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Messaggi - Eutidemo

#4201

Ciao Alexander. :)
E' vero che un vaccino tradizionale "aveva" bisogno di quasi dieci anni di tempo per essere sviluppato e testato a sufficienza (nel lungo periodo) prima di essere autorizzato, mentre quello contro il covid-19 nemmeno un anno.
Per cui capisco benissimo come sia naturale che molte persone, anche favorevoli a vaccinarsi, nutrano delle perplessità; ma, evidentemente, si tratta di persone non molto ben informate sull'evoluzione delle tecniche di realizzazione dei vaccini, le quali, oggi, sono molto più "veloci" e più "sicure" che non in passato.
;)
***
Ed infatti, ora,  siamo in presenza di una nuova classe di vaccini composti di una sequenza di mRNA ("m" sta per "messaggero") che codifica una proteina specifica, denominato "antigene".
Questo tipo di vaccino, per sua natura, è molto più "veloce" da realizzare, ed è molto più "sicuro" , in quanto produce meno effetti collaterali rispetto ai vaccini composti da "virus inattivati" (come in passato); inoltre è più facile da produrre rispetto a quelli tradizionali e non rischia di contenere alcun agente infettante
L'RNA "messaggero" veicolato da goccioline lipidiche all'interno del corpo della persona, produce la "proteina spike" di cui il virus si serve per agganciare le cellule umane e penetrarle;   cioè si trasformano le cellule in fabbriche di sostanze capaci di annientare la minaccia del virus. Detto in termini più semplici, almeno per quello che ho capito io, sono delle specie di "trappole avvelenate" per COVID19.
Oltre a ciò, l'aspetto più positivo dei vaccini antigenici, è che, sia in caso di mutazioni relative al Covid-19 sia nella comparsa di altri patogeni, la piattaforma potrebbe essere subito pronta all'uso, grazie a velocità e agilità che sono i due veri punti di forza.
***
Ovviamente non c'è alcuna certezza sulla durata dell'immunità nel tempo, perchè la sfera di cristallo non ce l'ha nessuno; ma anche se fossero sei mesi o  un paio d'anni al massimo, intanto protegge chi ne usufruisce. E niente impedisce di fare un richiamo (come anche per altri vaccini).
Mi sembra assurdo rinunciare ad una protezione, solo per il fatto che è temporanea, soprattutto quando è comunque rinnovabile; sarebbe come rinunciare ad usare la mascherina, perchè dopo un po' va gettata via e ne va comprata una nuova!
;)
***
E' anche vero che, come accade per qualsiasi altro farmaco, c'è bisogno di tempo e di esperti indipendenti per valutare la reale sicurezza di un vaccino e la sua efficacia nel "tempo lungo" (nel "tempo breve" già si sa che è sicuro); però, nel frattempo, il covid19 non possiamo mica beccarcelo tutti, solo per aspettare di sapere, tra dieci anni, se il vaccino era davvero sicuro.
In tal caso, infatti, ai sopravvissuti il vaccino ormai non servirà più; e ai morti ancora di meno!
;)
***
Quanto al fatto che la Pfizer abbia preteso uno scudo legale per proteggersi da eventuali cause legate alla somministrazione del suo vaccino anti-Covid, questo è del tutto normale; ed infatti posso garantirti che qualsiasi produttore di farmaci, dall'aspirina alla "dolce" euchessina, si preoccupa "sempre" di precostituirsi  uno scudo legale per proteggersi da eventuali cause legate alla somministrazione del suo prodotto.
***
So che in UK è previsto un indennizzo per chi subisce un danno da vaccino, causante un'invalidità almeno del 60%, pari a 120.000 sterline; ed infatti anche io ritengo che si dovrebbe fare qualcosa di simile anche in Italia.
Secondo me, pure per danni anche di minore entità.
;)
***
Quanto al fatto, come scrivi tu, che "un'eventuale obbligatorietà sia da valutare più in là, quando si avranno maggiori certezze su efficacia e sicurezza del vaccino", e che intanto "in questa fase iniziale, vaccinare gli ultra65enni e le persone fragili sia sufficiente", suona un po' come la proposta di un darwinistico "experimentum in corpore vili"; cioè, non avendosi ancora "certezze su efficacia e sicurezza del vaccino", intanto facciamolo sui vecchi e sui deboli, tanto, se crepano, il danno sociale è minore che se muoiono persone giovani ed in salute.
???
***
Sono sicuro che, al di là del dato testuale, tu non intendevi affatto dire questo (o, almeno, lo spero vivamente); però, allora, il tuo ragionamento, risulta decisamente contraddittorio.
Ed infatti i casi sono due:
- o tu ritieni che, in questa fase iniziale, sia più opportuno vaccinare solo gli ultra65enni e le persone più fragili, per testare su di loro l'efficacia e l'innocuità del virus, che a tuo parere è ancora molto incerta, e per cui è meglio che il resto della popolazione aspetti di vedere che fine fanno loro (un po' come fanno i topi giovani, i quali fanno assaggiare il formaggio prima a quelli vecchi, per assicurarsi che non sia avvelenato);
- oppure tu ritieni che, in questa fase iniziale sia più opportuno vaccinare prima gli ultra65enni e le persone più fragili, in quanto, essendo a tuo parere assolutamente efficace ed innocuo il vaccino, allora è molto meglio vaccinarli per primi, per mettere al sicuro loro prima di tutti gli altri.
Spero che tu propenda per tale seconda soluzione, che è anche la mia; ma essa regge solo se tu ti basi sulla seconda premessa (efficacia e sicurezza dei vaccini), ma non certo se ti basi sulla prima (potenziale pericolosità dei vaccini).
***
Un saluto! :)
***

#4202
Attualità / Navalny - Giochi di voci e di spie
26 Dicembre 2020, 14:42:51 PM

Ciao Inverno.
Non sapevo che l'intento di Navalny fosse anche quello di tenere al telefono i soggetti che secondo l'investigazione precedente lo stavano pedinando, per un tempo sufficiente a geolocalizzarli; se tu affermi che lui lo ha detto, ci credo senz'altro, ma non capisco bene a quale scopo lo avrebbe fatto.
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Se così è, comunque, anche a me sembra un punto narrativo di difficile "costruzione", nel caso in cui ci fosse stato l'intento preciso di falsificare la telefonata, così come altri dettagli della narrazione che mi pare difficile siano stati inventati.
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Sono anche d'accordo sul fatto che le spie russe, al di là di aver ereditato dal USSR un sistema e una prassi di primissimo ordine, abbiano dilapidato questo vantaggio negli anni dopo la caduta dell'Unione, fregiandosi in tempi recenti di tanto assurde quanto comiche avventure nel regno dell'assurdo.
Come quelle da te così puntualmente descritte.
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Sono anche d'accordo sul fatto che un paese corrotto produce una catena di comando corrotta, e quelli che vi operano all'iterno vengono scelti anzichè attraverso sistemi meritocratici, in base alla loro capacità di essere corrotti a loro volta o di saper fare comunella; il che ha certamente contribuito ad infrollire anche l'FSB.
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Infine penso anch'io che non ci sarà nessuna analisi biometrica, in quanto Kudryavtsev probabilmente è già irreperibile, in qualche lontano casolare in Siberia, cercando di adattarsi alla nuova vita e alla nuova professione designatagli dall'alto comando: il boscaiolo.
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Per non limitarmi a ripetere e a concordare in pieno, punto per punto, su tutto quello che hai scritto, aggiungerò un mio divertente aneddoto personale, che risale a circa 40 anni fa; sebbene, a dire il vero, si tratta più che altro di un aneddoto "de relato", della cui autenticità dubito alquanto.
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All'epoca avevo meno di trent'anni, e prestavo temporaneo servizio come ufficiale analista dei nostri servizi di controspionaggio; un giorno vidi il mio comandante, il cui poco "eroico" nome in codice era "Nonna Papera", il quale stava accompagnando fuori dal suo ufficio un colonnello tedesco "occidentale", con le mostrine della NATO, e sotto la sorveglianza di due carabinieri.
Quando gli chiedemmo notizie al riguardo, lui ci spiegò che quel tizio era sospettato di essere una spia della STASI (Staatssicherheit); l'organo di sicurezza interna della DDR, che, però, di fatto, mandava spie all'estero un po' dappertutto.
Ci raccontò che per mesi avevano cercato di farlo confessare, senza mai riuscirci, ma che, alla fine, quella mattina ci era riuscito lui con una semplice domanda "Herr Oberst, so che lei insiste a sostenere che è un ufficiale di collegamento della NATO a Pratica di Mare. Ma, se davvero è così, lei è in grado di darmi la sua 'parola d'onore di ufficiale tedesco' che non è una spia della Germania Est?"
"Nonna Papera" ci disse che, per un po', lui restò zitto; e poi rispose semplicemente "Es tut mir leid, ich kann nicht!" ("Mi dispiace, io non posso!"); il che costituiva, ovviamente, una aperta ammissione di colpevolezza.
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Ora, personalmente, io ho sempre dubitato molto del suo racconto; perchè, se fosse davvero autentico, quel tizio aveva sicuramente azzeccato la scelta di fare l'ufficiale prussiano, però altrettanto sicuramente aveva sbagliato a fare anche il mestiere della spia!
Vera o falsa che sia la storia, comunque, era tanto per dire come nel mondo dello spionaggio possano incontrarsi i tipi più bizzarri, imprevisti...e, talvolta, anche molto poco idonei a fare quella particolare professione.
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Un saluto!
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#4203

1) ASPETTO GIURIDICO
Sotto il profilo giuridico, la risposta è semplice ed incontrovertibile; ed infatti, l'art.32 della Costituzione, stabilisce che: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge."
Pertanto, nel caso del vaccino anticovid in arrivo, il quale è senza dubbio da considerarsi un "trattamento sanitario", esso potrà sicuramente essere reso "obbligatorio" dallo Stato per tutti i cittadini; ma, questo, esclusivamente per "legge", e non certo in base ad un semplice "DPCM" (il quale, come è noto, non ha "forza di legge").
***
In assenza di una legge che imponga l'"obbligo" generale del vaccino, può tuttavia  essere discusso se, in determinati casi, esso possa o meno essere imposto come "onere" con un semplice DPCM.
Al riguardo, si tenga presente quanto segue:
a) Obbligo (o dovere)
Si presenta in quelle situazioni nelle quali un cittadino "deve" comunque tenere un determinato comportamento (attivo o passivo), e, se non lo tiene, potrà subire una sanzione; ovviamente, poichè in uno Stato di Diritto "nemo ad factum cogi potest", nonostante quanto va blaterando in giro qualche "ignorantiota", pur sussistendo un eventuale obbligo di legge, nessuno potrà mai essere legato ad una sedia e vaccinato a forza!
b) Onere
Si tratta, invece, di un comportamento (attivo o passivo) che un cittadino deve tenere, non perché vi sia "obbligato", ma perché è richiesto come "presupposto" per l'esercizio di un determinato diritto; ad esempio, tutti hanno il diritto di andare al cinema, però, così come l'ingresso è subordinato al pagamento del biglietto (onere), potrebbe anche essere subordinato all'esibizione di un certificato di vaccinazione (onere).
***
Ora, mentre l'"obbligo" di vaccinazione deve senza alcun dubbio essere imposto dalla legge, per quanto concerne l'"onere" di vaccinarsi per poter fruire di determinati servizi o per poter accedere in determinati luoghi, la questione è un po' più controversa.
Sebbene, quindi, io mi riservi di rifletterci meglio in seguito, a botta calda sarei propenso a ipotizzare che:
- se ci sono di mezzo "diritti fondamentali", secondo me, anche l'"onere" di vaccinarsi dovrebbe essere sicuramente previsto per "legge", non essendo a tal fine sufficiente un semplice DPCM;
- se, invece, ci sono di mezzo "diritti secondari", "forse" potrebbe essere sufficiente un semplice DPCM.
Resterebbe, però, da stabilire quali possano definirsi "diritti fondamentali" e quali "diritti secondari"; distinzione che, per legge, non esiste, a meno che non vogliamo considerare tra i primi quelli contemplati dalla  Parte prima della Costituzione, e tra i secondi tutti gli altri.
Ma la faccenda non è così semplice, per cui, tutto sommato, io riterrei in (quasi) tutti i casi sempre quantomeno "opportuna", se non "necessaria", una previsione con il valore di legge!
Al riguardo, Francesco Clementi, professore di Diritto pubblico comparato dell'Università di Perugia, scrive: "L'Italia con una legge, e una adeguata copertura europea, potrebbe poi varare una legge per richiedere un 'patentino' di vaccinazione per l'accesso ad alcuni luoghi o servizi. Serve, infatti, una legge dello Stato che normi caso per caso, non si possono restringere le liberta' al buio, lo si puo' fare solo definendo gli ambiti siano essi eta', funzioni, o luoghi"
Per quel che può valere il mio parere, concordo in pieno!
***
PRECEDENTI
Tre anni fa il governo dell'epoca dovette intervenire d'urgenza per l'incipiente rischio alla salute dei bambini dovuto al calo dell'immunita' di gregge;  a tal fine venne varato il decreto legge 7 giugno 2017, n. 73, convertito con la legge n. 119 del 31 luglio 2017, che prevedeva obbligatoriamente un graduale aumento delle coperture vaccinali generali.
Tale "d.l.", una volta convertito in "legge", venne impugnato dalla Regione Veneto che lo sottopose all'attenzione della Corte Costituzionale; quest'ultima diede ragione al governo sostenenendo che esso aveva agito correttamente sulla base di una effettiva necessità, perche' l'effetto gregge era in calo e serviva un provvedimento che rendesse "obbligatorio" il vaccino.
Tale sentenza, a mio avviso, costituisce un precedente importante, in quanto ha ribadito che, ai sensi dell'art.32 della Costituzione, lo Stato deve tutelare la salute:
- sia come fondamentale diritto dell'individuo;
- sia come fondamentale interesse della collettività.
Per cui, se, non vaccinandosi, si mette a rischio la salute pubblica, è perfettamente lecito, come "ultima ratio" costringere a farlo; ed infatti la libertà individuale trova un limite nel diritto alla sicurezza ed alla libertà altrui.
Se non ci fosse la Costituzione a sancirlo, a mio parere sarebbe sufficiente un minimo di buon senso per capirlo!
***
2) ASPETTO POLITICO
Sotto l'aspetto politico, a mio avviso, occorre trovare "sempre" il giusto equilibrio tra:- diritto di scelta individuale;- interesse collettivo.
Quindi, secondo me, per prima cosa, sarebbe opportuno effettuare una seria campagna di informazione, per far capire anche ai più "recalcitranti" che il vaccino è ragionevolmente "sicuro" ed "efficace" (spiegando bene la differenza tra una cosa e l'altra); e che, comunque, è collettivamente "indispensabile", per cui andrebbe auspicabilmente fatto da tutti!
Qualora, tuttavia, il governo non riuscisse a raggiungere il numero necessario e sufficiente di vaccinati "volontari" per ottenere l'"immunità di gregge" in tutto il Paese,  allora, a mio parere, dovrebbe diventare senz'altro necessario imporlo per legge; semprechè, ovviamente, si riesca a raggiungere una maggioranza parlamentare in tal senso.
In tal caso, parlare di "imposizione dittatoriale", sarebbe ovviamente assurdo:
- sia considerando che l'obbligo verrà imposto in modo assolutamente democratico;
- sia considerando che l'obbligo verrà imposto esclusivamente a fini sanitari, e non certo per introdurre una qualsiasi forma di dittatura (come sarebbe una legge che comprimesse il diritto di espressione, di associazione, di sciopero ecc.)
***
In tale ipotesi, secondo me, sarebbe politicamente opportuno che la legge prevedesse un eventuale "indennizzo", nel remotissimo caso in cui chi è stato obbligato a sottoporsi al vaccino ne possa ricevere un danno; il che, tra l'altro, potrebbe anche giovare ad indurre chi lo somministra a prestare la dovuta attenzione nell'osservare tutte le accortezze previste per garantire sia la sua "sicurezza" (cioè "innocuità"), sia la sua "efficacia".
Tale previsione di legge, cioè, a mio parere, oltre a garantire il diritto alla tutela della salute dei singoli cittadini, potrebbe contribuire anche a rendere il più "efficiente" possibile la vaccinazione generale di tutta la popolazione.
***
Circa la differenza tra "sicurezza", "efficacia" ed "efficienza" di un vaccino, rinvio al mio topic linkato sotto, ovvero direttamente al "Manuale di Farmacologia Clinica", aggiornato al giugno 2019.
https://www.riflessioni.it/logos/attualita/vaccini-autorizzazione-aifa-di-ieri-le-parole-sbagliate-possono-'uccidere'/ ***
#4204
Attualità / Navalny - Giochi di voci e di spie
23 Dicembre 2020, 14:51:53 PM
PREMESSA
Aleksej Anatol'evič Naval'nyj, che, per semplicità, di qui in avanti chiameremo Navalny, un noto oppositore di Vladimir Vladimirovič Putin, che, per semplicità, di qui in avanti chiameremo Putin, il 20 agosto 2020,  "collassò" mentre viaggiava su un aereo partito dalla Siberia e diretto a Mosca.
L'aereo fu fatto atterrare ad Omsk, la città più vicina, dove Navalny fu ricoverato in terapia intensiva lamentando sintomi da avvelenamento; ma i medici russi  negarono recisamente che si trattasse di un avvelenamento.
***
Dopo diversi giorni di tensione internazionale, poichè i sintomi di Navalny stavano gravemente peggiorando, le autorità russe consentirono il trasferimento del malato all'ospedale Charité di Berlino.
Qui, con metodi d'accertamento supersofisticati,  i medici rilevarono che, effettivamente, Navalny era stato avvelenato con l'agente nervino Novichok; il quale è un composto neurotossico usato anche come arma chimica, i cui elementi non sono tracciabili con i metodi chimici di rilevamento "standard" (per aggirare la convenzione di Ginevra contro l'uso dei gas, se qualcuno si trovasse morto a causa sua).
***
Ciò premesso, essendo stato individuato -presumibilmente dalla CIA e dal BND-  il presunto team di agenti dei servizi segreti russi (FSB) che farebbe parte di un gruppo clandestino specializzato nell'uso di tossine per sopprimere gli avversari politici di Putin,  lo stesso Navalny sotto il falso nome di "Maxim Ustinov", un assistente del capo del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev, con tale falsa identità ha chiamato  Konstantin Kudryavtsev per chiedergli quali fossero state le ragioni del "fallimento" dell'operazione relativa al suo avvelenamento.
Kudryavtsev ha confermato indirettamente che l'obiettivo della missione era ucciderlo e che tutto sarebbe andato diversamente se l'aereo non avesse operato un'atterraggio di salvataggio; non entro nel dettaglio delle sue scuse per il fallito omicidio, perchè sono da lui esaurientemente spiegate nell'audio originale della telefonata e la relativa traduzione in inglese, che qui sotto vi accludo.
https://www.youtube.com/watch?v=gwvA49ZXnf8
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Ovviamente, i servizi segreti russi hanno  definito "un falso" la telefonata, in quanto, secondo loro,  la voce all'altro capo del telefono, non sarebbe affatto quella di Konstantin Kudryavtsev, che è un rappresentante ufficiale del servizio di sicurezza federale del Cremlino; quindi, per l'FSB (ex KGB), la telefonata sarebbe soltanto "una provocazione pianificata" che "non avrebbe potuto avere luogo senza il supporto organizzativo e tecnico di intelligence straniere".
***
Sull'ultima considerazione dell'FSB, non nutro dubbi neanch'io; ma, per il resto, mi sembra proprio che i servizi segreti russi manifestino una evidente "coda di paglia".
Ed infatti, se la voce all'altro capo del telefono, secondo loro, non sarebbe quella di Konstantin Kudryavtsev, la prima cosa che logicamente avrebbero dovuto fare, sarebbe stata quella di offrire la possibilità di un pubblico "riscontro vocale biometrico" della voce di Kudryavtsev (che, come detto, è un agente russo che esiste effettivamente) e di quella che si sente al telefono;  tale riscontro, oggi come oggi,  costituisce ormai uno strumento univoco per il riconoscimento di una persona, che agisce da identificativo alla stessa stregua delle impronte digitali o del rilevamento oculare.
E' vero che anche i processi di identificazione o autenticazione biometrici, compresi quelli vocali, possono essere aggirati attraverso tecniche che permettono di assumere l'identità di un'altra persona; tuttavia nessuna di tali tecniche potrebbe mai superare gli esami degli analisti di un qualsiasi servizio di "intelligence".
***
Ed invece, non solo l'FSB non ha offerto la possibilità di tale pubblico riscontro a livello internazionale, ma, per giunta, ha messo il "silenziatore" al signor Kudryavtsev; in tal modo nessuno può fare il confronto tra le dichiarazioni pubbliche che sarebbero indubbiamente attribuibili a lui, se gli si consentisse di esternarle personalmente in TV, e la voce che si sente al telefono.
***
In parole povere:
- se negasse Kudryavtsev in persona, e l'identificatore biometrico vocale mi confermasse che quella al telefono non è la voce che adesso sto ascoltando negare, gli crederei senz'altro (o, meglio, crederei all'identificatore e alle verifiche al riguardo degli analisti d'intelligence);
- se, invece, a negare è Putin (o qualunque altro russo), per me tale diniego non ha il benchè minimo valore...anzi, mi insospettisce ancora di più!
***
Pertanto, in conclusione, sospendo il giudizio finchè non sentirò "cinguettare" in prima persona il vero Kudryavtsev, la cui identità è ben nota; anche io dispongo di un identificatore vocale "anticontraffazioni".
Solo allora, infatti, si potrà oggettivamente sapere se la persona all'"altro capo del filo" era lui, oppure un complice di Navalny.
***
#4205

Scusate se torno ancora su uno "specifico" aspetto del tema, ma l'amor di Patria non mi consente di dare requie agli "analfabeti di ritorno" che imperversano sui media; ed infatti, in questo caso, l'"improprietà di linguaggio" può addirittura provocare dei "morti" tra gli ascoltatori meno attenti e riflessivi!
***
Ieri, l'"Agenzia Italiana del Farmaco" (AIFA) dopo il "nullaosta" dell'EMA e della Commissione Ue, ha autorizzato l'immmissione in commercio in Italia del vaccino Pfizer-Biontech; ed a commento di tale autorizzazione, il presidente dell'AIFA, Giorgio Palù, in una conferenza stampa, ha trionfalmente dichiarato : "Oggi è disponibile un vaccino con un <<margine di sicurezza>> elevatissimo, intorno al 95%!"
???
***
Se perfino il Presidente dell'AIFA non sa quello che dice, stiamo messi veramente MALE; ed infatti, se un ascoltatore lo prende in parola, col cavolo che si vaccina!
Un <<margine di sicurezza>> intorno al 95%, invero, non sarebbe affatto "elevatissimo" come dice lui, bensì sarebbe "estremamente esiguo"; tale da sconsigliare decisamente di sottoporsi al vaccino.
***
A dire il vero, anche un bambino delle elementari dovrebbe essere in grado di capire la "radicale" differenza che c'è tra il concetto di "sicurezza" e quello di  "efficacia"; ma  il Presidente dell'AIFA dovrebbe quantomeno essere a conoscenza di quanto c'è scritto nel  "Manuale di Farmacologia Clinica", aggiornato al giugno 2019, laddove troviamo il seguente chiarimento: "Ovviamente, un trattamento medico deve essere utilizzato solo se a beneficio del paziente. Il vantaggio tiene conto:
- sia della capacità del farmaco di produrre il risultato desiderato, cioè della sua <<EFFICACIA>>
- sia del tipo e della probabilità di effetti avversi <<SICUREZZA>>"
https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/farmacologia-clinica/concetti-di-farmacoterapia/efficacia-e-sicurezza-del-farmaco
***
Ora, è ovvio che:
- se io assumo un vaccino che ha il 95% di probabilità di evitarmi il contagio COVID19 (efficacia),  il gioco vale senz'altro la candela;
- se, invece, io assumo un vaccino che ha solo il 95% di probabilità di non essere dannoso per la mia salute (sicurezza), ecco che il gioco non vale più la candela, perchè il rischio di beccarmi il COVID19 è molto più basso.
***
Fortunatamente, la percentuale del 95% riguarda l'"EFFICACIA" del VACCINO PFIZER (che è davvero molto elevata), ma non certo la sua "SICUREZZA", come impropriamente ha dichiarato da Palù.
https://ilbolive.unipd.it/it/news/vaccino-pfizer-efficace-95-limmunologa-viola-ciù
***
Per quanto, invece, riguarda la SICUREZZA, Nicola Magrini, anche lui  direttore dell'agenzia del farmaco Aifa, ha precisato: "Saranno circa un milione le persone vaccinate contro il Covid-19 a gennaio e l'Italia avvierà studi specifici e autonomi per valutare sia l'<<efficacia>> sia le <<reazioni avverse>>", in ogni caso, almeno stando alle tre massive sperimentazioni cliniche già effettuate "il vaccino risulta approvato per tutta la popolazione italiana sopra i 16 anni e non ha controindicazioni assolute. Non sono richieste accortezze particolari per sottopopolazioni specifiche né per anziani o immunodepressi, inclusi chi ha problemi di coagulazione del sangue o sanguinamento. Anche per la gravidanza e allattamento, che si era detto potessero essere controindicazioni assolute, non lo sono, perché anche in questo caso i benefici superano i rischi".
La percentuale di "rischiosità" (sicurezza), non l'ha fornita: ma, comunque, dovrebbe essere estremamente esigua!.
***
La differenza tra "EFFICACIA" e "SICUREZZA" di un vaccino, è FONDAMENTALE per il successo della campagna vaccinale; perchè se ci si confonde lessicalmente tra l'una e l'altra, c'è il rischio che molti rifiutino di sottopporsi al vaccino, avendo capito fischi per fiaschi.
***
Quanto, invece, alla differenza tra "EFFICACIA" ed "EFFICIENZA" di un vaccino, anche in tal caso è abbastanza importante comprendere bene in che cosa essa consista.
In generale, sintetizzando, si può dire che l'"efficienza" differisce dall'"efficacia" in quanto tiene conto di come agisce un farmaco in uso nel mondo reale; ed infatti, spesso, un farmaco efficace negli studi clinici non è molto efficiente nell'uso reale,  se i medici applicano il trattamento in modo inappropriato.
Il vero rischio è questo!
***
#4206
Citazione di: sapa il 22 Dicembre 2020, 16:48:04 PM
Ciao Eutidemo, al tuo logico e, come sempre, dettagliato ragionamento eccepisco solo una cosa:  una volta fatto il vaccino, che motivo avresti di voler sapere se il tuo prossimo, compreso il medico che eventualmente ti dovrebbe "mettere le mani addosso", è vaccinato o meno? In teoria, una volta vaccinati, dovremmo finalmente essere liberi da ogni ansia. O mi sfugge qualcosa?


Ho scritto così per il fatto che la campagna vaccinale interesserà in primo luogo il personale medico; per cui, per un periodo più o meno lungo, quando mi recherò a visita medica, mentre il personale medico dovrebbe essere già quasi tutto vaccinato, io, invece, ancora non lo sarò.
Quindi pretendo che lo sia almeno il medico che mi visita.
Successivamente, quando sarò vaccinato anch'io, non avrò più di questi problemi.
Comunque, anche dopo, eviterò lo stesso di farmi curare da un medico "novax", perchè non mi dà affidamento ;)

#4207

COVID 19 - Vaccini - Qual'è il rischio maggiore?

PREMESSA
Diffidate di qualunque medico (o sedicente tale) il quale vi sconsigli una determinata pratica medica accettata e riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale e dall'OMS, senza spiegarvi accuratamente il "perchè", e soprattutto senza indicarvi le "basi" su cui fonda le proprie personali convinzioni.
Pure  se fosse Ippocrate in persona!
Intendiamoci, in taluni casi potrebbe anche avere ragione;  però, "dopo" che vi ha fornito l'uno e le altre (altrimenti non dategli neanche retta), verificate sempre di persona quanto possa esserci di "plausibile" in ciò che costui afferma.
Ed infatti un singolo medico o una minoranza di medici che contraddicano la consolidata convinzione della comunità scientifica costituita dalla stragrande maggioranza degli altri medici loro colleghi e degli scienziati, devono fornire argomenti davvero solidi a sostegno delle loro tesi; altrimenti si tratta solo di chiacchiere a ruota libera, che lasciano il tempo che trovano!
***
DIFFERENZA TRA "SICUREZZA" ed "EFFICACIA" DI UN VACCINO.
Occorre poi stare molto attenti ad evitare l' "errore" in cui è inavvertitamente incorso Paolo Mieli in una trasmissione di "OTTO E MEZZO", confondendo la "sicurezza" di un vaccino con la sua '"efficacia" , in quanto:
- la "sicurezza" concerne la percentuale di rischio che si corre assumendo un vaccino, o un qualsiasi altro farmaco, la quale, come pure risulta dai "bugiardini",  può essere vicino allo zero, ma mai assoluta (mio padre, che era medico, si sentì male a causa di un'aspirina);
-l' "efficacia", invece, concerne la capacità di un vaccino, o di un qualsiasi altro farmaco, di produrre l'effetto e i risultati voluti, cioè l'immunizzazione del paziente, la quale è in generale espressa in percentuali inferiori a quelle della "sicurezza".
Non serve essere un medico per capire che il requisito più importante da accertare è il primo; una volta rassicurati su quello, è poi ovvio che un vaccino conviene comunque farlo.
***
SICUREZZA
Al riguardo, occorre considerare due aspetti ben distinti di tale indispensabile requisito di qualsiasi farmaco o vaccino, e, cioè:
- che risulti "sicuro" in generale entro limiti statistici accettabili di rischiosità;
- che, inoltre, risulti "sicuro" in particolare, con riferimento allo stato clinico del singolo paziente.
Vale a dire:
a)
Sicurezza in generale
A tale riguardo, consideriamo quali siano gli "step" obbligatori per garantire la "sicurezza in generale" nella realizzazione di un vaccino.
- Il primo passo consiste nell'allestimento dei preparati vaccinali, diversi a seconda che contengano il microrganismo in una forma attenuata o completamente inattivata, o che ne contengano solo alcune componenti, o che si adottino tecniche antigeniche (come meglio spiegherò in prosieguo).
- Una volta così ottenuto, il "preparato vaccinale" viene sottoposto alla fase di "sperimentazione preclinica" in cui se ne osserva il comportamento e il livello di tossicità sugli animali.
- In laboratori altamente specializzati vengono eseguiti studi in vitro e in vivo per identificare quale componente del microrganismo sarà in grado di stimolare in maniera ottimale il sistema immunitarioe e si valutano la tolleranza, la risposta immunitaria e l'efficacia protettiva del vaccino da sviluppare sugli organismi viventi delle cavie.
- Si passa, infine, alla "sperimentazione clinica", che è regolata sia a livello internazionale  che nazionale, e che si suddivide in quattro fasi: le prime tre (che coinvolgono un numero progressivamente crescente di volontari) si svolgono antecedentemente alla messa in commercio del vaccino; ma prima di metterlo effettivamente in commercio, sono previste attente verifiche internazionali e nazionali della correttezza dei procedimenti adottati, solo dopo le quali il vaccino ottiene il "bollino blu". La quarta fase è rappresentata dagli studi post-commercializzazione e coinvolge milioni di persone.
b) Sicurezza in particolare
Occorre poi verificare, caso per caso, la "sicurezza specifica" del trattamento, evitando di praticarlo:
- a chi, al momento del vaccino, manifesta sintomi febbrili al "termoscanner"
- a chi presenta dati anamnestici  che lo sconsigliano.
Ed infatti, la vaccinazione contro una qualsiasi malattia (COVID19 compreso) è raccomandabile solo se il suo beneficio supera di gran lunga il rischio di provocare effetti negativi; la decisione si basa su un quadro anamnestico, che solo il singolo medico può valutare paziente per paziente.
LO SPUTNIK
La Russia ha già cominciato a vaccinare la popolazione con il suo vaccino SPUTNIK senza aver ultimato tutte le procedure di "sicurezza" sopra sinteticamente descritte; però sembra che, almeno per ora, non risultino effetti collaterali negativi di sorta.
Pertanto, a maggior, ragione, visto che in Italia si comincerà la campagna di vaccinazione solo "DOPO" aver ultimato "tutte" le procedure di sicurezza cui sopra, è "estremamente" improbabile che potranno risultare effetti collaterali negativi di un qualche rilievo.
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LA GATTA PRESCIOLOSA FA SEMPRE FIGLI CIECHI?
Alcuni medici, i cui studi risalgono a decenni fa, sono un po' scettici in conseguenza di quella che ritengono essere stata l'eccessiva "frettolosità" con la quale sono stati realizzati gli attuali vaccini anticovid; ma, evidentemente, almeno stando a quello che dicono o scrivono, si tratta di medici che ignorano completamente l'evoluzione scientifica avvenuta negli ultimi anni.
Almeno per quel poco che, da profano, ho potuto apprendere dalla lettura delle "Scientific American" (che ha appena compiuto 175 anni di pubblicazioni).
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I VACCINI ANTIGENICI
Si tratta di una nuova classe di vaccini composti di una sequenza di mRNA ("m" sta per "messaggero") che codifica una proteina specifica, denominato "antigene".
Questo tipo di vaccino, per sua natura, è molto più "veloce" da realizzare, ed è più "sicuro" , in quanto produce meno effetti collaterali rispetto ai vaccini composti da "virus inattivati"; inoltre è più facile da produrre rispetto a quelli tradizionali e non rischia di contenere alcun agente infettante
L'RNA "messaggero" veicolato da goccioline lipidiche all'interno del corpo della persona, produce la "proteina spike" di cui il virus si serve per agganciare le cellule umane e penetrarle;   cioè si trasformano le cellule in fabbriche di sostanze capaci di annientare la minaccia del virus. Detto in termini più semplici, almeno per quello che ho capito io, sono delle specie di "trappole avvelenate" per COVID19.
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MUTAZIONI DEL VIRUS
Oltre a questo, l'aspetto più positivo dei vaccini antigenici, è che, sia in caso di mutazioni relative al Covid-19 sia nella comparsa di altri patogeni, la piattaforma potrebbe essere subito pronta all'uso, grazie a velocità e agilità che sono i due veri punti di forza.
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E' VERO CHE CHI E' VACCINATO PUO' ANCORA RISULTARE CONTAGIOSO?
Al riguardo Ilaria Capua, direttrice dell'One Health Center of Excellence dell'università della Florida, in una trasmissione televisiva, ha dichiarato quanto segue: "Chi si vaccina contro il coronavirus non può ammalarsi, ma si può infettare lo stesso, e trasmettere quindi la malattia se non porta la mascherina".
Sebbene la Capua non sia un "medico", bensì una "veterinaria", tuttavia ha senz'altro le qualifiche necessarie per esprimere pareri in materia; ed infatti, come lei stessa ha giustamente rivendicato, visto che si originano quasi sempre da animali, "I veterinari studiano le malattie prima che diventino pandemiche" presso gli esseri umani.
Tuttavia, considerato che in materia di "infezioni" umane la "competenza specifica" spetta precipuamente agli "infettivologhi", ho trovato interessante il parere espresso al riguardo dal Prof. Stefano Vella, infettivologo e docente di Salute Globale all'Università Cattolica di Roma.
"Quello che dice la Capua può essere vero, nel senso che questi vaccini inducono una risposta immunitaria legata agli anticorpi neutralizzanti, che è sistemica ma non è detto che proteggano anche dall'infezione". Però ha aggiunto che, anche se c'è il rischio di essere contagiosi, non è escluso che il virus "...possa essere abbattuto così velocemente da ridurre anche il tempo di trasmissione: cioè il virus comincia ad entrare nelle vie respiratorie ma viene abbattuto!".
In questo modo, secondo l'"infettivologo" il virus contrastato dal vaccino non avrebbe il tempo materiale per infettare nessun'altro venga a contatto con la persona vaccinata.
Al riguardo, almeno "sondando" INTERNET, a me sembra che la comunità scientifica propenda ad affermare che, in genere, chi si sottopone a vaccinazione non è contagioso per la malattia per la quale si è vaccinato; questo risulterebbe valido per tutti i vaccini, anche per quelli realizzati con virus attenuati.
L'unica rarissima eccezione storica, a quanto leggo, sarebbe stata quella del vaccino per la varicella; in 30 anni di utilizzo si sono registrati soli 9 casi di contagio su milioni di dosi somministrate.
Però, per sapere con sicurezza come andrà la faccenda per i vaccini anticovid, bisognerà attendere i risultati dei "trials clinici", gli unici in grado di dire "se questi vaccini impediscono sia la malattia che la trasmissione".
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CONCLUSIONI
Alla fin fine, secondo me, molti sbagliano la "domanda" a cui accennavo nel titolo del presente TOPIC, più che la sua "risposta".
Cioè:
a) Domanda stupida
"Può essere pericoloso sottoporsi al vaccino in arrivo, in quanto potrebbe produrre dannosi effetti collaterali?"
Si tratta di una domanda "stupida", in quanto la risposta è ovvia: "Certo che sì! Ed infatti, sottoporsi al vaccino in arrivo, per quanto in percentuaali inferiori allo "0,", potrebbe comunque essere ipoteticamente pericoloso e potrebbe produrre dannosi effetti collaterali come qualsiasi altro prodotto farmaceutico in commercio!"
Ed infatti QUALSIASI vaccino o farmarco (aspirina compresa), in determinate circostanze, può risultare pericoloso e produrre dannosi effetti collaterali; basta leggere i "bugiardini" contenuti nelle confezioni per farsi venire i sudori freddi.
b) Domanda intelligente.
"E' più pericoloso affrontare il rischio di sottoporsi al nuovo vaccino contro il COVID19, in quanto potrebbe produrre dannosi effetti collaterali, oppure non fare il vaccino ed affrontare il rischio di beccarsi il virus?
Se la cosa fosse possibile, io lascerei rispondere alle 70.000 persone che sono morte di COVID qui in Italia in meno di un anno (ieri erano 69.214); ma, poichè la cosa ormai non è più possibile, la risposta è affidata al buon senso di chi ancora è rimasto in vita.
Almeno, se è sua intenzione restarci!
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In ogni caso, personalmente, pur rispettando l'opinione di tutti, trovo disdicevole che un medico rifiuti di sottoporsi personalmente al vaccino, esponendo così ad un rischio maggiore di contagio i propri assistiti; ed infatti, almeno lui, per la professione che fa, il "rischio" di vaccinarsi dovrebbe sentirsi obbligato a correrlo.
Ed infatti, dopo la campagna di vaccinazione, personalmente, eviterò sicuramente di "farmi mettere le mani addosso" da un medico che non si sia vaccinatol.
Questo è poco ma è sicuro!
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Poi, ognuno la pensi come meglio crede!
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#4208
Ciao Sapa. :)
In effetti, a ben vedere, questo decreto è un capolavoro di "cerchiobottismo", in quanto:
- da un lato (la botte) cerca di contenere il più possibile l'espansione del contagio in conseguenza delle feste di fine anno;
- dall'altro (il cerchio), cerca però di non scontentare troppo lo spirito tradizionalista-godereccio degli Italiani.
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Il confronto con la Germania è molto difficile da fare, perchè da quelle parti vige un "etica luterana" (per non dire "calvinista"), mentre qui da noi alligna un'"etica cattolica"; sarebbe molto interessante approfondire tale aspetto, ma non mi sembra certo questa la sede.
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In ogni caso anche io, come te, penso che sia molto difficile riuscire ad avere la botte piena e la moglie ubriaca; per cui temo che, dopo le feste, ci sarà senz'altro una risalita dei contagi!
Quanto al fatto se la responsabilità sarà da ascriversi, eventualmente,  alla popolazione, ignorante e indisciplinata, non saprei dire; in buona parte, forse, sì, ma, secondo me,   la maggior parte della responsabilità sarà da ascriversi, alla presunta "paraculaggine" di un'altra parte della popolazione, nonchè ai contrasti tra "buonisti" e "rigoristi" all'interno del governo.
Il quale, ricordiamocelo sempre, è un'Idra, non è mica una Monade a cui attribuire univocamente le colpe!
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Per cui concluderei che, se il contagio risalirà dopo le feste, la responsabilità sarà un po' di tutti (me compreso); però, secondo me, quella maggiore sarà del COVID19.
Ed infatti, se un sicario mi spara, ed io non sono abbastanza rapido ed efficiente a rispondere al fuoco, morirò sicuramente anche a causa della mia inettitudine...ma l'assassino resta comunque il sicario; e, se sopravvivo, in galera ci finirà lui, mica io!
Un saluto! :)
#4209
Il testo normativo del DPCM 18/12/20, almeno nel testo della "bozza" diramata ieri, prevede esattamente quanto segue:
"Durante i giorni festivi e prefestivi compresi tra il 24 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021 lo spostamento verso le abitazioni private è consentito una sola volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 05,00 e le ore 22,00, verso una sola abitazione ubicata nella medesima regione e nei limiti di due persone, ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi."
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Ciò premesso cerchiamo di capire "esattamente" cosa intende dire l'estensore del testo sopra riportato; fermo restando, che, nel momento in cui scrivo, ancora non ho potuto visionare il "testo ufficiale" del DPCM, nè i relativi chiarimenti governativi.
In particolare, per ora, soffermiamoci sulle regole applicabili per il cosiddetto "cenone natalizio" del 24 dicembre, e per il "pranzo natalizio" del 25 dicembre; del Capodanno parleremo dopo.
***
1) Il "cenone natalizio" del 24 dicembre.
Al riguardo, ritengo di poter esegeticamente ipotizzare, con cauto beneficio d'inventario, quanto segue:
a)
Visto che il giorno 24 dicembre lo "spostamento verso" le abitazioni private è consentito una sola volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 05,00 e le ore 22,00, ne consegue che, invece, lo "spostamento dalle" abitazioni private è consentito senza fissazione di orario; per cui ne consegue che se taluno si reca al cenone di natale in casa d'altri alle ore 21,00 della sera, potrà tornare a casa sua sia alle ore 23,30 del giorno 24, sia in qualsiasi ora del giorno 25. Diversamente, invece, il DPCM avrebbe parlato di "spostamento tra" le abitazioni private...ma non lo ha fatto.
b)
Visto che il giorno 24 dicembre lo "spostamento verso" le abitazioni private è consentito "una sola volta al giorno", e, per giunta, "verso una sola abitazione", secondo me è escluso che si possano fare due cenoni natalizi distinti, magari uno dalle ore 20,00 alle ore 22,00  in una abitazione, ed un altro dalle ore 22,30 alle ore 0,30 in un'altra  abitazione.
c)
Secondo il testo della norma, l'abitazione verso cui ci si reca deve essere "ubicata nella medesima regione"; e, sebbene non venga precisato che si tratta  della "medesima regione in cui abita l'invitato", ritengo  che,  almeno sotto il profilo logico, la cosa possa essere sottintesa, altrimenti la prescrizione non avrebbe molto senso sintattico.
Ed infatti:
- se ci si potesse spostare "verso due diverse abitazioni", avrebbe senso specificare che esse debbano trovarsi "nella medesima regione", onde evitare che un figlio proveniente dall'Umbria vada prima a visitare il padre nel Lazio e poi la madre separata in Abruzzo;
- però, visto che, comunque, ci può spostare esclusivamente "verso una sola abitazione", che, per forza di cose, può essere situata in una "sola regione", secondo me è logico desumerne che dicendo il DPCM che questa deve essere "ubicata nella medesima regione", dovrebbe arguirsi che sia la stessa in cui abita l'invitato.
Tuttavia, considerato che:
- la norma consente un arco temporale, per lo spostamento da un'abitazione all'altra, che parte dalle ore 05,00 della mattina;
- tenuto conto che per attraversare la regione più "lunga" d'Italia, da Foggia a Lecce,  passando per l'A14 (278,1 km) servono meno di tre ore;
- considerato, che, solitamente, la cena di natale non comincia prima delle ore 20,00 della sera;
si potrebbe anche ipotizzare che l'estensore della disposizione, prevedendo l'alba come ora di partenza, avesse in mente anche la possibilità di spostamento in un'altra regione.
Ne dubito, ma, quindi, forse, una precisazione non sarebbe inutile.
d)
Viene infine precisato che lo spostamento verso l'abitazione privata altrui, è consentito esclusivamente nei limiti di "due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi", oltre, per ovvie ragioni, ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi; ed infatti l'art.591 del codice penale stabilisce che "chiunque abbandona (lasciandola da sola anche a casa propria), una persona minore degli anni quattordici, ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a se stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni."
Pertanto è ovvio che i "due invitabili", ciascuno per parte sua, non solo "possono", bensì "devono" portarsi dietro anche i soggetti di cui sopra; salvo, ovviamente, un legittimo affidamento a terzi, che, però, il DPCM, giustamente, non poteva certo pretendere.
e)
Le due persone ospitate, non devono necessariamente essere "parenti" di chi li ospita; anzi, in genere, una delle due persone non lo sarà affatto, ma sarà soltanto un "affine"...cioè il genero o la nuora, ovvero il suocero o la suocera.
Ed infatti, nel caso di un padre con due figli, si troverà di fronte alla seguente alternativa:
- o ospita i due figli senza i relativi "partner";
- oppure ospita un figlio solo con il relativo "partner", ma allora l'altro figlio se ne deve restare a casa con la sua famiglia (ovvero a casa dei suoceri).
La "prole minorenne" può restare o andare, "a scelta" dei genitori.
Ovviamente, le due persone possono anche essere prive di qualsiasi rapporto di parentela o affinità con il soggetto ospitante.
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1) Il "pranzo natalizio" del 25 dicembre.
In sostanza, valgono gli stessi criteri di cui sopra, per cui il "cenone natalizio" del 24 dicembre non escluderà mai la possibilità di effettuare il "pranzo natalizio" del 25 dicembre con le stesse o altre persone; sempre rispettando, ovviamente, i limiti numerici sopra descritti.
***
Quanto a questi ultimi, ritengo poco percorribili alcuni "escamotage" di cui ho letto sulla stampa; ad esempio, ho avuto notizia di alcune persone le quali ipotizzerebbero di bypassare il disposto normativo"accampandosi" in più famiglie in una stessa casa per i giorni prefestivi e festivi.
Ed infatti:
a)
Se un gruppo di dieci-venti persone, si trasferisce "oggi" in una determinata abitazione, e poi ci resta fino al sei gennaio per passare tutte le feste insieme, nessuno potrà loro eccepire nulla; ed infatti il DPCM ha il precipuo intento di limitare gli eccessivi affollamenti "da spostamento" nei giorni caldi, ma non certo quello di snidare le persone dalle case dove già si trovano.
Tutto ciò, però, sempre ammesso e non concesso che i proprietari dell'abitazione possano gradire davvero una simile protratta situazione coabitativa; la quale, a mio parere, oltre che "pericolosa", risulterebbe anche alquanto "fastidiosa"!
b)
La stessa cosa, ovviamente, si può fare anche frazionatamente per periodi più brevi, riunendosi nei giorni "lavorativi" che rimangono tra quelli "festivi" e "prefestivi"; in questo caso, la situazione resterebbe comunque "pericolosa" e "fastidiosa", anche se un po' meno che nell'ipotesi precedente.
c)
Ovviamente, se tutto il gruppo, per il periodo delle festività, parte insieme per fare una vacanza congiunta in in una casa di villeggiatura (di proprietà o in affitto), il discorso è diverso; ma non era certo questo nè l'oggetto del DPCM nè quello del mio TOPIC.
d)
Ovviamente, se qualcuno pensasse di fare il furbo, recandosi a coppie separate al cenone, e autocertificando la cosa durante il tragitto, mentre poi al canone di coppie ne vengono una mezza dozzina, secondo me l'eventuale confronto informatico fra tali autocertificazioni, potrebbe comportare qualche guaio per i furbetti in questione!
CONCLUSIONE
In ogni caso ripeto che questo mio sommario commento interpretativo:
- riguarda il testo della "bozza" attualmente in circolazione, non disponendo io del testo definitivo del DPCM;
- sicuramente già tra oggi e domani, assieme a tale testo definitivo  verranno resi pubblici dal Governo anche dei chiarimenti ufficiali che potrebbero smentire quanto io ho scritto qui e  adesso;
- probabilmente, "melius re perpensa", io stesso potrei rivedere alcune mie interpretazioni, che qui, forse un po' troppo prematuramente e sbigrativamente ho prospettato a botta calda.
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#4210
Citazione di: Ipazia il 15 Dicembre 2020, 21:22:08 PM
La politica è menzogna. Non sappiamo nulla dei puppari delle stragi di stato e di Nato, non sappiamo nulla di Ustica e anche sul rapporto politica-crimine organizzato abbiamo a che fare con balle ben più inbufalite degli sbufalamenti Trumpiani, che di fronte a personaggi del calibro di Andreotti, Cossiga, Prodi, Monti Draghi,... non è niente più che uno scolaretto scoperto a rubare la marmellata e che, contrariamente agli altri citati, ha fatto danni (meno dei predecessori), e contato balle, solo per 4 anni.
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Perchè, Berlusconi e Bossi dove li metti? :D
#4211
Ciao Viator.
Hai perfettamente ragione, in quanto, nel caso dei miraggi, l'occhio "percepisce" ciò che la realtà fisica genera sulla base delle leggi della fisica atmosferica e dell'ottica (riflessione-rifrazione); tale percezione esteriore, poi, come tu molto correttamente spieghi, viene erroneamente "interpretata" dal nostro cervello come se la lontana immagine tremolante e lucente fosse "acqua", invece della semplice "sabbia" del deserto.
La "sabbia" c'è, ma l'"acqua" no!
Non ho mai inteso mettere in dubbio tale fenomeno naturale, però non c'è dubbio alcuno che, anche in tal caso, come io avevo scritto, noi percepiamo le cose -in questo caso l'"acqua"- indipendentemente dalla loro effettiva esistenza; ed infatti, in conseguenza di ciò che la realtà fisica genera sulla base delle leggi della fisica atmosferica e dell'ottica, noi "crediamo" di "percepire" davanti a noi qualcosa che, invece, "non esiste" affatto...cioè l'acqua!
Quanto alle "allucinazioni", allo stesso modo noi "crediamo" di "percepire" davanti a noi qualcosa che, invece, "non esiste"; l'unica differenza è che, a differenza dei "miraggi", si tratta di illusioni interamente prodotte all'interno del nostro sistema nervoso anche in mancanza di stimoli esterni.
***
Per cui, lungi da me il voler "omologare" i "miraggi" con le "allucinazioni", essendo pacifica la differenza "fenomenologica" tra gli uni e le altre; a nessuno verrebbe mai in mente di confondere le due cose!
Io volevo solo dire che, in entrambi i casi, noi crediamo di "percepire" qualcosa che, in realtà, non c'è (l'acqua); del tutto a prescindere da ciò che ha provocato l'illusione (cioè che esso sia esterno o interno)!
***
In ogni caso, sotto una prospettiva Husserliana, per non voler tornare indietro fino a Berkeley, a livello strettamente teorico noi non siamo in grado di dimostrare che esistono effettivamente oggetti esterni che sono la causa delle nostre percezioni (corrette o distorte), giacchè tutto l'universo potrebbe essere frutto della nostra mente; ma questo è un discorso molto più complesso, che esorbita dalla specifica -peraltro correttissima- eccezione di mero carattere "fenomenologico" da te sollevata.
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Un saluto!
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#4212
Ciao Socrate 78 :)
Per quel che può valere, ti do la mia "personale" interpretazione di quel particolare assunto di Husserl.
Ed invero è fuori di dubbio il fatto che noi percepiamo le cose, indipendentemente dalla loro esistenza; il che è anche sperimentalmente documentato dai miraggi e dalle allucinazioni.
Quanto al fatto che la coscienza si possa ulteriormente scremare e ridurre, sino ad arrivare all'"Io puro" che supererebbe le coscienze empiriche dei soggetti e da cui deriverebbero le essenze di tutti gli enti, sebbene con una terminologia un po' diversa, condivido pienamente l'assunto di Husserl.
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Ma allora con che cosa sarebbe identificabile questo "Io puro"?
Secondo me, è  identificabile  con l'ESSERE che è il minimo comun denominatore di tutte le cose, coscienze individuali comprese; cioè, DIO, il quale appunto, secondo San Paolo, "est Omnia in omnibus!" (Cor.15).
***
Facciamo un esempio, il quale, ovviamente, ha fini meramente esplicativi; nessun esempio, infatti, può mai coincidere -e nemmeno spiegare completamente- la realtà ultima.
Nei nostri sogni, oltre al nostro "io personale", agiscono anche gli "io personali" e le "coscienze empiriche" degli altri soggetti del nostro sogno; con i quali interagiamo in modo analogo di quanto accade nella veglia.
Rammento che, più di una volta, ho sognato di discutere animatamente con alcuni di tali soggetti, per convincerli che, sia io che loro, eravamo tutti manifestazioni di un "unico io" sognante; e che, quindi, le nostre individualità oniriche erano sì "reali" (in quanto, comunque, in qualche modo si manifestavano nella nostra discussione), ma, nel contempo, erano anche "illusorie", poichè, in fondo, erano tutte manifestazioni di un "UNICO IO"...quello del Sognatore! Il quale, a volte, si impersonava in uno dei soggetti del sogno, mentre altre volte in un soggetto diverso.
A volte mi svegliavo subito, non appena presa coscienza di come stavano le cose; altre volte, invece, il sogno proseguiva, ed ogni personaggio insisteva a ribadire la sua "realtà individuale", differente da quella degli altri.
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Nella veglia, secondo alcune "Weltanschauungen" come quella Vedanta, e, in un certo senso anche quella di Husserl e di molti altri, accade più o meno la stessa cosa.
Vale a dire:
- "io", in quanto "soggetto pensante individuale",  posso fare esperienza diretta solo della MIA "specifica" "coscienza individuale";
- però, così come i personaggi onirici, finchè dura il sogno, non possono capire di essere tutti manifestazioni di un unico soggetto, allo stesso modo il mio "io"  di veglia, così come quello di tutti gli altri, non possiamo superare questa percezione per accedere ad un'ipotetica coscienza dell'"IO" assoluto.
***
Quale possa essere il procedimento per superare la nostra coscienza particolare e vedere l'ESSERE in maniera pura, sinceramente, non te lo saprei proprio dire.
Da vivi, salvo casi eccezionali, forse non è proprio possibile, perchè, così come non ci si può svegliare finchè si continua a dormire, allo stesso modo "non si può vedere Dio (cioè l'ESSERE) e continuare a vivere"; ed infatti Gesù disse: "io non sono più nel mondo, ma essi sono nel mondo, e io vengo a te...conservali nel tuo nome, quelli che tu mi hai dati, affinché siano UNO, così come noi siamo UNO." "Io prego perché tutti siano UNA SOLA COSA; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi." (Vangelo secondo Giovanni, 17).
E San Paolo, ancora più esplicitamente, disse che siamo tutti destinati a diventare con Dio "UN SOLO SPIRITO" (1Cor 6,13c-15a.17-20)
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Un saluto. :)
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#4213
Ciao Viator. :)
Mi scuso per aver interpretato le tue considerazioni come se fossero state "de iure condito", anzichè "de iure condendo"; come, invece, tu adesso precisi essere stato nelle tue intenzioni.
Tuttavia, anche "de iure condendo", non sono sicuro di poter condividere del tutto  la tua opinione circa l'opportunità di "...cassare i reati di insulto, diffamazione etc. e tutti gli altri consimili oggi esistenti e frutto di una tradizione morale profondamente ipocrita".
***
Al riguardo, cioè "de iure condendo", osservo , infatti, quanto segue:
a) L'insulto
Quanto all'"insulto", in effetti, come già avevo precisato, attualmente l'"ingiuria" (cioè il semplice "insulto") non costituisce più un "reato", per cui non c'è più alcun bisogno di "cassarlo", come tu auspichi; ed infatti, ci hanno già pensato la Legge n. 67 del 28 aprile 2014 e l'art. 1, lettera c), del decreto legislativo n. 7 del 15 gennaio 2016, nella parte in cui hanno disposto l'abrogazione del reato di "ingiuria" (cioè di  "insulto") , di cui all'art. 594 c.p., per contrasto con gli articoli 2, 3, 10 e 117 della Costituzione.
Come pure avevo precisato, tuttavia, le ingiurie e gli insulti permangono un "illecito civile"!
Ed infatti, se qualcuno mi offende in modo insolente, io ho il diritto di citarlo in giudizio; all'esito del quale il giudice può condannare l'offensore al risarcimento del danno morale provocatomi.
Tale possibilità di poter ricorrere al giudice civile, secondo me, se non giusta, è comunque molto opportuna, "ne cives ad arma ruant"; cioè, al fine di evitare che i cittadini ricorrano alle armi.
Diversamente, non avendo alternative giudiziali, se un soggetto un po' suscettibile viene offeso, non è da escludere che potrebbe reagire violentemente; ed infatti i "duelli" per motivi d'onore non esistono più, ma il "coltelli" esistono ancora. Anzi, nonostante la possibilità di ricorrere al giudice, purtroppo vengono usati lo stesso anche troppo di frequente.
b) La diffamazione.
Tale reato, previsto dall'art.595 C.P. non è stato abrogato, nè penso che lo sarà mai; ed infatti si tratta di un comportamento illecito molto più grave del semplice insulto, che viene quindi punito penalmente in tutti i Paesi del mondo (nessuno escluso, e da sempre).
Ed infatti, a differenza del semplice "insulto", la "diffamazione" presume  l'"assenza dell'offeso", comportante l'impossibilità che la persona offesa percepisca direttamente l'addebito diffamatorio; per cui, l'impossibilità di difendersi da parte di costui, determina una maggiore potenzialità offensiva rispetto alla mera "ingiuria".
Inoltre, affinchè si configuri tale reato, sono necessari altri due requisiti:
- l'offesa alla reputazione, intendendosi la possibilità che l'uso di parole diffamatorie possano concretamente ledere la reputazione dell'offeso;
- la presenza di almeno due persone in grado di percepire le parole diffamatorie (esclusi il soggetto agente e la persona offesa).
Secondo me, quindi, tale infame e subdolo genere di crimine, "de iure condendo", deve continuare ad essere perseguito penalmente; salva  ovviamente, la libertà di espressione di cui all'articolo 21 della Costituzione, laddove si stabilisce che il diritto di manifestare il pensiero in ogni forma resta sempre libero.
Ed infatti, se è questo che ti preoccupa (come preoccupa anche me), la condotta è "sempre" scriminata nel caso dell'esercizio del diritto di "cronaca", "critica" e "satira"; quando sia attuata nei limiti della verità, continenza e pertinenza, e non sia meramente gratuita ed ai soli fini dell'ingiuria personale.
c) La calunnia
Il reato di "calunnia", infine, trova la propria disciplina nell'articolo 368 C.P., e si configura qualora un soggetto, per mezzo di denuncia, querela, richiesta o istanza (dirette all'autorità giudiziaria, ad altra autorità che abbia l'obbligo di riferirne a quella o alla Corte penale internazionale) incolpi di un reato una persona di cui conosce l'innocenza, ovvero addirittura simuli a carico di quest'ultima le tracce di un reato; mi pare ovvio, quindi, che, in tale caso, una "cassazione" di tale reato non sia neanche teoricamente ipotizzabile.
***
Un Saluto :)
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#4214
Citazione di: bobmax il 13 Dicembre 2020, 09:59:39 AM
Gira e rigira sempre con la Verità ci ritroviamo a confrontarci...

Perché la tolleranza ha sempre dei limiti, superati i quali da bene diventa inevitabilmente un male.

Se però si propende per l'intolleranza, come nel mio caso, allora non si fa che pretendere che sia senz'altro bene ciò di cui non si è davvero sicuri...

Vi è sempre una qual ipocrisia, seppur sovente inconsapevole, sia nel voler essere tolleranti ad ogni costo, sia nel non voler esserlo già al primo fastidio.


E' vero che c'è sempre un po' di ipocrisia, seppur sovente inconsapevole, sia nel voler essere tolleranti ad ogni costo, sia nel non voler esserlo già al primo fastidio.
Ed è anche vero che la "ricerca" della Verità dovrebbe costringere ad eliminare ogni ipocrisia.
Hai scritto bene: la "ricerca" della Verità, non certo il "possesso" della Verità ...di cui solo un ipocrita potrebbe presumere di poter disporre.Ma la ricerca della Verità non costringe forse ad eliminare ogni ipocrisia?
#4215
Attualità / COVID19 Il paradosso delle mascherine.
13 Dicembre 2020, 06:55:56 AM
Le mascherine anticovid, se non vengono idoneamente dismesse (e poi adeguatamente riciclate) impiegano fino a 450 anni per decomporsi nell'ambiente; senza considerare che, quelle utilizzate da individui infetti, possono essere portatrici di contagio per gli individui sani.
Nonostante questo, però, le strade delle nostre città, ne sono disseminate; così come risulta dalle seguenti foto scattate durante una sola passeggiata all'aria aperta.
MASCHERINE IN TERRA.jpg
***
A cosa è dovuto questo sconcio?
Sono state individuate due diverse ragioni del fenomeno.
***
1)
Alcune persone, dalla dotazione neuronale decisamente carente, non si peritano di gettarle in terra là dove capita.
Ma, poichè come giustamente osservò Heinrich Boll, "ci sono dei limiti oltre i quali l'idiozia deve essere controllata", moltissimi Comuni stanno intensificando i controlli della polizia urbana e applicando salate sanzioni a chi viene colto nell'atto di gettare per terra mascherine (o guanti); 500 euro a Roma, 450 euro a Nardò in Puglia e 600 euro in diversi comuni dell'Emilia Romagna.
Con certi soggetti, infatti, il "sistema del bastone e della carota" va adottato secondo il metodo B) della seguente immagine!
BASTONE E CAROTA.jpg

2)
Altre persone, dalla dotazione neuronale decisamente più munita, ma poco previdenti, non si sognerebbero mai di gettare in strada la loro mascherina; però, quando non c'è nessuno in giro, legittimamente la tengono appesa ad un orecchio per respirare meglio.
Il problema è che, appesa ad un orecchio (o anche ad entrambi, provocando così orecchi a sventola), di sovente finisce per cadere involontariamente a terra; ed allora il guaio è fatto comunque, perchè non si può certo indossarla di nuovo.
Ovviamente, se si tratta di una persona dotata di senno, la raccoglierà per poi gettarla in un cestino dei rifiuti o portarla a casa e pulirla-disinfettarla (il che è però sconsigliabile); tuttavia, se non è stata abbastanza previdente da portarsene dietro una di scorta, per il resto della sua passeggiata ne resterà pericolosamente priva.
A quanto risulta da un'indagine dei "media", peraltro, anche molte persone a cui la mascherina cade involontariamente in terra, per pigrizia, poi non si danno minimamente la briga di raccoglierla; il che sembra che aggravi notevolmente il problema.
Al fine di evitare tale eventuale inconveniente, suggerisco un banale rimedio: un "cordoncino" (o anche un semplice "filo") annodato agli estremi, il quale, collegato per il tramite un occhiello ad una mascherina, eviterà senz'altro che essa possa cadere involontariamente a terra.
Tale espediente potrà servire anche, quando non la si usa, per tenere la mascherina appesa al collo -riparata da un indumento-, invece che ad uno o due orecchi; è "invisibile", più semplice, più sicuro, più elegante, e (tanto per rassicurare chi porta i capelli lunghi) non disturba nessuna acconciatura, in quanto il cordoncino è appeso al collo come una catenina, e non passa per la nuca.
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Quanto a chi insiste a non voler portare la mascherina, almeno non imbratterà le strade; però si ricordi che un qualsiasi idiota è capace di prendere una tigre per i coglioni, ma ci vuole davvero un eroe per continuare a stringere!
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