Per andalusia mi riferisco alla Al-Andalus, per l'epoca d'oro in particolare il califfato Rashidun e i seguenti Ommayade, per la Turchia di Ataturk fino Erdogan (vedremo il 16 aprile che ci dirà il referendum), etc etc etc. Fondamentalmente peraltro non mi interessa granchè, se anche fosse vera l'incompatibilità tra democrazia e Islam paventata da Sartori, l'assenza di precedenti giustifica la resa dei codardi. E di questo parlo quando parlo di conflitto generazionale. Sono d'accordo quando Sartori afferma che la sinistra ha trivializzato profondamente la questione dell'immigrazione facendone una questione "de core" invece che una sfida estremamente complessa in ogni ambito sociale, forse una delle più difficili e complesse che la cultura occidentale si è trovata ad affrontare in questi termini. Ho anche un pudore, cosi come non chiederei a un novantenne di stare in piedi su autobus, non gli chiederei di farsi carico di sfide che richiedono questo livello di dedizione e coraggio, e non lo chiedo altresi a Sartori che poteva vantare giovani pittrici in camera da letto, ma come natura vuole stava portando le tavole al falegname. So che la disprezzerebbe ma un sentimento di umana e onesta compassione mi pervade quando lo leggo e gli sento dire le stesse cose che dicono quelli che per lui non hanno mai avuto diritto di parola, i "non laureati". Anche Giggino del bar sotto casa mi disse che bisognava silurare i barconi, chissà forse Sartori non sa cosa si è perso a non rivolgergli mai la parola. In ogni caso se esiste una generazione giovane di cultura occidentale, preferirei vederli a testa alta affrontare i problemi che questa sfida propone, non urlare terrorizzati davanti al crollo dei propri valori come perdenti qualsiasi. La "fuga patriottica" è un invenzione del tardo fascismo (tardo finito).