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Messaggi - InVerno

#4126
Citazione di: maral il 21 Aprile 2017, 17:17:56 PMInverno ha scritto che le unioni hanno un costo di sangue. Ma il costo di sangue l'Europa l'ha pagato,, 
Ai tempi dei sacrifici animali il sangue rimaneva sull'altare per un po di tempo, ma poi la pioggia e le intemperie lo dilavavano ed era necessario farne un altro per macchiare di nuovo la roccia. E' piovuto molto dalla fine della seconda guerra mondiale, le generazioni sporche di sangue sono quasi scomparse e il sangue è rimasto un mero racconto da libro di storia, la tracotanza di quel tempo è un vago sentore. Siamo troppo grassi. Parliamo di crisi, mentre il nostro reddito è superiore al 99% del resto del mondo, dovremmo solo che stare zitti per decenza, ci comportiamo come proprietari di yacht che fanno gare di scorregge. Sono comunque d'accordo con il resto del tuo intervento, perchè lo spirito di esso è quello di accettare una mastodontica sfida sociale prima che economica, ed è uno spirito cosi raro da trovarsi, cosi prezioso, seppellito da montagne di foglietti di carta con stampati ponti che collegano le mani di chi le ha in mano, ma non popoli cosi distanti..
#4127
Intanto l'ISIS ha votato Marine Le Pen, il che dovrebbe farti riconsiderare un minimo la sensatezza delle tue posizioni. Evidentemente la cosidetta "linea dura" e militarista fa più comodo a loro che a noi. Intanto che immaginate fantomatiche invasioni a suon di barconi e kalashnikov, loro non vedono l'ora di attrarre nuovi bombardamenti aerei che distruggano città e ammazzino innocenti, ben conoscendo che nessuna nazione europea ha la possibilità di mettere gli scarponi sul deserto, in modo da rinfoltire le loro schiere di disperati. Farsi prendere in giro da dei mercenari col turbante, solo i "cattivisti" ci riuscirebbero con tanta nonchalance.
#4128
Non entro nella questione Euro\Lira perchè è una diatriba che ho letto cosi tante volte, e cosi profondamente ideologica che mi arreca gravi danni celebrali. Voglio però aggiungere una provocazione, torniamo alla Lira o restiamo nell'Euro, speriamo che in ogni caso si tratti di banconote e non di denaro digitale. Lo dico per sottolineare un semplice dato, da quando il denaro si è trasformato in informazione, la percentuale di insolvenza dei privati (e di riflesso buona parte del cosidetto debito privato) è aumentato esponenzialmente. Si dice che usando la carta di credito le persone siano disposte a pagare fino al 25% in più di quanto farebbero in contanti, e con gli acquisti digitali "one-click" questa percentuale può arrivare anche al 35%, le persone insolvenza nel mondo sono un trend in crescita costante, e per la maggior parte si tratta ancora di generazioni che hanno avuto contatto con il denaro reale e mantengono una certa "sobrietà". Non è dato sapere cosa combineranno le nuove generazioni che non hanno mai visto una banconota e hanno un contatto con il denaro totalmente astratto, e di astrazioni si parla ancora quando si considera l'insolvenza finchè non capita sul serio. Dato che far maneggiare ai bambini denaro nella nostra società è tabù (e per certi versi lo approvo) arrivare all'età della ragione pensando al denaro come mere fiches è esattamente quello che vorrebbe il padrone di un casinò (ora chiamate "banche") ma non un "buon padre di famiglia", (citato simbolicamente come esempio di "buona amministrazione familiare"). Essendo io contrario ad ogni forma di luddismo (che considero semplicemente utopiche) credo che bisorrebbe agire sull'educazione, ma questo sarebbe un topic a parte. Questo è un problema reale, che non necessita l'intervento di esperti economisti ma della cultura umana, e che andrebbe affrontato in maniera esponenzialmente più approfondita. D'altro canto, non solo per migliorare il debito statale è necessario spendere meno, ma anche quello personale, e in una società consumista non esiste assolutamente nessun organo disposto a comunicare questo messaggio, è una lezione che deve arrivare dalle persone reali, e deve essere affrontata più presto, onde evitare di svegliarsi succubi debitori di qualche casinò a sportello.
#4129
Attualità / Re:Che significa "America first"?
19 Aprile 2017, 15:39:27 PM
Sono in disaccordo, innanzitutto con qualsiasi teoria che vede la voglia di farsi comandare come un fenomeno recente se non nelle forme, ma sopratutto sul fatto che questi leader siano in grado di tastare il polso alle persone, tutt'altro (al di la degli strumenti statistici che la tecnologia offre e sono comprensibili anche ad un demente, parlo anche solo di un guizzo di intuito). Prendendo per esempio il caso Trump e uno dei suoi "tormentoni" più famosi, ovvero la questione messicana. Per quanto ne so, la questione non era esattamente sulle prime pagine dei giornali nonostante ci fosse un normale e fisiologico discontento in alcune zone di confine. Ora è tutto un fiorire di analisi costi\bilanci sull'immigrazione messicana, che ben vengano, ma testimoniano come la problematica sia stata ingantita a dismisura dalla campagna elettorale di Trump che voleva differenziarsi tralaltro dagli altri candidati repubblicani che non avevamo (almeno nelle fasi iniziali quando non si era capito il potenziale di Trump) posto molta enfasi su una questione che non pareva stando ai sondaggi cosi drammaticamente sentita e si era spenta dopo il 92 (prima parte di muro made in Clinton). Invece la CNN si è scusata pubblicamente per aver dato troppo spazio mediatico a Trump nelle prime batute delle primarie inseguendo i suoi strafalcioni, prendendosi parzialmente la responsabilità dello "snowball effect" della campagna di Trump. Il tempismo con cui Trump le spara è millimetrico tanto che ormai è facile capire il gioco, il giorno che Trump tweeta che Parigi è la capitale del portogallo, andate a vedere cosa sta firmando nel frattempo...se non è un gioco delle balle questo!
#4130
Attualità / Re:Che significa "America first"?
19 Aprile 2017, 13:42:11 PM
Citazione di: cvc il 19 Aprile 2017, 11:51:13 AMMa, pur non essendone profondo conoscitore, credo esista anche una parte di America sana che lotterà per recuperare il lume della ragione. Sperando che nel frattempo non si scateni una guerra atomica.
L'america "sana" , o per meglio dire l'opposizione, a mio avviso vive in maniera quasi stupefacente gli stessi problemi che l'Italia visse nell'affrontare il fenomeno Berlusconi.Difficoltà di contrastare l'aritmetica delle balle, che raccontate a valanga sfruttano quello che si potrebbe chiamare "effetto Goebbels" riguardo all'efficacia delle bugie ripetute e l'impossibilità di verificarle tutte. Ne deriva un incapacità di tenere una linea politica di reale contrasto, tanto che già i democratici sono piegati a sperare nell'empeachment per le infiltrazioni russe tanto quanto la sinistra Italiana aspettava speranzosa le sentenze. La polarizzazione politica avviene intorno alla persona di Trump anzichè alle vicende politiche, degenerando la precedente frattura sociale (del presidente nero) come in Italia fu mani pulite. Trump dal canto suo , cerca di mantenere lo status di permanente campagna elettorale come da manuale del buon populista. Tante sono le similitudini nella reazione al Trumpismo, molte di più di quante ce ne sono (e sono state vagamente sottolineate) nelle specifiche figure dei due leaders in questione. Ciò che va a vantaggio americano, nel senso che potrebbe accorciorare la loro permanenza in questo stato narcolettico rispetto all'esperienza italiana, sono la questione del controllo dei media e in generale il peso specifico dell'individuo se rapportato all'economia nazionale, che nel caso di B era notevolmente più ampio. Inoltre l'opinione pubblica si destreggia in un onesto e sano esercizio di dialogo nel capire quale sia la migliore strategia di opposizione e sembra aver già digerito alcuni concetti che in Italia si sono capiti decenni dopo.D'altro canto loro sono la patria dello star sistem, se non hanno loro i mezzi culturali per contrastareun fenomeno mediatico, non li ha nessuno.
#4131
Mostrare i denti (ridere) nel mondo animale rappresenta sempre una reazione difensiva.
#4132
Attualità / Re:Che significa "America first"?
19 Aprile 2017, 11:06:27 AM
Un punto che non viene quasi mai dibattuto in Europa e io stesso non ho menzionato ma è ben conosciuto in america è l'influenza della filosofia di Ayn Rand e la corrente oggettivista sul liberismo moderno. Parlando con amici americani della questione, ho avuto nette impressioni sull'influenza di questa scrittrice sulla cultura americana e sulla corrente dei tea party. Ayn Rand sta all'adolescente americano come Nietzsche sta all'adolescente europeo voglioso di "filosofia col martello", salvo che il paragone tra i due pare perlomeno improprio nei contenuti. America first, che potrebbe tranquillamente essere riprodotto in "me first" è anche questo, la degenerazione del partito repubblicano americano, passato dal conservatorismo di illustri presidenti all'egotismo del recentissimo Trump, non una questione sottotraccia tuttavia. E mentre l'imperialismo americano ha subito alti e bassi indipendentemente dal partito alla presidenza, questioni tipiche del conservatorismo sono passate dalla conservazione alla demolizione. In primis la questione ambientale già citata e che rappresenta per noi europei forse il più imminente pericolo. Basti sapere la linea Reagan o Nixon, se non addirittura Bush senior, e confrontarla con la linea Trump per tracciare questa metamorfosi della conservazione, dalla conservazione per principio alla conservazione di se stessi, dalla conservazione del sistema alla conservazione del momento attuale e dei benefit immediati. Come ha recentemente sottolineato in note satiriche Bill Maher, la domanda per il repubblicano medio si è trasformata da una generica domanda di conservazione a "what would a dick do?" ("che cosa farebbe una testa di cazzo?") E qui si ritorna ad Ayn Rand, che pare onestamente ossessionata nel porsi questa domanda e fornire peraltro risposte convincenti nella formazione dei suoi eroi, emerite teste di cazzo alla sempiterna ricerca di mantenere e conservare questo status "alternativo" composto di scelte al limite della sociopatia e l'anafettività, scelte operate "col martello" nel tentativo di divinizzare se stessi, la generica moda di rendersi odiosi e astiosi per rendersi felici e famosi. Da non dimenticare poi l'endorsement di Putin, un altra traccia importante per comprendere come "america first" stia realmente in piedi. Chi segue anche lontanamente la retorica putiniana sa bene che la difesa retorica di Putin davanti ai criticismi sia principalmente puntare il dito contro l'america. Lo scopo principale della retorica di Putin è quello di dimostrare che gli U.S.A. sono uguali se non peggio, per esempio i media russi sono i primi a segnalare eventuali brogli nelle elezioni americane per il semplice scopo di dimostrare che non esiste un "mondo migliore" e che le elezioni per esempio sono "sempre corrotte, anche in America". Putin non poteva trovare miglior alleato per le prossime presidenziali e specialmente per l'elaborazione del motto della prossima campagna elettorale, sdoganato abilmente dall'alleato dalla capigliatura arancione. E questo non solo offre un dejavu di guerra fredda, ma anche e specialmente un esempio di come "America first" potrebbe diventare il primo tassello di un domino di reazione a catena per tantissimi altri stati connessi. Ayn Rand, bisfrattata e poco considerata in Europa, potrebbe in realtà diventare una pensatrice fondante della nuova Europa, basata sull'individualismo sfrenato in un campo già preparato dal neoliberismo. La nota positiva è che solitamente queste società durano molto poco, la nota negativa è come e perchè finiscono.
#4133
Attualità / Re:Che significa "America first"?
16 Aprile 2017, 18:10:31 PM
Poi dal punto di vista sociale la questione è ben testimoniata da Farheneit, pargoli che hanno succhiato e strasucchiato dalla mammella dell'egalitè\fraternitè, e con ancora la bocca sporca di quel latte urlano e schiamazzano per il ritorno di un darwinismo sociale nazionalista. Con l'aggravante americana che questi pargoli sono della rust belt, non solamente una questione di carbone ma una questione di industria pesante, pesante e arruginita. Il paradosso è presto detto, america first vuol dire coccolare la rust belt e puntare su una ripresa immediata e drogata di finanziamenti e manovre ad hoc per preservare posti di lavoro fuori mercato. L'idea malsana è che il riscaldamento globale sia una bufala made in China per rallentare i propri competitors e i Trumpisti sarebbero quei furboni che non se la danno a bere continuando a investire sul carbone della rust belt per mantenersi sul mercato nonostante le "fake news" cinesi. Quando il presupposto politico è cosi gravemente errato, ci si possono solo aspettare conseguenze drammatiche. Quando fra vent'anni l'America sarà un una nazione a carbone,, vedremo quale sarà la soluzione per "america first", di sicuro più il declino americano si approfondità più il grido "america first" diventerà forte e assordante per tutti. L'Europa ha finalmente l'occasione di abbandonare i cugini un po cialtroni d'oltre mare, e farlo prima che scalcino cosi forte da provocare qualche conflitto. I rapporti Tedeschi con Turchia e China sono preziosi più che mai e gli inglesi che si sono schierati con la vecchia colonia avranno le loro gatte da pelare.
#4134
Attualità / Re:Che significa "America first"?
14 Aprile 2017, 21:51:28 PM
L'antiamericanismo, per chiunque non sia americano, penso sia una posizione di partenza.. ma di basso stimolo intellettuale? Suvvia..il primato americano porta con se delle responsabilità e decisioni di grandezza inaudita, spesso la critica puzza di demagogia perchè presenta alternative raffazzonate e improprie se relazionate agli ordini di grandezza in gioco. L'eccezionalismo tipico american giustifica, ma la massima di Biante rimane attuale, la moltitudine licenzia la cattiveria, e la moltitudine qui è rappresetanta dagli alleati. Che significa america first? E' il sintomo di una parabola discendente, a mio sentire, non tanto di un mondo che non accetta più il primato americano, quanto di un mondo che non accetta più primati in generale.
#4135
Citazione di: giona2068 il 13 Aprile 2017, 09:39:07 AM
Citazione di: InVerno il 13 Aprile 2017, 09:01:08 AM
Citazione di: giona2068 il 13 Aprile 2017, 00:04:31 AM
Citazione di: lorenzo il 12 Aprile 2017, 23:47:54 PM
Vabbé.
Buonanotte.
(non occorre che ricopi tutto il messaggio cui vuoi rispondere)


Per essere più chiaro, il cristianesimo non nasce dalla mente dell'uomo, ma dal cuore.
Per questo io mi astengo dal partecipare alle discussioni fatte da menti in piena la cui finalità è sfoggiare la cultura, la maestranza nell'uso della lingua e quant'altro serve a far gonfiare il proprio io.
Se vogliamo esaminarci per scoprire quanto ci interessa il cristianesimo, basta guardare quanto siamo disponibili a metterci in discussione davanti ad un giudice infallibile che si chiama S. Vangelo. Il cristianesimo è rinnegare se stessi per far spazio alla divina sapienza.
Questo non vuol dire che disdegno la cultura teologica, ma quando essa non è accompagnata dalla vera fede che genera il desiderio di trovare una via per cambiare il proprio cuore, la cultura teologica non è solo inutile ma è deleteria perchè fa gonfiare l'io della superbia e dell'orgoglio che distruggono l'uomo.
Non vorrei essere pleonastico ne insinuatorio, ma il cuore è una pompa idraulica, non nasce niente da li, nasce tutto dalla mente.
Ma tu senti!

Il cuore di cui si parla non è il miocardio, ma la sede dei sentimenti e della spiritualità dai quali parte tutto!

Conosci solo la mente che è la sede dell'inganno nel quale vivono gli umani.
Mente viene da mentire!
Come ti pare, in ogni caso "la sede dei sentimenti" è comunque parte della mente
inutile ribadire infantili contrapposizioni "cuore-cervello" come se si trattasse di ragioni antitetiche,
non lo sono, hanno un unica sede fisica e sono originati dagli stessi meccanismi
che poi riusciamo o vogliamo dividerli per facilità di dialogo è tutto un altro discorso
mi accodo a quanto detto dagli altri. Purtroppo questo topic evolve male perchè manca di contradditorio serio.
#4136
Citazione di: giona2068 il 13 Aprile 2017, 00:04:31 AM
Citazione di: lorenzo il 12 Aprile 2017, 23:47:54 PM
Vabbé.
Buonanotte.
(non occorre che ricopi tutto il messaggio cui vuoi rispondere)


Per essere più chiaro, il cristianesimo non nasce dalla mente dell'uomo, ma dal cuore.
Per questo io mi astengo dal partecipare alle discussioni fatte da menti in piena la cui finalità è sfoggiare la cultura, la maestranza nell'uso della lingua e quant'altro serve a far gonfiare il proprio io.
Se vogliamo esaminarci per scoprire quanto ci interessa il cristianesimo, basta guardare quanto siamo disponibili a metterci in discussione davanti ad un giudice infallibile che si chiama S. Vangelo. Il cristianesimo è rinnegare se stessi per far spazio alla divina sapienza.
Questo non vuol dire che disdegno la cultura teologica, ma quando essa non è accompagnata dalla vera fede che genera il desiderio di trovare una via per cambiare il proprio cuore, la cultura teologica non è solo inutile ma è deleteria perchè fa gonfiare l'io della superbia e dell'orgoglio che distruggono l'uomo.
Non vorrei essere pleonastico ne insinuatorio, ma il cuore è una pompa idraulica, non nasce niente da li, nasce tutto dalla mente.
#4137
Citazione di: Fharenight il 11 Aprile 2017, 12:37:52 PM
:)
Oh mamma che papiri con quest'altro!  Myfriend, Amicomio, Dici e ridici e ripeti le stesse frasi in maniera stucchevole.
Mi sembri come il bambino che ha appena scoperto che la vecchia e magica Befana in realtà sono mamma e papà e corre dai suoi amici a rivelarlo tutto soddisfatto credendosi furbo per poi scoprire che i suoi amici lo sapevano già. Cosa credi, che solo tu hai fatto queste osservazioni? E pensi che la fede in generale, e di certi credenti in particolare, possa smontarsi cosí facilmente? Coi toni tra l'altro poco gentili e presuntuosi che utilizzi? Non è con l'aggressività che si trasmette qualcosa che possa entrare nel cuore degli altri, sí, perché ciò che vogliamo comunicare si veicola col pensiero ma si consolida  col cuore. Bisogna saper trasmettere con pacatezza e genuinità anche emozioni e sentimenti per riuscire a far cogliere agli interlocutori l'essenza e l'essenziale.
Per una volta sono d'accordo con Fharenight, o almeno parzialmente. Chi ha a cuore un determinato strato della realtà (quello impropriamente detto "scientifico", ma che in questo caso forse dovrebbe chiamarsi filologico) ha già operato determinate scelte esistenziali e morali. Per tutti gli altri è tempo fondamentalmente perso, innanzitutto perchè la religione in prima istanza è un lessico del proprio costrutto esistenziale. Se uno si abitua a chiamare determinate pulsioni o emozioni utilizzando il lessico religioso, è tempo perso dimostrare che queste entità confliggono nei testi, perchè le vive ogni giorno, basta che attacca la parolina a un emozione. A quel punto vivrà tutti i giorni di questo lessico, lo sentirà vero e suo tutti i giorni, la conflittualità dei testi rimarrà per lui un problema marginale di fronte al contatto quotidiano con quelle parole che sente cosi vere giorno dopo giorno. Quindi il problema sta a monte, prima dei testi.
#4138
Per andalusia mi riferisco alla Al-Andalus, per l'epoca d'oro in particolare il califfato Rashidun e i seguenti Ommayade, per la Turchia di Ataturk fino Erdogan (vedremo il 16 aprile che ci dirà il referendum), etc etc etc. Fondamentalmente peraltro non mi interessa granchè, se anche fosse vera l'incompatibilità tra democrazia e Islam paventata da Sartori, l'assenza di precedenti giustifica la resa dei codardi. E di questo parlo quando parlo di conflitto generazionale. Sono d'accordo quando Sartori afferma che la sinistra ha trivializzato profondamente la questione dell'immigrazione facendone una questione "de core" invece che una sfida estremamente complessa in ogni ambito sociale, forse una delle più difficili e complesse che la cultura occidentale si è trovata ad affrontare in questi termini. Ho anche un pudore, cosi come non chiederei a un novantenne di stare in piedi su autobus, non gli chiederei di farsi carico di sfide che richiedono questo livello di dedizione e coraggio, e non lo chiedo altresi a Sartori che poteva vantare giovani pittrici in camera da letto, ma come natura vuole stava portando le tavole al falegname. So che la disprezzerebbe ma un sentimento di umana e onesta compassione mi pervade quando lo leggo e gli sento dire le stesse cose che dicono quelli che per lui non hanno mai avuto diritto di parola, i "non laureati". Anche Giggino del bar sotto casa mi disse che bisognava silurare i barconi, chissà forse Sartori non sa cosa si è perso a non rivolgergli mai la parola. In ogni caso se esiste una generazione giovane di cultura occidentale, preferirei vederli a testa alta affrontare i problemi che questa sfida propone, non urlare terrorizzati davanti al crollo dei propri valori come perdenti qualsiasi. La "fuga patriottica" è un invenzione del tardo fascismo (tardo finito).
#4139
Citazione di: paul11 il 06 Aprile 2017, 22:11:04 PMPerchè predica la novità del salto oltre il sensibile umano convenzionale della fisica, ma continua a discutere di risvegliati in maniera ancora convenzionale. Gesù è universale non solo terreno. Le regole dettate dal sacro valgono su tutto l'universo.Quindi si tratta di coniugare i concetti razionali che leghino fisica e metafisca,come ha rivoluzionato la scienza fisica, rimettendo in discussione ontologia, epistemologia e fenomenologia.,senza scadere nella new age.

L'unico problema dell'uomo è fisico, ad esempio come fisiciamnte arrivare su Marte. Il nostro metabolismo è "convenzionato" e regolato dalle forze che agiscono sul nostro pianeta.
Un giorno sarà teoricamente possible superare lo spazio/tempo, fare salti,,ma il problema rimarrà fisicometabolico..
La nostra pressione sanguigna, i battiti cardiaci, tutto è regolato da millenni di adattamento.
L'universo ha molta più fantasia di darci qualche problema metabolico, esistono luoghi dove non solo la materia scompare ma anche l'informazione, e nemmeno le regole dettate dal sacro possono andarvi oltre.
Poi perchè dovrebbe lui coniugare tutti questi concetti e ambiti con la sua fede quando nessun altra fede si preoccupa neanche minimamente di ciò. Eccesso di zelo?
#4140
Citazione di: altamarea il 06 Aprile 2017, 21:38:36 PM
baylham ha scritto:
CitazioneSe oggi il mondo è un villaggio allora il concetto di cultura, i problemi e le soluzioni vanno adeguati a questa nuova dimensione.
Ti sembra che sia facile per un convinto islamico adeguarsi al sistema democratico occidentale ?
Mi sembra che Sartori conosce sicuramente della Tunisia, del Libano, della quasi recente Turchia, dell'Indonesia, della Malesia, dell'antica Andalusia, dei califfati dell'epoca d'oro. Conosce certamente esempi di convivenza tra forme democratiche ed Islam. Sa anche sicuramente che la stessa se non più forte settarietà è presente anche negli Ebrei, Sartori sa anche che i subsahariani immigrati sono perlopiù cattolici, sa sicuramente anche che non esiste lo "stadio di guerra" ma lo "stato di guerra" previa dichiarazione di guerra con annessi e connessi, Sartori sa tante cose, ma preferisce dedicarsi ad anatemi. Il che è buono, perchè spiega il vero conflitto nascente in Europa, quello generazionale.