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Messaggi - InVerno

#4171
Attualità / Re:Tutti in pannolino!
25 Marzo 2017, 20:37:11 PM
Citazione di: Duc in altum! il 25 Marzo 2017, 12:36:45 PM
Quindi se essere omosessuale va tutelato, bisognerebbe tutelare anche la debolezza di essere poligamo o tossicodipendente, giacché, come tu ben dici, non è stato scoperto ancora un cromosoma di genere omosex, quindi, piaccia o meno, essere omosessuale è una scelta (che per me va più che rispettata), un desiderio, è non un obbligo ontologico, così come quello del poligamo o del drogato. Quindi che facciamo a  chi si e a chi no?!?!
Scelta? E come mai non riescono a "scegliere di tornare indietro"? Come mai quasi tutte le specie animali hanno una percentuale di individui omosessuali, che fanno anche i cani "scelgono"? Tu butti semplicemente nella stessa barca i comportamenti che trovi reprobi, ma che non hanno alcun collegamento tra di essi. Peraltro sarebbe interessante sapere cosa ci sarebbe di male nella poligamia (consenziente) tale da renderla questo esempio provocatorio cosi destabilizzante.
#4172
Scienza e Tecnologia / Re:Legalità e dinamite
24 Marzo 2017, 11:22:59 AM
Citazione di: baylham il 24 Marzo 2017, 09:58:42 AM
Dunque la mia risposta è che non c'è possibilità di controllo: maggiori saranno gli sforzi di controllo, maggiore sarà l'imprevedibilità del processo. Oltretutto si pone il problema di chi controlla i controllori.
Ma il controllo si esprime in diverse forme, da una parte esiste il divieto, da una parte la regolamentazione, il primo ha un sapore etico, il secondo materialistico.
E' una questione storica di cui in Italia si vedono ancora gli strascichi di lotte antichissime (prostituzione, droghe etc) e finchè è arginata ad argomenti marginali
la sua importanza è relativa. Il fatto è che nonostante non mi sia dilungato attraverso decine di esempi, questo tipo di processo sta accadendo praticamente in ogni campo
dell'ingegno umano e della tecnica. La legge agisce attraverso forme prescritte, ma esse possono essere facilmente aggirate (e noi italiani ne siamo maestri).
E' ovvio che produrre dinamite è vietato, ma non comprarne i materiali. E' ovvio che possedere armi non denunciate è vietato, ma non comprarsi una stampante 3d.
La difficoltà  diventa quella di regolamentare il processo produttivo di piccoli ambienti, che sono tuttavia piccoli solamente nel caso in cui non facciano rete.
Non mi meraviglierei se questi biologi da garage comunicassero, facessero rete, investissero in maniera diversificata per i loro laboratori, condividessero. Cento garage
in rete, probabilmente valgono quanto un grande laboratorio. La nota positiva forse sta nel fatto che è vero che senza l'istituzione manca la coercizione legale, ma senza la legge
la consociazione umana è estremamente complessa da gestire e quindi ha limiti "tecnici" e sociali intrinsechi agli esseri umani. Sempre che anche questi non possano essere superati.
#4173
Attualità / Re:Tutti in pannolino!
24 Marzo 2017, 09:30:54 AM
Citazione di: Fharenight il 24 Marzo 2017, 00:14:59 AM
Caro Eutidemo, temo che invece stiamo parlando della stessa cosa ma che tu voglia interpretarla secondo l'ideologia di moda attualmente e secondo la lobby gay. Di fatti nel mio intervento avevo specificato che: dato il fatto che non si può definire esattamente cos'è l'omofobia, ma che la legge probabilmente andrà ugualmente in porto, resta vaga l'idea su che cosa si potrebbe essere accusati in riferimento all'omofobia (il termine è ambiguo ed è un vocabolo nuovo fatto apposta per tarpare le ali a chi voglia pensare e mettere in discussione o rifiutare determinate teorie) poi, a denuncia avvenuta, spetterebbe al giudice interpretare e decidere se si tratta di reato o meno. E questo è tipico dei sistemi totalitari.
E l'imbecillità prettamente occidentale attuale non voglia che si dovesse intraprendere una simile decisione anche per quanto riguarda l'altra parolina inventata e tanto di moda: "islamofobia", perché spianeremmo completamente la strada all'applicazione di diritto della sharia.

Guarda che il delirio (mania) di persecuzione è una patologia seria, tutte queste entità che trasformano il costrutto del tuo mondo in un ambiente ostile e vogliono minare la tua integrità personale hanno un nome, e possono alla lunga indurre alla schizofrenia. Cerca di aiutarti prima di vedere la lobby gay dietro la porta del bagno e gli islamici nella dispensa..
#4174
Secondo me il problema non è tanto il viaggio intorno al mondo, di per se potresti farlo in una 30ore chiuso nella fusoliera di un areo, quanto invece a quanto ti dedicherai al viaggio, quanto tempo avrai, e la tua capacità di adattarti ai contesti, che cosa cerchi.. dettagli che non hai fornito. Secondo me o hai il tempo di prenderti, sei capace di magari scavicchiarla con qualche lavoretto sul posto, essere adattabile con il sonno etc. Un percorso cosi, si trasforma in un tour de force voyeuristico se non hai la capacità\possibilità di fermarti. Già è un viaggio che va estremamente pianificato, se poi si trasforma in una vera e propria corsa a "vedere cose" e rispettare prenotazioni io non ne capisco molto il senso. E' un impresa che potrai vantare con te stesso e gli amici, ma non avrai visto granchè del mondo. Perchè paradossalmente quando si parla di giro del mondo si ci mette in testa che la priorità è completarlo, si ci fa prendere dalla frenesia delle tappe. Io al contrario, sarei contento di riuscire a fermarmi in un posto il più possibile prima di partire, se mi piace. Ovviamente qui si parla di disponibilità di tempo e soldi, e il livello medio a cui sei abituato\disposto a viaggiare.
#4175
Scienza e Tecnologia / Legalità e dinamite
23 Marzo 2017, 08:51:36 AM
Mi è capitato recentemente per le mani un documento riguardo il cosidetto "biohackering" che verrà trasmesso sul primo canale dello zar (non stanno a chiedersi come sono le donne dell'ovest). Conoscevo questa questione solo per sentito dire, in pratica si tratta della cosidetta "biologia fai-da-te" dove singoli individui o piccoli gruppi mettono su piccoli laboratori privati e clandestini per tentare esperimenti di varia natura, siano essi genetici o di robotica, nel 2015 Wired scriveva "è l'inizio dell'era della biologia da garage, sei pronto a comprare un laboratorio su ebay?". Ora al di la della cultura "futurista" che fa da spinta a questi progetti (che in realtà è il fulcro della discussione) è ovvio che questi laboratori sono completamente clandestini e non rispondono a nessuna legge-regolamento, per via del fatto che i mezzi per poterli installare sono scesi drasticamente. A questo punto mi è venuto in mente quell'altro documento abbastanza famoso, che metteva in luce la questione delle stampanti 3d e la costruzione di armi "in garage", incredibilmente difficile da regolamentare e tutt'ora non regolamentata. La domanda è: lo strumento repressivo, la legge, può realisticamente arginare determinati comportamenti, quando la possibilità di attuarli diventa cosi diffusa e di facile accesso? Oppure siamo arrivati al punto dove non esiste scelta se non quella di lavorare sulla prevenzione (cultura) anzichè sulla repressione? Il magma culturale di questi biohackers e il codice etico multiforme che ne deriva , è sufficiente a garantire che non combinino errori assurdi nei loro piccoli laboratori? (non parlo di un Frankeinstein, ma sappiamo bene quanto gli equilibri biologici che ci circondano siano labili e delicati). Mi è venuto in mente il mio amico che ogni tanto produce dinamite (per far saltare rocche nelle strade nei boschi, non è un terrorista). Effettivamente il materiale necessario per fare un candelotto è di facilissimo accesso, lui solamente si fida della sua capacità di farlo e poi avere il tempo di scappare, eppure chiunque potrebbe farsi un tubetto di polvere nera e fare un disastro, ma effettivamente la prevenzione culturale "funziona". Ma è davvero realisticamente applicabile anche al resto? Ho paura che sia una discussione che ha come argomento di sfondo la fiducia nell'uomo e la sua naturale bontà o cattiveria, ma forse è anche più interessante di cosi.
#4176
Attualità / Re:IL PROBLEMA OCCUPAZIONALE
22 Marzo 2017, 21:26:55 PM
Citazione di: paul11 il 21 Marzo 2017, 22:22:56 PM
Green,
Gli USA sono nella parabola discendente del loro impero, e lo sanno. Sono sulla difensiva quando attaccano .
Hanno ancora il potere tecnologico militare, stanno perdendo a favroe di Cina India, Brasile,Russia, quote sul PIL mondiale, globale, ma hanno ancora un fortissimo asso nella manica ; le quotazioni mondiali delle materie prime ed energetiche sono in dollari. Significa che la banca centrale USA, la Federal Reserve, può lavorare sul tasso di sconto ( il costo del denaro). Questa leva nelle banche centrali permette di togliere o immettere liquidità monetaria sul mercato agendo sul mercato interbancario e sui prestiti ai privati e imprese.
Gli USA sono falsamente liberisti, sono sempre stati protettivi.Lo fecero con le auto giapponesi, lo fanno con le sement(Monsanto)i, lo fecero con la coltivazione della soia.Loro esportano sui mercati grazie al cappio dei prestiti finanziari (leggesi piano Marshal italino del dopoguerra).Danno protezione militare e in cambio impongono il loro mercato.Da sempre dalla crisi del Ventennio risolto con Keynes, che portò in crisi l'Europa, leggesi la crisi della repubblica di Weimar che spianò la strada ad Hitler, la bolla informatica, la bolla dei titoli spazzatura, nata da faciloni prestiti sui mutui immobiliari. Ricordiamoci che noi abbiamo l'inflazione importata sempre per opera della valuta USA sul petrolio.
Quindi gli USa hanno un loro metodo strategico di gestione del mercato grazie ancje all loro moneta che è la valuta internazionale.
E' vero, le politiche USA sono sempre espansive, quelle europee sono sempre restrittive, ma proprio grazie al dollaro anzi esposto. Gli USA puntano sui fatturati delle imprese che muovono l'economia a costo di sobbarcarsi inflazione, in Europa si teme l'inflazione, ma cìè un prpblema politico-istituzionale in Europa. Questo problema sta nei circa trenta Stati che sono nell'Unione Europea di avere sistemi istituzionali fra loro non omogenei.
Questo è il motivo per cui l'Europa vuole agire sul piano delle riforme bancarie/finanziarie/, sulle riforme pensionistiche e del lavoro (compresa la contrattazione nazionale e aziendale dei sindacati), sulle riforme fiscali, sulle riforme costituzionali. Fin quando ci saranno sbilanciamenti sul piano istituzionale i capitali europei e gli investimenti si muoveranno in maniera anomala e disomogenea all'interno della UE
Così come esistono standard internazionali, industriali, certificazioni ISO ecc, la UE vuole arrivare a degli standard istituzionali .

L'eccezionalismo americano si innesta in un quadro di subalternità culturale, siamo noi a ripetergli che sono eccezionali, e grazie a questo stato di grazia possono permettersi il protezionismo più becero spacciandolo per liberismo. Tuttavia le pulsioni antiamericaniste si sono sempre presentate in maniera raffazzonata, anche oggi i cosidetti "Putinisti" riescono a essere più patetici delle controparti. Se l'Europa volesse avere un peso dovrebbe sviluppare una propria cultura, ma questo è un percorso eccezionalmente lungo rispetto ai tempi economici, prima che gli embrioni della generazione Erasmus saranno sbocciati è più probabile che le spinte nazionalistiche avranno demolito il tutto. Per unirsi è necessario fare rinuncie. Qualcuno è pronto a rinunciare alla propria lingua? Come si può pensare ad un unione politica dove un eventuale arringatore delle masse dovrebbe parlare 14 lingue diverse? E cosi via discorrendo, con rinuncie sempre più forti, dai confini nazionali all'esercito. Questa è la via, non la sega mentale della moneta unica. Ma non piace, e allora seguiremo il modello tedesco, da sempre banderuola al vento della guerra tra blocchi (ma per loro entusiasmo, bassa inflazione). A Gorbaciov venne promesso che la Nato non avrebbe mosso un passo oltre la germania Est se avesse acconsentito all'unificazione, oggi la Nato sta in Ucraina. Qualche "europeo" potrebbe prendere posizione, se non aderisse al modello morale tedesco, invece siamo sempre li, conniventi e compiaciuti, colonizzati. Solo un illuso può credere che da una situazione politica cosi supina possa nascere una fiorente economia.
#4177
Ho paura che tuo marito non approvi completamente perchè sa che la questione non è tanto legata all'imene quanto a strane immagini che capitano in testa a lui mentre ti pensa con degli altri (ma di questo dovresti ovviamente chiedere conferma) e che non saranno placate da questo "revival" che hai in mente, probabile non voglia mentirti dicendo che "ha funzionato" come tu speri mentre in realtà per lui il problema resta, ovvero non sei di suo possesso esclusivo e le sue fantasie saranno comunque invase da elementi estranei perchè la storia non si cancella. Se lo fai per te stessa e per te ha un significato, fallo. Se lo fai per lui, io ho questo sospetto ma dovresti chiedere ovviamente conferma a lui. Non so che altro possa dirti, se non che a mio avviso tutto il male non vien per nuocere, il fatto che non si possa recuperare in qualche modo la tua verginità (realmente) e non si possa sfogare la sua voglia di possesso esclusivo,è una situazione che se ben gestita, non può che essere un elemento mitigatore e benefico nel rapporto. Ma questo è più che altro un mio giudizio personale riguardo a certe "pulsioni" maschili che richiedono l'eslusività totale del partner. Tutto soggettivo ovviamente.
#4178
Attualità / Re:Eutanasia e D.A.T.
12 Marzo 2017, 22:44:27 PM
Citazione di: Eutidemo il 12 Marzo 2017, 15:49:42 PM
In ogni caso, con un'iniezione di Nembutal, si evita anche il rischio di cadere in testa a qualcuno gettandosi da soli dalla finestra (come talvolta è accaduto), ovvero di causare un incidente stradale o ferroviario (come pure è accaduto).

O di trovarsi un appartamento riempito di gas pronto ad esplodere, come è accaduto al sottoscritto che ha avuto la fortuna di sentirne la puzza nel vano scale e chiamare i pompieri prima che saltasse l'intero palazzo.. In ogni caso questo liet motiv della fuga dalle proprie responsabilità è infantile quanto triste, posto che una legge di uno stato di diritto non dovrebbe essere nemmeno scalfita da argomentazioni simili, le sole opinioni umane che le propugnano hanno un soffocante lezzo di machismo internettiano, sembra quasi di vedere il duce sciare a petto nudo. Con quale sicurezza e arroganza si vocifera e giudica su argomenti cosi personali rimane fuori dalla mia comprensione tanto quanto la scelta del suicidio. Questo sarebbe il vantaggio di riconoscere il suicidio come libertà personale, evitare perlomeno il coro di oche starnazzanti delle vicine di case, l'infame ritornello degli sciatori a petto nudo e gli sproloqui vari. Possiamo comunicare con gli altri, questo non significa che possiamo capirli, e questo rende ardimentoso giudicarli, e questo provoca un limite, che andrebbe rispettato, perlomeno per buon gusto.
#4179
Attualità / Re:IL PROBLEMA OCCUPAZIONALE
08 Marzo 2017, 22:56:21 PM
Citazione di: paul11 il 08 Marzo 2017, 18:14:21 PM
Citazione di: Eretiko il 08 Marzo 2017, 15:46:25 PM
Citazione di: paul11 il 08 Marzo 2017, 15:04:13 PMForse non è chiaro un concetto dentro l'area euro. Se un paese andava male, cresceva il debito pubblico ,ma aumentando la svalutazione la sua merce ridiventava competitiva, per cui il ciclo si chiudeva con maggiori flussi di valore aggiunto per fatturati, aumento del PIL e diminuzione del debito pubblico, e così via. Ma il Paese era sovrano con la sua moneta. Il vincolo europeo non permette nessuna uscita dalla logica interna, per cui l'euro forte fa diventare competitivo chi lo è già e uccide chi ha problemi strutturali. Forse è questo che ancora non riuscite a capire.
Nel 2016 il sistema Italia ha beneficiato di un surplus commerciale di più di 50 miliardi (differenza tra esportazioni ed importazioni), il valore in assoluto più alto dal 1991, da quando cioè l'Istat ha iniziato le serie storiche su tale parametro. Inoltre il nostro surplus commerciale è positivo anche nei confronti dell'odiata Germania, è il terzo nell'Eurozona e l'ottavo nei primi 20 paesi: quindi il nostro export funziona (benissimo nei settori agroalimentare, biochimica, meccanica di precisione, macchine utensili) pur essendo zavorrato dall'import energetico (altrimenti il surplus sarebbe di quasi 80 miliardi). Ora dimmi se sei ancora convinto che il nostro comparto produttivo è penalizzato dall'euro: possiamo essere competitivi anche con la moneta forte, senza ricorrere ai cambi flessibili, ma cambiando il nostro modo di produrre. In ogni caso dubito che il tradizionale produttore di mobili, o di scarpe, o di borse (che non abbia puntato sulla qualità) possa competere con i cinesi anche in presenza di un forte flessibilità monetaria: è un partita persa in ogni caso (competere a quel livello significa comprimere ulteriormente i salari e l'occupazione). Invece io ho l'impressione che dietro a questa voglia di tornare alla moneta nazionale si nasconde la solita mentalità da furbacchioni: giocare sulle valutazioni/svalutazioni e su un'ampia variabilità dell'inflazione per ottenere il solito traguardo di un tasso reale di interesse praticamente nullo per continuare ad indebitarsi all'infinito, spalmando i costi sui cittadini.

Adesso seguiamo pure il tuo ragionamento che vuol dire semplicemente che per  nostra fortuna ci sono ancora aziende sane.
Ma sappi che questo surplus è da anni che c'è anche in periodo a sviluppo ,PIL, negativo.
Doamndiamoci   DOVE queste aziende producono.
Domandiamoci  quale rapporto ha con la forza lavoro totale in Italia che è uguale da anni  .mentre il tasso di disoccupazione è in continua crescita.

Ok teniamoci l'euro e vedremo come andrà a finire con l'attuale situazione di vincolo, dove i contabili FMI e i commissari europei un giorno sì e un giorno no ci dicono di rientrare nella tolleranza percentuale del debito rispetto al pil,ma allora chiediti come mai l'occupazione non c'è. e  molti stanno emigrando:siamo al punto di partenza.
Ma poi la riforma delle pensioni e il job act chi l'ha pagato i benestanti redditieri? Chi voleva la riforma sul Senato, chi ha deciso che i buchi bancari dovessero essere pagati dai popoli nazionali ?
Francamente non sapevo che il potere europeo attuale  fosse benefattore nei nostri confronti,speriamo che continuino così.......
L'euro è un problema, o meglio la sua gestione, ma non è l'unico. Chiedi alla Germania se è un problema. "Eh ma loro sono i tedeschi" , già.. e chi erano vent'anni fa? Un paese sconquassato, poteva tranquillamente essere l'Italia in asse alla Francia al loro posto, se avessimo avuto dei politici. Qualsiasi moneta non potrà mai sostituire la lungimiranza politica, i governicchi che in Italia tirano a campare dalla ricostruizione in poi sono sciagure incomparabili a qualsiasi flessione monetaria, hanno ridotto la politica a puro clienteralismo a rinnovo annuale. E' circa vent'anni che si conoscono i 3 settori fondamentali su cui investe un paese vocato alla crescita e di successo a) Educazione B) Sanità C) Ricerca (guardacaso la robotizzazione ha poco a che fare con tutti e 3). Da anni si susseguono governi che non fanno altro che tagliare su questi tre fronti (Cultura probabiblmente sarebbe il 4) e quei pochi politicanti che si interessano di clientele del ceto medio vaneggiano di ripresa industriale e, come fai tu, di autarchia. Non c'è rimasta una sola istanza di sanità in questo paese, una sola forza politica i cui principi abbiano uno scopo al di la della prossima tornata elettorale, ci siamo "ubriacati di Democrazia" come diceva Platone, come fanno quelli che non bevono mai e poi per una serata pazza ordinano tutto il bancone. Nella classifica dei problemi Italiani l'euro è abbastanza basso, perchè i primi dieci posti sono occupati saldamente dagli Italiani stessi che non vogliono guardarsi allo specchio.
#4180
Attualità / Re:Migranti
04 Marzo 2017, 08:53:16 AM
Per chi volesse approfondire la questione delle migrazioni in termini un po meno recenti, un po più umani, e anche più grafici
Mi permetto di consigliare l'opera decennale del grandissimo fotografo Sebastiao Salgado "Exodus"
Nella speranza che almeno il contatto visivo faccia sbocciare un po di umanità anche nei più reconditi anfratti
#4181
Partendo dalla personale convinzione (che applico a me stesso e nessun altro) che la vita sia degna d'essere vissuta fino all'ultimo respiro e che l'istinto di sopravvivenza vada coltivato fino a boccheggiare nel fango, non vedo come si possa giudicare le scelte d'altri, ne come eroi ne come vigliacchi (strano vie di mezzo non siano comparse?, tipica reazione scaccia-demoni interiori). Quando ero piccolo al mio vicino di casa, nonno di un bimbo tetraplegico, fu diagnosticato il cancro. Decise di buttarsi dal terrazzo portando con se il nipote. Rimasero entrambi vivi. A parte un accusa di omicidio lo stato non si curò di questa persona, che poco dopo decise di farla finita tramite un intruglio di saponi e benzene. Il nipote morì dopo poco per altri motivi. La famiglia incontrò diverse traversie dopo questo accaduto, tra le quali un incidente in auto molto sospetto della figlia del nonno e madre del bimbo, che a molti parve suicidio. Se lo stato non ha alcun interesse a curare le circostanze, i contesti, le persone, eviti di rompere le palle quando le persone si decidono nell'atto estremo. Il suicidio non è l'atto di un momento, è un percorso di vita, lo stato che si interessa solamente dell'ultimo atto è evidentemente portato dalla stessa logica religiosa ed etica che non ha alcun posto in uno stato di diritto.
#4182
Citazione di: altamarea il 26 Febbraio 2017, 17:42:36 PM
Paul ha scritto:
CitazioneLa democrazia è una forma della politica,ma non è detto che sia la migliore in assoluto e in qualunque tempo.
Non esite una politica, o meglio un esercizio della politica giusta o  sbagliata per tutti, per cui chi esercita il governo sa che il compromesso è per il suo potere e i voti che riceve in cambio.

Lo storico Emilio Gentile nel suo recente libro titolato: "In democrazia il popolo è sempre sovrano (Falso !)", edit. Laterza, parla della crisi della democrazia e del popolo sovrano, in un momento in cui le democrazie attuali mostrano di soffrire di un grave malessere che sta mutando la democrazia rappresentativa in democrazia recitativa, dove al popolo sovrano  è assegnata solo la parte di comparsa nel momento delle elezioni.

Le interminabili lotte che l'umanità ha ingaggiato pro e contro di essa, pro o contro le ipocrisie che accompagnano la proclamazione dei suoi valori e principi, ormai condivisi.

Secondo Gentile, sovranità popolare e democrazia sembrano (e dovrebbero essere) sinonimi, ma di fatto sono in eterna tensione tra loro, fino al punto da farci sospettare che in democrazia  -nonostante le proclamazioni di principio cui è impossibile sottrarsi-  il popolo non è mai detto sovrano. Al popolo sovrano si appellano anche i peggiori dittatori o demagoghi, quando in una nazione c'è delusione, disaffezione, sfiducia del popolo sovrano nei confronti dei governanti, delle istituzioni democratiche, dei partiti.

I caratteri fondamentali dei regimi democratici sono le elezioni, il regime  rappresentativo, la lotta fra i partiti e la possibilità del cambiamento pacifico del governo.

Thomas Jefferson, uno dei padri fondatori" degli Stati Uniti d'America, nel contempo realista e radicale, scrisse che "una rivoluzione ogni venti anni avrebbe giovato alla salute della repubblica, mantenendo vivo e vigoroso nel popolo lo spirito della libertà, perché l'apatia del popolo  sarebbe stata la morte della repubblica". Al tempo stesso egli consigliava al popolo la cautela: "Certamente, prudenza vorrà che i governi di antica data non siano cambiati per ragioni futili e peregrine; e in conseguenza l'esperienza di sempre ha dimostrato che gli uomini sono disposti a sopportare gli effetti d'un malgoverno finché siano sopportabili, piuttosto che farsi giustizia abolendo le forme cui sono abituati. Ma quando una lunga serie di abusi e di malversazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all'assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l'avvenire".
Democrazia e sovranità popolare non sono sinonimi, tralaltro vi sono parecchie declinazioni della democrazia, terminologie atte a descrivere invece che parlare di "strane tensioni", l'ocloclazia descritta da Polibio per esempio, ma altre ancora.
Non è Jefferson, è la dichiarazione d'indipendenza Americana di cui Jefferson è un firmatario. Non è per essere puntigliosi o saputelli, è che contestualizzando si capisce meglio, è l'atto fondativo di uno stato nascente che si affrancava dalle catene coloniali. Un passo tralaltro drammaticamente bello e poetico ma che tradotto in italiano rende davvero poco (o è tradotto male), peccato. Jefferson in effetti è esattamente il tipo di personaggio di cui parla cvc , che citando Fromm "un rivoluzionario di successo è un uomo di stato, uno di insuccesso un criminale". Jefferson volle continuare a cavalvare questa sottile linea fino alla fine non perorando la causa antischiavista.
#4183
Percorsi ed Esperienze / Re:Mondi dell'utopia
26 Febbraio 2017, 15:12:26 PM
Citazione di: paul11 il 26 Febbraio 2017, 00:21:25 AM
Io sono rimasto alla domanda del ragazzo anarchico utopista di allora: perchè l'umanità non riesce a vivere in pace e felice. E più vedo tecnologia e più ne vedo possibilità. Oggi le infrastrutture tecnologiche permettono scambi di dati, economici, è possibile fare "sistema".Il difficile è uscire da questa cultura, che tende a contaminare a riappropriarsi di qualunque tentativo alternativo.
Mi riesce difficile conciliare questa tua affermazione con altre lette in altre discussioni, evidentemente il tuo pensiero è più ramificato di quanto appaia. Tuttavia, questa cultura "piovra" riesce ad appropriarsi delle esteriorità, non è ancora capace di appropriarsi interamente delle coscienze, seppure probabilmente un giorno ne inventeremo una talmente dettagliata da dargli potere di invasione anche nelle coscienze. Suvvia, gli eskimo hanno prodotto risultati estetici, fermarsi a quel fallimento sarebbe una puerile mancanza di speranza. I narcisi che hanno fondato le comuni non avevano nulla a che fare con la socialità, con una visione sistemica delle istanze culturali, basta prendere la macchina e andare a Calcata per rendersi conto di quali macerie culturali stiano a gozzovigliare tutt'oggi.
#4184
Citazione di: cvc il 24 Febbraio 2017, 22:44:43 PM
Citazione di: InVerno il 24 Febbraio 2017, 15:41:13 PM
Il NYT se non sbaglio ha coniato il termine "nazionalismo civico" per distinguere (intelligentemente) il nazionalismo moderno da quello di inizio novecento. Seppure faccia riferimento spesso e volentieri al vecchio nazionalismo come "radice culturale" la connessione è talmente flebile da apparire involontaria. I programmi dei neonazionalisti hanno pressochè a fare con questioni di ordine pubblico e di polizia, non c'è alcun reale programma di altra natura dietro, tantomeno economica, parossistico sarebbe anche solo immaginare si interessino di scrivere la storia. Sfruttano la mitologia imperialista occidentale, ma non ne sono ne autori (di questo gli va dato atto) ne possibili revisori. Un nazionalismo ridotto all'osso delle sue intenzioni, bastonare l'altro, epurato da tutti quegli orpelli ideologici e rimandi al romano impero che avevano convinto anche pensatori illustri un secolo fa. Gli stessi antinazionalisti di un secolo fa, se citati contro questo nazionalismo, appaiono fuori luogo. A mio avviso l'unica citazione che è rimasta fuori dal tempo è quella di Einstein "il nazionalismo è un disturbo dell'infanzia". Nel senso che è una questione prettamente educativa, che ha a che fare con il nucleo familiare, alcune tradizioni familiari sono rimaste impermeabili all'egalitarismo e hanno continuato a coltivare questa voglia di bastone, per se stessi e per gli altri. E mentre i ragazzi di queste famiglie uscivano e venivano contaminati dall'egalitarismo (che ha ridotto all'osso le pretese della loro ideologia) la voglia di bastone non è mai passata, e non passerà. I leader neonazionalisti fanno appello a queste persone, quelli del "siamo tutti uguali – ma tu una bastonata te la prendi lo stesso". La violenza "politically correct", la prospettiva di "casa mia regole mie" .. e a casa tua "regole mie anche" Come ha dimostrato recentemente LePen, in visita al Mufti del Libano che per protocollo voleva farle mettere il velo. Lei ha rifiutato, ma era lei in visita a "casa" del Mufti, "regole mie a casa mia" evidentemente vale solo per lei. Questo è, contradditori spot pubblicitari che nascondono un semplice bisogno psicologico, quello di violentare l'altro, ma soprattutto essere violentati a propria volta "come faceva papà". Non è un caso che a parte il vuoto pneumatico di Salvini di cui non si conoscono i natali (tiriamo a indovinare?), i leader con una certa possibilità di successo abbiano tutti assaggiato il bastone del padre (nessun doppio senso). LePen in primis, ma Trump pure, si disse del padre "Credo che il vecchio Trump sappia bene quanto odio razziale abbia fomentato in quella lattina di sangue che è il cuore degli uomini ". Se il nazionalismo aveva un ideologia a supporto e per questo era giusto farne un analisi seria e ragionata, il neonazionalismo è l'estrema ratio per comodità di riassunto di un disturbo dell'infanzia perpetrato da tre generazioni di nostalgici, non è nemmeno lecito a mio avviso considerarlo una questione culturale se non per gli effetti emulatori su persone che prima ne erano estranee.
Questo nazionalismo ha l'aggravante di perseverare nell'errore dopo aver visto dove hanno portato le derive nazionaliste del passato. Quando la libertà produce più disordine di quanto se ne riesca a gestire, piuttosto che trovare dei nuovi modi per assimilare la maggiore libertà con gli annessi effetti collaterali, si pensa che la soluzione sia tornare indietro. Ora si avverte bisogno di sicurezza, quindi si pensa che si viva meglio sotto un regime, senza considerare il prezzo che bisogna pagare per quella sicurezza imposta con la forza. Puoi lasciare la bicicletta slegata sotto casa che tanto non te la porta via nessuno, ma non puoi esprimere liberamente la tua opinione. Non a casa chi cerca di conquistare o consolidare il potere sta ingaggiando una guerra selvaggia con l'informazione.
C'è da meravigliarsi di quanto gli antichi greci fossero stati cosi intelligentemente profeti dell'uomo, quando Polibio raccontava del limite delle "tre generazioni" dicendo : "Finché sopravvivono cittadini che hanno sperimentato la tracotanza e la violenza, essi stimano più di ogni altra cosa l'uguaglianza di diritti e la libertà di parola; ma quando subentrano al potere dei giovani e la democrazia viene trasmessa ai figli dei figli di questi, non tenendo più in gran conto, a causa dell'abitudine, l'uguaglianza e la libertà di parola..." ritornano i mostri [nda].
#4185
Percorsi ed Esperienze / Re:Mondi dell'utopia
25 Febbraio 2017, 13:59:12 PM
Mi ricordo quando uscì il libro di Silvano Agosti "Kirghisia" che raccontava appunto di una nazione utopica. Qualche incauto lettore si fece fuorviare dal nome della nazione e dal tono del libro pensando si trattasse di una descrizione di un paese reale, e i commenti su internet partirono a cascata "ma dove sta questo posto partiamo!" poi ad un certo punto arrivò il guastafeste a dirgli che non si trattava di una nazione reale, ma di un utopia. E allora i commenti degli stessi fessi che se l'erano creduta, diventarono tutto ad un tratto venticativi nei confronti di Agosti "ci ha preso in giro!". Con le utopie è sempre cosi, saresti pronto a viverle, se qualcun altro le avesse già costruite per te. Le utopie sono mete, non si raggiungono mai ma il percorso per raggiungerle è veritiero. Persino la democrazia è un utopia, ma morbida, perchè nessun dittatore la costringe in maniera meccanicista. L'eccesso di razionalismo oggi impedisce di sognare, quasi lo vieta. Una delle ultime vere utopie scattò con lo sbarco sulla luna, tutta la cultura occidentale si spremette per inventare il nostro futuro "interplanetario", due decenni di fantascienza ispirano ricercatori e scienziati ma anche persone comuni, per alcuni era nato un "nuovo obbiettivo" Poi ci stufammo, l'asticella era troppo in la. Ma ne valse la pena? Io penso di si, nessuno "vive la giornata" abbiamo bisogno di progetti e di idee da coltivare per non perdere la nostra identità tra i mille bisogni estemporanei.

Non confiderei troppo nelle "rivoluzioni", tendono ad essere etimologicamente fedeli e riportare al punto di partenza dopo poco tempo, i mutamenti veri invece, accadono per necessità. Se si vuole fare una vera rivoluzione, bisorrebbe anche rivoluzionare i termini con i quali i drastici cambiamenti sociali sono accaduti nella storia. Anche per il motivo che dice Donquixote, gli uomini sono prodotti storici solo per chi crede di esserne il dominatore. E bisorrebbe intentare progetti che prevedano e accompagnino le necessità, come unica spinta affidabile. Se si vuole abbattere il capitalismo non basta sparare a Trump, bisogna imparare a fare a meno dei giganteschi ammassi piramidali di potere, e farlo seguendo le mutate necessità umane. Se si vuole cambiare il mondo bisogna cambiare l'ambiente dove vivono le persone. Ha senso pensare a una rivoluzione dei metodi di produzione quando presto le industrie saranno completamemente automatizzate? Non cambieremmo la vita di un singolo individuo.


  • Ripartire dalle identità umane concrete, gli "atomi indivisibili",i nuclei familiari e amicali. Le identità personali non subiranno mai alcuna disgregazione, non si tratta di regioni o nazioni basate su posticcie ideologie e confini arbitrari, si tratta di noi, dei nostri bisogni, nessuno ne può fare a meno, e tanti che vivono nella solitutine ne farebbero volentieri parte.
  • Gli Italiani sono fortunati, gli basta tornare ai vecchi paesini ora abbandonati per scoprire che sono già perfettamente dimensionati e configurati per questo tipo di struttura sociale, è la nostra milllenaria cultura campanilistica, scritta pietra su pietra. La robotizzazione disintegrerà la necessità dei giganteschi agglomerati urbani che rimarranno appannaggio del terziario avanzato o quaternario. Quelli che oggi si ostinano a vivere in città pretendendo che milioni di persone vivano facendo i "creativi" cambiando lavoro ogni giorno saranno presto condannati alla fuga, prima all'estero e poi quando anche li l'automazione sarà completa dove?
  • Fare rete tra gli atomi vicini e distanti, è l'unico modo per creare modelli indipendenti dal capitalismo di stato che beneficia enormemente dell'assenza del mutuo soccorso attraverso decine di intermediari posticci creati ad arte. Una decina di nuclei in rete possono tranquillamente fare a meno di gran parte degli intermediari tipici che rendono il capitalismo cosi attraente.
  • Evitare luddismi assurdi, ci possono tranquillamente essere nuclei in contesti rurali che sviluppano software
  • Ancora di più se questi nuclei sono in rete non su scala territoriale ma globale. Il campanilismo italiano ha un difetto, il vicino di casa ha un bassissimo potenziale di scambio di risorse perchè presumibilmente sfrutta le stesse tue ed è inutile scambiare carote con carote. E' necessario un buon bilanciamento tra contatti locali per il mutuo soccorso e contatti globali per stabilità del nucleo stesso attraverso un reddito commerciale\turistico.

Tutto questo ed altro in una parola si chiama "glocal" anche se evito di usarla perchè ho letto libri orripilanti sul tema. Se la Villa Sariputra di cui sento parlare rispecchia le tue idee, dovresti tentare il più possibile di fare rete con altre identità sociali che ti aggradano e spingere le stesse a fare altrettanto, non aspettare Kirghisia. Fai il deposito, il granaio comune, il monastero buddhista, non ha alcuna importanza, gran parte di queste funzioni a livello più ampio di quello locale saranno automatizzate e rimarranno appannaggio probabilmente di qualche corporazione multinazionale fatta di automi, chissenefrega, cambiato il tessuto sociale le infrastrutture inumane seguiranno i bisogni dei loro padroni umani.