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Messaggi - Eutidemo

#4216
Ciao Viator.  :)
Sono d'accordo con te che ciascuno deve essere libero di manifestare le proprie opinioni (convinzioni generate dalla propria esperienza), le proprie impressioni (umori o convinzioni provvisorie generate dalla singola circostanza), le proprie concezioni (pensiero concettuale creativo); semprechè, però, non cerchi di fondarle su fatti oggettivamente falsi, ovvero fraudolentemente distorti, ovvero che consistano in insulti ed accuse gratuite ad una specifica persona.
***
Quanto ad affermare che "il Capo del Governo è un ladro", perciò, occorre molto sommariamente ricordare quanto segue, anche se viene definito "ladro" un comune cittadino:
a)
Sebbene attualmente l'"ingiuria" non costituisca più un reato, resta tuttavia un illecito civile; all'esito del procedimento il giudice condannerà il responsabile al risarcimento del danno e a pagare una multa allo Stato (da 200 euro a 12 mila euro).
b)
La "diffamazione", invece, ai sensi dell'art.595 C.P. è un reato, e consiste nell'offesa della reputazione altrui commessa, comunicando con altre persone, che devono essere almeno due o più di due; in tal caso la pena consiste nella reclusione fino a un anno o con la multa fino a milletrentadue euro (se consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a duemilasessantacinque euro).
c)
Ai sensi dell'art. 368 Codice Penale, infine, se qualcuno "calunnia" ingiustamente di un reato qualcuno,  è punito con la reclusione da due a sei anni.
***
Questo, per quanto concerne i comuni cittadini, ivi compreso il Capo del Governo in tale qualità.
Però, ai sensi dell'art.341 C.P., chiunque chiunque offende l'onore o il prestigio di un pubblico ufficiale, quale è anche il Capo del Governo, in presenza di lui e a causa o nell'esercizio delle sue funzioni, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni; gli articoli seguenti aggravano tali pene in particolari circostanze, sulle quali qui sorvolo.
***
In ogni caso, il diritto di manifestare il proprio pensiero, trova un preciso limite giuridico nei "paletti" sopra indicati, sebbene, al riguardo, la giurisprudenza non sia sempre univoca.
Ed infatti fa  discutere la recente sentenza della Corte di Cassazione che ha annullata una precedente condanna inflitta ad un docente che aveva definito il proprio dirigente scolastico un "ladro".
Denunciato per diffamazione l'insegnante – professore di matematica in un istituto tecnico commerciale – era stato condannato sia in primo che in secondo grado.
Il docente si è rivolto alla Cassazione argomentando di aver agito nella veste di rappresentante sindacale per evidenziare la cattiva gestione del fondo di istituto.
La Corte ha annullato la condanna in quanto nel frattempo il reato doveva considerarsi estinto, ma ha anche aggiunto che termini oggettivamente offensivi possono "in un contesto di polemica politica e sindacale costituire legittimo esercizio del diritto di critica circa l'operato della parte offesa".
La critica – ha osservato la Corte – può essere anche aspra, esagerata e aggressiva purchè abbia finalità politica o sindacale e non rappresenti un attacco specifico alla persona.
***
Al tuo posto, però, io non mi azzarderei a dare del ladro al Presidente del Consiglio, perchè dubito fortemente che il giudice ti chiederebbe: ""La sua era una opinione, una impressione, una concezione o lei intendeva formulare un giudizio?"
Tutto dipende da quale delle fattispecie che sopra ti ho elencato si sia concretamente configurata!.
***
In ogni caso, a prescindere da quanto sopra, ricorda che offendere l'altrui reputazione configura "sempre" il reato di diffamazione perché l'aver commesso un fatto, anche se riprovevole, non comporta la perdita del diritto all'onore; pertanto è considerato un reato dare del ladro un ladro, anche se è stato definitivamente condannato per furto.
Ed infatti, l'art.596 C.P. stabilisce che"...chi si è reso colpevole del delitto di  diffamazione, non è ammesso a provare, a sua discolpa, la verità o la notorietà del fatto da lui attribuito alla persona offesa."
Il che vuol dire che, anche se è a tutti noto che una persona ha rubato o ha commesso altre condotte disdicevoli non si è ugualmente autorizzati ad offenderlo.
Un saluto! :)
#4217
Karl Popper, nel suo famoso libro intitolato "La società aperta e i suoi nemici", scrive: ""Se estendiamo l'illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti e se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro l'attacco degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi. Noi dovremmo quindi proclamare, in nome della tolleranza, il diritto di non tollerare gli intolleranti."
***
Però, per attenuare tale "paradosso", il filosofo tedesco subito dopo precisa:
"In questa formulazione, io non implico, per esempio, che si debbano sempre sopprimere le manifestazioni delle filosofie intolleranti; finché possiamo contrastarle con argomentazioni razionali e farle tenere sotto controllo dall'opinione pubblica, la soppressione sarebbe certamente la meno saggia delle decisioni!"
Il paradosso, comunque, almeno all'apparenza, permane.
***
Dico all'apparenza, perchè, sotto il profilo "logico", "etico", "giuridico" e "filosofico" una stessa identica condotta può assumere significati e valenze completamente diverse.
Ad esempio, se uno "sniper" dei NOCS spara ed uccide un terrorista armato, per impedirgli di sopprimere un ostaggio (magari dopo che già ne ha eliminato un altro), tecnicamente sia lo "sniper" dei NOCS  che il terrorista hanno posto in essere la stessa identica condotta, denominata "omicidio"; ma a nessuno verrebbe mai in mente di mettere le due condotte sullo stesso piano, perchè non c'è niente di "paradossale" nell'uccidere chi ha ucciso e sta per uccidere ancora.
Direi, anzi, che è perfettamente "logico"!
***
Allo stesso modo, essere intolleranti con gli intolleranti, più che un paradosso, non è altro che una estrinsecazione del fondamentale "principio della legittima difesa"; il quale costituisce un diritto fondamentale sia del singolo cittadino, che di una libera democrazia!
;)
***
Occorre, però, secondo me, che non venga violato il principio della libertà di espressione; tanto è vero che, sia la legge Scelba che la legge Mancino, vennero spesso imputate di violare l'articolo 21 della Costituzione, il quale sancisce, appunto, tale diritto.
In caso di denuncia, di fatto, sono sempre stati i giudici (ivi compresa la Corte Costituzionale), a decidere caso per caso se era giusto applicare tali leggi, ovvero se l'episodio era tutelato dall'articolo 21.
Ma non è questo il luogo di fare un "excursus" al riguardo!.
***
C'è però un aspetto particolare della questione, che mi riprometto di trattare in un altro apposito TOPIC.
Ed infatti, l'articolo 21 della Costituzione stabilisce che: "tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio <<pensiero>> con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione", però non stabilisce affatto che, per il tramite di tali mezzi, e, soprattutto di INTERNET :""tutti abbiano anche il diritto di distorcere deliberatamente i fatti, o, addirittura, di inventarseli, per suffragare le proprie <<menzogne!>>"
Ed infatti, un conto è manifestare liberamente il proprio <<pensiero>>, ed un altro conto è, invece (a causa della totale assenza della capacità di pensare), limitarsi a diffondere le proprie <<menzogne>>; cosa che, purtroppo, è sempre e dovunque avvenuta, ma che oggi si sta verificando in modo sempre più diffuso, protervo e ALLARMANTE!
A parte quelle, becere, stupide e documentabili di certi nostri politici, sulle quali sorvolo per non innescare sterili polemiche, pare che le bugie di Trump negli ultimi quattro anni siano state oltre 20.000!
https://www.huffingtonpost.it/entry/le-bugie-di-trump-sono-oltre-20mila-e-formano-un-muro-ecco-il-wall-of-lies-a-new-york_it_5f7ae999c5b64b480ab0b090
Roba da "GUINESS DEI PRIMATI"... anche per un "primate" in senso "tassonomico" come lui!
Ed infatti, pur ammettendo una certa esagerazione, secondo me, per un Capo di Stato, sarebbero state troppe anche soltanto 20, se si considera che a Berlusconi, nel 2011, ne vennero addebitate solo 10 (dieci).
https://www.ilpost.it/2011/01/21/le-dieci-menzogne-di-berlusconi/
Ecco!
Con gente come TRUMP, per me, si legittima la cosiddetta "tolleranza zero"!
***




#4218
Alexis de Tocqueville, nel suo famoso libro intitolato "Democrazia in America", scrive: "Cos'è una 'maggioranza' presa collettivamente, se non un individuo che ha opinioni e più spesso interessi contrari a quelli di un altro individuo che si chiama 'minoranza'? Ora, se ammettete che un uomo, investito di un potere assoluto, può abusarne contro i suoi avversari, perché non ammettete anche la stessa cosa per una 'maggioranza'? Un potere onnipotente, che io rifiuto a uno solo dei miei simili, non l'accorderei neanche alla maggioranza di essi!"
In effetti, anche secondo me, metaforicamente parlando, una "democrazia" allo stato "puro" potrebbe essere paragonata ad un'assemblea, nella quale cinque leoni e quattro gazzelle devono deliberare "a maggioranza" che cosa si mangia per colazione!
;)
***
Però, a mio parere, il paradosso non si esaurisce qui;  ed infatti, la "maggioranza" potrebbe anche decidere che a governare sia una "minoranza", o, addirittura, "un singolo individuo"!
Circostanza che, di fatto, si è verificata più di una volta nella storia.
Ad esempio, il 24 marzo 1933, il Reichstag, cioè il Parlamento tedesco, democraticamente eletto dal popolo (17.277.000 voti contro 12.364.000), votò "a maggioranza" un regolare "Decreto Legge" (Ermächtigungsgesetz) con il quale vennero conferiti a Hitler i "pieni poteri"; cioè, in sostanza, fu la "maggioranza" a decidere che a governare fosse "un solo individuo".
Si potrebbe discutere di quanto realmente "libere" fossero state le elezioni politiche che nominarono quel parlamento; il che costituisce tutt'ora materia di controversia storica. Però sembra ormai accertato che, a prescindere dalle violenze che pure ci furono, i nazisti avrebbero "comunque" ottenuto la maggioranza (secondo alcune ricostruzioni di 15 milioni a 14 milioni, parlando dei partiti maggiori); semmai, più che la violenza, a far vincere i nazisti fu la "propaganda demagogica", magistralmente orchestrata da Goebbels.
La quale "propaganda", dai graffiti murali ritrovati a Pompei, fino ai giornali, alla radio e alla TV, e, soprattutto, alle attuali manipolazioni elettorali oggi informaticamente perpetrate dai "social network" (anche tramite le "fake news" e i "troll"), nella sostanza è sempre stata la stessa; però ha subito una evoluzione notevolmente maggiore, che non quella che c'è stata dalla clava alla bomba atomica.
:'(
***
Ma senza fare altri specifici esempi (come la trasformazioni dei "Comuni" in "Signorie"), che potrebbero essere troppo numerosi, mi limiterò a ricordare che, già da prima della nascita di Cristo, Polibio aveva avuto modo di accorgersi che, anche allora, storicamente, spesso  le  "democrazie" finivano per degenerare,  trasformandosi prima in "oclocrazie" (ovvero in "massocrazie"), e, infine, in "dittature".
Scrive, infatti, Polibio: "Durante l''oclocrazia' il popolo, esasperato dal disordine politico e dalla corruzione, sarà spinto a credere nel populismo dei demagoghi che porteranno lo Stato al caos da cui si uscirà quando emergerà un unico demagogo che instaurerà, alla fine, un potere assoluto!"
Ma non approfondisco oltre, perchè questa dovrebbe costituire materia per un altro apposito TOPIC.
***
Per restare, invece, al nostro paradosso, secondo me, esso si verifica non solo, per così dire, "esternamente", quando, "democraticamente", una "democrazia" degenera, conferendo maggiori o minori poteri ad una "singola persona"; il che, oggi, in genere, avviene spesso in modo più "soft", insensibile e dissimulato di quanto non accadesse in passato (Ottaviano a parte)...ma non sempre e dovunque è così.
***
Tale paradosso, invero, si verifica non solo "esternamente" come sopra esposto, ma anche "internamente", quando, "democraticamente", una "democrazia" cerca di essere non solo di essere "democratica", ma anche "liberale" (sotto il profilo soprattutto "politico", e non solo "economico"); cioè, ponendo dei limiti "costituzionali" allo strapotere della "maggioranza"!
Al riguardo, Francesco Pulitini, nel suo libro "Libertà, impresa e politica nella storia del pensiero", acutamente scrive: "I vincoli costituzionali sono un metodo con il quale i cittadini cercano di proteggersi da loro stessi -o meglio, dalla maggioranza di loro stessi-; un po' come Ulisse, il quale sapendo di non poter resistere al canto delle sirene (demagogiche), si autolegò ad un albero della sua nave!"
Ed infatti, almeno per me, l'unico tipo di "democrazia" accettabile, è quella cosiddetta "liberale" (o "costituzionale" che dir si voglia), nella quale sia le "minoranze" che i singoli individui siano adeguatamente tutelati dallo strapotere delle "maggioranze"; la democrazia "allo stato puro", invero, mi ripugna allo stesso modo in cui ripugnava ad Alexis de Tocqueville, perchè penso che sia  meglio sottostare ad un tiranno solo, che ad una folla di tiranni.
;)
***
Però mi rendo conto che anche questo è un po' un paradosso; in quanto chi è che "deve" e che "può" determinare i limiti del potere della maggioranza?
In un regime democratico, non può che essere la maggioranza stessa, in sede di legislazione ordinaria o di legislazione costituzionale; il che riguarda anche la decisione circa quale maggioranza deve o meno ritenersi "qualificata" per assumere determinate decisioni!
Quindi è pur sempre un serpente che si morde la coda!
::)
***
Costituzione a parte, peraltro, si pone anche la tematica della "tutela delle minoranze parlamentari", e della giurisdizionalizzazione del conflitto politico-parlamentare nell'ordinamento giuridico nazionale.
Ed infatti, in assenza nel testo della Costituzione italiana, di una disposizione che attribuisca una diretta legittimazione alle minoranze parlamentari di adire il Giudice delle leggi, con l'ordinanza n. 17 del 2019 , la Corte ha sancito che non può essere la stessa Corte costituzionale a riconoscere loro "ex novo" la legittimazione attiva che, nel caso di specie, atterrebbe solo alla sede del conflitto tra poteri; cioè, in sintesi, è stato sancito che le "minoranze parlamentari" non sono (e non hanno) alcun potere istituzionale.
Per cui la Consulta ha invitato la "maggioranza" della Camera stessa, a "valutare l'opportunità di modificare il proprio regolamento", per tutelare gli interessi legittimi delle proprie "minoranze".
Come sopra volevasi dimostrare!
;)
***
*CONCLUSIONE*
Niente è perfetto!
***

#4219
Ciao Sapa. :)
Grazie dei complimenti, ma mi sono accorto di una mia "imprecisione", dovuta forse al mio desiderio inconscio di ridurre un po' il numero dei balzelli immobiliari.
Ed infatti avevo scritto che erano QUATTRO, considerata anche "l'"IMPOSTA DI REGISTRO" al momento dell'acquisto, e quella da versare successivamente ogni anno"; il che non è molto preciso, perchè tale imposta si paga "una tantum" (in modo molto pesante) al momento dell'acquisto delle mura del negozio, e poi, eventualmente (in modo più lieve) per i contratti di locazione dell'immobile stesso (di anno in anno, fino alla scadenza, oppure in un'unica soluzione, per l'intera durata).
Quindi, in fondo, i balzelli immobiliari sono CINQUE; anche se non escludo di essermene dimenticato qualcun altro!
***
Quanto ai "patrimoni fondiari", per quel che riguarda l'IMU, cioè l'"imposta patrimoniale" sui terreni agricoli, oltre ad essere di importi "minimi", anche per il 2020 sono state previste al riguardo numerose agevolazioni ed esenzioni.
Quanto, invece, ai "redditi fondiari" (agricoli e dominicali), l'IRPEF relativa, più che essere di importi "minimi", direi che è di importi assolutamente "ridicoli"; "come era in principio, ed è ora e per sempre, nei secoli dei secoli, amen!"
Ovviamente non parlo delle '"imprese agricole", che -credo- sono quelle che producono la maggior parte del reddito di natura agraria, e che vengono tassate in modo molto diverso, a seconda che si trovino in "regime speciale" o in "regime ordinario"; ma questo è un argomento O.T.
***
Quanto alla Chiesa, pare che essa possieda nel mondo circa UN MILIONE di immobili per un valore di circa DUEMILA MILIARDI; non solo edifici di culto,  ma anche alberghi per turisti e pellegrini, terreni e abitazioni date in locazione.
Di questi beni immobili, circa il 70 per cento si trovano all'estero e il 30 per cento in Italia; soprattutto a Roma (che, ormai da quasi 2000 anni, è una sorta di  "dépendance" del Vaticano, e, un tempo, del Laterano), e poi in Lombardia e in Veneto.
Secondo il "Gruppo Re", che da sempre fornisce consulenze al Vaticano sul tema, il 20% del patrimonio immobiliare italiano sarebbe di  proprietà della chiesa: si tratta di un "patrimonio" di circa 115 mila fabbricati, che viene continuamente alimentato da investimenti e donazioni di privati cittadini.
Solo qui a Roma si calcola che "ogni anno vengono registrati dagli 8 ai 10mila testamenti a favore del clero".
In confronto, le "proprietà" dello Stato Italiano, quasi 10 miliardi di euro di terreni e 340 miliardi di euro di immobili, fanno davvero ridere!
Circa l'effettiva tassazione di tale "smisurato" patrimonio immobiliare, come è noto, ci sono valutazioni molto controverse; ed invero, sembra che molte strutture ricettive di proprietà della Chiesa che, in sostanza, funzionano come alberghi non paghino quanto dovuto, con un'evasione fiscale di circa 5 miliardi di euro.
https://www.ilmessaggero.it/vaticano/chiesa_ici_vaticano_patrimonio_immobiliare-4090167.html
Però, ovviamente, gli organi di stampa del Vaticano replicano che tutto questo non è vero.
https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2020-03/il-mito-della-chiesa-che-non-paga-le-tasse-sugli-immobili.html
Io non intendo esaminare qui tale questione, perchè sarebbe decisamente O.T.; ricordo solo che Papa Francesco nel 2015 suscitando enorme clamore e aprendo uno squarcio sulla reticenza di alcune strutture, dichiarò: "Se un convento religioso lavora come un albergo, paghi l'IMU!"
E, se non ricordo male, Quello che a suo tempo diede la delega a lui e al resto del clero, si raccomandò: "Date a Dio quello che è di Dio...però date a Cesare quello che è di Cesare!".
Un saluto! :)
#4220
SEGUE

C) Altre secondarie giustificazioni dell'imposizione patrimoniale.

Di ulteriori secondarie giustificazioni dell'imposizione patrimoniale, ce ne sono a dozzine, ma sono una più pretestuosa dell'altra, e, per lo più, non valgono un soldo; ed infatti, generalmente, esse scaturiscono da una "crassa" ignoranza (involontaria o simulata) di come funziona il meccanismo tributario .
Vediamone solo qualcuna.

a)
Sento ripetere da più parti che, comunque, il "patrimonio" costituisce un "indice di capacità contributiva", e che, quindi, va in ogni caso tassato ai sensi dell'art.53 della Costituzione.
Il che è assolutamente "falso"!
(NOTA: La sentenza della Corte Costituzionale n.111/1997 sull'ICI, infatti, che comunque personalmente non condivido, considera aspetti differenti da quello qui in esame).
Ed infatti, l'art.53 della Costituzione, sancisce che "tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva", ma non dice affatto che tutti devono contribuire anche "in ragione degli <<indici>> della loro capacità contributiva".
Chi afferma questo, confonde il "diritto sostanziale" con il "diritto procedurale".
Ed infatti, i cosiddetti "indici di capacità contributiva", tra i quali anche il "patrimonio", costituiscono soltanto una delle "modalità di accertamento" del "reddito effettivo" di una persona; ma è quest'ultimo a dover essere tassato, non certo gli "indici" (patrimonio compreso) che servono soltanto ad accertarlo nella sua effettività.
Non a caso, l'art.38 del DPR 600/73, in tutte le sue versioni, compresa quella aggiornata l'ultima volta nel 2018, stabilisce che "La determinazione sintetica (del reddito complessivo di un contribuente) puo' essere altresi' fondata sul contenuto induttivo di <<elementi indicativi di capacita' contributiva>>"
Per cui, se Tizio risulta aver acquisito un ingente "patrimonio", immobiliare o di altro genere, questo è sicuramente un cosiddetto "indice di capacità contributiva"; per cui, salva la prova che il relativo finanziamento sia avvenuto con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o, comunque, legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile, se il "reddito" dichiarato dal contribuente (a differenza del nostro precedente esempio "paradigmatico") risulta "inadeguato" all'acquisizione di tale ingente "patrimonio", l'Agenzia delle Entrate potrà e "dovrà" procedere al recupero dell"imposta reddituale" a suo tempo presuntivamente evasa.

b)
Un'altra "pseudo-motivazione" del prelievo patrimoniale, consisterebbe nel fatto: "...che il titolare di un patrimonio, godendo dei servizi pubblici molto di più degli altri, dovrebbe essere assoggettato a maggior imposizione" (MARELLO E ."Contributo alle imposte sul patrimonio", in "Patrimonio" (dir. Civ.)" Encicl. Treccani,Milano, 2006 pag.6).
A tale stregua, si potrebbe allora sostenere che, chi è soggetto ad una aliquota IRPEF più elevata, avendo contribuito molto più degli altri al sostenimento delle spese per i servizi pubblici, dovrebbe poi essere esonerato da qualsiasi altra imposizione patrimoniale, perchè "ha già dato!".
Quanto al fatto che il titolare di un "patrimonio" gode dei servizi pubblici molto di più degli altri, il ragionamento di Marello equivale a dire che, chi possiede un palazzo invece di un tugurio -magari in affitto-, oltre ad aver pagato molta più IRPEF dell'altro (presumendo che guadagni molto di più), oltre all'IRPEF dovrebbe pagare anche un'"imposta patrimoniale" sul suo edificio, perchè, se il quartiere va a fuoco, i pompieri devono utilizzare molte più risorse per spegnere le fiamme del suo palazzo, di quelle che servono per spegnere le fiamme del tugurio.
Ma anche questo ragionamento mi ricorda molto quello del "lupo" di Fedro!

c)
Ancora più assurda è la teoria per la quale l'imposta sul patrimonio è giustificabile come imposta sul "guadagno dovuto" ovvero, sul reddito presuntivamente derivabile dal patrimonio posseduto (vedi FALSITTA G. "Giustizia tributaria e la tirannia fiscale" Milano, 2008 p.235).
Il che non ha alcun senso, poichè, se nessuno mette in dubbio che il proprietario di un negozio concesso in affitto debba corrispondere l'IRPEF sugli affitti percepiti, è semplicemente ridicolo sostenere che debba essere egualmente tassato anche se l'immobile non è affittato, in quanto, potenzialmente, un giorno o l'altro potrebbe esserlo.
Allo stesso modo, si potrebbe sostenere la legittimità di un'"imposta sul disoccupato", in quanto, potenzialmente, potrebbe lavorare e percepire un reddito!
Da notare che, se un negozio è affittato, il proprietario viene tassato TRE volte:
- sui soldi risparmiati ogni anno per comprare il negozio;
- sul valore del negozio che ha acquistato, ogni anno con l'IMU;
- sul reddito che giene deriva, ogni anno con l'IRPEF

Anzi, QUATTTO volte, considerata l'"IMPOSTA DI REGISTRO" al momento dell'acquisto, e quella da versare successivamente ogni anno!
:mad:
d)
Analoga alla precedente è la teoria per la quale l'"imposta sul patrimonio" sarebbe giustificabile come una sorta di imposta sulla "manomorta", in quanto gli immobili sono improduttivi di reddito; e, se lo producono, lo generano senza la benchè minima fatica del titolare (a differenza dei redditi da lavoro).
Tale teoria non tiene conto di alcuni aspetti, e, cioè:
- a parte gli speculatori, che comprano gli immobili per rivenderli, e le cui plusvalenze speculative sono tassate ai sensi degli   articoli 67 e 68 del DPR n. 917/86, nessuno acquista un immobile per tenerlo inutilizzato ad ammuffire senza cercare di affittarlo;
- un operaio potrebbe faticosamente risparmiare parte dei suoi salari,  per poi investirli nell'acquisto delle mura di un negozio, al fine di integrare in vecchiaia la sua magra pensione con una regolare entrata d'affitto mensile, per cui, in effetti, anche quest'ultimo  sarebbe senz'altro da considerare come il frutto del sudore della sua fronte;
- a parte i redditi di lavoro, quasi tutti gli altri redditi scaturiscono da un "cespite produttivo" senza la "diretta" fatica lavorativa del titolare, ma allora, sotto tale profilo, semmai andrebbero tassati in modo qualitativamente diverso i diversi redditi, non certo i cespiti produttivi da cui essi derivano;
- i redditi derivanti dagli affitti, comportano oneri e attività da parte del proprietario (manutenzione straordinaria ecc.)

e)
Secondo altri, infine, le urgenti esigenze di bilancio pubblico da un lato e l'evasione diffusa dall'altro, possono giustificare il legislatore ad adottare talvolta misure fiscali che di per sé non sono razionali e vanno a ledere l'interesse (legittimo) del singolo contribuente, ma sono giustificabili in nome dell' "interesse pubblico" (MOSCHETTI F. - TOSI L. " La capacità contributiva", Padova, 1993, p. 19); e che "L'Autorità fiscale rimane titolare, in specifici contesti, tra cui quello in esame, di un margine molto ampio di discrezionalità per il soddisfacimento dell'interesse pubblico" (44 MOSCHETTI F- TOSI L. "La capacità contributiva", Padova, 1993, p. 21).
Tesi, questa, che, come sopra accennato in nota, è stata anche "limitatamente" recepita dalla Corte Costituzionale, per ovvie ragioni di sopravvivenza economica dello STato, ma che io non condivido affatto; ed infatti, non dovrebbe "mai" esserci una preminenza dell'interesse fiscale a discapito del diritto di ciascuno ad essere tassato in ragione della sua "effettiva" capacità contributiva.

*** 
CONCLUSIONE (
aspetti "metagiuridici").
Per concludere, ribadendo che, secondo me, l'"imposizione diretta" dovrebbe colpire esclusivamente i "redditi effettivi" dei contribuenti, e MAI quelli "figurativi" (come le "rendite catastali"), per quanto riguarda l'"imposta patrimoniale" di cui oggi si parla tanto, giova tornare alla suddivisione da me fatta in premessa circa i "fattori della produzione" (o "cespiti produttivi" che dir si voglia), in quanto essa può cadere solo su due di essi, non certo sul "lavoro",:
- immobili
- capitali liquidi

E, questo, a prescindere dai "redditi" che da essi fluiscono, quali gli "affitti" e le "rendite finanziarie".
C'è da notare che, non solo oggi e non solo in Italia, ad essere tartassati sono soltanto i primi (immobili) e quasi mai i secondi (capitali liquidi), per due ragioni, delle quali una evidente e difficilmente controvertibile, ed una seconda, che, per me, è parimenti evidente, ma che, invece, è in genere molto controversa.
a)
La prima ragione è che, salvo qualche eccezione, il patrimonio immobiliare di una persona è facilmente individuabile e identificabile, per cui è molto facile tartassarlo, mentre ciò è molto più difficile per quanto concerne i suoi capitali liquidi.
b)
La seconda ragione è che, sin dal tempo dei Medici, dei Pitti e degli Strozzi (se non da prima), il potere politico è condizionato da quello dei Banchieri; i quali, ovviamente, hanno tutto l'interesse a che gli Stati tassino il più possibile gli immobili, per spingere i contribuenti a non investire in immobili, bensì nelle Banche e nei loro fondi.
Ad esempio, invece di consegnare i soldi ad un "fondo pensione", un individuo potrebbe metterli da parte ed investirli nell'acquisto delle mura di un negozio, in modo, in vecchiaia, da integrare la sua pensione con una regolare entrata d'affitto mensile; però, se lo Stato, oltre a tassargli (giustamente) quest'ultimo, pretende pure di tartassarlo ogni anno  (ingiustamente) con l'IMU sulla mera "proprietà" delle mura, è abbastanza logico che, "obtorto collo", l'individuo in questione sia rassegni ad affidare i suoi soldi ad una banca.
Ed è per questo che, secondo me, mentre l'"imposta patrimoniale sugli immobili", già esiste ed è cosi ingiusta e feroce da meritarsi a pieno titolo la denominazione di "angheria" (dal greco  "aggaria" sinonimo dell'ingiustificato sopruso tributario preteso, con la forza, dall'imperatore persiano), invece un'"imposta patrimoniale generale"che colpisca anche i depositi bancari, sotto qualsiasi forma, dei contribuenti italiani, non ci sarà mai; ed infatti sono sicuro che i "banchieri" non  lo consentiranno, se non in forma molto blanda e "di facciata" (come già accade) mentre, invece, faranno ulteriore pressione per un ulteriore aumento delle "rendite catastali figurative", al fine da scoraggiare ancora di più i contribuenti dagli investimenti immobiliari produttivi.
Per cui, premesso che, secondo me, un'"imposta patrimoniale" è comunque da considerarsi iniqua e sbagliata, semmai essa dovrebbe essere "generale", e non limitata, come ora, ai soli "immobili"; magari con una riduzione di quest'ultima.
***
Qui non si tratta tanto di "preconcetti" pro o contro tale tipo di imposizione, i quali, spesso, corrono sul " "fil rouge"," di una determinata ideologia ovvero di un'altra; ne parla Goethe nel suo libro, "Le affinità elettive", riferendosi ad una pratica diffusa nella marina inglese, per la quale tutto il sartiame della flotta reale era fabbricato in modo che un "filo rosso" vi fosse costantemente intrecciato, e che fosse impossibile tirarlo fuori, al fine poter dimostrare che anche il pezzo più piccolo apparteneva alla corona inglese.
Se qualcuno invece di ragionare secondo la logica, l'equità ed il buon senso, segue il "fil rouge" dei propri pregiudizi politici e ideologici, in materia tributaria si perverrà sempre a soluzioni aberranti ed inique.
***

#4221
Tematiche Culturali e Sociali / L'imposta patrimoniale
10 Dicembre 2020, 14:51:51 PM
Per comprendere la "ratio" (o meglio, la molto controversa "ratio") di tale tipo di imposta, occorre previamente capire bene che cosa sia il "patrimonio", e, soprattutto, quale sia la differenza tra "reddito" e "patrimonio".
Al riguardo, per rifarci alla Treccani, troviamo le due seguenti sintetiche ed "asettiche" definizioni:
1) Il "reddito" è l'utile che viene dall'esercizio di un mestiere, di una professione, di un'industria, da un qualsiasi impiego di capitale.
2) Il "patrimonio"  L'insieme dei beni mobili e/o immobili, ovvero la ricchezza, che un soggetto possiede in un determinato momento.

***
Tali definizioni non sono del tutto errate, ma io, personalmente, le "raffinerei" un po' meglio nel seguente modo:

1) IL REDDITO
Il "reddito" è il "flusso dinamico e costante di ricchezza" proveniente dall'impiego di un determinato "fattore della produzione" senza che esso si consumi nel produrlo; ed infatti è ovvio che se taluno, per sopravvivere, preleva ogni settimana una determinata somma da un forziere in cui ha accumulato una grossa somma (statica) di denaro, quella somma non costituisce un "reddito", perchè, piano piano, il capitale da cui essa è sottratta si consuma.
Il reddito, economicamente, deriva da:
a) immobili (urbani ed agricoli)
b) lavoro (braccia e cervello)
c) capitale (denaro, sotto varie forme)
Il "reddito d'impresa", invece, deriva dall'impiego misto di due o tre di tali fattori, e, a seconda dei casi, può configurare il tipo di impresa di cui all'art.2195 c.c. (industriale, intermediaria ecc.) ovvero quello di cui all'art.2135 c.c. (agricola); ma, ai fini del presente THREAD, non ci interessa approfondire oltre tale punto.
Tale "flusso" di ricchezza, deve essere "dinamico" (cioè, "in fieri"), e, almeno almeno sotto il profilo di "paradigmatico", deve essere "costante"; ed infatti, una vincita in borsa non costituisce "tecnicamente" un "reddito" come non la costituisce una vincita a poker (sebbene possano essere entrambe tassate, sia pure con modalità diverse).
In entrambi i casi, invero, non si è in presenza un flusso "costante" di ricchezza proveniente dallo scambio di beni o servizi con altre persone, bensì di un arricchimento estemporaneo a fronte della perdita di altre persone; nel primo caso, cioè, si ha un fenomeno di carattere "economico", nel secondo caso, invece, si ha un fenomeno di carattere esclusivamente "finanziario",  ma, ai fini del presente THREAD, non ci interessa approfondire oltre neanche tale aspetto, che ho già affrontato in un'altra sede.
L'aspetto che qui ci interessa soprattutto sottolineare, è che il "reddito" è come un "fiume", di cui il suo "fattore produttivo" è la "fonte"!

2) IL PATRIMONIO
Il "patrimonio", invece, per restare alla metafora di cui sopra, potrebbe essere definito come una specie di "lago" in cui il "reddito" affluisce riempiendolo; il quale, "se" viene impiegato produttivamente, può poi, a sua volta, divenire "fonte" di un altro reddito (ma questo è un altro discorso, che affronteremo dopo).
Ed infatti, almeno sotto un profilo di carattere eminentemente "paradigmatico", il "patrimonio" è costituito dalla "ricchezza accumulata" (e già tassata) da parte di chi, invece di "bersela" di volta in volta attingendola dal fiume, accantona parte del "flusso costante di ricchezza" definito reddito, per acquistare immobili ovvero per investirlo in altro modo.
Ho detto che questo è l'aspetto "paradigmatico", o, per meglio dire "fisiologico", del fenomeno.
Ed infatti è ovvio che:
- il patrimonio di un determinato individuo, sotto il profilo "patologico" può anche essere il frutto di corruzione, evasione ed elusione fiscale, furti, rapine e quant'altro;
- allo stesso modo di come il reddito di un "delinquente professionale", è anch'esso di natura criminale.
Fa veramente rivoltare lo stomaco, vedere il patrimonio accumulato, ed "esibito", da soggetti che dichiarano al fisco quattro soldi; o che, addirittura, non dichiarano niente!
Ma confondere i due aspetti, "fisiologico" e "patologico", come meglio vedremo più avanti, conduce sempre a delle conclusioni aberranti; sia sotto il profilo "teorico", sia, soprattutto, sotto l'aspetto "pratico".

***
LE IMPOSTE

Citando quanto scrissi io stesso, in un mio libro, tanti anni fa: "Le supposte non vengono sempre imposte...ma le imposte sono sempre supposte!".
Tuttavia, quelle "giuste", sono anche indubbiamente "necessarie", in quanto, come "sacrosantamente" stabilisce l'art.53 della nostra Costituzione: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva."
E poi: "Il sistema tributario è informato a criteri di progressività."
Al riguardo, tralasciando in questo THREAD le "imposte indirette" (quali IVA, Registro ecc.), per non complicare troppo la questione, prendiamo in esame quanto segue:

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a) Le imposte sul reddito

La "ratio", ovvero la giustificazione giuridica, etica, sociale (ed anche "logica") delle imposte sul reddito, è talmente evidente che potrebbe comprenderla anche un bambino delle scuole elementari; ed è quindi un male che a scuola non costituisca materia di specifico insegnamento.
Ed infatti:
- mentre le "tasse" costituiscono il "corrispettivo" -agevolato- per un servizio reso dalla Pubblica Amministrazione, ma di cui beneficia in particolare il soggetto che ne abbia fatto richiesta, come chi si iscrive ad una Università pubblica;
- le "imposte", invece, sono tributi per mezzo dei quali lo stato finanzia le spese che sostiene per la realizzazione di opere e servizi pubblici,  i quali non sono "divisibili" fra i singoli soggetti, ma di cui beneficia tutta la collettività.
E' quindi assolutamente giusto e necessario devolvere alla collettività un parte di quello che si guadagna, attingendo un po' d'acqua dal flusso costante del fiume del  nostro reddito; il quale, sempre che non si esageri troppo, continua tuttavia a scorrere tranquillamente, lasciando il resto a noi per spenderlo e/o risparmiarlo.


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b) Le imposte sul patrimonio
Molti "ignorantioti" le auspicano come se fosse una grande novità di là da venire, senza rendersi conto che, invece, le imposte sul patrimonio, in Italia, già ci sono; la più gravosa e iniqua delle quali è costituita dall'IMU, che colpisce gli immobili acquistati con redditi già tassati a suo tempo.
Ed infatti, se, come detto, è "giustissimo" devolvere alla collettività un parte di ciò che si guadagna, attingendo poca o tanta quantità d'acqua dal flusso costante del fiume del  nostro reddito, secondo me, invece, è "ingiustissimo" che lo Stato pretenda di attingere anche l'acqua avanzata dai precedenti prelievi, e che ormai ha formato il lago del reddito risparmiato: vale a dire, il "patrimonio", immobiliare o di altro tipo che esso sia.
Un fiume non si svuota mai, attingendovi acqua; ma un lago, prima o poi, sì!

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LE "GIUSTIFICAZIONI" DELL'IMPOSIZIONE PATRIMONIALE


A) Premessa

A proposito d'acqua e di fiumi, le giustificazioni addotte dai sostenitori delle imposte patrimoniali, in genere, sono più pretestuose di quelle del lupo della famosa favola di Fedro: "Superior stabat lupus, longeque inferior agnus..."; il lupo, che beveva a monte del fiume, per trovare una scusa per mangiarselo, accusava l'agnello di intorbidargli l'acqua.
E così fa l'Erario italiano, il quale è notoriamente incapace per costitituzionale "debolezza", ad ottenere che tutti i cittadini contribuiscano nella misura dovuta;  ed infatti, dagli ultimi dati rilevati, e riportati di Alberto Brambilla sul Corriere della Sera del 27 ott 2020, la metà degli italiani non dichiara niente, 18 milioni versano solo il 2% di IRPEF, e il resto lo pagano un esiguo numero di poveri fessi (in genere lavoratori dipendenti, pensionati, e proprietari di immobili)
https://www.corriere.it/economia/tasse/20_ottobre_27/fisco-meta-italiani-non-ha-reddito-18-milioni-versano-solo-2percento-irpef-paese-infedelta-fiscale-3138e1ce-1836-11eb-8b6a-8e17b1e81f26.shtml
:mad:
Per cui, essendo lo Stato incapace di tassare "giustamente" la maggior parte della "ricchezza mobile", che sguscia da tutte le parti come un'anguilla insaponata, si rivale tassando "ingiustamente" quella "immobile", perchè è più facile da "acchiappare"; cioè, invece di sparare ai corvi che saccheggiano i campi di grano, i quali sono più difficili da colpire, il Fisco prende di mira lo "spaventapasseri", perchè quello è "fermo ed immobile" e non può scappare da nessuna parte.
E buona parte delle munizioni da cui è preso di mira il povero "spaventapasseri", è costuita dall'IMU, l'attuale infame "imposta patrimoniale"; e lo Stato, per restare alla favola di Fedro, è come la famosa lupa dantesca "...che di tutte brame pareva carca nella sua magrezza, e molte genti fé già viver grame!" (Inferno – Canto I – vv.31-60).


***
B) La principale giustificazione dell'imposizione patrimoniale.

Illustri "professori", molti dei quali con ingenti capitali investiti all'estero, sostengono l'opportunità dell'istituzione di un'imposta patrimoniale in funzione discriminativa e aggiuntiva alle imposte sui redditi, riconoscendo alla stessa una indubbia "utilità", "equità" ed una funzione di "redistribuzione" della ricchezza.
Al riguardo, come già sopra accennato:
a)
Sono senz'altro d'accordo sulla indubbia "utilità", in termini di cassa, delle imposte patrimoniali (soprattutto sugli immobili), perchè è molto più facile centrare un bersaglio "immobile", che non uno in "movimento"; ed infatti, sono soprattutto i contribuenti con fonti di reddito fisse e facilmente individuabili a pagare le imposte, cioè circa il 12%, mentre al restante 80%/90%, è invece molto difficile mettere il sale sulla coda (anche per motivi elettorali). Qualsiasi pescatore vi dirà che è molto più facile pescare i pesci di lago, che non quelli di fiume!
b)
Non sono invece minimamente d'accordo sull'"equità" delle "imposizioni patrimoniali", in quanto, se Tizio e Caio, entrambi "single", guadagnano 50.000 euro l'anno ciascuno, pagandoci sopra ognuno 15.320 di imposta lorda, i restanti 34.680 possono essere da loro impiegati in due modi diversi:
- utilizzati, esemplificativamente 14.680 euro quali spese per una normale e confortevole conduzione di vita, i restanti 20.000 euro possono essere spesi da Tizio in viaggi, donne e champagne;
- utilizzati, esemplificativamente 14.680 euro quali spese per una normale e confortevole conduzione di vita, i restanti 20.000 euro possono essere risparmiati da Caio per acquistarci, dopo dieci anni, le mura di un negozio da affittare, del valore più o meno di 200.000 euro (che divengono il suo patrimonio), sui quali, a suo tempo,ogni anno Caio ha già pagato 15.320 di imposta.
Aritmeticamente premesso questo, ci vuole davvero un "faccia di cuoio" per sostenere che sia "equo" che quei 200.000 euro debbano essere di nuovo tassati, ogni anno, con una "imposta patrimoniale proporzionale" come l'IMU; oltre, ovviamente, ad una "imposta reddituale progressiva" sul reddito derivante dall'affitto del negozio (circa la quale nessuno discute).
c)
Non sono,  infine, minimamente d'accordo sulla "funzione redistribuitiva" delle "imposizioni patrimoniali", in quanto, se Tizio guadagna 20.000 euro l'anno, pagandoci sopra 4.800 euro di imposta lorda con un prelievo pari al 24% del suo reddito, mentre Caio guadagna 80.000 euro l'anno, pagandoci sopra 27.570 euro di imposta lorda con un prelievo pari al 34% del suo reddito, è evidente che la "redistribuzione" della ricchezza c'è già stata "a monte", per il tramite un prelievo fiscale differenziato e progressivo sul loro reddito, senza la benchè minima necessità di effettuare una ulteriore "redistribuzione" della ricchezza patrimoniale "a valle", per il tramite di un'imposta sul patrimonio.
Cioè, si può discutere della necessità di una maggiore o minore incidenza della "redistribuzione" della ricchezza; ma questa deve avvenire in termini di "reddito", senza ulteriori inique duplicazioni d'imposta sul "patrimonio" conseguito risparmiando sul proprio reddito.
Il quale patrimonio, sia ben chiaro, nell'Italia attuale, non è necessariamente un attributo dei "ricchi", bensì della "classe media"; il patrimonio dei cittadini veramente "ricchi", infatti, non teme "imposte patrimoniali" di sorta, perchè si trova quasi sempre in qualche paradiso fiscale estero!
PROSEGUE
***

#4222
Attualità / COVID19 - Il paradosso della mezzanotte!
08 Dicembre 2020, 14:58:34 PM
Il secondo comma dell'art.1 del DPCM ANTICOVID "Natalizio", tra le altre cose, sancisce che : "...nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021 è vietato ogni spostamento tra comuni"; però, subito dopo viene precisato che, anche in tali giorni,: "...è comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione."
***
Al riguardo da molte parti si è eccepito che una disposizione del genere svantaggerebbe i comuni piccoli e quelli limitrofi.
Il che, almeno in teoria, è vero!
Ad esempio, il ponte della Scafa o ponte di Tor Boacciana è un ponte sul fiume Tevere che collega il quartiere di Ostia Lido, il quale fa parte del <<Comune di Roma>>, con il minuscolo e limitrofo <<Comune di  Fiumicino>>.
Ponte della scafa.jpg
Un mio amico, che vive ad Ostia, ha una figlia che abita al di là di tale ponte, a distanza di pochi minuti a piedi, ed un figlio che abita a Monte Sacro Alto, che dista almeno un'ora o due di automobile (a seconda del traffico).
Ciò premesso, in effetti, sembrerebbe  davvero un po' assurdo limitare la circolazione della figlia, che abita al di là di un semplice ponte,  rispetto a quella del figlio, che abita a Roma Nord, a distanza di chilometri; e che, di fatto, è come se abitasse in un'altra città!
Ma, in pratica, quale mai sarebbe il problema?
***
Ed infatti:
a)
La figlia del mio amico si recherà dal padre, per il cenone, la sera della vigilia di Natale; cioè, il 24 dicembre sera, giornata per la quale non è vietato nessuno spostamento da un comune all'altro.
b)
Se, molto improbabilmente, finirà di cenare presto, e tornerà a casa prima della mezzanotte (come Cenerentola), non ci sarà nessun problema.
c)
Ma se, molto più probabilmente, finirà di cenare più tardi, e tornerà a casa sua dopo la mezzanotte, non ci sarà egualmente nessun problema, in quanto il 25 dicembre "...è comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione".
Se poi vogliono celebrare in famiglia assieme anche il pranzo di Natale, il 25, non ci sarà egualmente nessun problema, e lo stesso dicasi per il 26; basterà che il padre ospiti la figlia a casa sua.
***
Il problema, semmai, potrebbe esserci solo in quei casi i cui si festeggiano  la sera della vigilia ed il giorno di Natale in due case ubicate in comuni diversi, come può accadere nel caso di famiglie separate; ma, in tal caso, sarà sufficiente spostarsi prima che scocchi la mezzanotte, ovvero accordarsi logisticamente in altro modo!
***
Per il cenone di Capodanno, secondo me, il discorso di cui sopra vale "a maggior ragione", perchè è proprio la mezzanotte a venire festeggiata; ed il giorno dopo si torna a casa senza problemi o divieti di sorta!
***
Però, forse, mi sfugge qualcosa (visto che, con l'età, mi sto rimbambendo un po'); altrimenti, non si capirebbe bene nè il divieto del Governo, nè le numerose lamentele al riguardo.
***
Ed infatti nei prossimi giorni tale divieto di spostamento tra Comuni diversi nei giorni del 25-26 dicembre e del 1 gennaio, potrebbe anche essere revocato, in quanto, sia i governatori delle Regioni che l'Anci hanno espressamente chiesto al governo Conte di rivedere una norma che, secondo loro, sfavorirebbe i piccoli centri.
Il che, come detto, "in teoria" potrebbe anche essere vero; ma, sinceramente, "in pratica", così come non vedo una grande utilità nello pseudo-divieto del DPCM, allo stesso modo, per le ragioni sopra esposte, non vedo nemmeno un gran danno nella permanenza di tale divieto.
Ma, come ho detto, forse, mi sfugge qualcosa!
Mah!
::)
***
#4223
Ciao Atomista. :)
Le "riunioni natalizie" si possono fare benissimo, per cui il problema si pone eccome; il DPCM in vigore, infatti, si limita soltanto a "raccomandare" di "riunirsi" a tavola per le feste di Natale solo con familiari conviventi, senza, però, prevedere nessunamodalità di controllo di tale suggerita accortezza. Se, quindi, non ci controlliamo un po' da noi (cosa di cui dubito molto), saremo perduti! Per quanto , invece, concerne gli altri "eventi collettivi" per il breve periodo indicato nel DPCM, essi sono sostanzialmente preclusi; con qualche eccezione per gli eventi sportivi di rilievo nazionale ed i  relativi allenamenti.
Tuttavia, visto che le (limitate) limitazioni in questione sono limitate nel tempo, mentre, invece, le cautele contro il contagio resteranno opportune per una durata molto maggiore, ritengo che le piattaforme da me indicate potranno comunque risultare utili.
Un saluto!
#4224
In vista delle riunioni natalizie alle quali ci accingiamo un po' tutti a partecipare, e di altri eventuali eventi collettivi di diverso genere, ci si potrebbe chiedere se sia matematicamente calcolabile il rischio che si corre a prendervi parte; ovviamente, si tratta comunque di "calcoli probabilistici", perchè, in materia, di certezze non ne esistono (o, almeno, così la penso io).

***
A)
RISCHIO DI ESSERE CONTAGIATI
Al riguardo, da qualche giorno la "Fondazione ISI di Torino", offre una piattaforma interattiva e accessibile a chiunque, che mostra il rischio di essere esposti a Sars-Cov-2 partecipando a un evento collettivo, a seconda del numero di persone di cui si prevede l'intervento; sulla homepage c'è una mappa dell'Italia suddivisa nelle diverse province.
Vedere qui:
https://covid19eventi.datainterfaces.org/
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Ogni territorio presenta gradazioni di colore che vanno dal grigio al giallo: più la provincia è colorata di giallo, maggiore sarà la probabilità, in un evento organizzato in quella zona, di essere esposti ad almeno un caso di Covid-19. Per ottenere la stima, gli sviluppatori del progetto sono partiti dai dati di prevalenza (ovvero il rapporto tra il numero di casi positivi e la popolazione presa in esame) del virus sul territorio italiano rilasciati dalla Protezione Civile, che vengono aggiornati quotidianamente: in questo modo si ha uno strumento non solo intuitivo e accessibile, ma anche dinamico, che si modifica con l'evolvere della pandemia in Italia.
***
Il dott. M.Tizzoni, esperto di epidemiologia digitale della Fondazione ISI, uno dei ricercatori che ha coordinato il progetto, spiega: "Per avere una stima dell'eventualità che, in una data situazione, si possa trovare almeno un caso di Covid-19, è più facile partire dalla probabilità che nessuna delle persone coinvolte sia positiva. Tale probabilità, conoscendo la prevalenza del virus, è facile da calcolare: per esempio, se in Italia, con una popolazione di 60 milioni di persone, ci sono mille infetti, la probabilità che non si incontri neanche un positivo è molto alta. In termini di scommesse, parliamo di un evento favorevole 60.000 a 1".
Aggiunge però, "...mentre per il singolo una situazione del genere è un'ottima prospettiva, le cose cambiano di molto se vogliamo calcolare la probabilità che, in un evento di 50.000 persone, nessuna di queste venga in contatto con un positivo al Covid-19. Si tratterebbe di vincere la scommessa di prima per 50.000 volte...il che non è facile. Questo spiega perché, anche con valori di prevalenza molto bassi, la dimensione dell'evento fa crescere in maniera esponenziale la possibilità finale di entrare in contatto con una persona positiva".
***
Per avere una stima più precisa, l'utente può modificare, attraverso un pannello di controllo, tre diversi parametri:
- il numero delle persone che parteciperanno all'evento in modo da poter considerare ogni tipo di occasione, dalle feste private a una partita di calcio;
- se considerare i nuovi casi rilevati dalla Protezione Civile nei 7 o nei 10 giorni prima dell'evento; 
- quanto dare peso al cosiddetto "fattore di sottostima" (vedi nota sotto).
RISK PLAN.jpg
***
NOTA: "fattore di sottostima"
La sorveglianza sanitaria su Covid-19, ovviamente, non riesce a individuare tutti i contagi: l'indagine sierologica Istat ha sottolineato, infatti, che, durante i primi mesi della pandemia, il numero dei casi positivi effettivi è stato di 6 volte maggiore rispetto a quelli riscontrati. Pertanto, modificare il fattore di sottostima (che, nella più ottimistica delle ipotesi, stima un positivo sfuggito al sistema sanitario per ogni nuovo caso rilevato, mentre, nella peggiore, utilizza l'approssimazione 1 a 6 dell'indagine Istat) permette all'utente di valutare il rischio ipotizzando diversi scenari.
***
In concreto, comunque, sulla mappa ci si può rendere conto nella pratica di quanto la grandezza di un evento possa incidere sulla probabilità di entrare in contatto con un caso positivo di Covid-19.
Ad esempio, considerando la provincia di Roma, dove io abito, partecipando a un evento con 100 persone, oggi si ha l'8,9% di probabilità di entrare in contatto con una persona affetta da Covid-19. Man mano che aumenta l'affluenza, aumenta anche il rischio: se partecipassimo a un evento con 5000 persone, almeno una di quelle sarà positiva al coronavirus con una probabilità del 99%.
ROMA.jpg
***
Poichè la faccenda può risultare un po' complicata da capire in tutti i suoi aspetti e dettagli, è stato chiesto all'epidemiologo cosa vogliono dire "in pratica" i numeri forniti dalla piattaforma, ed aggiornati giorno per giorno.
Lui ha spiegato quanto segue: "L'interpretazione pratica dei valori che l'utente può trovare sulla piattaforma è in ogni caso soggettiva; ed infatti, magari, una persona più vulnerabile non è disposta a rischiare, anche con probabilità relativamente basse (vedi B) RISCHIO DI MORIRE SE SI VIENE CONTAGIATI).
Ed infatti, il rischio che la piattaforma calcola non è certo quello di contrarre il virus, in quanto questo dipenderebbe da troppe variabili. Quella che viene mostrata dal sito, quindi, non è una stima della probabilità di contrarre l'infezione, perché il contagio è determinato da tante condizioni: dipende dalla durata dell'evento, dallo spazio in cui si svolge, dalle misure di precauzione come mascherine e distanziamento, oltre che dai comportamenti dei singoli individui."
***
Precisato quanto sopra, ha quindi sottolineato che, invece, il progetto nasce più che altro come una "guida", per offrire, ai cittadini e soprattutto a chi organizza eventi, una maggiore consapevolezza della situazione epidemica.
Sotto un profilo temporale, viene spiegato che: "La scala di colore di Eventi e Covid-19 rileva probabilità anche inferiori al 5%. Se avessimo consultato la mappa un mese fa, per eventi di 100 persone avremmo avuto l'1-2% di probabilità di essere esposti al virus. Adesso, circa il 10%. Quando si comincia a parlare di decine in percentuale, non si tratta più una possibilità remota, ma una probabilità sostanziale. Aumentando il numero di persone e raggiungendo valori superiori al 50%, valutare di essere esposti o no al Covid-19 è come lanciare una moneta. Per questo la nostra piattaforma è uno strumento molto utile soprattutto per chi intende organizzare un evento, che sia una conferenza o un ricevimento di matrimonio" o una cena di Natale o di Capodanno. Conclude Tizzoni. "Si può valutare la situazione del contagio nel territorio di riferimento, stimare il rischio a seconda dei partecipanti previsti e decidere di conseguenza quali misure adottare: se, per esempio, è il caso di ridurre il numero di partecipanti o rinviare l'evento".


***
B) RISCHIO DI MORIRE SE SI VIENE CONTAGIATI.
Molto più semplice, invece, è un'altra piattaforma, nella quale, utilizzando un "calcolatore automatico di sopravvivenza al coronavirus", si può subito sapere quali siano le nostre probabilità di salvare la pelle se ce lo becchiamo; ovviamente, si parla soltanto di una probabilità di carattere statistico, in base alla nostra età ed alle nostre eventuali patologie!
https://statistichecoronavirus.it/calcolatore-sopravvivenza-coronavirus
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#4225
Storia / Re:Breve storia del Presepio (e non solo).
05 Dicembre 2020, 16:29:14 PM
Citazione di: Alexander il 05 Dicembre 2020, 15:29:55 PM
Buon pomeriggio Eutidemo




Grazie per gli auguri che ricambio, ma penso che sarà un mesto Natale, chiusi in casa o al massimo con una passeggiata nei dintorni di casa. Dopo un pranzo rigorosamente in famiglia, per chi ce l'ha. Altrimenti in completa solitudine. Fatta la legge (il dpcm in questo caso) però "trovato l'inganno", come sempre avviene in questi casi. Ho appena sentito degli amici che mi hanno informato che il pranzo di Natale lo faranno tranquillamente anche quest'anno, la Vigilia però. Così quel che si voleva evitare il 25, avverrà il 24!


A riguardo del culto mitraico mi sembra di ricordare che si sviluppò intorno al secondo secolo d.C. all'interno dell'Impero Romano.  Non potrebbe darsi che alcuni passi e credenze cristiane vennero adottate dai seguaci di Mitra quando già molto diffuse tra la popolazione?


Lo avevo scritto anche io che non si possono escludere "contaminazioni" sia in un senso che nell'altro tra le due religioni; quella mitraica era più antica di quella cristiana, però, trapiantata a Roma, si evolse anch'essa in forme un po' diverse da quelle originarie (che, comunque, erano alquanto svariate). Per cui è teoricamente possibile che anche il culto mitraico sia stato contaminato da quello cristiano, sebbene non esistano prove documentate in tal senso :)
#4226
Storia / Breve storia del Presepio (e non solo).
05 Dicembre 2020, 14:34:50 PM
Cominciamo col dire che è corretta sia la forma "Presepe", che la forma  "Presepio"  (dal latino "praesaepe", o "praesaepium"); ed infatti, venivano utilizzati entrambi i termini sia da autori latini come Virgilio e Plauto, sia, in seguito, da letterati italiani come Petrarca, Tasso e Marino.
Se poi vogliamo proprio "pignoleggiare", il primo termine derivato da Virgilio, sta ad indicare la "stalla" in quanto edificio, mentre il secondo ripreso dal tardo latino della Vulgata, sta ad indicare la "mangiatoia" che si trova  nella stalla.
Il che ha una sua (relativa) importanza al fine dell'interpretazione dei testi sacri.
***
Ed infatti, nel Vangelo secondo Matteo , leggiamo che Gesù nacque in una normale "casa di abitazione", dove ricevette anche la visita dei Re Magi (Mt. 2.11); nel Vangelo secondo Luca, invece, si narra che questi trovarono il bambino che dormiva in una "mangiatoia" (Lc.2.16), senza ulteriori  precisazioni.
Però, considerando poco probabile che quest'ultima si trovasse all'interno di un'abitazione, è lecito presumere che, secondo Luca, Gesù sia nato in una "stalla", oppure in una "grotta" destinata a stalla, al cui interno era collocata la "mangiatoia" in cui venne deposto.
Ed invero, nell'antichissimo testo apocrifo, denominato "Protovangelo di Giacomo" del II secolo d.c., come luogo di nascita di Gesù, si menziona espressamente una "grotta";  richiamata anche dal martire Giustino.
Quest'ultimo, un palestinese originario di Flavia Neapolis (Sichem), verso il 150 d.C.. nella sua opera apologetica, Dialogo con Trifone, così scrive: 
"Al momento della nascita del bambino a Betlemme, poiché non aveva dove soggiornare in quel villaggio, Giuseppe si fermò in una "grotta" prossima all'abitato e, mentre si trovavano là, Maria partorì il Cristo e lo depose in una "mangiatoia", dove i Magi, venuti dall'Arabia lo trovarono"("Giustino, dialogo con Trifone" 78 )
Infine, nel vangelo apocrifo dello "Pseudo Matteo", disconosciuto dalla Chiesa nel 325 d.c.,   si racconta che il Santo Bambino venne, sì, partorito in una "grotta", dove restò tre giorni, ma poi venne portato dalla madre in una "stalla", dove pure rimase tre giorni.
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Quanto al "bue e l'asinello", se ne parla solo in tale vangelo apocrifo che così recita: "Maria uscì dalla grotta ed entrò in una stalla, ponendo il bambino nella mangiatoia: ed il bue e l'asino l'adorarono".
Il "bue e l'asinello", peraltro,  si trovavano già profetizzati nell'Antico Testamento, sette secoli prima della venuta Gesù;  ed infatti il Profeta Isaia prende ad esempio questi due animali, per profetizzare che mentre il "bue e l'asino" sapranno riconoscere perfettamente chi è il loro "padrone", all'arrivo del Messia, il Popolo Israelita non lo riconoscerà come tale.
***
Per tornare alla grotta, merita infine ricordare che, sopra la "specifica" grotta dove un'antica tradizione ricorda la nascita di Gesù, si erge tutt'ora, a Betlemme, la "Basilica della Natività"; essa è costituita dalla combinazione di due chiese e da una cripta, che è la grotta ed il luogo preciso in cui Gesù sarebbe nato.
BASILICA.jpg
E questo, sotto la chiesa, è il punto esatto della "grotta" in cui sarebbe nato Gesù.
GROTTA.jpg
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Circa tale tradizione, alcuni parlano di una palese "contaminazione" con una delle leggende riguardanti la nascita del Dio Mitra; il quale, anche lui, avrebbe deciso di venire al mondo incarnandosi nel ventre di una "vergine", e di vedere per la prima volta la luce in una "grotta".
Però si tratta di una "contaminazione" un po' dubbia, in quanto, secondo un'altra leggenda, il Dio Mitra, sarebbe nato da una "roccia vergine" ("de petra natus"), dalla quale sarebbe uscito, già adulto, armato di una daga in una mano, una fiaccola nell'altra e con un berretto frigio sul capo; inoltre, la "grotta", altro non sarebbe che il buco nella roccia da lui lasciato mentre ne fuoriusciva.
Per cui, nel caso di tale seconda leggenda, l'analogia con la nascita di Gesù sarebbe ancora più remota e forzata!
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Secondo un'altra leggenda, Mitra  sarebbe nato anche lui il 25 dicembre, avrebbe avuto 12 apostoli, e avrebbe abbandonato il mondo terreno per tornare in cielo 33 anni dopo essersi incarnato; ma, anche in questo caso, più che di "contaminazioni" dovrebbe parlarsi di "confusioni" tra diverse tradizioni religiose, in quanto Mitra veniva spesso rappresentato tra le Costellazioni dello Zodiaco, che, con lui, facevano tredici (così come Gesù e i suoi dodici apostoli).
ZODIACO.jpg
Inoltre, a 33 anni Gesù morì e resuscitò, mentre Mitra non morì mai.
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Sono però effettivamente molto singolari, ed affascinanti, alcune "analogie iconografiche", come il fatto che, spesso, sia Gesù che Mitra vengono rappresentati tra il "sole" e la "luna"; sebbene, al riguardo, non sono riuscito a rintracciare nessuna spiegazione plausibile.
SOLE LUNA a).jpg
SOLE LUNA b).jpg
SOLE E LUNA C.jpg
Però, come si noterà dalle immagini, il sole e la luna affiancano due eventi religiosi molto diversi tra di loro: la "crocefissione" e la "tauromachia".
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Per concludere, sebbene non possano escludersi effettive "contaminazioni" in un senso o nell'altro tra le due religioni, secondo me, talvolta, si tratta di pure e semplici coincidenze; come, ad esempio, circa il fatto che sia i mitraici che i cristiani avessero originariamente come simbolo il "pesce".
PESCE A).jpg
PESCE B).jpg
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Ed infatti:
a)
Nella religione mitraica il pesce era simbolo di nascita e di fertilità, ed un alimento sacro.
b)
Nella religione cristiana, invece, il pesce in sè e per sè, come animale o cibo, non significava assolutamente niente, ma era solo un'espediente semantico per glorificare il nome di Cristo; ed infatti, in greco antico, "ichthys" (ΙΧΘΥΣ) significa "pesce".
PESCE C).jpg
Cioè, in caratteri latini: "IESUS CRISTOS TEOS UIOS SOTER"; cioè "GESU' CRISTO, FIGLIO DI DIO, SALVATORE".
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Buon Natale e buon Presepio a tutti! :)
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#4227
Attualità / Re:Mano de Dios
03 Dicembre 2020, 14:59:30 PM
Ciao Phil :)
Quello che scrivi mi ricorda un famoso passo di Giovanni Pascoli:
"È dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi, come credeva Cebes Tebano che primo in sé lo scoperse, ma lagrime ancora e tripudi suoi. Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono sperano godono piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo. Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica serena maraviglia; noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello. Il quale tintinnio segreto noi non udiamo distinto nell'età giovanile forse così come nella più matura, perché in quella occupati a litigare e perorare la causa della nostra vita, meno badiamo a quell'angolo d'anima d'onde esso risuona!"
Un saluto! :)
#4228
Attualità / Re:Mano de Dios
03 Dicembre 2020, 14:54:14 PM
Ciao Inverno. :)
Sono perfettamente d'accordo con te che la maggior parte di coloro che ascoltano con piacere Mozart, personalmente, non solo non sarebbero in grado di realizzare nessuna delle sue composizioni musicali, ma neanche di comporre la più semplice delle canzonette; peraltro, quanto a saper suonare o meno uno strumento musicale, è vero che Mozart a tre anni era già capace di suonare il clavicembalo e il violino, però lui era precipuamente un "compositore", e non un "musicista" (ed infatti col tamburo era una frana).
Allo stesso modo, la maggior parte di coloro hanno visto giocare Maradona, personalmente, non solo non sarebbero in grado di realizzare nessuna delle sue migliori acrobazie, ma neanche di palleggiare per mezz'ora in allenamento.
Ma questo che cosa significa?
Nè Mozart, nè Maradona, nè (presumo) alcuno dei loro ammiratori sarebbero in grado di emulare i campioni mondiali di rutti o di peti; questo per dire che anche il campo in cui si eccelle ha la sua importanza, oltre che ad essere molto bravi in quel campo!
Avevo un compagno di classe che era un completo somaro, però, a "chipisciapiùlontano" non lo batteva nessuno; in quello, indubbiamente eccelleva, e nessuno glielo ha mai contestato!
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A parte questo, per capire ed apprezzare Mozart, non serve saper suonare o essere un aristocratico, però è necessario avere un minimo di "esprit de finesse", e, considerato il suo genere di musica, anche un po' di "esprit de géométrie"; dubito, invece, che siano necessari tali requisiti per divertirsi a guardare le acrobazie di Maradona.
Tanto è vero che io, da piccolo, mi divertivo moltissimo a guardare le acrobazie di Pelè...ma non ero assolutamente in grado di apprezzare Mozart.
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Per concludere, è ovvio che qualsiasi attività umana, come scrivi tu, produrrà un culto delle eccellenze per costruire percorsi per una meta (anche le olimpiadi dei rutti e dei peti, visto che pure lì distribuiscono coppe), ma mettere tutte le attività sullo stesso piano, a me, sinceramente, sembra un errore!
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Un saluto :)
#4229
Attualità / Re:Mano de Dios
02 Dicembre 2020, 12:30:00 PM
Ciao Sapa. :)
Come avevo già scritto, in materia artistica, un'opinione vale come un'altra; per cui non c'è alcun motivo per cui la mia opinione debba considerarsi migliore della tua o di quella di Giambattista Marino!
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Ad esempio, nel 1961, il noto "artista" Piero Manzoni sigillò ben 90 barattoli di latta, dentro i quali aveva personalmente defecato,  ed ai quali applicò un'etichetta tradotta in quattro lingue (italiano, francese, inglese e tedesco), con la scritta "Merda d'artista. Contenuto netto gr. 30. Conservata al naturale. Prodotta ed inscatolata nel maggio 1961".
MERDA 01.jpg
Attualmente tali barattoli sono conservati in diversi musei di tutto il mondo, ed il valore di  ciascuno di loro è stimato intorno ai 250 000 euro.
Sopra uno di tali "barattoli artistici", mi pare quello religiosamente conservato nel "Museo del Novecento" di Milano, un buontempone annotò, sotto la firma di "Piero Manzoni", l'annotazione "ARTISTA DI MERDA"; che, mi sembra, fece ulteriormente aumentare il prezzo di quel barattolo a quasi mezzo milione di euro.
MERDA BIS.jpg
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Ciò premesso, non vedo allora per quale motivo, ci si dovrebbe poi scandalizzare tanto a chiamare "artista" anche un Maradona; a prescindere dalla "natura biologica" della sua "arte".
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Io, da bambino, oltre a giocare con i soldatini, mi dilettavo anche a scambiare le figurine dei giocatori; e, da ragazzo, giocavo a pallone come terzino, ed andavo spesso allo stadio.
Tutte queste cose mi divertivano moltissimo; però, quando sono diventato grande, ho smesso...perchè non mi divertivano più!
"Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino; ma quando sono diventato uomo, ho smesso di fare le cose da bambino." (Corinzi 13.11).
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Un saluto! :)
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#4230
Citazione di: bobmax il 02 Dicembre 2020, 10:22:51 AM
Citazione di: Eutidemo il 02 Dicembre 2020, 06:25:39 AM
Ignoravo che, come la Gruber, anche la Berlinguer fosse incapace di comprendere che la diminuzione nell'accelerazione di un contagio non significa diminuzione del contagio stesso; "'nnamo bene, 'nnamo proppio bbene!"

È stato prima del virus. Non mi ricordo l'argomento specifico. Rammento però chiaramente l'espressione ottusa della Berlinguer che finiva per offendersi verso chi soltanto cercava di farle capire.

Ho saputo che per legge gli era stato a suo tempo decurtato lo stipendio a "soli" 240.000 euro, che è il massimo possibile.
Il padre di gira nella tomba...


Non sapere è perdonabile, ma rifiutarsi di capire no! ::)
Quanto agli stipendi privilegiati, il discorso sarebbe molto lungo; ma, visto che è quasi natale, forse è meglio soprassedere!