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Messaggi - InVerno

#4111
Percorsi ed Esperienze / Re:Mondi dell'utopia
26 Febbraio 2017, 15:12:26 PM
Citazione di: paul11 il 26 Febbraio 2017, 00:21:25 AM
Io sono rimasto alla domanda del ragazzo anarchico utopista di allora: perchè l'umanità non riesce a vivere in pace e felice. E più vedo tecnologia e più ne vedo possibilità. Oggi le infrastrutture tecnologiche permettono scambi di dati, economici, è possibile fare "sistema".Il difficile è uscire da questa cultura, che tende a contaminare a riappropriarsi di qualunque tentativo alternativo.
Mi riesce difficile conciliare questa tua affermazione con altre lette in altre discussioni, evidentemente il tuo pensiero è più ramificato di quanto appaia. Tuttavia, questa cultura "piovra" riesce ad appropriarsi delle esteriorità, non è ancora capace di appropriarsi interamente delle coscienze, seppure probabilmente un giorno ne inventeremo una talmente dettagliata da dargli potere di invasione anche nelle coscienze. Suvvia, gli eskimo hanno prodotto risultati estetici, fermarsi a quel fallimento sarebbe una puerile mancanza di speranza. I narcisi che hanno fondato le comuni non avevano nulla a che fare con la socialità, con una visione sistemica delle istanze culturali, basta prendere la macchina e andare a Calcata per rendersi conto di quali macerie culturali stiano a gozzovigliare tutt'oggi.
#4112
Citazione di: cvc il 24 Febbraio 2017, 22:44:43 PM
Citazione di: InVerno il 24 Febbraio 2017, 15:41:13 PM
Il NYT se non sbaglio ha coniato il termine "nazionalismo civico" per distinguere (intelligentemente) il nazionalismo moderno da quello di inizio novecento. Seppure faccia riferimento spesso e volentieri al vecchio nazionalismo come "radice culturale" la connessione è talmente flebile da apparire involontaria. I programmi dei neonazionalisti hanno pressochè a fare con questioni di ordine pubblico e di polizia, non c'è alcun reale programma di altra natura dietro, tantomeno economica, parossistico sarebbe anche solo immaginare si interessino di scrivere la storia. Sfruttano la mitologia imperialista occidentale, ma non ne sono ne autori (di questo gli va dato atto) ne possibili revisori. Un nazionalismo ridotto all'osso delle sue intenzioni, bastonare l'altro, epurato da tutti quegli orpelli ideologici e rimandi al romano impero che avevano convinto anche pensatori illustri un secolo fa. Gli stessi antinazionalisti di un secolo fa, se citati contro questo nazionalismo, appaiono fuori luogo. A mio avviso l'unica citazione che è rimasta fuori dal tempo è quella di Einstein "il nazionalismo è un disturbo dell'infanzia". Nel senso che è una questione prettamente educativa, che ha a che fare con il nucleo familiare, alcune tradizioni familiari sono rimaste impermeabili all'egalitarismo e hanno continuato a coltivare questa voglia di bastone, per se stessi e per gli altri. E mentre i ragazzi di queste famiglie uscivano e venivano contaminati dall'egalitarismo (che ha ridotto all'osso le pretese della loro ideologia) la voglia di bastone non è mai passata, e non passerà. I leader neonazionalisti fanno appello a queste persone, quelli del "siamo tutti uguali – ma tu una bastonata te la prendi lo stesso". La violenza "politically correct", la prospettiva di "casa mia regole mie" .. e a casa tua "regole mie anche" Come ha dimostrato recentemente LePen, in visita al Mufti del Libano che per protocollo voleva farle mettere il velo. Lei ha rifiutato, ma era lei in visita a "casa" del Mufti, "regole mie a casa mia" evidentemente vale solo per lei. Questo è, contradditori spot pubblicitari che nascondono un semplice bisogno psicologico, quello di violentare l'altro, ma soprattutto essere violentati a propria volta "come faceva papà". Non è un caso che a parte il vuoto pneumatico di Salvini di cui non si conoscono i natali (tiriamo a indovinare?), i leader con una certa possibilità di successo abbiano tutti assaggiato il bastone del padre (nessun doppio senso). LePen in primis, ma Trump pure, si disse del padre "Credo che il vecchio Trump sappia bene quanto odio razziale abbia fomentato in quella lattina di sangue che è il cuore degli uomini ". Se il nazionalismo aveva un ideologia a supporto e per questo era giusto farne un analisi seria e ragionata, il neonazionalismo è l'estrema ratio per comodità di riassunto di un disturbo dell'infanzia perpetrato da tre generazioni di nostalgici, non è nemmeno lecito a mio avviso considerarlo una questione culturale se non per gli effetti emulatori su persone che prima ne erano estranee.
Questo nazionalismo ha l'aggravante di perseverare nell'errore dopo aver visto dove hanno portato le derive nazionaliste del passato. Quando la libertà produce più disordine di quanto se ne riesca a gestire, piuttosto che trovare dei nuovi modi per assimilare la maggiore libertà con gli annessi effetti collaterali, si pensa che la soluzione sia tornare indietro. Ora si avverte bisogno di sicurezza, quindi si pensa che si viva meglio sotto un regime, senza considerare il prezzo che bisogna pagare per quella sicurezza imposta con la forza. Puoi lasciare la bicicletta slegata sotto casa che tanto non te la porta via nessuno, ma non puoi esprimere liberamente la tua opinione. Non a casa chi cerca di conquistare o consolidare il potere sta ingaggiando una guerra selvaggia con l'informazione.
C'è da meravigliarsi di quanto gli antichi greci fossero stati cosi intelligentemente profeti dell'uomo, quando Polibio raccontava del limite delle "tre generazioni" dicendo : "Finché sopravvivono cittadini che hanno sperimentato la tracotanza e la violenza, essi stimano più di ogni altra cosa l'uguaglianza di diritti e la libertà di parola; ma quando subentrano al potere dei giovani e la democrazia viene trasmessa ai figli dei figli di questi, non tenendo più in gran conto, a causa dell'abitudine, l'uguaglianza e la libertà di parola..." ritornano i mostri [nda].
#4113
Percorsi ed Esperienze / Re:Mondi dell'utopia
25 Febbraio 2017, 13:59:12 PM
Mi ricordo quando uscì il libro di Silvano Agosti "Kirghisia" che raccontava appunto di una nazione utopica. Qualche incauto lettore si fece fuorviare dal nome della nazione e dal tono del libro pensando si trattasse di una descrizione di un paese reale, e i commenti su internet partirono a cascata "ma dove sta questo posto partiamo!" poi ad un certo punto arrivò il guastafeste a dirgli che non si trattava di una nazione reale, ma di un utopia. E allora i commenti degli stessi fessi che se l'erano creduta, diventarono tutto ad un tratto venticativi nei confronti di Agosti "ci ha preso in giro!". Con le utopie è sempre cosi, saresti pronto a viverle, se qualcun altro le avesse già costruite per te. Le utopie sono mete, non si raggiungono mai ma il percorso per raggiungerle è veritiero. Persino la democrazia è un utopia, ma morbida, perchè nessun dittatore la costringe in maniera meccanicista. L'eccesso di razionalismo oggi impedisce di sognare, quasi lo vieta. Una delle ultime vere utopie scattò con lo sbarco sulla luna, tutta la cultura occidentale si spremette per inventare il nostro futuro "interplanetario", due decenni di fantascienza ispirano ricercatori e scienziati ma anche persone comuni, per alcuni era nato un "nuovo obbiettivo" Poi ci stufammo, l'asticella era troppo in la. Ma ne valse la pena? Io penso di si, nessuno "vive la giornata" abbiamo bisogno di progetti e di idee da coltivare per non perdere la nostra identità tra i mille bisogni estemporanei.

Non confiderei troppo nelle "rivoluzioni", tendono ad essere etimologicamente fedeli e riportare al punto di partenza dopo poco tempo, i mutamenti veri invece, accadono per necessità. Se si vuole fare una vera rivoluzione, bisorrebbe anche rivoluzionare i termini con i quali i drastici cambiamenti sociali sono accaduti nella storia. Anche per il motivo che dice Donquixote, gli uomini sono prodotti storici solo per chi crede di esserne il dominatore. E bisorrebbe intentare progetti che prevedano e accompagnino le necessità, come unica spinta affidabile. Se si vuole abbattere il capitalismo non basta sparare a Trump, bisogna imparare a fare a meno dei giganteschi ammassi piramidali di potere, e farlo seguendo le mutate necessità umane. Se si vuole cambiare il mondo bisogna cambiare l'ambiente dove vivono le persone. Ha senso pensare a una rivoluzione dei metodi di produzione quando presto le industrie saranno completamemente automatizzate? Non cambieremmo la vita di un singolo individuo.


  • Ripartire dalle identità umane concrete, gli "atomi indivisibili",i nuclei familiari e amicali. Le identità personali non subiranno mai alcuna disgregazione, non si tratta di regioni o nazioni basate su posticcie ideologie e confini arbitrari, si tratta di noi, dei nostri bisogni, nessuno ne può fare a meno, e tanti che vivono nella solitutine ne farebbero volentieri parte.
  • Gli Italiani sono fortunati, gli basta tornare ai vecchi paesini ora abbandonati per scoprire che sono già perfettamente dimensionati e configurati per questo tipo di struttura sociale, è la nostra milllenaria cultura campanilistica, scritta pietra su pietra. La robotizzazione disintegrerà la necessità dei giganteschi agglomerati urbani che rimarranno appannaggio del terziario avanzato o quaternario. Quelli che oggi si ostinano a vivere in città pretendendo che milioni di persone vivano facendo i "creativi" cambiando lavoro ogni giorno saranno presto condannati alla fuga, prima all'estero e poi quando anche li l'automazione sarà completa dove?
  • Fare rete tra gli atomi vicini e distanti, è l'unico modo per creare modelli indipendenti dal capitalismo di stato che beneficia enormemente dell'assenza del mutuo soccorso attraverso decine di intermediari posticci creati ad arte. Una decina di nuclei in rete possono tranquillamente fare a meno di gran parte degli intermediari tipici che rendono il capitalismo cosi attraente.
  • Evitare luddismi assurdi, ci possono tranquillamente essere nuclei in contesti rurali che sviluppano software
  • Ancora di più se questi nuclei sono in rete non su scala territoriale ma globale. Il campanilismo italiano ha un difetto, il vicino di casa ha un bassissimo potenziale di scambio di risorse perchè presumibilmente sfrutta le stesse tue ed è inutile scambiare carote con carote. E' necessario un buon bilanciamento tra contatti locali per il mutuo soccorso e contatti globali per stabilità del nucleo stesso attraverso un reddito commerciale\turistico.

Tutto questo ed altro in una parola si chiama "glocal" anche se evito di usarla perchè ho letto libri orripilanti sul tema. Se la Villa Sariputra di cui sento parlare rispecchia le tue idee, dovresti tentare il più possibile di fare rete con altre identità sociali che ti aggradano e spingere le stesse a fare altrettanto, non aspettare Kirghisia. Fai il deposito, il granaio comune, il monastero buddhista, non ha alcuna importanza, gran parte di queste funzioni a livello più ampio di quello locale saranno automatizzate e rimarranno appannaggio probabilmente di qualche corporazione multinazionale fatta di automi, chissenefrega, cambiato il tessuto sociale le infrastrutture inumane seguiranno i bisogni dei loro padroni umani.
#4114
Citazione di: Fharenight il 23 Febbraio 2017, 14:25:00 PM
Inverno, com'è che non comprendi?
Se sono costretta a cambiare canale e seguire un programma di Mediaset o altro, perché devo pagare la Rai? Dalla Rai mi aspetto una conduzione super partes, o almeno pluralismo, cioè dovrebbe rappresentare non solo comunisti e cattocomunisti, ma pure chi è contro i comunisti e i cattocomunisti... Sapessi quante cose non vengono portate a conoscenza dalle emittenti della dittatura del pensiero unico nel cui calderone bollano sinistroidi e cattocomunisti.
Il servizio pubblico nella teoria (e le utopie anche se irrangiubili, forniscono una meta) dovrebbe essere scevro da interessi politici di qualsiasi sorta. Se non lo è uno si può giustamente lamentare del fatto in se, ma non si ci può aspettare che una qualsiasi forza politica del 3% abbia un canale, lo avrà quando avrà il numero di parlamentari giusto (anche se non credo sia questa la strada maestra, visto che ragioni in questi termini). Poi ripeto, le tasse sono odiose, ma questa si può evitare, basta cacciare la TV nel bidone.
#4115
Il NYT se non sbaglio ha coniato il termine "nazionalismo civico" per distinguere (intelligentemente) il nazionalismo moderno da quello di inizio novecento. Seppure faccia riferimento spesso e volentieri al vecchio nazionalismo come "radice culturale" la connessione è talmente flebile da apparire involontaria. I programmi dei neonazionalisti hanno pressochè a fare con questioni di ordine pubblico e di polizia, non c'è alcun reale programma di altra natura dietro, tantomeno economica, parossistico sarebbe anche solo immaginare si interessino di scrivere la storia. Sfruttano la mitologia imperialista occidentale, ma non ne sono ne autori (di questo gli va dato atto) ne possibili revisori. Un nazionalismo ridotto all'osso delle sue intenzioni, bastonare l'altro, epurato da tutti quegli orpelli ideologici e rimandi al romano impero che avevano convinto anche pensatori illustri un secolo fa. Gli stessi antinazionalisti di un secolo fa, se citati contro questo nazionalismo, appaiono fuori luogo. A mio avviso l'unica citazione che è rimasta fuori dal tempo è quella di Einstein "il nazionalismo è un disturbo dell'infanzia". Nel senso che è una questione prettamente educativa, che ha a che fare con il nucleo familiare, alcune tradizioni familiari sono rimaste impermeabili all'egalitarismo e hanno continuato a coltivare questa voglia di bastone, per se stessi e per gli altri. E mentre i ragazzi di queste famiglie uscivano e venivano contaminati dall'egalitarismo (che ha ridotto all'osso le pretese della loro ideologia) la voglia di bastone non è mai passata, e non passerà. I leader neonazionalisti fanno appello a queste persone, quelli del "siamo tutti uguali – ma tu una bastonata te la prendi lo stesso". La violenza "politically correct", la prospettiva di "casa mia regole mie" .. e a casa tua "regole mie anche" Come ha dimostrato recentemente LePen, in visita al Mufti del Libano che per protocollo voleva farle mettere il velo. Lei ha rifiutato, ma era lei in visita a "casa" del Mufti, "regole mie a casa mia" evidentemente vale solo per lei. Questo è, contradditori spot pubblicitari che nascondono un semplice bisogno psicologico, quello di violentare l'altro, ma soprattutto essere violentati a propria volta "come faceva papà". Non è un caso che a parte il vuoto pneumatico di Salvini di cui non si conoscono i natali (tiriamo a indovinare?), i leader con una certa possibilità di successo abbiano tutti assaggiato il bastone del padre (nessun doppio senso). LePen in primis, ma Trump pure, si disse del padre "Credo che il vecchio Trump sappia bene quanto odio razziale abbia fomentato in quella lattina di sangue che è il cuore degli uomini ". Se il nazionalismo aveva un ideologia a supporto e per questo era giusto farne un analisi seria e ragionata, il neonazionalismo è l'estrema ratio per comodità di riassunto di un disturbo dell'infanzia perpetrato da tre generazioni di nostalgici, non è nemmeno lecito a mio avviso considerarlo una questione culturale se non per gli effetti emulatori su persone che prima ne erano estranee.
#4116
Ma scusa butta la televisione nella spazzatura e manda una lettera dicendo che non ce l'hai.Se non ti piace la programmazione l'unico modo per farlo capire è non pagarli, se non li pagasse nessuno sarebbero costretti a cambiare i palinsesti. Invece si lamentano tutti e pagano, e loro godono. Rai3 la vogliono i comunisti, Rai1 la vuole il papa, che ci possiamo fare? Pagare canale per canale? Davvero?
#4117
Attualità / Re:Migranti
23 Febbraio 2017, 10:02:25 AM
Citazione di: Fharenight il 23 Febbraio 2017, 05:46:43 AMDei nigeriani non ce ne può fregar di meno, noi cittadini non possiamo risolvere il problema dei nigeriani o dei pakistani e del resto del mondo,  è la politica internazionale che ci deve pensare per evitare sofferenze a loro e tutelare noi. Dunque noi cittadini non vogliamo essere invasi, se ciò avviene è solo per mancanza di responsabilità e capacità di chi ci governa che preferisce scaricarne il peso sulla popolazione mentre si abbuffano di soldi estorti con le tasse.
Lo so che non te ne frega niente, ma ho paura che quando 170 milioni di bengalesi a cui avrai "rubato il lavoro" con la robotizzazione, busseranno alla tua porta perchè li hai lasciati in braghe di tela.. rimpiangerai di averli urbanizzati per comprarti 24paia di scarpe, quando loro sopravvivevano con qualche mucca ed erano 140 milioni di meno (1900) e tu avevi 2 scarpe solo. Vuoi prenderli a calci con le scarpe made in bangladesh? E' questo il primato etico occidentale?

"E' la politica internazionale che ci deve tutelare" Lo sai che la "politica internazionale" non è una specie di organismo alieno o una prostituta a chiamata? ma funziona solo se le nazioni cedono sovranità a organi internazionali ? Sei pronta a cedere sovranità prima all'EU e poi a organi ancora più grandi? Ah giusto te sei una nazionalista! E allora non esiste politica internazionale, esistono solo scambi win-win (commercio) ma nessuna relazione lose-lose (migranti), a meno che non paghi, allora di colpo i migranti diventano win-win, ma sei pronta a pagare per 1 miliardo di persone?
#4118
Attualità / Re:Migranti
22 Febbraio 2017, 23:20:01 PM
Fra una decina di anni quando le maggiori multinazionali del mondo avranno riportato la produzione nel vecchio continente robotizzandola, si capirà veramente il significato di "invasione". I numeri di oggi sono ridicoli rispetto a quelli che i modelli più ottimistici danno per probabili nel prossimo ventennio. Poi ovviamente la soluzione c'è: pagare i propri furti di plusvalore. Ad un governo attento al presente e senza alcuna lungimiranza conviene pagare una tantum lager in Libia e in Turchia per detenere i migranti temporaneamente, ma la detenzione non risolve il problema di fondo lo posticipa e affolla le persone sul confine creando ulteriori zone di disgregazione sociale e barbarie. L'unica speranza per fermare i flussi migratori è che prima o poi converrà (perchè non voglio nemmeno immaginare una motivazione più nobile della convenienza per i nostri lungimirantissimi politici) istituire un reddito minimo universale anzichè centinaia di pagamenti una tantum (indirizzati a governi lacchè e corrotti). Quale organo\consesso di stati lo istituirà ? Chiedere ai nazionalisti!
#4119
No la mia non è un interpretazione di liberazione, anzi nego il fatto che sia mai avvenuta una liberazione ma affermo invece che sia preesistente all'apertura di qualsiasi vaso o la raccolta di qualsiasi frutto, fatto che altrimenti non sarebbe mai accaduto, affermo sia connaturata alla nostra esistenza. L'interpretazione a cui aderisco io e che ho già detto è quella degli stati nascenti di Alberoni, l'individuazione dell'anno zero nel mito serve per dare origine ad un identità culturale antagonista dell'ipotetica corruzione (essendo nascente, è riottosa verso l'ordine costituito), serve ad individuare il nemico e l'amico, come dice donquixote a distinguere il bene dal male. Per me si possono citare tutte le mitologie dell'anno zero che si vogliono, ce ne sono a vagoni, sono solo strumenti linguistici per offrire autorità alle proprie idee, e per agire ancora una volta, come giudici universali. Evidententemente anche i più critici, non riescono a sfuggire alla tentazione di sentirsi homo deus, compreso te, perchè è nella tua natura.
#4120
Citazione di: acquario69 il 22 Febbraio 2017, 04:33:14 AM
Sgiombo l'individualismo e' venuto fuori dopo il medioevo e si e' progressivamente radicato,fino ad arrivare ai nostri giorni all'individuo atomo e assoluto.
L'individuo non era e non si sentiva "separato" dai suoi simili o da tutto cio che lo circondava...la sua concezione era di tipo organico e/o olistico.
L'individualismo( non la solitudine o l'esistenzialismo) non è un incidente di percorso, come essere umano hai la possibilità di coltivare relazioni personali significative al massimo con cento-centocinquanta persone, ma più probabilmente le mantieni con un numero molto più basso che corrisponde alla tua cerchia familiare, o ti attieni al galateo di Kant che non voleva ci fossero più di 13 persone a tavola per giusti e ovvi motivi. I miti e le ideologie hanno costruito identità più ampie ma sempre settarie e legate a confini ideologici o nazionali o religiosi. Se oggi le persone non legassero con il "tutto", con il loro "essere tutti umani" non si spiegherebbe come da qualche anno il numero di suicidi ha superato il numero di morti in guerra, e come invece i guerrafondai medievali fossero cosi legati con il tutto da massacrare le persone oltre ad un determinato e arbitriario confine e farne dell'atto in se motivo di gloria e successo. La violenza imperante del mondo premoderno non si sposa esattamente con la visione di "stare tutti sulla stessa barca", e non mi addentro riguardo ai vari "Tutto" trascendentali perchè in ogni caso hanno fallito nel fungere da collante sociale. Se l'unico argomento contro la storia è la supposta capacità di "immedesimarsi nella mente del contadino medievale" e da li trarre conclusioni riguardo il suo individualismo, stiamo freschi?
#4121
Attualità / Re:Migranti
21 Febbraio 2017, 22:16:36 PM
Citazione di: Fharenight il 20 Febbraio 2017, 21:33:00 PMSolo in Gran Bretagna ci sono tanti italiani che vorrebbero tornare in patria ma sono talmente indigenti che non riescono a pagarsi il viaggio di ritorno, non ricordo quale associazione (invece dello Stato)  si occupa di loro allertata dall'ambasciata inglese. Sono verità che vengono mantenute nascoste grazie a quelli che la pensano come te.
Cioè non hanno 30€ per pagarsi un biglietto? Business, mi metto a fare lo scafista di Italiani
#4122
Attualità / Re:Legge anti bufale
21 Febbraio 2017, 22:10:04 PM
Se vuoi facciamo un bel topic di antiamericanismo puro e sfegatato e alla fine ti offro pure una birra, ma sei d'accordo o no del fatto che vi sia una distinzione sostanziale e non solo gergale tra bufala e propaganda?
#4123
Se il mito è rappresentativo dell'umanità e per questo ha un qualche valore assoluto che senso ha limitarlo ad un tempo definito, non c'è motivo di credere che nella contemporaneità le cose possano o debbano andare diversamente, come non lo sono andate ai tempi. Se le Pandora di oggi si troveranno davanti ad un vaso, perchè dovrebbero non aprirlo quando è nella loro natura farlo, furono create per farlo? Esiodo che da buon elleno non si tirava indietro da responsabilizzare i propri dei, non lascia la colpa alla povera e sola Eva, ma tira in ballo come tu ben ricordi i doni di tutti gli dei e in special modo di Ermes, Pandora era destinata e destinati erano altrettanto tutti i suoi figli, non perchè il vaso era stato aperto (una questione teodicea) ma perchè cosi erano stati creati innanzitutto.
#4124
A parte il fatto che io penso che la condanna della donna Eva\Pandora sia solo un elaborazione successiva di un filone mitologico nato in società matrilineari e matriarcali, dove la donna aveva il potere di fare questa decisione (a differenza dell'uomo, che successivamente non si è dato pace). La mitologia in se è abbastanza chiara, Eva coglie il frutto prima che il peccato originale la contamini, Pandora è curiosa ben prima che il vaso si apra. L'uomo era già "macchiato" prima di macchiarsi, altrimenti non avrebbe avuto alcun motivo per commettere il gesto in se. Poco soddisfacente pensare che "solo la donna" fosse impura, il femminino non è alienabile a piacimento, e che la curiosità sia femmina è una questione ridicola. Se poi andiamo a cercare la più plausibile spiegazione storica del mito Adamitico, un tempio a una quindicina di chilometri dalla supposta casa di Abramo, scopriamo infatti che la costruzione del tempio stesso costrinse i cacciatori\raccoglitori a fermarsi in loco per quasi cinque secoli e a "piegare la natura" per sopravvivere sedentariamente. E' nata prima la necessità del tempio nel cuore dell'uomo, o il peccato agricolo che poi verrà maledetto seppellendo il tempio stesso per vergogna? Questo non mi sembra un dilemma alla uovo\gallina, mi sembra chiaro in entrambi i casi. Queste mitologie vengono citate sempre ad evidenziare che "poteva andare diversamente". Ma poteva?
#4125
In linea di massima quello che posso dirti è che la tua idea sta all'interno di un movimento più grande e articolato, che tende a trasformare i freddi prodotti in "esperienze" e che sta sconvolgendo i paradigmi di diversi spazi dell'economia, io stesso ho viaggiato molto per imparare e fare percorsi attraverso alcune di queste realtà e viceversa. Le possibilità che un progetto simile venga trasportato dalla stessa corrente sono elevate, sopratutto se dopo la semplice redazione di contenuti si passerà anche ad una fase di contatto personale (digitale, ma anche il semplice 4 occhi funziona meglio di quanto si creda). Cominciare da soli un progetto simile significa prendersi un grosso rischio economico, purtroppo per la natura enciclopedica del tuo progetto i partner a cui potresti appoggiarti sono relativamente pochi quindi a questo saresti praticamente costretto, ma ne va dell'unicità del progetto. Io fossi in te e avessi una certa disponibilità economica da poter mettere a rischio ci crederei, a patto di avere a fianco persone altamente qualificate.