Citazione di: bobmax il 10 Maggio 2024, 10:52:34 AMDo per scontato che chi scrive non conosca Jaspers.
Gli è cioè sconosciuto il pensiero, non ha letto alcuna opera, e non sa nulla della sua vita.
Per prima cosa era uno psichiatra, non uno psicologo.
Come psichiatra è tuttora studiato nelle università.
La sua opera Psicopatologia generale è tuttora un riferimento per la psichiatria.
Dedicandosi alla filosofia ha prodotto numerose opere fondamentali.
Tra cui il capolavoro: Filosofia.
Testi magari difficili, perché affrontano il semplice.
E probabilmente impossibili da affrontare per chi ha poca fede nella Verità.
Sì, la Verità è il faro di Jaspers.
Se vi è qualcuno che ha scopiazzato, e malamente, è stato Heidegger.
Che ha frequentato Jaspers a lungo per succhiarvi qualcosa di vendibile.
E poi lo ha ignorato nel momento del bisogno. Da buon filonazista.
Ma anche a prescindere dal nazismo in H., è sufficiente leggerlo cercandone l'umanità.
Perché il filosofo è tale solo se umano.
Viceversa H. mostra solo abilità di esposizione, ma senza anima.
Se non si coglie questo, significa che se ne è lasciati irretire.
Mai dare troppo per scontato in filosofia. Inoltre non si può tacere che senza formazione e pratica psicologica gli psichiatri non sono tali e quando si vuol sottrarre le loro affermazioni alle considerazioni psicologiche opportune non si fa alcun favore neppure alla medicina.
Heidegger definì la filosofia di Jaspers un fallimento, non per distruggere il lavoro altrui o per appropriarsene indebitamente ma per avviare un rapporto diverso con quanto di esso rimasto. Per combinarci qualcosa di buono con la filosofia indicata da Jaspers bisogna farne un lettura altra, ricrearla. La sua manifestazione scritta è solo un simulacro e solo in quanto tale ha parte nell'evento filosofico. Inutile difendere i disastri di Jaspers menzionando un sistema culturale che è complice con la violenza della repressione manicomianale.
Non lo dico per giudicare ingenui e semplici sprovveduti, tanto più che i discorsi di Jaspers erano spesso proprio ingannevoli.
Sulla crisi del pensiero esistenziale tedesco del '900 disse bene Abbagnano, e non è giusto che si provi a gettare discredito su chi come me vuole denunciare una situazione che non ci sarebbe dovuta proprio essere nella cultura.
Non l'astio e illusione politici di Heidegger, ma, nel caso di Jaspers, l'essersi reso proprio fuori posto! Maneggiare concetti altissimi di filosofia e poi negare le conseguenze, favorevoli per l'umanità anche a prescindere delle applicazioni cioè solo per informazione, delle scoperte di Jung, Freud, Adler, sull'inconscio e le malattie anche più gravi, è per un filosofo più di un torto politico e pone fuori dalla vera medicina; che non è una sapienza esoterica riservata ai soli professionisti del settore.
Jaspers si interessava all'esistenza umana senza valutare tutte le prospettive positive disponibili per essa. Un disastro questo che non va negato solo perché impolitico.
Mauro Pastore
