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Messaggi - PhyroSphera

#421
Esistenzialismo o filosofia dell'esistenza? Quest'ultima la si ritrova già in Platone. Propriamente l'esistenzialismo inizia con Kierkegaard, non senza l'ambivalenza che poi lo caratterizzerà. Dall'analisi del negativo contenuta ne "La malattia mortale", alla descrizione religiosa di "Timore e tremore", dalle apologie del cristianesimo alle oscurità del Diario: un quadro assai variegato dove si possono individuare due tendenze: una verso l'affermazione della singolarità, l'altra verso il confinamento nei particolarismi.
Sicché troviamo accanto alla descrizione universale degli stadi dell'esistenza (estetico, etico, religioso), la concentrazione su una spiritualità che non sa badare più all'essenziale e che si aggrappa disperatamente ai fatti storici (Gesù di Nazareth e Ponzio Pilato) per non ammettere la propria crisi... Così l'affermazione del Singolo che in mezzo alla Folla è in rapporto assoluto con l'Assoluto, la giusta smentita del razionalismo hegeliano, sono assieme — e senza motivo — alla caduta nell'ossessione del dolore, che si fa muto (sempre nel Diario) fino all'afasia.
Personalmente sarei propenso a ritenere che se il pensiero di Kierkegaard non avesse oscillato tra questi due poli, l'uno salvifico per il futuro non solo del pensiero occidentale, l'altro espressione di una grave crisi in Europa, lo stesso suo autore non sarebbe morto anzitempo e accanto alla grande opera di "Max Stirner" "L'unico e la sua proprietà", avremmo avuto l'altra "Il singolo e la folla"; e il totalitarismo, sia di destra che di sinistra, non si sarebbe impadronito delle strutture politiche.
Ma le contraddizioni della vicenda, non solo culturale, di S. Kierkegaard non vanno intese semplicemente pensando al già noto e al risaputo. Proprio all'inizio del suo Diario si trova un riferimento demonologico, a segnare l'ombra che aveva da sempre accompagnato le sue meditazioni... Non quindi nella sua biografia, ma nel caso sfavorevole che non solo lui aveva dovuto affrontare senza tutta l'accortezza, si può trovare la causa dell'impedimento; che non deve diventare un ostacolo.

Mauro Pastore
#422
Citazione di: iano il 20 Aprile 2024, 17:10:08 PMNon sono uno psicologo ma temo che tu stia facendo una proiezione di te su di noi, e non è la prima volta.
In genere hai idee molto confuse sulle questioni scientifiche, mentre sei molto più ferrato nella filosofia, la quale a quanto pare non apre però abbastanza la tua mente.
Avere idee confuse sulla scienza per i non addetti ai lavori non è una colpa grave, oltre ad essere cosa molto diffusa.
Grave per ognuno di noi è assumere un atteggiamento professorale in ogni campo, quando non possiamo  permettercelo, non avendo alcuno di noi competenze a 360 gradi.
Io sono ignorante in storia del pensiero filosofico, quindi mi limito a fare filosofia come esercizio di pensiero, senza pretendere di insegnarla.
Ho maggiore competenza invece in Fisica, ma senza esagerare.
Dicamo quanto basta per capire chi si riempie la bocca di ciò che non capisce sulla materia.
Non sei il primo e non sei l'unico.
Mi spiace dovertelo dire, ma spero così di fare il tuo bene.
Secondo me la filosofia non apre la mente a questioni scientifiche, ne succede il contrario, perchè le due cose non dovrebbero andare separate, come purtroppo invece è avvenuto e continua ad avvenire, come fossero divenute corpo ed anima a partire, come ci dice la storia della filosofia, dall'essere una cosa sola .
Evidentemente la necessità di specializzazione dovuta al crescere del sapere ha fatto si che le materie in cui ci si specializza si siano così tanto di fatto separate da farcele apparire come cose a se stanti, delle quali facciamo classifica, secondo quale di esse debba aprire la mente alle altre.

Dovresti imparare che esiste un uso pieno della filosofia invece che sparlare sui miei messaggi.

Mauro Pastore 
#423
Citazione di: green demetr il 23 Aprile 2024, 07:21:42 AMFrancamente la esaltazione della vitalità della guerra, dell'odio, a me non sono mai parse cose sane da pensare.
E' uno dei motivi per cui mi riusciva difficile continuare a leggere la teologia politica di Agambem.
Se pensiamo ai deliri di Dugin e alla quarta roma, capiamo che non stiamo parlando di liberalismo.
Ho detto liberalismo nel senso di libertà, purtroppo la feccia comunista appiattisce la libertà non ad un valore ma ad una teoria economica.
Teoria economica che si dice liberalista.
Come già dicevo questo eros non esiste, non perchè non esista naturalmente, perchè quello è lapalissiano, ma perchè la potenza di Thanatos piega gli sguardi, ed oggi li ha buttati dentro la centrifuga a cui il soggetto viene ridotto alla dottrina (immaginaria) del collettivismo: ovvero la servitù volontaria delle genti.
Un altro impedimento mio è che non penso esista la natura, ma la cultura.
E' l'uomo che decide l'importanza dell'uomo, non l'animale uomo che infatti la nega.
I discorsi di thanatos sono tanti, difficili da capire, ostici da affrontare anche solo e semplicemente intellettualmente.
Siccome manca il coraggio si sogna di bagni di sangue del nemico.
E il nemico è sempre immaginario.
Benjamin, Taubes capivano la necessità di un pensiero apocalittico ma che virasse sul liberale.
Notevole lo sforzo del pensiero italiano di NEGARE queste cose.
Perchè mi pare che l'italiano (Agamben-Cacciari) lo capiscono il punto, ma poi virano su forme di polemos, che sono proprio quelle che benjamin e taubes rimproveravano a Schmit.
Il pensiero della barbarie attraversa anche Nietzche.
Ma per chi capisce, ossia pochi pochi, in Nietzche questo pensiero è ironico-polemico, infatti egli odia il nazionalismo depensato.
Purtroppo un pensatore come Heidegger non ha capito, o meglio ha capito benissimo, ma gli manca completamente la parte liberale.
Il pensiero cattolico, ebraico, musulmano hanno caratteristiche apocalittiche, ma riguardano l'uomo che vince sull'animale-uomo.
La guerra etica, deve essere etica, non nazionalista.
Ma la base che domina queste religioni è evidentemente sessuofoba.
La natura...già, ma la natura va pensata altrimenti è solo barbarie, nascosta da nobili pensieri (appunto la sessuofobia stessa).
L'uscita dalla sessuofobia non è la natura barbarica, ma la liberazione del pensiero come per primo Nietzche ha portato passi da gigante su quella strada.
Liberazion del pensiero, non liberazione DAL pensiero come questa etò disperata insegna.
E mi dispiace questa è proprio la cultura dei tre monoteismi.
Una strana, molto strana libertà.

La base di sessuofobia che tu indichi non è interna ai tre grandi monoteismi.
La barbarie va pensata secondo contesti e situazioni. Lutero aveva ridotto i sacramenti a due dei sette originari, mettendo a parte anche la penitenza. Aveva pure fatto chiudere i conventi e lui, da frate agostiniano che era, si era preso moglie encomiando l'amore tra maschio e femmina. Questa sua precisazione e non una menzione generica sul sesso, mi fece dedurre che nei conventi a quel tempo si praticava molto l'omosessualità, perché Lutero tenne a precisare solo il valore del sesso eterosessuale, poiché — così dedussi — l'amore omosessuale era in realtà non ancora bisognoso di aiuti...
A me fece tremenda sensazione l'affermazione di A. Adler (iniziatore della psicologia individuale) sulla 'connotazione omosessuale della religione cristiana'. Adler, a differenza di Jung, non aveva un sistema rigoroso per i collettivi e ciò è ovvio: studiava gli individui. Dalla sua osservazione si ipotizzerebbe una vicenda di confinamento sessuale, di nozze pagane in mezzo a sacerdozi tanto monoteisti quanto omosessuali; ma la vera storia cristiana non è questa. Non lo dimostra solo il caso di Lutero, anche la nascita del monachesimo nel mondo ortodosso. Questa istituzione non era finalizzata alla castità né tantomeno alla astinenza; era dipendente da situazioni contingenti: non voti di castità, ma assenza di bisogni, variamente e provvisoriamente motivabile. Non erano gli eunuchi resisi tali per il "Regno dei cieli"; questo riferimento evangelico prevalse nel monachesimo occidentale e nemmeno sùbito e mai del tutto... E questa seconda istituzione non fu mai ufficiale, nel senso che anche in questo caso non c'era (e non c'è) alcun giuramento. Di fatto nel Medio Evo dai conventi si entrava e usciva, tranne che non ci fossero imposizioni esterne; e i barbari erano particolarmente attenti a scongiurarle. All'avvio della Modernità stava per prevalere l'intrusione sessuofobica, ma accadeva il grande evento della Riforma Protestante, che costringeva il Papato a conservare la medesima forma del monachesimo medioevale. Sicché i casi diversi, che pure abbondavano, non erano la vera regola. Non si doveva costringere nessuno a rimanere nel voto, neppure a restare in convento. C'erano purtroppo léggi non scritte che solo attualmente sono entrate in forte crisi.
I fedeli cattolici dalla anarchia antica al disordine medioevale finivano poi nella indifferenza moderna... E si scopre che la sessuofobia non era dal cristianesimo. Il celibato dei preti cattolici esclude solo il matrimonio; i preti con donne e figli hanno sempre abbondato.
Le interpretazioni solo allegoriche del Cantico dei cantici (sull'amore) hanno sempre avuto la funzione di lasciare libero il resto.
In definitiva se si inquadra il vero fenomeno cristiano, non si nota sessuofobia. La sessuofobia di Paolo di Tarso era solo apparente. A chi incapace di dare fondo veramente agli istinti, diceva di astenersene; rimetteva al desiderio spontaneo e non costruito; evidenziava le passioni estranee. Così un passo della Lettera ai Romani sembra descrivere e condannare l'omosessualità, in realtà indica passioni velleitarie, brucianti quanto inautentiche.

Mauro Pastore
#424
Citazione di: Ipazia il 17 Aprile 2024, 18:04:27 PML'ecologia è stata sussunta dal capitale sia sul piano economico che ideologico, per cui non mi farei troppe illusione su un suo ruolo antagonista o almeno correttivo.

Lo scontro Nato-Russia è sempre quello descritto da Lenin in "Imperialismo, fase suprema del capitalismo". Cambiano solo i protagonisti ed, in parte, pure il substrato economico, la "struttura", su cui si gioca la partita, essendo venuto a mancare lo strapotere delle potenze coloniali ottocentesche, ormai in difficoltà anche nel controllo delle ex colonie, entrate nell'area attrattiva di nuove super e medie potenze, sempre più capaci di proiettarsi, e vincere, nel "grande gioco". Economicamente e militarmente.

Anche il globalismo finanziario ha modificato il modus vivendi dello scontro, in parte ammortizzandolo, date le compartecipazioni globali, ma pure esacerbandolo, appena si mette in discussione la materia prima strategica che è la moneta di riferimento.
Io attribuisco un senso a un certo comunismo, ma pure un senso a un certo capitalismo. Il nonsenso che vige in tanta politica attuale non può essere cancellato né da comunismo né da capitalismo. L'ecologia deve agire su tutti i piani... Sia per quel che rimane del comunismo in Cina ed altri paesi, sia per la restante parte capitalista. Si riconosca che la dittatura comunista e il capitalismo selvaggio sono stati e sono antiecologici, ma senza buttare via il resto. Il confronto tra capitalismo e comunismo può continuare in altro senso ma non è più protagonista. Pensare al comunismo come chiave di accesso all'ecologia è di nuovo la riproposizione della ideologia dittatoriale e totalitaria che tanti disastri ha già creato e che può creare ancora, anche solo con l'illusione.

Mauro Pastore 
#425
Citazione di: iano il 18 Aprile 2024, 22:09:55 PMFanno riferimento ad una pratica che può essere giustificata con cause ed effetti.
Gli edifici ad esempio non starebbero in piedi se non rispettassero la legge di gravità.
Ebbene, i fisici quantistici fanno i calcoli con premesse diverse dagli ingegneri edili, ma entrambi fanno calcoli. Oltretutto dalla fisica quantistica si ottengono anche tecniche. È tristemente noto il caso delle bombe atomiche. Lo scoppio non è calcolato secondo cause e effetti, ma secondo considerazioni di tipo strutturale; per completare la bomba si usano anche calcoli di fisica classica. Voi avete in testa solo questa e non potete capire l'Era Atomica né Post Atomica... Proprio come quei preti aristotelici che non capivano il mondo dei grandi viaggi transoceanici e delle Colonie. Perché non usate la filosofia per aprire la vostra mente a nuovi orizzonti culturali?

Mauro Pastore 
#426
Citazione di: PhyroSphera il 18 Aprile 2024, 09:20:29 AM[...] In tutti e tre i casi vi fu una trasformazione religiosa. Abbiamo lo Stato Pontificio quindi il Vaticano, il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, il Patriarcato di Mosca. Ma i vandali, gli ottomani e i bolscevichi non sono da considerare male. E così un posto si può trovare pure per Lutero, i turchi e i sovietici.
[...]
Ho scherzato un po' mettendo Lutero dopo i vandali. Si potrebbero annoverare i lanzichenecchi, del resto erano tutti protestanti e si presentarono a Roma senza armi da fuoco rimproverandone l'uso all'esercito pontificio. Il Vaticano ha da tempo trovato un compromesso con la Chiesa Luterana (la Dichiarazione di Augusta sulla Dottrina della Giustificazione, del 1999); si farebbe bene a rivalutare anche la discesa dei lanzichenecchi. Lo dico senza malizia.

(Ammetto che la battuta di spirito sui beduini in Africa non mi è riuscita bene, però lo scopo era informativo non ricreativo.)

Mauro Pastore
#427
Citazione di: green demetr il 17 Aprile 2024, 23:17:10 PMPiu che di un meccanismo parlerei di una calcolabilità certa.
Infatti la quantistica calcola in maniera probabilistica, ma comunque calcola, e dunque può predirre di nuovo cause ed effetti.
Vedi Schroedinger.
Esistono per esempio i calcoli delle strutture in cemento che non fanno riferimento a cause ed effetti.

Mauro Pastore 
#428
Citazione di: green demetr il 18 Aprile 2024, 01:16:13 AMAvevo iniziato a leggere lo studio di Jonas, ma poi l'ho sospeso, c'erano tante cose che non andavano nel suo procedere filosofico su di un piano metafisico che però non è quello teologico o apocalittico.

Che tutte le religioni abbiano uno sfondo gnostico è risaputo: la lotta tra il bene e il male.
Lo gnosticismo contemporaneo, quello seguito dalle elite di matrice radical chich, e quindi spogliato proprio della sua più propria essenza spiritualista, fa del ricco il giusto ricco che deve punire i poveri giustamente poveri perchè immorali.
Questo è in breve il succo della questione.

Il tutto in nome di quello che per lo gnosticimso è la cosa fondamentale: la SCIENZA SPIRITUALE.
La prisca filosofia come verrà chiamata dagli alchimisti.
Un connubio fantastico tra ebraismo e culti locali, che ha dato veste al solito mix tra cultura alta e cultura popolare.
Ma nel tempo della scienza, come base della modernità cosa è sotto tiro?
La dissidenza.
Se prima la gnosi era combattuta oggi è esaltata, perchè l'apocalittica giudeo-cristiana impersonificata da Paolo è venuta meno.
Si impongono oggi nuove gnosi, quelle del potente sul povero.
E questo è tutto.
Si è ribaltato tutto, e non è possibile ignorare che questa era anche la visione di Jung.
Jung era uno che leggeva la storia come se fosse preistoria, i fatti li vedeva come miti, nietzche lo leggeva come il perfetto profeta di questa volontà di potenza, il mito che sovrasta la realtà.
Jung è caduto in disgrazia da me, quando lessi poche pagine del sui tomo imponente su nietzche.
La pochezza della sua lettura nicciana mi lasciò segnato per sempre.
Pensavo Jung fosse il progresso e invece era solo la restaurazione.
Un socialista come Jonas non poteva che a sua volta dare una interpretazione comunista e perciò ugualmente retrograda alla questione.

In fin dei conti per i comunisti non c'è bisogno di superare la colpa.
I poveri vanno schiacciati alla volontà dello stato e dei suoi rappresentanti cioè loro stessi comunisti. senza bisogno di fare voli pindarici gnostici.

Eppure l'apocalittica islamica non poteva che avere la meglio sulle forme gnostiche pan-junghiane della aristocrazia debosciata dei nostri tempi.

La storia la si deve conoscere e così i movimenti tellurici che la sottendono che sono SEMPRE SPIRITUALI.

Che Jung fosse all'oscuro di tutto questo lo so, manca proprio la contezza politica di tutto ciò.

Ma poi basta andare come sto facendo a sentire il canale dei seminari di ERANOS a DAVOS (chissà come mai) fondati proprio da JUNG, per capire come dietro tutto ci stia proprio lui.

Il pensiero di Jung contiene in nuce i deliri del novecento e oltre.
La distruzione dell'identità in nome del mito...e già siamo in piena pre-istoria.

Per non parlare dell'uomo androgino etc...etc...et....

Non è tanto in sè Jung, che pure ha tradito Freud e la sua tecnica in nome di un altra che francamente non condivido, anzi mi oppongo ad essa con tutto me stesso.
Infatti quella che Jung chiama l'ombra ossia il male, altro non è che l'inconscio e l'inconscio contiene in sè il BENE.
Una perversione a 120 gradi del freudismo.
Jung ha chiuso con me e per sempre.
Ok dicevo non è tanto Jung, perchè in Jung tutto era RICERCA SPIRITUALE, è purtroppo la sua eredità che venendo raccolta da un periodo che spirituale non è ha pervertito il pensiero di Jung!
Lui lo sapeva, e nelle ultime accorate interviste cerca di farlo notare.
Purtroppo il libro rosso che MAI doveva essere pubblicato, è invece diventato la bibbia satanica dello gnosticismo contemporaneo.
Come fraintendere Jung è d'altronde il vademecum del ricercatore spirituale odierno.
Sempre piu avulso dai FATTI.

Per questo NO ALLO GNOSTICISMO (chi decide del bene e del male? direbbe il grande nice...e non il contrario!!)

questo presupposto che attendo tuoi approfondimenti pyrosphera.
c'era un altro utente che si occupava in maniera eccellente di jung, mi pare fosse peruviano per metà, o eri tu?
comunque se ne è andato, peccato le sue citazioni erano bellissimi e mi trovavo sempre molto colpito da esse.
salve!
PS
spero non ti sia offeso dal mio tono polemico, è importante continuare a dialogare.
nel caso fammelo sapere qui o in privato coi messaggi, vedrò di fare mini-ricerche prima.
putroppo ho idea che non c'è tempo, e come sempre chi ha fretta, invece di guadagnarlo continua a perderlo nella foga del momento.
salve ancora


In realtà nella psicologia junghiana l'archetipo dell'Ombra, cui legata anche la nostra moralità, non è il più profondo e la Teoria degli Archetipi mostra delle forme che attestano noi come siamo fatti, oltre i possibili legami con la moralità. È invece proprio l'approccio freudiano che può essere usato moralisticamente.

Jung era medico e scienziato e solo di rado filosofo. Era stato anche persona impegnata nel dibattito culturale. Nel mondo tedesco vi era un contrasto tra la cultura semita, cui Freud in fondo apparteneva, e il germanesimo culturale, o potremmo anche dire l'arianesimo, cui appartenente Jung. Nel caso specifico, vi fu uno scontro tra il linguaggio agnostico di Freud e quello gnostico di Jung, scontro che ancora permane nella cultura perché rappresenta tra l'altro la competizione sociale tra religiosi e non religiosi.
Io penso che nonostante le apparenze era l'approccio di Jung ad essere neutrale, nel senso che la psicologia si trova ad avere a che fare con le metafore del mito e i simboli delle allegorie e tradurli in termini atei è operazione forzosa.
Comunque con la definizione scientifica di transpersonale ovvero di spirituale i modi usati da Freud sono diventati delle strane anticaglie. C'è chi ne è ancora molto legato. Il contrasto tra culture ariana e semita è solo in parte coinvolto nel dissidio tra religiosi e non. Il mondo semita tende a separare il linguaggio della religione... Ma altra cosa era l'interpretazione razzista che Hitler e i nazisti davano alla questione e Jung era esente da questo torto.

Mauro Pastore
#429
Qual è il ruolo della gnoseologia e della epistemologia col mondo della religione e della fede?
Si può razionalmente comprendere che il mondo ha un'origine ma senza capirla; e si possono con la ragione ottenere delle certezze sulla vita ma restando privi della fiducia necessaria.
Si può ad esempio giungere alla dimostrazione del Motore Immobile, ma l'universo ci apparirà in una dinamica insensata fino a quando non faremo precedere il logos dalla sofia...
E si può pensare l'Assoluto che è dietro ogni evento della vita, ma sul piano logico tutto quel che ci capiterà non avrà un significato, tranne che non perveniamo a una fede nell'Assoluto.
Senza una ispirazione che precede la ragione, il mondo realmente ci è troppo difficile; e solo se abbiamo fede nel Mistero che è nell'universo, questo non ci diventa impossibile.
Tuttavia questi rapporti irrazionali non accadono secondo modalità religiosamente prestabilite né ugualmente per tutti. Non sappiamo tempi, luoghi, modi.
Bisogna prendere atto del Mistero che è Dio senza confondere le costruzioni umane per le divine.
Gnoseologia ed epistemologia vengono dopo, in un secondo momento. Sono necessarie e con esse possiamo farci una ragione completa delle cose e sulla vita, ma solo a posteriori.

Mauro Pastore 
#430
Citazione di: green demetr il 17 Aprile 2024, 22:17:18 PMSono diverse le maniere in cui amore è scritto dai greci.
Ricordo ancora con vividezza la lezione del mio carissimo professore di Italiano avuto in seconda liceo, un anno, troppo poco, ma così tanto ho appreso da lui!
Non posta più su Facebook dal 2020, sono molto mollto molto triste.
Sono rimasti pochi post...ma come ho potuto dimenticarmi di lui per cosi tanto tempo? qualcuno me lo dica per favore! che orrore è la vita umana.

Prima giornata di lezione, andò alla lavagna e scrisse due parole su di essa, di modo che l'intera lavagna (l'idea mondo) era coperta dalla loro anti-tesi:
da una parte EROS e dall'altra THANATOS.
Poi un nome, un solo nome: Freud.
Il resto è noia.

E' la noia che mi ha inghiottito ormai è più di un ventennio ormai.
Perchè questa civiltà che si dice liberale  :D , figuriamoci quella islamica che ormai ci ha conquistato, l'eros l'ha sepolto nelle pietre sepolcrali della Grecia.

L'agape è solo un ombra rispetto all'eros.
Ma nemmeno quella riusciamo a non seppellire.

Ci vorrebbe qualcuno che cominci a dire di eros: impossibile, ve lo dico con certezza.

E dunque è solo THANATOS che comanda: e in che modi? a me pare che è di questo che parli Platone.

Ma ripeto sono solo al Critone, forse Solovev ha saputo leggere meglio.

La nostra civiltà dal rinascimento in poi è dovuta proprio ai BIZANTINI.

Dunque la vera culla dell'occidente è bisanzio, cosa curiosa che non sapevo.

In occidente la tanatologia di aristotele, si scontra con l'erotica di...di chi?
Forse Platone?

Vogliamo sapere di più Maurizio!

In questo momento io sono molto indietro.

E visto che bisanzio è stata distrutta dall'islam...bè sappiamo benissimo cosa sta avvenendo.

questo forum ha le ore contate, e mi piacerebbe saperne di piu, sopratutto da chi condivide la passione del dialogo, invece che da sterili e spesso errate posizioni dell'accademia.

Saluti.

ps. voglio dire che mi piacerebbe sapere questa lettura di solovev a quale eros si riferisce?
E' veramente quello archetipico di Cam (ovvero il suo contrario per chi capisce), o meno?
SALVE

Nel mio messaggio ho messo in relazione le inquietudini erotiche di Agostino con l'episodio biblico di Noè ubriaco e suo figlio Cam. Solov'ëv con questo non c'entra, anzi trovavo che la sua riflessione può smascherare uno sfondo sessuofobico che si è impadronito di tanta cultura occidentale.

Quanto a Bisanzio, era una colonia greca fondata durante l'antichità e quando fu rifatta come Constantinopoli restò sempre un luogo greco. La fine dell'Impero Romano d'Occidente per opera dei barbari dalla Germania e di altrove non fu semplicemente una tragedia. C'era una decadenza e soprattutto c'era un futuro diverso da costruire. Ugualmente la fine dell'Impero Bizantino (che era pure romano) non è da considerarsi a tutti gli effetti una disfatta. La civiltà greco-romana aveva fatto a Bisanzio il suo corso e aveva già avuto rapporti positivi e di accoglienza con gli ottomani. Poi vi fu una guerra ma il mandato imperiale era stato già consegnato agli Zar. Dopo la Nuova Roma ci fu la Terza Roma. In tutti e tre i casi vi fu una trasformazione religiosa. Abbiamo lo Stato Pontificio quindi il Vaticano, il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, il Patriarcato di Mosca. Ma i vandali, gli ottomani e i bolscevichi non sono da considerare male. E così un posto si può trovare pure per Lutero, i turchi e i sovietici.
Io direi che la cultura cattolica romana farebbe bene a considerare senza troppa assolutezza le proprie tradizioni e a capire quale sia in esse il vero nucleo di verità. Come sarebbe da rivalutare la vitalità della barbarie, ugualmente sarebbe da ammirare la originalità dell'Impero Ottomano, la capacità di far convivere al suo interno varie culture, religioni ed etnie (comprese quelle greche); e così sarebbe da valutare positivamente la grandezza degli Zar, perché in fondo l'attuale equilibrio tra le nazioni è dovuto in parte decisiva a loro... e il rito greco-bizantino è ancora adesso vivo.

Per ciò che riguarda ancora Agostino, io suggerirei di notare che era pur sempre un teologo africano e l'Africa è il luogo dove la natura è assai forte (così notava pure Moravia) e la cui tipica civiltà ha bisogno di marcare fortemente le differenze con lo stato di natura. In tal senso Alessandria di Egitto è una eccezione.
Allora è inutile che i preti cattolici imitino il pudore dei beduini africani e continuino coi loro messaggi incapaci di contenere veramente il pensiero della natura.


Mauro Pastore
#431
Citazione di: bobmax il 17 Aprile 2024, 15:01:11 PMNon è tanto l'artefatto ottenuto con il cambio di sesso a preoccupare.
Perché se questa artificiosità può davvero alleviare la sofferenza di chi si sente inadeguato, non vi è ragione per opporvisi.

La questione è invece un'altra.
E riguarda invece il plauso verso questa pratica, quasi che questa artificiosità fosse una "conquista" di libertà!

Mentre non si tratta che di un palliativo per alleviare, ma non risolvere, il disagio di chi si ritrova diverso.
Si tratta cioè solo di un rimedio, ma non certo di una soluzione.

Eppure, invece che fermarsi di fronte alla sofferenza, che comunque permane seppur sperabilmente attenuata, vi è chi plaude!
Quasi che si trattasse di passare con un colpo di bisturi dalla infelicità alla felicità!

Quei tanti che plaudono, senza però alcuna loro intenzione di cambiare sesso, cosa mostrano in realtà?
Assenza di profondità, senz'altro, ma soprattutto nichilismo.

È anche "l'artefatto", che in realtà è una impostura, un handicap, a essere inaccettabile; così come sono inaccettabili tutte le tattiche ingannatorie contro i discorsi veri e chi li fa.
Bisogna capire inoltre che l'idea di attenuare a tutti i costi la sofferenza non è corretta. Nella vita bisogna accettare anche il dolore e questo è un principio giusto; altrimenti può accadere un piacere ma che è assieme ai guai o alla morte o si rifiuta proprio la vita.
Bisogna pure dire che molti si illudono che gli altri non soffrano, alcuni sono costretti a dimenticare o negare di soffrire pur soffrendo... Infatti con le cosiddette "transizioni" si impedisce anche di manifestare la maggiore sofferenza... Molto semplicemente un desiderio impossibile di trasformare il proprio corpo non va mai assecondato. Bambini che desiderano diventare dei lupi forse sono sottoposti a trattamenti pesanti di psicofarmaci invece che giustamente ricevere discorsi di saggezza, in tal caso l'impossibilità sarebbe più palese ma c'è chi è disposto a confondersi o si confonderebbe pure su questo; il desiderio di trasformarsi nel sesso opposto inganna più frequentemente...
Ma insomma non si vive per ridursi o ridurre male il prossimo a causa di inganni; e doverlo dire mentre Stati interi sono vittime di tanti inganni e tanta gente pure, è una evenienza tragica... E bisogna distinguere tra chi non vuole sbagliare o chi vuole sbagliare. Per molti le cosiddette "transizioni" sono un modo per punire. Molti le affermano per impedire la procreazione. Inutile che si profitti della filosofia per dire che ognuno faccia quello che vuole. Nella logica della vita umana l'arbitrio assoluto è errore e non c'è  vero diritto che possa essere complice di errori.
È evidente che se uno Stato è interessato a dissuadere i cittadini dallo gettarsi giù da un burrone senza un motivo costringente, dovrebbe essere interessato anche a evitare menomazioni e finzioni sessuali non provocate da incidenti e punire i delitti oltre che dissuadere dal farsi del male. Purtroppo prevale la volontà di sognare e staccarsi dalla realtà anche pensandola e in giro c'è anche volontà di morte.
In Scandinavia, a quanto pare, molti psicologi hanno cambiato e operano strategie di dissuasione. Resta che anche in questo caso il còmpito è a metà: gli Stati le "transizioni" dovrebbero anche proibirle. Certe permissività e programmazioni non sono vere léggi. Se non c'è riferimento corretto alla realtà, una légge è nulla. Dunque gli Stati sono in parte occupati da nonsensi, che dovranno essere riconosciuti quali non vere léggi.

Mauro Pastore
#432
Il filosofo tedesco di origine ebraica (poi americano) Hans Jonas indicava l'esistenza nella Età Contemporanea di un nuovo pensiero gnostico, dal quale metteva in guardia il mondo della cultura e della religione. Grande risonanza ebbe la sua polemica nei confronti del pensiero di Carl Gustav Jung, evidentemente non per il suo contenuto scientifico ma per come questo era presentato e utilizzato.
A fronte delle numerose critiche, Jung dichiarò che il suo presunto gnosticismo non era mai stato reale, precisando che i suoi noti Sette sermoni ai morti, per i quali era stato indicato come un araldo della gnosi, erano solo una finzione letteraria alla quale aveva affidato una rappresentazione poetica dei principi della sua psicologia. D'altronde una sua celebre dichiarazione sembrò indicare tutto il contrario. All'intervistatore che gli chiedeva se credesse in Dio, lui rispose: "Io so" ("I know").
Io penso che Jung mostrasse così di essere approdato a una concezione di tipo filosofico su Dio e la religione, per cui non sentiva più bisogno di credere, egli sapendo già. È questa una gnosi? Con i propri testi scientifici, Jung non intese affermare una conoscenza di Dio, però studiando il fenomeno del numinoso Jung descriveva il rapporto dell'uomo con una alterità e ne riportava il linguaggio, anche teologico. Invece di tradurlo tramite la menzione di una incognita, Jung includeva la terminologia del mito e della fede, senza negare e senza affermare nulla. Gli scienziati atei, primo fra tutti Sigmund Freud, ne restarono indignati e frastornati, taluni tacciandolo di ciarlataneria. Che dire?
Se noi per gnosi indichiamo quei movimenti settari dell'antichità che, perlomeno in alcuni casi, proponevano una assoluta concentrazione sullo spirito giudicando negativamente il mondo materiale, dunque non ci è possibile indicare il linguaggio scientifico di Jung come gnostico né le interpretazioni extrascientifiche che egli ne aveva dato. Plotino già aveva criticato a dovere detti movimenti, anche se si potrebbe porre qualche interrogativo: la gnosi cristiana era solo quella delle sètte? Taluni studiosi hanno parlato di "gnosi" anche a proposito delle epistole paoline e in fondo tale parola andrebbe liberata dalle sole appropriazioni settarie. Proprio intesa in tale senso più ampio, la gnosi può essere ravvisata in molteplici fenomeni, e la stessa suddetta dichiarazione di Jung può essere assegnata al pensiero gnostico. Jonas aveva una ragione, ma era giusta la sua preoccupazione?
Quale semplice pensiero, lo gnosticismo antico non escludeva la fede e infatti dire di una gnosi presente anche nella stessa Bibbia non sarebbe un errore. Gli gnostici attuavano una triplice distinzione antropologica. A mio avviso questa non va confusa per una descrizione dell'umanità, ma intesa quale descrizione di tre possibili casi umani. Solo in questo senso si può parlare di natura, come casistica possibile non destino già compiuto; insomma una tipologia riferibile ad eventualità. Eccola:

Esistono — cioè possono, potrebbero esistere — gli iliaci, che basano la propria considerazione sul corpo e la fisicità; gli psichici, che invece muovono da una concezione psicologica della realtà; gli pneumatici, che invece hanno per fondamento della loro 'visione del mondo' lo spirito cioè l'Altro, "Dio". È in questo fondamento la possibilità di salvezza nelle difficoltà del mondo.

Da questo essenziale punto di vista non è necessario escludere la fede; anzi esso può essere assunto come uno specchio della necessità di credere... Ma questa era messa da parte dalle sètte gnostiche! Eppure non c'è da essere certi che vi fossero solo queste e la gnosi può essere interpretata come un quadro intellettuale che aveva preceduto la fede cristiana. Ciò mostra una realtà diversa da quella consueta. Si ritiene che l'antecedente del cristianesimo sia la profezia contenuta negli scritti ebraici; eppure questa deve essere interpretata in un certo modo per esserlo, modo che da sola non possiede. Non c'è dubbio che il segno della nuova religione giunse dall'ebraismo e giudaismo, con la persona di Gesù di Nazareth, ovvero "Yeshua"; e per questo verso si constata una evoluzione, da una religiosità a una religione; ma i fatti sono complessi e io penso che la premessa culturale del cristianesimo sia da identificarsi nella gnosi, opportunamente ricondotta al suo semplice messaggio originale.
Certo, la riflessione filosofica contemporanea, da Kierkegaard all'Esistenzialismo del Novecento fino al Pragmatismo dei nostri giorni, mostra l'indipendenza dell'atto di fede dagli assunti della ragione. Da un semplice punto di vista gnostico, non sarebbe possibile identificare lo spirito con Dio, restandone così nella semplice menzione. La salvezza dipende comunque da una sorta di "salto nel buio" (come diceva proprio Kierkegaard) senza essere un prodotto della conoscenza. La gnosi cioè si sporge su un abisso che non può comprendere. Così nell'Antichità, ugualmente adesso e sempre. Jonas dunque faceva bene a mettere in guardia, avendo a cuore le sorti del monoteismo e in particolare del suo nonché di tutto ciò ad esso connesso; d'altronde non è affatto necessario separare la gnosi dalla fede. Anzi, la distinzione antica tra iliaci, psichici e pneumatici ci pone in condizione di redigere uno schema oggi assai adatto anche per la politica. Troviamo così il materialismo ateo (penso soprattutto a Marx e il marxismo), l'animismo delle superstizioni popolari, infine la spiritualità da cui dipendono tutte le religioni e in particolare quelle monoteiste.
Per questa via tanti fenomeni oscuri si chiariscono: lo scienziato fisico che vorrebbe sostenere che Dio non esiste perché non c'è nient'altro che la materia, senza ammettere che questa in quanto tale è oggetto di studio solo filosofico; lo psicoanalista che si dà anche alla filosofia e che vorrebbe sostenere che una buona terapia rende del tutto inutile Dio e la fede in Dio; il teologo che si ostina a continuare la propria attività, nonostante sia (ingiustamente) accusato di distrarre il prossimo o di farlo proprio impazzire.
Forse l'ebraismo e il giudaismo sono portati a fare a meno di questi quadri intellettuali o a relegarli ai margini, perché la loro fede non si basa su una rivelazione positiva; ma per il cristianesimo essi sono rilevanti e al nuovo pensiero gnostico contemporaneo non vanno aprioristicamente addebitate responsabilità negative. In definitiva penso che l'acredine di Jonas contro Jung non era neutrale... D'altronde lo stesso Jung compì a volte delle incursioni assai incaute e confusive nel dibattito teologico e filosofico proprio a motivo di eccessiva supponenza intellettuale e conoscitiva. In fondo la sua biografia religiosa, il passaggio dal cristianesimo riformato a un sapere senza fede, attesta un cambiamento che non va mitizzato profittando dei raggiungimenti nell'àmbito scientifico; in questo caso infatti una critica aspra dei limiti della prospettiva 'gnostica' diventa opportuna.


Mauro Pastore
#433
"Uno spettro si aggira per l'Europa": con questa storica frase Marx ed Engels pensavano di aver aperto una nuova fase politica per l'umanità.
In verità la pretesa di Marx di aver scoperto la chiave di volta dell'intero processo storico non poteva consentire un autentico epocale cambiamento, semplicemente perché questa chiave non esisteva e non può esistere mai. Hegel se ne era parimenti illuso e Marx pensò che bastasse rovesciare il suo sistema per ottenerla. Così a molti sembrò tutto cosa fatta: si trattava di distruggere l'ordinamento economico che si addebitava alla azione della classe borghese, riconoscendo la forza superiore del proletariato, che liberato dalla sua condizione di alienazione avrebbe istituito una società senza classi, autosuperandosi.
Un estremo materialismo e una osservazione delle stesse disposizioni materiali decretavano che le condizioni del lavoro operaio, centrale nel mondo politico capitalista, erano inaccettabili in tutti i casi e che portavano allo sfruttamento completo dei lavoratori, ridotti per il resto solo alla funzione procreativa. Ma quelle osservazioni non erano neutrali e dipendevano da quella stessa pretesa, secondo cui il corso della storia era ormai noto nelle sue leggi. Le conclusioni erano date non da semplici constatazioni ma tramite un sistema filosofico che prescindeva dalla esistenza e funzione della libertà dello spirito. Avendone fatto Hegel un paradigma totalizzante a discapito dell'attenzione alle situazioni e condizioni concrete, era indubbiamente necessario opporsi; ma questo moto di giusta rivolta intellettuale si traduceva anche in un'opposta e corrispondente tendenza totalitaria. All'inganno di un mondo dove tutto funzionava secondo la disposizione interiore a un progresso puramente convenzionale, si affiancava la chimera che si potesse risolvere tutto in sapienti e controllati giri materiali.
Ma capitalismo e comunismo, così di fronte l'uno all'altro, erano (sono...) quelli veri? Se al vecchio riferimento del proletariato sostituiamo quello del sottoproletariato, sostituendo ai vecchi scambi finanziari le recenti crescite finanziarie, non si ottiene un risultato diverso. Per mezzo ci si trovano anche due brutti giochi: uno dal Far West americano, dove si tentava di precipitare indietro fino alla selvatichezza il mondo civile che dava importanza primaria ai capitali — soprattutto quelli fatti di idee e inventiva — una caduta che avrebbe fatto ripetere a tutti la stessa impresa economica perché altri ne profittassero; l'altro dalle perdute terre sovietiche, dove Stalin e i suoi fingevano che nulla era accaduto e nessun vantaggio ottenuto, ricorrendo anche allo sterminio coatto per continuare sempre la stessa distribuzione di ruoli e oggetti, trasformando la realtà comune in realtà omologante oltre che omologata...
Ma, appunto, dove è stata, dove è rimasta la vera competizione tra capitalismo e comunismo? Lo spettro agitato da Marx ed Engels era diverso da quello che essi credevano. In fondo l'apporto positivo dato dai comunisti all'assetto politico del mondo venne per tramite della Russia ma il vero e proprio sistema sovietico non era basato veramente sul Manifesto di Marx ed Engels; e lo zar Nicola II che non volle mai del tutto reprimere i moti rivoluzionari ne era conscio... Con la Guerra Fredda la vittoria del Blocco Ovest capitalista non fu un fenomeno diverso; in questo caso infatti dovremmo parlare di fantasmi, dato che finito in superiorità economica e abolendo così la dittatura in URSS, esso precipitava, già prima della conclusione dello stesso conflitto, in una condizione inautentica, sottoposto all'arbitrarietà estrema. Se ad Est spesso si dimenticavano della natura in cambio del mero progresso sociale, ad Ovest adesso ci si scontrano, trattando da merce inerte la vita stessa. Ma appunto, anche questo effetto postumo non racconta quale fosse la autentica opposizione e concorrenza tra i due differenti sistemi. Una volta, durante la Guerra Fredda, lo si diceva con le immagini della conquista dello spazio, scavalcando i terribili discorsi reciproci che indicavano l'esistenza degli ordigni atomici schierati da entrambe le parti e capaci di creare una catastrofe terminale. Le immagini degli astronauti e delle astronavi piacevano tanto ai bambini, e giustamente!
Adesso Stati Uniti d'America e la sola Russia sono tornati, dopo una pausa durante la quale gli americani hanno di fatto minacciato di radere al suolo l'intero Iraq — anche in questo caso come per Hiroshima e Nagasaki ufficialmente per risparmiare i loro soldati — a parlarsi assurdamente di uso militare di ordigni atomici; gli americani con una lunga minaccia implicita, venendo meno ai patti sulla limitazione delle armi, i russi paventando una possibilità e senza riguardo. A tanto durante lo scontro USA-URSS non mi risulta che ci si era arrivati; ed è anche logico notare che adesso è solo una delle due parti ad eccedere, anche perché essa continua ancora come se il nemico fosse ancora in piedi e soprattutto perché non è consapevole di come siano andati i fatti: un confronto tra uno spettro e dei fantasmi, in mezzo a una realtà che in gran parte ne era insoddisfatta o inadeguata. Ma l'interesse centrale nella politica mondiale non è più esattamente questo. È il dissidio tra Settentrione e Meridione del mondo, la difficile convivenza tra due mentalità radicalmente diverse, il fenomeno della immigrazione massiccia e di una conservazione insistita, a dominare la scena... Senza esimerne anche la stessa Ucraina, dove è stata la fobia per la vita del Nord, un odio anche immotivato e anche autorivolto, a far precipitare del tutto la situazione; e in ciò si scorgono intromissioni non europee, troppo genericamente occidentali, incapaci di comprendere il destino etnico e non solo etnico dell'Europa.
La filosofia può affrontare una questione così, offrendo ruolo primario alla ecologia e non più alla sociologia.

Mauro Pastore
#434
Citazione di: Pensarbene il 15 Aprile 2024, 18:03:57 PMtogliete ai bambini l'apporto del demone e li vedrete sciogliersi in una docile  quanto letale acquiescenza.
Tra la presenza del demone negli esseri umani e la possessione e la dannazione  ce ne corre  e molto.
I bambini hanno una finezza intuitiva e comportamentale  di fronte alla quale gli adulti fanno la figura dei .......
Ve lo dirò chiaramente e in due modi:
a)le donne ce l'hanno vs gli uomini
b)i bambini ce l'hanno vs gli adulti
E in questo....come ben scrive Eric Berne, il  demone  gioca un ruolo niente affatto sottovalutabile  anche se non prioritario.
Io trovo ridicolo che nel 2024 qualcuno pensi ancora in termini di scissione tra lo Spirito e la materia energia, intendendo per Spirito La Spiritualità nel suo insieme.
È palese che gli esseri umani sono i viventi più materialspiritualizzati e spiritualmaterializzati del pianeta e PER FORTUNA, perchè non reggerebbero un minuto senza esserlo,  atei compresi.
Possibile che una verità del genere sia così terrorizzante da aver creato  millenni e millenni di chiacchiere più o meno seriose e disastri a non finire??


 

Dèmone o demonio? Una piccola differenza di scrittura, ma una radicale diversità ontologica.

Mauro Pastore 
#435
Citazione di: Pensarbene il 16 Aprile 2024, 21:09:53 PMvivere significa sperimentare seguendo una propria via che può incontrarne altre ma resta sempre e comunque la sua via.
Niente e nessuno ha autorità diritto o potere di interferire se non nel caso in cui la persona violi le leggi in vigore nello stato in cui vive.
È talmente evidente questo che io trovo perdita di tempo l'accettarlo ,il non accettarlo,l'accettarlo a metà.
Io faccio quello che voglio e godo quello che faccio dentro questi limiti.
Ovviamente lo faccio e lo godo insieme a persone che condividono ciò che facciamo e godiamo.
La terra è un Ufficio complicazione affari semplici specie quando sono privati e personali.
Io semplifico e agisco,lascio le complicazioni ad altri.


Nella fattispecie, il tuo è solo sofisma, ed anche nemico della vera filosofia.

Mauro Pastore