Ciao Inverno
Sono perfettamente d'accordo con te sul fatto che il bisogno nasce dalla contestualizzazione! Come giustamente hai scritto, infatti, in musica non ci sarebbe nessun bisogno di usare la terminologia "forte" o "adagio" per un inglese; ma, poichè nell'ambito musicale i termini sono quelli, risulterebbe assurdo che i musicisti inglesi dicessero "strong" o "slow", perchè la cosa non avrebbe senso.
Allo stesso modo, poichè in italiano esiste la parola "topo", useremo tale termine, dal ferramenta, per comprare una trappola per catturare quello che infesta la nostra soffitta; ma sarebbe assurdo entrare in un negozio di informatica e chiedere un "topo da usare per gestire un elaboratore elettronico", e, quindi, useremo il termine inglese "mouse", perchè usare la parola "topo", in quel contesto non avrebbe senso.
Questo è esattamente quanto io sostenevo nel mio topic iniziale!
***
Ma proprio per questo, anche se Zaia avesse usato correttamente il termine inglese "caregiver", per me sarebbe stato egualmente "riprovevole", in quanto non ce n'era alcun bisogno; ed infatti, anche nello specifico contesto, avrebbe potuto esprimere benissimo lo stesso concetto in italiano (senza ricorrere a perifrasi assurde come quelle da me ipotizzate per sostituire il termine "mouse").
Tanto più che, a differenza della parola "mouse" (o "week end" ecc.), il termine "caregiver" risulta ignoto alla maggior parte degli italiani; per cui, evidentemente, Zaia l'ha usato solo per "fare scena", e non per farsi capire da tutti, come sarebbe stato suo compito!
Diceva Trilussa: "Se vôi l'ammirazione de l'amichi nun faje capì mai quello che dichi.".
***
Ma la cosa comica è che, errori di pronuncia a parte, il termine "caregiver" risultava ignoto pure a lui; ed infatti Zaia pensava che volesse dire "autista di disabili"!
Per cui, oltre che "riprovevole", è risultato pure "ridicolo"!
***
E non è la prima volta, perchè tutti ricordiamo la sua "gaffe" sui "cinesi che mangiano i topi"; però, almeno, quella volta si espresse in corretto italiano, e non disse che i "cinesi che mangiano mouse".
O meglio, "mice", al plurale.
Però, che strani 'sti inglesi: il plurale del "topo", per loro è un "micio"!
***
Comunque, Zaia a parte, che in fondo mi sta pure simpatico, sono perfettamente d'accordo con te quando scrivi: "Il problema è a monte: ovvero perchè l'Italiano non riesce più a creare una propria sfera linguistica capace di interpretare la realtà?"
Bella domanda!
***
Un saluto!
***
Sono perfettamente d'accordo con te sul fatto che il bisogno nasce dalla contestualizzazione! Come giustamente hai scritto, infatti, in musica non ci sarebbe nessun bisogno di usare la terminologia "forte" o "adagio" per un inglese; ma, poichè nell'ambito musicale i termini sono quelli, risulterebbe assurdo che i musicisti inglesi dicessero "strong" o "slow", perchè la cosa non avrebbe senso.
Allo stesso modo, poichè in italiano esiste la parola "topo", useremo tale termine, dal ferramenta, per comprare una trappola per catturare quello che infesta la nostra soffitta; ma sarebbe assurdo entrare in un negozio di informatica e chiedere un "topo da usare per gestire un elaboratore elettronico", e, quindi, useremo il termine inglese "mouse", perchè usare la parola "topo", in quel contesto non avrebbe senso.
Questo è esattamente quanto io sostenevo nel mio topic iniziale!
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Ma proprio per questo, anche se Zaia avesse usato correttamente il termine inglese "caregiver", per me sarebbe stato egualmente "riprovevole", in quanto non ce n'era alcun bisogno; ed infatti, anche nello specifico contesto, avrebbe potuto esprimere benissimo lo stesso concetto in italiano (senza ricorrere a perifrasi assurde come quelle da me ipotizzate per sostituire il termine "mouse").
Tanto più che, a differenza della parola "mouse" (o "week end" ecc.), il termine "caregiver" risulta ignoto alla maggior parte degli italiani; per cui, evidentemente, Zaia l'ha usato solo per "fare scena", e non per farsi capire da tutti, come sarebbe stato suo compito!
Diceva Trilussa: "Se vôi l'ammirazione de l'amichi nun faje capì mai quello che dichi.".
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Ma la cosa comica è che, errori di pronuncia a parte, il termine "caregiver" risultava ignoto pure a lui; ed infatti Zaia pensava che volesse dire "autista di disabili"!
Per cui, oltre che "riprovevole", è risultato pure "ridicolo"!
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E non è la prima volta, perchè tutti ricordiamo la sua "gaffe" sui "cinesi che mangiano i topi"; però, almeno, quella volta si espresse in corretto italiano, e non disse che i "cinesi che mangiano mouse".
O meglio, "mice", al plurale.
Però, che strani 'sti inglesi: il plurale del "topo", per loro è un "micio"!
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Comunque, Zaia a parte, che in fondo mi sta pure simpatico, sono perfettamente d'accordo con te quando scrivi: "Il problema è a monte: ovvero perchè l'Italiano non riesce più a creare una propria sfera linguistica capace di interpretare la realtà?"
Bella domanda!
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Un saluto!
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