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Messaggi - InVerno

#4186
Citazione di: Angelo Cannata il 28 Gennaio 2017, 10:03:56 AM
Citazione di: Apeiron il 27 Gennaio 2017, 13:06:00 PM
Le spiritualità in generale sono definite da tre cose. Primo: l'obbiettivo (la "promessa"). Ad esempio la spiritualità di un filosofo greco è la conoscienza intellettuale, ossia il raggiungimento della verità tramite la ragione. Per un buddista è la salvezza intesa come liberazione dal samsara (l'inferno della trasmigrazione). Per un cristiano la salvezza intesa come comunione con Dio. Secondo: la "dottrina". Ossia il contenuto della spiritualità, ossia le cose che sono prese come "vere". Terzo: il metodo per raggiungere l'obbiettivo. Ogni spiritualità è definita da questo triplice vincolo che uno deve accettare se vuole seguirla (questa è la fede intesa appunto come "fiducia"). Se non lo fa "inaugurerà" una sua spiritualità, con obbiettivo, dottrina e il suo metodo. In ogni caso ammesso che la spiritualità abbia senso servono tutte e tre le cose (ad esempio una dottrina inutile al metodo cosa serve?). Dunque ogni spiritualità avrà un approcco

Il problema della critica è che può essere fine a sé stessa e lasciare nell'oscurità il critico stesso, costretto a mettere sempre in discussione le sue dottrine, i suoi obbiettivi e il suo metodo. Con la sola critica non si va aventi. Presa allo stremo la critica è chiaramente incompatibile con la spiritualità e così lo è la scienza (vorrei ben vedere se il Dalai Lama davvero smetterebbe di credere alla dottrina delle rinascite e della ciclicità del cosmo, cosa a mio giudizio essenziale affinchè la liberazione abbia senso, se la scienza provasse la dottrina falsa).

La critica in realtà può essere utile a cercare di migliorare la propria comprensione dei tre paletti della spiritualità di cui parlavo prima. Ad esempio capire che la cosmologia biblica non è importante per la fiducia in Gesù, oppure che la credenza per cui gli uomini vivevano migliaia di anni qualche eone fa (discorso presente nel  Canone Pali) non è essenziale. Può servire a capire meglio, però all'interno dei paletti posti. Tuttavia non appena la spiritualità si assoccia ad altro avviene che la critica è malvista in toto.
Perché ingabbiare la spiritualità in questi paletti? Vuoi vietare una spiritualità che non intenda porsi alcun obiettivo? Vogliamo mettere in carcere quanti vogliano praticare una spiritualità priva di dottrine? Vogliamo mandare al manicomio quanti si proponessero di creare una spiritualità che non voglia adottare alcun metodo definito?
Un conto sono i professionisti della critica, un conto è la critica stessa. La spiritualità in un certo senso è acritica, perchè il raggiungimento degli obbiettivi che si pone coincide con l'assenza di critica (o autocritica). Per questo vengono tutelate tutte le forme di spiritualità, anche le più assurde, perchè all'interno di esse troverai sempre qualcuno che ti giurerà di aver "trovato qualcosa"..o meglio, non saper criticare ulteriormente ciò che ha trovato (al contrario, non avrebbe ancora trovato niente). Di riflesso, esisterà qualcuno "non più criticabile" (il maestro). Non è questione di mettere alla sbarra tutte le spiritualità che non hanno un obbiettivo, è questione che queste spiritualità...semplicemente non esistono, o non vengono riconosciute, o sono in una forma cosi embrionale da non poter vantare ancora qualcuno che "ha trovato qualcosa" ed è per questo "al di la della critica".
#4187
Citazione di: Angelo Cannata il 28 Gennaio 2017, 10:10:16 AM
Citazione di: InVerno il 27 Gennaio 2017, 17:33:33 PM
abbandonare la metafisica equivale ad abbandonare il "pensiero magico"
Tagliando alcune parti viene a risultare che hai affermato ciò che ho citato qui sopra. Cosa vuol dire? Cos'ha di magico la metafisica? Cosa intendi per "pensiero magico"? In che senso riscontri nei neocatecumenali un "pensiero magico"?
Per "pensiero magico" mi rifaccio a Frazer, o più nel dettaglio al pensiero magico originato dalla linguistica della metafore. Quando si apre un varco nelle "leggi della fisica" - "leggi della natura", o comunque a qualsiasi visione del mondo antimetafisica, per "pensiero magico" ( o per sineddoche-simpatia) quella frattura diventa disponibile anche a me, il tessuto della realtà diventa flessibile e non più rigido e può piegarsi ai miei bisogni (o sarà piegato da "qualcuno"). Ed allora ecco arrivare i cacciatori di miracoli. Sono stato ad alcune "catechesi" neocat per curiosità, la tendenza delle oratorie è esattamente questa, tentare di trasformare in "evento magico" qualsiasi avvenimento e "premiare" chi riesce a scovare più "miracoli" nella propria vita. Gli astanti si eccitano man mano che gli vengono raccontate questi "eventi magici", perchè la visione del proprio mondo diventa sempre più flessibile (ai propri bisogni). Allo stesso tempo nutrono una greve antipatia per la Chiesa, che avendo microfoni sotto la bocca (a differenza delle loro riservatissime riunioni) non riesce ad accontentare la loro instacabile sete di magia coltivata nelle loro riunioni.
#4188
Citazione di: paul11 il 28 Gennaio 2017, 02:20:11 AM
Perchè nessuna società primitiva applica il capitalismo,non gli conviene è inefficace e inefficente.
Non è vero che la totalità delle singole individualistiche efficace ed efficenze formano una toalità algebricamente  migliore, semplicemnte perchè produce sovrabbondanza e crisi per sovrapproduzione e questa è la grossa contraddizione capitalistica.E pur non essendo degli economisti quei primitiv in comunità hanno i mezzi di produzione, vale adire cucinano insieme, lavorano insieme si distribuiscono il cibo raccolto e cacciato insieme.
Il mutuo soccorso è più efficace ed efficiente dell'individualismo oltre che socialmente autogratificante e quindi c'è meno criminalità o nessuna, e così via.
Non confondiamo la nostra cultura e supremazia tecnologica con quella dei primitivi, con la cultura.
Noi siamo molto più evoluti tecnologicamente, non abbiamo più dignità culturale di nessuno, e non è detto che siamo più felici.

E di nuovo, non confondiamo l'ambito di Rousseau che è il giusnaturalismo, la filosofia morale, del diritto e politica, con i principi economici di Adam Smith.
Darwin, detto per inciso, fu fortemente influenzato dalle risposte che gli diedero gli allevatori inglesi e dal suo amico economista Malthus, famoso per la teoria demografica.

Sono d'accordo sulla piramide sociale nel capitalismo. Ai primi posti ci sono famiglie che come i nobili di un tempo si sposano fra loro.E' la dimostrazione che mutano le forme ,ma non la regola del gioco.

E' una balla che il capitalismo sia il più efficiente ed efficace sistema è chiaramente ideologico.
La dimostrazione che la famiglia proletaria è efficace per economie di scala interne ad essa.
La comunità utilizza pochi mezzi e per tutti e non tanti mezzi per ogni singolo produttore , o utilizzatore o consumatore.
Un telefonino è progettato per un ciclo di vita di circa quattro anni, o si rompe l'hardware o salta la batteria o il software comincia ad essere obsoleto.Il capitalismo impone "usa e getta" perchè la reiterazione del tempo di produzione e del tempo di consumo siano allineati, oppure deve mutare il ciclo economico .
La disoccupazione che è strutturale nel capitalismo per tenere basso il costo del lavoro, è un'ignominia,un'offesa all'onestà intellettuale.Un sistema che accetta tale barbaria solo un'umanità adattata ad essere schiava dei mezzi di produzione come lo è l'attuale ne è capace a sopportarla.
Ti risulta che nella comunità primitiva oltre al capo e allo stregone vi siano gerarchie tecno-funzionali?

La tua chiusa, il finale mi pare contraddittorio con quanto precedentemente scrivi.
Io non ho detto che il sistema capitalistico è il migliore sistema possibile, ho detto che "questo capitalismo" generalizzando il moderno capitalismo, è il "migliore possibile" in termini di competitività (se confrontato con quello degli anni 20 e 60, forme quasi "non parentate" tanta è la distanza). Ma non è un giudizio assoluto, ma solo riguardante il parametro competitivo (che è quello che conta nella sopravvivenza di un sistema). Le economie di gruppo allo stato brado, il mutuo soccorso, sono efficienti solamente per basse demografie, una volta che la demografia aumenta i contropesi per tenerle in atto sono cosi gravi da far impallidire. La "teoria di Malthus" è la scoperta dell'acqua calda derivata dal fatto che durante il suo tempo l'infanticidio (tramite l'abbandono nei conventi, o il soffocamento in fase di allattamento) era un fenomeno appariscente. Purtroppo, l'infanticidio nelle società tribali è un contropeso necessario e di gran lunga superiore in termini di impatto e numero. Alla faccia del "mutuo soccorso". Per questo ho intravisto incenso, perchè è facile citare le società allo stato brado e "dimenticarsi" dei fenomeni che le tengono in piedi, come appunto l'infanticidio sistematico delle femmine . Mi risulta peraltro che nelle società prestatuali vi siano "gerarchie tecno-funzionali", arrivate molto prima del sacerdote. Quelle legate al controllo delle armi (guardie, vedette) quelle legate al controllo delle sementi (l'agricoltura è una tecnologia), e quelle legate al controllo dell'irrigazione (poi sfociate negli "stati idraulici") etc. Posto che queste possano essere considerate "società allo stato brado", ma se parli di un sacerdote, queste sono inevitabilmente arrivate prima, il sacerdote mangia nel granaio.

CitazioneE' tuttavia vero che, nell'attesa di una ricetta che possa risolvere o almeno lenire l'avidità umana, da qualche parte bisognerà pur cominciare e qualcosa bisognerà pur fare. Ebbene, nonostante io non sia mai stato comunista (sono sempre stato anarchico) credo che forse tendere alla società comunista sia, allo stato attuale, l'unica alternativa proponibile. Voi direte che il comunismo è stato il più grande fallimento del XX secolo e avete pienamente ragione. Ma perchè? Perchè è una proposta irricevibile o perchè è stato sbagliato qualcosa nella sua applicazione pratica? Non ho la presunzione di avere la risposta ma una cosa è certa: non possiamo accettare l'esistente come il migliore dei mondi possibile!

Per esempio tentando di contrastare il più possibile lo scollamento della proprietà dal possesso (etimologico- "sedere sopra"). Considera questo fatto recente, le industrie stanno smettendo di spostare la produzione in Cina perchè hanno impoverito cosi tanto il tessuto sociale dove vendono da non avere più acquirenti, o averne cosi pochi da non rendere più competitivo spostare la  produzione in Cina\Bangladesh (sto parlando per esempio della Adidas, mica di pizzaioli). Per quanto si sforzano i plutocrati non possono comprare 10mila paia di scarpe, hanno solo 2 piedi e possono "sedere sopra" ad una sola sedia. L'altra faccia della medaglia, è che hanno spostato la produzione in Germania dove sarà completamente robotizzata. La prossima sfida: dare un valore economico, e avere gerarchie basate sul "valore economico", quando il lavoro per ottenere quel valore è vicino allo zero, e i soldi son cartastraccia.
#4189
Citazione di: paul11 il 27 Gennaio 2017, 22:42:07 PMIl capitalismo è la metafora culturale dello stato brado di natura.Adatto che l'occidentale è impigrito e rincoglionito dal suo stesso" benessere" da paese della cuccagna  che lo ha alienato, educato al "signorsì" in cambio di uno status passato come sicurezza, vincerà alla lunga  l'astuzia, la determinazione e il coraggio di popoli e individui ancora capaci di un minimo di dignità che conoscono ancora il limite oltre il quale ci si ribella e non si sopporta più,proprio perchè capaci di percepirsi ancora come coscienza individuale e sociale.
Nella prima parte della tua argomentazione (non citata) c'è un sentore di incenso riguardo alle "società identitarie\primitive" quasi Rousseiano, salvo poi dire che il capitalismo è una metafora dello stato brado. Come stanno insieme queste due cose? Detto questo, allo stato brado il "capitalismo" (darwinismo sociale?) regola la vita di tutti gli aderenti alla comunità, il capitalismo moderno si applica solamente alla base della piramide, più si sale verso la punta dei "sacerdoti del capitalismo" più incontri il più forte protezionismo e corportativismo. I plutocrati son capitalisti solo a parole, d'altro canto senza l'illusione dell'ascensore sociale (a che serve se sei già in cima) il capitalismo a che serve? Conviene bloccare l'ascensore. Se questo ha un precedente è invece nelle società statuali dove è già sviluppata una forte aristrocrazia. Quella che Walter Lippmann intuì e poi venne chiamata "la spirale del silenzio" è parte integrante di qualsiasi sistema capitalistico, le alternative sono "fallite" per il semplice fatto che rappresentavano versioni annacquate e meno competitive di quello che vediamo oggi che è "il miglior capitalismo possibile" (per parafrasare Leibniz). Ma cosa abbiamo da aspettarci? L'organizzazione sociale è sempre stata piramidale, di riflesso, i sistemi economici non possono essere che piramidali. E nelle piramidi funziona così, la base è cosi numericamente eccedente che per forza di cose essa deve essere anestetizzata in qualche misura. Finchè non avremo il coraggio di rivedere i rapporti di forza sociali, umani, basati sull'autorità (e quindi sulla gerarchia) quale speranza di vedere un sistema economico di diversa forma? Siamo sicuri che la cultura che tentiamo cosi avidamente di conservare, non sia invece l'ostacolo principale allo sviluppo di sistemi economici diversi e che non prevedano l'anestetizzazione fino all'irrigidimento? Per ora si impara dagli errori, dal collasso per irrigidimento, sperando di non fare una botta "troppo grossa" da non poter recuperare.
#4190
Non so di preciso se abbandonare la metafisica equivalga ad abbandonare "Dio", la fede è un concetto estremamente elastico. So che equivale ad abbandonare il "pensiero magico" , e questo è .. tanto.
Noto con "dispiacere" per esempio, che generalmente le varie sette che si formano di controaltare ad una chiesa sempre meno magica, fanno perno esattamente su questo, sul rinvigorirere il pensiero magico. Non so se AngeloC. ha per esempio avuto a che fare con i neocatecumenali, in tal caso, sa di quel che parlo.
#4191
Citazione di: donquixote il 27 Gennaio 2017, 14:43:49 PM
Citazione di: InVerno il 27 Gennaio 2017, 11:52:28 AMNon c'è identità senza solidarietà, e la solidarietà è minata in quel subdolo modo che Niemoller riassunse nel "prima vennero a prendere i.." La solidarietà è l'unico modo che hanno le persone per combattere l'accentrazione di potere (Adam Smith, non Marx). L'assenza di soldarietà è comoda solamente alle plutocrazie, anche se forse non hanno ancora ben compreso che cosa significhi portare l'individualismo all'estremo e quali sono i pericoli di una oclocrazia anche per i plutocrati stessi. Eleggere un plutocrate per "salvaguardare" la propria identità culturale, quando è nel suo interesse e della sua schiera, che avvenga esattamente l'opposto, è come eleggere un lupo a guardia di un pollaio. L'unica identità che al plutocrate capitalista interessa è quella del consumatore, possibilmente il più individualista possibile, incapace di associarsi con altri in condizioni peggiori o simili. L'idea di pagare le tasse lo repelle, e repelle tutti i suoi seguaci, perchè il suo motto smithiano è "tutto a me ed agli altri niente". Figurarsi i cosidetti "35€", mai spesa pubblica è stata più vicina all'essere odiata. Prima vennero a prendere i 35€ e a me andava bene, perchè non volevo quei zozzoni. Poi vennero a prendere la scuola pubblica, e a me andava bene, perchè non avevo figli.. poi etc etc. Nel caso poi specifico di Trump le cose si complicano vista la potenza economica che andrà a comandare, la sua totale avversità alle politiche di rispetto ambientale se dovesse regnare gli states per un periodo considerevole, andrà a impattare gravemente sul terzo tipo di migrazioni ancora marginali, quelle climatiche (Messico in primis). Ovviamente sempre per fare un favore alla plutocrazia. Se uno si meraviglia del paradosso insito nei babbucchioni che urlano e sbraitano per i 35€ ai migranti ma se ne strafottono di vedere immense e innimmaginabili quantità di denaro ammucchiate nelle mani dei plutocrati, non ha ancora visto il meglio del meglio. Difensori dell'identità nazionale e del monoculturalismo, che si lamentano su internet. Di gran lunga lo strumento principe della multiculturalità, equivalente a miliardi di "barconi" di compenetrazione culturale e di "inquinamento" identitario giornalieeri, il no-global usa internet (e mentre lo fa, smussa lentamente la sua identità stessa).Come girare un documentario contro le videocamere ed il cinema. Poco importa se come atto inziale, un VERO difensore della monocultura dovrebbe cacciare dalla finestra il proprio computer (e convincere più persone possibile a farlo - indizio anche per non udenti dell'impossibilità della sua missione) esso continua indefesso a scrivere su internet quanto esso sia "contro il rimescolamento delle culture", come quando i difensori dell'impero romano padano si preoccupavano assiduamente dei posti di lavoro rubati, della disonestà insita nel "terun" che ci avrebbe portato al collasso, salvo mai pensare di spegnere quella televisione (e quelle scuole) che pian piano stavano omogeneizzando l'Italia (a partire dall'insegnare una singola lingua). Il punto è che a nessuno interessa difendere la propria cultura, la xenofobia è una cosa diversa, è una fobia appunto, non c'è nessuno spirito costruttivo o difensivo in essa, è irrazionale come tutte le altre fobie e nell'irrazionalità coltiva il paradosso.

Io direi, al contrario, che non c'è solidarietà senza identità, poichè la prima sorge dall'identificazione dell'altro in me stesso, in un mio simile, in uno che la pensa come me e vede le cose nel mio stesso modo. Se quella nei confronti di un mio simile è solidarietà quella nei confronti dello straniero è ospitalità, che se in ogni cultura è considerata un dovere sacrosanto superiore spesso al dovere verso se stessi e i propri simili, d'altro canto bisogna considerare che quella dell'ospitalità è una situazione contingente e temporanea (l'ospite è come il pesce). L'accoglienza sine die non è più ospitalità, e si può realizzare solo quando lo straniero assume l'identità comune in cui ogni appartenente alla comunità si riconosce. Il borghese, il mercante e il plutocrate hanno tutto l'interesse a minare l'identità comune in quanto una massa di singoli è decisamente più funzionale ai loro interessi che non un popolo unito, e mi appare strana quella frase di Smith che hai citato dato che il medesimo teorizzava il perseguimento degli interessi privati di ognuno dato che poi ci avrebbe pensato la "mano invisibile" del mercato a creare un equilibrio favorevole alla collettività.  Che poi sia un'assurdità eleggere un plutocrate per salvaguardare la propria identità è palese, ma in un mondo (e soprattutto in una nazione) dove si possono eleggere solo plutocrati le alternative sono inesistenti o impraticabili (anche perchè di fatto gli Usa sono una nazione senza identità nata in un momento in cui borghesi, mercanti e plutocrati la facevano già da padrone) e in fondo si chiede al plutocrate non di difendere un'inesistente identità ma la "robba". Per quanto concerne il sermone di Niemoller (che alcuni attribuivano a Marcuse) questo ha senso appunto in un luogo senza più identità, frammentato in gruppi separati che vivono ognuno alla propria maniera ed è più facile sottomettere o eliminare; se tutti si riconoscessero nella medesima identità non avrebbe senso dire "prima vennero a prendere..." perchè quelli saremmo già noi. Il multiculturalismo auspica proprio questa frammentazione, in cui i mercanti e i plutocrati avranno buon gioco a mantenere e consolidare il potere; anzi la progressiva invasione dello straniero sarà funzionale proprio a questo scopo, alimentando una guerra fra poveri e miserabili in cui solo il ricco potrà avere la meglio e sfruttare la situazione favorevole. Per quanto riguarda il computer questo non è lo strumento principe della multiculturalità, ma semmai quello della cultura unica, della diffusione ovunque di informazioni nella quasi totalità dei casi inutili e spesso anche dannose così come si fa con le merci che nella grande maggioranza dei casi sono inutili o dannose, la qual cosa crea confusione e mina dall'interno le culture ancora in vita che necessitano di continuo impegno nel rinnovamento in coerenza con la tradizione. Se internet è come un'immensa biblioteca in cui si può trovare tutto e il suo opposto è però anche possibile in teoria scegliere, come in una biblioteca, le informazioni che possano essere funzionali alla salvaguardia di una cultura e contribuiscano a rafforzarla: basta saper scegliere. E mi sembra insensato auspicarne la non frequentazione da parte dei difensori delle culture e delle società "chiuse", in quanto in una città ove il 100% dei cittadini frequenta i McDonald anche al più feroce critico dei fast food capiterà di mangiarci, una volta ogni tanto. L'estremismo, da qualunque parte arrivi, è sempre deleterio.
Bah, solidarietà e identità sono inscindibili, qualsiasi sia l'ordine di apparizione sulla scena mi pare il dilemma dell'uovo e la gallina. Non c'è nulla di strano nella mia citazione di Smith (la trovi in "La ricchezza delle nazioni"), E ancora, secondo lo stesso, l'accentramento del capitale era una "devianza" possibile e obbligatoria per via della diversa natura del capitale e del lavoro, uno mobile e l'altro no. Esso non aveva tuttavia previsto che la forza lavoro per via dell'incremento della tecnica sarebbe necessariamente diventata più mobile e avrebbe "inseguito il capitale". Quello che è importante notare è che mentre la globalizzazione è un risultato della tecnica, la plutocrazia è un risultato della regolamentazione democratica (o meglio, della "deregolamentazione"). Ne consegue che una è strettamente legata alla tecnica è può recedere solamente se recede la tecnica, la seconda è "ancora" influenzata dall'andamento democratico. Se non ti convince l'esempio di internet (di cui a me non convince la tua spiegazione) è meglio massimizzare attraverso un iperbole, seppure mi esporrò alla ridicolizzazione per via della sua natura di iperbole. Supponi di vivere un mondo dove sia stato inventato il teletrasporto, e che esso sia fruibile a basso prezzo. La globalizzazione non solo sarebbe il naturale "corso degli eventi" ma sarebbe anche strettamente legata all'utilizzo di quel tipo di tecnologia, e solo privarsi di quella tecnologia potrebbe ridare un senso ai confini territoriali. Quante speranze hai, seriamente, che l'uomo abbandoni il teletrasporto? Se credi che sia un iperbole eccessiva, ragiona, e considera che il teletrasporto delle merci è già una realtà attraverso internet (i dati di internet sono effettivamente una merce) e che molto presto questa informazione verrà trasformata in produzione (attraverso la meccanizzazione informatizzata). Internet è questo, una forma rudimentale di teletrasporto. Non a caso, le famose "cellule ISIS" vengono attivate attraverso questo strumento. "Teletrasportare informazioni" equivale a teletrasportare identità, ed essendo l'identità una somma di informazioni, il gioco è fatto. I movimenti migratori globali nel 1990 ammontavano a 100milioni di persone, nel 2000 a 175 milioni di persone, nel 2015 a 250 milioni di persone. Considera, che l'intera tratta dei negri avvenuta nel corso di 3 secoli conta qualcosa come 11 milioni di persone, e si trattava di uno sforzo economico redditizio, non di una "involontaria deviazione". Evito di collegare i puntini perchè ho rispetto della tua intelligenza.
#4192
Non c'è identità senza solidarietà, e la solidarietà è minata in quel subdolo modo che Niemoller riassunse nel "prima vennero a prendere i.." La solidarietà è l'unico modo che hanno le persone per combattere l'accentrazione di potere (Adam Smith, non Marx). L'assenza di soldarietà è comoda solamente alle plutocrazie, anche se forse non hanno ancora ben compreso che cosa significhi portare l'individualismo all'estremo e quali sono i pericoli di una oclocrazia anche per i plutocrati stessi. Eleggere un plutocrate per "salvaguardare" la propria identità culturale, quando è nel suo interesse e della sua schiera, che avvenga esattamente l'opposto, è come eleggere un lupo a guardia di un pollaio. L'unica identità che al plutocrate capitalista interessa è quella del consumatore, possibilmente il più individualista possibile, incapace di associarsi con altri in condizioni peggiori o simili. L'idea di pagare le tasse lo repelle, e repelle tutti i suoi seguaci, perchè il suo motto smithiano è "tutto a me ed agli altri niente".
Figurarsi i cosidetti "35€", mai spesa pubblica è stata più vicina all'essere odiata. Prima vennero a prendere i 35€ e a me andava bene, perchè non volevo quei zozzoni. Poi vennero a prendere la scuola pubblica, e a me andava bene, perchè non avevo figli.. poi etc etc. Nel caso poi specifico di Trump le cose si complicano vista la potenza economica  che andrà a comandare, la sua totale avversità alle politiche di rispetto ambientale se dovesse regnare gli states per un periodo considerevole, andrà a impattare gravemente sul terzo tipo di migrazioni ancora marginali, quelle climatiche (Messico in primis). Ovviamente sempre per fare un favore alla plutocrazia. Se uno si meraviglia del paradosso insito nei babbucchioni che urlano e sbraitano per i 35€ ai migranti ma se ne strafottono di vedere immense e innimmaginabili quantità di denaro ammucchiate nelle mani dei plutocrati, non ha ancora visto il meglio del meglio.
Difensori dell'identità nazionale e del monoculturalismo, che si lamentano su internet. Di gran lunga lo strumento principe della multiculturalità, equivalente a miliardi di "barconi" di compenetrazione culturale e di "inquinamento" identitario giornalieeri, il no-global usa internet (e mentre lo fa, smussa lentamente la sua identità stessa).Come girare un documentario contro le videocamere ed il cinema.
Poco importa se come atto inziale, un VERO difensore della monocultura dovrebbe cacciare dalla finestra il proprio computer (e convincere più persone possibile a farlo - indizio anche per non udenti dell'impossibilità della sua missione) esso continua indefesso a scrivere su internet quanto esso sia "contro il rimescolamento delle culture", come quando i difensori dell'impero romano padano si preoccupavano assiduamente dei posti di lavoro rubati, della disonestà insita nel "terun" che ci avrebbe portato al collasso, salvo mai pensare di spegnere quella televisione (e quelle scuole) che pian piano stavano omogeneizzando l'Italia (a partire dall'insegnare una singola lingua). Il punto è che a nessuno interessa difendere la propria cultura, la xenofobia è una cosa diversa, è una fobia appunto, non c'è nessuno spirito costruttivo o difensivo in essa, è irrazionale come tutte le altre fobie e nell'irrazionalità coltiva il paradosso.
#4193
Citazionequello che mi auspico è che, perlomeno, sia in grado di togliere dall'indigenza miliardi di persone e sia in grado di evitare quanto più possibile i conflitti.

I suoi seguaci affermano che la globalizzazione ha strappato dall'indigenza oltre un miliardo di persone negli ultimi 20 anni ma invece, a saper guardare meglio, ha trasformato un miliardo di poveri in un miliardo in più di miserabili dipendenti dalla globalizzazione stessa e da chi la controlla; e il trend non potrà che proseguire trasformando sempre più persone che sono semplicemente (e spesso orgogliosamente) povere in miserabili schiavi dei poteri che controllano i mercati.

Globalizzazione e capitalismo andranno pure a braccetto ma non sono sinonimi.
#4194
Citazione di: Jean il 25 Gennaio 2017, 13:24:35 PM
@ inverno
https://evogeneao.s3.amazonaws.com/assets/tree_of_life/tree-of-life_2000.jpg

graficamente molto bello, puoi spiegarlo, per chi non è pratico di grafici?

grazie
bah, in effetti la forma del grafico è particolare però si legge come tutti gli altri, è una forma "scientifica" di quello che comunemente viene chiamato "albero della vita" (a cui anche l'Odino norreno si appendeva a testa in giu per riflettere, Yggrassill). La diversificazione della vita (sotto forma di DNA) procede a partire dai batteri fino all'essere umano e alcuni "rami" rimangono intonsi nonostante la vita vada via via a rendersi più complessa (come ho già detto, il 50% del DNA tuo corrisponde a quello di una banana, non è un "ramo tagliato" ed i processi base coincidono). Poi le differenziazioni tassonomiche lasciano il tempo che trovano, allo stesso modo in cui non è mai esistito un "austrolopitecus" o un "homo erectus" ma si tratta solamente di stadi intermedi e ritrovamenti in un lasso di tempo infinitesimale (se comparato all'intero lasso temporale del grafico).  L'unica cosa che può trarre in inganno è l'assottigliamento della diversità della vita nell'ultima parte (si legge in senso orario), notare che anche la scala del tempo si riduce notevolmente in quel frangente. Manca anche una "mass extinction" che è quella provocata dall'uomo ai danni della diversità della vita del pianeta negli ultimi 10mila anni (alla faccia della nostra bontà!), ma per avere quella linea disegnata serve un processo culturale che si renda conto dei danni che stiamo facendo e in quale scala, invece che incensarci come "esseri semi-perfetti". Gli altri rami sono stati tagliati da eventi naturali (glaciazioni, meteoriti etc) , mentre siamo i primi "potatori" di altri rami, e devo dire che stiamo facendo un lavoro tutt'altro che "divino". La cosa comunque bella è che puoi prendere una linea "umana" e tornare indietro fino alla nascita della vita sulla terra. Un applauso ai tardigradi, eucarioti (terza in ordine cronologico, vissuti migliaia di milioni di anni) capaci di resistere a temperature che vanno da -150 a +200, senza ossigeno e acqua per decenni (tanto che si dice siano capaci di viaggiare a cavallo dei meteoriti) e in presenza di radiazioni cernobilesche. Chissà, magari sono loro i veri figli di Dio, mentre noi guidiamo inutili aeroplani, loro preferiscono viaggiare su meteoriti da un pianeta all'altro.
#4195
Citazione di: jsebastianB il 25 Gennaio 2017, 00:01:32 AM
Citazione di: InVerno il 24 Gennaio 2017, 20:13:22 PM
Io sono rimasto sorpreso dalle pire a Varanasi, pensavo di trovare una gran puzza e condizioni igieniche pietose, in realtà non è così grave come immaginavo. Diversa è la questione degli Aghori, che meriterebbero lunghe discussioni. L'idea di farsi bruciare è sicuramente uno "spreco", tuttavia ha una tradizione lunga e affascinante anche nel solo mondo ellenico. A questo proposito si possono trovare 2 diverse impostazioni, una materialista, igienista, energista.. e una "tradizionalista" nel senso che trae giovamento dal ripercorrere tradizioni antiche (nel nostro modernismo a volte ci dimentichiamo del fascino di ciò).. Essendo la morte una questione estremamente personale, non mi sentirei di fare distinzioni troppo nette e classificatorie.


Quindi è un fatto culturale.
Se dunque prima della cristianizzazione della societa' - nella Roma pagana era prassi comune la cremazione .. con l' avvento della (vera ?!?) religione ci si è adaguato alle nuove disposizioni.

Fino a qualche tempo la santa ekklesia proibiva, nel modo piu' assoluto, la cremazione del corpo.. come se il dioTrinitario ( con la sua proverbiale Onnipotenza ) avesse avuto qualche difficolta' nel compiere quel miracolo universale.
( che poi - almeno cosi' vuol giustificarsi la santa ekklesia - questo era per via dell' irrompente Illuminismo - quel "diabolico" movimento che ha svegliato le sonnolenti menti degli incolti, dei semplici - la proibizione divenne totale ). il credente - terrorrizzato - temeva quanto mai l' Inferno eterno ( dalla chiesa - sic !).
Nel mio H. Bayer ( storia del dogma - Fisherverlag - a pag. 78 - riporta una precisa disposizione del sant'Uffizio ( l' ex Santissima Inquisizione ) che condanna (!) nel modo piu' categorico la pratica della cremazione ( anno 1885/1886 )  -      

E poi ricorderai sicuramente come l' 11 e 12 articolo del credo degli apostoli prospetta al credente: La Resurrezione della sua " Carne " e la vita eterna !

Cosi' come il credo niceno-costantinopolitano ( ultimo articolo )  assicura al devoto questa assoluta certezza:  Aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo - che verra' !

E comunque al di la' del nuovo atteggiamento ecclesiastico  di apertura (sic!) a partire dagli anni '60 /65 - la cremazione ai credenti è permessa ( rispetto all' intransigenza del 1885 - un passo epocale.. ) - tuttavia la santa ekklesia deve comunque mettere il suo naso.. -
Infatti proibisce la dispersione della ceneri e/o la conservazione in anelli e/o oggetti simili - ( prospettata da W. Mendiza )  - MA confortante è che ADESSO la gente si comporta come meglio crede.

Ci vuole ancora un po' di  tempo per una -  totale  -  S-cristianizzazione...    
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Un link sulla  "rivoluzionaria apertura"  per  una nuova era....

 http://www.ilgiornale.it/news/chiesa-benedice-cremazione-dice-no-alle-ceneri-casa.html
E' interessante notare come nelle culture mesopotamiche antiche la conservazione del cranio fosse un usanza estremamente comune. E' evidente che queste persone consultavano i crani dei parenti prima di prendere decisioni importanti, avevano capito che nel o dal cranio veniva "prodotta" l'anima e lo conservavano per conservare l'anima stessa. La distinzione tra sogno e realtà era sicuramente estremamente più flebile e la presenza (non inumata, ma "a portata di mano") di un pezzo di parente è probabile aiutasse a far scaturire sogni "negromantici" (ancora oggi in alcune società tribali si può essere "processati" per cose fatte nei sogni) . Questo è deducibile dal fatto che le prime società sedentarie usavano seppellire i parenti sotto il giaciglio dove avrebbero dormito la notte, e che le tombe risultano scavate e riscavate più volte, come se appunto ci fossero delle consultazioni e poi delle successive riseppelliture. Allo stesso modo, i primi culti delle divinità antropomorfe, avevano una forte connotazione funeraria. Ci sono una moltitudine di templi costruiti da società pre-statuali dove l'inumazione all'interno del tempio dell'intero corpo (ma non della cranio, che appunto rimaneva un monile pret-a-porter) veniva effettuato in strutture "cardine" del tempio. Molto sembra suggerire che l'idea iniziale di una divinità "somigliante" all'uomo fosse appunto legata strettamente al concetto di "anima" umana. Nei templi dove fa da padrone l'animalesco, per esempio, è raro trovare scheletri umani.
#4196
Citazione di: Fharenight il 25 Gennaio 2017, 16:44:13 PM
InVerno, bello il tuo discorso sulla globalizzazione, ma, al contrario di te, penso che non può durare a lungo senza causare altri disastri. DEVE finire, o almeno essere di molto ridimensionato per il bene di tutti e dello stesso pianeta. Come è iniziato così potrà finire, stiamo già andando in questo senso, ancora non si vede ma è così.
Nono il mio determinismo è cosi radicale da comprendere anche i disastri, necessari a volte, per imparare da essi. Finchè ci sarà chi, invece che partire da presupposti realistici e usarli come base di partenza di un ragionamento sociale, farà battaglie per risultati utopistici rendendo nulla la sua partecipazione al dibattito reale, il "progresso" sarà sempre più fuori controllo, ed è assolutamente possibile che questo deragli in un disastro. Ho fatto l'esempio sulla denuclearizzazione per chiamare in causa un argomento con meno bias politico e che auspicabilmente possa attirare commenti più neutrali e ragionati. Per me puoi pure prendere uno striscione "STOP NUCLEAR" e andare su un cavalcavia a manifestare, ci potete andare tutti, non cambierà una virgola a parte il fatto che queste decisioni saranno nelle mani di leader sempre più soli perchè leader di un popolo che si pronuncia attraverso utopie invece che in ragionamenti sul "come", e a lungo andare è possibilissimo che da questa situazione scaturisca un disastro. Allo stesso modo è successo con l'immigrazione. Abbiamo reso l'integrazione impossibile attraverso iter legislativi assurdi? Bene, ora c'è un 10% della popolazione a zonzo, che è emigrata comunque, e che non ha nulla da perdere (situazione che li rende potenzialmente fuori controllo). Io a volte li vedo camminare per le strade senza un caspio da fare e senza un soldo in mano e davvero non mi capacito di come a qualcuno non venga in mente di fare qualche cazzata, devo essere sincero, io la farei. Che cosa me lo impedirebbe? La paura della prigione? Ma se si sta meglio in prigione che fuori? Rendetegli la vita impossibile e la prigione presto sarà un premio invece di una punizione, e a quel punto sarà il disastro. Ma di chi sarà la colpa? Di chi tentava di integrarli, o di chi pensava di reimpatriare milioni di persone con ipotetici aerei e nel frattempo li ha ridotti all'osso dell'umanità? Pensateci.
#4197
Non vorrei sminuire l'esperienza di AngeloCannata dicendo che a mio avviso la sua storia non è cosi unica come parrebbe (anche se ovviamente ogni esperienza è unica). Lui che ci "è stato dentro" può sicuramente raccontarci qualcosa a riguardo. Eri veramente così solo? E quali pressioni sono state fatte a te dal "contesto"? Ricordo che ci fu un tentativo di fare un bilancio di questi "preti antimetafisici" in Inghilterra, circa 10 anni orsono (ovviamente li si tratta di un "altra Chiesa" ma vabbè), ed i risultati (anche se non riesco a trovare il link) lasciavano intendere che fosse un fenomeno si marginale, ma nemmeno troppo, e soprattuto che i questionari cambiavano radicalmente risultato se erano anonimi o meno (a suggerire appunto che il "contesto" premeva per silenziare determinate voci).
#4198
Citazione di: Freedom il 25 Gennaio 2017, 08:59:35 AMMi faccio una domanda: ma chi se ne importa di discutere se l'uomo deriva dalla scimmia o la scimmia dall'uomo? Che mi cambia?
Da un punto di vista religioso niente (sono passaggi non contemplati dai testi e provocano solo prurito al religioso), da un punto di vista umano molto . Non tanto se l'uomo derivi dalla scimmia o il contrario, quanto l'azione di derivare in se. Ci avvicina a una mentalità del divenire anziche dell'essere, e ad una mentalità davvero unitaria, dove tutto deriva ed è interdipendente dall'altro. Spiega tu, come non cambia\suscita "nulla" in te questa immagine : https://evogeneao.s3.amazonaws.com/assets/tree_of_life/tree-of-life_2000.jpg
#4199
Citazione di: Fharenight il 24 Gennaio 2017, 23:44:58 PMEd io per il mio Paese voglio una classe politica che faccia innanzitutto gli interessi dell'Italia e degli italiani, non dell'Ue, perché la stessa UE si è rivelata una specie di piovra, uno Stato-sovranazione accentratore di potere che schiaccia le identità nazionali e decide sulle nostre teste, a modello dell'ex Unione Sovietica. Questo è un FATTO, non un'opinione.
Sono contro il multiculturalismo e il multirazziale per i motivi che ho già espresso, non credo affatto che il percorso intrapreso per formare la bella società multirazziale sia quello giusto.
Tu puoi anche essere contro al multiculturalismo, tuttavia c'è una premessa da verificare, ovvero se la globalizzazione sia un fenomeno reversibile (come, quando, e perchè). A questo punto serve indicare modelli economici no-global che siano in grado di essere economicamente validi e sufficienti a sostenere l'economia di un paese. E bisogna fare attenzione ad un piccolo dettaglio, non devono essere funzionali "in vitro", ma funzionali concorrenzialmente. Perchè? Perchè se un solo stato, per esempio l'Italia, decidesse di adottare un modello economico no-global senza la concertazione degli altri stati, dovrebbe essere certo che non verebbe sbranato dalla concorrenza della manovalanza a basso costo. Oggi come oggi, l'Italia sfrutta goffamente la globalizzazione e galleggia (più che altro per demografia e benessere accumulato) nella top10 mondiale, sfruttando a sua volta molte risorse globali. Tu sei sicura di avere in mente un modello economico che permetta all'Italia di evitare di "sporcarsi le mani" nel mercato globale, e sopravvivere alla concorrenza degli stati che invece ne fanno man bassa? (p.s. non puoi abbandonare il mercato globale, prima o poi avrai bisogno di tirare fuori i soldi per pagare il petrolio che nella magica italia non hai). Il paradosso è che per recedere la globalizzazione (ma se ci pensi bene, qualsiasi altro progresso umano) sarebbe necessaria una scelta concertata a livello globale, perchè se un solo stato (o un piccolo gruppo) vanno per primi, finiscono al macello. Insomma. E' lo stesso motivo per cui non si riesce a denuclearizzare, nessuno vuole privarsi per primo di tutte le testate, e nel frattempo nuovi stati sviluppano testate nucleari. Anche io posso essere "contro le testate nucleari" questo tuttavia non lo rende un obbiettivo realistico, ma al contrario ideologico, e mentre io mi diverto a colorare striscioni di protesta, il mondo va avanti e il mio impatto su di esso è vicino allo zero. Lo so che è "brutto" essere deterministi, però spesso ci si azzecca. Non puoi dirti contro al multiculturalismo senza dirti contrario alla globalizzazione per un semplice motivo, la globalizzazione ha reso mobile non solo il capitale ma anche la sua "dark side" la povertà. E la povertà è ciò che spinge le migrazioni, la povertà sotto forma di semplice povertà ecomica, o conflitto armato. Ad oggi, hai la possibilità di dislocare sacche di povertà in zone remote del mondo non contigue con la tua nazione. Comodo. Ma se un azienda "Italiana" sposta le sue sedi in Moldavia, creando un sottoproletariato povero e capitalista, hai davvero da sorprenderti se queste stesse persone a cui hai proposto il modello capitalista, ora vogliono sfruttare non solo la sua dark side, ma anche arricchirvisi, emigrando verso il paese che ha provato a tenere per se il capitale e dislocare la povertà? Io direi di no, gli hai fatto produrrre gli iphone? bene ora ne vogliono comprare uno, e vengono dove lo stipendio glielo permetterà. Ci sarebbe molto da discutere riguardo se quei fabbricanti "moldavi" siano meno di Italiani di te solo perchè vivono a migliaia di kilometri (ma lavorano per il tuo benessere tanto quanto i tuoi compatrioti). Potresti anche pensare "va bene, continuo a sfruttarli e se provano a varcare il confine gli sparo". Non male come idea, per generare interi continenti di terroristi (lasciando perdere l'etica). Il capitalismo se ne fotte dei confini nazionali, tanto che ricevi le ondate migratorie di paesi che non sono stati sfruttati dalla tua nazione ma da altre, e sbarcano sulla tua solamente per questioni geografiche. Allora ancora una volta si nota come le scelte nazionali siano ininfluenti e per recedere la globalizzazione, paradossalente, serva la globalizzazione. Sei in grado di imporre all'intero sistema occidentale lo stop allo sfruttamento delle nazioni più povere, votando Meloni? Ho paura di no. Però gli stricioni fanno sempre.. RADICAL CHIC. La Germania sfrutta le nazioni estere e si rende conto che le migrazioni che produce sono una risorsa da sfruttare, avere la stessa manovalanza sotto casa in un contesto di decrescita demografica è una comodità, ha sfruttato i Turchi come i Veneti hanno sfruttato gli immigrati per decenni, e ad oggi la Germania è quello che è (cosi come il Veneto). Noi invece preferiamo farli girare a zonzo senza fare niente perchè assumerli e farli lavorare sarebbe reato, e tutto questo mentre era stato coniato l'innovativo "reato d'immigrazione" che ha avuto incredibili risultati di nulla assoluto.

Addendum. Ad oggi esiste un solo casus-belli internazionalmente (e direi anche socialmente) accettato : l'autodifesa. Ne deriva che "essere sotto attacco" da parte di qualcuno o qualcosa, è funzionale a determinate spinte, in modo chiaro e palese. Attenzione a quelli, che strumentalizzati o senzienti, paventano continuamente l'essere sotto attacco, perchè queste persone stanno giocando col fuoco, un fuoco che non ricordano più quanto scotti. Sono passate le fatidiche "tre generazioni" come già i Greci sapevano. Forse noi saremo troppo "paurosi" sta di fatto che continuare a ripetere di essere "sotto attacco" è come continuare a ripetere di avere in mano un casus-belli, equivalente. vedi un po te.
#4200
Io sono rimasto sorpreso dalle pire a Varanasi, pensavo di trovare una gran puzza e condizioni igieniche pietose, in realtà non è così grave come immaginavo. Diversa è la questione degli Aghori, che meriterebbero lunghe discussioni. L'idea di farsi bruciare è sicuramente uno "spreco", tuttavia ha una tradizione lunga e affascinante anche nel solo mondo ellenico. A questo proposito si possono trovare 2 diverse impostazioni, una materialista, igienista, energista.. e una "tradizionalista" nel senso che trae giovamento dal ripercorrere tradizioni antiche (nel nostro modernismo a volte ci dimentichiamo del fascino di ciò).. Essendo la morte una questione estremamente personale, non mi sentirei di fare distinzioni troppo nette e classificatorie.