Citazione di: Eutidemo il 04 Novembre 2019, 15:39:38 PM
Ciao Jean.![]()
Bellissimo racconto; complimenti, sarebbe da pubblicare!
A volte a me capita la situazione inversa; come adesso, mentre ascolto e guardo sul mio secondo PC "LA PALOMA" nella versione "surrealista" di Cesar Salgueiro.
https://www.youtube.com/watch?v=nO_WB17XpeE&t=7s
Non mi trovo in un "luogo particolare", bensì in un "luogo normalissimo", cioè nel mio solito studio; però ho come la sensazione che possa essere soltanto una illusione.
Ed infatti anche la notte scorsa avevo sognato di essere qui, seduto alla scrivania, davanti al mio PC.
Però non c'ero!
Ed allora penso che, se c'è qualcosa dopo la morte, è necessariamente "fuori del tempo"; per cui, se da vivo, adesso, penso di dover "ancora" morire, una volta morto , però, per me non potrà più esserci nè un "prima" di morire nè un "dopo" essere morto.
Spariranno tutti i tempi, anche quelli dei verbi!
Per cui il mio "io post mortem" (ammesso che permanga, come razionalmente io non credo), adesso è qui, insieme a me; o meglio, "è" me.
E dal suo/mio punto di vista, in effetti, io sono già morto; ovvero, non sono ancora nato!
Il punto è che il ""già" ed l'"ancora" sono avverbi che hanno un senso relativo a chi vive nel mondo fisico; ma non più quando uno ne è uscito o deve entrarci.
Io sono vivo e nello stesso (non) tempo sono anche morto; quindi, forse, nessuna delle due cose!
Che strana sensazione!
Un saluto![]()
Ciao Eutidemo,
grazie per l'apprezzamento... fa sempre piacere.
Sarà per l'età o le esperienze ma attualmente non reggo un dialogo serrato, mi riesce solo di confezionare i miei post in una forma pseudo-narrativa, qualcuno più e qualcuno meno (narrativo).
Però a ben vedere ogni scritto è una narrazione, per quanto minima, anche quelli più "tecnici" o per addetti ai lavori: filosofici, scientifici... religiosi che siano, solo che il formalismo e le regole precipue del loro ambito necessariamente costringono a porre in secondo piano quell'io narrante cercando (beh, con risultati per lo più incerti) di sterilizzarlo per non pregiudicare l'esperimento (narrativo: di una tesi, nel caso).
Come se ogni esperimento non dipendesse dallo sperimentatore... ed in ultima non sia lo sperimentatore stesso... tal la sua parte in commedia.
Io la vedo così, tutto quel che scrivi sei tu, Eutidemo e così gli altri... paul11, ipazia, jean... sgiombo che ha smesso di scrivere qui perché ha ritenuto di dover dare soverchia importanza ad altri io-narranti ben nascosti dietro le loro tesi... ma lo facciamo tutti, sempre... io per primo, tu e... chi è senza io-narrante scagli la prima penna...
Ma quell'io (narrante o disgiunto dalla narrazione convenzionale) non di rado si comporta stranamente... come riporti nel post può procurarci la sensazione, instillare il dubbio che sia illusione l'esserci e invece realtà il sogno... e perché avviene una tal inversione?
Forse c'entra il tempo, come intuisci e scrivi, adatto (usar una parola val un saluto...) che il tempo della nostra vita s'incentra sullo stato di veglia, pure vi son veglie che per molti versi non hanno le caratteristiche canoniche (al minimo la capacità di discernere): quelle del drogato o alcolizzato, del pazzo, del mistico, del militare in procinto di morire o d'essere ucciso, del moribondo... di Raffaello che vide apparir di notte la Madonna Sistina ricercata invano per anni, del testimone di un fenomeno ritenuto impossibile... per Dio, o quante son le veglie?
Ma per render le cose semplici mettiamole pure tutte assieme e spostiamo l'attenzione sugli stati di non-veglia... ma... da svegli che potremmo ricavarne se non un'interpretazione, la nostra narrazione sulla cosa osservata (indagata)?
Di narrazioni v'è l'inflazione... (siam tutti scrittori e ben poco lettori...) et alors..?
Accettare... che le cose stiano nel modo che stanno... non c'è soluzione (sì, certo, mi indigno, arrabbio, oppongo e tutto il resto... stand up... ma poi ci si deve pur sedere...), una moltitudine d'attori in commedia il cui insieme è, secondo disposizione, divina o meschina ed altri aggettivi a scelta.
Quando scrivi e nello stesso tempo (o diverso..?) ti osservi al farlo... non hai, a volte, la sensazione che via sia ancor un livello dietro questo..?
Là in fondo, donde proviene la luce che anima l'illusione, e che continua, in altri modi, ad animar il viaggio della coscienza nella non-veglia... e forse nel post-morte?
Cordialement, mon ami

Jean