ciao NiMo
Ciò che è ontologico e quindi segue la verità incontrovertibile, il luogo del Bene e dell'Essere, sono immutabili, eterni e in quanto tali non soggetti ad opinioni.
La relazione fra eterno e divenire è gnoseologica, è conoscenza. Essendo il divenire il luogo delle apparenze dei fenomeni naturali/fisici e dove l'esser-ci esiste, proprio perché apparenza dei corpi è negativo rispetto all'ontologia dell'Essere come verità incontrovertibile. Per cui necessariamente l'Essere nel divenire rispetto all' esser-ci, è nascondimento in quanto l'esser-ci essendo esistenza diveniente ed esperienziale soggetta al divenire è a sua volta negazione dell'Essere.
In parole povere significa che la nostra vita è nell'ignoranza (non sapere), per questo la conoscenza è svelamento se accetta che l'origine sia Essere, Bene e Verità, soggetta alle leggi divenienti. Ma essendo il divenire sottoposto alle regole eterne, si presenta come negazione in quanto divenitene rispetto all'Essere. L'esperienza dell' esser-ci non è nella soggettivazione e oggettivazione e quindi separazione nel dominio del divenire, è molto più sfumato il confine relazionale fra noi e il mondo.
Se così non fosse la conoscenza non avrebbe modo di esistere, le apparenze fenomeniche fisico/naturali sarebbero sempre e solo negazione, e l'Essere sarebbe inaccessibile.
Lo svelamento dell'Essere immutabile, avviene da parte dell'esser-ci diveniente, nel momento in cui la forma delle apparenze dei fenomeni divenienti, a loro volta sottoposte alla regola generale che l'Essere è e dichiara in quanto esistenze divenienti e quindi esperienziali esistenti, diventano prima conoscenza e poi sapere. La stessa scienza moderna, che crede nelle leggi fisico e naturali e ritiene nel divenire il luogo di una verità che non può che essere diveniente come storia e in quanto tale falsificabile e quindi relativa e opinabile, deve epistemologicamente a sua volta trovare le forme nel dominio naturale per costruire leggi, assiomi. La legge fisica è una forma che traduce il passaggio dal fenomeno nel pensiero, ma non è essenza dell'Essere, in quanto il dominio diveniente e se la verità è dimostrazione nel sensibile, ecco apparire le leggi come i fenomeni, nascono e muiono in contraddizione con l'Essere, con il Bene con la verità incontrovertibile.
Quindi il divenire offre la possibilità gnoseologica filosofica ed epistemologica diveniente, all'esser-ci. La differenza è che la meta-fisica crede necessariamente all'Essere come ente immutabile originario, invece la scienza crede al sensibile delle apparenze divenienti che comunque categorizza in sotto insiemi, classifica.
Muta il luogo della verità, poiché la scienza crede nel divenire e non all'eterno immutabile.
Ma perché necessariamente deve sussistere il dominio del divenire se già è il dominio dell'eterno immutabile dell'Essere, se già è verità?
Perchè devono apparire nel divenire i negativi del Bene vale a dire il Male, dell'Essere vale a dire il non- Essere? E così via.....?
Il nostro esistere, essendo esser-ci nel divenire, è esperienza pre-posta alla conoscenza nella vita fisica. Sono senso e significati delle forme anche nel divenire che possono svelare l' Essere e quando l'esser-ci vi riesce ,in quel momento diventa positivo in quanto correttamente relazionato all'Essere, per quanto continui a sussistere la negazione dell' esser-ci come divenire.
Il Bene nel divenire sta in questa corretta lettura armonica della forma che rompe i domini relazionando l'eterno e il divenire, divenendo immanente verità incontrovertibile.
Se ciò non fosse, a sua volta, il pensiero umano dell'esser-ci non avrebbe mai potuto pensare all'Essere, al Bene, alla verità incontrovertibile.
Ciò che è ontologico e quindi segue la verità incontrovertibile, il luogo del Bene e dell'Essere, sono immutabili, eterni e in quanto tali non soggetti ad opinioni.
La relazione fra eterno e divenire è gnoseologica, è conoscenza. Essendo il divenire il luogo delle apparenze dei fenomeni naturali/fisici e dove l'esser-ci esiste, proprio perché apparenza dei corpi è negativo rispetto all'ontologia dell'Essere come verità incontrovertibile. Per cui necessariamente l'Essere nel divenire rispetto all' esser-ci, è nascondimento in quanto l'esser-ci essendo esistenza diveniente ed esperienziale soggetta al divenire è a sua volta negazione dell'Essere.
In parole povere significa che la nostra vita è nell'ignoranza (non sapere), per questo la conoscenza è svelamento se accetta che l'origine sia Essere, Bene e Verità, soggetta alle leggi divenienti. Ma essendo il divenire sottoposto alle regole eterne, si presenta come negazione in quanto divenitene rispetto all'Essere. L'esperienza dell' esser-ci non è nella soggettivazione e oggettivazione e quindi separazione nel dominio del divenire, è molto più sfumato il confine relazionale fra noi e il mondo.
Se così non fosse la conoscenza non avrebbe modo di esistere, le apparenze fenomeniche fisico/naturali sarebbero sempre e solo negazione, e l'Essere sarebbe inaccessibile.
Lo svelamento dell'Essere immutabile, avviene da parte dell'esser-ci diveniente, nel momento in cui la forma delle apparenze dei fenomeni divenienti, a loro volta sottoposte alla regola generale che l'Essere è e dichiara in quanto esistenze divenienti e quindi esperienziali esistenti, diventano prima conoscenza e poi sapere. La stessa scienza moderna, che crede nelle leggi fisico e naturali e ritiene nel divenire il luogo di una verità che non può che essere diveniente come storia e in quanto tale falsificabile e quindi relativa e opinabile, deve epistemologicamente a sua volta trovare le forme nel dominio naturale per costruire leggi, assiomi. La legge fisica è una forma che traduce il passaggio dal fenomeno nel pensiero, ma non è essenza dell'Essere, in quanto il dominio diveniente e se la verità è dimostrazione nel sensibile, ecco apparire le leggi come i fenomeni, nascono e muiono in contraddizione con l'Essere, con il Bene con la verità incontrovertibile.
Quindi il divenire offre la possibilità gnoseologica filosofica ed epistemologica diveniente, all'esser-ci. La differenza è che la meta-fisica crede necessariamente all'Essere come ente immutabile originario, invece la scienza crede al sensibile delle apparenze divenienti che comunque categorizza in sotto insiemi, classifica.
Muta il luogo della verità, poiché la scienza crede nel divenire e non all'eterno immutabile.
Ma perché necessariamente deve sussistere il dominio del divenire se già è il dominio dell'eterno immutabile dell'Essere, se già è verità?
Perchè devono apparire nel divenire i negativi del Bene vale a dire il Male, dell'Essere vale a dire il non- Essere? E così via.....?
Il nostro esistere, essendo esser-ci nel divenire, è esperienza pre-posta alla conoscenza nella vita fisica. Sono senso e significati delle forme anche nel divenire che possono svelare l' Essere e quando l'esser-ci vi riesce ,in quel momento diventa positivo in quanto correttamente relazionato all'Essere, per quanto continui a sussistere la negazione dell' esser-ci come divenire.
Il Bene nel divenire sta in questa corretta lettura armonica della forma che rompe i domini relazionando l'eterno e il divenire, divenendo immanente verità incontrovertibile.
Se ciò non fosse, a sua volta, il pensiero umano dell'esser-ci non avrebbe mai potuto pensare all'Essere, al Bene, alla verità incontrovertibile.