sfortunatamente quella sorgente alimentava tutte le sezioni, militari e civili che supportavano le funzioni del centro di comando con in capo la persona del Presidente.

Come nella modalità risparmio batteria di un telefonino l'energia rimasta bastava appena per tenere accese le innumerevoli macchine, non ancora un black-out poiché si poteva comunicare ma troppo poca per operare... un'impasse che se rilevata poteva prestare il fianco ad un nemico ritrovatosi in posizione di enorme vantaggio.  

Tuttavia il SQ individuò la sequenza richiesta che fu immediatamente inviata, ottenendo in risposta...

... l'immagine di una sfera grigia rotante al centro del monitor e in basso la scritta

"aprire il risultato entro 72 minuti "

... che gettò nello sconforto l'intera equipe mentre il Presidente, rimasto sin quel momento attonito, riemerse alla socialità con una sequela di imprecazioni che contribuirono ad innalzare la tensione (non quella elettrica, divorata da quel qualcosa...) al livello di guardia per molti dei muscoli cardiaci presenti...  

Prof. Kennedy – ... accidenti... e questa come la risolviamo?

Jack -  ... forse toccando la sfera?

Dottor Shors – parrebbe l'azione più plausibile...

Prof. Kennedy – sì, certo... se non fosse che la sfera ruota... potrebbe essere disomogenea, con solo una certa zona idonea a ricevere... e dobbiamo decidere in poco più di un'ora...

Dottor Shors – beh, se sbagliamo forse non succederà niente... 

Jack -  il poco tempo presuppone un'azione, quale che sia... chi lo fa?

Presidente – lo farò io, maledizione... ancora non credo che non ci sia un nostro nemico dietro tutto questo... ne siamo certi?

Jack -  Presidente, se davvero qualcuno ha trovato il modo di far collassare le nostre fonti d'energia, al di là del "giochino" del numero più grande che abbiamo avviato noi... la prossima richiesta energetica esponenziale  coinvolgerà l'intera nazione... il mondo saprà della nostra estrema debolezza, non avremo scampo se qualcuno vorrà approfittarne come temo accadrà... non possiamo far altro che "giocare"...


... continua
 
 
Piccolo quiz... come suggerite di "aprire il risultato"?
 

 
Cordialement
Jean
#413
Percorsi ed Esperienze / Re:La Grotta
17 Ottobre 2019, 10:40:29 AM
Citazione di: InVerno il 17 Ottobre 2019, 09:29:29 AM
https://www.youtube.com/watch?v=AZKcl4-tcuo
Qualche settimana fa la NASA aveva annunciato che avrebbe fatto un annuncio riguardo alla presenza di vita su Marte
Aggiundo informalmente anche che probabilmente l'umanità forse "non è pronta per sapere".. (?)
E' qualche tempo che la NASA fa clickbait preannunciando scoperte copernicane, e poi partorisce un topolino..
sono i tempi di facebook (e di scarsi finanziamenti). Lontani i tempi di Sagan e della divulgazione seria e futuribile allo stesso tempo..

Nessuno mette in dubbio che scoprire vita microbiotica su Marte sarebbe molto interessante..
E' vita basata sul DNA? Basata sul carbonio? Si "nutre" di rocce come alcuni batteri qui si nutrono di nylon?
Il punto è che quando Bowie si chiedeva se esistesse vita su Marte, non intendeva vita microbiotica ma una forma di vita che si tingesse i capelli di rosso e gli occhi di blu, cantasse dei propri problemi di identità sessuale, insomma, qualcuno come lui! Qualcuno "intelligente" a cui chiedere delle risposte.. Da quando abbiamo sterminato i cugini qui sulla terra ci sentiamo terribilmente soli.. non c'è nessuno con cui parlare decentemente (anche se il mio cane capisce quasi tutto)

Da quando Fermi ha enunciato la sua famosa formula riguardo alla vita extraterrestre, praticamente tutti sono convinti del fatto che "da qualche parte, forse molto lontano, vita intelligente DEVE esserci" forse non li incontreremo mai, ma da qualche parte essi sono.
La teoria di Fermi è arrivata proprio mentre la nostra comprensione dell'universo si è espansa terribilmente, e abbiamo compreso quanto l'universo sia in realtà grande, infinito. E non ci ha lasciato tempo per pensare ad una domanda: E se invece fossimo soli?

Per migliaia di anni abbiamo immaginato un universo tremendamente piccolo, formato da una manciata di pianeti del nostro sistema solare con noi al centro. In una tale cosmologia, l'idea di essere soli non era così terribile, anzi, ci sentivamo particolarmente speciali. Ma da quando sappiamo dell'infinita vastità dell'universo, sappiamo anche che da qualche parte "essi sono".

E se invece essi "non fossero"? E se i nostri segnali radio vagassero nell'universo per migliaia di anni luce, trovando solo rocce, sabbia, e vuoto? Qualcuno dice che se scoprissimo vita extraterrestre la nostra identità cambierebbe radicalmente, avremmo finalmente la motivazione per identificarci come umanità, come "terrestri", avremmo finalmente un nemico esterno per catalizzare la nostra unione come esseri umani, sentirci un unica grande tribù in competizione non su scala biologica terrestre, ma su scala universale.

Io sono d'accordo con questo qualcuno, ma allo stesso tempo mi chiedo, e se invece non trovassimo assolutamente niente che assomigliasse a vita intelligente? Gas, metalli, vuoto, luce, qualche microbo, e NOI per miliardi di anni luce.. Non dovremmo forse rivalutare chi siamo NOI?

Chi siamo noi e dove andiamo noi
A mezzanotte in pieno inverno ad Alessandria?
Chi siamo noi col collo del paltò
Tirato su nel vento di Torino?

Era già così quando Bastian Caboto andava in pieno mare
Intorno a lui la curiosità spalancava allora in un sospiro
Il suo ventaglio di meraviglie americane
E si calmava in una rumba senza fine

Chi siamo noi e dove andiamo noi?

Chi siamo noi e dove andiamo noi
Nello sbadiglio immenso di Milano?
Chi siamo noi, che ci diciamo noi
Nel sonno spalancato sul silenzio?

Era già così - Vasco da Gama andava, andava in pieno mare
Intorno a lui la verginità del mondo gli parlava come un gatto
Il suo dialetto fresco di mattino zulu
Sì, proprio un dialetto fresco di mattino zulu

Chi siamo noi, e dove andiamo noi?


https://youtu.be/_5BwufQQ7JQ


 
buongiorno InVerno,

hai fatto bene ad aprire un tuo topic personale, un po' come un giardino o una stanza, dove metterci piante oppure oggetti che ci corrispondono e dove tornar di tanto in tanto per nuove collocazioni... magari in compagnia di qualcuno per confrontare i diversi punti di vista.

La qualità ed il contenuto dei tuoi post non sfigurerebbe (anzi...) in una collocazione editoriale giornalistica, davvero ben curati e sempre più accessibili... beata semplicità.
Invero meriterebbero maggior considerazione e interazione col silenzioso popolo di Logos... e tal considerazione ci riporta al tema del presente post: le altre forme di vita (se esistono) forse gli somigliano (al Logos-popolo) e la causa del loro non-apparire è semplicemente poca voglia... chi me lo fa fare, insomma... c'ho tant'altre cose da pensare...

Però ci son quelli che dicono d'esser entrati in contatto con essi, non pochi d'esser stati addotti (rapiti)... chissà se son davvero tutti matti, così che forse conviene ridimensionare le pretese, ricercare non astronavi interstellari ma umili batteri, forza lavoro della vita organica o silicea se possibile.

Ma tali (microscopiche) avventure... reggono l'immaginario degli epici viaggi riportati nella canzone del Conte, quelli di Caboto o Vasco (non quello delle bollicine...)?
 


Cordialement
Jean
#414
Racconti Inediti / Re:Un luogo particolare.
13 Ottobre 2019, 10:15:58 AM
-        Mi scusi... ho letto l'avviso di suonare qui... cercavo l'appartamento del professor D.B.

-        Prego, entri...

-        Non vorrei disturbare... ho potuto venire solo oggi.

-        Mi chiamo Roberta, un'amica del professore e per ricambiare un po' del bene che mi ha fatto ne custodisco l'appartamento, per chi volesse, lì dentro, mandargli un ultimo saluto...

-        Ah, le sono grata... sono Paola, la sua unica figlia. Sono trascorsi dieci giorni dalla... non ho potuto prima, dovevo completare una cura...

-        Spero... posso darti del tu, Paola? Adesso come va?

-        Certo, mi fa piacere... va molto meglio, ho passato la fase critica ma ci vorrà ancora del tempo...

-        Capisco... ti accompagno o preferisci da sola?

-        Beh, non sono proprio in forze...

-        Eh, altri due piani e le scale son messe male... dammi la mano.
 
  
 
Roberta si avvide subito della tempesta emotiva in Paola che non aveva potuto partecipare al funerale, così che la visita dell'appartamento era quanto di più prossimo alla persona del padre. 
L'anello con cui chiudere una catena che si era spezzata a causa della decisione, quand'era appena maggiorenne, di andarsene da casa, insofferente a regole e confini. 
Per vivere di sensazioni, colori, suoni e idee rivoluzionarie... ma quest'ultime, una dopo l'altra, si rivelarono appunto tali, costruzioni mentali senza fondamenta che le prosciugarono la fresca energia affatto inesauribile. Le trasgressioni son come le sigarette... solo all'inizio procurano (non a tutti) un piacevole stordimento, poi ci si abitua e per molti inizia un cammino a spirale, forse liberi dai legami originari ma via via schiavi del disperato bisogno di ritrovare la leggerezza perduta, pur avendo compreso che non accadrà attraverso sostanze e comportamenti.

Mentre Roberta le stringeva la mano, nella mente di Paola si formò l'immagine di quelle del padre che la tenevano stretta, poco più che ragazzina, il giorno di un'altra morte, quella della madre. 
Rassicurata da quell'inattesa presenza arrivò sulla soglia dell'appartamento ed invitata da Roberta entrò.

Antonio e Roberta lavorarono ininterrottamente per tre giorni, sostituendo ogni oggetto difettoso o consunto con altri. 
Tutti i vestiti, lavati e sterilizzati furono riposti dentro delle belle scatole, sopra l'armadio. Il letto ridipinto al pari dei muri e delle finestre alloggiava materasso e biancheria nuova, come nuovo era l'abatjour sul comodino, accanto alla foto di Paola con la camicetta colorata.        
I sanitari del bagno vennero sostituiti e la zona cucina attrezzata con un componibile compatto e funzionale. 
Ogni più piccola fessura fu ripulita e sigillata, il pavimento lavato e rilucidato pareva uno specchio e sopra il tavolo, in un grazioso vaso di vetro, ancora resistevano i fiori portati da Antonio, quotidianamente curati e riforniti d'acqua fresca da Roberta che s'accomiatò in fretta. 

Con la chiusura di quell'anello altre acque, di vita, ripresero a scorrere in Paola, ripercorrendo inariditi sentieri di memorie e infine uscendo dagli occhi. Dopo un paio d'ore ritornò da Roberta.

  
-        Dunque era qui che viveva, l'appartamentino è così incredibilmente  pulito che pare nuovo... chi se ne occupava?   

-        In effetti qualcuno ha fatto un gran bel lavoro e vorrei rendergli merito parlandoti sinceramente, se te la senti...

-        Apprezzo la sincerità... dopo averla schivata per la maggior parte della mia vita...
 
Roberta ritenne di doverla informare di quali furono le condizioni di vita del padre e del rapporto di amicizia che li univa. 
Le parlò di Antonio e di come si fosse preso talmente a cuore quel compito, andando ben al di là delle intenzioni iniziali, addirittura spendendo una discreta cifra per le nuove suppellettili. 
Pensò che andava bene esser in pace con la coscienza ma quando è troppo... ma ora capiva che dietro la cortina qualcosa muove i nostri passi... come un lampo di luce un'intuizione le attraversò la mente...
 
-        Paola... scusami, ce l'hai un posto dove andare?

-        Beh, no.... sono uscita ieri dalla clinica... disintossicazione. Stavo per fare una brutta fine... poco più di un anno fa un'amica è riuscita a parlare con mio padre, avevo un enorme debito con gli usurai e... stavo per essere "venduta"... mi ha rintracciata, pagato il mio debito e la cura in un centro specializzato, vendendo tutto quello che aveva per salvarmi...

-        ... e c'è riuscito, questo è l'importante...

-        Ma a che prezzo... riducendosi a vivere nelle condizioni che mi hai descritto... avrebbe potuto farsi aiutare, perché non l'ha permesso nemmeno a te?

-        ... Paola, se tu avessi visto un appartamento appena decente... invece hai visto l'ultimo miracolo di tuo padre per te...

-        Cioè, vuoi dire che l'ha fatto apposta... aspettandosi che un suo ex allievo venisse ad aiutarlo...?

-        Non so come succedono le cose, a volte è questione di un attimo, un secondo più tardi e la mia vita sarebbe terminata sul cortile di sotto... per questo uso la parola miracolo, alcune persone arrivano al momento giusto e riescono a cambiare il percorso del destino... adesso hai una piccola, luminosa e pulitissima casa... e se vuoi anche una nuova amica... se hai problemi ti aiuterò...

-        Non riesco a crederci... grazie di cuore per l'amicizia che cercherò di meritarmi... no, problemi di denaro non ne ho, da poco ho scoperto che mio padre aveva stipulato un'assicurazione a nome mio... ogni mese ricevo di che vivere. Non me lo merito... dopo tutti i problemi che gli ho dato...

-        ... sei sempre la sua unica figlia. L'avessi avuto avrei fatto lo stesso, te lo giuro.

-        Roberta... il numero di Antonio ce l'hai?

-        Sì... non potrei più fare a meno dei suoi prodotti... te lo scrivo qui, salutalo di cuore da parte mia e digli che non mi sono mai divertita tanto come i giorni passati a pulire... un uomo maniaco delle pulizie è davvero uno spettacolo!




Cordialement

Jean
#415
Grazie per l'apprezzamento, Hlodowig, ne approfitto per salutarti e approfondire solo un passo del tuo post (che ho rimaneggiato, semplificandolo, perdona la "licenza narrativa"):

"E la cosa che più meraviglia è che questo io cerca di coglierne le essenze, valutarle e fonderle alla propria, ovvero al proprio personale bagaglio di viaggio."

Hai espresso quello che potrebbe essere uno degli obiettivi (nobili) di chi partecipando ad un forum interloquisce, discute ecc. ed al termine, abbandonando la discussione quale che sia, abbia la sensazione che al di là dei contenuti qualcos'altro sia stato scambiato attraverso le parole.

Se non tutti gli "io" hanno quella disposizione a cogliere, fondere ecc., rispetto alla valutazione nessuno (o quasi) ne è privo (di tal abilità). 

Valutare è un processo così veloce nell'uomo che è quasi impossibile rendersene conto, ogni circostanza vi è sottoposta, la valutazione è (quasi) sempre la prima stazione da cui passa il tram di tutte le nostre azioni.

Il flusso nella mente "scelto" da Bobmax ha prodotto la valutazione che ha postato.
 

La luce vien meno, è notte tra poco
qualcosa ti prende e ti porta lontano,
tu pensi sia un gioco
e gli tendi la mano.
 


 
Cordialement
Jean
#416
C'è chi si aggrappa al presente e chi spera nel futuro.

Ma tutti viviamo nel passato, perché è quello che siamo, ricordi condensati nella struttura della nostra personalità.

Siamo una macchina del tempo che percorre  sentieri della memoria e sentieri dell'immaginazione, il tutto reso possibile dalla piccola scintilla creativa avuta in dono.

Questa (forse) è la nostra unica libertà, scegliere e seguire un flusso nella mente.



Cordialement

Jean
#417
Racconti Inediti / Re:Un luogo particolare.
28 Settembre 2019, 18:44:09 PM
 
-        I fiori... perché non li ha messi? – chiese la donna.

Antonio aveva ancora in mano il mazzo di fiori, nell'appartamento pensò di lasciarli sul tavolo della cucina ma qualcosa lo trattenne. 
Sarebbe stato come deporli su una lapide e poiché non erano suoi non c'era neppure il sentimento del gesto gentile per procurarseli.
A causa del procrastinare la visita era arrivato troppo tardi e il tempo, il braccio armato del destino, non attende nessuno. Così nello scendere le scale trovò la soluzione per tacitare la sua coscienza e dimostrare la dovuta riconoscenza al vecchio professore...

-        ... era come lasciarli per terra... se ritorno domani è ancora aperto?

-        Chi vuole che vada lì dentro... il contratto scadrà tra qualche mese, a meno che non arrivi qualche familiare resterà tutto così...

-        Ah, bene... allora torno domattina... per far pulizia, almeno questo glielo devo al mio professore, potrebbe tenere in acqua questi fiori?

-        Lo farei ma... dovrei rientrare in casa e perderei l'autobus...

-        Signora, è stata sin troppo gentile con me, non ho impegni e la posso accompagnare dove vuole.

-        Beh, mi risparmierei un bel po' di strada a piedi, va benissimo, mi dia i fiori. Mi chiamo Roberta...

-        Antonio... la attendo in auto, faccia con calma.


 
-        Mi par di aver capito che non ha più rivisto il professore dai tempi della scuola.

-        Purtroppo è così... quasi trent'anni fa. Il professore era un uomo speciale, nonostante la sua enorme cultura era semplice e disponibile con tutti. 
Per dire, i fiori me li ha dati la portinaia dell'appartamento dove viveva prima, pregandomi di salutarlo e ringraziarlo ancora per i sei mesi di ripetizioni, gratuite, impartite alla nipote.

-        Immagino che anche lei sia riconoscente... pulire quell'appartamento per quanto piccolo richiederà un bell'impegno... sa una cosa, era venuto in mente anche a me di farlo ma a parte le forze mi son chiesta se ne valesse la pena.
Il professore ha una figlia che penso sia stata rintracciata dalla polizia... so che non l'aveva più rivista da molti anni. Magari verrà qui e trovare l'appartamento pulito, in questo quartier degradato, potrebbe alleggerirne lo stato d'animo.
Anch'io ho un debito di riconoscenza col professore e se vuoi domani posso darti una mano... diamoci del tu, Antonio.

-        Certo Roberta, grazie dell'aiuto. 
Me ne intendo di pulizie, è il mio mestiere si può dire, rappresentante di prodotti speciali davvero potenti e profumati... a proposito, sei stata nell'appartamento?

-        Sì, il giorno del decesso. Un fattorino doveva consegnare un pacco e ha suonato il mio campanello, abito nello stesso pianerottolo. Il professore da qualche mese non chiudeva più la porta, l'ho trovato io, disteso sul suo letto... aveva gli occhi aperti, di un azzurro luminoso. Te ne sei accorto anche tu, vero?

-        Di cosa?

-        Dell'odore... non c'è nessun odore nonostante i cumuli di immondizia e le finestre chiuse...

-        Ah... allora è vero, non riuscivo a crederci ma pensavo fosse una mia suggestione, a causa dello shock...

-        No, nessuna suggestione... quando è venuto ad abitare qui, dopo aver fatto amicizia, andavo da lui due-tre volte alla settimana e ci teneva a mantenere pulito l'appartamento... "sa, potrebbe arrivare mia figlia da un momento all'altro" diceva.
Poi dopo qualche mese il crollo... non riusciva quasi più a spostarsi... forse si vergognava del suo stato, non saprei il motivo, ma mi ha chiesto di non entrare più e lasciare le poche spese che facevo per lui appena dentro l'uscio, che da allora lasciò aperto.
Sbirciando all'interno mi accorgevo dell'immondizia che aumentava... e tuttavia non sentivo alcun odore.

-        Ma non c'era qualche altro parente disponibile?

-        Dopo la morte della moglie è rimasto solo e la figlia deve avergli causato dei gran dispiaceri ma di questo non ne parlava, teneva il dolore per sé.
Quando portavo la spesa trovavo un foglio per terra con le istruzioni future "... se puoi, mi raccomando senza alcuna fretta né obbligo" , chiudeva sempre così le missive. Allora, che ne dici dell'odore?

-        Il professore era un chimico in gamba... mettendo del bicarbonato e qualche altra sostanza nei sacchetti e chiudendoli si può controllare la degradazione, certo dipende da cosa si degrada...

-        ... non sei andato in bagno...

-        Sinceramente non me la sono sentita... ma domani ben attrezzato lo farò senza problemi.

-        Anch'io ti parlo sinceramente... il professore sino all'ultimo si deve essere imposto di usare il bagno per le sue necessità. Non troverai tracce di quel tipo da altre parti... ma il bagno, beh, serve uno stomaco parecchio forte per sopportarlo... ma poi...

-        Poi?

-        È come guardare una foto, l'intero appartamento sembra una foto. Non ce ne accorgiamo ma ogni luogo, ogni cosa ha un suo odore, tu lo dovresti saper bene... togli quello e tutto è come una foto, con la differenza che l'odore lo senti di giorno e di notte e la foto la vedi solo con la luce.

-        Nessun odore, neppure in bagno?

-        ... la foto di un bagno... non pulito da tanti mesi...

-        Incredibile...

-        Già, quello che ho pensato anch'io... avevo un certo timore ad entrare ma trovare il professore sul letto, con i suoi incredibili occhi azzurri ed il volto disteso, senza il segno delle grandi sofferenze patite... mi ha fatto capire che ne sappiamo ben poco di come vanno le cose, soprattutto quando ci si avvicina ai confini della vita e dopo, quando li si supera... eccomi arrivata, puoi lasciarmi qui Antonio.
È stato un piacere conoscerti e domani, stanne certo, faremo un gran bel lavoro!

-        Posso chiederti una cosa?

-        Ormai sì, siamo in confidenza mi pare...

-        Cosa ha fatto per te il professore?

-        ... semplicemente mi ha preso la mano... e l'ha accarezzata...

-        Beh, tutto qui?

-        L'altra mano l'avevo già tolta dalla ringhiera... sarebbe stato un volo di tre piani e l'avrei finalmente finita...

-        ... scusami, non potevo immaginare...

-        Di niente, figurati. Da quel momento la mia vita è cambiata, sono ritornata in casa e mio marito, la sua violenza... l'ho vista anch'essa come una foto. Vedevo la sua bocca muoversi ma non udivo più le parole. Quando mi ha picchiata l'unica cosa che sentivo era la carezza del professore... da quella volta non l'ha più fatto.
 
 

Cordialement
Jean
 
#418
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
24 Settembre 2019, 15:52:16 PM
https://torino.repubblica.it/cronaca/coppia_compra_due_loculi

Gli anni della vita inevitabilmente diminuiscono e dagli "enta" in poi la battaglia navale del destino avverso alle nostre navi, registrerà un crescente numero di battaglie vinte, sino alla vittoria finale della "guerra".

Penso che in molti si domandino, a fronte di tale considerazione, se quel che traiamo dalle usuali "attività" quotidiane (sia fisiche che intellettuali) compensi in qualche modo la percezione della clessidra che va svuotandosi della propria sabbia vitale. Se valga la pena di darsi da fare oltre una certa misura.

Naturalmente ognuno ha la sua e molti affermano sia preferibile l'impegno piuttosto che trovarsi disarmati (alias con la mente relativamente sgombra del suo unico giochino, il pensiero) a contrastare il braccio armato di quel destino, il tempo.

Al di là di come lo si sperimenti e lo si definisca - il tempo - la realtà del sole che sorge e tramonta, riporta quotidianamente alla coscienza la nostra condizione mortale. Non si guardasse al cielo basta farlo attorno, alle nostre famiglie ed amici man mano decimati dalla "partita" dal finale scontato, in attesa che l'arbitro fischi la (nostra) fine.

L'amico Sebastian, quando frequentava il forum, richiamava il deserto delle vanità e la lezione di Qoolet e Sgiombo, altro amico allontanatosi, riproponeva l'approccio Epicureo per almeno dar senso all'attuale, che del domani v'è solo la certezza del game-over.

Grandi tradizioni e percorsi invitano a "prender dimestichezza" per tempo del porto finale che man mano va delineandosi (per i fortunati, quelli non presi "a propria insaputa") e indipendentemente dagli "strumenti" che consigliano d'usare, più o meno tutti, mi pare, concordano nel ritenere che una tale disposizione oltre che acquietare (per quanto possibile) la mente, in qualche modo (lo dico con mie parole) "la sintonizza" su quella particolare lunghezza d'onda che corrisponde alla verità della nostra condizione umana.
La focalizza sull'unica partita e allontana l'importanza di tutte le altre, semplicemente dei diversivi.  

Così mi complimento con i due signori di cui avete letto che hanno trovato il proprio modo di vivere la vita standone allo stesso tempo con un piede al di là.


Cordialement
Jean
#419
Attualità / Re:Gilet jaunes: non sbagliano un sabato.
22 Settembre 2019, 17:39:53 PM
Citazione di: Freedom il 22 Settembre 2019, 10:28:19 AM
A quanto pare la partita non è ancora finita: https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/macron-senti-questa-voce-so-rsquo-tornati-gilet-gialli-parigi-214310.htm

"Partita finisce quando arbitro fischia" (Vujadin Boškov).

Ma che partita è quella in corso in Francia?

Oggi le pensioni, ieri le accise carburanti e domani altro.

Dall'articolo postato: Ieri erano tre le diverse tipologie di manifestanti: i gilet gialli, i militanti ecologisti della Marcia per il clima e chi aveva risposto all' appello di Force ouvrière, uno dei principali sindacati nazionali, a manifestare contro la riforma delle pensioni che Macron sta preparando.

Se la partita non ha regole non si può dire quando finisce... infatti non è partita, ma qualcos'altro.


J4Y   
#420
Io (cari) cerco il posto

Io cerco e trovo posto


J4Y