Nel "comune sentire" ed anche in questo forum, echeggia la credenza che l'umanità sia sempre la stessa: homo homini lupus, il discorso di Atene all'isola di Meli, Golpe e Lione, l'affermazione della potenza come unico criterio di risoluzione delle contese. In realtà abbiamo la memoria corta da un lato, mentre dall'altro, chi siede a capotavola ha tutto l'interesse per far credere che non è mai cambiato nulla, perché una concezione del genere aiuta a sopportare una situazione universale e atemporale di ingiustizie e sopraffazioni. Eppure appena duecentocinquanta anni fa, cioè una dozzina di generazioni fa, la prova principale in un processo penale era la "quaestio", ovvero la tortura (ricordate Galilei?). Se si era accusati di un crimine, si veniva torturati al fine di ottenere una confessione. È possibile che anche oggi vi siano pratiche di torture in ambito del diritto penale, ma di sicuro sono pratiche illegali non scritte in un codice. Insomma, se è vero che il progresso ha un suo rovescio della medaglia (inquinamento, individualismo, materialismo...), non sottovaluterei questi cambiamenti della sfera dei "diritti civili", quelli che Kant, riassumeva nella parola "Zivilitation" (termine ambivalente che attraversa tutta la storia del pensiero tedesco).