Sarei curioso di sapere cosa intendete, voi (Jacopus e Anthony), con il termine "competenza"...
Competenza a fare che cosa? A far crescere le diseguaglianze fino a livelli di irrazionalità economica?
Anni fa c'era una ricerca dell'inserto economico del Corriere della Sera che analizzava la distribuzione
della ricchezza prodotta dal 1995 al 2005 dalle 20 maggiori aziende italiane. Beh, nel 95 il reddito da
capitale era il 30% mentre quello da lavoro dipendente era del 45. Dieci anni dopo quelle cifre erano
ribaltate, e da allora la situazione si è certamente ancor più acuita.
Era forse "competenza" quella di certi studenti del 5° anno della Bocconi che nei primi anni 90 dicevano
(la trasmissione era una condotta da Gad Lerner) che non dovevamo preoccuparci se il primario (agricoltura)
e secondario (industria) andavano nei paesi emergenti IN QUANTO nei nostri paesi lo sviluppo del terziario
(servizi) avrebbe sopperito ai posti di lavoro persi?
Era il periodo della delocalizzazione selvaggia in Romania (nella sola Timisoara c'erano 5000 aziende italiane),
e ricordo ancora la caustica risposta che ad essi diede un brillantissimo Giulio Sapelli (che ridicolizzò non
certo quei quattro studentelli, ma naturalmente i programmi di insegnamento della loro celebre e competentissima
università...).
Concordo del tutto con l'amica Ipazia.
saluti
Competenza a fare che cosa? A far crescere le diseguaglianze fino a livelli di irrazionalità economica?
Anni fa c'era una ricerca dell'inserto economico del Corriere della Sera che analizzava la distribuzione
della ricchezza prodotta dal 1995 al 2005 dalle 20 maggiori aziende italiane. Beh, nel 95 il reddito da
capitale era il 30% mentre quello da lavoro dipendente era del 45. Dieci anni dopo quelle cifre erano
ribaltate, e da allora la situazione si è certamente ancor più acuita.
Era forse "competenza" quella di certi studenti del 5° anno della Bocconi che nei primi anni 90 dicevano
(la trasmissione era una condotta da Gad Lerner) che non dovevamo preoccuparci se il primario (agricoltura)
e secondario (industria) andavano nei paesi emergenti IN QUANTO nei nostri paesi lo sviluppo del terziario
(servizi) avrebbe sopperito ai posti di lavoro persi?
Era il periodo della delocalizzazione selvaggia in Romania (nella sola Timisoara c'erano 5000 aziende italiane),
e ricordo ancora la caustica risposta che ad essi diede un brillantissimo Giulio Sapelli (che ridicolizzò non
certo quei quattro studentelli, ma naturalmente i programmi di insegnamento della loro celebre e competentissima
università...).
Concordo del tutto con l'amica Ipazia.
saluti