Ciao Alexander.
E' vero che un vaccino tradizionale "aveva" bisogno di quasi dieci anni di tempo per essere sviluppato e testato a sufficienza (nel lungo periodo) prima di essere autorizzato, mentre quello contro il covid-19 nemmeno un anno.
Per cui capisco benissimo come sia naturale che molte persone, anche favorevoli a vaccinarsi, nutrano delle perplessità; ma, evidentemente, si tratta di persone non molto ben informate sull'evoluzione delle tecniche di realizzazione dei vaccini, le quali, oggi, sono molto più "veloci" e più "sicure" che non in passato.
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Ed infatti, ora, siamo in presenza di una nuova classe di vaccini composti di una sequenza di mRNA ("m" sta per "messaggero") che codifica una proteina specifica, denominato "antigene".
Questo tipo di vaccino, per sua natura, è molto più "veloce" da realizzare, ed è molto più "sicuro" , in quanto produce meno effetti collaterali rispetto ai vaccini composti da "virus inattivati" (come in passato); inoltre è più facile da produrre rispetto a quelli tradizionali e non rischia di contenere alcun agente infettante
L'RNA "messaggero" veicolato da goccioline lipidiche all'interno del corpo della persona, produce la "proteina spike" di cui il virus si serve per agganciare le cellule umane e penetrarle; cioè si trasformano le cellule in fabbriche di sostanze capaci di annientare la minaccia del virus. Detto in termini più semplici, almeno per quello che ho capito io, sono delle specie di "trappole avvelenate" per COVID19.
Oltre a ciò, l'aspetto più positivo dei vaccini antigenici, è che, sia in caso di mutazioni relative al Covid-19 sia nella comparsa di altri patogeni, la piattaforma potrebbe essere subito pronta all'uso, grazie a velocità e agilità che sono i due veri punti di forza.
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Ovviamente non c'è alcuna certezza sulla durata dell'immunità nel tempo, perchè la sfera di cristallo non ce l'ha nessuno; ma anche se fossero sei mesi o un paio d'anni al massimo, intanto protegge chi ne usufruisce. E niente impedisce di fare un richiamo (come anche per altri vaccini).
Mi sembra assurdo rinunciare ad una protezione, solo per il fatto che è temporanea, soprattutto quando è comunque rinnovabile; sarebbe come rinunciare ad usare la mascherina, perchè dopo un po' va gettata via e ne va comprata una nuova!
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E' anche vero che, come accade per qualsiasi altro farmaco, c'è bisogno di tempo e di esperti indipendenti per valutare la reale sicurezza di un vaccino e la sua efficacia nel "tempo lungo" (nel "tempo breve" già si sa che è sicuro); però, nel frattempo, il covid19 non possiamo mica beccarcelo tutti, solo per aspettare di sapere, tra dieci anni, se il vaccino era davvero sicuro.
In tal caso, infatti, ai sopravvissuti il vaccino ormai non servirà più; e ai morti ancora di meno!
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Quanto al fatto che la Pfizer abbia preteso uno scudo legale per proteggersi da eventuali cause legate alla somministrazione del suo vaccino anti-Covid, questo è del tutto normale; ed infatti posso garantirti che qualsiasi produttore di farmaci, dall'aspirina alla "dolce" euchessina, si preoccupa "sempre" di precostituirsi uno scudo legale per proteggersi da eventuali cause legate alla somministrazione del suo prodotto.
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So che in UK è previsto un indennizzo per chi subisce un danno da vaccino, causante un'invalidità almeno del 60%, pari a 120.000 sterline; ed infatti anche io ritengo che si dovrebbe fare qualcosa di simile anche in Italia.
Secondo me, pure per danni anche di minore entità.
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Quanto al fatto, come scrivi tu, che "un'eventuale obbligatorietà sia da valutare più in là, quando si avranno maggiori certezze su efficacia e sicurezza del vaccino", e che intanto "in questa fase iniziale, vaccinare gli ultra65enni e le persone fragili sia sufficiente", suona un po' come la proposta di un darwinistico "experimentum in corpore vili"; cioè, non avendosi ancora "certezze su efficacia e sicurezza del vaccino", intanto facciamolo sui vecchi e sui deboli, tanto, se crepano, il danno sociale è minore che se muoiono persone giovani ed in salute.
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Sono sicuro che, al di là del dato testuale, tu non intendevi affatto dire questo (o, almeno, lo spero vivamente); però, allora, il tuo ragionamento, risulta decisamente contraddittorio.
Ed infatti i casi sono due:
- o tu ritieni che, in questa fase iniziale, sia più opportuno vaccinare solo gli ultra65enni e le persone più fragili, per testare su di loro l'efficacia e l'innocuità del virus, che a tuo parere è ancora molto incerta, e per cui è meglio che il resto della popolazione aspetti di vedere che fine fanno loro (un po' come fanno i topi giovani, i quali fanno assaggiare il formaggio prima a quelli vecchi, per assicurarsi che non sia avvelenato);
- oppure tu ritieni che, in questa fase iniziale sia più opportuno vaccinare prima gli ultra65enni e le persone più fragili, in quanto, essendo a tuo parere assolutamente efficace ed innocuo il vaccino, allora è molto meglio vaccinarli per primi, per mettere al sicuro loro prima di tutti gli altri.
Spero che tu propenda per tale seconda soluzione, che è anche la mia; ma essa regge solo se tu ti basi sulla seconda premessa (efficacia e sicurezza dei vaccini), ma non certo se ti basi sulla prima (potenziale pericolosità dei vaccini).
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Un saluto!
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