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Messaggi - daniele22

#421
Tematiche Filosofiche / Re: Differenza genetica
13 Agosto 2024, 11:16:14 AM
Citazione di: Jacopus il 12 Agosto 2024, 21:01:01 PMPenso che il concetto di an-archè sia insito in tutte le costruzioni politiche non tradizionali, compresa la democrazia. An-archè è comunque l' attestazione che gli uomini in società possono autoregolarsi e non hanno bisogno di una legittimazione esterna (qualunque essa sia). E quindi il superamento della diade oppressori/oppressi è effettivamente un principio che ha a che fare con la giustizia, indipendentemente da cosa storicamente è avvenuto. L'an-archè nelle sue molteplici manifestazioni è la rivendicazione di un percorso che persegue una evoluzione dell'umanità. L'archè invece fonda la sua legittimazione sulla certezza che il mondo hobbesiano sia inevitabile.
Non sono d'accordo. Il lumicino dell'anarchia mi sembra che sia insito nell'individuo, ma non nelle forme stato alle quali tu ti riferisci, eccezion fatta forse per le società native del nord America ... e si è visto che fine abbiano fatto. E tantomeno sarebbe presente nella democrazia moderna che sarebbe comunque un parto delle forme stato che la precedettero; intendi cioè che lo stato democratico non nasce da una libera associazione tra individui essendo bensì una concessione (costretta) necessaria da parte dei poteri assoluti. E chi formò le democrazie non erano certo persone qualsiasi essendo invece persone già sensibili alla logica gerarchica; se vedi cioè nei vari Andreotti, de Gasperi, Iotti o Terracini etc il nuovo che avanza debbo solo dirti che secondo me sei un ingenuo che non si rende conto del mondo in cui vive.
Insomma, tutte le forme stato cercano di arginare se non di inibire l'istinto alla libertà dell'individuo, e se al comunismo riconosco tutto il merito di avere individuato il nocciolo della questione, di essersi cioè giustamente ribellato alla borghesia capitalista, cioè al regime che domina dalla notte dei tempi e di cui la borghesia capitalista rappresenterebbe solo l'ultimo nato, nondimeno pure il comunismo castrò il desiderio di libertà dell'individuo sacrificandolo agli interessi dello stato ... forse all'epoca era giusto che così fosse, ma sarebbe stato giusto pure che riconoscesse almeno la legittimità delle istanze del pensiero liberale
#422
Tematiche Filosofiche / Re: Differenza genetica
12 Agosto 2024, 20:43:26 PM
Citazione di: Jacopus il 12 Agosto 2024, 00:16:34 AMMa si può distinguere il risultato storico di una esperienza politica dal suo impulso primitivo, che è quello definito così bene da Giorgio Gaber? Oppure prevale il primo e dobbiamo considerare il secondo come il solito capitolo dedicato ai sognatori?

Di solito si dice che se non hai realizzato un sogno c'è qualcosa che ne ha impedito la sua realizzazione. Così come espressi il pensiero che gli statunitensi trasuderebbero un carattere infantile perpetuato sin dalla dichiarazione d'indipendenza con quel diritto al perseguimento della Felicità, negli atti costitutivi dell'URSS, parlo del 1924 nello specifico, si percepisce un clima di dichiarazione di guerra contro la borghesia e il capitalismo, robe da male assoluto insomma ... e pure qui riaffiora il manicheismo. Pur essendo anarchico comunque, ho sempre apprezzato l'intento dei sovietici, ci mancherebbe, ma per conto mio sono partiti proprio col piede sbagliato.
Alla prima domanda rispondo pertanto che è ovvio che le due posizioni intento/esito dell'intento debbano essere ponderate. Per la seconda direi che i detrattori del comunismo diranno sempre e solo che si tratta di un'altra forma di fascismo; a coloro invece che pur non essendo comunisti riconoscono giuste le loro intenzioni e pensano che sia possibile un "mondo migliore", "un mondo nuovo" restando però all'interno di un mondo capitalista direi di fare meglio i conti con la propria coscienza, perché l'istinto alle gerarchie c'è, pure se non si vede. Infatti, secondo me non è vero come dici che "Il comunismo non prevede questa gerarchia fra oppressori ed oppressi ed è in questo senso an-archico (appunto senza gerarchia)". La gerarchia oppressori oppressi non è semplicemente riducibile a questioni di "materia"; vi è qualcosa di non detto che appartiene alle necessità della vita dell'individuo e ha senz'altro a che fare con l'etica la morale e la libertà ... in una sola parola ha a che fare con la giustizia
#423
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
11 Agosto 2024, 22:00:50 PM
Giusto perché sono di parte, il secondo paragrafo della dichiarazione d'indipendenza americana recita:
"Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità".
Tutto illuminismo in salsa americana, da intendersi tanto per sparare sull'ambulanza ... il diritto al perseguimento della Felicità!! ... quanto infantilismo! 
E pensate davvero che questo spirito ... essere? ...  sia di tanto mutato nel corso di due secoli abbondanti di divenire?
@Jacopus
Non puoi "accusare" qualcuno di essere un manicheo (giusti e ingiusti) perché salvo rari coraggiosi che comunque secondo me sposerebbero una causa persa, i più negheranno decisamente con buone argomentazioni soprattutto perché i manicheisti non sono più di moda. Queste però, per quanto buone siano, non possono certo garantire la veridicità di quel che l'accusato sostiene. La mia è una insinuazione maliziosa naturalmente. Prova pensare ora se possa esservi un nesso tra la sensazione (che ad esempio io provo) che le persone tendano a mentire di fronte all'accusa di manicheismo e il fatto che un individuo sia troppo convinto di possedere una piccola dose di il libero arbitrio
#424
Tanto di cappello per questa erudita lezione che, pur non fornendo alcun dettaglio sull'eventuale procedere sotto il segno dell'"indaganda veritas", ha fornito precise nozioni a me ignote che confermano la mia opinione circa il fatto che la filosofia fosse divenuta una scienza da ranocchi. Non sarà facile per il professore affermarsi; ha scelto un avvicinamento alla cristianità, ovviamente, mettendola pure in guardia nella parte finale della sua lezione ... fino a qui condivido il suo pensiero e gli faccio tanti auguri
#425
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
09 Agosto 2024, 16:28:06 PM
Se dovessi attenermi a quello che tu auspichi dovrei andarmene dal forum e non solo dato che sono in guerra col mondo intero. Comunque è da un bel po' di tempo che non intervengo direttamente sui tuoi post, a meno che non sia tu a farlo per primo. Secondo me sarebbe meglio infine sentirci liberi di agire come ci sembra più opportuno con tutte le conseguenze che possano derivarne. Motivandola, l'offesa ci sta per quello che mi riguarda, ma senza calcare troppo. Saluti
#426
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
09 Agosto 2024, 07:06:52 AM
Citazione di: iano il 08 Agosto 2024, 09:13:30 AMMa almeno l'argomento della discussione l'hai afferrato?
Se non posso diminuire la leziosità posso sempre provare ad aumentare la chiarezza espositiva riguardo l'argomento della discussione, se richiesto, sempre che per te la leziosità non sia un ostacolo insormontabile alla lettura dei miei post.
Non pretendo di essere del tutto comprensibile, se spesso rileggendo i miei post anch'io non li comprendo, immagino perchè sono pensieri espressi al loro nascere, con la speranza che col tempo vengano meglio a precisarsi, del che posso darti conferma di solito avvenga..
Naturalemnte non pretendo da te ciò che io non posso dare, e intervengo infatti sul minimo che comprendo dei tuoi post.
Però se vuoi che anche sul quel minimo non intervenga dillo chiaramente.
Anche per me è una fatica riuscire a dialogare con te, ma quando questa fatica non dovessi più riuscire a sostenere te lo dirò chiaramente, anche se ti dico già che sarà molto difficile ciò avvenga essendo una fatica cui sono ben avvezzo (nota la leziosità del mio dire), e nel caso tu saresti il primo a cui lo avrei detto.
Colpirmi ai fianchi con offese velate non serve. Prova con un dritto.

Premessa sulla realtà. Intanto non capisco che bisogno ci fosse di legiferare sui tappi delle bottiglie di plastica; evidente necessità dei tempi moderni.
Dopodiché, della realtà non sono interessato a produrre un dipinto che sarebbe composto da me che mi trovo nella parte di scrivano che parla della realtà all'interno di essa nel suo divenire. Ho cercato invece di chiedermi, rispondendomi pure, in quale modo tale realtà divenga. Comprensibilmente il mio pensiero si è rivolto al moto umano in relazione al medium in cui si muove. Moto umano, metafisica. Risolvere il moto umano significherebbe quindi far entrare nella fisica la metafisica. Partii quindi dal moto incerto dell'individuo. Fine premessa.
Tempo fa ti anticipai in una replica dicendoti che tu, di fronte alla mia eresia, temevi che l'affermarsi di questa potesse toglierti la creatività. E tu hai risposto sì, che era così. Solo tu sai se sei stato sincero. Può essere comunque che io mi sbagli, ma mi è sembrato che in questo topic che hai aperto tu abbia articolato razionalmente tale timore cercando di contrattaccare.
Proseguendo quindi, il mese scorso, manifestando un certo disprezzo nei confronti della tua postura filosofica e senza pretendere da te un "dover essere", ti ho pure accusato di dire falsità nei riguardi di quello che dicevo. Insomma iano, tra me e te ad oggi c'è reciproca repulsione, nulla più che una delle componenti che muove il divenire. Cosa questa che di fatto si riscontra anche in natura; difficilmente troverai una molecola di cloro, bromo ed elio, così come l'olio non si mischia con l'acqua. Facciamocene quindi una ragione, giacché pure tu in questi ultimi post mi hai provocato più o meno velatamente.
Saluti
Ps: Da parte mia ho già espresso l'idea che ogni scoperta corrisponda a una provocazione e ora cerco di provocare pure io. In ogni caso, solo quando cessi la sete di sapere verrà meno il bisogno della verità
#427
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
08 Agosto 2024, 06:33:47 AM
Citazione di: Alberto Knox il 07 Agosto 2024, 12:34:02 PMhai ragione ma questo vale anche per l azione morale. Non è tanto l azione in sè nel suo concretizzarsi ma piuttosto è l'intenzione che ci mettiamo dentro. Non è tanto importante poi alla fine come agiremo ma quanto che in realtà vogliamo agire nel bene , vogliamo la giustizia. Kant parla di volontà buona ed è propio questa intenzione all azione, non faccio l'elemosina per farmi bello ma perchè davvero voglio il bene. Allora l azione massimamente morale è sì nella sua concretezza ma sopratutto nella sua intenzione.
Giusto appunto l'intenzione. Bisogna far sì che l'intenzione, imperscrutabile, diventi chiara ai tuoi occhi
#428
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
08 Agosto 2024, 06:30:05 AM
@iano
Nel primo intervento sul tema dicevo che trovavo quasi nocivo parlare della verità. Sappiamo tutti cosa sia la verità e per quale motivo sia apprezzata. Trovo inoltre che i tuoi interventi siano spesso a me incomprensibili e li trovo un po' leziosi, oltre che prolissi. Non voglio dire con questo che la lunghezza sia di per sé un difetto
#429
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
07 Agosto 2024, 19:03:26 PM
@Alberto Knox
La prima cosa che mi è passata per la mente leggendoti è che io posso dialogare con te, ma non con te che riporti il pensiero di Kant, primo perché questo topic non è dedicato a Kant e poi ho notato che quando si parla di questI giganti del pensiero vi siano puntualmente dei disaccordi. Tra l'altro Kant imputa all'essere umano uno stato di minorità per non avvalersi del proprio pensiero, e su questo sono senz'altro d'accordo con lui. Aggiungi a questo fatto che io sono in disaccordo con tutti tali giganti (Eraclito escluso forse) perché il loro pensiero parte da premesse sbagliate. Comunque proprio per oppormi a Kant e a chi abbia fatto riferimento ad un bene oggettivo, supremo, sommo, massimo etc etc. posso dire che non esiste alcun bene oggettivo che non sia Dio. Dio è il bene supremo. Fuori da Dio trovi solo cose relative. E io non sono un credente
#430
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
07 Agosto 2024, 08:09:16 AM
Citazione di: Alberto Knox il 06 Agosto 2024, 11:21:29 AMl'imperativo non è una norma che dice come bisogna fare in una determinata situazione , dice cosa fare in qualsiasi situazione ,  non come  legge esterna ( devi restituire il portafoglio che hai trovato perterra perchè lo dice il Papa, perchè lodice la buona norma civile , perchè lo dice Gesù, perchè lo dice la legge) no devi restituire il portafoglio per la stessa legge morale che è in te. Lo puoi anche tenere naturalmente e far finta di niente ma in questo caso non hai agito secondo la tua morale , hai agito secondo interesse personale. Ma nessuno può obbligarti a restituire il portafoglio, è una scelta che devi fare tu. Non te lo impone la società
Non hai letto bene il mio pensiero. Dico semplicemente che non è l'azione a determinare l'immoralità del gesto. Hai fatto l'esempio del portafoglio ed è un buon esempio proprio perché non implica presenza di reato; ebbene, se un ricco perdesse cento euro per strada non reputerei un'azione immorale non restituirglieli. Se li perdesse un povero cristo sí. Questo naturalmente perché la mia morale disapprova la funzione del danaro nella nostra società. Ora, non è che la "ragione umana" possa sentenziare che il nostro sistema socio-economico sia una cosa immorale, ma se il codice morale di una persona stabilisce di non recare danno agli altri, una volta che ci si renda conto che la ricchezza altrui corrisponde necessariamente alla povertà di altri.... Beh, non denunciare almeno questo fatto sarebbe secondo me un atto immorale al cospetto della "ragione umana". Mi sembra infine che tu abbia una visione ingenua della realtà che si palesa pure nel topic che hai recentemente aperto ... nel senso che non si hanno evidenze di amore "globale" e amore e odio sono solo due facce complementari della vita; per dirla con Bohr, "contraria sunt complementa"



#431
Tematiche Filosofiche / Re: Il Corpo
06 Agosto 2024, 22:12:52 PM
Citazione di: daniele22 il 06 Agosto 2024, 07:03:47 AM
Un solo commento e lapidario: Non rendersi conto che la propria mente lavori al servizio del proprio corpo è da ignoranti e da irresponsabili, soprattutto da parte dei filosofi

Sono stato troppo lapidario. La mente lavora per la propria persona sia in senso materialistico che per gratificazioni di natura spirituale. Si intenda che la persona può anche perderci materialmente in cambio di una gratificazione di diversa natura ... fermo resta comunque che il corpo/mente per natura sarebbe egoista anche quand'è altruista
#432
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
06 Agosto 2024, 10:53:38 AM
Citazione di: Ipazia il 06 Agosto 2024, 07:48:17 AMLaddove la verità combatte la sua battaglia più fatale.
E sembra perderla quando all'Olimpiade costringono degli atleti a nuotare nella Senna
#433
Tematiche Filosofiche / Re: Il Corpo
06 Agosto 2024, 07:03:47 AM
Un solo commento e lapidario: Non rendersi conto che la propria mente lavori al servizio del proprio corpo è da ignoranti e da irresponsabili, soprattutto da parte dei filosofi
#434
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
05 Agosto 2024, 15:36:08 PM
@Alberto Knox 
A prescindere dal fatto che non conosco il pensiero di Kant, questi era comunque un religioso e questo non può non aver influenzato il suo pensiero. Può essere quindi che lui, emendando il suo pensiero di credente al fine di trovare un'universalità etico/morale abbia cercato delle norme che si rifacessero alla ragione e non a Dio, trovandole infine nella formulazione degli imperativi. Ma se non sapeva per quali vie si attua la conoscenza, vie che mancano a tutt'oggi essendo che non esiste una teoria universalmente accettata della conoscenza, mi chiedo quanto attendibili possano essere le sue formulazioni che a detta ragione si appellavano. Seguendo il suo pensiero pure io mi appello alla ragione, ma da ateo, e ancor mancando ad oggi una teoria della conoscenza, mi trovo nella sua stessa condizione, però mi guardo ben dal dire "bisogna fare così", pure se mi arrogo di sapere come l'essere umano conosce la realtà. La morale, per come la penso, si attua attraverso la conoscenza comune, la consapevolezza, e comunque l'individuo ha il diritto di disobbedire fermo restando che la comunità ha il diritto/dovere di difendersi
#435
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
02 Agosto 2024, 11:45:17 AM
Citazione di: Alberto Knox il 01 Agosto 2024, 14:09:33 PMSì, abbiamo un bisogno immenso di grandi uomini che mettano se stessi al servizio del bene comune e non solo del propio.
Non ci sarebbe in verità bisogno di grandi uomini Alberto, bensì di un po' d'ordine mentale. A meno quindi che il sole non porti a ebollizione il nostro sangue se la nostra società fosse in declino sarebbe perché manca di giustizia. Manca più che altro un metro per definirla, ma il metro chi ce lo dovrebbe fornire? Il pensiero di un individuo, quello di una parte di individui, o quello di tutti gli individui? Ovviamente penso che il metro dovrebbe essere dato da tutti gli individui assieme ... ha ha ha ahhaaaaah! ... intendo con questo che dovrebbe saltar fuori dalla ragione umana, dall'umano pensiero, non dalla ragione del singolo; questo poiché la sfera emotiva vincolerebbe la ragione dell'individuo, e di conseguenza sarebbe opportuno, giusto, che tale sfera dovesse essere in parte emendata da una ragione collettiva comunque emotivamente direzionata, la quale però dovrebbe almeno elevarsi dall'emotività parcellizzata che si configura negli interessi di vario genere in cui si trova costretta la ragione individuale. Fintanto allora che l'individuo non abbia piena nozione, piena coscienza della distinzione che vi sarebbe tra quello che vi è là fuori e quello che sta dentro nella sua testa resteremmo inesorabilmente costretti a gravitare attorno a un concetto di giustizia arbitrario, intendi solo nel senso che puzza troppo di una imposizione elitaria accettata perché vagamente condivisibile pure da chi elite non è; è facile far capire che uccidere non è una buona azione. Tutto troppo umano insomma. E gli oggetti che gravitano attratti fatalmente verso questa nebulosa giustizia sarebbero, come già ventilato in post precedenti in questo topic, le molteplici e spesso inconciliabili descrizioni della realtà che produciamo facendone parte appunto. Non considerando cioè che tali popolazioni di varianti, i nostri discorsi appunto, probabilmente sarebbero l'esito del coinvolgimento di natura emotiva che pregna le nostre produzioni certo ben confezionate nella migliore delle ipotesi, ma poco convincenti ugualmente; e va ben che qua dentro a parte me sembra che quasi nessuno voglia convincere chicchessia, ma insomma, non facciamo i ridicoli! Convincere quindi di cosa? Convincere, per quel che mi riguarda, del fatto che la realtà di cui pensiamo di parlare non è quella là fuori ... Errata ed erratica presunzione mentale ... Se si vive costantemente calati in un mondo in cui la sfera emotiva è costantemente pronta a manifestarsi per via dell'incessante divenire che può stimolarla, come possiamo pretendere di comporre dipinti del reale epurandolo della memoria che tali stimolazioni producono in noi. La conoscenza è sinonimo di realtà, quella di un individuo però, ma lui non se ne dà conto, pensa che vi sia una separazione, e i giusti e gli ingiusti di cui tutti parlano inebriati dal libero arbitrio non sono definibili secondo il senso del decalogo mosaico. Anche un assassino, o peggio, un traditore, o un falso, possono essere nel giusto, ma noi non lo sapremo mai, nemmeno se ce lo dice lui; ulteriore risposta, limitante e inquietante, da fornire al "cosa posso conoscere" kantiano. Dato quindi che alla prima domanda avrei già risposto con due formulazioni distinte (quella precedente era che posso conoscere solo ciò che è utile), se ti piace Kant risponderei pure alla sua seconda domanda sul "cosa devo fare?"; dicendo che, purtroppo, devo convincere gli altri di questi loro limiti che perniciosamente oltrepassano senza ragione alcuna che non sia mossa da pretese di potere e/o vanagloria